immigrazione: sbarchi a valanga, a cinque poliziotti
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immigrazione: sbarchi a valanga, a cinque poliziotti
d’Italia IMMIGRAZIONE: SBARCHI A VALANGA, A CINQUE POLIZIOTTI DIAGNOSTICATA LA TBC. E CRESCE LA PAURA ANNO LXII N.151 Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Gabriele Farro Imbarazzi, silenzi, piccole ammissioni, tentativi di dire che «non è proprio così» e quindi di attenuare la tensione, altri tentativi di gettare acqua sul fuoco sostenendo che la positività al test di Mantoux, non è indice né di contagio né di malattia. Resta il fatto che casi di possibile Tbc sono stati diagnosticati a quattro poliziotti in servizio a Catania. Ed è automatico collegarli al fatto che, durante uno degli sbarchi di immigrati avvenuto nei primi giorni di giugno, è stata riscontrata proprio la presenza dell’infezione Tbc. È l’ennesima vicenda destinata a creare tensione e a provare il fallimento totale dell’operazione Mare Nostrum, trasformata dal governo di centrosinistra in una WWW.SECOLODITALIA.IT sorta di taxi per chiunque vuole mettere piede sulle nostre coste. Il Sap (Sindacato autonomo di polizia) sospetta che a essere colpiti dall’infezione siano stati addirittura in cinque: «Stiamo valutando azioni giudiziarie». I dati sono di per sé allarmanti: tra maggio e giugno sono sbarcati al porto di Catania circa 2.659 immigrati. «Quanto denun- ciato dal Sap è incredibile. Poliziotti positivi al test Tbc perché nessuno li ha informati che uno dei clandestini sbarcati a Catania presentava l’infezione da tubercolosi. Un fatto gravissimo. Questo è quello che ha portato Mare nostrum. Un dispendio di energie e di costi e soprattutto la gravissima esposizione di militari e agenti della polizia a ma- domenica 29/6/2014 lattie – ha detto Maurizio Gasparri – Come mai il Viminale non ha informato i poliziotti in servizio dei rischi che correvano? Ora il ministro dell’Interno dice che Mare Nostrum deve finire». Il problema è che il governo ha ben pensato di proseguire l’operazione e di inserirla addirittura nel decreto di rifinanziamento delle missioni internazionali. “Golgota picnic”, mobilitazione dei cattolici in Polonia contro la piéce blasfema che offende i fedeli Annalisa Terranova Centinaia di cattolici, hanno manifestato a Varsavia e in altre città della Polonia contro la rappresentazione della commedia blasfema Golgota picnic, dell’argentino Rodrigo Garcia. Lo spettacolo presenta l’ultima Cena come l’ultimo pasto dell’umanità ed era in programma nel corso del festival di Malta a Poznan. Il suo direttore, Michal Merczynski, lo ha però ritirato dal cartellone “in ragione di importanti rischi di ordine pubblico, la cui forma e ampiezza potrebbe essere pericolosa per gli spettatori, gli attori e terzi”. Anche il sindaco di Poznan si è rifiutato di assistere allo spettacolo, ritenendolo contrario ai suoi principi morali. A Lodz una lettura della pièce ha dovuto essere annullata, dopo che un gruppo di manifestanti aveva invaso la sala. Rodrigo Garcia si lamenta dell’arroganza dei fondamentalisti cattolici che gli impedirebbero di esprimere la sua “arte”. Ma c’è da ricordare che lo stesso spettacolo, tre anni fa, aveva suscitato in Francia analoghe mobilitazioni a Tolosa e a Parigi: quella che Garcia e i suoi difensori pretendono dunque di difendere non è la “libertà di espressione” ma la libertà di insultare la fede di milioni di persone, a cominciare dai panini di Mc Donald’s che cospargono il palco del teatro e che dovrebbero, nelle intenzioni dell’artista, rappresentare l’eucarestia. Secondo Garcia tutta l’arte sacra occidentale non sarebbe che una colossale macchina propagandistica che incute terrore nello spettatore: dove la gente normale vede la bellezza della narrazione cristiana e la sublimazione del sacrificio di Gesù e dei martiri lui vede immagini di perversione da colpire con la più sciatta iconoclastia. La figura di Cristo non viene ov- viamente risparmiata: Garcia lo presenta come un esaltato, un demagogo, un corruttore delle folle attraverso la messinscena dei miracoli. Sul Golgota si pasteggia con hamburger e Coca Cola fino all’esibizione del pianista italiano Marino Formenti che, completamente nudo, suona al piano “Le ultime sette parole di Cristo sulla Croce” di Haydn. Il rischio di queste manifestazioni non è l’intolleranza, è semmai quello di fare pubblicità a un’opera mediocre e respingente per la quale, senza la protesta legittima dei cattolici, nessuno avrebbe mostrato alcun interesse (tranne uno sparuto manipolo di appassionati del trash). Storace pronto al carcere per vilipendio (di Napolitano). Il web si mobilita in suo favore 2 Secolo d’Italia DOMENICA 29 GIUGNO 2014 Valeria Gelsi Non più solo un problema personale. Francesco Storace ha voluto fare della propria imputazione per vilipendio al capo dello Stato una battaglia politica. E ha centrato l’obiettivo. Da quando una manciata di giorni fa, con un editoriale su Il Giornale d’Italia, ha annunciato che in caso di condanna, il 21 ottobre, rinuncerà alla facoltà di ricorrere in appello e si presenterà a Regina Coeli per essere incarcerato ha ricevuto un profluvio di attestazioni di solidarietà personale e di sostegno politico. La sua bacheca, su Twitter, è piena di messaggi che lo incitano ad andare avanti, rilanciando una frase coniata da Daniele Capezzone che ormai è diventata uno slogan: «Supporto la battaglia civile, politica e culturale di Storace». Alcuni di questi messaggi sono firmati da opinion leader, come Paolo Del Debbio, e molti da dirigenti politici e parlamentari. Oltre a Capezzone, hanno scritto, tra gli altri, Mara Carfagna, Anna Maria Bernini, Gregorio Fontana, Lucio Barani e Maurizio Gasparri, a sua volta promotore di una iniziativa di legge per l’abrogazione dell’articolo 278 del codice penale. I più numerosi, però sono i tweet degli italiani, alcuni dei quali si dicono anche distanti politicamente da Storace, ma vicini in una vicenda che leggono non solo come un’ingiustizia nei suoi confronti, ma come il frutto di una legge a tutela della “casta”. La vicenda risale al 2007, quando alcuni militanti della Destra, in polemica con il governo Prodi che si reggeva sul voto dei senatori a vita, lanciarono sul blog del segretario l’idea di mandare delle stampelle a Rita Levi Montalcini. La responsabilità di quella “bravata” fu addos- sata al leader del partito, che scelse di non fare a scaricabarile, limitandosi a dire «so’ ragazzi». Giorgio Napolitano bollò l’episodio come «indegno», Storace rimandò al mittente quell’aggettivo. Da lì la procedura nei suoi confronti, autorizzata nel giro di 48 ore dall’allora ministro della Giustizia Clemente Mastella. Poi la pratica è andata avanti d’ufficio, nonostante vi fosse stato un incontro chiarificatore con Napolitano, che da parte sua aveva «ritenuto chiuso l’incidente», come scritto in una lettera del suo portavoce di allora, Cascella, tirata fuori dall’avvocato di Storace e ricordata in questi giorni dallo stesso ex presidente della Regione Lazio. Tutto questo, però, oggi, nelle parole e intenzioni di Storace sembra ormai passato in secondo piano, perché il punto è portare avanti la battaglia contro «una procedura borbonica». In un’intervista a Il Fatto quotidiano, Storace ha spiegato di considerare il vilipendio «il tipico reato di casta, non ci si rende conto che non ha più senso. Si viene processati per le proprie idee». Per questo motivo si è detto pronto ad andare in carcere. Una assoluzione, in realtà, è ancora possibile, ma non sarebbe un risultato politico di fronte a una causa di cui l’imputato dice: «Ho la sensazione che nessuno sappia come liberarsene». Dunque, la richiesta, questa sì squisitamente politica, è un’altra: «Giorgio Napolitano chieda al Parlamento l’abrogazione del reato di vilipendio al capo dello Stato, come si è già impegnato a fare», ha scritto Storace nel suo editoriale, sottolineando che se il presidente della Repubblica «si sente offeso, deve querelare» invece di farsi tutelare da una vecchia legge. Francesco Signoretta Ma quant’è bravo Matteo Renzi. È buono. È dolce. Ha gli occhi da cerbiatto. Parla con tutti. Fa divertire con le sue battute. Quando è a contatto con i potenti sembra un pulcino bagnato, si emoziona, si abbottona male le camicie. Ecco, la svolta della grande stampa – da sempre vicina alla sinistra, anche se si presenta come indipendente – è proprio questa, inginocchiarsi ed elogiare le (presunte) virtù del nuovo Re Mida. Qualsiasi cosa faccia il premier è sacrosanta. Ora scopriamo – viaggiando sul web – che Renzi è stato sempre stregato dalle Feste dell’Unità emiliane e quindi le ha volute di nuovo. E allora le cronache politiche ci raccontano che – udite, udite – quando non era segretario del Pd parlava per ore con i volontari e con le signore che trascorrono mesi a preparare i tortellini per la Festa. Non si sa cosa dicesse ai volontari e alle signore, anche perché è difficile restare a chiacchierare di tortellini per un’intera giornata. Ma l’importante è darlo in pasto all’opinione pubblica. Ma altre cronache politiche raccontano che Renzi parlasse per ore anche con i ragazzini che gestiscono i bar delle Feste e lì forse – tra la curiosità di come si fa un caffè e lo sfizio di vedere come si mette la tazzina sul bancone – avrà parlato pure delle squadre di calcio, se era più forte il Bologna o la Fiorentina. Troppi ricordi, per un premier giovane che, travolto dalla nostalgia, ha deciso di ritirare fuori un brand rottamato: dal 27 agosto al 7 settembre il momento di festa del partito tornerà a chiamarsi Festa dell’Unità. Hurrah, urlano i vecchi compagni del Pci che fino a ora non hanno mai amato il leader Pd con l’espressione democristiana. Chiaramente la città prescelta è la rossa Bologna, poi ci saranno Modena e Reggio Emilia, tutte zone che garantiscono il successo di pubblico. A Bologna tutto si svolgerà su un’area di 30mila metri quadrati, che l’anno scorso ha fatto un enorme fatturato grazie ai 19 ristoranti, ai 15 bar e punti ristoro, 250 espositori commerciali e oltre cento iniziative non politiche, dai concerti rock al ballo liscio, dalle presentazioni di libri alle dimostrazioni di sport. Ma sì. Renzi è buono, è dolce e ha gli occhi di cerbiatto. Attenti però. È anche molto ma molto furbo. Renzi fa tornare la Festa dell’Unità. Perché gli piace parlare con le signore dei tortellini Siglato l'accordo Unicredit: 2400 uscite e 800 nuovi assunti DOMENICA 29 GIUGNO 2014 Redazione È stato raggiunto, dopo tre giorni di trattativa ininterrotta, l'accordo tra sindacati e Unicredit sulla prima fase di gestione degli esuberi del nuovo piano industriale 2014-2018. I sindacati, afferma la nota della Fabi, sono riusciti a ottenere da parte dell'azienda l'impegno a creare nuova occupazione, con la garanzia di assunzione per 800 giovani e la stabilizzazione di altri 670, il riconoscimento straordinario del premio aziendale per tutti i lavoratori, nonostante i risultati di bilancio fortemente negativi, e infine e a condividere forme di incentivi equi e innovativi anche per i 2400 pensionamenti previsti entro il 2018, in una prima fase volontari. A margine dell'intesa è stato inoltre sottoscritto un protocollo sulle prospettive di rilancio che stabilisce tempistiche certe e linee guida sulle quali si svilupperà il confronto sulle altre materie non ancora del tutto disciplinate, a cominciare dalla questione degli inquadramenti, del welfare e dell'equità sociale che da tempo è al centro dell'attenzione dei rappresentanti dei lavoratori. Le 2400 uscite verranno così gestite: esodo volontario e incentivato alla prima finestra pensionistica del personale con diritto a pensione entro il 31 dicembre 2018, con incentivo da sei a tredici mensilità differenziato in funzione dell'età; Secolo d’Italia Estate, il 79 per cento dei consumatori spenderà meno di mille euro possibilità per i pensionandi che aderiscono al piano di sospendere o ridurre volontariamente l'orario di lavoro godendo delle coperture della parte ordinaria del Fondo di Solidarietà, scegliendo tra le seguenti opzioni: sospensione completa per dodici mesi (copertura assegno circa 42% dello stipendio netto); part time verticale con riduzione di un giorno alla settimana (copertura circa 96% dello stipendio netto); part time orizzontale 25 ore solo la mattina (copertura assegno circa 89% dello stipendio netto). Con l'adesione ad una di queste opzioni l'incentivo viene incrementato di una mensilità. Sono stati, inoltre, previste: agevolazioni per il riscatto della laurea, se propedeutica ad anticipare la finestra pensionistica e farla rientrare nella durata del piano (2018); incentivazione maggiorata, fino ad un massimo di quindici mensilità in funzione dell'età, per le cosiddette donne optanti, che scelgono di andare in pensione con 57 anni di età e sistema contributivo. dovuti, a volte anche per tre-quattromila euro, ed è stato sottoposto a procedimento disciplinare. Per gli investigatori guidati dal capitano Marco Vetrulli quello individuato era «un costante e consolidato malcostume». I falsi ricoveri, è emerso dall'indagine, servivano per eludere le lunghe liste di attesa nonché per evitare il pagamento del ticket. La procedura di accesso alle prestazioni specialistiche per pazienti ricoverati prevede che l'infermiere di turno su disposizione del medico, provveda prima al ricovero dell'assistito e successivamente alla richiesta di esami di laboratorio. Una volta fatto il prelievo, le provette vengono contrassegnate con un'etichetta (registrata nel sistema informatico con codice a barre e nome del paziente) e inviate al laboratorio analisi. Con i risultati delle analisi poi consultabili sempre via computer. Dagli accertamenti dei carabinieri è emerso che i sanitari prescrivevano esami ematochimici a se stessi, genitori, figli, fratelli, suoceri e zii registrandoli nel sistema informatico come ricoverati e facendo ottenere prestazioni sanitarie senza dover corrispondere il ticket. Con - ritengono i carabinieri ingenti danni economici alle Aziende ospedaliere di Perugia e Terni nonché alle Usl umbre. Oltre che con un "ingiusto profitto" ai destinatari delle prestazioni specialistiche. Falsi ricoveri per evitare il ticket, 800 denunce del Nas Redazione La procedura per gli esami ematochimici, in particolare del sangue, era quella prevista per i ricoverati e quindi esente da ticket ma secondo i carabinieri del Nas chi vi si sottoponeva, operatori sanitari, loro parenti e conoscenti, non risultava degente nei reparti dei tredici ospedali umbri interessati dall'indagine. In 800, tra personale sanitario e loro congiunti, sono stati denunciati per truffa al Sistema sanitario nazionale. Con un danno all'erario accertato di oltre un milione e duecentomila euro. Al termine di un'indagine durata due anni, i militari hanno quindi segnalato 575 dipendenti pubblici (medici, infermieri e operatori socio sanitari) alla procura regionale della Corte dei conti. Dopo avere passato al setaccio 220mila prestazioni specialistiche. In alcuni casi il personale sanitario ha già rimborsato i ticket 3 Redazione Il 79% delle famiglie italiane che andrà in vacanza nell'estate 2014 avrà una spesa inferiore ai mille euro. È la stima di Adusbef e Federconsumatori. Coloro che potranno permettersi le ferie fuori città, continuano le associazioni dei consumatori, saranno il 31%, rispetto al 32% del 2013. Adusbef e Fedeforconsumatori stimano un forte calo anche del numero dei giorni di vacanza e una crescente attenzione per le offerte e le promozioni. Le associazioni hanno pubblicato un decalogo di consigli per risparmiare, a partire dall'importanza di fissare un tetto massimo di spesa. Gli altri consigli riguardano il house sharing, o lo scambio casa, ovviamente le offerte low cost, in alternativa alle prenotazioni con largo anticipo, e il rifornimento di carburante presso le "pompe bianche" di distributori indipendenti. I viaggi in gruppo permettono poi di risparmiare, dicono i consumatori, fino al 25-30% per i biglietti aerei e del treno. Per chi sceglie le vacanze in campeggio, i consumatori consigliano di fare tutta la spesa alimentare prima di partire, arrivando così a un risparmio fino al 40% sullo scontrino. Infine, i consumatori invitano i vacanzieri a controllare bene gli apparecchi elettrici di casa prima di partire. Chi lascia gli apparecchi elettrici in stand-by, avvertono i consumatori, rischia infatti di spendere anche 50 centesimi di euro al giorno. Pagati 200mila dollari a discorso: così i Clinton sono ascesi all'Olimpo dei paperoni d'America Secolo 4 Redazione «Sul lastrico, pieni di debiti». Così Hillary Clinton qualche tempo fa ha descritto la situazione finanziaria in cui si trovava la sua famiglia quando nel 2001 lasciò la Casa Bianca. Una condizione che oggi è stata completamente ribaltata: l'ex coppia presidenziale è rientrata a pieno titolo nel novero dei paperoni d'America. Come? Con i discorsi a pagamento, che tanto l'ex presidente quanto la consorte ex segretario di Stato prestano in ogni dove nel mondo. Anche una ritrovata ricchezza, però, può comportare dei problemi, specie se a sbandierarla è una possibile candidata alla Casa Bianca. Le affermazioni di Hillary sui loro debiti di allora e, poi, sulle tasse che paga la sua famiglia le hanno attirato l'attenzione dei media e diverse critiche di carattere politico. Il Washington Post ha pubblicato un dettagliato articolo basato sulle dichiarazioni dei redditi dei Clinton, da cui emerge che dal 2001 al 2013 l'ex presidente ha pronunciato 542 discorsi in tutto il mondo e ha percepito per questo in totale 104,9 milioni di dollari. Poco più della metà sono stati pronunciati negli Usa, ma è dai discorsi all'estero - in gran parte in Cina, Giappone, Canada e Gran Bretagna - che ha guadagnato di più: 56,3 milioni di dollari. A volte, l'ex presidente ha compiuto dei veri e propri tour-de-force, come quando in una settimana, nel 2012, ha parlato in Svizzera, Danimarca, Svezia, Austria e Repubblica Ceca, per un totale di 1,4 milioni di dollari. E da quando ha lasciato il Dipartimento di Stato, anche Hillary si è lanciata nel circuito dei discorsi a pagamento. Da allora, in decine di occasioni si è rivolta a platee organizzate da gruppi A.A.A. capo dell'MI6 cercasi per il post-datagate: sir Sawers lascia industriali, banche e altre organizzazioni finanziarie. I dati sui suoi guadagni non sono noti, ma secondo fonti citate dal Post, l'ex segretario di Stato percepisce mediamente sui 200mila dollari a discorso. Quello dei discorsi è però un impegno professionale che potrebbe avere contraccolpi politici in caso Hillary decidesse di scendere in campo per tornare alla Casa Bianca da presidente. I suoi oppositori, scrive il Post, potrebbero attaccarla affermando che assieme al marito dovrebbe essere grata a diversi potenti gruppi di interesse. Alcune aziende che hanno pagato Bill per pronunciare dei discorsi sono inoltre finite sotto la lente di ingrandimento delle autorità federali. Cina, licenziato per i mondiali di calcio cerca un datore di lavoro “umano” Redazione Si era finto malato per non andare al lavoro e poter guardare fino a notte fonda le partite del mondiale. Traditosi su un social network, ha perso il posto e ora staziona nei pressi di una stazione della metropolitana di Pechino supplicando di essere assunto da un «datore di lavoro più umano». Secondo quanto riferisce la stampa locale, l'uomo lo scorso 16 giugno aveva chiesto un giorno di malattia, dicendo di non stare bene. In realtà era rimasto a guardare le partite con gli amici sino all'alba. Non pensando alle conseguenze l'uomo ha poi trascorso diverse ore al computer commentando su un noto social network cinese i risultati e raccontando la nottata passata con gli amici. I suoi post su internet sono stati però letti da uno dei manager del- DOMENICA 29 GIUGNO 2014 d’Italia l'azienda per cui lavorava che lo ha convocato subito, dicendogli di «non ripresentarsi più a lavoro». Il giovane, che a quanto pare ritiene di aver subito un'ingiustizia da datori di lavoro troppo intransigenti, da giorni staziona fuori da una stazione della metro issando un cartello con su scritto «mi hanno licenziato per colpa del mondiale, cerco un capo più umano e comprensivo». In Cina basta poco per essere licenziati. I casi sono innumerevoli. Si va dal licenziamento per aver avuto un secondo figlio a quelli per aver creato un "danno" al partito comunista. Proprio qualche giorno fa un vicedirettore dell'ufficio governativo della città di Guixi è stato licenziato in tronco dopo essersi fatto trasportare sulle spalle da un dipendente per non bagnarsi le scarpe: è finito nei guai a causa della foto di un passante diventata virale e finita direttamente negli uffici del partito. Redazione Uno dei servizi segreti più famosi al mondo, il britannico MI6, reso celebre dai romanzi e i film di James Bond, cerca un nuovo "C", un capo che lo guidi dopo il terremoto delle rivelazioni di Edward Snowden nel Datagate. L'attuale direttore, Sir John Sawers, ha infatti annunciato che lascerà il suo posto a novembre alla scadenza naturale del suo mandato di durata quinquennale. Secondo il Times di Londra, il successore dovrebbe essere interno al servizio segreto, quindi una personalità di cui non si può conoscere il nome fino a quando non dovesse essere ufficialmente incaricato: l'unica identità nota fra gli "impiegati" dell'MI6 è quella del capo in carica. A circolare, quindi, per ora, sono solo i nomi di una serie di outsider, fra cui Sir Peter Westmacott, attuale ambasciatore britannico negli Stati Uniti. Sawers si era particolarmente esposto nel corso dello scandalo Datagate, affermando che le rivelazioni di Snowden erano state un dono ai terroristi nemici della Gran Bretagna e dell'Occidente. Sawers, 58 anni, è al servizio di Sua Maestà da quando di anni ne aveva 22 e, annunciando la volontà di lasciare l'incarico, ha chiarito anche di non essere intenzionato a ricoprire un altro ruolo nella pubblica amministrazione. Operazione antimafia, tre arresti a Gela: bloccato l'inizio di una nuova faida tra “famiglie” DOMENICA 29 GIUGNO 2014 Secolo d’Italia Luca Maurelli Con l'arresto di tre esponenti di Cosa Nostra di Gela, eseguiti la scorsa notte, la squadra mobile di Caltanissetta ritiene di avere impedito l'esplosione di una faida interna alla famiglia Rinzivillo mirante a conquistarne i ruoli di comando. L'accusa, a vario titolo, nei confronti dei tre indagati è di associazione mafiosa, estorsione e traffico di droga. Tra gli arrestati figura un ex collaboratore di giustizia, che, rientrato a Gela all'inizio dello scorso mese di maggio, avrebbe tentato, con la complicità di un suo fedelissimo, di riprendere la guida del clan mafioso, nel frattempo occupata da un proprio nipote. Agguati e intimidazioni sarebbero stati studiati per raggiungere l'obiettivo. Denominata "Fabula", l'operazione antimafia ha dunque provato a prevenire l'esplosione di una guerra interna per la conquista della leadership del clan. Le manette sono scattate per l'attuale reggente della cosca mafiosa, Davide Pardo, di 33 anni, per lo zio, Roberto Di Stefano, di 46 anni, ex collaboratore di giustizia che voleva riprendere il suo posto di capo dichiarando guerra al nipote, e Nicolò Piero Cassarà, di 47 anni, fedelissimo del Di Stefano, tutti di Gela. Sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, traffico di droga, detenzione di armi e munizioni. Tornato a Gela nello scorso mese di maggio, dopo un periodo di falso pentimento, Di Stefano mal sopportava che al suo posto di guida del clan ci fosse il proprio nipote, figlioccio del boss "Ginetto" Rinzivillo. Avrebbe perciò messo in piedi un suo gruppo per riprendere il posto di comando, dichiarando guerra a Pardo, con il quale aveva rotto ogni rapporto fino a minacciare di morte la propria moglie e i propri figli se non avessero abbandonato subito la casa in cui vivevano messa a loro disposizione dal "nipotenemico". Pardo, per tutta risposta avrebbe reagito facendo sparare colpi di pistola contro l'abitazione di Cas- sarà che ospitava Di Stefano. Nel corso delle indagini della squadra mobile, diretta da Marzia Giustolisi, è emerso che Cassarà, nella sua attività estorsiva, sceglieva come vittime "imprenditori gelesi che avevano "conti da saldare" con la giustizia scrivono gli inquirenti - facendo loro intendere di poter fungere da ago della bilancia per risolvere, o definitivamente compromettere, la loro situazione processuale", attraverso il ruolo di collaboratore di giustizia del Di Stefano, del quale millantava credito presso magistratura e forze dell'ordine. Redazione Avrebbe vissuto per 35 anni con un corpo estraneo nell'addome, lamentando dolori e sottoponendosi e esami e interventi, sentendosi pure diagnosticare un tumore, per poi scoprire che i medici, appunto 35 anni prima, si erano dimenticati di estrarre una garza durante un'operazione. È il calvario denunciato da un settantenne della Bassa Modenese che, assistito dall'avv.Mario Marchiò, ora ha chiesto al giudice civile un risarcimento di 230mila euro (ma con gli interessi ultratrentennali la cifra supera i 500mila) a Regione Emilia-Romagna e all'assicurazione dell'Ausl modenese. Lo scrivono i quotidiani locali. La garza sarebbe stata dimenticata, a giudizio del legale, nel 1976, quando l'uomo fu operato per un'ulcera. Dopo l'intervento iniziò a lamentare dolori, che lo costrinsero a sottoporsi a numerose visite. Nel 1982, dopo diverse gastroscopie, la diagnosi fu di “gastrite cronica e polipi iperplastici”. Fu curato e fece altri controlli. Nel 1989 gli fu diagnostica un'infiammazione alla base dei polmoni con un “addensamento”. Nel 2011 fu ricoverato per un'occlusione intestinale. In quella occasione fu individuata la massa, considerata “di sospetta natura tumorale”. Di nuovo operato, il 16 dicembre 2011, in sala operatoria i medici si accorsero che non c'era un tumore, ma una garza. «Se le negligenze mediche sono ormai prescritte dal punto di vista penale, e nessuno pagherà mai con una condanna - spiega il legale al Resto del Carlino - la causa civile, invece, può essere intentata perché la prescrizione parte da quando è stato scoperto il danno, in questo caso nel 2011. Il mio cliente ha rischiato la morte e oggi convive con le conseguenze di quel drammatico errore». 5 Verdone auspica un'amichevole pacificatrice tra Roma e Napoli Vive 35 anni con una garza nel'intestino: rischia di non essere neanche risarcito Redazione Contro chi ha fatto diventare ''lo stadio come l'Iraq'', ''i veri tifosi devono ribellarsi''. L'appello arriva dal regista Carlo Verdone, che in un'intervista al Mattino auspica ''una rivalità anni '50''. ''La rivalità tra giallorossi e azzurri era un tempo accesa ma bonaria. E quanto a me, quando gli striscioni inalberano sfottò ta- glienti e spiritosi rido volentieri anche se sono indirizzati contro la mia squadra. La solitudine umana e la frustrazione sociale invece - osserva Verdone - tendono oggi a trasformarsi in una malefica faida di cui i partecipanti hanno persino dimenticato le motivazioni''. Di fronte a questo ''non dobbiamo limitarci ad attribuire le colpe sempre e solo agli 'altri' - politici, poliziotti, educatori, giornalisti - bensì fare tutti qualcosa per estirpare questo cancro''. Verdone si dice favorevole a un'amichevole Roma-Napoli in campo neutro. ''È un'idea bella e utilissima. Come sereni appassionati dobbiamo imporci perché il match si disputi, dobbiamo fare in modo che i veri romanisti non debbano mai più guardarsi in cagnesco con amici, colleghi e conoscenti del Napoli'', dichiara. «Il calcio non deve rimanere ostaggio dei tristi figuri che, in realtà, dell'agonismo e del confronto tecnico se ne fregano totalmente». Le società italiane pagano oltre 110 miliardi di tasse l'anno, siamo i più tartassati d'Europa 6 Secolo d’Italia Redazione Le imprese italiane pagano 110,4 miliardi di tasse all'anno. Lo rivela una ricerca della Cgia di Mestre secondo la quale in Europa solo le aziende tedesche pagano in termini assoluti più delle nostre. Ma è una soddisfazione effimera. Perché guardando un altro dato anche questo mito è presto sfatato: la Germania conta oltre 80 milioni di abitanti: 20 più dell'Italia. Se calcoliamo la percentuale delle tasse pagate dalle imprese sul gettito fiscale totale, a guidare la classifica europea è il Lussemburgo, con il 17 per cento. Sul secondo gradino del podio si posiziona il nostro Paese, con il 16 per cento, mentre al terzo troviamo l'Irlanda, con il 12,3 per cento. Tra i nostri principali competitor segnaliamo che la Germania fa segnare l'11,6 per cento, il Regno Unito l'11,2 per cento, la Francia il 10,3 per cento, mentre la media dell'Ue dei 15 è pari all'11,3 per cento. «Alle nostre imprese - spiega Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia - viene richiesto lo sforzo fiscale più pesante. Nonostante la giustizia sia poco efficiente, il credito sia concesso con il contagocce, la burocrazia abbia raggiunto livelli ormai insopportabili, la Pubblica amministrazione sia la peggiore pagatrice d'Europa e il sistema logistico-infrastrutturale registri dei ritardi spaventosi, la fedeltà fiscale delle nostre imprese è al top. Purtroppo, le brutte notizie in materia fiscale non finiscono qui. Per l'anno incorso, denuncia la Cgia, la pressione fiscale nel nostro Paese è destinata ad aumentare e a raggiungere il record storico, eguagliando la soglia raggiunta nel 2012: ovvero il 44 per cento. Rispetto al 1980, l'aumento del carico fiscale sui contribuenti italiani è stato di ben 12,6 punti percentuali. «Gli effetti legati - spiega Bortolussi - alla rivalutazione delle rendite finanziarie, all'aumento dell'Iva, che nel 2014 si distribuisce su tutto l'arco dell'anno, all'introduzione della Tasi e, soprattutto, all'inasprimento fiscale che graverà sulle banche, compensano abbondantemente il taglio dell'Irap e gli 80 euro lasciati in busta paga ai lavoratori dipendenti con redditi medio bassi. Alla luce di tutto ciò, la pressione fiscale di quest'anno è destinata a salire di 0,2 punti percentuali rispetto al livello raggiunto l'anno scorso». Redazione Nei primi cinque mesi dell'anno il numero di imprese del terziario di mercato che cessano l'attività continua a essere superiore a quello delle nuove iscrizioni: in pratica - segnala l'Osservatorio sulla demografia delle imprese realizzato dall'Ufficio Studi Confcommercio - per ogni nuova apertura ne chiudono due. Inoltre, peggiora il saldo negativo (passato da -7.612 a -7.752), per le attività di alloggio e ristorazione, prevalenti nel turismo. Il Sud, con 17mila imprese in meno, si conferma in forte difficoltà. Per le imprese del terziario di mercato pur se il saldo tra aperture e chiusure continua a es- sere negativo, esso risulta tuttavia in leggero rallentamento rispetto all'anno scorso (-52.716 unità contro -55.815 dei primi 5 mesi del 2013), evidenzia l'Osservatorio. «Questi dati confermano, da un lato, il persistere di una fase di debolezza del ciclo economico e l'assenza di concreti e significativi segnali di ripartenza; dall'altro, evidenziano come le imprese di questo comparto, nonostante le difficoltà legate ad una domanda interna stagnante, all'elevata pressione fiscale, a un limitato accesso al credito, ai mancati pagamenti dei debiti della Pubblica Amministrazione, riescono a contenere gli effetti del protrarsi della crisi» sottoli- nea la Confcommercio. A questa performance fanno eccezione appunto le attività di alloggio e ristorazione, le uniche all'interno del comparto a registrare un peggioramento del saldo. Continua invece il trend espansivo del commercio ambulante. «Significativo» poi il dato territoriale che conferma la particolare debolezza del sistema imprenditoriale del Mezzogiorno dove si registra una consistente riduzione dello stock di imprese (-17.353) e dove si concentra quasi un terzo delle chiusure complessive. Ogni nuova impresa che nasce ne chiudono due, in caduta libera alloggi e ristorazione DOMENICA 29 GIUGNO 2014 Il codice a barre compie 40 anni, il futuro ora è in 3D Redazione Una semplice alternanza di righe bianche e nere affiancate da una sequenza di lettere e numeri: l'uso del codice a barre, uno dei simboli della nostra era, compie 40 anni. Il suo primo utilizzo avvenne infatti il 26 giugno del 1974 negli Usa per vendere un pacchetto di gomme da masticare. Da allora la diffusione di questo sistema di etichettamento non ha conosciuto ostacoli e che ora fa il suo ingresso anche nelle nanotecnologie e in nuove versioni 3D. L'idea dei codici a barre per creare delle semplici "etichette" che potessero essere lette da un fascio di luce venne sviluppata nel 1948 da due studenti statunitensi. Ma solo nel 1974, dopo numerosi tentativi e sviluppi tecnologici, in particolare dei sistemi di scansione elettronica, fu possibile migliorare il sistema e immetterlo sul mercato. Il primo prodotto ad essere battuto da un lettore di codice a barre, alle 08:01 del 26 giugno 1974, fu appunto una confezione di gomme da masticare "Wrigley's Juicy Fruit" in un supermercato di Troy, nell'Ohio. Il pacchetto originale è passato alla storia, tanto che oggi è conservato allo Smithsonian National Museum of American History di Washington. Da allora il codice a barre ha avuto una diffusione inarrestabile. Nuove versioni, come quelle miniaturizzate, sono in continuo sviluppo e stanno facendo il loro ingresso nel mondo della medicina e delle nanotecnologie. Shakespeare-Proietti: dall'8 luglio a Roma torna il connubbio vincente Secolo DOMENICA 29 GIUGNO 2014 d’Italia Valter Delle Donne Con l'estate torna la stagione del Silvano Toti Globe Theatre, unico teatro elisabettiano d'Italia, sotto la direzione artistica di Gigi Proietti. La stagione 2014 è dedicata ad uno dei grandi protagonisti del Globe Theatre, venuto a mancare nell'ottobre scorso: Riccardo Cavallo. Il suo 'Sogno di una notte di mezza estate', amatissimo dal pubblico, è diventato un appuntamento cult del teatro di Villa Borghese e quest'anno tornerà in scena per l'ottava stagione consecutiva. Torna in scena anche il "Romeo e Giulietta" di Gigi Proietti che lo scorso anno ha aperto la stagione del decennale e i nuovi allestimenti di "Pene d'amor perdute" di Alvaro Piccardi e di "Molto rumore per nulla" di Loredana Scaramella. La stagione 2014 è promossa da Roma Capitale con la produzione di Politeama srl, organizzazione e comunicazione di Zètema Progetto Cultura e il supporto di G.V. srl. Si parte l’8 luglio con "Romeo e Giulietta". La storia si snoda in due epoche: nella prima parte dello spettacolo ci troviamo nei nostri giorni, con Mercuzio e i suoi amici che si esprimono a ritmo di rap e una Giulietta amante del rock. La festa è un ballo in maschera. Qui, dopo il primo sguardo tra i due ragazzi, la magia proietta la storia in un’epoca lontana dove nessuno dei due giovani supera il confine della maturità e nessun adulto li sa guidare su questo sentiero. Due realtà, due secoli, due mondi in cui si passa dal gioco alla tomba – come può accadere in ogni tempo – nella di- La bella parabola dei Dear Jack, dalla Tuscia alla vetta della hit parade Redazione Dear Jack sempre più lanciati nell'universo musicale. Il gruppo rivelazione di Amici 13, il talent show di Canale 5, mantiene per la terza settimana consecutiva la vetta della classifica degli album più venduti secondo Fimi/Gfk. "Domani è un altro film - prima parte", la seconda parte è stata annunciata per l'autunno, è già disco di platino e da lunedì sarà in radio il nuovo singolo "La pioggia è uno stato d'animo". La band aprirà i concerti dei Moda, l'11 luglio all'Olimpico di Roma, il 19 a San Siro a Milano. La band si è formata nel 2012 con lo scopo di condividere un progetto unico di 4 amici ( e poi 5). Il nome prende ispirazione dal personaggio protagonista di Nightmare before Christmas di Tim Burton. La loro forza sta nelle diverse influenze musicali dei 5 componenti (dalla musica classica, al r&B, al metal...) Sono molto legati nonostante il gruppo sia di recente formazione, escono sempre insieme e ormai si considerano fratelli. Il leader è Alessio Bernabei, 20 anni, di Tarquinia Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale Editore SECOLO D’ITALIA SRL Fondatore Franz Turchi d’Italia Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Consiglio di Amministrazione Tommaso Foti (Presidente) Alberto Dello Strologo (Amministratore delegato) Alessio Butti Antonio Giordano Antonio Triolo Ugo Lisi 7 struzione del futuro. Nel corso della rassegna sono previste anche serate dedicate alla proiezione di cortometraggi, alla musica e al teatro. A fine stagione per celebrare i 450 anni dalla nascita del “bardo” è in programma “Shakespeare fest”: un evento di fusione di teatro, cinema e musica, autori e project manager Carlotta Proietti e Daniele Dezi. L'iniziativa parte dal bando “Ancora Shakespeare: perché?” in cui veniva richiesto di esprimere con un cortometraggio il proprio punto di vista sul più grande drammaturgo di tutti i tempi, riflettendo sull’importanza che oggi si può attribuire all’opera shakespeariana. Durante la manifestazione verranno presentati per la prima volta al Globe Theatre i cortometraggi selezionati e realizzati nel corso dell'estate. L'evento vuole essere una grande festa di chiusura della stagione, durante la quale alle proiezioni verranno affiancate performance teatrali e musicali. Suona la chitarra, il basso, il clarinetto e il pianoforte. Ha lavorato come barista, parrucchiere e idraulico e in pochi mesi, grazie alla trasmissione Amici è diventato l'idolo delle adolescenti di tutta Italia. La band, data per favorita alla vigilia della finale, ma arrivata al secondo posto dietro Deborah Iurato, si è assicurata una rivincita doppia. Non solo il premio della critica, ma un notevole numero di downoload e di acquisti, in Rete e nei negozi. Con Alessio ci sono Francesco Pierozzi, Lorenzo Cantarini, Alessandro Presti e Riccardo Ruiu. Tutti intorno ai vent'anni e della provincia di Viterbo, tranne Ruiu che è di Pescara. Il successo è certificato anche dai numeri sul web. Sono ormai circa 3 milioni le visualizzazioni su YouTube del video di "Domani è un altro film". Anche il nuovo brano, "La pioggia è uno stato d'animo" ha tutte le caratteristiche per diventare uno dei tormentoni dell'estate e per raggiungere un analogo numero di visualizzazioni. Vicedirettore Responsabile Girolamo Fragalà Redazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] Amministrazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/688171 mail: [email protected] Abbonamenti Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250