Rassegna stampa del 7 marzo 2016

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Rassegna stampa del 7 marzo 2016
del 07/03/2016
7 marzo 2016
http://news-town.it/cronaca/11077-la-questione-dei-50-migranti-a-fossa-tra-localizzazione,periferie-ed-emarginazione.html
LA QUESTIONE DEI 50 MIGRANTI A FOSSA: TRA ACCOGLIENZA,
PERIFERIE ED EMARGINAZIONE
Era già successo per il piccolo comune di Fagnano Alto (L'Aquila) e sta accadendo in
queste ore a Fossa, comune di circa 700 abitanti confinante con L'Aquila capoluogo.
La questione riguarda l'accoglienza di circa 50 migranti, che secondo quanto comunicato
dalla Prefettura al sindaco Antonio Gentile, dovrebbero essere destinati nel territorio
comunale della valle del Medio Aterno. Lo scorso 3 marzo la sala polifunzionale dell'area
map ha ospitato un'affollata assemblea dei cittadini, cui ha partecipato anche il primo
cittadino, durante la quale sono emerse tutte le supposte "criticità" per l'ospitalità di un
"numero elevato" di migranti in paese. Questi ultimi dovrebbero recarsi in una struttura di
16 appartamenti nel quartiere del Cerro, ai piedi dell'omonimo monte, dove abitano
appena una sessantina di persone, e secondo i residenti potrebbero creare "problemi di
convivenza".
Per questo, come contempla il regolamento comunale, la cittadinanza ha avviato una
petizione popolare chiedendo "all'amministrazione comunale di intraprendere tutte le
azioni istituzionali possibili per impedire che i profughi possano essere accolti nella località
di Cerro". I fossolani, nonostante quanto emerga dalla lettura della petizione, ci tengono a
ribadire che la posizione della popolazione non ha venature razziste, ma solo la necessità
di una vera integrazione. Ad ogni modo, è bene ribadire - perché spesso è un aspetto
omesso - che i migranti "sostano" solo qualche mese all'interno di una stessa area, prima
di essere trasferiti altrove, nel lungo e difficile percorso nella ricerca di una vita migliore,
possibilità cui hanno sacrosanto diritto tutti e in tutto il mondo.
Come già riportato anche sulle pagine de Il Centro, le villette al Cerro furono costruite dalla
società La Rocca Immobiliare prima del terremoto, completate pochi mesi dopo e
successivamente cedute a Europa Risorse, il grande fondo immobiliare che come noto
acquisì nel periodo post-emergenziale un gran numero di immobili per destinarli agli
sfollati con il meccanismo dell'affitto concordato con comuni e Protezione Civile. Dal 2013,
però, gli alloggi sono vuoti, essendo gli inquilini trasferitisi altrove o tornati alle proprie
abitazioni di appartenenza.
La struttura che ospiterebbe i migranti sarebbe gestita dalla cooperativa sociale Eta Beta
di Roma, uno dei più grandi tra i soggetti accreditati al ministero per l'accoglienza e la
gestione dei rifugiati. Eta Beta riceverà 32 euro al giorno per migrante, una cifra che
comprende le spese per tutte le attività: dal vitto al vestiario, passando per i corsi di
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italiano e le attività sportive e sociali da mettere in campo per favorire l'integrazione.
Ed è proprio in relazione alle attività, che potrebbero sorgere dubbi sulle scelte di
localizzazione, da parte delle prefetture, degli alloggi e delle zone di accoglienza dei
migranti. Cinquanta persone trasferite coattamente nel mezzo di una valle poco abitata, in
una frazione dove vivono sessanta persone all'interno di un piccolo comune di un'area
interna, quanto può favorire un'integrazione reale e priva di velleitari costrutti retorici?
L'assenza di servizi di prossimità - da una efficace rete di trasporti urbana a concrete
alternative di quotidiana socialità - può ostacolare l'integrazione, favorire un processo di
chiusura e costruire le basi para-culturali degli atteggiamenti razzisti?
Questo giornale ha ribadito più volte il netto sovradimensionamento degli immobili rispetto
agli abitanti del Comune dell'Aquila. Alcune domande, in tal senso, sorgono spontanee:
perché si tende ad aggiungere emarginazione all'emarginazione, anziché integrare poche
decine di persone in contesti urbani più "cittadini" - come L'Aquila - più ricchi dal punto di
vista dei servizi di prossimità e delle attività economiche, culturali, sociali e ludiche?
Perché, con un (forse) inconsapevole ragionamento di classe, i migranti devono essere
(quasi) sempre "destinati" alle periferie delle periferie?
In tutto questo, un ruolo fondamentale dovrà essere ricoperto dai gestori delle strutture di
accoglienza. Ad esempio l'Arci, uno degli enti accreditati più presenti nell'Abruzzo interno,
ha dimostrato nei fatti la capacità di costruire una vera integrazione. Per questo, anche in
comunità piccole come Castel del Monte (L'Aquila), i migranti convivono pacificamente e
in diversi casi hanno trovato anche un lavoro e costruito una famiglia.
Vedremo cosa sapranno fare, in tal senso, anche gli altri enti accreditati.
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http://ilcentro.gelocal.it/laquila/cronaca/2016/03/05/news/sbloccati-i-fondi-per-lecooperative-sociali-1.13074447
SBLOCCATI I FONDI PER LE COOPERATIVE SOCIALI
L’AQUILA. Il consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci rende noto che «la Regione
ha messo a disposizione i finanziamenti per il pagamento degli arretrati ai lavoratori delle
cooperative sociali».
«Ringrazio in particolare i membri del tavolo tecnico e in particolare Rita Innocenzi della
Cgil, l’operatore sociale Goffredo Juchich, l’assessore del Comune dell’Aquila Emanuela
Di Giovambattista, i commissari delle comunità montane con l’avvocato Merli, i funzionari
dell’assessorato regionale alle Politiche sociali guidato da Marinella Sclocco, i sindaci degli
ambiti aquilani tra cui il consigliere provinciale Paolo Federico», scrive Pietrucci. «I
problemi tecnici e burocratici sono stati appianati e le divergenze risolte, grazie
all’impegno di tutti. Abbiamo prodotto un gran lavoro che ha permesso il pagamento degli
stipendi degli operatori sociali che li attendevano da diversi mesi. Quando si parla di
servizi sociali nelle aree interne dell’Abruzzo, si deve trattare la materia con grande
rispetto perché, per ragioni fisiche e geografiche, qui l’erogazione è più onerosa e
difficoltosa, e dev’essere sostenuta con ancora maggiore continuità. I ritardi non sono
ammissibili. È grazie al gran lavoro di questo tavolo – che viene costituito in maniera
permanente per facilitare il raccordo con l’assessorato, coordinare strategie comuni
d’intervento, poter ascoltare gli operatori del sociale per tutte le aree interne – che le
ragioni sono state comprese dalla struttura dell’assessorato della Sclocco e, sono
fiducioso, si è costituita un’intesa e una consapevolezza che eviterà la ripetizione di
inconvenienti e ritardi di questo genere in futuro. La gratitudine verso chi concretamente
dà sostegno e coesione sociale in aree che ne hanno bisogno in particolare modo ce lo
impone come dovere».
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http://www.improntalaquila.org/2016/90787-90787.html
GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA A L’AQUILA
Il Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei Diritti umani in occasione dell’8
marzo, Giornata internazionale delle donne, in considerazione anche delle indicazioni
scaturite nel corso della Conferenza mondiale sulle donne tenutasi il 26, 27 e 28
settembre 2015 a Milano, sottolinea la necessità di promuovere in tutte le scuole
dell’Aquila, non solo nell’ambito dell’insegnamento dei Diritti umani, ma come contenuti di
carattere trasversale, l’effettiva parità tra i generi, non da intendersi meramente come
principio inderogabile della Costituzione (art. 3 Cost.), ma soprattutto come “linea di
comportamento” universalmente condivisa da realizzare concretamente nella realtà di ogni
giorno. I femminicidi e le discriminazioni sociali che tutt’ora funestano la nostra società
sono ascrivibili a un’unica causa immediata: il mancato riconoscimento della dignità
umana e del valore della donna.
I mass media, incentrati sul consumismo, sulle sperequazioni e la mercificazione del corpo
femminile indubbiamente disorientano i giovani. A scuola, però, si può e si deve intervenire
cogliendo ogni opportunità per condannare qualsiasi forma di prevaricazione e per
educare al dialogo, al confronto e al rispetto tra i sessi. A tal proposito il Coordinamento
nazionale docenti della disciplina dei Diritti umani, durante il mese di marzo, invita tutte le
scuole di ogni ordine e grado dell’Aquila a sviluppare una serie di attività tese
all’approfondimento di tale problematica: discussione in classe, proiezioni di film attinenti
al tema, lettura di opere realizzate dalle scrittrici di ogni tempo. Ricordando le grandi
intellettuali e i personaggi al femminile del passato e del presente è possibile coinvolgere e
sensibilizzare i giovani in maniera più incisiva. Infatti, Ipazia, Madame Curie, Hanna
Arendt, San Suu Kyi, Maria Montessori, Elisabetta I d’Inghilterra, Simone de Beauvoir,
Giovanna d’Arco, Eleanor Roosevelt e tante altre ancora hanno contribuito al
cambiamento della società e della storia, malgrado le avversità di un mondo ostile e
maschilista.
In un simile contesto sarebbe appropriato ricordare anche alcune eroine e/o vittime della
mafia, che hanno perso la loro vita a causa della cieca barbarie della criminalità (vedi
elenco). Solo rimuovendo gli ostacoli di natura ideologica/economica e contribuendo alla
equiparazione tra gli individui è ipotizzabile la costruzione di un mondo più giusto e civile.
Un esempio per tutti è il caso di Malala Yousafzai, la giovane Nobel pakistana che è
diventata un simbolo della campagna a favore dell’istruzione di tutti i bambini e bambine
del mondo: “un bambino, un insegnante, un libro possono cambiare il mondo….” (Malala).
Non esiste autentico progresso per l’umanità senza il coraggio, il contributo e la forza delle
donne.
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http://www.rete5.tv/index.php?option=com_content&task=view&id=36811&Itemid=2
CREADONNA 2016, L’ECCELLENZA DI ESSERE DONNA
SULMONA - Mostrare l’ “eccellenza” dell’essere donna e dimostrare come la donna non è
protagonista solo l’08 marzo ma tutti i giorni: questo è il fil rouge dell’annuale edizione di
“Creadonna 2016”, manifestazione organizzata dalla Proloco di Pratola Peligna e dai
volontari del Servizio Civile con la collaborazione della Horizon Service di Sulmona, della
Piattaforma delle Idee di Pratola Peligna e del Rotary club di Sulmona.
La Proloco di Pratola Peligna considera da sempre l’8 Marzo una data significativa e
importante da celebrare per ricordare i traguardi che le donne hanno fin qui conquistato e
quelli per cui dovranno ancora lottare; quest’anno si è pensato di organizzare una serie di
eventi che mettono in risalto la figura della donna a 360 gradi, in tutti i suoi settori perché
la Proloco ha come scopo quello di postare l’attenzione sulla figura femminile e
promuovere la sensibilizzazione dell’opinione pubblica e la riflessione sulle tematiche di
genere, veicolando l’importante messaggio della ineludibile necessità di un rafforzamento
e di una valorizzazione costanti della rappresentatività al femminile. ”Le donne sono
portatrici di idee, di scienza, di ricette di futuro” e pertanto si ha l’esigenza di mettere in
luce l’eccellenza e il contributo peculiare delle donne in ogni ambito:
– nella giornata di sabato 05 marzo 2016 alle ore 17.00 presso Palazzo Colella otto
donnemostreranno la loro “eccellenza” nei settori che le hanno rese tali (moda, economia,
salute e volontariato, cultura, teatro, imprenditoria, sport) racconteranno, e si
racconteranno, davanti alla madrina di casa Imperia Liberatore, e ad un pubblico di curiosi
e di giovani generazioni i loro progressi, le loro difficoltà e i loro successi; in una sorta di
“open day” tra mondo del lavoro e mondo della cultura; a ricevere i riconoscimenti
saranno:
ECONOMIA: MARIASSUNTA ROSSI;
SALUTE E VOLONTARIATO: DOTT.SA ROSSELLA D’ANGELO
TEATRO: IDA BASILE
MODA: CINZIA CINOTTI
MARKETING: BARBARA TRAFFICANTE
SPORT: FULVIA PACE
ENOLOGIA: VELIA DI BACCO
CULTURA: ANNALISA DI RUSCIO E CATERINA FANTAUZZI
– Domenica 06 marzo 2016 toccherà alla prof.ssa Katia Agata Spera presentare il
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suoromanzo “Riprenditi la Vita”, un romanzo dove il lettore prova, una dopo l’altra, tutte le
emozioni e gli stati d’animo comuni denominatori dell’esistenza umana: amore, odio, gioia,
dolore, estasi, solitudine, illusione, smarrimento e delirio.
A coronare la settimana ci sarà“Creadonna 2016”, una manifestazione che si svolge ogni
anno in occasione della festa della donna, a Palazzo Colella:dal 06 al 13 marzo 2016
verranno esposti prodotti di pittura, decoupage, bigiotteria, scultura, cucito, ricamo,
disegno e altro ancora. L’inaugurazione si terrà domenica 6.
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http://www.ilcapoluogo.it/2016/03/07/donne-che-combattono-il-ricordo-di-donatella-tellini/
DONNE CHE COMBATTONO: IL RICORDO DI DONATELLA TELLINI
Donatella Tellini, a L’Aquila, non ha bisogno di presentazioni: in città tangibili sono ancora i
segni delle battaglie di una donna che dedicato la sua vita a battaglie di civiltà, di
progresso, di libertà in difesa dei “soggetti deboli”.
Alla vigilia della festa della donna, abbiamo chiesto al suo figlio adottivo, Marcus Di Marco
Tellini, di raccontarci il suo rapporto con un’estranea che ha cambiato radicalmente la sua
vita. “Mi brillavano gli occhi quando l’ho vista la prima volta“: questa l’emozione del
momento in cui a otto anni d’età, in Bulgaria, ha conosciuto i suoi genitori adottivi.
Da quel momento sono trascorsi due anni di incontri mediati dalle ambasciate prima che
Marcus potesse venire in Italia e vivere insieme a Donatella e Giuseppe nel 2004.
“Inizialmente non parlavo italiano – ci dice – e lei me lo ha insegnato; nei due anni di
incontri che hanno preceduto il mio arrivo in Italia, mia madre ha studiato il bulgaro per
parlare con me”.
A quel punto, con un figlio da crescere, Donatella è passata in seconda linea nelle
battaglie per i diritti (in primis quelli per le donne) che portava avanti da anni: “dedicava
tempo a me e agli altri – racconta Marcus, – spesso tornava a casa tardi, anche alle dieci
di sera. Tra i ricordi più significativi, ne ho uno di quando frequentavo il primo anno di
scuola superiore: mia madre ed io eravamo in macchina, arrivò una telefonata dal centro
antoviolenza di una donna rumena che, approfittando dell’assenza del marito, chiedeva
disperatamente aiuto per aver subito maltrattamenti insieme al figlio piccolo. Senza
neanche pensarci su, andammo a prenderla seduta stante: mia madre le parlava mentre
io tenevo in braccio il bambino”.
Dal 2009, poi, la malattia, quel tumore al polmone che nel giro di quattro anni ha portato
via una delle donne che hanno fatto la storia della città. “Inizialmente non avevo ben capito
cosa stesse succedendo” spiega Marcus; “facemmo una lunga vacanza in Spagna dopo la
prima operazione, credevo fosse tutto finito. Poi ho capito che l’avremmo persa di lì a
poco. Il giorno della sua morte, un lunedì, la sala d’ospedale era piena di gente: una
cinquantina di persone, anche donne a cui aveva prestato assistenza, tanto che ad un
certo punto dovettero far sfollare la sala. In tanti vennero poi al palazzetto dei Nobili per
l’ultimo saluto: un edificio elegante e ateo, come voleva lei”.
Che cosa lascia Donatella Tellini all’Aquila? Era il 1975 quando in pieno centro storico (via
del Guastatore) veniva inaugurava la sede dell’Aied: un luogo di assistenza alle donne,
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alle coppie, ai giovani, agli omosessuali che recentemente ha compiuto 40 anni. In quegli
stessi anni la Tellini fondava la biblioteca delle donne, spazio in cui ebbe modo di ascoltare
le storie del gentil sesso cittadino; da quell’esperienza nascerà anche il centro
antiviolenza, oggi operativo h24 grazie ad una collaborazione con la Questura. E poi anni
di battaglie di sensibilizzazione insieme al partito Radicale al fianco di Marco Pannella e
Emma Bonino, tra cui ricordiamo quella per la legalizzazione delle droghe leggere.
Che pensieri avrebbe oggi se fosse ancora viva? “Si chiederebbe perché festeggiare la
donna solo l’8 marzo – continua Marcus – quando andrebbe celebrata ogni giorno. Oppure
lotterebbe per le unioni civili, perché nel suo pensiero ogni persona ha il diritto di amarsi
senza distinzioni. Sarebbe sicuramente favorevole anche alle adozioni, perché quando si
arriva a desiderare un figlio si è anche maturi per poterlo crescere”.
Una vita per i diritti delle donne che lascia traccia anche nel suo figlio adottivo, che vuole
concludere con un pensiero: “le donne sono come le stelle; per quanto tu possa chiudere
gli occhi, loro ti illumineranno sempre”.
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http://www.improntalaquila.org/2016/90783-90783.html
“PIETRO DA MORRONE – CELESTINO V. DA EREMITA A SANTO”:
PRESENTAZIONE LIBRO
Domani (oggi, n.d.r.), alle ore 16,00, in Via Vetoio, sarà ufficialmente presentato
nell’Auditorium Sala Benedetto XVI dell’Istituto Superiore Scienze Religiose “Fides et
Ratio”, il 13° libro sulla figura di Papa Celestino V. Artefici i professori Stefania Di Carlo e
Ilio Di Iorio. L’opera, edita dal Circolo Culturale “Spazio Arte”, con il contributo della
Fondazione Cassa di Risparmio dell’Aquila,è inserita nel corpus coelestinianum iniziato
prima del 1997, fa piena luce sui tempi, le modalità, i luoghi in cui è maturata la
canonizzazione di Pietro del Morrone, salito al soglio pontificio il 28 agosto 1294 come
Celestino V. La concretizzazione della nuova opera ha richiesto oltre trent’anni di studi e
ricerche effettuate tra la Francia e l’Italia, a partire dalla presenza in Francia della
‘ricercatrice’ aquilana già docente presso l’Università Michel de Montaigne Bordeaux 3
(1997-2000).
Nel 2000 l’interesse per Celestino V era già stato sottolineato in due pubblicazioni :
“Clemente V e la canonizzazione di Celestino V tra Filippo il Bello e Bonifacio VIII”,
“L’avventura di due poveri cristiani – Vite parallele: Celestino V e Ignazio Silone” con
presentazioni, convegni e mostre in Francia, patrocinio e partecipazione della Fondazione
Silone. Al 13 marzo 1999 risale lo studio presso la Biblioteca dell’Arsenale di Parigi, volta
alla stesura della quarta pubblicazione intitolata “L’ombra di Celestino V sul pontificato di
Bonifacio VIII (2001)”. Quest’opera è stata seguita dal volume “La Vita C”, testo
fondamentale per la conoscenza della vita ascetica e degli anni di vita di Celestino V
(volume andato ben due volte esaurito) con traduzione a fronte del Prof. Ilio DiIorio. Dai
viaggi tra la Francia e l’Italia sono scaturiti altri 7 libri, ma è iniziata anche la ricerca degli
atti sul “processo” della canonizzazione di Pietro dal Morrone. Solo dopo una paziente
ricerca, traduzione, assemblaggio di quattro manoscritti dispersi e caduti nel dimenticatoio,
nel 2015 i professori Ilio di Iorio (di Sulmona) e Stefania Di Carlo (di L’Aquila) sono riusciti
a ricomporre tutti i dati e approntare la nuova imponente opera destinata alla stampa nel
2016.
Dopo la consegna del libro il 4 novembre 2015, nell’incontro in Vaticano, con Papa
Francesco, da parte di S. E. Mons. Giuseppe Chiaretti, Vescovo Emerito di Perugia, il libro
“Pietro da Morrone – Celestino V. Da eremita a santo. Dal Processo storico di Sulmona al
Summarium di Parigi, dal Verbale dell’ultimo Concistoro segreto di Parigi alla Bolla di
Canonizzazione di Avignone” è stato presentato in Sulmona, il 24 novemvre 2015 e lunedì
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7 marzo verrà presentato a L’Aquila, alle alle 16.
Dopo i saluti dell’Arcivescovo Metropolita e Presidente ISSR “Fides et Ratio” di L’Aquila,S.
E. Mons. Giuseppe Petrocchi e del dott. Fabrizio Politi, Presidente dell’Assemblea Soci
della Fondazione Carispaq, seguiranno gli interventi di S. E. Mons. Angelo Spina, Vescovo
di Sulmona-Valva, S. E. Mons Giuseppe Molinari, Arcivescovo Emerito dell’Aquila, Padre
Rocco Ronzani, docente di Patristica dell’Institutum Patristicum Agostinianum di Roma,
degli autori Prof.ri Ilio Di Iorio latinista/traduttore, Stefania Di Carlo ricercatrice e docente di
Storia della Chiesa Antica e Medievale – ISSR L’Aquila. Moderatore dell’evento: il Prof.
Carmelo Pagano Le Rose, Vice Preside e Docente Stabile Ordinario ISSR-L’Aquila.
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http://news-town.it/economia/11008-ritorno-alla-terra-il-parco-del-gran-sasso-cerca-27giovani-apprendisti-coltivatori-di-legumi.html
RITORNO ALLA TERRA: IL PARCO DEL GRAN SASSO CERCA 27
GIOVANI APPRENDISTI COLTIVATORI DI LEGUMI
27 giovani apprendisti, affiancati da altrettanti agricoltori "custodi", con voglia di imparare a
coltivare i legumi all'interno del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
E' quanto ricerca l'Ente parco che, dopo i successi dei progetti Cerere, Demetra,
Persefone e Feronia, vuole continuare una "opera di sensibilizzazione a difesa della
biodiversità agricola".
Il progetto del Parco si chiama Legumi&legumi ed ha l'obiettivo di favorire l'avvicinamento
e l'avvicendamento di chi detiene il sapere e la tecnica agricola con chi ha voglia di
conoscere e imparare: "L'iniziativa intende diffondere la tradizione ed il sapere contadino
incentivando la coltivazione di leguminose da parte di giovani interessati, grazie alla guida
e all'affiancamento di agricoltori custodi disposti a svolgere tale compito", si legge nella
nota del Parco.
Si ricercano, dunque, fino a 27 giovani che si impegneranno a coltivare almeno una coppa
di terreno a legumi (equivalente a circa 622 mq) e fino a 27 agricoltori custodi che si
impegneranno a formare i neo-agricoltori.
E' previsto per i beneficiari un rimborso fino a un massimo di 600 euro, da utilizzare per le
spese legate all'avvio della coltivazione dei legumi, come l'acquisto attrezzature, dei
materiali di consumo o delle recinzioni. I giovani selezionati riceveranno inoltre un
quantitativo di legumi, da varietà autoctone, utili alla coltivazione di almeno una coppa di
terreno.
Con lo slogan "Semi nutrienti per un futuro sostenibile", l'Assemblea Generale delle
Nazioni Unite ha dichiarato il 2016 l'Anno Internazionale dei legumi, per aumentare la
consapevolezza dei molti vantaggi dei legumi, incrementarne la produzione ed il
commercio, e incoraggiare utilizzi nuovi e più intelligenti lungo tutta la catena alimentare.
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http://www.avezzanoinforma.it/notizia/2016-03-07/5238/cultura-e-servizi-associati-ancheper-i-teatri-dei-marsi.html
CULTURA E SERVIZI ASSOCIATI ANCHE PER I “TEATRI DEI MARSI”
CERCHIO. Nel corso della primavera e dell’estate 2016, i Teatri dei Marsi iniziano la loro
attività anche nei Comuni del nord-est della piana del Fucino, Aielli, Cerchio e Collarmele,
e della Valle del Giovenco, Ortona e Bisegna.
I sindaci dei cinque paesi, Amedeo Di Lorenzo, Enzo Di Natale, Manfredo Eramo, Antonio
Mostacci e Gianfranco Tedeschi (presidente dell’associazione dei Comuni Ortona, Aielli,
Collarmele, Bisegna e Cerchio), si sono incontrati con il presidente dell’Associazione
Culturale Teatri dei Marsi, Maurizio Sacchetto, per dare il via ufficialmente alle attività
previste dal Progetto “I Teatri dei Marsi”.
Si inizierà subito con una “Ministagione” di teatro e musica al Teatro Calipari di Cerchio
come anteprima della stagione ufficiale 2016-2017. Sono previsti 3 spettacoli in
abbonamento a prezzo contenutissimo. I Comuni di Aielli e Collarmele partecipano
all’iniziativa attraverso abbonamenti per i cittadini residenti. Sempre a primavera saranno
svolte attività di formazione e guida all’ascolto dedicate agli anziani dei diversi paesi.
All’inizio della prossima estate, nella sala “Eduardo De Filippo” di Collarmele partirà poi il
laboratorio teatrale per bambini, per avvicinare le giovani generazioni a fare teatro
attraverso il gioco, gli esercizi teatrali, la costruzione di maschere e burattini,
l’elaborazione creativa di testi e la preparazione di uno spettacolo finale. Al laboratorio
parteciperanno anche i bambini di Aielli e Cerchio che raggiungeranno Collarmele con lo
scuolabus. Infine, nel corso dell’estate, le piazze e altri luoghi caratteristici di Aielli,
Bisegna, Collarmele e Ortona ospiteranno spettacoli teatrali o musicali all’aperto.
Il progetto “Teatri dei Marsi - Rete di innovazione territoriale delle arti e dello spettacolo” si
inserisce perfettamente nella strategia di valorizzazione delle sale teatrali periferiche, ma
non per questo meno importanti. L’iniziativa ha già dimostrato la validità della formula
innovativa, messa in campo in via sperimentale in due soli Comuni della Marsica
dall’Associazione Culturale “Teatri dei Marsi” nelle due scorse stagioni, partendo dal basso
e organizzando le attività insieme ai comuni, alle associazioni culturali locali e agli stessi
abbonati, con l’obiettivo di valorizzare le enormi potenzialità artistiche e culturali del
territorio. “Teatri dei Marsi” non si esaurisce soltanto nella distribuzione e organizzazione di
spettacoli dal vivo, ma prevede anche attività di produzione, oltre a specifiche attività di
formazione e di animazione; rappresenta quindi uno strumento integrato di rivitalizzazione
di alcune zone più interne della Regione, valorizzandole dal punto di vista turistico e della
qualità della vita dei residenti.
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