immigrazione: sbarchi a valanga, a cinque poliziotti

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immigrazione: sbarchi a valanga, a cinque poliziotti
d’Italia
IMMIGRAZIONE: SBARCHI A VALANGA, A CINQUE POLIZIOTTI
DIAGNOSTICATA LA TBC. E CRESCE LA PAURA
ANNO LXII N.151
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Gabriele Farro
Imbarazzi, silenzi, piccole ammissioni, tentativi di dire che
«non è proprio così» e quindi di
attenuare la tensione, altri tentativi di gettare acqua sul fuoco sostenendo che la positività al test
di Mantoux, non è indice né di
contagio né di malattia. Resta il
fatto che casi di possibile Tbc
sono stati diagnosticati a quattro
poliziotti in servizio a Catania. Ed
è automatico collegarli al fatto
che, durante uno degli sbarchi di
immigrati avvenuto nei primi
giorni di giugno, è stata riscontrata proprio la presenza dell’infezione Tbc. È l’ennesima
vicenda destinata a creare tensione e a provare il fallimento totale
dell’operazione
Mare
Nostrum, trasformata dal governo di centrosinistra in una
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sorta di taxi per chiunque vuole
mettere piede sulle nostre coste. Il
Sap (Sindacato autonomo di polizia) sospetta che a essere colpiti
dall’infezione siano stati addirittura
in cinque: «Stiamo valutando azioni
giudiziarie». I dati sono di per sé allarmanti: tra maggio e giugno sono
sbarcati al porto di Catania circa
2.659 immigrati. «Quanto denun-
ciato dal Sap è incredibile. Poliziotti
positivi al test Tbc perché nessuno
li ha informati che uno dei clandestini sbarcati a Catania presentava
l’infezione da tubercolosi. Un fatto
gravissimo. Questo è quello che ha
portato Mare nostrum. Un dispendio di energie e di costi e soprattutto la gravissima esposizione di
militari e agenti della polizia a ma-
domenica 29/6/2014
lattie – ha detto Maurizio Gasparri
– Come mai il Viminale non ha informato i poliziotti in servizio dei rischi che correvano? Ora il ministro
dell’Interno dice che Mare Nostrum
deve finire». Il problema è che il governo ha ben pensato di proseguire
l’operazione e di inserirla addirittura
nel decreto di rifinanziamento delle
missioni internazionali.
“Golgota picnic”, mobilitazione dei cattolici in Polonia
contro la piéce blasfema che offende i fedeli
Annalisa Terranova
Centinaia di cattolici, hanno
manifestato a Varsavia e in
altre città della Polonia contro
la rappresentazione della
commedia blasfema Golgota
picnic, dell’argentino Rodrigo
Garcia. Lo spettacolo presenta
l’ultima Cena come l’ultimo
pasto dell’umanità ed era in
programma nel corso del festival di Malta a Poznan. Il suo
direttore, Michal Merczynski,
lo ha però ritirato dal cartellone “in ragione di importanti
rischi di ordine pubblico, la cui
forma e ampiezza potrebbe
essere pericolosa per gli spettatori, gli attori e terzi”. Anche il
sindaco di Poznan si è rifiutato
di assistere allo spettacolo, ritenendolo contrario ai suoi
principi morali. A Lodz una lettura della pièce ha dovuto essere annullata, dopo che un
gruppo di manifestanti aveva
invaso la sala.
Rodrigo Garcia si lamenta dell’arroganza dei fondamentalisti
cattolici che gli impedirebbero
di esprimere la sua “arte”. Ma
c’è da ricordare che lo stesso
spettacolo, tre anni fa, aveva
suscitato in Francia analoghe
mobilitazioni a Tolosa e a Parigi: quella che Garcia e i suoi
difensori pretendono dunque
di difendere non è la “libertà di
espressione” ma la libertà di
insultare la fede di milioni di
persone, a cominciare dai panini di Mc Donald’s che cospargono il palco del teatro e
che dovrebbero, nelle intenzioni dell’artista, rappresentare l’eucarestia. Secondo
Garcia tutta l’arte sacra occidentale non sarebbe che una
colossale macchina propagandistica che incute terrore nello
spettatore: dove la gente normale vede la bellezza della
narrazione cristiana e la sublimazione del sacrificio di Gesù
e dei martiri lui vede immagini
di perversione da colpire con
la più sciatta iconoclastia. La
figura di Cristo non viene ov-
viamente risparmiata: Garcia
lo presenta come un esaltato,
un demagogo, un corruttore
delle folle attraverso la messinscena dei miracoli. Sul Golgota
si
pasteggia
con
hamburger e Coca Cola fino
all’esibizione del pianista italiano Marino Formenti che,
completamente nudo, suona al
piano “Le ultime sette parole di
Cristo sulla Croce” di Haydn.
Il rischio di queste manifestazioni non è l’intolleranza, è
semmai quello di fare pubblicità a un’opera mediocre e respingente per la quale, senza
la protesta legittima dei cattolici, nessuno avrebbe mostrato
alcun interesse (tranne uno
sparuto manipolo di appassionati del trash).
Storace pronto al carcere per vilipendio
(di Napolitano). Il web si mobilita in suo favore
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Secolo
d’Italia
DOMENICA 29 GIUGNO 2014
Valeria Gelsi
Non più solo un problema personale. Francesco Storace ha voluto
fare della propria imputazione per
vilipendio al capo dello Stato una
battaglia politica. E ha centrato
l’obiettivo. Da quando una manciata di giorni fa, con un editoriale
su Il Giornale d’Italia, ha annunciato che in caso di condanna, il 21
ottobre, rinuncerà alla facoltà di ricorrere in appello e si presenterà a
Regina Coeli per essere incarcerato ha ricevuto un profluvio di attestazioni di solidarietà personale
e di sostegno politico.
La sua bacheca, su Twitter, è piena
di messaggi che lo incitano ad andare avanti, rilanciando una frase
coniata da Daniele Capezzone che
ormai è diventata uno slogan:
«Supporto la battaglia civile, politica e culturale di Storace». Alcuni
di questi messaggi sono firmati da
opinion leader, come Paolo Del
Debbio, e molti da dirigenti politici
e parlamentari. Oltre a Capezzone,
hanno scritto, tra gli altri, Mara
Carfagna, Anna Maria Bernini,
Gregorio Fontana, Lucio Barani e
Maurizio Gasparri, a sua volta promotore di una iniziativa di legge
per l’abrogazione dell’articolo 278
del codice penale. I più numerosi,
però sono i tweet degli italiani, alcuni dei quali si dicono anche distanti politicamente da Storace, ma
vicini in una vicenda che leggono
non solo come un’ingiustizia nei
suoi confronti, ma come il frutto di
una legge a tutela della “casta”. La
vicenda risale al 2007, quando alcuni militanti della Destra, in polemica con il governo Prodi che si
reggeva sul voto dei senatori a vita,
lanciarono sul blog del segretario
l’idea di mandare delle stampelle a
Rita Levi Montalcini. La responsabilità di quella “bravata” fu addos-
sata al leader del partito, che
scelse di non fare a scaricabarile,
limitandosi a dire «so’ ragazzi».
Giorgio Napolitano bollò l’episodio
come «indegno», Storace rimandò
al mittente quell’aggettivo. Da lì la
procedura nei suoi confronti, autorizzata nel giro di 48 ore dall’allora
ministro della Giustizia Clemente
Mastella. Poi la pratica è andata
avanti d’ufficio, nonostante vi fosse
stato un incontro chiarificatore con
Napolitano, che da parte sua
aveva «ritenuto chiuso l’incidente»,
come scritto in una lettera del suo
portavoce di allora, Cascella, tirata
fuori dall’avvocato di Storace e ricordata in questi giorni dallo stesso
ex presidente della Regione Lazio.
Tutto questo, però, oggi, nelle parole e intenzioni di Storace sembra
ormai passato in secondo piano,
perché il punto è portare avanti la
battaglia contro «una procedura
borbonica». In un’intervista a Il
Fatto quotidiano, Storace ha spiegato di considerare il vilipendio «il
tipico reato di casta, non ci si rende
conto che non ha più senso. Si
viene processati per le proprie
idee». Per questo motivo si è detto
pronto ad andare in carcere. Una
assoluzione, in realtà, è ancora
possibile, ma non sarebbe un risultato politico di fronte a una causa
di cui l’imputato dice: «Ho la sensazione che nessuno sappia come
liberarsene». Dunque, la richiesta,
questa sì squisitamente politica, è
un’altra: «Giorgio Napolitano
chieda al Parlamento l’abrogazione del reato di vilipendio al capo
dello Stato, come si è già impegnato a fare», ha scritto Storace
nel suo editoriale, sottolineando
che se il presidente della Repubblica «si sente offeso, deve querelare» invece di farsi tutelare da una
vecchia legge.
Francesco Signoretta
Ma quant’è bravo Matteo Renzi. È
buono. È dolce. Ha gli occhi da
cerbiatto. Parla con tutti. Fa divertire con le sue battute. Quando è
a contatto con i potenti sembra un
pulcino bagnato, si emoziona, si
abbottona male le camicie. Ecco,
la svolta della grande stampa – da
sempre vicina alla sinistra, anche
se si presenta come indipendente
– è proprio questa, inginocchiarsi
ed elogiare le (presunte) virtù del
nuovo Re Mida. Qualsiasi cosa
faccia il premier è sacrosanta.
Ora scopriamo – viaggiando sul
web – che Renzi è stato sempre
stregato dalle Feste dell’Unità
emiliane e quindi le ha volute di
nuovo. E allora le cronache politiche ci raccontano che – udite,
udite – quando non era segretario
del Pd parlava per ore con i volontari e con le signore che trascorrono mesi a preparare i
tortellini per la Festa. Non si sa
cosa dicesse ai volontari e alle signore, anche perché è difficile restare a chiacchierare di tortellini
per un’intera giornata. Ma l’importante è darlo in pasto all’opinione pubblica. Ma altre cronache
politiche raccontano che Renzi
parlasse per ore anche con i ragazzini che gestiscono i bar delle
Feste e lì forse – tra la curiosità di
come si fa un caffè e lo sfizio di
vedere come si mette la tazzina
sul bancone – avrà parlato pure
delle squadre di calcio, se era più
forte il Bologna o la Fiorentina.
Troppi ricordi, per un premier giovane che, travolto dalla nostalgia,
ha deciso di ritirare fuori un brand
rottamato: dal 27 agosto al 7 settembre il momento di festa del
partito tornerà a chiamarsi Festa
dell’Unità. Hurrah, urlano i vecchi
compagni del Pci che fino a ora
non hanno mai amato il leader Pd
con l’espressione democristiana.
Chiaramente la città prescelta è la
rossa Bologna, poi ci saranno
Modena e Reggio Emilia, tutte
zone che garantiscono il successo
di pubblico. A Bologna tutto si
svolgerà su un’area di 30mila
metri quadrati, che l’anno scorso
ha fatto un enorme fatturato grazie ai 19 ristoranti, ai 15 bar e
punti ristoro, 250 espositori commerciali e oltre cento iniziative non
politiche, dai concerti rock al ballo
liscio, dalle presentazioni di libri
alle dimostrazioni di sport. Ma sì.
Renzi è buono, è dolce e ha gli
occhi di cerbiatto. Attenti però. È
anche molto ma molto furbo.
Renzi fa tornare la Festa dell’Unità.
Perché gli piace parlare
con le signore dei tortellini
Siglato l'accordo Unicredit:
2400 uscite e 800 nuovi assunti
DOMENICA 29 GIUGNO 2014
Redazione
È stato raggiunto, dopo tre giorni di trattativa ininterrotta, l'accordo tra sindacati
e Unicredit sulla prima fase di gestione
degli esuberi del nuovo piano industriale
2014-2018. I sindacati, afferma la nota
della Fabi, sono riusciti a ottenere da
parte dell'azienda l'impegno a creare
nuova occupazione, con la garanzia di
assunzione per 800 giovani e la stabilizzazione di altri 670, il riconoscimento
straordinario del premio aziendale per
tutti i lavoratori, nonostante i risultati di
bilancio fortemente negativi, e infine e a
condividere forme di incentivi equi e innovativi anche per i 2400 pensionamenti
previsti entro il 2018, in una prima fase
volontari. A margine dell'intesa è stato
inoltre sottoscritto un protocollo sulle
prospettive di rilancio che stabilisce tempistiche certe e linee guida sulle quali si
svilupperà il confronto sulle altre materie
non ancora del tutto disciplinate, a cominciare dalla questione degli inquadramenti, del welfare e dell'equità sociale
che da tempo è al centro dell'attenzione
dei rappresentanti dei lavoratori. Le
2400 uscite verranno così gestite: esodo
volontario e incentivato alla prima finestra pensionistica del personale con diritto a pensione entro il 31 dicembre
2018, con incentivo da sei a tredici mensilità differenziato in funzione dell'età;
Secolo
d’Italia
Estate, il 79 per cento
dei consumatori spenderà
meno di mille euro
possibilità per i pensionandi che aderiscono al piano di sospendere o ridurre
volontariamente l'orario di lavoro godendo delle coperture della parte ordinaria del Fondo di Solidarietà,
scegliendo tra le seguenti opzioni: sospensione completa per dodici mesi (copertura assegno circa 42% dello
stipendio netto); part time verticale con
riduzione di un giorno alla settimana (copertura circa 96% dello stipendio netto);
part time orizzontale 25 ore solo la mattina (copertura assegno circa 89% dello
stipendio netto). Con l'adesione ad una
di queste opzioni l'incentivo viene incrementato di una mensilità. Sono stati,
inoltre, previste: agevolazioni per il riscatto della laurea, se propedeutica ad
anticipare la finestra pensionistica e
farla rientrare nella durata del piano
(2018); incentivazione maggiorata, fino
ad un massimo di quindici mensilità in
funzione dell'età, per le cosiddette
donne optanti, che scelgono di andare
in pensione con 57 anni di età e sistema
contributivo.
dovuti, a volte anche per tre-quattromila euro, ed è stato sottoposto a
procedimento disciplinare. Per gli
investigatori guidati dal capitano
Marco Vetrulli quello individuato era
«un costante e consolidato malcostume». I falsi ricoveri, è emerso
dall'indagine, servivano per eludere
le lunghe liste di attesa nonché per
evitare il pagamento del ticket. La
procedura di accesso alle prestazioni specialistiche per pazienti ricoverati prevede che l'infermiere di
turno su disposizione del medico,
provveda prima al ricovero dell'assistito e successivamente alla richiesta di esami di laboratorio. Una volta
fatto il prelievo, le provette vengono
contrassegnate con un'etichetta (registrata nel sistema informatico con
codice a barre e nome del paziente)
e inviate al laboratorio analisi. Con i
risultati delle analisi poi consultabili
sempre via computer. Dagli accertamenti dei carabinieri è emerso che
i sanitari prescrivevano esami ematochimici a se stessi, genitori, figli,
fratelli, suoceri e zii registrandoli nel
sistema informatico come ricoverati
e facendo ottenere prestazioni sanitarie senza dover corrispondere il
ticket. Con - ritengono i carabinieri ingenti danni economici alle
Aziende ospedaliere di Perugia e
Terni nonché alle Usl umbre. Oltre
che con un "ingiusto profitto" ai destinatari delle prestazioni specialistiche.
Falsi ricoveri per evitare il ticket,
800 denunce del Nas
Redazione
La procedura per gli esami ematochimici, in particolare del sangue,
era quella prevista per i ricoverati e
quindi esente da ticket ma secondo
i carabinieri del Nas chi vi si sottoponeva, operatori sanitari, loro parenti e conoscenti, non risultava
degente nei reparti dei tredici ospedali umbri interessati dall'indagine.
In 800, tra personale sanitario e loro
congiunti, sono stati denunciati per
truffa al Sistema sanitario nazionale.
Con un danno all'erario accertato di
oltre un milione e duecentomila
euro. Al termine di un'indagine durata due anni, i militari hanno quindi
segnalato 575 dipendenti pubblici
(medici, infermieri e operatori socio
sanitari) alla procura regionale della
Corte dei conti. Dopo avere passato
al setaccio 220mila prestazioni specialistiche. In alcuni casi il personale
sanitario ha già rimborsato i ticket
3
Redazione
Il 79% delle famiglie italiane
che andrà in vacanza nell'estate 2014 avrà una spesa
inferiore ai mille euro. È la
stima di Adusbef e Federconsumatori. Coloro che potranno
permettersi le ferie fuori città,
continuano le associazioni dei
consumatori, saranno il 31%,
rispetto al 32% del 2013. Adusbef e Fedeforconsumatori stimano un forte calo anche del
numero dei giorni di vacanza e
una crescente attenzione per
le offerte e le promozioni. Le
associazioni hanno pubblicato
un decalogo di consigli per risparmiare, a partire dall'importanza di fissare un tetto
massimo di spesa. Gli altri
consigli riguardano il house
sharing, o lo scambio casa,
ovviamente le offerte low cost,
in alternativa alle prenotazioni
con largo anticipo, e il rifornimento di carburante presso le
"pompe bianche" di distributori
indipendenti. I viaggi in gruppo
permettono poi di risparmiare,
dicono i consumatori, fino al
25-30% per i biglietti aerei e
del treno. Per chi sceglie le vacanze in campeggio, i consumatori consigliano di fare tutta
la spesa alimentare prima di
partire, arrivando così a un risparmio fino al 40% sullo
scontrino. Infine, i consumatori
invitano i vacanzieri a controllare bene gli apparecchi elettrici di casa prima di partire.
Chi lascia gli apparecchi elettrici in stand-by, avvertono i
consumatori, rischia infatti di
spendere anche 50 centesimi
di euro al giorno.
Pagati 200mila dollari a discorso: così i Clinton
sono ascesi all'Olimpo dei paperoni d'America
Secolo
4
Redazione
«Sul lastrico, pieni di debiti». Così Hillary Clinton
qualche tempo fa ha descritto la situazione finanziaria in cui si trovava la sua famiglia quando nel 2001
lasciò la Casa Bianca. Una condizione che oggi è
stata completamente ribaltata: l'ex coppia presidenziale è rientrata a pieno titolo nel novero dei paperoni
d'America. Come? Con i discorsi a pagamento, che
tanto l'ex presidente quanto la consorte ex segretario
di Stato prestano in ogni dove nel mondo. Anche una
ritrovata ricchezza, però, può comportare dei problemi, specie se a sbandierarla è una possibile candidata alla Casa Bianca. Le affermazioni di Hillary sui
loro debiti di allora e, poi, sulle tasse che paga la sua
famiglia le hanno attirato l'attenzione dei media e diverse critiche di carattere politico. Il Washington Post
ha pubblicato un dettagliato articolo basato sulle dichiarazioni dei redditi dei Clinton, da cui emerge che
dal 2001 al 2013 l'ex presidente ha pronunciato 542
discorsi in tutto il mondo e ha percepito per questo in
totale 104,9 milioni di dollari. Poco più della metà
sono stati pronunciati negli Usa, ma è dai discorsi all'estero - in gran parte in Cina, Giappone, Canada e
Gran Bretagna - che ha guadagnato di più: 56,3 milioni di dollari. A volte, l'ex presidente ha compiuto dei
veri e propri tour-de-force, come quando in una settimana, nel 2012, ha parlato in Svizzera, Danimarca,
Svezia, Austria e Repubblica Ceca, per un totale di
1,4 milioni di dollari. E da quando ha lasciato il Dipartimento di Stato, anche Hillary si è lanciata nel circuito dei discorsi a pagamento. Da allora, in decine di
occasioni si è rivolta a platee organizzate da gruppi
A.A.A. capo dell'MI6
cercasi per il post-datagate:
sir Sawers lascia
industriali, banche e altre organizzazioni finanziarie.
I dati sui suoi guadagni non sono noti, ma secondo
fonti citate dal Post, l'ex segretario di Stato percepisce mediamente sui 200mila dollari a discorso.
Quello dei discorsi è però un impegno professionale
che potrebbe avere contraccolpi politici in caso Hillary decidesse di scendere in campo per tornare alla
Casa Bianca da presidente. I suoi oppositori, scrive
il Post, potrebbero attaccarla affermando che assieme al marito dovrebbe essere grata a diversi potenti gruppi di interesse. Alcune aziende che hanno
pagato Bill per pronunciare dei discorsi sono inoltre
finite sotto la lente di ingrandimento delle autorità federali.
Cina, licenziato per i mondiali di calcio
cerca un datore di lavoro “umano”
Redazione
Si era finto malato per non andare al lavoro e poter guardare
fino a notte fonda le partite del
mondiale. Traditosi su un social
network, ha perso il posto e ora
staziona nei pressi di una stazione della metropolitana di Pechino supplicando di essere
assunto da un «datore di lavoro
più umano». Secondo quanto riferisce la stampa locale, l'uomo
lo scorso 16 giugno aveva chiesto un giorno di malattia, dicendo di non stare bene. In
realtà era rimasto a guardare le
partite con gli amici sino all'alba.
Non pensando alle conseguenze
l'uomo ha poi trascorso diverse
ore al computer commentando
su un noto social network cinese
i risultati e raccontando la nottata passata con gli amici. I suoi
post su internet sono stati però
letti da uno dei manager del-
DOMENICA 29 GIUGNO 2014
d’Italia
l'azienda per cui lavorava che lo
ha convocato subito, dicendogli
di «non ripresentarsi più a lavoro». Il giovane, che a quanto
pare ritiene di aver subito un'ingiustizia da datori di lavoro
troppo intransigenti, da giorni
staziona fuori da una stazione
della metro issando un cartello
con su scritto «mi hanno licenziato per colpa del mondiale,
cerco un capo più umano e comprensivo». In Cina basta poco
per essere licenziati. I casi sono
innumerevoli. Si va dal licenziamento per aver avuto un secondo figlio a quelli per aver
creato un "danno" al partito comunista. Proprio qualche giorno
fa un vicedirettore dell'ufficio governativo della città di Guixi è
stato licenziato in tronco dopo
essersi fatto trasportare sulle
spalle da un dipendente per non
bagnarsi le scarpe: è finito nei
guai a causa della foto di un passante diventata virale e finita direttamente negli uffici del partito.
Redazione
Uno dei servizi segreti più famosi al mondo, il britannico
MI6, reso celebre dai romanzi e i film di James Bond,
cerca un nuovo "C", un capo
che lo guidi dopo il terremoto
delle rivelazioni di Edward
Snowden nel Datagate. L'attuale direttore, Sir John Sawers, ha infatti annunciato
che lascerà il suo posto a novembre alla scadenza naturale del suo mandato di
durata quinquennale. Secondo il Times di Londra, il
successore dovrebbe essere
interno al servizio segreto,
quindi una personalità di cui
non si può conoscere il nome
fino a quando non dovesse
essere ufficialmente incaricato: l'unica identità nota fra
gli "impiegati" dell'MI6 è
quella del capo in carica. A
circolare, quindi, per ora,
sono solo i nomi di una serie
di outsider, fra cui Sir Peter
Westmacott, attuale ambasciatore britannico negli Stati
Uniti. Sawers si era particolarmente esposto nel corso
dello scandalo Datagate, affermando che le rivelazioni di
Snowden erano state un
dono ai terroristi nemici della
Gran Bretagna e dell'Occidente. Sawers, 58 anni, è al
servizio di Sua Maestà da
quando di anni ne aveva 22
e, annunciando la volontà di
lasciare l'incarico, ha chiarito
anche di non essere intenzionato a ricoprire un altro ruolo
nella pubblica amministrazione.
Operazione antimafia, tre arresti a Gela:
bloccato l'inizio di una nuova faida tra “famiglie”
DOMENICA 29 GIUGNO 2014
Secolo
d’Italia
Luca Maurelli
Con l'arresto di tre esponenti di Cosa
Nostra di Gela, eseguiti la scorsa
notte, la squadra mobile di Caltanissetta ritiene di avere impedito l'esplosione di una faida interna alla famiglia
Rinzivillo mirante a conquistarne i ruoli
di comando. L'accusa, a vario titolo,
nei confronti dei tre indagati è di associazione mafiosa, estorsione e traffico
di droga. Tra gli arrestati figura un ex
collaboratore di giustizia, che, rientrato
a Gela all'inizio dello scorso mese di
maggio, avrebbe tentato, con la complicità di un suo fedelissimo, di riprendere la guida del clan mafioso, nel
frattempo occupata da un proprio nipote. Agguati e intimidazioni sarebbero stati studiati per raggiungere
l'obiettivo. Denominata "Fabula", l'operazione antimafia ha dunque provato a
prevenire l'esplosione di una guerra interna per la conquista della leadership
del clan. Le manette sono scattate per
l'attuale reggente della cosca mafiosa,
Davide Pardo, di 33 anni, per lo zio,
Roberto Di Stefano, di 46 anni, ex collaboratore di giustizia che voleva riprendere il suo posto di capo
dichiarando guerra al nipote, e Nicolò
Piero Cassarà, di 47 anni, fedelissimo
del Di Stefano, tutti di Gela. Sono accusati a vario titolo di associazione
mafiosa, estorsione, traffico di droga,
detenzione di armi e munizioni. Tornato a Gela nello scorso mese di maggio, dopo un periodo di falso
pentimento, Di Stefano mal sopportava che al suo posto di guida del clan
ci fosse il proprio nipote, figlioccio del
boss "Ginetto" Rinzivillo. Avrebbe perciò messo in piedi un suo gruppo per
riprendere il posto di comando, dichiarando guerra a Pardo, con il quale
aveva rotto ogni rapporto fino a minacciare di morte la propria moglie e i
propri figli se non avessero abbandonato subito la casa in cui vivevano
messa a loro disposizione dal "nipotenemico". Pardo, per tutta risposta
avrebbe reagito facendo sparare colpi
di pistola contro l'abitazione di Cas-
sarà che ospitava Di Stefano. Nel
corso delle indagini della squadra mobile, diretta da Marzia Giustolisi, è
emerso che Cassarà, nella sua attività
estorsiva, sceglieva come vittime "imprenditori gelesi che avevano "conti da
saldare" con la giustizia scrivono gli inquirenti - facendo loro intendere di
poter fungere da ago della bilancia per
risolvere, o definitivamente compromettere, la loro situazione processuale", attraverso il ruolo di
collaboratore di giustizia del Di Stefano, del quale millantava credito
presso magistratura e forze dell'ordine.
Redazione
Avrebbe vissuto per 35 anni
con un corpo estraneo nell'addome, lamentando dolori e sottoponendosi e esami e
interventi, sentendosi pure diagnosticare un tumore, per poi
scoprire che i medici, appunto
35 anni prima, si erano dimenticati di estrarre una garza durante un'operazione. È il
calvario denunciato da un settantenne della Bassa Modenese
che,
assistito
dall'avv.Mario Marchiò, ora ha
chiesto al giudice civile un risarcimento di 230mila euro
(ma con gli interessi ultratrentennali la cifra supera i
500mila) a Regione Emilia-Romagna e all'assicurazione dell'Ausl modenese. Lo scrivono i
quotidiani locali. La garza sarebbe stata dimenticata, a giudizio del legale, nel 1976,
quando l'uomo fu operato per
un'ulcera. Dopo l'intervento iniziò a lamentare dolori, che lo
costrinsero a sottoporsi a numerose visite. Nel 1982, dopo
diverse gastroscopie, la diagnosi fu di “gastrite cronica e
polipi iperplastici”. Fu curato e
fece altri controlli. Nel 1989 gli
fu diagnostica un'infiammazione alla base dei polmoni con
un “addensamento”. Nel 2011
fu ricoverato per un'occlusione
intestinale. In quella occasione
fu individuata la massa, considerata “di sospetta natura tumorale”. Di nuovo operato, il 16
dicembre 2011, in sala operatoria i medici si accorsero che
non c'era un tumore, ma una
garza. «Se le negligenze mediche sono ormai prescritte dal
punto di vista penale, e nessuno pagherà mai con una
condanna - spiega il legale al
Resto del Carlino - la causa civile, invece, può essere intentata perché la prescrizione
parte da quando è stato scoperto il danno, in questo caso
nel 2011. Il mio cliente ha rischiato la morte e oggi convive
con le conseguenze di quel
drammatico errore».
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Verdone auspica
un'amichevole
pacificatrice
tra Roma e Napoli
Vive 35 anni con una garza nel'intestino:
rischia di non essere neanche risarcito
Redazione
Contro chi ha fatto diventare ''lo
stadio come l'Iraq'', ''i veri tifosi
devono ribellarsi''. L'appello arriva dal regista Carlo Verdone,
che in un'intervista al Mattino auspica ''una rivalità anni '50''. ''La
rivalità tra giallorossi e azzurri
era un tempo accesa ma bonaria. E quanto a me, quando gli
striscioni inalberano sfottò ta-
glienti e spiritosi rido volentieri
anche se sono indirizzati contro
la mia squadra. La solitudine
umana e la frustrazione sociale
invece - osserva Verdone - tendono oggi a trasformarsi in una
malefica faida di cui i partecipanti hanno persino dimenticato
le motivazioni''. Di fronte a questo ''non dobbiamo limitarci ad
attribuire le colpe sempre e solo
agli 'altri' - politici, poliziotti, educatori, giornalisti - bensì fare tutti
qualcosa per estirpare questo
cancro''. Verdone si dice favorevole a un'amichevole Roma-Napoli in campo neutro. ''È un'idea
bella e utilissima. Come sereni
appassionati dobbiamo imporci
perché il match si disputi, dobbiamo fare in modo che i veri romanisti non debbano mai più
guardarsi in cagnesco con amici,
colleghi e conoscenti del Napoli'', dichiara. «Il calcio non
deve rimanere ostaggio dei tristi
figuri che, in realtà, dell'agonismo e del confronto tecnico se
ne fregano totalmente».
Le società italiane pagano oltre 110 miliardi
di tasse l'anno, siamo i più tartassati d'Europa
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Secolo
d’Italia
Redazione
Le imprese italiane pagano
110,4 miliardi di tasse all'anno.
Lo rivela una ricerca della Cgia
di Mestre secondo la quale in
Europa solo le aziende tedesche pagano in termini assoluti
più delle nostre. Ma è una soddisfazione effimera. Perché
guardando un altro dato anche
questo mito è presto sfatato: la
Germania conta oltre 80 milioni
di abitanti: 20 più dell'Italia.
Se calcoliamo la percentuale
delle tasse pagate dalle imprese
sul gettito fiscale totale, a guidare la classifica europea è il
Lussemburgo, con il 17 per
cento.
Sul secondo gradino del podio si
posiziona il nostro Paese, con il
16 per cento, mentre al terzo troviamo l'Irlanda, con il 12,3 per
cento.
Tra i nostri principali competitor
segnaliamo che la Germania fa
segnare l'11,6 per cento, il
Regno Unito l'11,2 per cento, la
Francia il 10,3 per cento, mentre
la media dell'Ue dei 15 è pari
all'11,3 per cento.
«Alle nostre imprese - spiega
Giuseppe Bortolussi segretario
della Cgia - viene richiesto lo
sforzo fiscale più pesante. Nonostante la giustizia sia poco efficiente, il credito sia concesso
con il contagocce, la burocrazia
abbia raggiunto livelli ormai insopportabili, la Pubblica amministrazione sia la peggiore
pagatrice d'Europa e il sistema
logistico-infrastrutturale registri
dei ritardi spaventosi, la fedeltà
fiscale delle nostre imprese è al
top.
Purtroppo, le brutte notizie in
materia fiscale non finiscono qui.
Per l'anno incorso, denuncia la
Cgia, la pressione fiscale nel nostro Paese è destinata ad aumentare e a raggiungere il
record storico, eguagliando la
soglia raggiunta nel 2012: ovvero il 44 per cento. Rispetto al
1980, l'aumento del carico fiscale sui contribuenti italiani è
stato di ben 12,6 punti percentuali.
«Gli effetti legati - spiega Bortolussi - alla rivalutazione delle
rendite finanziarie, all'aumento
dell'Iva, che nel 2014 si distribuisce su tutto l'arco dell'anno, all'introduzione della Tasi e,
soprattutto, all'inasprimento fiscale che graverà sulle banche,
compensano abbondantemente
il taglio dell'Irap e gli 80 euro lasciati in busta paga ai lavoratori
dipendenti con redditi medio
bassi. Alla luce di tutto ciò, la
pressione fiscale di quest'anno è
destinata a salire di 0,2 punti
percentuali rispetto al livello raggiunto l'anno scorso».
Redazione
Nei primi cinque mesi dell'anno
il numero di imprese del terziario
di mercato che cessano l'attività
continua a essere superiore a
quello delle nuove iscrizioni: in
pratica - segnala l'Osservatorio
sulla demografia delle imprese
realizzato dall'Ufficio Studi Confcommercio - per ogni nuova
apertura ne chiudono due. Inoltre, peggiora il saldo negativo
(passato da -7.612 a -7.752), per
le attività di alloggio e ristorazione, prevalenti nel turismo. Il
Sud, con 17mila imprese in
meno, si conferma in forte difficoltà.
Per le imprese del terziario di
mercato pur se il saldo tra aperture e chiusure continua a es-
sere negativo, esso risulta tuttavia in leggero rallentamento rispetto all'anno scorso (-52.716
unità contro -55.815 dei primi 5
mesi del 2013), evidenzia l'Osservatorio.
«Questi dati confermano, da un
lato, il persistere di una fase di
debolezza del ciclo economico e
l'assenza di concreti e significativi segnali di ripartenza; dall'altro, evidenziano come le
imprese di questo comparto, nonostante le difficoltà legate ad
una domanda interna stagnante,
all'elevata pressione fiscale, a
un limitato accesso al credito, ai
mancati pagamenti dei debiti
della Pubblica Amministrazione,
riescono a contenere gli effetti
del protrarsi della crisi» sottoli-
nea la Confcommercio.
A questa performance fanno eccezione appunto le attività di alloggio e ristorazione, le uniche
all'interno del comparto a registrare un peggioramento del
saldo. Continua invece il trend
espansivo del commercio ambulante. «Significativo» poi il dato
territoriale che conferma la particolare debolezza del sistema imprenditoriale del Mezzogiorno
dove si registra una consistente
riduzione dello stock di imprese
(-17.353) e dove si concentra
quasi un terzo delle chiusure
complessive.
Ogni nuova impresa che nasce
ne chiudono due, in caduta
libera alloggi e ristorazione
DOMENICA 29 GIUGNO 2014
Il codice a barre
compie 40 anni,
il futuro ora è in 3D
Redazione
Una semplice alternanza di
righe bianche e nere affiancate
da una sequenza di lettere e numeri: l'uso del codice a barre,
uno dei simboli della nostra era,
compie 40 anni.
Il suo primo utilizzo avvenne infatti il 26 giugno del 1974 negli
Usa per vendere un pacchetto di
gomme da masticare. Da allora
la diffusione di questo sistema di
etichettamento non ha conosciuto ostacoli e che ora fa il suo
ingresso anche nelle nanotecnologie e in nuove versioni 3D.
L'idea dei codici a barre per
creare delle semplici "etichette"
che potessero essere lette da un
fascio di luce venne sviluppata
nel 1948 da due studenti statunitensi. Ma solo nel 1974, dopo
numerosi tentativi e sviluppi tecnologici, in particolare dei sistemi di scansione elettronica, fu
possibile migliorare il sistema e
immetterlo sul mercato. Il primo
prodotto ad essere battuto da un
lettore di codice a barre, alle
08:01 del 26 giugno 1974, fu appunto una confezione di gomme
da masticare "Wrigley's Juicy
Fruit" in un supermercato di
Troy, nell'Ohio.
Il pacchetto originale è passato
alla storia, tanto che oggi è conservato allo Smithsonian National Museum of American History
di Washington.
Da allora il codice a barre ha
avuto una diffusione inarrestabile. Nuove versioni, come
quelle miniaturizzate, sono in
continuo sviluppo e stanno facendo il loro ingresso nel mondo
della medicina e delle nanotecnologie.
Shakespeare-Proietti: dall'8 luglio
a Roma torna il connubbio vincente
Secolo
DOMENICA 29 GIUGNO 2014
d’Italia
Valter Delle Donne
Con l'estate torna la stagione del
Silvano Toti Globe Theatre,
unico teatro elisabettiano d'Italia,
sotto la direzione artistica di Gigi
Proietti. La stagione 2014 è dedicata ad uno dei grandi protagonisti del Globe Theatre,
venuto a mancare nell'ottobre
scorso: Riccardo Cavallo. Il suo
'Sogno di una notte di mezza
estate', amatissimo dal pubblico,
è diventato un appuntamento
cult del teatro di Villa Borghese
e quest'anno tornerà in scena
per l'ottava stagione consecutiva. Torna in scena anche il
"Romeo e Giulietta" di Gigi Proietti che lo scorso anno ha
aperto la stagione del decennale
e i nuovi allestimenti di "Pene
d'amor perdute" di Alvaro Piccardi e di "Molto rumore per
nulla" di Loredana Scaramella.
La stagione 2014 è promossa da
Roma Capitale con la produzione di Politeama srl, organizzazione e comunicazione di
Zètema Progetto Cultura e il
supporto di G.V. srl. Si parte l’8
luglio con "Romeo e Giulietta".
La storia si snoda in due epoche:
nella prima parte dello spettacolo ci troviamo nei nostri giorni,
con Mercuzio e i suoi amici che
si esprimono a ritmo di rap e una
Giulietta amante del rock. La
festa è un ballo in maschera.
Qui, dopo il primo sguardo tra i
due ragazzi, la magia proietta la
storia in un’epoca lontana dove
nessuno dei due giovani supera
il confine della maturità e nessun
adulto li sa guidare su questo
sentiero. Due realtà, due secoli,
due mondi in cui si passa dal
gioco alla tomba – come può accadere in ogni tempo – nella di-
La bella parabola dei Dear Jack,
dalla Tuscia alla vetta della hit parade
Redazione
Dear Jack sempre più lanciati nell'universo
musicale. Il gruppo rivelazione di Amici 13,
il talent show di Canale 5, mantiene per la
terza settimana consecutiva la vetta della
classifica degli album più venduti secondo
Fimi/Gfk. "Domani è un altro film - prima
parte", la seconda parte è stata annunciata
per l'autunno, è già disco di platino e da lunedì sarà in radio il nuovo singolo "La pioggia è uno stato d'animo". La band aprirà i
concerti dei Moda, l'11 luglio all'Olimpico di
Roma, il 19 a San Siro a Milano. La band si
è formata nel 2012 con lo scopo di condividere un progetto unico di 4 amici ( e poi 5).
Il nome prende ispirazione dal personaggio
protagonista di Nightmare before Christmas
di Tim Burton. La loro forza sta nelle diverse
influenze musicali dei 5 componenti (dalla
musica classica, al r&B, al metal...) Sono
molto legati nonostante il gruppo sia di recente formazione, escono sempre insieme
e ormai si considerano fratelli. Il leader è
Alessio Bernabei, 20 anni, di Tarquinia
Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale
Editore
SECOLO D’ITALIA SRL
Fondatore
Franz Turchi
d’Italia
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Consiglio di Amministrazione
Tommaso Foti (Presidente)
Alberto Dello Strologo (Amministratore delegato)
Alessio Butti
Antonio Giordano
Antonio Triolo
Ugo Lisi
7
struzione del futuro. Nel corso
della rassegna sono previste
anche serate dedicate alla proiezione di cortometraggi, alla
musica e al teatro. A fine stagione per celebrare i 450 anni
dalla nascita del “bardo” è in programma “Shakespeare fest”: un
evento di fusione di teatro, cinema e musica, autori e project
manager Carlotta Proietti e Daniele Dezi. L'iniziativa parte dal
bando “Ancora Shakespeare:
perché?” in cui veniva richiesto
di esprimere con un cortometraggio il proprio punto di vista
sul più grande drammaturgo di
tutti i tempi, riflettendo sull’importanza che oggi si può attribuire all’opera shakespeariana.
Durante la manifestazione verranno presentati per la prima
volta al Globe Theatre i cortometraggi selezionati e realizzati
nel corso dell'estate. L'evento
vuole essere una grande festa di
chiusura della stagione, durante
la quale alle proiezioni verranno
affiancate performance teatrali e
musicali.
Suona la chitarra, il basso, il clarinetto e il
pianoforte. Ha lavorato come barista, parrucchiere e idraulico e in pochi mesi, grazie
alla trasmissione Amici è diventato l'idolo
delle adolescenti di tutta Italia. La band,
data per favorita alla vigilia della finale, ma
arrivata al secondo posto dietro Deborah Iurato, si è assicurata una rivincita doppia.
Non solo il premio della critica, ma un notevole numero di downoload e di acquisti, in
Rete e nei negozi. Con Alessio ci sono
Francesco Pierozzi, Lorenzo Cantarini,
Alessandro Presti e Riccardo Ruiu. Tutti intorno ai vent'anni e della provincia di Viterbo, tranne Ruiu che è di Pescara. Il
successo è certificato anche dai numeri sul
web. Sono ormai circa 3 milioni le visualizzazioni su YouTube del video di "Domani è
un altro film". Anche il nuovo brano, "La
pioggia è uno stato d'animo" ha tutte le caratteristiche per diventare uno dei tormentoni dell'estate e per raggiungere un
analogo numero di visualizzazioni.
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7 agosto 1990 n. 250