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“Hacksaw Ridge”, l’eroe ideale ha il volto di Garfield Mel Gibson torna con un film di guerra destinato a entrare tra i classici ALESSANDRA LEVANTESI KEZICH Pubblicato il 02/02/2017 Ultima modifica il 02/02/2017 alle ore 16:01 Andrew Garfield in una scena di «Hacksaw Ridge» dove con il suo sguardo inquieto e un ispirato ribellismo dà vita a Desmond Doss, il primo obiettore di coscienza americano a ottenere una medaglia al valore Dopo dieci anni l’«infamous» Mel Gibson torna dietro la macchina da presa e con il suo talento di cineasta riesce a far (almeno temporaneamente) dimenticare gli episodi di ubriachezza, risse, esternazioni antisemite e omofobe per cui è noto. Nominato a sei Oscar, Hacksaw Ridge è destinato a ritagliarsi un posto fra i classici del cinema di guerra hollywoodiano, in una linea che va dal Sergente York a Lettere da Iwo Jima di Clint Eastwood. Con quest’ultimo illustre collega Gibson ha più di un punto in comune, tra cui l’ostentazione verbale di un reazionario integralismo che i film non rispecchiano, o rispecchiano solo in parte. Più di tutto, Gibson ama far emergere dei suoi protagonisti il lato umano e la ferma convinzione morale; e in tal senso in Desmond Doss - che fu il primo obiettore di coscienza Usa a ottenere una medaglia al valore - ha trovato l’eroe ideale. Avventista del Settimo giorno, nel 1942 all’indomani di Pearl Harbour il ventiduenne Desmond si era arruolato volontario per prestare servizio medico, imbracciando la Bibbia e rifiutandosi di toccare un’arma. Un soldato che va in guerra e non combatte? Eppure lo straordinario, coraggioso impegno di Doss a fianco dei compagni dimostrò che esiste più di un modo per lottare. Strutturato in due parti, il film delinea nella prima i perché della motivazione religiosa del personaggio, fra cui un contrastato rapporto con un padre, traumatizzato dall’esperienza della I Guerra; mentre la stoica resistenza di Doss a umiliazioni fisiche e insulti durante l’addestramento, offre a Gibson l’occasione di suggerire con qualche ridondanza una specie di calvario a misura umana. Da qui si salta direttamente alla primavera del 1945 nel paesaggio infernale di Okinawa, per la precisione sulla scogliera di Maeda (l’Hacksaw Ridge del titolo) dove Doss nel corso di una notte portò in salvo, lui da solo, 75 compagni feriti. Articolato in tre lunghe sequenze girate con limpidezza e piglio epico, lo scenario bellico è mostrato in tutto il suo orrore, ma senza compiacimenti semmai in funzione di denuncia; e con il suo sguardo inquieto e il suo ispirato ribellismo Andrew Garfield, giustamente candidato come miglior attore, conferisce scorticata, moderna sensibilità al personaggio. LA BATTAGLIA DI HACKSAW RIDGE Bellico di Mel Gibson con Andrew Garfield, Sam Worthington, Teresa Palmer Usa 2016 ****