risorgo dunque sono

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risorgo dunque sono
La forza deL destino
Mel Gibson
risorgo
dunque sono
(e la mattina prego)
é stato un avventuriero e un eroe romantico. Così famoso
che non c’era bisogno di pronunciare il cognome. da regista
ha mietuto successi e suscitato altrettante POLEMICHE. Poi dieci anni
di silenzio. ora l’ex Mad Max torna sulla scena.
Con un film su un “supereroe”. Capace di un’impresa impossibile.
Proprio come lui, che è in attesa del nono figlio...
Mel Gibson, 60 anni. L’attore e regista australiano
dal 2015 è legato alla sceneggiatrice televisiva Rosalind
Ross, da cui aspetta un figlio. Gibson ha avuto
sette figli dall’ex moglie Robyn Moore e una, Lucia, nel
2009, dalla musicista russa Oksana Grigorieva.
Il sesto figlio, Milo, è nel cast di Hacksaw Ridge.
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getty Portrait
di Paola Piacenza foto di Olivier Vigerie
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Andrew Garfield in due scene
di Hacksaw Ridge: in alto, è con
l’attrice australiana Teresa
Palmer, che nel film interpreta
la moglie. Il film, che è stato
girato in Australia, uscirà in Usa
il 4 novembre. In Italia nel 2017.
“Nel film c’è
una scena in cui
Desmond Doss,
il protagonista,
ha un attacco
da stress
post-traumatico:
io volevo che
il pubblico
vivesse quello
stesso trauma”
to l’eroismo in tutte le sue nuance (è
stato il cinico poliziotto post-apocalittico di Mad Max, ma anche il romantico reporter di Un anno vissuto pericolosamente) e che, da regista
ha messo in scena, da Braveheart ad
Apocalypto, epopee violentissime
talvolta premiate, sempre molto discusse.
«Quando arrivò l’ordine di ritirarsi, un uomo rimase»: così il marketing hollywoodiano sintetizza
Hacksaw Ridge, la storia vera di DesmondDoss(interpretatodall’uomo
ragno Andrew Garfield), devoto avventista del settimo giorno, arruolatosi volontario, ma contrario alla
violenza e all’idea di imbracciare
un fucile. Doss, candido come un
bambino, ferreo nelle sue convinzioni, animato da una fede incrollabile, salverà decine di commilitoni
(quegli stessi che in caserma gli facevano vedere i sorci verdi a causa
della sua determinazione a osservare il riposo del sabato), gettandosi
a mani nude nell’inferno della bat-
Contrasto (2)
C
alvario. E chi non l’ha
sperimentato almeno
unavoltanellavita?Mel
Gibson di sicuro ha vissuto il proprio. La sua,
oggi – e qui più che la
blasfemia, rischiamo la
banalità – è un’autentica resurrezione. Erano
dieci anni che non girava un film e la ragione che fornisce a Io donna è sicuramente sincera, ma parziale: «Ci sono registi che ci hanno messo anche di più: Terrence Malick per
esempio (vero, nella filmografia del regista di
I giorni del cielo c’è un intervallo di vent’anni, ndr). Nel frattempo ho lavorato a idee che
amavo solo io e tutti gli altri rifiutavano. E, siccome se fossi andato avanti così sarei finito in
bancarotta, ho smesso di produrre idee e ho
cominciato a considerare quelle degli altri».
Ilrisultatoèunfilmsucommissione,Hacksaw
Ridge, che non potrebbe essere più “Gibsoniano” di così. Che con i suoi 30 minuti appena
scarsi di sanguinosa battaglia (isola di Okinawa, 1945) derubrica le frustate di La passione
di Cristo e sottolinea una volta di più la coerenza dell’autore: «C’è una scena in cui il protagonista è colto da un attacco di “ptsd” (sindrome da stress post-traumatico, ndr)» spiega
Gibson a Io donna. «Io volevo che il pubblico
vivesse quello stesso trauma». Qualche critico ha parlato esplicitamente di sadismo. Ma
per questa epopea ispirata all’impresa di un
soldato pacifista ultradecorato da Harry Truman già si scommette sul numero di candidature all’Oscar.
Mel Gibson oggi è un signore di sessant’anni
che non fa nulla per nascondere la pancetta,
gesticola come farebbe un italiano e per tutta
la durata dell’intervista, non accontentandosi
di torturare il barbone sale e pepe, tratteggia a
biro un ritratto un po’ luciferino che la cronista si augura non la riguardi.
In una terra che ha istituzionalizzato la liturgia del “come back”, il rientro sulla scena dopo essere caduti in disgrazia, Hacksaw Ridge
è l’ultimo giro di boa possibile per l’attore che
anni fa Jodie Foster, in un afflato mistico, definiva semplicemente «Dio», che ha incarna-
folgorazioni
celebri
Conversioni, pratiche, fede,
culti: il variegato rapporto
dei divi con la religione
a
occhioecroce,selareligione è una componente fondamentale del suo
cinema, lo è ancora di
più della sua vita: «Ho
fatto un gran lavoro su di me in questi 10 anni, ma soprattutto ho tenuto
un basso profilo» taglia corto. Il personale calvario di Mel Gibson comprende infatti l’ostracismo seguito
al brutto affare dell’arresto per guida in stato di ebrezza nel 2006 e dei
commenti antisemiti all’indirizzo
del poliziotto che l’aveva preso in
custodia:«Lacosamigliorechepossiamo fare per gli altri è aggiustare
quello che non va in noi. Io ho otto figli e li amo profondamente». Un nono, tra l’altro, è in arrivo. La madre
è la nuova compagna, la sceneggiatrice Rosalind Ross.
Nessuna sorpresa dunque se nel
percorso del divo, di quella schiatta di attori australiani che un tempo
bastava definire per nome (Nicole,
Hugh, Cate, Mel), c’è anche il sequel
dellaPassionediCristoche,comeha
rivelato non in conferenza stampa,
ma davanti a migliaia di fedeli di
una congregazione californiana, si
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Richard Gere
(67 anni). Segue
il buddismo tibetano
e la causa politica
del dalai Lama.
Jim Caviezel
Cattolico praticante
(48), è Gesù nella
Passione di Cristo
diretto da Gibson.
Orlando Bloom
L’attore inglese (39)
è buddista della
scuola giapponese
Soka Gakkai.
John Travolta
(62) Cresciuto in una
famiglia cattolica
si converte a
Scientology nel ‘75.
Judi Dench
(81) Frequenta una
scuola quacchera
a York in gioventù
e si converte.
Tom Cruise
anche il re delle
Mission: impossible
(54) è affiliato
a Scientology.
Denzel Washington
(61) Figlio di un
predicatore
pentecostale, è un
fervente cristiano.
dovrebbe intitolare The Resurrection. Sono i film in cui il cristianesimo è coinvolto «i veri kolossal di
supereroi, perché parlano di uomini capaci di andare oltre se stessi.
Io credo che ci sia qualcosa di più
grande di me. Perché se non è così,
vorrebbe dire che sono io il mio dio
e allora saremmo tutti nei guai. Non
credo che nemmeno l’uomo più eccezionale del mondo avrebbe potuto fare quello che ha fatto Desmond
DossaOkinawa,senoncifossestato
qualcosa di più grande di lui ad attirarlonell’infernoperspingerlopoi
fuori ogni volta». Lei prega? «Ogni
mattina. È facile. E veloce. Devo
farlo prima di svegliarmi completamente e di essere del tutto consapevole. Se ritardo le voci cominciano a parlarmi dentro la testa». Ride.
e
che cosa le dicono le voci? «È come vedere la
tua testa in fondo al letto che ti parla» ironizza.
«Echemidice:“Ehinon
pensichequestasiaunabuonaidea?
E quest’altra?”. E sono tutte pessime buone-idee». Ha mai paura? Del
mondo, del futuro, di se stesso? «Ho
sempre paura. Prima di iniziare
questo film ho incontrato Jodie Foster e le ho confessato che ero terrorizzato al pensiero, mi veniva da vomitare da tanta paura avevo. E sono
stato così fino al giorno prima dell’inizio delle riprese. Alla fine è andato tutto bene: quando sei in ballo è
ovvio che ballerai. Ma dubitare di
se stessi è inevitabile. Una prova di
umiltà. Per me, almeno, lo è». E di
Donald Trump ha paura. Una parola su di lui? «Una sola? No».
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discese ardite e risalite
di mel gibson su iodonna.it
Getty Images (7)
taglia. «Storie come queste mi ispirano profondamente, soprattutto
quando so che sono vere» ci racconta Gibson. «Il mio compito è quello
di portare allo scoperto l’essenza di
quel supremo atto di eroismo: che
cosa ha spinto un uomo a compiere
un’impresa simile? È il genere di indagine giusta per me». Perché coinvolge la fede? «La fede può molto,
ma non sapendo quanto forte sia la
mia, non saprei dire fino a dove può
portare un uomo» racconta Gibson,
senza smettere di disegnare. «È una
lottaquotidianaconinostrilimiti.E
io di solito, all’ora di pranzo, già comincio a vacillare. Alcune persone
invece sono forti come rocce».