Alfano: noi siamo il baluardo antitasse dentro il

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Alfano: noi siamo il baluardo antitasse dentro il
CON IL PDL
ANNO LXI N.148
Alfano: noi siamo
il baluardo antitasse
dentro il governo
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Chi è quella matta
che ieri gridava alla Pascale
“le domande le faccio io”?
Marcello de Angelis
Premesso che le perplessità
sulla forma e lʼopportunità
della manifestazione indetta
da Ferrara a Piazza Farnese sono tutte legittime (a
partire dal titolo “siamo tutti
puttane”…), chi ha dato veramente ieri spettacolo non
è stata certo la “fidanzata
ufficiale” del Cavaliere, signorina Pascale, ma una
non meglio identificata giornalista munita di microfono
che ha confermato – in
pochi minuti – tutto il peggio
che chiunque possa pensare o aver detto sui giornalisti, comprese le ultime
violente accuse di Grillo. La
pazza in questione – perché
solo di questo poteva trattarsi – come avrà notato
chiunque abbia visto i filmati
sui tg, ha affrontato la giovane Pascale sbattendole in
faccia il microfono e chiedendole “lei è una puttana?”. Alché la Pascale ha
risposto “e lei? Lei è puttana?”. Risposta fin troppo
civile, perché uno schiaffone
ci stava tutto. A quel punto,
la matta col microfono – che
ha sicuramente visto troppi
film – a cominciato a urlare
ossessivamente «qui le domande le faccio io!». La
frase è molto significativa e
basta da sé a simbolizzare
buona parte dei mali italiani.
Si tratta di una frase che ricorre ossessivamente in
qualsiasi tribunale ogni
qualvolta un imputato o un
testimone faccia notare al
pubblico ministero che sta
dicendo cose di cui non si
capisce la pertinenza. «Qui
le domande le faccio io!»
strilla immancabilmente il
magistrato. Ma il fatto che la
giornalista abbia fatto sua la
frase è chiaro sintomo dello
stato di allucinazione in cui
versano troppi nostri colleghi, convinti che ogni via e
ogni piazza sia un tribunale
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d’Italia
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giovedì 27/6/2013
Crescono le quotazioni di Marina
al timone del partito, ma lei smentisce:
“Ipotesi senza fondamento”
SABATINI PAG.2
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Esami di maturità,
la tesina vince
sulle presentazioni in Powepoint
REDAZIONE PAG.3
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DarioArgento torna a puntare
sul certo: «Il mio prossimo film?
Un giallo»
DEL NINNO PAG.7
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in cui – non si sa a che titolo
– i pm sono loro. Se non gli
rispondi è reticenza o lesa
maestà. E se gli rispondi a
tono è oltraggio alla Corte. In
un Paese normale (ma ormai
questa formula fa ridere) una
matta del genere sarebbe richiamata dal direttore e destinata ad altro incarico, o
sarebbe la Federazione della
Stampa o lʼordine dei giornalisti a richiamarla per la pessima figura che ha fatto fare
a tutta la categoria. Anzi, in
un Paese normale la giornalista dovrebbe essere denunciata, perché negli altri Paesi
anche se si fa i furbetti con le
parole un insulto è un insulto
e una diffamazione è una diffamazione. E i giornalisti at-
teggiamenti del genere li pagano in tribunale. Ma negli
altri Paesi i giornalisti sono
cittadini normali e lo sono
persino i magistrati, che pagano i loro errori. In Italia, repetita iuvant, i magistrati
fanno i giornalisti e i giornalisti – come dimostra la matta
col microfono – si pensano
magistrati.
Francesco Signoretta
Lʼargomento è tosto: il lavoro. I
protagonisti sono due leader:
Beppe Grillo ed Enrico Letta. Il
linguaggio viaggia tra il cinematografico e il teatrale, con qualche accento borgataro e ricordi
di favole. Sembra un botta e risposta per un litigio di famiglia o
per una partita di calcio, su chi
ha giocato meglio nel derby.
Peccato che si parlava di un decreto che – si spera – dovrebbe
dare una speranza a chi non ha
mai avuto unʼoccupazione o a
chi lʼha persa a causa della
crisi. Allʼex comico il provvedimento del governo non è piaciuto. Nulla quaestio, siamo in
una democrazia fortunatamente
non virtuale, non gestita dal
web, e quindi la critica è nellʼordine delle cose. Ma di contenuti
manco a parlarne, Grillo ha preferito urlare – tramite blog – il
suo «Letta, facce Tarzan», con
riferimento al personaggio interpretato da Alberto Sordi in uno
dei suoi film, che si dibatte nella
“marrana”, in mezzo allʼacqua
stagnante e a un folto stuolo di
ragazzini che lo applaude, e colpisce con un legno – che dovrebbe
rappresentare
un
pugnale – un ipotetico coccodrillo rappresentato da un
tronco di legno mezzo fradicio.
Grillo non si accontenta, fa un
accenno (solo un accenno, è
bene specificarlo) a ciò che con-
sidera sbagliato nel decreto e risolve il tutto deridendo Letta,
dandogli del Pinocchio, con le
movenze di Capitan Findus, barone di Munchausen, nipote
dello zio e via dicendo. Interessantissimo per i tre milioni di disoccupati
che
invece
vorrebbero soluzioni e risposte,
fregandosene se Letta è come
Capitan Findus. Dal canto suo,
però, il presidente del Consiglio
non sbugliarda Grillo nel merito
ma usa le sue stesse armi: «Il
Pinocchio è lui. Sono bugiarde
le informazioni che mette sul
suo blog». Performance da
avanspettacolo. Mancava solo
Alice nel Paese delle meraviglie
(politiche).
Tarzan, Pinocchio e Capitan Findus: così Grillo
e Letta parlano dei provvedimenti sul lavoro
Crescono le quotazioni di Marina Berlusconi al timone
del partito, ma lei smentisce: “Ipotesi senza fondamento”
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Gloria Sabatini
«I rumors sembrano accreditarsi di
ora in ora: qualora si concretizzasse,
il passaggio del testimone politico
dalle mani di Silvio Berlusconi alla primogenita Marina, ridisegnerebbe la
fisionomia del Pdl, attaccato nei suoi
gangli connettivali dalla raffica di condanne “contro” piovute negli ultimi
mesi, fino al colpo di grazia inferto lunedì dal tribunale di Milano con lʼinaudita sentenza Ruby. Nelle settimane
scorse, per prima Laura Ravetto
aveva lanciato un sasso nello stagno
sostenendo la proposta della candidatura della presidente Mondadori.
Diffusa la notizia, la ministra Nunzia
De Girolamo aveva espresso lʼauspicio che Marina Berlusconi accettasse
lʼinvestitura politica come nuovo leader del centrodestra, investitura guardata con favore anche dallʼex ministro
Bondi, che nei giorni scorsi ha accolto
come «una bellissima notizia» la possibilità di una successione al vertice
del Pdl.
E nelle ultime 48 ore, a rilanciare lʼingresso in politica della presidente
della Mondadori come cosa ormai
fatta, è stato Luigi Bisignani, che in
unʼintervista radiofonica ha riferito di
una cena svoltasi ad Arcore, tra i figli
di Silvio Berlusconi, Piersilvio, Marina
e Barbara, insieme a Francesca Pascale e allʼavvocato Ghedini. A detta
di Bisignani sarebbe già tutto pronto:
Marina guiderà la nuova Forza Italia,
al suo fianco alcuni imprenditori. I più
cauti invece ipotizzano un impegno
della manager milanese al fianco del
padre, per cui lascerebbe tutte le ca-
riche che attualmente ricopre, per poi
prendere in mano le redini del partito
come nuovo leader del centrodestra,
avversario nobile e agguerrito da
schierare in campo come antidoto a
Matteo Renzi.
Intanto, conferme e smentite a parte,
ad uscire allo scoperto commentando
lʼeventuale candidatura sono soprattutto le donne: Daniela Santanché si
augura che «Bisignani abbia ragione.
Ne sarei ben contenta». Entusiasta
anche Michaela Biancofiore che, tuttavia, spiega che forse «i tempi non
sono ancora maturi». Di certo, comunque, lʼimmagine di una donna leader, di una affermata dirigente
dʼazienda che si è conquistata sul
campo riconoscimenti internazionali e
plausi professionali, per la compe-
tenza e il piglio con cui gestisce da
anni la sua carriera da imprenditrice,
ma anche in quanto donna abile nel
conciliare impegno manageriale e vita
familiare (è sposata con Maurizio Vanadia, ex primo ballerino del teatro alla
Scala di Milano, con cui ha due figli,
Gabriele e Silvio), sarebbe la risposta
più appropriata con cui replicare alla
nefasta operazione di discredito della
figura femminile ordita e divulgata con
ogni mezzo con la strumentalizzazione del caso Ruby. «Io ero in aula»,
ha dichiarato a questo proposito la
parlamentare Pdl Daniela Santanché
in unʼintervista rilasciata al Messaggero. «Ero lì durante la sentenza di
Milano. Stavo lì, per guardare negli
occhi quelle donne che giudicavano.
Donne che hanno usato altre donne
per condannare un uomo. In unʼatmosfera terribilmente talebana». Anche
per questo, allora, lʼipotesi della discesa in campo di Marina Berlusconi
sarebbe per Daniela Santanché una
scelta appropriata: se si farà, ha detto,
«sarò «orgogliosa di stare in un partito guidato da lei, semplicemente perché è una donna seria, preparata e
coraggiosa. Proprio quello che ci
serve. E non soltanto a noi, ma a tutto
il Paese». Di fronte allʼinsistenza dei
rumors sulla sua discesa in campo la
stessa Marina Berlusconi, tramite una
nota affidata al suo portavoce, smentisce con decisione: ”Di fronte al ripetersi di indiscrezioni su un impegno in
politica di Marina Berlusconi, non possiamo che ribadire quanto già più volte
detto in passato: si tratta di ipotesi che
non hanno alcun fondamento”.
Gianna Nannini che sventola bandiera bianca:
ora lʼInno ha anche un video perfetto per il Pd
Guido Liberati
Un enorme bandierone bianco sventola al centro di piazza
Montecitorio. La folla applaude e scatta foto. Ma non si tratta di
una manifestazione politica. Davanti allʼingresso della Camera
stanno girando un video musicale: protagonista Gianna Nannini che indossa un vestito bianco. La cantante senese sta girando la clip di Inno, canzone che Pier Luigi Bersani aveva
scelto per lʼultima campagna elettorale del Pd. La Nannini ha
scelto le principali piazze di Roma come location per il video:
rappresentano il potere politico, spiegano dalla produzione. E
ovviamente, date le premesse, non poteva mancare la piazza
che vede passare ogni giorni i deputati. Questa mattina, la produzione ha girato davanti a Palazzo Chigi, sede del governo.
Ma al posto della Nannini cʼera la vincitrice di miss Italia, Giusy
Buscemi, che ha attirato una nutrita folla di curiosi. Dietro la
macchina da presa il regista Giovanni Veronesi, che ha anche
partecipato come corista dʼeccezione dellʼInno. La scelta di
adottare il brano come inno elettorale era stata annunciata con
orgoglio dal leader democrat su Twitter: «Il nuovo disco di
Gianna Nannini è bellissimo, ho scelto la sua canzone Inno e
da domani accompagnerà il Pd». Nello scambio di convenevoli, la Nannini aveva prontamente risposto: «Complimenti per
la scelta! Finalmente qualcuno che si intende di musica! Inno
è il pezzo più bello che ho scritto negli ultimi 20 anni!». Ma Stefano Menichini aveva bocciato la scelta. «A me lʼInno che Bersani ha scelto per la campagna elettorale del Pd non piace»,
aveva tagliato corto il direttore di Europa. «Toni un poʼ tristi, nostalgici, lenti», mentre in campagna elettorale bisognerebbe
suscitare «entusiasmo ed energia». Menichini era stato facile
profeta di sventura, come emerge dal tracollo elettorale del Pd
e del suo segretario. Oggi la canzone, che non ha avuto il successo sperato, viene riciclata in un videoclip, in uscita a fine
anno, circa un anno dopo lʼuscita dellʼalbum. Lʼintento è chiaro:
che la gente non associ più la canzone alla faccia di Bersani.
Da Forlani a De Mita,
tanta vecchia Dc
ai funerali
di Emilio Colombo
Redazione
Da Arnaldo Forlani a Ciriaco
De Mita, da Rosa Russo Iervolino a Nicola Mancino, da
Gerardo Bianco a Paolo Cirino Pomicino; da Franco Marini a Pierferdinando Casini, a
Marco Follini, a Beppe Pisanu: c'era gran parte della
vecchia Dc al funerale del se-
natore a vita Emilio Colombo
celebrati ieri mattina a Roma
nella Chiesa di Santa Emerenziana. Nei banchi, oltre ai
rappresentanza ufficiale del
Senato, anche il sindaco di
Roma Ignazio Marino, l'ex
premier Mario Monti, il vicepresidente del Parlamento
europeo Gianni Pittella, il viceministro dell'interno Filippo
Bubbico e gli ex sottosegretari Gianni De Gennaro,
Giampaolo D'Andrea. Di Emilio Colombo ha parlato all'omelia il vescovo mons.
Cuccarese: «Colombo – ha
detto – ha vissuto in profonda
unità i valori morali e i valori
politici, è stato un leader discreto che ha concorso da
posizioni di grande responsabilità al consolidarsi del dialogo fra laici e cattolici,
mantenendo sempre alto e rigoroso il suo impegno per la
promozione dello sviluppo e
del bene comune nella sua
Basilicata, in Italia, in Europa
e nel mondo».
Esami di maturità, la tesina vince
sulle presentazioni in Powerpoint
Redazione
La maggior parte degli studenti,
circa il 75%, vorrebbe vivere l'ultima prova della maturità, gli
orali, senza la presenza del pubblico all'esame. A svelarlo è una
ricerca svolta da Skuola.net per
comprendere come si stanno
preparando i maturandi alla
prova orale che in alcune scuole
è già cominciata
(non c'è
un'unica data a livello nazionale,
le commissioni procedono ai colloqui dopo aver terminato la correzione degli scritti). Dai dati
emerge anche il successo della
tesina: i supporti informatici,
come, ad esempio, la presentazione in PowerPoint, sono utilizzati solamente da un terzo dei
maturandi. L'indagine mostra, infine, che quasi la metà dei maturandi è intenzionata a destinare
una particolare cura al look
come elemento chiave per la
promozione. Un “orale” fra pochi
intimi per non cadere vittime dell'ansia e dell'imbarazzo è dunque il desiderio della gran parte
dei diplomandi che preferirebbe
non avere testimoni nel caso in
ci si ritrovi senza parole o cada
Gasparri: le misure
sul lavoro sono positive,
ma l'Iva va tolta
vittima delle domande della commissione. Proprio queste, infatti,
rappresentano la parte più temuta dell'orale, spauracchio di
circa l'85% degli studenti. La
fase iniziale del colloquio, ovvero
l'esposizione della tesina o del
percorso, rappresenta la parte
più difficile della prova sono per il
9% dei maturandi, mentre il 6%,
forse conscio delle proprie carenze pregresse, teme maggiormente la discussione delle prove
scritte. La tesina vince a mani
basse: il 63% dei maturandi la
preferisce alla più sintetica
mappa concettuale nonostante
richieda più studio e lavoro, è
l'elaborato che la maggior parte
dei maturandi presenterà alla
commissione il giorno del suo
orale e nella maggior parte dei
casi senza il supporto delle
nuove tecnologie. Infatti, circa il
70% degli studenti ha dichiarato
di non avere nessuna intenzione
di utilizzare una presentazione in
Powerpoint come ausilio nell'esposizione del suo lavoro finale. Circa il 47% dei maturandi
ritiene, infine, che sia importante
curare il proprio aspetto in situazioni formali come quella del colloquio orale, visto che costituisce
un biglietto da visita di cui bisogna tener conto per far colpo sui
commissari esterni.
Confesercenti all'attacco di Marino:
sul turismo il sindaco parte male
Redazione
Dopo la gaffe sugli ambulanti, arriva la parziale marcia indietro: un
fantomatico tavolo sull'abusivimo
per mettere a tacere le critiche. Il
sindaco Ignazio Marino non ha ancora sciolto il nodo della giunta
che è già incappato nelle prime
bucce di banana in materia di
commercio. «Così parte male» gli
ha contestato la Confesercenti capitolina alla notizia dell'intenzione
di allargare agli «extracomunitari,
che vendono fiori o ombrelli
quando piove», di avere un'occupazione stabile nel caos degli ambulanti di piazza di Spagna.
«Rimaniamo perplessi e contrari
rispetto alle dichiarazioni del sindaco Marino. Assolutamente non
va confuso il tema dell'integrazione con la piaga del commercio
abusivo e della contraffazione che
affligge la città», ha dichiarato in
una nota Valter Giammaria, «bisogna con decisione fare una batta-
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glia per portare la legalità e il rispetto delle regole al centro dell'iniziativa e dell'azione di Roma
Capitale». Il pressing sembra aver
dato il primo frutto. «La lotta all'illegalità e all'abusivismo è una priorità di questa amministrazione e
necessita del contributo di tutti»,
ha risposto ieri il sindaco, «anche
per questo ho chiesto alle associazioni di categoria di avanzare
una proposta per garantire tanto
l'esercizio delle attività commerciali
quanto le esigenze dei cittadini e
dei turisti che vanno soddisfatte,
ma ovviamente all'interno di una
cornice di legalità». Appena la
giunta sarà insediata, Marino promette solennemente di convocare
un tavolo di concertazione per
analizzare i problemi insieme ai
rappresentanti di categoria.
Redazione
«Appaiono positive le misure
che il governo ha varato per
affrontare il grave problema
della disoccupazione. Bene la
decisione di incentivare le assunzioni di giovani a tempo indeterminato e dare nuove
chance ai portatori di handicap. Si tratta di un passo importante fatto per riaprire il
mercato del lavoro e che il
Parlamento esaminerà con at-
tenzione e nei tempi più rapidi
possibili». Lo dice il vicepresidente del Senato, Maurizio
Gasparri. «Quanto all'Iva, il
rinvio di tre mesi dell'aumento
dell'aliquota ci lascia parzialmente soddisfatti. Siamo infatti
convinti – ribadisce il senatore
del Pdl – che si possa anche
per i mesi successivi evitarne
l'aumento attraverso misure
che favoriscano i consumi e
non che li deprimano. Più Iva
vuol dire meno acquisti e
quindi meno entrate per lo
Stato. Al ministro Saccomanni,
che ancora adesso ha detto di
dover trovare la dovuta copertura finanziaria, ribadiamo che
le risorse non vanno trovate
per il mancato aumento dell'Iva bensì qualora questo aumento ci fosse. Un fatto tanto
evidente che perfino il ministro
dovrebbe cogliere, sempreché
riesca a passare da un'economia di carta a quella della realtà», conclude Gasparri.
Staminali, a Firenze nasce “Voa Voa”, la fondazione
ispirata alla storia della piccola Sofia
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Redazione
Dopo gli appelli e gli interventi
giudiziari ora è nato a Firenze
il Comitato promotore della
Fondazione “Voa Voa”. Un
nome mutuato dal titolo del
libro che Caterina Ceccuti ha
scritto e dedicato alla sua
bimba, Sofia, 3 anni e mezzo,
divenuta il simbolo della battaglia per l'accesso alle cure
compassionevoli a base di
cellule staminali da parte di
persone affette da malattie
rare. «È un progetto prezioso,
cercheremo di aiutare questi
bambini per fare in modo che
le loro condizioni di vita migliorino e che loro famiglie
possano superare tutte le difficoltà burocratiche, che ancora in Italia ci sono, per
curarli», ha spiegato Gina
Lollobrigida, componente e
fondatrice del comitato, al
quale ha messo a disposizione parte del ricavato dell'asta dei suoi gioielli. «Voa
Voa – ha ricordato l'attrice –
era il modo in cui Sofia diceva
“vola vola” prima di ammalarsi. Ora non lo può più dire
ma noi speriamo che un
giorno possa di nuovo farcela». A Firenze, per la presentazione di “Voa Voa” c'era
anche Michel Fabrizio, il campione di superbike che correrà ad Imola con uno dei
caschi “Forza Sofia” da lui disegnati a a favore della raccolta fondi per la nuova
fondazione. A questo proposito, tre caschi dedicati a
Sofia saranno messi all'asta.
“Voa Voa” Onlus avrà lo
scopo di sostenere opere
umanitarie destinate alla ricerca mirata e alla somministrazione delle cure più
idonee attualmente disponibili
in Italia e all'estero per contrastare malattie rare e incurabili, orfane di terapie
farmacologiche e sperimentali. Prima beneficiaria sarà la
Fondazione Stamina che si
occupa delle cure compassionevoli presso gli Spedali Civili
di Brescia.
Nuovo appello “climatico”: non si bruci l'80 per cento
di carbone e gas
Redazione
È indispensabile che almeno
l'80% delle riserve mondiali di
combustibili fossili resti nel sottosuolo, se l'umanità vuole evitare
cambiamenti climatici che «metterebbero in causa l'esistenza
stessa della nostra società». Il
nuovo, accorato avvertimento
viene da un'agenzia governativa
australiana, la Commissione per il
clima. Nel rapporto dal titolo “Il decennio cruciale", gli autori avvertono che le emissioni globali di gas
serra devono virare verso il basso
entro la fine di questo decennio,
per mantenere le temperature
entro un livello "gestibile" e contenere gli eventi climatici estremi. Vi
è ormai pieno consenso fra gli
scienziati che un aumento globale
di temperatura che superi la soglia
dei due gradi sarebbe catastrofico
e quindi - sostiene il rapporto - per
assicurare una stabilizzazione del
clima il mondo si deve “decarbonizzare". «Dovremo lasciare la
maggior parte dei combustibili fossili sotto terra e naturalmente questo ha ovvie implicazioni per le
decisioni di investimenti in questo
decennio. Sono necessarie decisioni intelligenti, in particolare investimenti
nelle
energie
rinnovabili», scrivono gli autori del
rapporto, gli scienziati di fama internazionale Will Steffen e Lesley
Hughes, il cui lavoro è stato scrutinato criticamente da esperti del-
l'ente nazionale di ricerca Csiro,
dell'Ufficio di meteorologia e da
università australiane. «Ondate di
caldo e incendi devastanti in Europa, in Russia e in Usa durante
l'ultimo decennio. Piogge torrenziali, un clima sempre più caldo,
più evaporazione dagli oceani, più
vapore acqueo nell'atmosfera e
più pioggia. Le prove sono convincenti. È molto importante rendersi conto che i dati e le cifre
sono chiari e semplici», aggiungono gli autori.
Trasparenza
in Vaticano:
il Papa istituisce una
commissione sullo Ior
Redazione
Papa Francesco ha istituito
una Pontificia commissione referente sull'Istituto per le Opere
Religiose (Ior) con l'obiettivo di
"una migliore armonizzazione
dello Ior con la missione della
Chiesa". La Commissione raccoglierà informazione sull'andamento
dell'Istituto
e
presenterà i risultati al Papa.
Sarà presieduta dal cardinale
Raffaele Farina e ne faranno
parte il cardinale Jean-Louis
Pierre Tauran, monsignor Juan
Ignacio Arrieta Ochoa de Chinchetru (coordinatore), monsignor Peter Bryan Wells
(segretario) e la professoressa
Mary Ann Glendon. Il lavoro
della commissione comincia
"in questi giorni". La commissione, precisa il Vaticano, è
"dotata delle risorse umane e
materiali adeguate alle sue
funzioni istituzionali. Qualora
sia utile, si avvale di collaboratori e consulenti". La mossa
sulla banca vaticana era attesa
e rappresenta un'accelerazione sulla strada della trasparenza intrapresa da Papa
Francesco. "Il Papa - ha spiegato padre Federico Lombardi
- si pone l'obiettivo di riformare
la banca vaticana per renderla
più attinente alle esigenze
della Chiesa. Qualsiasi decisione sulla sua natura verrà
presa dopo il lavoro che svolgerà questa commissione". La
commissione ha già iniziato il
suo lavoro e dovrebbe in ottobre relazione direttamente al
Papa sulle possibili riforme da
intraprendere.
Intercettazioni: molto più discrezionale
il sistema russo “Sorm”
Redazione
Si chiama “Sorm" ed è la versione
russa di “Echelon", una eredità
dei tempi sovietici, quando fu
ideato dal Kgb: un sistema di accertamento investigativo dell'Fsb
(l'erede del Kgb) basato sull'intercettazione di ogni forma di telecomunicazione nel Paese che fu la
patria degli spioni. Un primato
mantenuto ancor oggi dalla Russia di Putin, dove paradossalmente pare stia cercando una
sponda per la sua fuga dagli Usa
Edward Snowden, l'indignata
“talpa" che ha rivelato il programma di sorveglianza americano “Prism", gestito dalla
National Security Agency (Nsa).
Ma in Russia il sistema di intercettazioni è molto più discrezionale, «senza i controlli e i
bilanciamenti presenti in Occidente», spiega l'autorevole
esperto russo di intelligence Andrei Soldatov, direttore del sito Argentura.ru. Se infatti anche l'Fsb
- come le agenzie di intelligence
Usa - deve ottenere l'autorizzazione della magistratura per intercettare, poi non deve più
renderne conto a nessuno e può
aggiungere nuovi numeri telefonici da controllare senza ulteriori
autorizzazioni, secondo Soldatov.
Inoltre, sempre secondo l'esperto,
l'Fsb non deve usare come tramite gli operatori telefonici o dei
provider internet: ha centri di controllo connessi via cavo direttamente ai loro server, in tutti i
quartier generali regionali. Il sistema fu messo a punto dal Kgb a
metà anni Ottanta e poi è stato
perfezionato: ora il Sorm-1 cattura
le telefonate, il Sorm-2 il traffico
internet e il Sorm-3 raccoglie tutte
le informazioni da ogni tipo di comunicazione, consentendo un immagazzinamento dei dati di lunga
durata. Secondo Soldatov, il sistema viene usato anche per intercettare gli oppositori del
Cremlino, con o senza la stampella di tribunali politicizzati: non
è raro che finiscano poi in pasto
ai media. I controlli sarebbero in
forte aumento: stando ai dati della
Corte Suprema, il numero di telefonate ed e-mail intercettate è
raddoppiato in sei anni, passando
da 265.937 nel 2007 a 539.864
l'anno scorso. Ma queste statistiche non includono le intercettazioni del controspionaggio sugli
stranieri, principale categoria oggetto di sorveglianza anche da
parte della Nsa in Usa. Soldatov
ritiene che la Russia, a differenza
degli Usa, non abbia però le tecnologie avanzate per intercettare
il traffico globale delle tlc. Ma questo – avverte – non significa che
Mosca non intercetti comunicazioni oltre i suoi confini.
La scrittrice Austen favorita a comparire
sulle nuove banconote da 10 sterline
Redazione
La polemica è andata avanti per
settimane, se n'è scritto e se n'è
discusso: impensabile che sulle
banconote stampate dalla gloriosa Bank of England scompaiano per sempre i volti di
personaggi storici femminili. A
parte la regina, naturalmente,
che - nemmeno a parlarne - rimane inamovibile sul “lato A".
Così ora è giunta la definitiva rassicurazione: una donna ci sarà. A
colmare il temuto vuoto potrebbe
essere Jane Austen, la scrittrice
inglese amatissima a più latitudini, autrice di classici come “Orgoglio e pregiudizio" o “Ragione
e sentimento" (del primo quest'anno si celebra il bicentenario
della pubblicazione). Lo ha lasciato intendere il governatore
uscente della Banca d'Inghilterra,
Mervyn King, nel suo ultimo intervento prima di passare la
mano al successore, il canadese
Mark Carney, rivelando quindi
che il volto di Jane Austen è in
pole position per rimpiazzare
quello di Charles Darwin sulle
nuove banconote da 10 sterline.
«Non so quando succederà, ma
il biglietto raffigurante la Austen
circola internamente da due anni,
questo la rende chiaramente
candidata favorita», ha detto
King. Ed è subito sospiro di sollievo nazionale. Un atto dovuto
quasi da parte di King prima di lasciare l'incarico che ha coperto
per dieci anni. Tutto infatti era
partito da lui quando, lo scorso
aprile, aveva svelato con orgoglio e davanti alle telecamere il
prototipo della nuova banconota
da cinque sterline sulla quale invece della riformista Elizabeth
Fry - che vi compare sulla versione al momento in circolazione
- ci sarà il volto di Winston Churchill. È il primo politico a comparire sulla moneta britannica nella
storia moderna del Paese. L'immagine scelta riproduce un noto
ritratto dell'ex primo ministro, sullo
sfondo il palazzo del Parlamento
con il Big Ben e il suo orologio
ben visibile che segna le 15, l'orario approssimativo in cui Churchill
pronunciò ai Comuni la celebre
frase «Non ho altro da offrire che
sangue, fatica, lacrime e sudore»
il 13 maggio 1940: frase riportata
anche sulla nuova banconota.
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Il sindaco di Londra
sempre più popolare:
ora correrà
in bicicletta
Redazione
Sempre più sportivo il sindaco di
Londra. Boris Johnson ha annunciato che parteciperà con un
team formato da celebrità a una
gara ciclistica per beneficenza, in
programma il 4 agosto. Si tratta
della Prudential Ride LondonSurrey 100, in cui si copre una distanza di 100 miglia, circa 160
chilometri, da Londra al Surrey e
ritorno. La gara metterà alla
prova la resistenza del sindaco
che sceglie la bicicletta per spostarsi fra le vie della capitale e ha
avviato diversi programmi per
promuovere le piste ciclabili nella
metropoli. Con lui ci saranno l'attore Gary Kemp e i presentatori
Jeff Brazier e Ned Boulting. «Sto
cercando di costruire una squadra - ha detto il sindaco - che
abbia un'incredibile velocità e potenza ma la loro più importante risorsa sarà quella di raccogliere
fondi per le associazioni di volontariato». La gara viene considerata come il “festival" del ciclismo
più importante del Regno Unito e
coinvolge ogni anno circa 70 mila
partecipanti, fra dilettanti e professionisti, che gareggiano in
quattro eventi separati. Il sindaco
Johnson, anche grazie a iniziative del genere, sta vedendo aumentare la sua popolarità.
Secondo un sondaggio, l'eccentrico Boris, col suo ciuffo biondo
indomito, è il politico più riconoscibile del Paese dopo il premier
David Cameron. Lo separano dal
leader tory tre punti.
Arezzo, i carabinieri al Pronto soccorso
per calmare i pazienti in attesa da ore
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Redazione
È accaduto ad Arezzo, tempo fa
a Massa... cosa? Che, per calmare gli animi dei pazienti in
coda per ore al Pronto soccorso,
debbano intervenire le forze dellʼordine. Martedì i carabinieri
sono arrivati al Pronto soccorso
dellʼospedale San Donato di
Arezzo. Il Pronto soccorso era
intasato da pazienti con patologie da ambulatorio, si è giustificata la Asl 8 in un comunicato
con cui ha lanciato un appello ai
cittadini a non recarsi al Pronto
soccorso per la qualunque.
Troppo comodo, secondo il vicepresidente della commissione
Sanità Stefano Mugnai (Pdl):
«Eh come no? Si fa presto a lanciare appelli. Peccato che i cittadini non siano portatori di cattive
abitudini, ma manchino di alternative di assistenza territoriale.
Quando si recano al Pronto soccorso sanno bene di dover affrontare ore di attesa, tensioni e
pagare persino il ticket, ma dove
altro possono andare?». Carenza di servizi sul territorio, tagli
e promesse definiscono, secondo Mugnai, una situazione
oggi lamentata da Arezzo ma comune a tutta la Toscana. «Il territorio – spiega lʼesponente del
Pdl – non è attrezzato con servizi intermedi di assistenza ca-
paci di rispondere ai bisogni del
cittadino. Promesse ne sono
state fatte molte e da parecchi
mesi, ma di fatti sinora non ne
sono seguiti. «Istituiremo..., faremo..., quando il sistema sarà a
regime...». Ok, può anche darsi,
ma intanto le persone non trovano risposte a bisogni ineludibili
di cura e assistenza che talvolta
possono anche non rientrare nellʼambito dellʼemergenza. Quanto
accaduto ad Arezzo, con il
Pronto soccorso dellʼospedale
ingolfato per lʼ81,2% di codici minori passati di colpo da una
media di 180 a una di 220 con
punte di 245 come appunto mar-
tedì, accade ciclicamente dappertutto in Toscana e rappresenta la pietra tombale rispetto a
quanto fino ad oggi non si è fatto
per implementare i servizi sul
territorio». Secondo Mugnai, insomma, «i cittadini vedono nei
Pronto soccorso un luogo fisico
riconosciuto e riconoscibile, attivo ventiquattrʼore al giorno, rispetto al quale non ci sono
alternative. È evidente che, se
non si passa dalle parole ai fatti
anche per quanto riguarda lʼorganizzazione della rete dei servizi intermedi sul territorio,
situazioni come quella di Arezzo
sono destinate a replicarsi».
Redazione
In una interrogazione a risposta scritta al presidente della
Regione Puglia e allʼassessore alle Politiche agricole il
consigliere regionale del Pdl
Erio Congedo ha chiesto
«come sia conciliabile con le
condizioni di estrema difficoltà, in cui sta tentando di sopravvivere
lʼagricoltura
pugliese, la delibera di Giunta
del 3 maggio scorso che raddoppia da 0,34 a 0,70 centesimi a metro cubo la tariffa
dellʼacqua per irrigazione proveniente dagli impianti trasferiti allʼArif». L'esponente di
centrodestra chiede altresì
«se questo pesantissimo aumento a carico di aziende già
dissanguate non potesse essere evitato con il più rigoroso
controllo delle spese di un
ente molto chiacchierato» e
«per quale ragione non si è ritenuto di convocare preliminarmente le organizzazioni
agricole». Congedo conclude
invitando il governo regionale
«a modificare sua sponte una
determinazione
probabilmente frettolosa e non adeguatamente considerata in
tutte le sue implicazioni», riservandosi poi di assumere
iniziative anche in sede legislativa.
gonchio, zona particolarmente
colpita dal sisma e in cui ha subito il crollo unʼabitazione di
proprietà della zia della stessa
Zanicchi, anche la chiesa del
capoluogo è stata chiusa per le
lesioni subite. Zanicchi e Filippi
hanno infine visitato le aree
dellʼepicentro, i Comuni di Fivizzano e Casola in Lunigiana.
È stata coinvolta una rete televisiva nazionale – ha dichiarato
Filippi – per sensibilizzare la
cittadinanza sullo stato delle
aree colpite dal terremoto. La
situazione non è da sottovalutare, il terremoto di magnitudo
5.2 e le successive scosse di
assestamento hanno provocato lesioni in diversi fabbricati
privati ed edifici pubblici, danni
sono stati registrati in vaste
aree dellʼAppennino tosco-emiliano. È fondamentale favorire,
in tempi rapidi, la messa in sicurezza degli edifici lesionati,
non lasciamo sole le famiglie
colpite dal sisma. Le istituzioni,
in primis Regione Emilia-Romagna e Regione Toscana, devono attivarsi celermente per
consentire alle famiglie di rientrare nelle proprie abitazioni e
per dare la possibilità alle attività produttive di riprendere il
lavoro».
Emergenza terremoto nell'Appennino reggiano:
sopralluogo di Zanicchi e Filippi
Redazione
Lʼeuroparlamentare Iva Zanicchi e il consigliere regionale
Fabio Filippi, con al seguito
una troupe di Rete 4, hanno
effettuato un sopralluogo nelle
aree terremotate dellʼAppennino tosco-emiliano. I due
esponenti del Pdl hanno prima
incontrato le famiglie della palazzina sgombrata in via Fontanaguiddia a Castelnovo neʼ
Monti, per poi dirigersi a Busana per verificare la situazione della locale casa di
riposo: dieci anziani ospiti
della struttura sono stati evacuati sabato scorso dopo che
gli ingegneri del gruppo tecnico di valutazione ne hanno
dichiarato lʼinagibilità. I controlli sull'edificio parrocchiale
hanno evidenziato una situazione critica anche per lʼadiacente chiesa di San Venanzio.
Il sopralluogo è proseguito
verso Cinque Cerri, per verificare la situazione della chiesa
della frazione, e Vaglie di Li-
Puglia, perché raddoppiano
le tariffe
dell'acqua irrigua?
Dario Argento torna a puntare sul certo:
«Il mio prossimo film? Un giallo»
Priscilla Del Ninno
È mistero, neanche a dirlo, sul nuovo progetto cinematografico di Dario Argento. Il
regista horror, in Israele da alcuni giorni,
ospite d'onore a Tel Aviv del 15° Festival
internazionale del Cinema Studentesco –
nell'ambito del quale gli è stato tributato il
Premio alla carriera come “Maestro dell'horror e della suspence” – in un'occasione conviviale a margine della serata di
premiazione ha rivelato: «Ci sto pensando da un po' di tempo: posso dire solo
che si tratta di un giallo». Un'anticipazione che non ha nulla della rivelazione:
non che ci si aspettasse niente di diverso
da una sua proposta spettacolare. L'unico
caso in cui Argento è uscito dal seminato
dell'horror con venature gialle è stato, infatti, nel lontano 1973, quando il regista
agli esordi si avventurò nei sentieri – allora molto battuti – del cinema storico. Indotto da esigenze produttive a dirigere
quello che rimane l'unico episodio “fuori
tema” della sua filmografia, ossia Le cin-
que giornate, titolo ascrivibile al filone “ottocentesco popolare” in voga in quel periodo, con tanto di plot narrativo
ambientato durante i giorni dell'insurrezione della cittadinanza milanese contro
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gli austriaci. Un unicum, all'interno della
sua filmografia che oggi – in epoca tarantiniana – potremmo anche definire “pulp”.
Maestro italiano del brivido che, ultimamente viene decisamente snobbato dal
pubblico, e che spesso in passato – a
fronte di riconoscimenti all'estero – ha
fatto storcere il naso alla critica casalinga.
Cineasta che ha strutturato l'incastro dei
meccanismi ad effetto dei suoi racconti
del terrore sull'escamotage della sorpresa
– dell'evento violento che aleggia misteriosamente dietro l'angolo e che incombe
imprevedibilmente
nella
narrazione
quando meno te lo aspetti, perpetrato dal
più insospettabile dei protagonisti in
scena – non si smentisce e torna a scommettere sul certo. Su un genere a lui congeniale. Su un cinema che potrebbe
riproporre i temi ricorrenti del suo stile:
l'oscillazione tra pericolo e salvezza, in cui
le donne incombono tra vittime e carnefici, e dove largo spazio viene tributato a
psicanalisi e follia umana.
I percorsi dell'arte, dal genio di Tiziano al mecenatismo di Ferdinando de' Medici
Bianca Conte
Il genio di Tiziano; la passione
collezionistica del Gran Principe Ferdinando de' Medici:
queste le coordinate di riferimento del viaggio nell'arte del
weekend, le cui tappe espositive, da Belluno a Firenze, articolano tra tele e sculture, un
percorso espositivo ricco di
eventi. Pieve di Cadore (Belluno), nelle sale di Palazzo
Cosmo, ospiterà dunque per la
prima volta, a partire dal 29 giugno, uno straordinario dipinto di
Tiziano, prestato dal museo di
Anversa, che dopo un lungo restauro svela per la prima volta i
suoi misteri. Il dipinto, intitolato
“Il vescovo Jacopo Pesaro e
Papa Alessandro VI davanti a
San
Pietro”,
rappresenta
un'opera chiave del periodo
giovanile dell'artista, di recente
sottoposta a un complesso in-
tervento di restauro e a importanti indagini diagnostiche. Grazie al confronto fra una decina
di tele, la mostra permette non
solo di riconsiderare lo stile e la
datazione del quadro di Anversa, oggetto spesso di travisamenti e ipotesi disparate, ma
anche di esaminare più da vicino gli avvenimenti che deter-
minarono la commissione. A
causa di una differenza qualitativa tra la figura di San Pietro e
quelle degli altri due personaggi
era stata ipotizzata una stesura
in diverse fasi, o a più mani; le
recenti indagini hanno invece
dimostrato che l'opera è stata
prodotta in un'unica soluzione
ed è assimilabile alle opere di
Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale
Editore
SECOLO DʼITALIA SRL
Fondatore
Franz Turchi
d’Italia
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
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Mario Landolfi
Ugo Lisi
Tiziano del periodo 1510-1514.
Gli studi hanno anche confermato che il capolavoro di Anversa fu commissionato a
Tiziano da Jacopo Pesaro per
celebrare la sua vittoria sui Turchi del 1502. A Firenze, invece,
nel terzo centenario della morte
del Gran Principe Ferdinando
dé Medici, gli Uffizi ospitano
una mostra incentrata su questo importante personaggio, tra
i principali collezionisti e mecenati d'arte della famiglia granducale di Toscana, che fin da
giovane coltivò una grande passione per teatro, musica e arti figurative. Le opere in mostra
rendono conto di questa complessità di interessi ed evidenziano come le scelte del
principe finirono per convogliare
su Firenze, a cavallo tra '600 e
'700, i massimi protagonisti del
tempo.
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7 agosto 1990 n. 250