CIBO DAL MARE - Campus

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CIBO DAL MARE - Campus
CIBO DAL MARE
Il pesce è la principale fonte di cibo per più di un
miliardo di persone sul nostro pianeta e fornisce
lavoro a milioni di persone in tutto il mondo.
Ma come viene pescato il pesce che poi arriva
sulle nostre tavole?
I pescherecci di solito escono in piccole flotte
guidate da una nave-fattoria che, oltre a fornire
rifornimenti e assistenza in caso di necessità alle
altre barche, raccoglie il pesce pescato dai
pescherecci e lo prepara per il trasporto a terra.
Ci sono anche grandi navi congelatrici che vanno
da sole in mare aperto e possono realizzare a
bordo tutte le operazioni di pulizia e
surgelamento del pesce.
Fin dalla preistoria, gli uomini che abitavano nelle
zone costiere si dedicarono alla pesca.
Piccoli pescherecci nel porto di
San Vito Lo Capo in Sicilia
Nel corso dei secoli i pescatori hanno perfezionato i metodi di cattura del pesce. In
questo modo, la quantità di pesce pescato è aumentata notevolmente.
Soprattutto negli ultimi decenni il “prelievo” è stato talmente abbondante che in
molte zone marine e oceaniche la quantità di pesci è molto diminuita.
Anche l’inquinamento delle acque marine ha inciso sulla diminuzione della quantità di
pesce presente nei nostri mari.
I pozzi petroliferi, cioè i pozzi da cui si estrae il petrolio, le industrie che scaricano in
mare sostanze nocive, la costruzione di abitazioni e di centri turistici lungo le coste,
l’intenso traffico marittimo sono tutte fonti di rischio ecologico per il mare.
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Ecco perché alcune associazioni propongono di praticare una pesca sostenibile, cioè
una pesca che:
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protegge le specie in pericolo,
non pesca pesci troppo piccoli,
non usa metodi distruttivi per i fondali,
pesca le varie specie a seconda della stagione, per permettere ai pesci di
riprodursi e diventare sufficientemente grandi.
Un altro mezzo efficace per la difesa di piante e animali marini è la creazione di
riserve marine, cioè di parchi naturali che racchiudono delle aree di mare e di costa.
Oggi solo pochissima parte della superficie degli oceani e dei mari è protetta.
Come dobbiamo comportarci allora? Non dobbiamo smettere di mangiare pesce
perché la sua disponibilità sta diminuendo nel mare: il pesce è un ottimo alimento,
ricco di vitamine, minerali e grassi utili al nostro corpo.
Con i nostri acquisti possiamo aiutare a proteggere la fauna marina e possiamo evitare
l’estinzione di molte specie. Perciò, quando andiamo a comprare il pesce in pescheria,
al mercato o al supermarket:
- facciamo attenzione alla taglia: è proibito pescare pesci troppo piccoli;
- scegliamo i pesci di stagione: le varie specie si riproducono in vari periodi
dell’anno;
- informiamoci sul metodo di pesca: ci sono infatti metodi, illegali nella maggior
parte dei Paesi, che uccidono gli animali senza fare distinzioni e distruggono i
fondali.
Uno squalo “palombo” nel Mediterraneo spagnolo
In pescheria troviamo un pesce con
molti nomi (palombo, smeriglio,
verdesca…), ma sono tutti tipi di
squalo. Decine di milioni di squali
sono uccisi ogni anno. Anche se sono
considerati cattivissimi, gli squali sono
molto utili perché mantengono in
equilibrio la flora (cioè le piante) e la
fauna (cioè gli animali) del mare.
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Anche le alghe sono un alimento che viene
da mare: esse vengono cucinate in molte
parti del mondo. Per esempio, sono usate
nella cucina giapponese per preparare il
famoso sushi, piccoli bocconcini di riso,
pesce crudo e alcuni tipi di alghe.
Anche nei paesi del nord Europa e lungo le
Piatto di sushi
coste mediterranee si mangiano le alghe.
In Campania un’alga viene utilizzata per cucinare delle frittelline chiamate “zeppolelle
di mare”. In Sicilia, fino a qualche tempo fa, un’altra alga veniva venduta in appositi
chioschi e consumata cruda condita con il limone.
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