Corriere di Romagna - Unindustria Rimini
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UNINDUSTRIA RIMINI Lunedì, 29 febbraio 2016 UNINDUSTRIA RIMINI Lunedì, 29 febbraio 2016 Stampa Locale 29/02/2016 Il Resto del Carlino (ed. Rimini) Pagina 4 MANUEL SPADAZZI Vigili a guardia della maxi rotonda per evitare l' ingorgo del secolo 29/02/2016 Il Resto del Carlino (ed. Rimini) Pagina 5 3 «Renata faccia il sindaco o torniamo alle urne» 29/02/2016 Il Resto del Carlino (ed. Rimini) Pagina 5 LUCA PIZZAGALLI Gambini stravince le primarie «Ora Cattolica cambia pagina» 29/02/2016 Corriere di Romagna Pagina 3 THOMAS DELBIANCO Primarie Pd, Gambini stravince e si candida a sindaco di Cattolica 29/02/2016 Corriere di Romagna Pagina 5 29/02/2016 Corriere di Romagna (ed. ForlìCesena) Pagina 6 29/02/2016 Corriere di Romagna (ed. ForlìCesena) Pagina 47 11 I centri commerciali ringrazino il sindaco 29/02/2016 Corriere Imprese (ed. Emilia Romagna) Pagina 2 12 «L' unione delle Bcc un' occasione unica per il sistema Italia» NICOLA TEDESCHINI Banche cooperative al bivio fra supergruppo e way out ANGELO CIANCARELLA Le Camere in rivolta Sì alle aggregazioni, no allo svuotamento 29/02/2016 Corriere Imprese (ed. Emilia Romagna) Pagina 12 FRANCESCA CANDIOLI Camere con vista Due Torri in svendita: 86 euro a notte contro i 139 di... 29/02/2016 Corriere Imprese (ed. Emilia Romagna) Pagina 13 14 16 18 20 I consumi salgono e i ricercatori studiano nuove varietà di... 29/02/2016 Corriere Imprese (ed. Emilia Romagna) Pagina 15 6 9 Misano spegne i motori: 5mila in pista 29/02/2016 Corriere Imprese (ed. Emilia Romagna) Pagina 10 4 8 Maltempo, allarme allagamenti 29/02/2016 Corriere Imprese (ed. Emilia Romagna) Pagina 2 1 PAOLO LUCCHI Il Wellness, l' intuizione di sistema che sta cambiando volto della Romagna 29/02/2016 La Voce di Romagna Pagina 6 21 23 Altro taglio del nastro e il degrado resta 29/02/2016 La Voce di Romagna Pagina 6 25 Palestra Euterpe e stadio del baseball: via agli interventi 29/02/2016 La Voce di Romagna Pagina 8 27 Gambini è il candidato sindaco 29/02/2016 La Voce di Romagna Pagina 8 28 Tocca a 'Lele' Montanari guidare l' ammutinamento del Consiglio 29/02/2016 La Voce di Romagna Pagina 9 29 Mareggiate ovunque, allerta Stampa nazionale 29/02/2016 Affari & Finanza Pagina 1 FABIO BOGO Barilla: "Saremo più forti negli Usa Expo e Made in Italy,... 29/02/2016 Affari & Finanza Pagina 2 33 Rikotta, Barollo, Parmesan il piatto ricco dell' Italian sound bruciati 60... 29/02/2016 Affari & Finanza Pagina 10 ALBERTO STATERA CONFINDUSTRIA LA RIFONDAZIONE ETICA PUÒ... 29/02/2016 Corriere Economia Pagina 30 ROGER ABRAVANEL Top Dietro i successi c' è un capo italiano 29/02/2016 Corriere Economia Pagina 40 GIUDITTA MARVELLI Sfide Con l' Abc della finanza si riducono le disuguaglianze 29/02/2016 Italia Oggi Sette Pagina 45 Carriera sprint nella consulenza 30 GABRIELE VENTURA 35 37 39 41 29 febbraio 2016 Pagina 4 Il Resto del Carlino (ed. Rimini) Stampa Locale Vigili a guardia della maxi rotonda per evitare l' ingorgo del secolo Partono oggi i lavori in via Tripoli: quattro mesi di calvario PER 'FILARE' sempre più diritto, dovremo sopportare altri quattro mesi di disagi e code. Parte oggi uno dei cantieri più attesi della viabilità riminese, quello per eliminare l' odiato semaforo all' incrocio tra le vie Tripoli e Roma e s o s t i t u i r l o c o n u n a r o t a t o r i a . I lavori dureranno almeno fino a luglio, ma sarà il primo mese di cantiere il più duro per gli automobilisti. L' obiettivo è terminare la rotatoria entro Pasqua (ma per completare i lavori serviranno poi altri tre mesi), ma palazzo Garampi ha deciso di non far lavorare gli operai nelle ore notturne anche se questo avrebbe accelerato notevolmente l' intervento per ridurre i disagi ai residenti in zona, che già dovranno armarsi di tanta pazienza. PER FAR FRONTE ai problemi di viabilità e ridurre le code, specialmente negli orari di punta, la polizia municipale sarà costantemente presente in zona con diversi agenti. «Partiamo con due pattuglie fisse, e altre due o tre pronte a dare man forte in caso di necessità anticipa il dirigente (nonché comandante della polizia municipale) Fabio Mazzotti In sostanza, avremo quasi sempre una decina di vigili sul posto». Il Comune consiglia, durante i lavori, di scegliere i percorsi alternativi, utilizzando viale Vespucci e i viali delle Regine a mare, e a monte le via Caduti di Marzabotto, Jano Planco, Panzini ed Euterpe. La polizia è comunque pronta a cambiare in corsa la viabilità della zona, in caso di necessità. «Se proprio si dovesse creare l' effetto tappo conferma Mazzotti abbiamo, tra le ipotesi, quella di rendere a doppio senso di marcia la via Bastioni orientali (oggi percorribile dalle auto solo nella direzione che va dall' Arco d' Augusto fino a via Roma)». DURANTE il cantiere l' incrocio sarà sempre percorribile in ambo i sensi, sia su via Tripoli che su via Roma. Solo la bretella che, provenendo dalla stazione, consente la svolta a destra in via Tripoli sarà, chiusa al traffico per una decina di giorni, anche se si potrà girare comunque passando dal semaforo. Per evitare troppi disagi, sono stati rivisti anche i tempi degli altri cantieri. I lavori della nuova rotatoria nella via Circonvallazione meridionale partiranno intorno al 4 aprile, quelli per l' altra rotonda con via XX Settembre nella prima metà di maggio. Dopo l' estate inizierà il cantiere per il sovrappasso ciclopedonale sulla via Roma. Manuel Spadazzi. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 1 29 febbraio 2016 Pagina 4 < Segue Il Resto del Carlino (ed. Rimini) Stampa Locale MANUEL SPADAZZI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 2 29 febbraio 2016 Pagina 5 Il Resto del Carlino (ed. Rimini) Stampa Locale RICCIONE LUCIANO TIRINCANTI CHIEDE DI RIDIMENSIONARE IL RUOLO DEL SEGRETARIO ARCURI «Renata faccia il sindaco o torniamo alle urne» «CHI È IL SINDACO di Riccione, Renata Tosi o Natale Arcuri? A questo punto pretendo spiegazioni dal sindaco. Altrimenti faccio scoppiare la crisi». E' un fiume in piena Luciano Tirincanti. Non ha gradito affatto, il vice sindaco di Riccione, le ultime mosse del segretario di Noi Riccionesi 'Nanà' Arcuri e tanto meno quelle della Tosi. Sembrava, dopo la notte dei lunghi coltelli nella maggioranza riccionese, che il peggio fosse passato. Invece siamo solo all' inizio. A scatenare il putiferio la riunione in cui Noi Riccionesi ha deciso di affidare, senza consultare il resto della maggioranza, alcune deleghe ai propri consiglieri, tra cui la polizia municipale e la cultura. E poi quel 'mi piace' messo dalla Tosi al comunicato dei fedelissimi di Arcuri, mentre i tre consiglieri dissidenti della lista hanno boicottato l' incontro. Tirincanti si è più arrabbiato per la fuga in avanti di Arcuri o per il 'mi piace' del sindaco? «Per entrambe, e per motivi diversi. Chi è Natale Arcuri per decidere quali deleghe affidare ai consiglieri di Noi Riccionesi, e a chi assegnarle? Non mi risulta che sia lui il sindaco di Riccione». Eppure la Tosi sembra approvare. «Appunto. Non mi sta bene. Io ho votato Renata Tosi sindaco, e non accetto che Arcuri prende certe decisioni. Anzi, mi meraviglio ancora che il sindaco dia ad Arcuri la possibilità di fare certe esternazioni. Non ci siamo proprio. Non mi faccio imporre le scelte da uno che si è definisce renziano». Coem lo spiega? «Chiedetelo ad Arcuri. Forse pensa di portare un fetta di Pd nella nostra maggioranza, ma io sono pronto alle barricate. Se Arcuri continua a comportarsi in questo modo facciamo cadere la giunta e si va al voto». Il vertice di maggioranza di qualche giorno fa non è servito a molto... «Io pensavo di sì. Le critiche sollevate da Lele Montanari e da altri, sulla mancanza di confronto, di metodo, sulla scarsa partecipazione alle scelte, erano giuste e sono state accolte. Per questo si è deciso di assegnare alcune deleghe ai consiglieri». Noi Riccionesi punta alla cultura? «Non decidono loro. Se qualcuno pensa di far fuori Giovanni Bezzi (il presidente dell' Istituzione cultura), pianto un casino. Bezzi resta lì». ma.spa. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 3 29 febbraio 2016 Pagina 5 Il Resto del Carlino (ed. Rimini) Stampa Locale Gambini stravince le primarie «Ora Cattolica cambia pagina» LA REGINA incorona Sergio Gambini. Una vittoria netta, schiacciante quella portata a casa dall'ex parlamentare, che con un margine di 500 voti ha stracciato il diretto avversario Corrado Piva, aggiudicandosi le primarie e diventando ufficialmente il prossimo candidato sindaco del Partito Democratico di Cattolica. Alla fine sono stati 1.201 i voti totalizzati da Gambini (63,1%), mentre Piva si è fermato a quota 700 (36,9%). L'ex parlamentare ha ipotecato tutti e tre i seggi di questa tornata elettorale, dal centro' (550 voti contro 296) al Macanno (521 voti contro 315), a Torconca (130 contro 89). Dodici le schede nulle, 7 quelle bianche. I cattolichini che ieri hanno deciso di recarsi alle urne sono stati 1.920: un r i s u l t a t o i m p r e s s i o n a n t e p e r i l Partito Democratico di Cattolica, che supera di gran lunga l'affluenza registrata alle scorse primarie (nel 2011 furono in 1.779 ad esprimere una preferenza). La rivalità tra Piva e Gambini, tra i quali nelle ultime settimane non sono mancate frecciate e polemiche, ha mobilitato un numero superiore di elettori, non solo nei ranghi del centrosinistra. I cattolichini hanno voluto premiare l'apertura verso l'esterno dimostrata da Gambini. Gambini che è riuscito a riunire attorno a sé anche esponenti dell'attuale minoranza, inclusi i due consiglieri Enrico Del Prete e Filippo Casanti. Ora all'ex parlamentare spetta un compito difficile: ricucire lo strappo' consumatosi nelle ultime settimane tra il suo gruppo e quello dell'altro candidato.OLTRE 1.900 cittadini hanno scelto la partecipazione e alla fine ha vinto il cambiamento e lo slogan di Sergio Gambini, che ha impostato la campagna elettorale proprio sullo slogan del voltar pagina con il passato. Le primarie del Pd segnano una svolta e la vittoria di Gambini è netta. Oltre 500 voti di differenza. E certamente l' apertura al tavolo civico con forze di centrodestra e comunque trasversali ha influito anche sulla partecipazione alle urne. «LA VITTORIA è stata larga, inequivocabile dice Gambini indica come Cattolica abbia voglia di ripartire, credo che questo sia una piena conferma dello slogan con il quale abbiamo impostato l a campagna elettorale: cambiare pagina. Lavorerò nelle prossime settimane per dare maggior efficacia alla scelta espressa dal popolo delle primarie, ringrazio tutti quelli che mi hanno sostenuto. La campagna elettorale è stata lunga e faticosa, e ringrazio anche coloro che hanno appoggiato Corrado Piva. Ora mi auguro che tutti sostengano le scelte compiute dagli elettori delle primarie, e ribadisco che non si sta parlando solo di un candidato ma di una linea politica che va incontro alle esigenze della città. L' affluenza è stata straordinaria, certo, e anche l' apertura alle altre forze politiche ha inciso su questa partecipazione. In un momento di sfiducia Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 4 29 febbraio 2016 Pagina 5 < Segue Il Resto del Carlino (ed. Rimini) Stampa Locale e allontanamento queste primarie lanciano un segnale in direzione opposta, frutto del lavoro svolto per un coinvolgimento di forze civiche e tutto questo conferma un' apertura del Pd volta ad accettare le sfide del rinnovamento. Nei prossimi giorni, però, bisognerà mettersi al lavoro perché le elezioni vere sono a giugno e l' esito della competizione è tutt' altro che scontata». Nel gruppo pro Gambini non hanno dubbi: «Questa è la vittoria del rinnovamento conferma Enrico Del Prete, consigliere comunale del Gruppo Misto e tutti i giovani che ci stanno sostenendo se lo meritavano, credo che non ci siano dubbi sul cammino che vuole intraprendere Cattolica». NESSUN commento da parte di Corrado Piva, tra i suoi sostenitori parla però Alessandro Belluzzi: «Ora dobbiamo lavorare tutti insieme per un unico progetto ed un unico traguardo, il sindaco Pd. L' affluenza alle primarie ci dice che questo è il primo partito della città e la base da cui partire è ottima». Entusiasmo anche per la netta vittoria: «Credo che il progetto di Gambini sia quello di un tavolo civico che creda nel rinnovamento e certamente l' apertura anche ad altre forze ha favorito un' ampia affluenza, ho visto famiglie intere alle urne» chiude Luca Ercolessi, consigliere Pd e sostenitore Gambini. Da domani inizia la vera campagna elettorale ed ora anche le altre forze politiche scenderanno in campo con candidati e programmi. Luca Pizzagalli. LUCA PIZZAGALLI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 5 29 febbraio 2016 Pagina 3 Corriere di Romagna Stampa Locale Primarie Pd, Gambini stravince e si candida a sindaco di Cattolica «La città ha deciso di cambiare pagina. Ma ora rimbocchiamoci le maniche e tutti remino nella stessa direzione, la competizione di giugno non è affatto scontata» CATTOLICA. Gambini è il candidato sindaco Pd di Cattolica. «La città ha deciso di cambiare pagina, e l' apertura al civismo ha contribuito alla straordinaria affluenza. Ma ora rimbocchiamoci le maniche e tutti remino nella stessa direzione, la competizione di giugno non è affatto scontata». Sergio Gambini è arrivato nella sede Pd di via Amici intorno alle 21,20. Il suo ingresso, ieri sera, è stato accolto con un grande applauso da parte dei suoi sostenitori, ma anche di qualche rappresentante della squadra di Corrado Piva. Proprio nel quartier generale dem sono confluite le urne con le schede arrivate dai tre seggi per lo spoglio. A coordinare le operazioni il segretario di partito Alessandro Montanari e la presidente di circolo Giuliana Giulini, davanti ad una sala affollata, con un occhio sul tavolo dello scrutinio, e l' altro sul tabellone nel quale venivano segnate le preferenze parziali. Molto buona l' affluenza, «un risultato storico», ha detto Montanari. Ai seggi si sono recate 1920 persone: sono stati 859 i votanti al seggio delle Ex Scuole Filippini (centro), 839 al Palazzetto dello Sport (MacannoVentena), 222 al Bar Euro del Torconca. Superata, anche se di poco, l' affluenza delle primarie del 2011, nella sfida tra Piero Cecchini e Alessandro Bondi, ma in quell' occasione si sceglieva il candidato sindaco della coalizione di centrosinistra, e non solo del Pd. Gambini ha fatto il vuoto in centro, con 550 preferenze, contro le 296 dell' ex assessore. Qualche istante più tardi sono arrivati gli esiti del voto al Macanno Ventena, e a quel punto si è capito che per l' ex senatore, con un vantaggio netto anche in questo seggio (521 voti contro i 315 di Piva), era fatta. A quel punto i risultati del Torconca non erano più influenti. E comunque, l' ex senatore ha conquistato anche il terzo seggio con 130 preferenze (89 per Piva). «E' stata una vittoria larga, inequivocabile, che indica come Cattolica abbia voglia di ri partire sono state le prime parole di Gambini in sede . La prendo come una conferma dello slogan che abbiamo scelto nel corso di questa campagna per cambiare pagina. Ringrazio tutti coloro che mi hanno accompagnato e soste nuto nel corso di questa campagna, che è stata lunga e faticosa. Ma ringrazio anche coloro che hanno sostenuto Piva. Mi auguro che da domani tutti sostengano le scelte compiute Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 6 29 febbraio 2016 Pagina 3 < Segue Corriere di Romagna Stampa Locale dal popolo delle primarie, che non sono solo quelle di un candidato, ma anche quelle di una linea politica, che va incontro alle esigenze della città». Gambini ha visto «un' affluenza straordinaria, in un momento di sfiducia dei cittadini verso la politica: queste primarie lan A sinistra Gambini con il segretario Pd di Cattolica Alessandro Montanari e a destra e sotto festeggia con i militanti ciano un segnale in direzione opposta. Credo che questo sia il frutto del lavoro svolto per un coinvolgimento di forze civiche e un' apertura del Pd indirizzata ad accettare le sfide del rinnovamento. Nei prossimi giorni, dopo un po' di riposo, bisognerà mettersi al lavoro perchè le elezioni vere sono a giugno. E l' esito della competizione è tutt' altro che scontata. Ora dobbiamo rimboccarci le maniche perchè si riparte». (thomas delbianco) THOMAS DELBIANCO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 7 29 febbraio 2016 Pagina 5 Corriere di Romagna Stampa Locale Maltempo, allarme allagamenti Protezione civile: onde alte 3 metri, avvertiti in 70 tra hotel e residenti RIMINI. Maltempo, pericolo allagamenti lungo tutta la costa, a causa di onde alte tre metri. Allertati hotel, ristoranti e residenti. Lo ha annunciato il Comune ieri sera in una nota poco prima delle 19 , annunciando il «pericolo di ingressioni marine». Il preallarme della Protezione civile regionale è scattato infatti ieri pomeriggio. «Le previsioni meteorologiche o d i e r n e s i leggeva nel bollettino di ieri evidenziano un moto ondoso in aumento dal pomeriggio, con mare da molto mosso ad agitato». E le previsioni hanno quindi di «possibili onde d' altezza maggiore di 3 metri e mezzo e livello del mare di un metro che e a causa della combinazione dell' altezza dell' onda e del livello del mare potrebbero generare ingressioni marine su tutta l' area costiera re gionale, territorio riminese compreso». Per questo, non appena avuto notizia, la polizia municipale, in coordinamento con la Protezione civile, si è attivata con cinque pattuglie per avvisare oltre settanta tra alberghi, ristoranti, abitazioni del «possibile pericolo, specie nelle zone in prossimità del mare che erano state colpite dall' evento calamitoso del febbraio scorso». E il bollettino ha spiegato: «Possono essere sommersi i moli, le banchine portuali e le dighe foranee e risultare difficoltose le attività che si svolgono in mare ed il funzionamento delle infrastrutture portuali». E ancora: «Possono verificarsi erosioni dell' arenile e delle difese temporanee, danni agli stabilimenti balneari ed inondazioni delle zone non protette da opere temporanee o comunque interessate dalle ingressioni del febbraio 2015». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 8 29 febbraio 2016 Pagina 6 Corriere di Romagna (ed. ForlìCesena) Stampa Locale Misano spegne i motori: 5mila in pista Dopo quella di giugno a Monza, in settembre nuova maratona di ciclismo da 12 ore Record di presenze al World Circuit tra maratone, skate, feste ai paddock e le visite al medical center MISANO. Il circuito di Misano spegne i motori per un giorno e fa il record di presenze: gli Open Games hanno registrato oltre 5mila partecipanti, quasi il doppio rispetto ai 3mila che si attendevano e che avevano affollato la scorsa edizione. A fare da richiamo sono state una decina di discipline tra basket, volley, skate, oltre all' attesa 10.000 metri podistica, evento centrale dell' appuntamento di Misano. Un trionfo, sono certi gli organizzatori, che permette di vedere con serenità i nuovi appuntamenti legati al Circuito. La maratona in bici. La conferma arriva da Andrea Albani, coordinatore generale del Misano World Circuit: «Sulla scia di questi successi abbiamo deciso di mettere in calendario un evento simile: una gara ciclistica in pista, subito dopo il MotoGP. Si tratta della 12H Cycling Marathon, dal tramonto all' alba». Si tratta di un evento che negli anni scorsi si svolgeva nell' autodromo di Monza e che quest' anno vedrà invece il doppio appuntamento: oltre a Monza, in giugno, si terrà anche il 24 e 25 settembre a Misano La formula di gara è aperta, Boom di discipline. La giornata di ieri è iniziata in pista con la MT Bike trofeo Caveja Cup e le camminate non competitive di running e nordic walking. Momento centrale della mattinata il 5° Gran Premio Città di Misano, diecimila metri di corsa in uno scenario unico e lontano dai rumori e dalle insidie della città: la pista di Misano. Tanti i partecipanti al via, tra cui anche gli spingitori che hanno accompagnato i disabili in carrozzella. Tra le donne, ha vinto Martina Facciani del team Corradini Rubiera; alle sue spalle Sabine Sobo Blay team Asd Francesco Francia; terza Elisa Mezzelani del team Sef Stamura Ancona. Tra gli uomini ha vinto Alberto Della Pasqua del team Edera Atl. Forlì; secondo Smail Charfaoui, stesso team del primo classificato; terzo Rachid Benhamdane del team Asd Dinamo Sport. sono proseguite in pista con 4° Gran Premio di ciclismo super gentleman, gentleman, veterani, junior e senior e nel pomeriggio con il tour di vei coli a propulsione umana. Ma la festa, spiegano ancora gli organizzatori, «si è tenuta soprattutto in paddock con le esibizioni di skate, di arti marziali, fixed bike e tanto altro». Presenti an che numerosi bambini che si sono potuti cimentare in tornei di minibasket e minivolley, sulla rampa da skateboard oltre a divertirsi con i laboratori didattici organizzati dall' Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 9 29 febbraio 2016 Pagina 6 < Segue Corriere di Romagna (ed. ForlìCesena) Stampa Locale associazione Io Centro di Misano. E' restato aperto tutto il giorno anche il medical center, in modo gratuito, per esami clinici, visite mediche sportive, valutazioni posturali e nutrizionali. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 10 29 febbraio 2016 Pagina 47 Corriere di Romagna (ed. ForlìCesena) Stampa Locale RIMINI I centri commerciali ringrazino il sindaco I centri commerciali del riminese dovrebbero fare un regalo al sindaco: non dico il classicissimo Rolex da delegazione d'ambasciata perchè i pubblici amministratori non possono accettare regali sopra una certa cifra per legge mi pare, ma un pensierino dovrebbero! E il sindaco che più di altri, 10 volte di più, involontariamente per carità, li ha favoriti. Sabato mattina, tradizionalmente deputato allo shopping specie alimentare, il centro è inaccessibile perchè chiuso il parcheggio Rocca, occupati Gramsci e Padane dal Mercato anche per mezzo di chilo di salsiccia, un accessorio di vestiario devi andare alla corte della Grande Distribuzione. Pertanto oggi il centro storico risulta fortissimamente mutato e connotato, non solo il sabato, dai provvedimenti Gnassi. Quando l'uomo fu eletto parlava di Torrepedrera, Miraramare e dei massimi sistemi. All'atto pratico poi si è concentrato per 5 lunghissimi anni sul Centro storico, per il mio sentire massacrandolo con interventi su viabilità e parcheggi, ed infatti simbolicamente vedi l'Inconscio!? ne ha tinte le strade di rosso. L'ultima cosa che un sindaco dovrebbe fare di questi tempi è diventare un centrocommercialista integralista: lui per scelta o caso lo è stato. L'ultima cosa di cui questa città aveva bisogno è il III maxicentro commerciale a uno sputo dal Centro Storico: lui lo ha autorizzato e caldeggiato e si farà, il contrario di quello che fanno oggi 9 su 10 città essendo noi già pieni di market, che spingono i consumi, arricchiscono le élitees, impoveriscono la middle class. Quindi dico: un pensierino ci sta tutto! Sara Amati Rimini Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 11 29 febbraio 2016 Pagina 2 Corriere Imprese (ed. Emilia Romagna) Stampa Locale «L' unione delle Bcc un' occasione unica per il sistema Italia» Pula (Federcasse Emilia): «Sbagliata la Spa, così non conta più la persona, ma il denaro» Ve d e , per m e quella dozzina di Bcc che oggi vuole uscire dal sistema difficilmente lo farà. Perché bisogna considerare la sostenibilità appunto del sistema, e non dei singoli. Guardate cosa succede con le casse di risparmio o le popolari più piccole: oggi necessitano di consistenti aumenti di capitale e si rivolgono ai grandi gruppi, che però hanno poco interesse a salvarle». Fabio Pula, dottore commercialista classe '56, presiede la neonata Rimini Banca, oltre che il collegio sindacale della Federcasse emiliano romagnola. Ha seguito molto da vicino, dunque, l' autoriforma poi recepita dal decreto RenziPadoan, con la sorprendente aggiunta della famosa way out; «a cui sono, è chiaro, nettamente contrario». Dottor Pula, il movimento delle Bcc pare volersi arroccare su posizioni poco moder ne, bloccando la cooperazione in un' autostrada senza uscita. «Certo, il vero tema è la difesa del modello cooperativo. Penso sia un grande errore politico consentire a delle società mutualistiche di entrare nel mondo capitalistico pagando una sovrattassa. Così non conta più la persona, ma il denaro». Ma non è che, mantenendo la specificità delle Bcc, Feder casse vuole difendere certe consolidate posizioni di potere? «No, affatto. Nella riforma io vedo piuttosto un' occasione unica di profondo cambiamento: nascerà un grande gruppo bancario che al centro avrà non la spartizione delle poltrone, bensì il fare impresa in modo sano, creando valore per la collettività. Un protagonista, nei prossimi 40 anni, di un settore difficile e complesso come il credito». A proposito di tempi, l' autoriforma non sarebbe dovuta arrivare prima? «Il ritardo è innegabile. Sarebbe stato meglio agire una volta assorbiti i postumi del crac Lehman Brothers. Le riforme sono consigliabili quando si possono pianificare, non quando c' è un' emergenza. Ma un po' per problemi interni al nostro movimento, un po' per i tempi della politica, siamo arrivati in Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 12 29 febbraio 2016 Pagina 2 < Segue Corriere Imprese (ed. Emilia Romagna) Stampa Locale coincidenza con l' entrata in vigore del bail in. A cui abbiamo comunque fornito una vera e inedita risposta». In che senso? «Con la creazione della spa capogruppo, tutte le banche aderenti metteranno il proprio patrimonio a disposizione della sostenibilità dell' intero movimento. E questo elemento, oltre a essere coerente con lo spirito cooperativo, è un' immensa garanzia di solidità per i nostri stakeholder, non solo di fronte al sistema bancario, ma a tutto il mondo economico nazionale ed europeo. Sento tanto parlare di difesa dell' autonomia: qui è il contrario, chi sbaglia deve perderla. Il passaggio fondamentale è avere un' unica direzione su cui far convergere ogni Bcc». La nascita del supergruppo rende inutile il percorso di aggregazioni che era stato avviato anche in EmiliaRomagna? «No, per nulla. Il numero degli istituti è comunque da ridurre: a livello nazionale si potrebbe scendere dal quadro di ora, siamo oltre quota 360, fino a 150 bcc, ciascuna con una propria area di riferimento». Basta, dunque, con la sovrapposizione territoriale tra Bcc, che tuttora porta alla concorrenza interna al movimento? «È evidente che è nefasta e da superare. L' ideale sarebbe avere un solo soggetto per ogni ambito territoriale ottimale, come una provincia. L' ambito deve essere definito in base non solo ai confini amministrativi, ma anche a storia e specificità locali. A me piace la metafora dell' uva: in Emilia servono chicchi grossi, in Trentino chicchi più piccoli». Fuor di metafora, punta alla Bcc unica della Romagna? «No, penso che in Romagna il consolidamento porterà a 3 o 4 poli, tanti appunto quanti sono gli ambiti territoriali: Rimi ni, Cesena, Forlì, Ravenna, magari con l' aggiunta di Faenza». Intanto lei ha portato la Bcc Valmarecchia a fondersi con la Banca di Rimini. «La nuova Rimini Banca è partita molto bene, l' obiettivo è creare un modello bancario avanzato. Abbiamo 215 dipendenti per 32 filiali, una raccolta totale di oltre 1,5 miliardi, circa 800 milioni di impieghi e un Tier 1 di oltre 16%. La copertura delle sofferenze con gli accantonamenti è oltre il 60%, e oltre il 48% quella sul totale dei crediti deteriorati: dati invidiabili». N. T. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 13 29 febbraio 2016 Pagina 2 Corriere Imprese (ed. Emilia Romagna) Stampa Locale Ecco cosa prevede il testo della riforma e le conseguenze che avrà sui 19 istituti dell' Emilia Romagna. Ma resterà così? Banche cooperative al bivio fra supergruppo e way out Il contropiede in zona Cesarini si è sentito, inutile negarlo. Il decreto RenziPadoan ha lasciato diversi punti interrogativi nelle figure guida del credito cooperativo emiliano romagnolo. Il movimento, però, ora guarda all' inevitabile battaglia parlamentare, e agli equilibri interni. Perché al momento, in regione, si profila un sistema delle Bcc multipolare che idovrà trovare una nuova composizione. Il primo polo è certo Federcasse, associazione che sta alle Bcc come Federmeccanica sta alle imprese metalmeccaniche. Giulio Magagni, numero uno di Emil Banca, nonché tra i primi fautori della riforma come presidente della banca nazionale di sistema, Iccrea, guida un movimento fatto di quasi 118.000 soci per 19 istituti, non lontanissimi dal miliardo care un quarto micropolo, riconducibile alle bcc toscane esterne alla relativa Federcasse, le stesse che, grazie ai buoni rapporti con l' establishment renziano, avrebbero ottenuto l' inserimento nel decreto delle famose righe sulla way out. Quelle Bcc hanno creato una propria sovraholding, la Cabel, per centralizzare le attività di back office. Cabel, a propria volta, è tra gli azionisti di punta, oltre che super consulente, della piccola Banca Agci, che ha sede in via Alessandrini a Bologna e vede un management a forti tinte ravennati. Si tratta di un micro polo, appunto, legato al mutualismo mazziniano, e che tuttavia le cronache definiscono in ambiziosa espansione. E dunque: perché il nucleo duro delle bcc insiste sulla maggiore unità possibile del sistema? C' è, è chiaro, la motivazione «difensiva»: il paragone è un po' forte, ma il ruolo del nuovo supergruppo assomiglia a quello che il Fondo monetario internazionale svolge quando i Paesi aderenti vanno in difficoltà con i conti. Per questo, ferma la patrimonializzazione minima a 1 miliardo di euro, è naturale che maggiori sono le adesioni, tramite il famoso contratto obbligatorio di coesione, maggiore è la solidità percepita sul progetto tutto. Ma esiste anche una motivazione «espansiva»: in breve, il credito cooperativo intende divenire un vero market leader bancario. La cosa, impossibile con l' attuale grado di frammentazione, è particolarmente Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 14 29 febbraio 2016 Pagina 2 < Segue Corriere Imprese (ed. Emilia Romagna) Stampa Locale sentita in EmiliaRomagna, dove i maggiorenti figurano appunto anche tra le vedette nazionali. Da Piacenza a Rimini, si avverte la concorrenza dei colossi Intesa San Paolo e Uni credit; e degli operatori sovraregionali, come Bper, Banco Popolare o anche il Credem, che nel 2013, evidentemente infastidito da un rivale ritenuto credibile, minacciò azioni legali contro il Banco Emiliano, per l' assonanza nella denominazione. Soprattutto, è ancora piu. NICOLA TEDESCHINI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 15 29 febbraio 2016 Pagina 10 Corriere Imprese (ed. Emilia Romagna) Stampa Locale Le Camere in rivolta Sì alle aggregazioni, no allo svuotamento La riforma degli enti è in alto mare, ma in Romagna il primo di almeno tre matrimoni Di sicuro c' è solo che diminuiscono. Senza attendere il decreto legislativo «araba fenice» sul riordino delle Camere di commercio, che tra le altre cose dimezzerà a 60 le attuali 105, il sistema camerale procede (a piccoli passi) con l' autoriforma, che ne ha già ridotto il numero a 88. Solo un paio (Venezia Rovigo e Molise) hanno completato il percorso, ma l' iter matrimoniale è avviato per altre 26 dalle quali ne nasceranno 11. Così ha certificato, all' inizio di febbraio, il ministro Guidi nell' annuale relazione al Parlamento. Un matrimonio è in corso in Romagna, con la fusione tra Forlì Cesena e Rimini, arrivata sotto l' albero di Natale con il decreto 23 dicembre del ministro dello Sviluppo economico e ora in fase di costituzione. In Regione altri matrimoni sono allo studio, tra Ferrara e Ravenna (con qualche strabi smo a Ovest, verso Modena che per ora si guarda intorno) e un «superducato» a Nord, tra Piacenza, Parma e Reggio Emilia, con un numero di imprese per la prima volta ben oltre quota 100.000: 117.415 a fine gennaio. Bologna, per dimensione e status (città metropolitana con oltre 84.000 imprese iscritte) può far da sé. Il dato dimensionale non va sottovalutato, perché il decreto legislativo, tuttora incerto su funzioni e prospettive, sembra sicuro sul minimo di 75.000 imprese iscritte, con poche eccezioni. A prima vista i due accorpamenti romagnoli non raggiungono entrambi la soglia. Ma è un effetto ottico, perché si parla di aziende «iscritte o annotate» nei «registri delle imprese». Le imprese agricole, per esempio, non sono obbligate all' iscrizione nel registro delle imprese; le artigiane sono iscritte in un elenco speciale. Così Forlì Totale EmiliaRomagna Cesena Rimini censisce ben 99.714 imprese (sia pure con un dato invecchiato, di fine 2014). Non è solo questione di numeri. La grande partita si svolge sulle funzioni delle camere. Fino alla bozza del decreto legislativo attuativo della legge Madia, il governo ha confermato la sua ostilità e la sottovalutazione non solo dei servizi svolti dal sistema, quanto di quelli che potrebbe svolgere. La sollevazione «camerale» (sindacati compresi: meno funzioni uguale più esuberi, tra i 10.000 dipendenti compresi i 3.000 delle 111 aziende speciali) ha impedito che il provvedimento arrivasse al Consiglio dei Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 16 29 febbraio 2016 Pagina 10 < Segue Corriere Imprese (ed. Emilia Romagna) Stampa Locale ministri del 20 gennaio scorso, insieme ad altri nove sulla riforma della pubblica amministrazione. E lo respinto in alto mare. Oggi non c' è traccia del nuovo testo, assicurano, sotto giuramento, perfino coloro che, a Roma e Bologna, dovrebbero essere vicini al dossier. Tutti i presidenti hanno deplorato l' intenzione del governo di espellere le Camere di commercio dai servizi alle imprese e dal sostegno allo sviluppo locale e all' internazionalizzazione. Il bolognese Giorgio Tabellini ha ricordato le infrastrutture nate dalla ca mera locale, dall' aeroporto (oggi quotato) alla Fiera, al Centergross, all' Interporto e a Fico; e i 7 milioni conferiti al Consorzio Fidi lo scorso anno. In attesa di saperne di più, Claudio Pasini, il segretario generale di Unioncamere dell' Emilia Romagna, ricorda tre ambiti strategici di cui non solo le imprese, ma anche il governo dovrebbe avere tutto l' interesse ad avvalersi: il sostegno all' internazionalizzazione promosso all' estero dal nuovo Ice, che sul territorio solo a caro prezzo potrebbe rimpiazzare la presenza capillare delle camere di commercio; l' agenda digitale, avvalendosi dell' expertise di un sistema che gestisce in modo totalmente informatizzato e accessibile da remoto il Registro delle imprese, e gestisce i servizi per quasi 3.800 degli 8.000 comuni italiani; l' alternanza scuola lavoro, che le piccole imprese non saranno mai in grado di gestire da sole. Ma, per avvalersi delle camere, dovrebbero iscriversi nella sezione speciale Registro nazionale per l' alternanza scuola lavoro, pagando i relativi diritti: oltre 100 euro, più di quanto una piccola impresa spenda per i diritti annuali, ridotti di un terzo lo scorso anno, del 40% quest' anno e della metà dall' anno prossimo. Quattrocento milioni in meno per le camere di commercio e altrettanti risparmiati dalle imprese. Ma se si iscrivessero tutte al nuovo registro, spenderebbero di più. Angelo Ciancarella. ANGELO CIANCARELLA Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 17 29 febbraio 2016 Pagina 12 Corriere Imprese (ed. Emilia Romagna) Stampa Locale Camere con vista Due Torri in svendita: 86 euro a notte contro i 139 di Venezia Di Giansante (Federturismo): «Colpa della fiera che non attira più clientela business». Mazza (Confesercenti): «C' è un surplus di sistemazioni irregolari» Sono solo 154 i chilometri che separano le due città italiane in cui, a seconda di dove ci si trovi, si possono trovare le camere d' albergo più care o più economiche del Bel Paese. Da una parte c' è Venezia, che offre una notte al coperto con meno di 139 euro; dall' atra invece c' è Bologna, le cui tariffe in media non superano gli 86 euro, assurgendo a città con gli hotel meno costosi d' Italia. A fornire questi dati è l' Osservatorio Hrs sul turismo e il business travel, che ha appena pubblicato la nuova edizione del Price radar sui prezzi medi per notte degli alberghi di tutto il mondo. Quello di Bologna è un primato detenuto già da diverso tempo, ma che stupisce se comparato a quello che è stato l' anno d' oro del turismo per l' EmiliaRomagna. Nei soli primi nove mesi del 2015, infatti, si contavano già oltre 43 milioni di notti prenotate nelle varie realtà turistiche di tutta la regione, comprese le città d' arte come il capoluogo felsineo con i suoi 340 hotel per un totale di oltre 25.000 posti letto. A cui se ne aggiungono altri 81.000 tra b&b, alloggi privati e agriturismi. «Bologna è il centro urbano con i prezzi più bassi, nonostante il boom di visitatori di quest' anno e la qualità medio alta delle strutture spiega Marianna Di Giansante di Federturismo Confindustria È una discrepanza che dipende da vari fattori: da una parte la Fiera non è più come prima e si sta perdendo la parte ricca del turismo business, quella che spende di più. Dall' altra alcune politiche del passato hanno portato a una svalutazione della città». Ma c' è altro oltre al calo di chi viene qua per lavoro: gli albergatori sono convinti che il surplus di camere e alloggi disponibili in città abbia contribuito all' abbassamento dei prezzi. E qualcuno parla anche di «turismo sommerso». «Non pensiamo solo ad Airbnb ragiona Paolo Mazza, presidente della AsshotelConfesercenti di Bologna ma ci sono diverse realtà, come i b&b irregolari, che esercitano varie forme di concorrenza sleale. Ogni albergatore ha dei costi, ed è giusto che li sostengano tutti». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 18 29 febbraio 2016 Pagina 12 < Segue Corriere Imprese (ed. Emilia Romagna) Stampa Locale A preferire questi alloggi, più spartani, è soprattutto chi viene in città durante le ferie e cerca prezzi bassi, a volte anche stracciati. Anche se, come racconta Mazza, è stato proprio il popolo dei vacanzieri della scorsa sta gione meno disposto a spendere di chi viene per affari, ma più presente a non far andare in rosso a fine anno gli albergatori, soprattutto quelli che non hanno strutture in centro. «Oggi fuori dalle mura si possono trovare hotel con stanze anche a 5060 euro, mentre negli anni tante catene, come Sheraton, se ne sono andate. Il 2015 però non è andato male, i fatturati e l' occupazione delle stanze degli alberghi sono cresciuti almeno del +3/4%», continua Mazza che per il 2016 nutre buone speranze. E a confermare in parte le sue aspettative c' è anche l' indagine di Italian Hotel Monitor: il numero di notti trascorse dai turisti nel capoluogo felsineo a gennaio è aumentato del 5% rispetto allo stesso mese del 2015. A scapito però di tariffe che non sono cambiate, con cali dall' 1,6% al 0,3% un po' in tutto il Paese. «C' è anche da dire che è mu tato lo stesso modo di viaggiare. Se prima ci si fermava qualche giorno per le fiere e i meeting di lavoro, ora con l' alta velocità si può fare tutto in giornata sottolinea Celso de Scrilli, presidente di Federalberghi Bologna Prima l' albergo era il posto più facile da contattare, mentre ora con un click si ha l' imbarazzo della scelta». Non bisogna però neanche dimenticare la nomea della «Grassa», storicamente conosciuta come una città economica. «Da sempre, forse anche per via dell' università e per il cosiddetto turismo per la sanità, qua si possono trovare posti letto a prezzi non esorbitanti. Da quando però sono spuntate tutte queste strutture ricettive, si è iniziata una guerra delle tariffe senza senso. E ora chi non ha la fortuna di trovarsi in centro, sta soffrendo». Francesca Candioli. FRANCESCA CANDIOLI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 19 29 febbraio 2016 Pagina 13 Corriere Imprese (ed. Emilia Romagna) Stampa Locale I consumi salgono e i ricercatori studiano nuove varietà di coltivazione della valeriana ampie». Spinti dai consumi in netto aumento, i ricercatori studiano nuove varietà più performanti a seconda del periodo di coltivazione e del clima, per il Nord e il Centro sud Italia. «Della tipologia più diffusa, detta Verde de Cambrais, dalla foglia tonda e compatta, sono oggi in commercio alcune decine di varietà: l' ultima è Amely, invernale, oppure Accent che si adatta a tutte le stagioni». In Romagna è considerata una coltura di complemento, «destinata in particolare al mercato del fresco», come spiega l' agronomo Stefano Pazzagli. «La superficie coltivata, che è prevalentemente in serra o sotto tunnel, non è mai estesa e le tecniche sono manuali». «La cultivar più rappresentativa è la storica Seme grosso d' Olanda aggiunge Moreno Manzi Ricci, esperto riminese che affianca le aziende nel percorso di coltivazione Cresce La valeriana (Valerianella locusta), conosciuta anche come valerianella, grassa gallina o soncino, è una pianta erbacea annuale appartenente alla famiglia delle Caprifoliaceae. Produce una rosetta di foglie tenere e ellittiche o spatolate, con o senza picciolo a seconda della loro posizione su terreni sabbiosi e la raccolta va da settembre ad aprile. Alcuni agricoltori preparano mix di insalate già pronte per la vendita diretta». Giancarlo Lombardi da dieci anni si cimenta in 6.000 metri quadri di serra nella campa gna di Bellaria (Rimini). «Una volta facevo solo insalata e indivia scarola poi racconta ho scelto la valeriana. La vendo bene all' ingrosso però precisa se ne produceva certamente di più quando non c' era la quarta gamma. Ora sui banchi del mercato soffriamo un po' la "concorrenza" di chi viene da fuori, soprattutto dal Veneto, ma il prodotto offerto tiene il passo l' orticoltore è differente dal nostro, di dimensioni ridotte». E per ab battere i costi di produzione? «Faccio nascere le piantine nel mio vivaio così dice risparmio». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 20 29 febbraio 2016 Pagina 15 Corriere Imprese (ed. Emilia Romagna) Stampa Locale L' intervento Il Wellness, l' intuizione di sistema che sta cambiando volto della Romagna SEGUE DALLA PRIMA Si tratta dell' 1,5% della nostra popolazione. È come se a Roma al calar del sole si incontrassero per camminare assieme 40.000 persone e a New York 120.000. In quel caso certamente i media parlerebbero di «movimento mondiale» di «evoluzione in corso». Ma accade a Cesena e qui nessuno utilizza le stesse espressioni. Quello in atto è però un cambiamento evidente, tradotto anche in un costante aumento degli oltre 500 bimbi protagonisti (con i loro genitori e nonni) dei «bici bus» e dei «piedi bus»; o degli ormai 270.000 cesenati che, nel corso del 2015, hanno lasciato l' auto in uno dei nostri tre parcheggi scambiatori, per recarsi al lavoro con le linee di bus «fucsia». Ed è quindi facile non sorprendersi per il dato diffuso dalla Wellness Foundation, che oggi identifica per la Romagna un più 10,1% di popolazione attiva, rispetto alla media nazionale. Ma il cambiamento si sta traducendo anche in scelte di organizzazione della città. Come spiegare, per esempio, l' impatto positivo che a Cesena ha prodotto una scelta che in altri tempi avrebbe causato una piccola rivoluzione quella di riportare a uso agricolo 190 ettari di terreno, sino a pochi mesi fa destinati ad ospitare nuove fabbriche e nuovi appartamenti che nessuno più utilizzerebbe e che prefigura uno scenario di prossima ricucitura urbana, al quale si sono applicate anche Cervia e Rimini, per restare in Romagna? Il tutto, naturalmente, condito da un impatto sul siste ma imprenditoriale, che sta vedendo moltiplicare le imprese che si occupano di benessere in scia a Technogym, ma non solo le startup tecnologiche che tendono a migliorare le perfomance sportive e sociali di chi fa attività fisica; le aziende (come Orogel, Apo fruit, Amadori in primis) che hanno ormai convertito al settore del benessere e del rispetto ambientale la parte prevalente della propria produzione agro alimentare. Insomma, quella di Alessandri non è una semplice intuizione: è «l' intuizione di sistema» che sta già facendo cambiar volto alla Romagna e abitudini ai romagnoli, aiutandoci a tracciare le coordinate di uno sviluppo perfettamente adattabile alla nostra grande voglia di socialità. Che Davos del benessere quindi sia, ma totalmente, «made in Romagna». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 21 29 febbraio 2016 Pagina 15 < Segue Corriere Imprese (ed. Emilia Romagna) Stampa Locale PAOLO LUCCHI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 22 29 febbraio 2016 Pagina 6 La Voce di Romagna Stampa Locale Altro taglio del nastro e il degrado resta GHETTO TOMBANUOVA Domani s' inaugura una nuova palazzina, ma i residenti delle vie Coppi e Bartali protestano Ci avviciniamo a grandi passi alle elezioni comunali. Tempo di tagli di nastri per il sindaco uscente. Il primo in ordine di tempo domani per l' inaugurazione del complesso di Edilizia R e s i d e n z i a l e P u b b l i c a ( E r p ) d i Tombanuova (via Fausto Coppi, 6 14) alle ore 11.Oltre a Gnassi e al suo vice Gloria Lisi, ci saranno i vertici dell' Acer con Mangianti, Celli Stargiotti e la Atzei. Ben vengano i nuovi insdiamenti abitativi per aiutare le famiglie in difficoltà. Il problema e che proprio nelle immediate vicinanze, stessa via e via Bartali, esiste un altro insediamento abitativo che non se la passa granche bene. Lo stabile grezzo abbandonato di proprietà ACER e stato completato in quest' ultimo anno: proprio nei giorni scorsi sono stati effettuati piccoli lavori di messa in sicurezza (segnaletica stradale orizzontale e verticale, taglio dell' erba) proprio in vista dell' inaugurazione di domani. Questi interventi minimi si sono resi necessari in quanto non potevano permettersi di mandare delle persone ad abitare in un' area non a norma per quanto riguarda i requisiti minimi di sicurezza di accesso stradale all' area. Ma alla richiesta di un residente, se il resto dell' urbanizzazione sarebbe andata avanti, hanno confermato dal Comune che loro sono ancora con le mani legate fino al prossimo anno, perché la concessione alle ditte lottizzanti scade nel Luglio 2017 e fino ad allora sono sempre loro (le ditte edili lottizzanti) i responsabili della sicurezza e pulizia dell' area. Già tempo addietro La Voce si fece amplificatore delle proteste di alcuni residenti e da allora ad oggi le cose non sono cambiate. "Il cantiere delle ditte lottizzanti abbandonato da 4 anni con rifiuti edili sparsi dappertutto accanto al nostro palazzo dicono alcuni residenti e ancora lì. Si evidenzia anche la mancanza di pulizia regolare delle strade perché essendo strade private, Hera non ha avuto l' appalto. Si nota anche la mancanza di un' area verde per i tanti bambini che già ci sono e i tanti che arriveranno ancora nelle case popolari e soprattutto la più totale incertezza e mancanza di qualsiasi pianificazione concreta per lo sviluppo futuro di quest' area, che doveva diventare una nuova area residenziale, ma che e bloccata in questo limbo da anni, a causa delle condizioni più che critiche delle ditte lottizzanti che hanno bloccato tutti i lavori per mancanza di fondi. E nessuno sa dire se e come verrà mai sviluppata quest' area come un normale quartiere cittadino, perche il Comune non potrà intervenire fino a Luglio Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 23 29 febbraio 2016 Pagina 6 < Segue La Voce di Romagna Stampa Locale del prossimo anno quando scadrà la concessione alle ditte lottizzanti, e poi dovrà comunque redarre un nuovo progetto per finire l' urbanizzazione e dare un assetto definitivo a queste due vie". Per dare una rinfrescatina dello status quo qui accanto e nelle tre fotografie sotto vi mostriamo alcune fotografie scattate nei giorni scorsi. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 24 29 febbraio 2016 Pagina 6 La Voce di Romagna Stampa Locale Palestra Euterpe e stadio del baseball: via agli interventi TRA OGGI E DOMANI L' assessore Brasini: "Proseguiamo con l' ampio programa di riqualificazione dell' impiantistica sportiva che dal 2013 al 2015 ha visto stanziare l' Amministrazione quasi 10 milioni e mezzo di euro. In quest' ottica è importante poter andare a recuperare finanziamenti extra" Sono pronti a partire questa settimana alcuni nuovi cantieri per la manutenzione e la riqualificazione degli impianti sportivi del territorio. Oggi infatti prenderanno il via i lavori alla Palestra Euterpe, una delle strutture di maggior rilievo per la pratica della ginnastica e che sarà oggetto di un importante intervento di manutenzione e che riguarderà nel dettaglio il rifacimento del manto di copertura. Il costo dell' opera, che e stata affidata ad Anthea, e di 130 mila euro ed e stato finanziato attraverso il contributo che la Regione Emilia Romagna ha a s s e g n a t o a l C o m u n e d i Rimini p e r l a riqualificazione realizzata in estate dello statdio Romeo Neri. La quota rimanente del contributo regionale complessivamente 356 mila euro sarà impegnata per l' adeguamento di altre strutture sportive citta dine, dalla manutenzione alla Palestra Corpolò e al Palasport Flaminio fino agli interventi allo stadio del Baseball. I lavori al 'diamante' di via Monaco del valore di oltre 1 5 0 m i l a e u r o partiranno d o m a n i e riguarderanno il rifacimento delle scale, dei terrazzi intermedi e di colmo e soprattutto il ripristino della completa funzionalità dell' impianto di illuminazione, con il rifacimento di quattro torri faro e la manutenzione straordinaria dei componenti elettrici delle altre quattro torri. "Proseguiamo con l' ampio programa di riqualificazione dell' impiantistica sportiva sottolinea l' assessore allo Sport del Comune di Rimini Gian Luca Brasini che dal 2013 al 2015 ha visto stanziare l' Amministrazione quasi 10 milioni e mezzo di euro. In quest' ottica e importante poter andare a recuperare finanziamenti extra, in modo tale da poter liberare altre risorse nel bilancio comunale da destinare ad altri impianti. Grazie al progetto che abbiamo presentato nei mesi scorsi in Regione siamo riusciti ad ottenere uno stanziamento importante, che ci ha consentito di intervenire in tempi rapidi su alcuni impianti che richiedevano manutenzioni urgenti. Continuando su questa strada, abbiamo deciso di partecipare ad un altro bando, 'Sport e Periferie', questa volta promosso dal CONI che ha istituito un Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 25 29 febbraio 2016 Pagina 6 < Segue La Voce di Romagna Stampa Locale fondo da 100 milioni di euro per il triennio 20152017 per la realizzazione, rigenerazione e il completamento di impianti sportivi, con particolare attenzione per zone periferiche della città. Un obiettivo in linea con l' attenzione che l' Amministrazione sta dedicando ai cosiddetti impianti di 'quartiere', e in particolare agli impianti dedicati al calcio". Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 26 29 febbraio 2016 Pagina 8 La Voce di Romagna Stampa Locale Gambini è il candidato sindaco CATTOLICA Nelle primarie del Pd tutto secondo pronostici: sconfitto Piva. Vittoria netta: 1.201 voti sui 1920 espressi Rispettando i pronostici della vigilia, Sergio Gambini è il candidato sindaco del Pd per le prossime elezioni comunali. La conferma ufficiale è arrivata ieri sera dopo le primarie svolte a Cattolica. Grazie all' ottima assistenza fornita ai media dall' organizzazione Cubia uno sguardo su Cattolica che attraverso la propria pagina face book ha tenuto costantemente aggiornati i dati, le operazioni di voto per le primarie Pd sono volate via lisce. Sono stati 1.920 i cattolichini che si sono recati a votare nei tre seggi allestiti ieri. Rispettate quindi le aspettative della vigilia del segretario Alessandro Montanari che aveva fatto un appello al voto. Nonostante nels eggio del centro città Piva abbia avuto 290 voti contro i 50 di Gambini, nelle altre due sezioni non c' è stata storia. Al seggio del Torconca per esempio con 839 votanti, 521 hanno scelto Gambini e 315 per Piva. Il vantaggio è poi via via aumentato fino al responso finale. L' ufficialità è arrivata alle 21,22. Gambini ha otte nuto 1.201 vor i su 1.920 espressi. Il segretario Montanari: "Risultato importante, ora il partito deve essere compatto per il voto di giugno". Gam bini ha poi raggiunto la sede e ha ringraziato i suoi sostenitori auspicando ora l' impegno di tutto il partito a sostegno della sua candidatura. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 27 29 febbraio 2016 Pagina 8 La Voce di Romagna Stampa Locale RICCIONE Tocca a 'Lele' Montanari guidare l' ammutinamento del Consiglio Pensiero stupendo. Lele' Montanari guida l'ammutinamento (per usare il gergo marinaro che ama tanto) del veliero di Noi Riccionesi. L'ultimo pensiero stupendo (anzi, tremendo) del vecchio lupo di mare della politica riccionese è far saltare gli equilibri del Consiglio che si tiene questa sera. Avrebbe i numeri per rendere deserta la seduta. Di certo, una diserzione pare più che possibile. Il Comune è in ostaggio di Lele' il pirata? No, dice lui. Il problema di Noi Riccionesi (e dunque, volenti o meno, di noi riccionesi) è Natale Nanà' Arcuri, che al dialogo preferisce l'obbedienza totale, pensa che i consiglieri siano i sudditi del suo reame. Io non mi faccio dire con chi devo parlare, cosa devo dire Non chiedo il permesso a Nanà', dice Montanari. Al d i l à d e l l e v e n d e t t e i n t e r n e a l partito d i maggioranza, resta la pratica politica: probabilmente un gruppo di noi potrebbe non partecipare alla discussione delle interrogazioni e delle interpellanze. Ma il Rue è stato fatto bene, merita di essere votato, dice Lele'. Le cui richieste maggior ascolto, autonomia, condivisione e i cui dubbi una civica non serve soltanto a sanare i buchi delle strade, ma per governare, con proposte etiche e progetti politici di lun Stasera potrebbe andare deserta (o quasi) la seduta comunale Noi Riccionesi in crisi esistenziale? ga gittata: come può convivere, allora, un uomo di destra con un renziano al timone e una manciata di cattocomunisti in barca? meriterebbero una attenzione diversa dagli schiaffoni retorici che Nanà' sbatte in faccia agli ammutinati. L'impero di Nanà', ormai sconfitto a Rimini e in declino a Riccione, è rapidamente finito? La Tosi deve ricordarsi che è lei ad aver vinto le elezioni, non Nanà'. Arcuri ha fatto il suo lavoro, e l'ha fatto bene. Adesso siamo noi a dover governare: questa è la morale stesa da Montanari. Intanto, il Comune è in balia delle minuscole liti dei Noi Riccionesi e noi riccionesi subiamo. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 28 29 febbraio 2016 Pagina 9 La Voce di Romagna Stampa Locale NUOVO ALLERTA METEO Costa sotto osservazione Mareggiate ovunque, allerta La Protezione civile dell' EmiliaRomagna ha attivato la la fase di preallarme per il mare con moto ondoso in aumento, da molto mosso ad agitato (altezza d' onda maggiore di 3.5 m e livello del mare di 1 m), e probabili ingressioni marine (a causa della combinazione della altezza dell' onda e del livello del mare) su tutta l' area costiera, più accentuate nella parte nord. L' allerta che ha validità di 18 ore a partire dalle 18 di ieri riguarda i comuni costieri di San Mauro Pascoli, Cesenatico, Gatteo, Savignano sul Rubicone, Cattolica, Riccione, Rimini, BellariaIgea Marina , Misa no Adriatico, Cervia (Ra), Ravenna (Ra), Comacchio, Codigoro e Goro. Possono essere sommersi i moli, le banchine portuali e le dighe foranee e risultare difficoltose le attività che si svolgono in mare ed il funzionamento dei porti. Anche erosioni dell' arenile e delle difese temporanee, danni agli stabilimenti balneari e inondazioni del retrospiaggia. La Polizia municipale di Rimini, in coordinamento con la Protezione civile, si è attivata con le pattuglie disponibili (cinque) per avvisare oltre settanta tra alberghi, ristoranti, abitazioni del possibile pericolo, specie nelle zone in prossimità del mare che erano state colpite dall' evento calamitoso del febbraio scorso. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 29 29 febbraio 2016 Pagina 1 Affari & Finanza Stampa nazionale Barilla: "Saremo più forti negli Usa Expo e Made in Italy, occasioni perse" New York G uido Barilla guarda l' America dalla vetrina dell' ultimo ristorante che il colosso di Parma ha aperto a New York, in Herald Square nel cuore di Manhattan. Una vetrina digitale, che spiega ai passanti il menù aggiornato e permette di leggere i commenti dei clienti e di vedere le foto dei piatti in tempo reale. È un pezzo di made in Italy che si mette in mostra per gli Stati Uniti. «Barilla ha guardato agli Stati Uniti fin dal dopoguerra dice il presidente della multinazionale da qui abbiamo preso ispirazione per la nostra politica commerciale, da qui sono venuti formidabili spunti per la comunicazione e per il packaging. Tra noi e gli Usa c' è stata una storia affettiva, che continua ancora». Presidente, la Barilla è stata anche interamente americana per un certo periodo della sua vita. Poi è tornata tricolore. «Si, siamo stati anche americani. Venduti e poi ricomprati da mio padre Pietro nel 1979. È in quegli anni che in azienda entra una forte influenza nei metodi di gestione, che qui erano particolarmente sviluppati per quel tempo». «D a allora gli Usa sono per noi una vocazione. Tanto che negli anni '90 abbiamo deciso di diventare proprio qui un produttore di pasta. Abbiamo aperto uno stabilimento nel 1997 in Iowa, seguito dal secondo nello stato di New York, nel 2007 ad Evon. Oggi facciamo 600 milioni di dollari di fatturato, in gran parte nel settore della pasta, dove siamo leader con una quota del 30 per cento, e siamo forti anche nel settore dei sughi e delle salse ricettate ». Andate negli Usa perché l' Italia e l' Europa sono diventati mercati piccoli per un prodotto tipico come la pasta? «No, la scelta di andare oltre l' Italia è slegata dal mercato domestico. Noi abbiamo posizioni importanti in Europa, ma il nostro mercato è il mondo e quindi noi dobbiamo essere qui, perché questo è il mercato più importante. Ma ci guardiamo attorno in Europa e in quei paesi dove ci sono opportunità di crescita. Stiamo facendo scouting, ci sono tante aziende di grande qualità all' estero che in teoria possono interessarci, magari però qualcuna di queste non è in vendita. Ma cresciamo anche in Italia e in casa siamo molto solidi. Poi miglioriamo la nostra competitività, stiamo portando avanti una trasformazione culturale, ci stiamo avvicinando molto ai consumatori. È un passaggio importante nella nostra storia». Il mondo però significa anche l' Asia, e in particolare la Cina: miliardi di consumatori che cominciano ad Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 30 29 febbraio 2016 Pagina 1 < Segue Affari & Finanza Stampa nazionale apprezzare anche il cibo occidentale. Come vi muovete su quel fronte? «La Cina è un mercato diverso, i cinesi hanno abitudini alimentari consolidate. Abbiamo lanciato un prodotto lì, ma la strada sarà lunga e particolarmente complicata». Avevate come obiettivo quello di raddoppiare il fatturato entro il 2020. Ce la farete? «Il progetto ha subito un rallentamento, anche perchè era in parte legato a un programma di possibili acquisizioni, che non ci sono ancora state. Aumentare il fatturato è facile se si comprano aziende. Ma devono essere aziende con cui fare sinergie e avere comunità di business e culturali. Noi facciamo sviluppo in base alle nostre capacità». E la Borsa rimane lontana. «La quotazione in Borsa non ci interessa, cresciamo con i nostri mezzi». Quattro mesi fa si è chiusa l' Expo di Milano. Che bilancio può farne? «Quello economico non lo conosco. Penso però che l' Italia abbia perso una occasione importante. L' Expo non era solo una vetrina per far conoscere il prodotto italiano e ricevere capi di stato e di governo, ma nasceva con l' intento di far convergere i riflettori sull' alimentazione e far capire al mondo che il problema del cibo deve essere affrontato in tempi brevi per evitare gravi conseguenze. Di questo non siamo stati abbastanza capaci. Noi ne abbiamo parlato con una nostra iniziativa , il libro ricerca "Eating Planet", e con la Carta di Milano che abbiamo consegnato all' Onu. Tra breve la sostenibilità alimentare diventerà critica, i cittadini del pianeta dovranno dare un contributo. Guai se continueremo a fare scelte scellerate come facciamo adesso quando, assai presto, nel mondo ci saranno 10 miliardi di persone: allora il pianeta affronterà tristi situazioni. Sotto questo aspetto Expo è mancata». Anche la difesa dei prodotti italiani dalla contraffazione sembra debole, e mentre in Europa si dibatte sul "made in" la sensazione è che ne usciremo parzialmente sconfitti. «Sappiamo perfettamente che quas il 50 per cento del fatturato denominato a marchio italiano all' estero è "fake italian". E di fronte a questo assalto reagiamo in tre modi sbagliati. Per prima cosa il Paese non riesce a fare sistema. I produttori italiani quando vanno all' estero ci vanno da soli, senza un paracadute che li protegga e valirizzi i prodotti tipici, a differenza di quello che fanno i francesi, tedeschi, gli spagnoli. Poi va riconosciuto che anche a casa nostra ci spariamo addosso da soli, e invece di valorizzare le molte cose belle che abbiamo ci focalizziamo sui casi in cui qualcuno sbaglia e sui casi di contraffazione. Certo, a volte ci sono delle mele marce nel settore agroalimentare, cosi come in altri comparti, ma è sbagliato accendere un deleterio ed esagerato allarmismo. Qualche tempo fa si è parlato di prosecco adulterato. Il messaggio arrivato nel mondo è che tutto il prosecco italiano è adulterato, cosa falsa. C' è una tendenza nazionale a considerare negativo tutto quello che è industria, a farci le lotte in casa, a non fare sinergia. Nel resto del mondo non è così, gli altri fanno sistema e creano forza. Prendiamo i tedeschi. La Germania esporta 60 miliardi di prodotti alimentari in valore, il doppio di quello che fa l' Italia, e la maggior parte del loro fat turato è fatto dalle carni insaccate. Le sembra possibile? Bravi loro, male noi che invece litighiamo sull' olio, sul vino, sul grano, sulla pasta. L' alimentare è un settore strategico per il Paese, bisognerebbe che cominciassimo a capirlo. Quando un paese capisce che un' industria è importante e costituisce una risorsa nazionale ne fa una bandiera e la difende". Il governo lo sta facendo? «Questo è il secondo modo sbagliato. Il governo ha fatto una cabina di regia sulla pasta e noi abbiamo applaudito, perché abbiamo capito che voleva rilanciare il marchio del made in Italy. Però quando vediamo che vince la disinformazione siamo perplessi. Si dice che la pasta italiana è di bassa qualità perché fatta con grano estero. Questo è assurdo, ma nessuno reagisce. Allora pensiamo che la cabina di regìa serva a dare voce a organizzazioni sindacali che hanno una visione limitata dei problemi». E qual è il terzo modo sbagliato? «La Confindustria. La nostra associazione deve fare un profondo esame al suo interno, fare un passaggio culturale e diventare il vero fulcro per lo sviluppo organizzato Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 31 29 febbraio 2016 Pagina 1 < Segue Affari & Finanza Stampa nazionale del Paese, e non solo un centro che difende situazioni interne, lobby particolari o che vive di burocrazia. Di strada da fare ce n' è ancora parecchia, ci vorrebbe il coraggio di cambiare il sistema completamente. Pensi solo a questo: l' agroalimentare è un settore portante dell' Italia ma per la Confindustria non è all' ordine del giorno». © RIPRODUZIONE RISERVATA Un' immagine dello stabilimento Barilla di Parma, uno dei principali impianti alimentari d' Europacon un articolo di Eugenio Occorsio. FABIO BOGO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 32 29 febbraio 2016 Pagina 2 Affari & Finanza Stampa nazionale Rikotta, Barollo, Parmesan il piatto ricco dell' Italian sound bruciati 60 miliardi di export Eugenio Occorsio Roma L'ufficio di Rolando Manfredini, responsabile della qualità e sicurezza alimentare della Coldiretti, di fronte al Quirinale, sembra un supermercato. A uno sguardo appena un po' più attento, le etichette sembrano però tratte da Hellzapoppin, il mondo destabilizzato. I formaggi si chiamano Parmesan, Parmazano, Reggianito, Rikotta, oppure con un ardito accostamento "Parmesan, Romano & Grana". I vini sono Barollo, Cantia (leggetelo in inglese e scoprirete l' assonanza con Chianti), Vinoncella (alias Valpolicella), Brunello di Monticino, Prisecco, Cresecco. L' olio è il Romulo, la pasta sono i Makkaroni o semplicemente Pasta Shuta. E se volete farvi una caprese ecco la Zottarella, Classic per carità, con un' etichetta che la abbina a pomodori e insalata a evocare la magica bandiera italiana. E poi via andare con il Tuscany Salama, il pecorino cinese con una mucca sull' etichetta (ovviamente su uno sfondo biancorossoverde), gli spaghetti in "real salsa bolognese" che a Bologna non sanno neanche di cosa si tratti. Benvenuti nel pianeta surreale dell' Italian Sound. «Cosa vuole commentare», allarga le braccia Manfredini, che gira il mondo per raccogliere sempre nuovi esempi della follia dilagante del made in Italy alimentare taroccato. «Da un lato potrebbe farci piacere l' abbinamento dell' Italia con il mangiar bene. In pratica, passiamo il tempo a fare ricorsi, appelli, petizioni presso tutte le possibilità autorità italiane e internazionali. Il guaio è che il più delle volte hanno ragione loro perché riescono a dimostrare che un nome è ormai generico: presentare "Spaghetti meat balls" come un piatto tipicamente italiano non è reato. Ma il danno per noi è colossale. Camminiamo sul sottile crinale fra la truffa bella e buona e l' evocazione di un nome celebre, che sarebbe anche perseguibile in certi casi, ma il tutto è molto più opinabile». Tutto questo ci costa, calcola l' Eurispes nel suo ultimo rapporto "Agromafia" presentato la settimana scorsa, 60 miliardi di euro l' anno: 6 per furti di identità belli e buoni, 54 per quel mare indistinto e limaccioso che si chiama Italian Sound. «Sono cifre fin troppo ottimistiche e la realtà è ancora peggiore », obietta Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare nonché ad di Inalca, la principale società del gruppo Cremonini che fattura 3 miliardi con la carne in tutto il mondo. «L' unico vero rimedio è una campagna a tappeto per valorizzare i contenuti genuini dei nostri cibi puntando sulla qualità». Fa riflettere che l' export di prodotti alimentari "veri" si fermi a poco più di 27 miliardi: «Secondo i nostri Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 33 29 febbraio 2016 Pagina 2 < Segue Affari & Finanza Stampa nazionale calcoli, se si trova il modo di arrestare questo fenomeno e recuperare almeno parte delle somme "eluse" si creano 300mila posti di lavoro », dice Licia Matteoli, vicepresidente della Confindustria con la delega per l' internazionalizzazione. «Il caso si interseca con vicende come la direttiva europea del "made in" che imporrebbe ai nostri concorrenti di indicare con precisione le materie prime, e quindi aiuterebbe le aziende italiane che vedrebbero riconosciuti i loro meriti, oppure il riconoscimento alla Cina della qualità di economia di mercato che renderebbe molto più scarsi i controlli alle frontiere, oppure anche il trattato Ttip dove si sta cercando di inserire la tutela dell' alimentare italiano ma con risultati finora incerti ». In tutti i casi, per un gioco diabolico di interessi contrapposti, si fatica a inserire in qualche normativa internazionale il vero e proprio divieto di sfruttare scorrettamente il nome "italiano", per esempio imponendo severi vincoli a protezione della denominazione di origine territoriale. «Gli americani per primi, ma anche altri, non vogliono saperne: per loro un prodotto italiano si può coltivare e produrre in qualsiasi posto», dice Scordamaglia. Che ricorda che da un anno è esplosa, dall' America alla Cina, la moda dei kit: polveri e bustine per produrre il vino, ovviamente italiano, in casa, o per farsi la mozzarella da soli. Di male in peggio. I casi sono un' infinità. Il più sconcertante rimane quello del prosciutto canadese. Trent' anni fa la Maple Leaf Foods, maggiore azienda alimentare locale, ebbe la spregiudicatezza di registrare il marchio "Prosciutto di Parma" compresa l' estrema beffa del bollo ducale con la coroncina a cinque palle. Copyright ed esclusiva. Quando è arrivato dall' Emilia il vero prosciutto, ha trovato le porte sbarrate. «Le abbiamo tentate tutte, ricorsi alla magistratura italiana e canadese, alla Commissione e al Parlamento europeo, al Wto», dicono al consorzio parmense. Niente da fare. La Corte d' Appello di Ottawa nel 2012 ha addirittura tolto la qualifica di autorità pubblica al Consorzio, che non può far altro che esportare il prodotto con il nome "Prosciutto originale". Infine in sede di approvazione di un trattato bilaterale di libero scambio a fine 2013 è stata varata la "coabitazione" ma nulla di più. Il marchio Parma, per fortuna tolto il simbolo pentastellato, è rimasto ai canadesi. Agli italiani non resta che continuare a vendere l'"Original Ham". L' avvento dell' ecommerce, se possibile, ha peggiorato ulteriormente la situazione. «Nessuno vieta la creazione di siti tipo prosciutto. com o spaghetti.org, e dentro di venderci di tutto», spiega l' avvocato Nadia Martini che segue questa problematica per lo studio Nunziante Magrone. Ora il governo italiano, con discreto ritardo, si è mosso, soprattutto su impulso di Carlo Calenda, viceministro del Commercio estero che proprio in questi giorni sta trasferendosi quale ambasciatore a Bruxelles, e sono stanziati 40 milioni per campagne informative che riportino la realtà almeno sulle etichette, dettagliando criteri e luoghi di produzione. Il nodo politico sta nel cogliere al volo e valorizzare le sentenze favorevoli che cominciano ad arrivare, a partire dall' America, non solo su questioni italiane: a Miami i consumatori hanno vinto una class action contro la Beck perché vendeva "con gusto tedesco" una birra fatta nel Wisconsin. Anche altrove nel mondo qualcosa si muove: in Thailandia è finita fuori legge la locale "Gorgonzola" e in Germania è arrivata una sentenza favorevole sull' aceto balsamico di Modena. Ma sono ancora piccoli segnali in una battaglia tutta da combattere. ©RIPRODUZIONE RISERVATA Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 34 29 febbraio 2016 Pagina 10 Affari & Finanza Stampa nazionale CONFINDUSTRIA LA RIFONDAZIONE ETICA PUÒ ATTENDERE Ci voleva il Giubileo dell' industria sabato scorso perché la Confindustria rompesse per un po' l' assordante silenzio su una parolina: etica. Il fatto è ha detto a Nunzia Penelope Carlo Callieri, uno degli ex vicepresidenti del passato che "il codice etico gli imprenditori se lo sono dimenticato ormai da tempo: basta leggere i giornali e l' elenco di nomi illustri che negli ultimi anni sono stati coinvolti a vario titolo in inchieste giudiziarie". I casi non si contano. Il più clamoroso è senz' altro quello di Antonello Montante, delegato nazionale per la legalità, autore del codice etico che obbliga gli imprenditori a denunciare il pizzo e presidente di Confindustria Sicilia, indagato dalla procura di Caltanissetta per concorso esterno a Cosa Nostra. Il leader della riscossa antimafia, secondo i magistrati sarebbe una specie di mafioso di complemento al servizio di Vincenzo e Paolino Arnone, i boss di Serradifalco. La storia è talmente incredibile che se fosse vera vorrebbe dire che Pirandello era un dilettante. E' vero che ormai siamo abituati a quasi tutto e la confusione tra guardie e ladri non sconcerta più. Ma nel caso Montante ci vuole particolare prudenza perché si sa della capacità mafiosa di fabbricare architetture diffamatorie, soprattutto attraverso i pentiti. Speriamo perciò che la magistratura scopra che si tratta di un' operazione diffamatoria per "mascariare" un' icona antimafia. Anche se le parole di Rosy Bindi, presidente della commissione parlamentare antimafia, dicono altro: "Il movimento antimafia si è trasformato in movimento di potere, c' è una mafia che usa l' antimafia per prosperare". Purtroppo non finisce qui la disfatta etica confindustriale. Soltanto negli ultimi giorni Diana Bracco, vicepresidente di Confindustria è stata rinviata a giudizio per evasione fiscale e a Catania Francesco Domenico Costanzo, grande imprenditore isolano e anche lui "paladino della legalità" già arrestato per le tangenti Anas, si è visto sequestrare un miliardo e mezzo e mettere in amministrazione giudiziaria alcune società. E c' è persino di peggio: tra i quattro candidati selezionati dai saggi per la successione di Giorgio Squinzi, che lascia un' organizzazione imprenditoriale in rovinoso declino, figura il presidente degli industriali di Brescia Marco Bonometti, che sembra sia gradito al presidente del Consiglio Matteo Renzi. Questo Bonometti, grande ammiratore di Benito Mussolini e sodale di Ignazio La Russa quando il berlusconismo era al potere, si è distinto per aver condotto in porto in tempi rapidissimi con la sua organizzazione "Orgoglio Brescia" l'"albero della vita" dell' Expo milanese. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 35 29 febbraio 2016 Pagina 10 < Segue Affari & Finanza Stampa nazionale Ma, a parte i titoli di merito conquistati con i nuovi potenti, nasconde un bello scheletro nell' armadio: nel 1995 fu arrestato per un giro di fatture gonfiate legate alle sponsorizzazioni della Formula 1 e la Cassazione ha reso definitiva la condanna a 10 mesi per evasione fiscale. Non si capisce perciò, come ha giustamente osservato Giorgio Meletti sul "Fatto quotidiano", come abbia potuto essere nominato dal Quirinale cavaliere del lavoro, decorazione che in base alla legge può essere conferita soltanto ha chi "ha adempiuto agli obblighi tributari". Sabato comunque erano tutti lì in Vaticano ad ascoltare ispirati le parole di Papa Francesco sul veleno dell' illegalità e l' egoismo dell' evasione fiscale. Ma volete scommettere che la rifondazione morale può aspettare? [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Marco Bonometti Indicato dai saggi tra i candidati alla presidenza, ha subito una condanna per evasione fiscale. ALBERTO STATERA Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 36 29 febbraio 2016 Pagina 30 Corriere Economia Stampa nazionale Analisi Solo un dipendente su due nelle imprese del Paese dice di «dare il massimo», nelle estere è il 70 per cento Top Dietro i successi c' è un capo italiano I casi ConTe, Cisco, Microsoft dimostrano che abbiamo i leader. Ma vanno nelle multinazionali Anche quest' anno il consueto appuntamento con l' indagine di Great Place to Work® non rivela buone notizie per le aziende tricolori. Tra le top 10 continuano ad esserci solo tre italiane tra le medie (come l' anno scorso ) e nessuna tra le grandi. In realtà non è poi così grave non essere tra i premiati. Ciò che è grave sono le risposte a molte domande che vengono fatte al personale durante il sondaggio e che, nel caso delle aziende italiane, continuano ad essere desolanti. Un lavoratore su due dice di «dare il massimo per l' azienda» contro sette su 10 per le multinazionali (nove su dieci per le top 10). Tre persone su 10 delle aziende italiane sostengono che «le promozioni vanno a chi se le merita di più» contro sette su 10 per le multinazionali (otto su 10 per le top 10). Tre su 10 dei lavoratori delle aziende italiane dicono di «ricevere una parte equa dei profitti dell' azienda» contro i cinque su 10 delle multinazionali (sette su 10 per le top). Come hanno fatto queste multinazionali a trasformarsi in «grandi posti in cui lavorare», da luoghi di sfruttamento dei lavoratori come sono state percepite per decenni nel nostro Paese? La mutazione Cominciamo subito a chiarire che chi guida queste multinazionali in Italia sono quasi sempre degli italiani. ConTe,la seconda premiata di quest' anno , è la filiale italiana di Admiral, un grande gruppo assicurativo inglese quotato alla Borsa di Londra (l' autore di questo articolo ha fatto parte del suo consiglio di amministrazione per tre anni ). Chi guida ConTe non è un cinquantenne inglese esperto di assicurazioni avendo studiato calcolo attuariale, ma Milena Mondini de Focatiis, giovane ingegnere napoletana e con un Mba all' Insead a Fontainebleau, assunta nella casa madre pur non avendo esperienza assicurativa per il suo evidente potenziale di leadership. Dopo nove mesi alla sede centrale di Cardiff è stata spedita in Italia ad aprire la filiale italiana dove in pochi anni ha assunto mille persone. Alla guida di Cisco System Italia, la vincitrice nelle Middle Companies, troviamo Agostino Santoni, esperto manager del settore It con esperienza in aziende del calibro di Sap e Hp. Il presidente della Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 37 29 febbraio 2016 Pagina 30 < Segue Corriere Economia Stampa nazionale vincitrice fra le Large Companies è Giuliano Tomassi Marinangeli: profilo internazionale, formato in Venezuela e con un Mba all' Istituto Enrico Mattei di Milano. Dal suo profilo linkedIn si legge un commento di un suo collega: «È un "people leader" che con carisma e sensibilità è in grado di aiutare i colleghi a dare il meglio per se stessi e per l' azienda». Alla guida di Microsoft Italia, che da sempre raggiunge i primi posti di questa classifica, c' è Carlo Purassanta; anch' egli italiano, con profilo internazionale, ingegnere con Mba all' Henley Business School in Inghilterra ed esperienza in Ibm. Questi manager hanno imparato dalla casa madre non solo le competenze del loro business, ma anche una cultura genuinamente convinta che le persone sono essenziali per il successo. Admiral è un' assicurazione Rc auto online che ha costruito il successo sulla capacità d' innovare: si è specializzata nell' offrire le sue polizze a clienti che pagano tariffe troppo alte senza meritarselo. Milena Mondini ci ha messo poco a capire che per fare questo, gli addetti al call center, i suoi impiegati nel marketing, nell' ufficio tariffe, non devono saper solo vendere polizze, registrarle e liquidare sinistri ma avere anche capacità di analisi, spirito critico e saper lavorare in team. Soprattutto, essere motivati e responsabili. Nel gruppo Dow in Italia si lavora molto sulla «cultura Dow» e sul riconoscimento dello sforzo di tutti. Ogni dipendente, per esempio, può congratularsi per un lavoro ben fatto da un suo collega con un «ePin», una spilla virtuale che viene registrata sul profilo del collega. Questi manager hanno imparato che nelle loro case madri i sondaggi e le classifiche di Great Place to Work sono importanti per due ragioni. Se ottengono punteggi alti incoraggiano le persone migliori ad andare a lavorare da loro ( Admiral pubblica i suoi ottimi risultati sui suoi bilanci). E poi, servono per capire dove migliorare per aumentare la motivazione. Gli effetti Per esempio Mondini ha notato che i dipendenti di ConTe si lamentavano di essere poco valorizzati e ha lanciato una ConTe Academy, dove ogni lavoratore può scegliere un programma di formazione. Santoni di Cisco ha lavorato sul feedback e sui sistemi di valutazione delle proprie persone. Ognuno può vedere gli obbiettivi del proprio capo e capire come la propria performance contribuisca a raggiungerli. Così Dow in Italia, ConTe.it, Cisco, Mars sono diventati «great places to work». Ma esserlo non basta se non si è anche una «great company». Sulla scalata di otto posizioni in classifica di ConTe nel 2015 hanno influito anche gli ottimi risultati economici dell' anno; il team italiano è ammirato in tutto il mondo Admiral e questo influisce sul morale di tutti. Tutte le premiate, oltre che eccellenti luoghi di lavoro per le loro persone, sono aziende di successo. Basta pensare che la media di crescita del fatturato delle aziende nella classifica di Great Place to Work® negli ultimi sei anni è 10% all' anno. Se guardiamo alla media Istat dei medesimi settori troviamo uno 0,02 per cento. Le aziende italiane stanno iniziando finalmente a capire che le great companies non diventano tali se i dipendenti non sono motivati e valorizzati e che senza veri leader questo non si ottiene. La buona notizia che ci dà quest' anno Great Place to Work è che di leader italiani cominciamo ad averne tanti. La cattiva è che nelle aziende italiane sembrano essercene purtroppo troppo pochi. Forse il futuro presidente della Confindustria dovrebbe chiedersi perché. Meritocrazia.Corriere.it. ROGER ABRAVANEL Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 38 29 febbraio 2016 Pagina 40 Corriere Economia Stampa nazionale Salone del Risparmio La terza giornata dedicata al tema cruciale: saperne di più Sfide Con l' Abc della finanza si riducono le disuguaglianze Gli studi di Annamaria Lusardi (Gflec) in 148 Paesi del mondo «Il 40% delle minori opportunità legato a scarse conoscenze» Nuovi strumenti e nuovi record. Ma anche vecchie abitudini e pericolose mancanze da non sottovalutare. L' industria del risparmio gestito continua ad accumulare risultati positivi: anche a gennaio oltre 6 miliardi di raccolta, anche se in larga parte dovuta a mandati. Sono due anni di fila (24 mesi esatti) che il segno positivo non si interrompe per l' industria italiana. Ma questo non«salva» il nostro Paese dall' essere sempre agli ultimi posti nelle classifiche mondiali sul livello dell' educazione finanziaria. I dati Secondo l' ultimo test sulle competenze dei giovani in materia (OcsePisa) in 18 Paesi campione, solo gli studenti colombiani ne sanno meno dei nostri ragazzi. Ma anche gli ultimi dati, contenuti nel più grande sondaggio mondiale mai fatto sull' argomento (S&PGlobal FinLitSurvey) dove la competizione è tra 148 Paesi in tutte le fasce di età, l' Italia non fa una bella figura se si tratta di misurarsi con le conoscenze fondamentali della finanza. Questi dati sono già emersi e hanno fatto discutere, ma un' occasione privilegiata per rimetterli sul tavolo insieme alle possibili soluzioni arriva al Salone del Risparmio. L' 8 aprile, la terza giornata della manifestazione (aperta a tutti negli spazi del MiCo) proporrà a studenti e privati cittadini desiderosi di saperne di più un confronto ed una riflessione con i massimi esperti internazionali A cominciare da Annamaria Lusardi, professoressa italiana alla George Washington School of Business e direttrice del centro globale per l' alfabetizzazione (Gflec). I piani Un' istituzione che lavora per studiare tutte le implicazioni sociali dell' analfabetismo in tema di finanza e che oltre a produrre dati promuove programmi culturali di tutti i generi per arrivare a chiunque e non lasciare indietro i più deboli. Tra gli ultimi esperimenti spiccano video su YouTube per spiegare la diversificazione del rischio: l' errore di investire tutto in un unico strumento. «Dal punto di vista dell' alfabetizzazione finanziaria il mondo è piatto dice Lusardi . Giovani, donne e anziani sono le categorie meno attrezzate e più Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 39 29 febbraio 2016 Pagina 40 < Segue Corriere Economia Stampa nazionale vulnerabili in tutti i Paesi. Anche in quelli con un punteggio elevato nei nostri test». Abbiamo verificato dice Lusardi che la diffusione di questi video, così come accaduto in passato per iniziative comprensibili a tutti, ha migliorato il livello delle conoscenze. «Un basso livello di educazione in questo campo si traduce in grandi svantaggi sociali spiega Lusardi . Il 3040% della disuguaglianza in termini di ricchezza è attribuibile alle conoscenze finanziarie». Lusardi racconterà il lavoro della sua équipe e calerà le evidenze dei risultati nella realtà italiana, dove per tante ragioni storiche le conoscenze in questo campo non sono state, finora, ritenute degne di approfondimento scolastico pianificato e trasversale. Sembra che, invece, siano proprio i Paesi che propongono questo tipo di conoscenza fin dalle aule dei più piccoli ad avere in media i migliori risultati. «Ma anche da noi qualche cosa si muove dice Fabio Galli, direttore generale di Assogestioni, la Confindustria dei fondi attivi sul mercato italiano che promuove il Salone . Non siamo più all' anno zero per tante cose. Le informazioni sui prodotti finanziari sono più trasparenti, la consulenza è un punto fondamentale su cui l' industria sa di dover impegnarsi e investire sempre di più». La terza componente, quella delle conoscenze personali, va coltivata però anche in proprio. «Ci sono tante iniziative dice Gallia . In attesa di decisioni che portino l' abc dell' economia e del funzionamento dei mercati sui banchi di scuola, sono diversi i soggetti pubblici e privati che portano avanti progetti che spesso finiscono nelle opzioni per allargare la formazione scolastica, accanto ai viaggi e al teatro». Per esempio intorno alle iniziative che arriveranno al Salone collegate al Museo del Risparmio di Torino gravitano duemila studenti, con i loro professori. GIUDITTA MARVELLI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 40 29 febbraio 2016 Pagina 45 Italia Oggi Sette Stampa nazionale Lo stato di salute del management consulting fotografato dall' Osservatorio Assoconsult Carriera sprint nella consulenza Manager in cinque anni con retribuzioni da 50mila euro Carriera lampo per il consulente di management. Dall' ingresso nella professione con la qualifica di consulente junior a manager in cinque anni. Con una retribuzione che, nello stesso arco di tempo, passa da 20 mila a 50 mila euro lordi l' anno. Sono i cosiddetti «medici» o «ingegneri» delle aziende, che svolgono la funzione di consulenza con l' obiettivo di migliorare lo stato di salute dell' impresa: aumentandone il valore attraverso la riduzione dei costi, l' aumento dei ricavi o il miglioramento della qualità del prodotto e del servizio offerto. In genere, il consulente di management è laureato in ingegneria o economia: basti pensare che il 20% dei laureati in ingegneria gestionale e il 10% dei laureati generici di ingegneria, diventa consulente. Non solo, il settore del management consulting impiega quasi 35.500 addetti: l' 84% è composto dai professional, che sviluppano attività di analisi delle problematiche e proposta di soluzioni in risposta alle necessità dei clienti, mentre il restante 16% è costituito da personale di staff, non direttamente impiegato nelle attività progettuali. A fotografare il settore e la figura del consulente di management è il 6° rapporto 20142015 dell' osservatorio di Confindustria Assoconsult (l' Associazione delle imprese di consulenza di management) «Il management consulting in cifre», realizzato in collaborazione con l' Università degli studi di Roma Tor Vergata. Vediamo i risultati principali. Chi è il consulente di management. Il consulente di management proviene dalle università dove è in programma l' insegnamento della materia del management, ovvero ingegneria ed economia. Oppure ha frequentato un master Mba. C' è però un 2030% di figure professionali che proviene da altre università, da giurisprudenza fino a filosofia. «Dopo la laurea», spiega Carlo Capé, presidente di Assoconsult, «è necessario seguire corsi di formazione per apprendere le skill di base, ovvero le tecniche di presentazione e di relazione con il cliente, la propensione al problem solving e la preparazione di documenti chiari e leggibili». Il consulente di management parte da un livello di qualifica di junior consulting, passa a senior e infine a manager. «Si può passare da junior a senior in duetre anni o al massimo in cinque», spiega Capé, «per diventare manager ci vogliono poi tra i due e i cinque anni. Quindi, se la carriera è particolarmente veloce il consulente junior può diventare manager in cinquesei Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 41 29 febbraio 2016 Pagina 45 < Segue Italia Oggi Sette Stampa nazionale anni e a 30 anni gestire i clienti e il team di persone». I consulenti vengono pagati a seconda dei risultati ma si può stimare una retribuzione di ingresso pari a 2025 mila euro lordi annui con contratto a tempo indeterminato ed entro cinque anni si arriva a guadagnare 4050 mila euro lordi. «Dal momento in cui si ottiene la qualifica di manager», afferma il presidente di Assoconsult, «la retribuzione cresce in funzione dei risultati, con una parte variabile tra il 10 e il 30%. Sta di fatto che a 35 anni il consulente può essere dirigente e diventare partner entro i 40 anni all' interno della società di consulenza, oppure entrare in azienda da amministratore delegato o da direttore di una specifica funzione». Una volta raggiunto il livello di manager, il professionista può decidere infatti se continuare la carriera all' interno della società di consulenza o entrare in una azienda. Mediamente, la metà delle risorse che esce dalla società di consulenza va a lavorare in una impresa, mentre l' altra metà cambia semplicemente società. «Molti vivono il passaggio in azienda come un completamento del ciclo», sottolinea Capé, «dall' attività di consulente molto operativa a quella di manager aziendale, che si sviluppa in modo più lento e strutturato. Il passaggio in azienda dà anche la possibilità di monitorare concretamente il risultato raggiunto e di portarlo avanti. Si tratta di una opportunità importante che la società di consulenza spesso condivide con l' azienda, aiutando il consulente nell' uscita». Il settore. Il settore del management consulting in Italia, nel 2014, è composto da quasi 19 mila imprese con un fatturato pari a 3,3 miliardi di euro e che impiegano circa 35.500 addetti. Di queste, emerge dal rapporto, circa 16 mila imprese di consulenza sono micro imprese con meno di tre addetti, realizzano circa il 22% del fatturato complessivo e occupano all' incirca il 38% degli addetti. Le grandi imprese con più di 50 addetti sono invece solo 35 ma realizzano circa il 49% del fatturato del settore e occupano il 27% degli addetti. Quanto al fatturato, invece, dopo un biennio di lieve contrazione, nel 2014 è tornato a salire del 5,7%, con il settore che ha superato, nel 2014, i valori del 2008. Secondo gli operatori, inoltre, il settore crescerà ulteriormente con un calo contenuto delle micro realtà, ma con un aumento del tasso per le piccole e medie di poco inferiore rispetto a quello delle grandi. L' occupazione. L' andamento medio dell' occupazione del management consulting nel 2014 mostra un aumento dell' 1,6% rispetto al 2013, con una tendenza in crescita ma in misura inferiore rispetto all' aumento del fatturato. Questo trend, specifica l' osservatorio, è dovuto in gran parte all' incremento dell' occupazione nelle grandi imprese (+6,9%), sebbene il segno positivo interessi anche le piccole realtà. Le medie imprese, invece, tengono sostanzialmente inalterato il livello di occupazione mentre le micro imprese registrano una flessione dell' 1,8%. Nelle grandi realtà, rileva il rapporto, l' aumento degli addetti si riflette soprattutto in un aumento di giovani professional, nelle micro la contrazione dell' occupazione avviene nonostante l' incremento nel numero di imprese registrato nel 2014 e indica una ulteriore contrazione nella dimensione media della microimpresa di consulenza. Aree di specializzazione. Il rapporto si concentra poi sull' andamento delle varie aree di specializzazione. Strategia e finance sono quelle che nel 2014 sono cresciute di più, facendo registrare rispettivamente un incremento del fatturato dell' 8,6 e del 10,5%. Questa forte crescita, sottolinea il l' osservatorio, è stata trainata dal trend positivo delle grandi imprese, che tradizionalmente sono specializzate in queste due aree. Crescono anche, sebbene a un tasso più ridotto, l' area funzionale (It, operations e marketing) e quella delle risorse umane (risorse umane, change management e formazione), rispettivamente del 4,5 e del 4,3%. In particolare, all' interno dell' area funzionale aumentano i progetti più finalizzati al business con l' It che invece maggiormente vista come un elemento abilitante per processi di business nuovi e più digitalizzati. All' interno dell' area risorse umane, invece, crescono fortemente le attività di formazione, mentre si riducono quelle di natura consulenziale legate in senso più stretto alle risorse umane e alla gestione dei processi di cambiamento. Le aree di specializzazione si differenziano poi a seconda delle diverse classi Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 42 29 febbraio 2016 Pagina 45 < Segue Italia Oggi Sette Stampa nazionale dimensionali: in quelle più grandi più della metà del fatturato è concentrato in finance e risk management e strategia, mentre per le micro queste aree pesano solo il 25%. L' area risorse umane, invece, rappresenta l' attività centrale di molte microimprese, con un peso di oltre il 40%, mentre la stessa area risulta marginale per le grandi imprese dove pesa poco più del 6% sul fatturato complessivo. © Riproduzione riservata. GABRIELE VENTURA Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 43