Comune di Anzola dell`Emilia

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Comune di Anzola dell`Emilia
COMUNE DI ANZOLA
Sabato, 08 marzo 2014
Sabato, 08 marzo 2014
Cronaca
08/03/2014 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 19
MANUELA GOLDONI
Una domenica in famiglia sul kayak al Lido
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MANUELA GOLDONI
Pagaiando ci si diverte in mezzo alla natura
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La scheda
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«Il nostro amore nato durante i viaggi in corriera»
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Con la prostituzione non si tratta
Cultura e turismo
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Dibattiti, spettacoli, mostre e solidarietà: signora, si accomodi
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La Festa della Donna fra mimose, regali e pensieri'
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Federica Zaccarelli, Anzola
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«Si organizzano serate e balli e non si ricorda quella...
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Una giornata speciale all' insegna del rispetto e della parità
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Come si cucinava in Francia nel '700
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'Villa' e 'Città', l' epopea di due borgate
Politica locale
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Spunta una terza civica guidata da Poluzzi
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'Borgo Rotondo', via ai lavori di restyling
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È il momento giusto per cambiare
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Le elementari Lodi rinascono con il contributo di estetisti e 'Aiuta'
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Negozi chiusi e buche «Bisogna riqualificare la via»
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Centrodestra compatto su Gallerani
Sanità, sociale e servizi per l'infanzia
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Donazioni in calo, l' Avis punta sui giovani
Pubblica amministrazione
08/03/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 1
GIANNI TROVATI
Una sentenza simbolica
08/03/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 3
LUCA ORLANDO
«Così finiamo fuori dal mercato»
08/03/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 5
SARA MONACI
Palazzo Marino è già stato risarcito
08/03/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 5
GIANNI TROVATI
Processo derivati, banche assolte a Milano
08/03/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 6
CARMINE FOTINA
La risposta dell' Italia alla Ue: stop ai debiti fuori bilancio
08/03/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 6
BEDA ROMANO
La Ue: fondi per i piani di sviluppo
08/03/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 6
ROBERTO GALULLO
Antimafia, allarme interdittive sui piccoli lavori
08/03/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 10
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Piano speciale per ricollocare gli ex militari
Le Regioni possono fare quel che vogliono
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Come ridurre il cuneo fiscale
08/03/2014 Italia Oggi Pagina 2
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Mercoledì in Cdm primo esame sul taglio al cuneo
08/03/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 9
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Da Firenze a Catanzaro tutte le liti sugli swap
08/03/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 5
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PIERLUIGI MAGNASCHI
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08/03/2014 Italia Oggi Pagina 7
CORRADO MIRASOLE
voci di corridoio
08/03/2014 Italia Oggi Pagina 22
SIMONA D' ALESSIO
Alla giustizia manca personale
08/03/2014 Italia Oggi Pagina 22
FRANCESCO CERISANO
Controlli, Corte conti indebolita
08/03/2014 Italia Oggi Pagina 24
BEATRICE MIGLIORINI
Rottamazione cartelle all' attivo
08/03/2014 Italia Oggi Pagina 26
La Iuc fa impazzire i comuni
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Immobili a richiesta
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SERGIO TROVATO
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Bologna)
Cronaca
Una domenica in famiglia sul kayak al Lido
DA APRILE a settembre, il Canoa club Bologna
organizza una nuova attività per le famiglie: su
prenotazione verranno organizzati giri in canoa di due
ore nell' ambiente fluviale del Lido di Casalecchio.
«Chiunque potrà così navigare in sicurezza le acque del
fiume Reno ­ ha spiegato Michele Ramazza ­ vivendo
una bellissima esperienza insieme ai propri bambini dai
quattro anni in su. I partecipanti saranno accompagnati
da una esperta guida fluviale che insegnerà loro le
tecniche base, per scoprire in tutta sicurezza l' ambiente
fluviale del Lido da una prospettiva completamente
nuova. Oltre a far divertire il pubblico con il giro in
canoa, illustreremo flora e fauna del fiume Reno e la
storia della Chiusa di Casalecchio e i bambini potranno
divertirsi genitori o amici, scoprendo qualcosa di nuovo
a due passi da casa». Sul versante agonistico, inoltre, il
Canoa club è attivo con squadre di canoa slalom, polo e
olimpica. «Attualmente ­ ha detto ­ abbiamo anche un
disabile che si sta allenando per le Paraolimpiadi di Rio
2016. Atleti olimpionici che hanno partecipato a Londra
2012, come Camporesi, Ferrari, Cipressi, si allenano con nostra società». «Organizziamo anche una
gara interregionaledi Canoa Slalom, in scena il 6 aprile, il Campionato italiano di Paracanoa Slalom,
sempre il 6 aprile, sul Reno a Casalecchio, oltre al 12°Torneo internazionale di Canoa polo ad Anzola
presso i laghi del ristorante ?Il Pescatore', il 29 e 30 marzo, e al Raduno nazionale di canoa turistica sul
Limentra, in maggio».
Numerosi e di prestigio i successi ottenuti negli anni dal Canoa club Bologna. «Per il quarto anno
consecutivo ­ ha spiegato ­ nel 2013 abbiamo vinto la Coppa Fick di canoa slalom, senza dimenticare
che gli ultimi quattro anni abbiamo ottenuto il maggior numero di punti, assegnati in base ai piazzamenti
di tutti gli atleti nelle gare affrontate, rispetto le altre società di canoa italiane». Senza dimenticare i
tantissimi titoli e podi ottenuti nei campionati italiani del 2013 dai ragazzi del Canoa club nelle diverse
categorie e discipline.
Manuela Goldoni.
MANUELA GOLDONI
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Cronaca
Pagaiando ci si diverte in mezzo alla natura
Manuela Goldoni UNO SPORT coinvolgente e
aggregante che permette di vivere emozioni all' aria
aperta e scoprire luoghi incantati. Ma anche uno sport
per tutti, in quanto offre una varietà di discipline adatte a
diversi tipi di esigenze e capacità. Parliamo della canoa
che per molti appassionati è molto di più di una
semplice attività sportiva. Al Lido di Casalecchio si trova
la sede del Canoa Club Bologna, una delle realtà più
dinamiche e vitali nel panorama nazionale nel settore
della canoa fluviale agonistica, formativa e turistica ?
amatoriale, fondata nel 1979. Affiliata alla Federazione
italiana canoa kayak, riconosciuta dal Coni, al Comitato
italiano paralimpico e all' Uisp, l' Asd Canoa Club
Bologna è nota per i corsi e le iniziative qualificate che
organizza sul territorio ed è la prima società in Emilia
Romagna per numero di associati, oltre 300, e per titoli
ottenuti, ed una delle prime in Italia.
«La sede fluviale, dove svolgiamo la maggior parte delle
nostre attività ­ ha detto Michele Ramazza, maestro di
canoa e dirigente del Canoa Club Bologna ­ è a
Casalecchio di Reno sul fiume Reno, in via Venezia: qui è predisposto il campo permanente per
allenamenti e gare di canoa slalom e i nostri associati praticano attività sportiva per prepararsi alle
discese su altri fiumi e torrenti. I campi di allenamento e gioco di canoa polo si trovano invece ad Anzola
dell' Emilia, dove siamo ospiti presso i laghetti del ristorante ?Il Pescatore'». Ma come si comincia? «Il
modo migliore per chi vive in città ­ ha spiegato ­ è quello di frequentare un corso in piscina durante l'
inverno. Così si imparano i fondamentali in ambiente tranquillo e al caldo e si comincia a fare gruppo
con gli istruttori e i compagni di corso, con i quali si potranno fare le prime esperienze in fiume, guidati e
assistiti, con l' attrezzatura fornita dal Canoa Club. Con il tempo scopriremo se la nostra inclinazione è
per l' acqua mossa o se preferiamo pagaiare in acque tranquille, o magari cimentarci nel gioco della
canoa polo». Sono tantissime le attività proposte dal Canoa Club Bologna. «Organizziamo corsi
trimestrali di canoa per bambini e adolescenti dagli 8 ai 14 anni, in piscina e sul fiume ­ ha spiegato
Ramazza ­ con il loro successivo inserimento nella squadra agonistica per favorire l' avviamento allo
sport; proponiamo lezioni e prove canoa presso il centro remiero per bambini e ragazzi dagli 8 ai 16
anni, in collaborazione con enti locali, parrocchie, associazioni sportive e per il tempo libero, nell' ambito
di manifestazioni e camp estivi. Collaboriamo poi con le scuole di Casalecchio e quest' anno abbiamo in
programma corsi di canoa, con lezioni in piscina e sul fiume Reno, con allievi di alcune scuole medie e
superiori, alcuni diversamente abili». Il Canoa club Bologna organizza anche lezioni gratuite di canoa ed
escursioni per preadolescenti e adolescenti con disagio psichico ­ comportamentale, in collaborazione
con l' Area dipartimentale integrazione sociale sanitaria (distretto di Casalecchio di Reno) dell' Ausl di
Bologna e per persone con disabilità fisica in collaborazione con il Comitato paralimpico provinciale e
regionale. «Proponiamo anche ? ha continuato ­ attività agonistica di canoa per atleti a partire dai 10
anni: c' è la squadra di canoa fluviale che partecipa a gare internazionali, nazionali, interregionali,
campionati italiani di canoa slalom e discesa e ci sono tre team di canoa polo che partecipano a tornei
nazionali, internazionali e ai campionati italiani (serie A e B)». E ancora, spazio a corsi di canoa per
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Cronaca
adulti, in piscina e su fiume, a gite ed escursioni in canoa di uno o più giorni su acque tranquille e aperte
a tutti. A giugno, il Canoa club Bologna organizza un campo estivo al lago di Suviana, rivolto a bambini
ed adolescenti dagli 8 ai 16 anni, mentre ad agosto propone ai bambini dagli 8 ai 18 anni uno stage di
canoa slalom e di avviamento alla canoa sul fiume Durance in Francia.
MANUELA GOLDONI
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Cronaca
La scheda
L' asd Canoa Club Bologna, fondata nel 1979, affiliata
alla Federazione italiana canoa kayak, riconosciuta dal
Coni, al Comitato italiano paralimpico e all' Uisp, è un'
associazione sportiva bolognese che opera nel settore
della canoa fluviale agonistica, formativa e turistica ­
amatoriale.
L' esperienza e la presenza costante sul territorio, da
molti anni con iniziative qualificate, ne hanno fatto la
prima società in Emilia Romagna per numero di
associati, oltre 300, e per titoli ottenuti, e una delle prime
in Italia. La sede fluviale, dove si svolgono buona parte
delle attività proposte è a Casalecchio, sul fiume Reno,
in via Venezia. I campi di allenamento e gioco di canoa
polo si trovano invece ad Anzola dell' Emilia, presso i
laghetti del ristorante Il Pescatore.
Sede fluviale e segreteria : via Venezia 1 ­ Casalecchio
di Reno Tel. ? Fax: 051.575354 E­mail :
[email protected] Sito internet :
www.canoaclubbologna.it.
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Cronaca
«Il nostro amore nato durante i viaggi in corriera»
I MATRIMONI e gli amori spesse volte durano una vita.
Almeno nel caso di Anna Bonfiglioli e Franco Cassoli di
Anzola. Si sposarono ventenni nel giugno del 1970 nella
chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo per mano
del parroco don Medardo. Poi il pranzo di nozze nel
modenese e quindi la luna di miele da sogno a Napoli,
Capri e Ischia.
«Ci eravamo conosciuti ­ racconta Anna che ha origini a
Sant' Agata Bolognese ­ qualche anno prima in corriera.
Franco abitava nel comune di San Giovanni in Persiceto
nella frazione de Le Budrie. E in questa frazione si era
creata una compagnia che frequentavo. Da lì abbiamo
approfondito la nostra conoscenza che ci ha portato al
fidanzamento epppoi al matrimonio».
I coniugi Cassoli hanno avuto due figli, Elisa e Simone, e
dopo aver intrapreso varie attività commerciali, da tanti
anni conducono l' attività di ristorazione assieme in un
locale molto conosciuto nel territorio ma non solo: La
Bassa, divenuto poi proprietà del figlio Simone. Si tratta
di una antica trattoria, le cui origini risalgono alla metà
dell' Ottocento.
«CREDO che il segreto per stare tanti anni assieme ­ continua Anna ­ stia nel fatto della reciproca
comprensione. Oramai basta una sguardo per capirsi, per capire uno stato d' animo, l' umore di una
giornata. E ci si accetta apprezzando i talenti, le doti che ciascuno di noi possiede e cercando di
tollerare i difetti dei nostri caratteri». Franco è anche un grande appassionato di tiro al piattello e di
ippica. Ha avuto diversi cavali trottatori alcuni dei quali vincenti e possiede i colori di una scuderia. Al
momento non ha più dei purosangue ma la passione per le corse al trotto gli è rimasta ben viva.
«Cerco sempre di trovare il tempo ­ dice Franco ­ di andare all' ippodromo di Bologna per seguire
qualche corsa. La passione è sempre quella dei primi anni. Poi vado a sparare al tiro al piattello e
posso dire di riuscire ancora a difendermi bene». Negli anni La Bassa ha conquistato tantissimi clienti
che vengono a gustare i piatti che Anna ed Emilia (l' altra cuoca) preparano quotidianamente.
Pier Luigi Trombetta.
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Cronaca
Con la prostituzione non si tratta
?CON la prostituzione non si tratta': è il titolo dell'
incontro organizzato dalla parrocchia Santi Pietro e
Paolo di Anzola in collaborazione con il Comune, dopo
le continue lamentele da parte di cittadini visto il
dilagare del fenomeno sul territorio anzolese. Alla serata
è intervenuto anche il sindaco Loris Ropa (sopra ).
Sempre ad Anzola si è svolto un incontro sui casi di
avvelenamento di animali domestici e selvatici avvenuti
nel territorio di Anzola.
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Cultura e turismo
IL PROGRAMMA.
Dibattiti, spettacoli, mostre e solidarietà: signora, si
accomodi
SPETTACOLI teatrali, feste e tante iniziative di
sensibilizzazione. Il panorama di eventi per la
Festa della donna è tanto ricco quanto vario.
Si comincia oggi, alle 10,30, all' auditorium
Biagi di Sala Borsa , con un dibattito sul
femminicidio a cura dello psicanalista Stefano
Bolognini e della docente di semiotica dell'
Alma Mater Patrizia Violi, nell' ambito de ?Il
lettino e la piazza' . Porte aperte anche nella
sede dell' associazione Sos Donna (via
Saragozza 221/b), che dalle 10 alle 17
organizza un mercatino a offerta libera a
favore delle attività di prevenzione e sostegno
alle vittime di violenza domestica e urbana.
Alle 15, al centro civico del Quartiere Savena
(via Faenza 4), sarà inaugurata la mostra
fotografica di Sara Colombazzi ?Lasciatele
lavorare. Donne nel mondo del lavoro' , cui
seguirà un dibattito. Pomeriggio di musica e
canti, dalle 15,30, al centro polifunzionale 'R.
Bacchelli' in via Galeazza 2, con il gruppo Ever
Green e Silvana Riccardi dello Spi Cgil.
SERATA in ridere al centro civico del
Quartiere Reno (via Battindarno 123) che
propone, alle 21, lo spettacolo comico ?Lotto per le donne ma non faccio la guerra' , con Barbara
Baldini. In scena alle 21 anche la Casa delle culture e dei teatri di Lavino di Mezzo con lo spettacolo ?Le
ricette del buonumore', di Angelica Zanardi, con l' accompagnamento musicale dal vivo di Eloisa Atti.
Anche l' associazione Vitruvio si è attivata per l' altra metà del cielo con uno speciale ?Ma che strega
che sei', spettacolo itinerante sulle credenze legate al femminile, con partenza alle 21 da piazza
Minghetti (prenotazioni al numero 345­3608751).
SPAZIO anche alla solidarietà: in piazza Nettuno, dalle 10 alle 18, torna Amnesty International con un
banchetto informativo sulla violenza di genere e laboratori di fiori di carta per allestire il ?prato dei diritti'.
Scende in campo anche Unicef , in via Ugo Bassi, con la campagna ?8 marzo per le bambine' . L'
ippodromo Arcoveggio ha scelto invece di festeggiare le donne un giorno dopo: domani, dalle 14,30,
corse e gare tutte al femminile con ingresso gratuito per le signore e uno scopo benefico: aiutare l'
associazione Susan G. Komen Italia nella lotta contro i tumori al seno.
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Cultura e turismo
La Festa della Donna fra mimose, regali e pensieri'
LA FESTA della donne è proprio una festa? Nel tempo la
ricorrenza è molto cambiata. Ed è indubbio che abbia
perso molto del suo significato originale e venga
considerata da molte donne come il pretesto per uscire
senza fidanzati, mariti e figli, concedendosi qualche sfizio.
Insomma, l' evento ha assunto sempre più un' impronta
commerciale. E si è allontanato dai concetti che avevano
ispirato la nascita delle prime celebrazioni della Giornata
internazionale della donna. Colpa anche delle donne?
Secondo Rita Baraldi vicesindaco reggente di Crevalcore:
«L' 8 marzo è una festa che ancora oggi ha un sapore
amaro.
Perché le finalità per cui era stata istituita, cioè ricordare
sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle
donne, sia le discriminazioni e le violenze di cui sono state
oggetto, sono purtroppo ancora oggi troppo attuali.
Perché le donne sono ancora lontane dall' avere
conquistato la parità in molti campi. E sono ancora oggi
oggetto di soprusi e violenza che arrivano fino al delitto,
spesso per mano di chi ha dichiarato amore nei loro
confronti».
E BARALDI continua: «È purtroppo ancora lungo il
cammino necessario per raggiungere una vera parità,
occorre infatti agire e incidere sulla cultura stessa della
nostra società. Che mantiene una concezione squilibrata
delle relazioni tra i generi e spesso fornisce un' immagini
consumistica della donna che la riduce da soggetto a
oggetto, propiziando comportamenti aggressivi. Per
questo tutti noi, uomini e donne, ci dobbiamo impegnare
per affermare in un futuro prossimo che tutte le persone
hanno pari dignità. Solo allora potremo effettivamente
parlare di maturità dei sistemi democratici». Per Milena
Muratori: «La donna? Solo il diavolo sa cos' è. Battute a
parte credo una donna la si debba amare tutti i giorni e
non solo in occasione di qualche ricorrenza».
A parere di Pamela Alifranghis «Le donne non si devono
comprendere ma si debbono amare. Un amore
incondizionato che supera difetti e durezze del carattere.
Solo il vero amore supera ogni barriera». Secondo
Federica Zaccarelli: «La felicità è la poesia della donna. Io sono molto innamorata se diamo un voto da
uno a dieci direi undici. Ed è bello vedere, nonostante il tempo passare, che questo sentimento si
rafforza sempre di più». Infine Sonia Camprini, assessore comunale alle politiche sociali e pari
opportunità di Persiceto: «Mi preme ricordare nell' ambito delle tante iniziative che abbiamo organizzato
lunedì, alle 20.30 nella sala del consiglio comunale, ?La Giudice. Una donna in magistratura'; ne
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Cultura e turismo
parleranno con l' autrice del libro, il giudice Paola di Nicola, la storica Cinzia Venturoli e la sottoscritta.
Eppoi mercoledì 12, alle 20.30, sempre nella sala consiliare ?La Medicina di genere: vita e salute della
donna', un incontro con i cittadini promosso in collaboraz
ione con Spi­Cgil. Pier Luigi Trombetta.
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Cultura e turismo
Federica Zaccarelli, Anzola
La scelta della mimosa come fiore ­ simbolo è
un'usanza italiana adottata nel 1946 della
Unione donne italiane (Udi). Scelta, di certo,
non casuale perché questo fiore fiorisce
proprio in questo periodo dell'anno
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Cultura e turismo
«Si organizzano serate e balli e non si ricorda quella
tragedia»
ANTONELLA Dallari (foto ), barista di Anzola
non approva la festa delle donne: «Sono
indignata per come anche quest' anno si vuole
celebrare l' 8 marzo nel mio comune. E cioè
tra banchetti, spettacoli e giochi vari.
Persino una cena servita dagli uomini. Quando
la ricorrenza nacque per ricordare una
tragedia. Agli inizi del '900 un gruppo di
operaie di una industria tessile di New York
scioperò contro le condizioni in cui si
trovavano a lavorare. Lo sciopero proseguì e
fu proprio l' 8 marzo che la proprietà dell'
azienda bloccò le uscite della fabbrica,
impedendo alle operaie di uscire fuori, mentre
si innescò un incendio.
Il rogo uccise 129 operaie, tra cui anche delle
italiane.
E qui cosa fanno? Organizzano serate tra
risate e ilarità».
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Cultura e turismo
Una giornata speciale all' insegna del rispetto e della
parità
L' 8 MARZO si celebra la Festa delle Donna,
ricorrenza internazionale che dovrebbe essere
chiamata come ?Giornata internazionale della
Donna'.
È un giorno di celebrazione per le conquiste
sociali ottenute dalle donne, ma anche di lotta,
per le tante discriminazioni che purtroppo
ancora, il genere femminile, è costretto a
subire in molte parti del mondo. In Italia questa
ricorrenza è relativamente recente, poiché
viene celebrata con regolarità solo a partire
dal 1946, a guerra conclusa.
All' estero, invece, nacque molto prima. Ecco
gli appuntamenti di Terre d' Acqua: a Sant'
Agata le volontarie dell' Udi (Unione donne
italiane) confezioneranno mazzolini di mimose,
il cui ricavato servirà a sostenere progetti di
solidarietà, cultura e assistenza. Nella sala
mostre ?Nilla Pizzi' verrà allestita anche una
mostra fotografica rappresentativa delle
immagini sui festeggiamenti dell' 8 marzo
negli ultimi 20 anni. Infine domani, sempre a
cura dell' Udi, si terrà al teatro Ferdinando
Bibiena, lo spettacolo teatrale ?Chelo' an mur
gnanc a cuperel!!! Azident', presentato dalla compagnia dialettale ?In fen cla dura' di Ravarino, ingresso
libero e a seguire un rinfresco. Ad Anzola : questa sera alle 20.30 al centro Amarcord, nella frazione di
Castelletto, una serata di festa con cena per raccogliere fondi a favore delle popolazioni modenesi
colpite dall' alluvione. Prenotazioni al 051 739538. Giovedì 13, alle 20.30, nel centro civico Falcone e
Borsellino di Lavino di Mezzo ci sarà la Festa della donna con Viviana e lo spettacolo di cabaret a cura
del Gruppo donne e volontari di Lavino di Mezzo. A tutte le signore presenti sarà offerta una mimosa.
Ingresso libero.
A Persiceto alle 10, nella sala del consiglio, ?Donne di ieri e di oggi: dalla stregoneria alla medicina':
presentazione del catalogo della mostra sull' Inquisizione. Nella sala consiliare il giudice Paola di Nicola
incontra poi gli alunni della scuola elementare ?Quaquarelli' lunedì 10 dalle 9.30 e alle 14.30 mentre gli
studenti delle scuole superiori incontreranno il giudice martedì 11 marzo alle 9.30. Sarà presente Sonia
Camprini, assessore comunale alle politiche sociali e pari opportunità. A Sala , nel capannone ?Degli
Esposti' di via Bersaglieri a partire dalle 20,30, cena e a seguire spettacolo teatrale. La serata è a cura
del gruppo ?Otto marzo' di Calderara e di ?Incontra la solidarietà' di Sala .
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Cultura e turismo
ANZOLA DELL' EMILIA.
Come si cucinava in Francia nel '700
COME è cambiato il cibo e il comportamento a
tavola dalla Rivoluzione Francese a oggi? Lo
scopriremo con ?È pronto in tavola!', il corso
sul cibo come cultura curato da Lorena
Suppini che si terrà per cinque sere alle 20.30,
tra marzo e aprile, nella sala polivalente della
biblioteca De Amicis. Con il corso si
ripercorreranno gli ultimi trecento anni di storia
fissando l' attenzione sul cibo come cultura
attraverso la letteratura e le arti. La serata di
giovedì, di presentazione, aperta a tutti e
gratuita, avrà come tema il Settecento, la
cucina francese e lo chef in qualità di artista e
creatore. Si parlerà anche del romanzo di
Karen Blixen ?Il pranzo di Babette' e dell'
arredo di cucina confrontando quello italiano
rispetto a quello francese. Il titolo del secondo
incontro, previsto per giovedì 20 marzo, sarà ?
Il Gattopardo: la versione letteraria' e, questa
volta l' attenzione sarà tutta sulla tradizione
culinaria italiana prima dell' Unità, mentre il
terzo appuntamento, giovedì 27 sempre alle
20.30, verterà sulle specialità regionali e locali
italiane dopo l' Unità del Paese. Pellegrino
Artusi e la sua ?L' arte del mangiare bene' saranno protagonisti, giovedì 3 aprile, del quarto
appuntamento del corso che si concluderà martedì 15 aprile con una serata dedicata alla tavola degli
italiani dagli anni del boom economico sino ai giorni nostri. Informazioni: 051.6502222.
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Cultura e turismo
STRADE & STORIE di Gabriele Gallerani.
'Villa' e 'Città', l' epopea di due borgate
VIA (LA) Villa si trova a Le Budrie. Segna il
confine con Anzola e prende il nome dall'
omonima località attraversata. La ?Villa' (sulla
strada) e la ?Città' (accanto all' argine del
Samoggia) sono due borgate della campagna
persicetana che fino ai primi dell' Ottocento
erano parte della Comune di San Bartolo. In un
documento del 1616 si legge che alla Villa
risiedevano 5 nuclei familiari, parenti fra di loro
e con cognome Serra. Erano le patriarcali
famiglie contadine composte da 15 ­ 20
persone ognuna e la strada che portava alle
loro case era quindi denominata stradello della
Villa dei Serra. Oggi è solo ?via Villa'. Nel
censimento del 1871 la frazione di San Bartolo
(diminutivo di San Bartolomeo) è divisa in
Casale Santa Maria delle Budrie, Città delle
Budrie e Villa delle Budrie, e nel 1881 è tutto
semplificato in: borgata Budrie (l' attuale
centro abitato), borgata Villa e borgata Città.
Dal XVI secolo in poi il tracciato della strada è
rimasto identico e i terreni leggermente
sopraelevati preservavano gli insediamenti
colonici dagli straripamenti delle acque del
Samoggia. Dagli 8 nuclei familiari censiti nel 1688 a La Villa, si passa ai 287 residenti nel 1881, mentre
nella vicina borgata Città si registra nel 1871 una popolazione stabile di 210 abitanti. L' aumento è
dovuto particolarmente ai barrocciai che vi si insediano per sfruttare la sabbia e la ghiaia trasportata
dalle acque del Samoggia.
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8 marzo 2014
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Il Resto del Carlino (ed.
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Politica locale
SAN GIOVANNI L' AVVOCATO: «ADESSO E' PREMATURO PARLARE DI ALLEANZE»
Spunta una terza civica guidata da Poluzzi
­SAN GIOVANNI­ NELLE BATTAGLIA per le
prossime amministrative di San Giovanni in
Persiceto si profila all' orizzonte una nuova
lista civica. Che va ad aggiungersi a Rinnova
Persiceto e a P r o g e t t o C o m u n e . S t i a m o
parlando de ?Popolari per Persiceto e Decima'
capitanati dall' avvocato Fabio Poluzzi,
portavoce del movimento e papabile candidato
sindaco.
«Siamo dei cattolici e dei laici ­ spiega Poluzzi
­ che hanno deciso di impegnarsi attraverso l'
impegno politico, pensando che questo è ciò
che più manca: la politica fatta di ideali e di
realismo. La posta in gioco è dare un respiro
nuovo al nostro Comune non solo come
capofila delle ?Terre d ' Acqua'. Ma come
propulsore dell' integrazione dei servizi e delle
politiche di un bacino che possa essere una
controparte della Città Metropolitana
bolognese, senza remore e senza essere
succubi della città».
«Le alleanze sono tutte da vedere e ancora da
scrivere ­ aggiunge Poluzzi ­. Perché in questa
situazione eccezionale e in questo stato di
necessità non abbiamo preconcetti. Ma neppure l' obbligo di allearci a tutti i costi. Prima il programma e
gli ideali e poi gli schieramenti».
Pier Luigi Trombetta.
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8 marzo 2014
Pagina 5
Il Resto del Carlino (ed.
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Politica locale
'Borgo Rotondo', via ai lavori di restyling
IL BORGO ROTONDO , ossia quel reticolato
di vie che vanno a formare la parte interna del
centro di San Giovanni, che prendono proprio
la forma di un cerchio concentrico, sarà
risistemato. Proprio così. Dopo una riunione
tra commercianti e amministrazione comunale,
che si è svolta qualche giorno fa, è stato dato l'
ok alle proposte avanzate dal sindaco Renato
Mazzuca.
«I commercianti del centro ­ certifica Gilberto
Lambertini, presidente di Ascom­
Confcommercio Persiceto ­ hanno dato via
libera al progetto esplicato dal primo cittadino;
quindi i lavori si faranno». Il piano di
riqualificazione del centro storico, che partirà
proprio da Corso Italia, prevede la posa di un
nuovo strato di asfalto, una serie di cestini e
posacenere innovativi, al cui interno è previsto
un sistema elettrico speciale, con prese di
corrente ai lati, l' eliminazione dei cavi elettrici
sotto i portici cittadini, senza dimenticare la
posa di nuove fioriere, anche se è ancora da
vedere se si opterà per l' aggiunta di portafiori
oltre a quelli già esistenti, o se si deciderà di
rinnovare tutto.
LA PARTENZA dei lavori è prevista per il periodo estivo, tra la fine di luglio e i primi di agosto, e
secondo i preventivi durerà al massimo una settimana. E tutte le vie laterali a Corso Italia e al centro
storico? Saranno gestite anche quelle. Insomma prima si parte dalla via maestra, poi arriveranno, in
ordine, tutte le laterali, affinché a partire dall' anno prossimo si possa iniziare ad avere un Borgo
Rotondo a cui sia già stata fatta una sessione di ?lifting'. «Data la situazione di crisi generalizzata ­
procede Lambertini ­ purtroppo ancora statica, partiamo con un po' di trucco (paragonando il centro di
Persiceto a una bella donna a cui va rifatto il look, ndr), poi si vedrà. Di sicuro questo è un segnale
incoraggiante, che non si fermerà però alla sola Corso Italia, ma procederà, mano a mano, via per via.
Siccome la maggioranza dei commercianti è d' accordo con questa proposta ­ segnala ancora il
presidente ­ ho chiamato il sindaco, a nome dei negozianti, come Ascom­Confcommercio, per accettare
il piano di lavori. Non so quanto costerà il tutto, ma sarà il Comune a pagare».
UN DATO certo, però, pare già esserci.
Ai commercianti è stato fatto visionare un nuovo tipo di asfalto, in due tonalità di colore: una più scura e
l' altra più chiara, quasi tendente al grigio chiaro. La scelta è andata, a maggioranza, verso questa
seconda opzione.
Nonostante tutto questo, però, c' è chi a torto o ragione, decidetelo voi, sottolinea che non è solo
abbellendo il centro che arriveranno avventori, ma piuttosto servirebbero maggiori entrate, soldi, in
tasca ai consumatori. Ma a questo problema il Comune non può porre rimedio, bisognerebbe piuttosto
rivolgersi a Roma? ma questa è un' altra storia. Luca Scarcelli.
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Continua ­­>
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8 marzo 2014
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Politica locale
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8 marzo 2014
Pagina 22
Il Resto del Carlino (ed.
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Politica locale
È il momento giusto per cambiare
GENTILE redazione, sono un commerciante, anche se
non so ancora per quanto potrò mantenere un tale titolo.
Ho una piccola attività con cui fino a poco tempo fa sono
sempre riuscito a sbarcare il lunario.
Il perdurare della crisi, purtroppo, ci ha colpiti
duramente e gli affari con il passare degli anni si sono
fatti sempre più risicati. Poco tempo fa, inoltre, mi è
giunta una cartella del Fisco in cui si sostiene che non
avrei pagato un importo del 2003 e mi si chiede di
saldare con tanto di mora, interessi, eccetera. Sto
pensando seriamente di lasciare questo paese (?p'
minuscola voluta) che sa solo tassare, vessare e
spremere chi cerca di fare onestamente il proprio
lavoro.
Lettera firmata, San Giovanni i n Persiceto. C A R O
commerciante, purtroppo il momento storico che si sta
vivendo non è dei migliori. Non le saprei di­ re se quello
di lasciare l'Italia ora co­ me ora sia una soluzione valida
op­ pure no. Quella è una alternativa con cui ognuno
deve fare i conti, prendendo in considerazione i pro e i
contro che una tale scelta, molto sofferta me ne rendo conto, può comportare. Quello che posso dire,
però, è che il malcontento è di gior­ no in giorno sempre più palpabile, me ne rendo conto facendo
questo lavoro e intervistando i titolari del­ le varie attività che si sentono tra le più colpite. Questo
dipende anche da una politica miope che non ha sa­ puto fare scelte sensate nei momen­ ti opportuni. A
farne le spese, quindi, sono sempre i soliti e a volte anche chi cerca di fare il proprio lavoro, da una
parte del­ la barricata ma anche dall'altra. Sia chiaro che non mi sto rife­ rendo alle amministrazioni co­
munali che hanno pochi margi­ ni in ambito tributario. La speranza di tutti è ora riposta nel nuovo
premier che, in quan­ to giovane e sindaco fino all'al­ tro giorno, dovrebbe compren­ dere meglio i
problemi che han­ no le persone come lei nell'af­ frontare il quotidiano e ben sa­ pendo che significato
possa ave­ re, in un Paese ormai quasi stroz­ zato dalle tasse, l'arrivo di una cartella esattoriale.
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8 marzo 2014
Pagina 27
Il Resto del Carlino (ed.
Bologna)
Politica locale
Le elementari Lodi rinascono con il contributo di
estetisti e 'Aiuta'
di PIER LUIGI TROMBETTA ­CREVALCORE­
QUARANTAMILA euro per ristrutturazione
della scuola elementare Lodi di Crevalcore
danneggiata e resa inagibile dal sisma del
2012. E' quanto hanno raccolto gli acconciatori
e le estetiste di Cna assieme all' associazione
umanitaria ?Aiuta' e in collaborazione coi
commercianti di Confcommercio­Ascom
Bologna. I soldi saranno consegnati lunedì alle
11.30 nell' attuale sede provvisoria del
Comune a Rita Baraldi, vicesindaco reggente
ed al senatore Claudio Broglia. Interverranno
direttamente alla consegna Valerio Veronesi,
presidente Cna Bologna, Enrico Postacchini e
Giancarlo Tonelli presidente e direttore di
Confcommercio Ascom Bologna, Estemio
Serri dell' associazione Aiuta, e gli acconciatori
e le estetiste Cna che ormai da cinque anni
realizzano iniziative di volontariato e di
beneficenza nel Bolognese, in cui propongono
trucco, tagli e messe in piega a costi ridotti. E
il cui ricavato viene devoluto ad associazioni
impegnate nel sociale.
Nel 2012 e nel 2013 hanno deciso di devolvere
interamente il ricavato alle Lodi. Sono state organizzate in due anni una ventina di iniziative a cui hanno
partecipato oltre 60 saloni di acconciatura ed estetica. Alla raccolta fondi per hanno partecipato anche i
commercianti di Confcommercio Ascom che, in tutta la provincia, hanno messo a disposizione dei loro
clienti le teche in cui contribuire alla nuova vita della scuola elementare. La raccolta dei fondi è stata
coordinata dall' associazione ?Aiuta', che ha affiancato gli acconciatori e le estetiste nelle iniziative
svolte nel territorio provinciale. ?Aiuta' si occupa da un decennio dell' Africa dove, in Ciad, ha realizzato
complessi scolastici, un invaso, un museo e persino una cappellina dedicata alla madonna di San Luca
impegnandosi anche su progetti in Italia. Oltre alla raccolta fondi per Crevalcore ha avviato un progetto
a favore della Caritas. «La ricostruzione delle Lodi ­ ha detto Baraldi ­ è stimata in 6 milioni e 200.000
euro, e i 40.000 euro». Per donazioni ad Aiuta: Banca di Credito Coperativo di Castenaso: IBAN IT 67 D
08472 02400 0000000 91001 o Banca Etruria: IBAN IT61 K053 9002 4020 0000 0000 661.
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8 marzo 2014
Pagina 4
Il Resto del Carlino (ed.
Bologna)
Politica locale
Negozi chiusi e buche «Bisogna riqualificare la via»
Luca Scarcelli L' ASFALTO non in buone condizioni,
mancanza di fioriere, cavi della luce penzolanti sotto i
portici, negozi chiusi e la crisi economica, infine, ci
mette il carico da undici. È questa la situazione che si
respira nel centro storico della cittadina che rimane nel
cuore delle Terre d' Acqua. Ma attenzione, la situazione
tra qualche tempo potrebbe migliorare, per fortuna,
almeno stando alle parole pronunciate dal sindaco
Renato Mazzuca, i n u n a r e c e n t e r i u n i o n e c o n i
commercianti.
Ma intanto sentiamo quali sono le opinioni dei
commercianti di Corso Italia. «Pù negozi aperti ci sono
più giro si crea, visti però i diversi negozi chiusi, il giro
diminuisce». Esordisce così Daniela Bursi,
commerciante che lavora in un negozio di ottica che
porta il nome di ?Amidei', un tempo occupato dalla
rinomata gastronomia Lodi. Ma non è finita.
Esattamente come qualche tempo fa avevano segnalato
altri negozianti, Tarcisio Da Cortà, anche lui di ?Amidei'
spiega che «bisognerebbe aprire il centro storico alle
automobili, e cambiare la politica di parcheggio, ovvero riuscire, portando le auto qui, in centro, a farle
anche parcheggiare, magari a tempo determinato, facendo in modo che chi scende, in maniera diretta
possa recarsi nei negozi vicini».
E SEMPRE in linea con la questione parcheggi, Daniela Traldi, invita tutti all' ascolto della sua proposta,
rimasta ancora inascoltata: «Un punto su cui torno a insistere, anche perché non sono l' unica a
pensarla così, è l' istituzione di un permesso speciale per chi ha l' attività commerciale in centro, fatta
apposta per riuscire a parcheggiare senza il rischio di prendere una multa con la scadenza del disco
orario».
Insomma, il Comune, o la polizia municipale, dovrebbe rilasciare un permesso speciale per il
parcheggio a chi ha un negozio in centro, affinché, visto che si deve lasciare l' auto, in genere, in un
posteggio a tempo, non si rischi di incappare in una multa.
Di rimbalzo Marco Maglio, de ?La Liberia degli orsi', incalza: «Il centro storico di San Giovanni? Ha
bisogno di essere incentivato in qualche modo. Dovremmo inventarci qualcosa per metterlo in
movimento, o magari reinventarci, facendo in modo che torni a essere un luogo dove le persone
possano recarsi abitualmente». Insomma, già da queste opinioni si comprende quanta sia la voglia di
vedere un centro rinnovato nei modi e nell' aspetto da parte di chi ha un' attività in quella zona.
L' ARIA di svolta arriva anche da Valeria Melloni, anche lei sul Corso con il suo ?Zucchero di Canna',
sottolinea: «Ci sono diverse cose in ballo per la riqualificazione del centro storico e quindi anche per
Corso Italia. Certamente è positivo il fatto che si voglia sistemare questa via; attendiamo con ansia di
vedere come diventerà questo corso una volta riqualificato e ristrutturato».
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8 marzo 2014
Pagina 23
Il Resto del Carlino (ed.
Bologna)
Politica locale
ANZOLA.
Centrodestra compatto su Gallerani
­ANZOLA­ E' GABRIELE Gallerani, il candidato sindaco
della lista ?Uniti per Anzola', che si ripresenta per la
terza volta alla amministrative.
E' nato ad Anzola dell' Emilia e conosce bene il territorio
e i suoi problemi e al momento è consigliere comunale
civico. La lista civica raggruppa Forza Italia, Lega, Ncd,
Socialisti.
Gallerani, in sostanza, rappresenta un raggruppamento
formato da persone con esperienze politiche e sociali
anche molto diverse tra loro.
«Oggi ­ spiega Gallerani ­ non basta essere originari del
paese per dare ai cittadini la sicurezza che il Comune
avrà un buon timoniere e una buona guida. Occorrono
programmi e idee che restituiscano all' amministrazione
comunale un ruolo trainante. Gli errori di gestione e
programmazione del sindaco Ropa e della sua
maggioranza, sommati ai soldi pubblici malamente
spesi, renderanno molto difficile il compito di chi vorrà
risanare il governo del nostro territorio».
Per realizzare i programmi, il candidato dice che
continuerà a frequentare la gente e interessarsi dei problemi con attenzione.
E aggiunge: «Se vinceremo le elezioni Anzola avrà un buon governo, ma la democrazia si nutre anche
delle idee di chi siede sui banchi dell' opposizione.
Una forte opposizione è importantissima perché controlla l' operato del sindaco».
Pier Luigi Trombetta.
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8 marzo 2014
Pagina 7
Il Resto del Carlino (ed.
Bologna)
Sanità, sociale e servizi per l'infanzia
Donazioni in calo, l' Avis punta sui giovani
Luca Scarcelli GRANDE evento per l' Avis di
Anzola: c o n s e g n a t e b e n e m e r e n z e e u n
defibrillatore alla Polisportiva Anzolese. A l
Centro sociale Cà Rossa, dopo l' annuale
assemblea di bilancio, è avvenuta la
premiazione delle donatrici e dei donatori
benemeriti, ossia di chi ha raggiunto piccoli o
grandi traguardi nel numero di donazioni
effettuate. «Avis ­ spiega Maria Fragomeni,
presidente dell' Avis anzolese ­ valorizza i
donatori per sottolineare l' importanza del loro
gesto. Si parte dalla benemerenza in rame e si
arriva a quella in oro con diamante per coloro
che hanno finito il loro percorso donazionale o
che hanno superato le 120 donazioni. Va
sottolineato però che le donazioni su Anzola
sono in calo, come in tutta la provincia di
Bologna, dove sono state raccolte 2.716 unità
in meno rispetto al 2012». Secondo i dati, gli
anzolesi hanno effettuato 714 donazioni di
sangue intero, 57 in meno rispetto al 2012,
anche se si registra un piccolo aumento nelle
donazioni di plasma. Sono in calo anche le
prime donazioni. Le cause di questo calo in
parte sono da ricercare nella riorganizzazione dei centri di raccolta da parte dell' Ausl e la chiusura di
diverse sedi prelievo del Centro mobile. Comunque sia, la nostra provincia è autosufficiente per effetto
della compensazione a livello regionale. «Per quanto riguarda le attività svolte dal Consiglio Avis Anzola
­ prosegue la presidente ­ abbiamo partecipato alle più importanti manifestazioni del nostro paese. In
più portiamo avanti il progetto ?Avis = Solidarietà', dove incontriamo le classi quinte elementari e le
classi seconde della scuola media, insieme a un medico, e parliamo di Avis. Vengono svolti inoltre degli
incontri con le terze medie per parlare di primo soccorso. Da sempre poniamo attenzione anche al
mondo sportivo, offrendo contributi ai tornei giovanili di tennis, basket e calcio e le società sportive
espongono il nostro striscione». Durante la serata, anche grazie a un contributo concesso da Avis
Provinciale di Bologna, che ringraziamo, abbiamo consegnato alla Polisportiva anzolese un
defibrillatore, perché la mission di Avis non è solo la promozione della donazione di sangue, ma anche
della salute e del benessere della popolazione.
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8 marzo 2014
Pagina 1
Il Sole 24 Ore
Pubblica amministrazione
L' ANALISI.
Una sentenza simbolica
Gianni Trovati Processo «pilota» secondo la
definizione più asettica, «simbolo» secondo
quella più appassionata, la battaglia
giudiziaria sugli swap di Palazzo Marino ha
catalizzato l' attenzione della finanza per due
ragioni. È stata la prima a portare sul terreno
penale, per truffa aggravata, un' operazione in
derivati condotta con un ente pubblico, ed è
andata dritta al cuore del problema: quello dei
«costi impliciti» del prodotto finanziario offerto
dalle banche al Comune. Un prodotto
finanziario, oltretutto, costruito a "copertura"
del più grande bond locale d' Europa, quello
da 1,685 miliardi emesso nel 2005 dal
Comune di Milano all' epoca guidato da
Gabriele Albertini.
La scena, insomma, era di prim' ordine, ma è
stata soprattutto la trama a portare subito al
centro dell' attenzione la vicenda dei derivati
milanesi.
Per capirlo bisogna mettere da parte la
complessità della struttura finanziaria, e degli
argomenti giuridici che l' hanno circondata in
Tribunale, e guardare al nocciolo della
domanda: gli swap, che ristrutturano un debito
precedente e generano uno scambio di flussi
finanziari fra banca e contraente, devono nascere in perfetto equilibrio, facendo pareggiare entrate e
uscite e lasciando all' evoluzione dei tassi l' esito finale, o possono prevedere un costo iniziale per
"pagare" il prodotto finanziario e la banca che lo confeziona?
Messa così, è la stessa domanda che si pone qualsiasi investitore quando chiede un finanziamento, e
sa che il tasso proposto è superiore a quello spuntato dalla banca nella ricerca della provvista sul
mercato. Quando i soldi sono pubblici, però, la questione si complica, perché per legge (e per logica) le
operazioni avviate dagli enti pubblici sono legittime se prospettano una «convenienza economica», cioè
se il debito ristrutturato con lo swap promette di costare meno rispetto a prima della cura. Se i contratti
non chiariscono i costi, i calcoli di convenienza economica sono falsati, e da lì nasce l' accusa di truffa.
Proprio per questo carattere cruciale della domanda in gioco, replicabile alle migliaia di casi in cui i
sindaci hanno incrociato la finanza strutturata, il processo è diventato «simbolo», e tale può diventare la
vittoria spuntata ieri dalle banche in Corte d' appello. Una vittoria piena, per di più, e parallela a quella
rimediata in Consiglio di Stato da Dexia Crediop e Depfa Bank nel novembre 2012: in quel caso la
giustizia amministrativa ha negato alla Provincia di Pisa l' annullamento dei contratti, sostenendo che i
«costi impliciti», in particolare nei derivati pre­2007 (direttiva Mifid), non sono in sé illegittimi, e non
bastano da soli a cancellare la convenienza economica.
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Continua ­­>
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8 marzo 2014
Pagina 1
Il Sole 24 Ore
<­­ Segue
Pubblica amministrazione
Con i simboli, però, è meglio andarci piano. Quella dei "sindaci­speculatori", e dei Comuni anche piccoli
e piccolissimi che si sono lanciati nella finanza creativa a volte senza conoscere una parola dell' inglese
in cui sono scritti i contratti, rimane una storia piena di ombre, di operazioni­fotocopia venute in serie
spesso sventolando un assegno iniziale per invogliare all' acquisto. Lo dimostrano le inchieste che
hanno coinvolto negli anni operazioni per quasi 10 miliardi (un quarto del totale degli swap negli enti
locali), e le centinaia di Comuni che sono riusciti a uscire in anticipo da operazioni rivelatesi rischiose
solo minacciando azioni legali.
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8 marzo 2014
Pagina 3
Il Sole 24 Ore
Pubblica amministrazione
Le imprese. Sistema produttivo in allarme per la tenuta dell' export.
«Così finiamo fuori dal mercato»
I TIMORI Brunori (acciaio): «Turchi e ucraini ci massacrano» Mussini (piastrelle): «Meno
competitivi negli emergenti» Berton (occhiali): «Ue assente»
Luca Orlando MILANO «È un dramma, ci
mette fuori dal mercato. Turchi, Ucraini e altri
paesi agganciati al dollaro ci stanno
massacrando».
Ruggero Brunori non è esattamente di
buonumore. La sua acciaieria, le Ferriera
Valsabbia, ha appena dovuto rinunciare ad un
paio di commesse. Ordini conquistati dalla
concorrenza perché diventata più conveniente
grazie al cambio. «E pensi ­ sospira l'
imprenditore ­ che anche solo a 1,25
potremmo conquistare il mondo...». La ripresa
dell' euro rispetto al dollaro, unita alla
contemporanea svalutazione delle monete di
molti paesi emergenti, provoca più di un mal di
testa ai nostri imprenditori maggiormente
esposti all' estero. Brutto segnale. Perché
proprio dall' export, che in numerosi settori ha
raggiunto lo scorso anno nuovi record storici in
termini nominali, ci si aspetta in Italia la spinta
determinante per uscire dalla crisi. Percorso di
crescita su cui ora incombe l' ostacolo
monetario, che costringe le aziende a
scegliere tra il sostegno alla competitività
(ridurre i listini) e la salvaguardia dei margini.
Percorso, quest' ultimo, per nulla agevole.
«Aumentare i prezzi? E come si fa, non siamo mica la moda». Per Giannantonio Brugola, imprenditore
della meccanica tra i leader mondiali nelle viti per testata motore, l' andamento dell' euro è tema
strategico cruciale: la sua azienda deve infatti all' export il 100% dei propri ricavi, con difficoltà crescenti
a questi livelli. «Siamo ad una soglia di super­guardia ­ spiega ­ e quindi soffriamo».
«Il paradosso ­ aggiunge il capoeconomista di Intesa Sanpaolo Gregorio De Felice ­ è che da un lato l'
afflusso di capitali verso titoli italiani e spagnoli sta riducendo lo spread, dall' altro lo stesso fenomeno fa
lievitare il cambio, con effetti deleteri sui margini delle imprese». Un esempio è nel settore della
ceramica, comparto in cui l' export vale l' 80% dei ricavi e rappresenta il motore principale dello
sviluppo. «Anche verso i paesi emergenti siamo in difficoltà ­ spiega Emilio Mussini, presidente di
Panaria Group ­ perché progressivamente in quelle aree i prodotti italiani diventano più cari. Questa
situazione ci preoccupa, in generale stiamo perdendo competitività». Per nostra fortuna, in parte per
scelta "consapevole", in parte per selezione naturale, l' export nazionale si è progressivamente
posizionato nella fascia alta di mercato, andando spesso a presidiare produzioni di nicchia e lavorando
sulla customizzazione spinta del prodotto: un modo per smarcarsi dalla concorrenza di prezzo, che
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8 marzo 2014
Pagina 3
Il Sole 24 Ore
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Pubblica amministrazione
però qualche difficoltà continua a crearla. «Per ora tireremo la cinghia, come al solito ­ spiega Gian
Carlo Vandone, amministratore unico della Parcol, azienda lombarda di valvole ­ ma se continua così
forse dovremo rivedere i nostri prezzi. Il vantaggio è che nel nostro campo esistono pochi produttori, per
cui abbiamo qualche margine di libertà in più. E tuttavia 1,40 è davvero un livello di guardia».
Le ultime valutazioni degli economisti di Intesa Sanpaolo e Oxford Economics stimano in circa 12
miliardi l' impatto di una rivalutazione del 10% della moneta europea, con la "rinuncia" ad oltre tre punti
di export nominale e un impatto negativo dello 0,4% sul prodotto interno lordo reale. Situazione tuttavia
che ha effetti diversi nelle differenti aree dell' Unione, con la Germania (stime Morgan Stanley) in grado
di sostenere un livello di cambio fino a quota 1,53 rispetto al dollaro mentre per l' Italia il livello corretto
sarebbe 1,19, venti centesimi al di sotto dei livelli attuali. «Quello che trovo incomprensibile in Europa ­
aggiunge il numero uno di Panaria Emilio Mussini ­ è il fatto di avere da un lato politiche di austerità che
frenano la domanda interna, dall' altro scelte monetarie che ostacolano l' export». Situazione poco
comprensibile anche per Lorraine Berton, imprenditrice bellunese dell' occhialeria. «Quando faccio i
prezzi i clienti mi guardano con gli occhi sgranati perché stiamo andando fuori mercato: tasse e
burocrazia ci penalizzano ma io non posso vendergli insieme agli occhiali il nostro cuneo fiscale o la
nostra pubblica amministrazione. Guardando l' euro penso che la politica europea punti ad affondare gli
ultimi imprenditori rimasti in piedi».
Per l' azienda l' export vale l' 80% dei ricavi e uno dei primi clienti, per questa impresa e per molte altre
del distretto, è un colosso del settore basato in Usa. «Ci pagano in dollari ­ aggiunge l' imprenditrice
accalorandosi ­ e questo significa mangiarsi tutti gli utili di un anno. E se proviamo ad aumentare i
prezzi ci hanno già fatto capire che andranno a rifornirsi in Cina».
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LUCA ORLANDO
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8 marzo 2014
Pagina 5
Il Sole 24 Ore
Pubblica amministrazione
Coperture su tassi e Cds. Quindici anni di contratti contestati.
Da Firenze a Catanzaro tutte le liti sugli swap
MILANO Quasi ogni regione italiana ha storie di derivati
sottoscritti da enti locali e banche. I casi sono centinaia.
E dopo anni di contenziosi e cause si può dire che l' ago
della bilancia sta a metà: davanti ai giudici civili talvolta
hanno avuto ragione le amministrazioni pubbliche,
talvolta le banche.
Solitamente la via d' uscita migliore è stato il
compromesso.
Questo sotto il profilo civilistico.
Dal punto di vista penale in Italia ci sono solo tre casi
rilevanti: Milano, appunto, la provincia di Catanzaro e la
Regione Calabria, su cui gli inquirenti stanno ancora
indagando per truffa, e il cui faro è arrivato fino al
paradiso fiscale del Liechtenstein.
All' inizio del Duemila gli istituti di credito italiani prima,
e quelli stranieri dopo, hanno venduto a sindaci,
presidenti di province e governatori swap su tassi di
interesse (più o meno complessi) e sul rischio di
fallimento dello Stato italiano. Da qui lunghi contenziosi,
di cui alcuni dei più importanti sono stati quelli del
Comune di Firenze, di Torino, della Provincia di Pisa,
del Comune di Rieti, della Regione Lazio, della Regione
Calabria e della Provincia di Catanzaro. Alcune cause si sono chiuse, come quella fiorentina, torinese,
della provincia pratese e del Lazio; altre sono ancora aperte, come quella della provincia di Catanzaro e
della Calabria.
A Firenze, Torino, nella Provincia di Pisa a vincere sono state di fatto le banche. Nessun risarcimento
danni né riconoscimenti di costi occulti; anzi spesso i comuni hanno dovuto pure restituire gli interessi
che, con clausole di autotutela, avevano smesso di pagare.
Nel Lazio i contenziosi invece sono stati positivi per le casse della Regione: in questo caso le banche
coinvolte erano quasi una decina, non tutte le posizioni sono state risolte ma nella maggior parte dei
casi, dove l' accordo è stato raggiunto, la Pisana è riuscita a recuperare decine di milioni di costi occulti.
Più complessa la partita penale e civile di Catanzaro e della Calabria, visto che si parla di ipotesi di
truffa e riciclaggio.
Milano è per ora un caso unico. E non solo perché l' accusa penale, riconosciuta dai giudici in primo
grado, è stata poi smontata in Appello, ma soprattutto perché è uno dei rari casi in cui un ente locale ha
vinto sul piano civilistico, senza grandi compromessi. «A giocare a favore o meno degli enti locali è
stata la rapidità con cui la causa è stata radicata in Italia, la valutazione realistica del danno e anche la
specializzazione nell' argomento nelle varie procure ­ dice Daniele Portinaro, avvocato che ha seguito
molti casi in Italia, dalla parte degli enti locali ­ Inutile negare che però le banche hanno vinto più di
quanto si pensasse anni fa. Probabilmente le norme non sono ancora adeguate».
S. Mo.
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Trattativa civilistica. L' accordo con le banche del 2012.
Palazzo Marino è già stato risarcito
LA MUNICIPALITÀ Milano ha ottenuto la chiusura anticipata di alcuni contratti, la
conversione del tasso da variabile a fisso e 453 milioni di euro.
Sara Monaci MILANO L' accordo tra banche e
Comune di Milano non si tocca.
Se la sentenza d' Appello sui derivati ha
ribaltato quella di primo grado, solo 15 mesi
dopo, assolvendo istituti di credito e manager,
a due anni di distanza invece la trattativa
civilistica tra Palazzo Marino e banche rimane.
E anzi, proprio alla luce della nuova decisione
dei giudici, si mostra particolarmente
lungimirante. Se l' amministrazione comunale
avesse infatti atteso l' esito del processo
rinunciando a trattare con le banche, non
sarebbe certamente riuscito ad ottenere la
chiusura anticipata dei prodotti finanziari
rischiosi, la conversione del tasso da variabile
a fisso e soprattutto 453 milioni.
Breve riepilogo. Il Comune di Milano
sottoscrisse nel 2005, durante l'
amministrazione dell' ex sindaco Gabriele
Albertini, prodotti derivati sul tasso di
interesse, il cui sottostante era una maxi
obbligazione da 1,68 miliardi. Poi i prodotti
vennero più volte rinegoziati durante l'
amministrazione d e l l ' e x s i n d a c o L e t i z i a
Moratti. L' opposizione di centrosinistra guidò
sin dal 2008 la battaglia contro i prodotti
finanziari rischiosi, che avevano permesso sì ad Albertini di chiudere il bilancio ma che, dicevano,
avrebbero causato svantaggi per i successivi 30 anni. Poi anche la procura nel 2009 cominciò a
indagare, ottenendo la condanna, a fine 2012, di manager e banche per truffa aggravata, con la
sanzione di un milione per ciascun istituto di credito e la confisca dei circa 90 milioni di costi occulti.
Prima della sentenza di primo grado, però, a febbraio 2012, i vertici comunali e le banche riuscirono a
sottoscrivere un' intesa di "risarcimento danni". Con lo spauracchio dell' azione penale, Deutsche bank,
Depfa bank, Ubs e Jp Morgan furono spinte a trovare un' accordo con la controparte, nell' intenzione di
alleggerire la loro posizione di fronte ad un braccio di ferro penale dagli esiti incerti. Da parte sua,
Palazzo Marino aveva come obiettivo riuscire a chiudere i derivati e, approfittando di una fase in cui i
tassi di interesse erano positivi per l' ente locale, intascare risorse preziose per il bilancio.
Così, in cambio del ritiro della costituzione di parte civile da parte del Comune di Milano, le banche
chiusero anticipatamente gli Interest rate swap riportando il tasso di interesse da variabile ad un fisso
vantaggioso, intorno al 4%, versando all' amministrazione comunale 453 milioni, di cui 413 investiti per
due terzi in Btp e per un terzo in conti deposito, a garanzia dei derivati rimasti aperti, i Credit default
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Pubblica amministrazione
swap e l' amortizing swap. I restanti 40 vennero subito versati nelle casse comunali.
Grazie a questa operazione l' amministrazione guidata da Giuliano Pisapia riuscì anche a sbloccare 80
milioni messi all' interno di un fondo di garanzia e ricevere inoltre 20 milioni all' anno di rendimenti dai
Btp.
Questo invece il vantaggio complessivo per le banche: il recupero di 62,7 milioni di costi di "funding",
ovvero quelli per smontare l' operazione, e di hedging, cioè la copertura del rischio di fallimento Italia
sui Btp.
Inoltre, all' epoca, evitarono proprio quello che sembrava il rischio più imminente: la restituzione dei
costi occulti, la principale accusa della procura di Milano nei confronti delle banche, oggetto della
presunta truffa aggravata. A conti fatti, oggi, il vantaggio è tutto per Palazzo Marino.
© RIPRODUZIONE RISERVATA L' INTESA DEL 2012 453 milioni Il risarcimento al Comune A febbraio
2012, i vertici del Comune di Milano sono riusciti a sottoscrivere un' intesa di "risarcimento danni" che,
alleggerendo la posizione penale delle banche, ha portato diversi benefici al Comune. L' intesa con
Deutsche bank, Depfa bank, Ubs e Jp Morgan ha permesso al Comune di Milano di chiudere
anticipatamente alcuni dei prodotti finanziari più rischiosi e ha portato sia la conversione del tasso da
variabile a fisso sia un risarcimento economico di 453 milioni di euro.
SARA MONACI
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Finanza ed enti locali LA DECISIONE DEI GIUDICI.
Processo derivati, banche assolte a Milano
L' Appello ribalta la sentenza di primo grado: «Il fatto non sussiste» per i 4 istituti e i 9
dirigenti coinvolti.
Gianni Trovati MILANO «Il fatto non sussiste». Finisce
così, con la formula piena dell' assoluzione pronunciata
ieri mattina dai giudici della Corte d' appello di Milano, il
«processo simbolo» contro Deutsche Bank, Depfa, Ubs
e Jp Morgan per la vicenda dei derivati al Comune di
Milano.
Con la sentenza, che ribalta la condanna per truffa
aggravata ai danni di Palazzo Marino decisa nel
dicembre 2012 in primo grado a carico dei quattro istituti
di credito (responsabilità amministrativa) e di nove loro
funzionari, si chiude una vicenda penale durata quasi
sei anni, mentre il capitolo civile era terminato nella
transazione di due anni fa (si veda anche l' articolo
sotto).
«Giustizia è fatta», commentano a caldo gli avvocati
delle banche fra abbracci e strette di mano: «La Corte d'
appello ha esaminato la questione con serenità ­
sostiene ad esempio Giuseppe Iannaccone, legale di
Carlo Arosio e Tommaso Zibordi di Deutsche Bank ­ e
quindi ha concluso che si è trattata di un' operazione
finanziaria bella e pulita». Giuliano Pisapia, il sindaco di
Milano che ha "ereditato" la questione derivati dalle
Giunte guidate da Gabriele Albertini, che l' aveva avviata, e da Letizia Moratti, che si era costituita parte
civile, vede nella sentenza la conferma «che è stata giusta la scelta dell' accordo stragiudiziale» mentre
l' Adusbef, unica parte civile rimasta in campo, parla di «assoluzione stupefacente e irragionevole». Le
tappe mancanti sono ora il deposito delle motivazioni, che avverrà in 90 giorni, e l' eventuale ricorso in
Cassazione da parte della Procura, su cui è presto per fare pronostici. Anche in quest' ultimo caso,
comunque, non ci dovrebbero essere rischi particolari per i nove funzionari, perché la prescrizione
aveva già cominciato a erodere le condanne decise nel 2012 (il 4 febbraio scorso il procuratore
generale Piero De Petris aveva chiesto un' assoluzione, quattro prescrizioni e quattro condanne
alleggerite rispetto al primo grado) e non ci sono i tempi per arrivare al traguardo. Nei fatti, quindi,
escono definitivamente dai riflettori Tommaso Zibordi e Carlo Arosio (Deutsche Bank), Gaetano
Bassolino, Matteo Stassano e Alessandro Foti (Ubs; per quest' ultimo anche il Pg De Petris aveva
chiesto l' assoluzione, per «incertezza del quadro probatorio»), Antonia Creanza, Fulvio Molvetti (JP
Morgan), Marco Santarcangelo e William Marrone (Depfa). Simone Rondelli (Jp Morgan) era invece già
stato assolto in primo grado, insieme all' ex direttore generale del Comune, Carlo Porta, e a Mario
Mauri, all' epoca consulente di Palazzo Marino.
Per quel che riguarda le banche, la sentenza cancella le sanzioni e la confisca di 89,7 milioni di euro
(16,6 milioni per Ubs, 24 milioni per Depfa, 24,3 per Db e 24,8 per Jp Morgan).
La complessa architettura dei derivati del Comune poggia su una maxi­emissione obbligazionaria da
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Pubblica amministrazione
1,68 miliardi di euro, la più alta nella storia dei "buoni" comunali, lanciata nel 2005 per ristrutturare il
proprio debito con banche e Cassa depositi e prestiti e trovare un po' di liquidità in uno dei tanti
momenti difficili per le casse. A copertura di questo nuovo debito sono state siglate le operazioni in
derivati, che sono andate poi incontro a una girandola di interventi (cinque ristrutturazioni agli Irs
durante la giunta Albertini e altre due con la Moratti) prima di finire sotto le lenti della Procura.
Nell' operazione, secondo la radiografia effettuata dall' accusa, c' era uno squilibrio "genetico" da 56
milioni di euro, figlio dei parametri che guidavano lo scambio fra Comune e banche e aggravato passo
passo nelle ristrutturazioni successive, fino ad arrivare a circa 100 milioni «persi per sempre» secondo
la Procura. L' accusa di truffa partiva da qui, da un insieme di «costi impliciti» assenti nei contratti ma
concreti nella realtà, e per questa ragione illegittimi. Le banche, dal canto loro, hanno sempre respinto il
concetto di «costi impliciti», negando la possibilità stessa di un derivato a «valore zero» iniziale per il
fatto che le operazioni finanziarie vanno pagate.
Il testo delle motivazioni, entro tre mesi, offrirà più elementi, ma l' assoluzione con formula piena indica
già con una certa chiarezza la lettura abbracciata dai giudici di Milano.
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GIANNI TROVATI
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Pagamenti Pa. L' operazione per rispettare i tempi e rilevare il reale ammontare dell' arretrato.
La risposta dell' Italia alla Ue: stop ai debiti fuori
bilancio
IL PIANO DI RENZI La Cdp sarà garantita dalla morosità degli enti debitori Certificazioni
stringenti e modifiche al Patto di stabilità per le spese in conto capitale.
Carmine Fotina ROMA Stop ai debiti fuori bilancio delle
pubbliche amministrazioni. Ruota intorno a questa
"stretta" la risposta che il governo si appresta a
formalizzare alla Commissione europea per evitare la
procedura d' infrazione sul mancato rispetto della
direttiva che regola i pagamenti per transazioni
commerciali a partire dal 1° gennaio 2013 (tetto di 30
giorni, derogabili al massimo a 60 per le imprese
pubbliche, la sanità o alcuni casi eccezionali).
L' Italia deve rispondere entro lunedì alle obiezioni
sollevate da Bruxelles, che non ha concesso la proroga
di un mese chiesta da Roma in virtù del cambio di
governo. Tuttavia, fanno notare fonti comunitarie, alcuni
giorni di slittamento tecnico della scadenza sarebbero
tollerabili e questo consentirebbe al governo di mettersi
in regola nell' ambito del più generale piano per i
rimborsi di tutti i debiti della Pa (inclusi quelli residui
ante 2013) che potrebbe andare al prossimo consiglio
dei ministri.
Il piano, che per le spese di parte corrente prevede un
ruolo centrale della Cassa depositi e prestiti (si veda Il
Sole 24 Ore del 27 febbraio), definirà le modalità per
frenare il fenomeno dei debiti fuori bilancio, in primis degli enti locali. Le attuali modalità di formulazione
dei bilanci non permettono infatti una precisa definizione della formazione di debiti e crediti. Per questo
si punta a passare rapidamente dalla sperimentazione all' entrata a regime della riforma della
contabilità delle amministrazioni locali, con relativo obbligo di registrazione delle fatture dei fornitori.
Non è un caso che proprio giovedì, nel corso di un' audizione davanti alla commissione bicamerale sul
federalismo fiscale, la Corte dei Conti abbia sottolineato che «si è venuto aggravando il fenomeno
negativo di amministrazioni pubbliche che, impegnate ad esporre bilanci formalmente in ordine, hanno
consentito una lievitazione anomala di debiti occulti e ritardi crescenti» nelle transazioni con i fornitori. È
proprio il fenomeno dei debiti "occulti" o fuori bilancio ­ spiegano fonti del governo ­ che allo stato rende
impossibile una stima attendibile di quanti siano realmente i debiti che la Pa deve rimborsare. I 60
miliardi citati dal premier Matteo Renzi appaiono dunque una cifra da dettagliare quando la ricognizione
sarà completa e soprattutto affidabile.
Di certo, al momento, si sa solo che, sui 47 miliardi già stanziati per il biennio 2013­2014 ai creditori
sono stati pagati 22,8 miliardi. E che il ministero dell' Economia si è impegnato a erogare entro giugno
20 miliardi agli enti debitori (saranno poi questi, a completamento di ulteriori procedure, a pagare le
imprese). Cifre a parte, l' obiettivo del governo sarebbe quello di tranquillizzare la Commissione per tutti
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8 marzo 2014
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i pagamenti ­ quelli arretrati e quelli futuri ­ con un mix di interventi che contempla la nuova contabilità
degli enti locali, la fatturazione elettronica obbligatoria (per la Pa centrale già da giugno 2014) e
ovviamente il piano Cassa depositi e prestiti di cui la bozza è ormai già pronta.
Quest' ultimo si basa sulla possibilità per le imprese di scontare in banca il credito con gli enti della Pa,
che potranno ristrutturare il debito. In ultima istanza, in presenza di garanzia statale, potrà intervenire la
Cdp allungando ulteriormente il piano di ristrutturazione e facendo scattare lo strumento della
delegazione di pagamento che già oggi impiega per i mutui a favore degli enti locali.
Non solo. L' intero piano si baserà anche su un sistema di certificazioni vincolanti (il debito non
certificato infatti non può essere pagato) e su deroghe agli obiettivi del Patto che consentano di
sbloccare anche pagamenti per spese in conto capitale (investimenti).
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CARMINE FOTINA
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Le vie della ripresa LE MISURE DEL GOVERNO E LA UE.
La Ue: fondi per i piani di sviluppo
Primo ok di Bruxelles al programma 2014­2020 ­ No all' uso di risorse per ridurre le
tasse GOVERNANCE Giudizio positivo sulla bozza di piano. La Commissione vuole
però sapere come l' Italia gestirà i fondi anche a livello regionale.
Beda Romano BRUXELLES. Dal nostro corrispondente
Dopo avere sciupato per anni i fondi europei, l' Italia
sembra aver capito che il denaro può essere utile per
modernizzare il paese. Nel 2013 il governo ha
presentato alla Commissione una bozza di accordo di
partenariato, elencando le iniziative che intende
finanziare con l' aiuto dell' Unione. A breve Bruxelles
invierà a Roma le sue osservazioni, tutto sommato
positive (anche se rimane il nodo della gestione dei
soldi), precisando che il denaro può essere usato solo
per lo sviluppo economico.
Il bilancio comunitario per il periodo 2014­2020 mette a
disposizione del paese 32,8 miliardi di euro. La bozza di
accordo di partenariato presentato dal governo elenca il
modo in cui il paese intende spendere il denaro,
tenendo conto anche delle linee­guida decise a livello
europeo dal programma Orizzonte 2020.
Quest' ultimo mette l' accento su alcuni ambiti: tra
questi, il ruolo delle piccole e medie imprese, la ricerca
e l' innovazione, l' efficienza energetica, la tecnologia
informatica.
Secondo le informazioni circolate qui a Bruxelles, la
Commissione ha giudicato positivamente la bozza del piano italiano. La direzione è considerata quella
giusta. Piace che l' Italia voglia concentrarsi su progetti vicini all' economia reale e alle piccole e medie
imprese, legando le iniziative sul fronte della ricerca e dello sviluppo a concrete attività economiche.
Tuttavia, Bruxelles dovrebbe mettere l' accento sui dubbi relativi alla gestione del denaro.
Questo aspetto ha spesso comportato spreco di soldi e malagestione da parte italiana, tanto che il
governo Letta ha creato a metà del 2013 un nuovo ente pubblico dedicato al controllo dei finanziamenti
europei: l' Agenzia nazionale per la coesione territoriale. La Commissione apprezza la nascita di questa
nuova autorità, ma intende nelle sue osservazioni ricordare l' importanza di controllare l' uso dei fondi
non solo a livello nazionale ma anche a livello regionale.
Spiegava ieri un esponente comunitario che Bruxelles vuole avere una idea chiara sulla governance dei
fondi. L' obiettivo è che il denaro sia usato nel modo più efficace e razionale possibile. Una volta prese
in considerazione le osservazioni della Commissione, il governo avrà tempo fino alla fine di aprile per
presentare a Bruxelles la versione definitiva dell' accordo di partenariato. Successivamente, avrà tre
mesi per sottomettere all' esecutivo comunitario i primi concreti progetti per il 2014­2020.
La Commissione è stata costretta ieri a intervenire per chiarire alcuni articoli di stampa sul modo in cui i
fondi europei possono essere utilizzati dall' Italia. «Non possono essere utilizzati per coprire riduzioni d'
imposta, come quelle potenzialmente legate alla diminuzione del cuneo fiscale () come suggerito da
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8 marzo 2014
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alcuni osservatori», ha spiegato la portavoce Shirin Wheeler. Non è neppure possibile usare il denaro
europeo per ridurre in qualche modo il debito pubblico.
In compenso, prima che l' accordo di partenariato venga concluso con Bruxelles, il governo può
finanziare nuovi progetti con denaro nazionale, chiedendo successivamente il rimborso europeo, purché
questi progetti rispettino le condizioni comunitarie. La signora Wheeler ha ricordato che tra le priorità
europee ci sono «il sostegno alle start­ups, la promozione dell' occupazione e della competitività nel
settore manifatturiero o anche misure per evitare gli abbandoni scolastici». In questo senso, c' è quindi
coincidenza con le intenzioni del governo italiano.
In una intervista al Sole 24 Ore giovedì scorso, il ministro dell' Economia Pier Carlo Padoan ha spiegato
che intende usare i fondi europei in particolare in due campi: «Il mercato del lavoro e la capacità delle
imprese di competere». Comunque sia, ha precisato ieri la portavoce del commissario per la politica
regionale Johannes Hahn, il rimborso comunitario ci sarà solo dopo una verifica ex post della bontà dei
progetti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA IL MINISTRO PADOAN E LA COMMISSIONE UE Il ministro Padoan
sul cuneo Nell' intervista al Sole 24 Ore del 6 marzo, Padoan spiega che la copertura al taglio del cuneo
fiscale arriverà per 5 miliardi dalla spending review, e per il resto da misure transitorie. «Ci sarà una
fase transitoria, in cui i risultati della revisione della spesa non saranno ancora a regime, durante la
quale potremo anche utilizzare provvisoriamente per le coperture risorse una tantum o da riallocare all'
interno del bilancio.
Per esempio le risorse del rientro dei capitali». Nessun riferimento ai fondi Ue, come invece riportato da
altri organi di stampa.
I fondi europei Quanto ai fondi europei destinabili alle politiche per il lavoro e allo sviluppo, il ministro ha
sottolineato: «L' obiettivo è il rafforzamento strutturale delle economie. Quindi perché non si potrebbero
utilizzare quelle risorse su due capitoli oggi prioritari per quel rafforzamento: il mercato del lavoro e la
capacità di competere delle imprese?» L' apertura europea Giovedì fonti della Commissione Ue hanno
detto che «è possibile cominciare da subito a investire su poche e mirate misure, concordate con l' Ue,
per occupazione e competitività nel quadro della nuova programmazione 2014­2020». Ieri un portavoce
della Commissione ha precisato che «i fondi della politica di coesione devono essere utilizzati per
finanziare nuovi progetti per lo sviluppo. Quindi non possono essere usati per coprire la riduzione di
imposte, come quella potenzialmente legata al cuneo fiscale».
BEDA ROMANO
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8 marzo 2014
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Renzi. «Subito anche la riforma del Senato»
Mercoledì in Cdm primo esame sul taglio al cuneo
PALAZZO CHIGI Al lavoro su Jobs act, piano casa ed edilizia scolastica. Sul tavolo
anche l' accelerazione sui pagamenti arretrati della Pa POLEMICA CON SACCOMANNI
Ancora duello sui conti Il premier: ci ha avvisato lui che le cose stavano in un certo
modo. L' ex ministro: governo Letta sempre corretto.
Emilia Patta ROMA «L' Italia si può cambiare, la
mentalità di chi vive di pregiudizio no». Matteo Renzi
liquida come «sciocchi pregiudizi» le critiche nei suoi
confronti, che vengono anche da chi fino all' altro ieri lo
ha sostenuto, e assicura che andrà avanti «dritto con un
sorriso». È mattina presto e il premier, avviando un
breve scambio di messaggi con i cittadini, annuncia di
essere «al lavoro a Palazzo Chigi sul dossier che
presenteremo il 12 marzo». Jobs act, piano casa e
sblocco di 2 miliardi da destinare all' edilizia scolastica.
Sul tavolo anche l' accelerazione dei pagamenti degli
arretrati della Pubblica amministrazione nei confronti
delle imprese e un primo esame del taglio del cuneo
fiscale: ancora da decidere come destinare gli ormai
famosi 10 miliardi, o tutti al taglio dell' Irap o tutti al taglio
dell' Irpef o ancora dividere l' intervento con il rischio
però di renderlo poco incisivo.
Un' accelerazione per una «terapia d' urto» su lavoro e
crescita volta a superare le critiche interne ­
ingiustificate secondo Renzi dal momento che il governo
non ha ancora cominciato a lavorare ­ e la tenaglia che
da Bruxelles sembra stringersi in queste ore sull' Italia:
ieri l' altolà all' ipotesi di utilizzare i fondi Ue per il taglio del cuneo e la precisazione che la
partecipazione al fondo salva­Stati Esm non può essere scontata dall' aggiustamento strutturale del
debito che la Ue ci chiede. Al di là del merito, è il segno che l'"euroburocrazia" è ben in allarme rispetto
all' intenzione di aprire un varco sul patto di stabilità. L' unico modo che Renzi ha per conquistare dei
margini in più di manovra è dunque «correre» davvero sulle riforme, economiche e non solo.
Nei contatti avuti ieri a Palazzo Chigi dal premier e dal suo sottosegretario alla Presidenza Graziano
Delrio, che ha avuto un colloquio anche con il capogruppo dei senatori del Pd Luigi Zanda, si è
cominciato a lavorare alla riforma costituzionale che abolirà il Senato.
«Ci saranno delle sorprese», diceva ieri qualche renziano.
L' abolizione del Senato partirà proprio da Palazzo Madama e il Ddl di riforma costituzionale dovrebbe
vedere la luce già la prossima settimana, subito dopo il varo dell' Italicum da parte della Camera (il sì
dei deputati alla legge elettorale frutto del patto tra Renzi e Silvio Berlusconi dovrebbe arrivare tra
lunedì e martedì).
Gruppi parlamentari e Palazzo Chigi stanno lavorando al testo che nelle intenzioni sarà presentato in
Senato tra mercoledì e giovedì. È la riforma a cui Renzi tiene di più, assieme al Jobs act, anche se
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8 marzo 2014
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naturalmente ­ trattandosi di una modifica costituzionale ­ avrà l' impronta formale dell' iniziativa
parlamentare e non quella di un Ddl governativo. Il timing sembra dunque essere questo: il sì della
Camera all' Italicum, poi subito in Senato la riforma costituzionale e, quando questa passerà alla
Camera, l' Italicum. L' obiettivo è duplice: dimostrare di voler veramente abolire il Senato azzerando le
critiche di chi vede nell' accordo trovato all' interno della maggioranza un gran pasticcio (Italicum valido
solo per Camera mentre per il Senato, in attesa dell' abolizione, resterebbe il proporzionale uscito dalla
Consulta); e mantenere l' impegno di arrivare alle elezioni europee del 25 maggio con la legge
elettorale approvata e con la prima doppia lettura della riforma del Senato.
Sullo sfondo resta la polemica a distanza tra Renzi e l' ex ministro dell' Economia Fabrizio Saccomanni
dopo che il premier aveva fatto trapelare (si veda Il Sole­24 Ore di giovedì) la critica al suo
predecessore: «Sapevamo che i numeri non erano quelli che Letta raccontava, ma siamo gentiluomini».
Ieri, in un colloquio con La Stampa, Renzi ha ribadito il concetto: «Sui conti c' è poco da dire: è stato
addirittura Saccomanni ad avvisarci che le cose stavano in un certo modo...
Dunque non capisco né gli attacchi né le ironie». Piccato l' ex ministro: «Governo Letta sempre
corretto».
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8 marzo 2014
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Pubblica amministrazione
Dopo il Tar Calabria. Il prefetto di Palermo scrive alla Commissione parlamentare.
Antimafia, allarme interdittive sui piccoli lavori
PROTOCOLLI DI LEGALITÀ Inefficaci se prevedono le certificazioni negli appalti sotto
soglia comunitaria. Ma solo a Palermo in tre anni ne sono stati emanati 102.
Roberto Galullo PALERMO Nessuno può
chiedere l' esistenza di un' interdittiva
antimafia se il lavoro assegnato all' impresa è
sotto soglia.
Se pure il bando lo prevedesse, recependo le
disposizioni di un protocollo di legalità,
sarebbe inutile.
L' effetto è frutto di una sentenza del Tar di
Reggio Calabria resa nota a giugno 2013 ma a
lanciare l' allarme per il possibile effetto
valanga (innanzitutto al Sud) è stato il prefetto
di Palermo, Francesca Cannizzo, che lo ha
messo nero su bianco in una lunga parte della
relazione consegnata il 3 marzo alla
Commissione parlamentare antimafia. Decine
di protocolli di legalità nel campo dei lavori
pubblici rischiano così di diventare carta
straccia e centinaia di piccoli appalti, stipulati o
da stipulare, rischiano di essere rimessi in
gioco o aprire le maglie alle infiltrazioni
mafiose.
La matassa ­ che si avvilupperà ancora con i
ricorsi al Consiglio di Stato ­ si è ingarbugliata
con la sentenza n.258/2013 del Tar di Reggio
Calabria, che ha reputato illegittima l'
informativa antimafia rilasciata per contratti di
appalto inferiori a 154.937,07 euro e, di conseguenza, l' obbligo inserito nel protocollo di legalità firmato
tra la Prefettura e Provincia.
Un piccolo terremoto, visto che ormai i grandi lavori sono una chimera e lo scheletro degli appalti si
regge su piccoli importi, spesso sotto soglia. Come se non bastasse, la stessa sentenza dichiara inutili i
controlli della pubblica amministrazione e delle Forze dell' ordine, che sprecherebbero energie e risorse
in operazioni qualitativamente poco accurate, a causa del numero delle pratiche da trattare.
Il prefetto di Palermo non ci sta e a pagina 22 della relazione consegnata nelle mani di Rosi Bindi scrive
che «l' impegno scaturente dai protocolli è molto oneroso ma alla luce dei risultati ottenuti si ritiene sia
determinante». E così indica la strada: per far fronte al rilascio di migliaia di comunicazioni antimafia
riversate sulla prefettura di Palermo, il 21 gennaio è stato raggiunto un accordo per utilizzare, a costo
zero, personale dell' ente camerale e la banca dati che consente l' incrocio delle complesse relazioni
esistenti tra imprese e/o persone fisiche titolari di cariche.
Il prefetto di Palermo, per farsi capire meglio sulla necessità inderogabile di andare a ficcare il naso
anche nei contratti e sub­contratti di importi inferiori, snocciola una dopo l' altra le interdittive emesse, a
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8 marzo 2014
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vario titolo e da una platea crescente di soggetti istituzionali, a Palermo e Provincia.
Nel 2011, per il raddoppio elettrificato della linea ferroviaria Palermo centrale­Carini, sono state emesse
14 interdittive. Sempre nel 2011, furono sette per i lavori per la realizzazione del sistema tram città di
Palermo e ancora sette per i lavori aeroportuali nello scalo internazionale Falcone­Borsellino, sempre
nel 2011.
Anche l' Autorità portuale, nel biennio 2011/2012, ha fatto la sua parte, con otto interdittive emesse per
le concessioni demaniali, appalti di lavori e servizi e lo stesso ha fatto l' Anas, che però nello stesso
biennio ne ha emesse quattro.
La parte del leone la fanno però i Comuni. Nella provincia di Palermo (Carini, Monreale,Camporeale,
Misilmeri, Altofonte, Bagheria, Cefalù, Corleone, Ficarazzi, Ustica, San Cipirello e San Giuseppe Jato),
nel triennio 2010/2012 sono state complessivamente disposte 26 interdittive su una gamma vastissima
di lavori. Il solo Comune di Palermo ne ha emesse, nello stesso periodo, una in più: 27.
Anche la Regione Sicilia ne ha emesse: 9 per il triennio 2010/2012 e alle solite tipologie si aggiungono
le interdittive nell' erogazione dei contributi agricoli e finanziamenti europei.
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ROBERTO GALULLO
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8 marzo 2014
Pagina 10
Il Sole 24 Ore
Pubblica amministrazione
PROPOSTA/1.
Come ridurre il cuneo fiscale
Rendere progressivi i contributi sociali ­ Va privilegiata l' industria.
Vincesco Visco Vi è un ampio consenso in
Italia sulla necessità di ridurre il cuneo fiscale
per compensare la perdita di competitività
delle imprese in un contesto di concorrenza
fiscale, oltre che commerciale, molto
pronunciata. Per quanto anche in Italia siano
stati fatti numerosi interventi in proposito, gli
ultimi dal governo Prodi e dal governo Monti, l'
Italia si trova in condizioni di evidente difficoltà.
È chiaro che la vera soluzione del problema
dovrebbe derivare da un aumento di
produttività del sistema industriale
(investimenti), tuttavia nella situazione attuale
un intervento di natura fiscale appare
inevitabile, e probabilmente anche utile.
La proposta generalmente avanzata e che
ottiene maggior consenso riguarda un
intervento sull' Irap fino all' eliminazione della
sua componente che grava sul costo del
lavoro. In tal caso il costo dell' operazione
supererebbe i 10 miliardi di euro. Non mi
sembra però che si tratti di una buona idea: l'
Irap infatti fu introdotta come imposta
regionale per contribuire al finanziamento della
sanità assorbendo oltre ad altre imposte i
contributi sanitari e la cosiddetta tassa sulla
salute (e riducendo al tempo stesso il costo del lavoro). Eliminare la componente lavoro dall' imposta
significherebbe sia riconoscere che essa corrisponde concettualmente ai contributi sanitari soppressi (e
quindi a un prelievo sui salari e non sulle imprese), sia decidere che il lavoro non deve più contribuire al
finanziamento della spesa sanitaria mentre continuerebbe a farlo la componente "capitale" (profitti e
interessi) il che apparirebbe alquanto singolare. Inoltre si indebolirebbe molto il vincolo di bilancio per le
Regioni per quanto riguarda la spesa sanitaria. Ed infine si fornirebbe un sostegno in proporzione
eguale per tutte le retribuzioni che non è quello di cui abbiamo bisogno.
Meglio sarebbe quindi intervenire direttamente sui contributi sociali riprendendo una vecchia proposta
(2006) dei professori De Vincenti e Pisauro che prevedeva un intervento differenziato in base al livello
del salario percepito. Estrapolando le stime di allora e in attesa di calcoli più precisi, nella situazione
attuale in cui l' aliquota contributiva prevalente è pari al 33%, si tratterebbe di ridurla al 19­20% per una
quota di salario annuo corrispondente a 7­8mila euro, lasciandola invariata per la parte di reddito
superiore a questa soglia. Ciò equivarrebbe a concedere una deduzione in somma fissa corrispondente
e circa mille euro l' anno per tutti i salari.
Il prelievo contributivo diventerebbe quindi progressivo per detrazione.
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8 marzo 2014
Pagina 10
Il Sole 24 Ore
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Pubblica amministrazione
I risultati di tale operazione sarebbero notevoli a) il cuneo fiscale a livello di salario medio si ridurrebbe,
a parità di costo, di circa 4­5 punti non diversamente da quanto accadrebbe con l' eliminazione dell' Irap
sul lavoro; b) lo sgravio sarebbe molto maggiore per i salari inferiori al livello medio, mentre per quelli
superiori a tale livello esso sarebbe minore, anche se l' incidenza dei contributi non raggiungerebbe mai
il 33% nominale; c) vi sarebbe un forte incentivo all' emersione di lavoro sommerso; d) il vantaggio
principale si concentrerebbe principalmente sui lavoratori precari e meno retribuiti e sulle piccole
imprese; e) le risorse si concentrerebbero soprattutto sul settore industriale dell' economia rispetto al
settore dei servizi nel quale le retribuzioni sono mediamente più elevate (banche, assicurazioni,
pubblica amministrazione); f) si fornirebbe un contributo alla soluzione di non poche crisi industriali; g) a
parità di condizioni vi sarebbe un effetto positivo sull' occupazione, soprattutto su quella giovanile che
rappresenta il problema principale nel nostro Paese; h) si potrebbe approfittare dell' intervento per
unificare le aliquote contributive in tutti i settori, anche aumentando se necessario l' abbattimento
previsto.
In sostanza la fiscalità generale fornirebbe un contributo eguale per tutti alla formazione dei diritti
pensionistici, in un contesto di forte incentivo all' aumento della occupazione.
Nella situazione di attuale difficoltà sarebbe errato sprecare risorse a favore di una riduzione eguale per
tutti, (con il rischio che essa si traduca in poco tempo in un aumento delle retribuzioni invece che in una
riduzione del costo del lavoro per le imprese), piuttosto che concentrare il sostegno a favore delle
situazioni più meritevoli di protezione e sostegno.
A parità di costo la soluzione qui prospettata appare evidentemente, e nettamente, preferibile.
Come si sa, il cuneo fiscale dipende in misura rilevante non solo dai contributi sociali ma anche dall'
Irpef. E una riduzione dell' Irpef sarebbe anche essa necessaria, soprattutto per i redditi medi che sono
quelli più penalizzati. Tuttavia nella situazione di ristrettezze in cui ci troviamo la priorità sembra essere
quella di ridurre il costo del lavoro, e subito dopo porsi il problema Irpef: dati i vincoli di bilancio esistenti
ripartire l' intervento tra i diversi soggetti beneficiari avrebbe oggi l' effetto di indebolire l' effetto del
provvedimento.
Quanto alle risorse, i vincoli sono noti e provare a forzarli sarebbe inutile. Tuttavia oltre agli interventi di
cui si è parlato in questi giorni, risultati molto rilevanti in tempi relativamente contenuti potrebbero
essere ottenuti riprendendo seriamente una politica organica di contrasto all' evasione fiscale,
superando la logica dei blitz, della repressione fine a se stessa e (talvolta) anche delle pressioni
indebite e gratuite.
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8 marzo 2014
Pagina 18
Il Sole 24 Ore
Pubblica amministrazione
Congedati. Il Dlgs 8/2014.
Piano speciale per ricollocare gli ex militari
GLI STRUMENTI Quote riservate nei concorsi della pubblica amministrazione Previsti
riqualificazione e crediti formativi.
Michele Tiraboschi Non solo giovani, disoccupati e
lavoratori in mobilità. Il mercato del lavoro italiano
affronta oggi un' emergenza sotterranea, ma non per
questo meno importante, relativa ricollocazione
professionale dei tanti volontari congedati delle Forze
armate. Una problematica che ha cominciato a porsi in
concomitanza con la trasformazione delle Forze armate
in un corpo di volontari professionisti.
Di essa si fa carico il Dlgs 8/2014 che, nel procedere
alla riorganizzazione del personale militare e civile del
ministero della Difesa, è intervenuto con misure relative
al loro reinserimento nel mercato del lavoro anche
attraverso una quota di riserva nel pubblico impiego.
Risale al 2006 la nascita dell' Ufficio per il sostegno alla
ricollocazione professionale dei volontari congedati. Tra
le diverse attività, l' ufficio gestisce anche il "sistema
informativo lavoro difesa". Si tratta di una preziosa
banca dati dedicata al mondo delle Forze armate,
attraverso cui i militari possono ricercare offerte di
lavoro e le aziende registrate effettuare una ricerca dei
profili professionali, inserire loro offerte di impiego o di
tirocinio.
Nella previsione di un cospicuo incremento di volontari da ricollocare, le recenti modifiche al codice dell'
ordinamento militare hanno previsto la possibilità di ricorrere alle agenzie private per il lavoro.
Contestualmente, per incrementare l' occupabilità dei militari e le possibilità di reinserimento, si
promuovono la formazione professionale, il riconoscimento di crediti formativi per il servizio prestato
nelle Forze armate e il riconoscimento di titoli di studio acquisiti durante il servizio.
Il secondo pilastro a sostegno del loro ricollocamento guarda verso il settore pubblico attraverso la
riserva di posti nei concorsi pubblici. Sebbene la disposizione sia poco nota ed effettiva, il codice dell'
ordinamento militare (articolo 1014) riserva ad essi il 30% dei posti nei concorsi per l' assunzione di
personale non dirigente nella pubblica amministrazione; il 20% dei posti nei concorsi per l' accesso ai
corpi di polizia municipale e provinciale; il 50% dei posti nei concorsi per le assunzioni di personale
civile, non dirigenziale, del ministero della Difesa.
La congiuntura economica non agevola il compito del reinserimento dei militari nel mercato del lavoro.
Le aziende italiane non sono abituate a guardare alle Forze armate come bacino di competenze e
professionalità da cui attingere, ma probabilmente è proprio in questo ambito che, come avviene in
molti altri Paesi, è più facile individuare figure affidabili e specializzate, a volte di difficile reperibilità.
Fondamentale è dunque la circolazione delle informazioni circa l' esistenza dei servizi dedicati.
Contemporaneamente è però necessario garantire risorse sufficienti perché i servizi di placement e
riqualificazione professionale siano adeguatemene strutturati ed effettivi.
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8 marzo 2014
Pagina 18
Il Sole 24 Ore
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Pubblica amministrazione
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43
8 marzo 2014
Pagina 2
Italia Oggi
Pubblica amministrazione
L' analisi.
Le Regioni possono fare quel che vogliono
Il governo aveva cercato di reagire agli abusi
vergognosi commessi in quasi tutte le Regioni
italiane nella gestione dei fondi relativi al costo
della politica, redigendo una legge che
attribuiva alla Corte dei conti il potere di
intervenire, in via preventiva, sulla spesa
regionale. Tale disposizione si proponeva di
impedire che questi abusi si ripetessero. E ciò
al fine di cercare di tamponare i crescenti
buchi di bilancio prodotti dalla finanza allegra
regionale.
Il principio dell' intervento preventivo obbediva
all' antica cautela, conosciuta da tutti, che «non
si chiude la stalla dopo che i buoi sono
scappati». Infatti, se si tiene ad avere i propri
animali, bisogna custodirli con grande
attenzione, chiudendo, appunto, la stalla nella
quale essi si trovano. Come dimostra anche il
recentissimo piano Salva­Roma (e gli altri
interventi trasfusionali a danno dell' erario e a
favore di altri enti locali spensieratamente
dissipatori), se se ne vuole impedire l' ulteriore
necessità in futuro, ci deve essere un ente di
controllo che, prima di impegnare una spesa,
ne verifichi la congruità rispetto alle risorse
disponibili.
Quando questo controllo (c' era negli anni del
boom economico italiano, sarà un caso?
) veniva svolto dalle giunte provinciali amministrative, le spese degli enti locali erano distinte in:
fondamentali e facoltative. Con questo criterio, era facile fare una prima scelta. Alla prima difficoltà di
bilancio, le spese facoltative venivano tagliate in automatico. Il sindaco vuol fare un giro in Palestina coi
suoi amici? Certo, ma solo se lo paga lui. Si vuol organizzare un spettacolo gratis? Ok, ma se lo pagano
chi li vede, come paga la birra chi se la beve.
Adesso la Corte costituzionale ha detto (con sentenza depositata giovedì 6 marzo) che le Regioni non
possono essere condizionate nella loro autonomia.
Non è la Consulta che sta dando i numeri. È la Costituzione che li ha dati dopo le allucinanti modifiche
del titolo V. Ecco perché ha ragione Tino Oldani, in questo numero, e l' economista Mario Baldassarre
nell' intervista concessa a ItaliaOggi il mercoledì 5 marzo nel dire che la soluzione, a questo punto, è,
molto semplicemente, quella di abolire le Regioni.
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PIERLUIGI MAGNASCHI
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8 marzo 2014
Pagina 7
Italia Oggi
Pubblica amministrazione
voci di corridoio
Udite udite: il sindaco di Roma Marino e l'
onnipotente stratega del Pd romano, Bettini,
tornano a parlarsi. Dopo aver sfiorato la
rottura.
... Caro Renzi, occhio, perché gli esperti di
comunicazione del Cavaliere hanno già pronta
la campagna elettorale...
aspettano solo il momento buono per
scatenarsi.
... Presidenza del Credito sportivo. Una di
quelle poltrone che contano. Sfida a tre per
Mario Pescante, ex segretario del Coni e
attuale membro del Cio, il consigliere del Coni
Raffaele Pagnozzi e Paolo D' Alessio, attuale
«reggente operativo» dell' Istituto insieme a
Marcello Clarich (professore alla Luiss).
...
Renzi tieniti pronto! Lunedì prossimo, gli alti
dirigenti dello stato capitanati dall' Unadis ti
consegneranno un documento da loro redatto
(e parliamo di dirigenti di ministeri, presidenza
del Consiglio dei Ministri e Agenzie Fiscali su
tutti) in merito ai criteri di selezione nella
Pubblica Amministrazione e nella dirigenza.
Come spiega il segretario generale di Unadis ­
Barbara Casagrande ­ «bisogna puntare ad un
sistema in cui le posizioni apicali della PA
siano coperte con procedure concorsuali
aperte su un piano di parità anche a non dipendenti pubblici. Inoltre, si deve tener conto nell' accesso
alla dirigenza, del curriculum e dello svolgimento, per anni e con valutazioni positive, delle funzioni
dirigenziali». Come darle torto?
CORRADO MIRASOLE
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45
8 marzo 2014
Pagina 22
Italia Oggi
Pubblica amministrazione
Orlando: allo studio mobilità dalla p.a.
Alla giustizia manca personale
Piano d' azione in tempi stretti («entro questo
mese») per il personale amministrativo della
giustizia: all' appello, infatti, mancano circa 8
mila unità per rendere il sistema efficiente.
E, insieme ad una «piccola mobilità», si valuta
anche la ricollocazione di lavoratori provenienti
da organismi come l' Inps e, in generale, dalla
pubblica amministrazione, «dove abbiamo
province in via di superamento».
Ad anticiparlo, ieri, il guardasigilli Andrea
Orlando, secondo cui la carenza di occupati in
ambito giudiziario gli viene segnalata, giorno
dopo giorno, dai vertici degli uffici incontrati
dal suo insediamento al ministero, fra cui
Giuseppe Pignatone, procuratore capo di
Roma e il collega di Milano Edmondo Bruti
Liberati, oltre ai presidenti dei tribunali delle
due grandi città. Quanto alle probabili
soluzioni, spiega, se da un lato vi sono figure
professionali specifiche che «possono essere
reclutate soltanto attraverso l' indizione di
nuovi concorsi», vanno soprattutto tenuti in
considerazione i «grandi numeri» delle unità
amministrative, che possono essere
reimpiegate «attraverso un percorso di
formazione», essendo già presenti profili
adeguati in altri enti in sovrannumero che
potrebbero, a questo punto, essere trasferiti.
No, dunque, a una «megamobilità, che potrebbe creare dei problemi», prosegue il titolare del dicastero
di via Arenula, bensì a «passaggi scaglionati» di dipendenti.
E proprio i posti vacanti nel tribunale della Capitale impongono l' altolà allo svolgimento dei processi,
divenuti oramai «a numero chiuso»: nelle sedi di piazzale Clodio, infatti, la procura ha deciso che non
sarà possibile celebrare più di 12 mila dibattimenti all' anno. La circolare, emanata da Pignatone, nasce
per «impedire che tra 6 mila e 8 mila procedimenti destinati» non trovino uno sbocco giudiziario quelli
importanti. La restante parte dei fascicoli verrà, quindi, indirizzata alla Sezione definizioni affari seriali
«senza procedere alla scansione degli atti a conclusione delle indagini», passaggio che prelude alla
fissazione dell' udienza.
SIMONA D' ALESSIO
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8 marzo 2014
Pagina 22
Italia Oggi
Pubblica amministrazione
La Consulta ha spazzato via la norma chiave del decreto sui costi della politica.
Controlli, Corte conti indebolita
Vietato imporre alle regioni di modificare i bilanci.
Corte conti con le armi spuntate nei confronti
delle regioni spendaccione. I magistrati
contabili continueranno a esaminare i bilanci
(preventivi e consuntivi) dei governatori per
verificare il rispetto del patto di stabilità e l'
assenza di irregolarità in grado di portare gli
enti al dissesto. Ma dovranno tacere. Nel
senso che non potranno più obbligare le
regioni (una volta accertati squilibri finanziari e
la violazione del Patto) a riscrivere i bilanci
entro 60 giorni, pena l' impossibilità di
effettuare quelle spese che secondo la Corte
sono prive di copertura. La sentenza n.
39/2014 della Corte costituzionale, depositata
in cancelleria il 6 marzo, (si veda ItaliaOggi di
ieri) assesta un duro colpo al cosiddetto
decreto sui costi della politica (dl 174/2012),
approvato dal governo Monti sulla scia
emotiva degli scandali di sperpero di denaro
pubblico che, partiti dal Lazio, hanno poi
coinvolto molte altre amministrazioni regionali.
Il cuore del provvedimento, ossia l' art. 1 che
rafforza il ruolo della Corte conti nella verifica
della gestione finanziaria delle regioni, esce
infatti depotenziato a causa della
cancellazione del comma 7. Una norma chiave
proprio perché obbligava i governatori ad
eliminare le irregolarità.
Per la Corte costituzionale questo «obbligo» travalica i poteri affidati alla magistratura contabile perché
le funzioni di controllo attribuite ai giudici erariali «non possono essere spinte fino a vincolare il
contenuto degli atti legislativi o a privarli dei loro effetti».
Come il bilancio dello stato, anche quello delle regioni, infatti, è approvato con legge (per le manovre
regionali si usa ancora il termine «Finanziaria» non più in uso per i conti statali). E imporre alle
amministrazioni di correggerli significherebbe obbligare i consigli ad approvare una nuova legge,
violando così l' autonomia di giudizio dei parlamenti regionali.
Un' autonomia che, secondo la Consulta, non può essere vincolata da organi esterni. Tanto più che la
Corte dei conti è organo esso stesso sottoposto alla legge. E «la previsione che una pronuncia delle
sezioni di controllo possa avere l' effetto di inibire l' efficacia di una legge si configura come
palesamente estranea al nostro ordinamento costituzionale e lesiva della potestà legislativa regionale».
Secondo la Corte costituzionale, dunque, l' art. 1 comma 7 del dl 174 sembra aver voluto aggiungere
una nuova forma di controllo di legittimità, affiancando ai giudici costituzionali quelli della Corte conti.
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8 marzo 2014
Pagina 22
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Italia Oggi
Pubblica amministrazione
Ma un disegno del genere è illegittimo perché in base all' art. 134 della Carta solo la Consulta ha il
compito di vigilare sulla legittimità della legislazione.
Il richiamo all' art.
134 Cost. è essenziale perché rende la pronuncia efficace per tutte le regioni (a statuto ordinario e a
statuto speciale) nonché per le province autonome di Trento e Bolzano.
Proprio dai territori autonomi è partito l' attacco verso il decreto sui costi della politica. A sferrare l'
affondo sono stati il Friuli Venezia Giulia, la Sardegna e la provincia di Trento. Ad accomunare i ricorsi
(che proprio per questo sono stati riuniti) due convinzioni: la presunta inapplicabilità del dl 174 alle
regioni autonome (sulla base dell' assunto che i controlli disciplinati dagli statuti speciali esaurirebbero i
poteri attribuiti alla Corte conti) e la natura necessariamente collaborativa che tutti i controlli sugli enti
locali devono avere.
La Consulta ha respinto il primo assunto, precisando che le verifiche attribuite alla Corte conti «non si
sovrappongono alle funzioni e ai compiti riservati alle autonomie speciali».
Ma ha accolto il secondo cancellando l' art. 1 comma 7 «limitatamente alla parte in cui si riferisce al
controllo dei bilanci preventivi e dei rendiconti consuntivi delle regioni». La pronuncia, in quanto fondata,
come detto, sulla violazione di norme costituzionali acquista efficacia erga omnes e quindi vale per tutte
le regioni.
FRANCESCO CERISANO
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48
8 marzo 2014
Pagina 24
Italia Oggi
Pubblica amministrazione
Immobili a richiesta
Sono 9.367 le richieste giunte all' Agenzia del
demanio, da parte di enti territoriali, per l'
acquisizione di immobili di proprietà dello
stato. Il 53% delle istanze è stato il primo
passaggio per poter svolgere specifiche
istruttorie relative allo stato di fatto e di diritto
degli immobili al fine di verificare la loro
appartenenza ai beni patrimoniali trasferibili e
per consentire una informata decisione da
p a r t e d e l l ' Ente r i c h i e d e n t e c i r c a i l
trasferimento del bene. A renderlo noto tramite
una nota diffusa ieri, la stessa Agenzia del
demanio. «Con avvio al federalismo
demaniale previsto dal dl 69/2013», ha
spiegato l' Agenzia, «è emerso che per tutte le
domande ricevute il sistema informatico ha già
rilasciato e trasmesso in automatico agli Enti
interessati una apposita ricevuta di avvenuta
ricezione. Tuttavia, al fine di favorire la
massima informazione e trasparenza, sarà
disponibile, sul sito del Demanio ed anche su
quello della Fondazione patrimonio comune
dell' Anci, un elenco delle istanze pervenute
entro la fine di novembre 2013».
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8 marzo 2014
Pagina 25
Italia Oggi
Pubblica amministrazione
Equitalia sui primi effetti della definizione agevolata delle somme iscritte a ruolo.
Rottamazione cartelle all' attivo
Riscossi 300 mln di euro con l' adesione di 75 mila soggetti.
Circa 75 mila contribuenti per un importo
complessivo di 300 milioni di euro. Questo il
primo bilancio della definizione agevolata delle
cartelle esattoriali, reso noto ieri da Equitalia
allo scadere della prima settimana successiva
all' originaria dead line fissata al 28 febbraio.
Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del
dl 16/2014, infatti, il termine ultimo stabilito per
l' adesione è stato riaperto fino al 31 marzo
2014, così come al 15 aprile è slittata la
sospensione della riscossione.
Nel dettaglio, la disposizione, introdotta con la
legge di Stabilità 2014 prevede la possibilità di
pagare, in un' unica soluzione, senza interessi
di mora e interessi di ritardata iscrizione a
ruolo, le cartelle e gli avvisi di accertamento
esecutivi affidati a Equitalia entro il 31 ottobre
2013. Nessun ampliamento all' orizzonte,
invece, per la tipologia dei tributi. Non tutti,
infatti, possono usufruire della rottamazione
delle cartelle.
Sono, infatti, escluse le somme dovute per
effetto di sentenze di condanna della Corte dei
c o n t i , i c o n t r i b u t i r i c h i e s t i d a g l i enti
previdenziali, i tributi locali non riscossi da
Equitalia e le richieste di pagamento di enti
diversi da quelli ammessi.
Rientrano, invece, nell' agevolazione le entrate
erariali (Irpef e Iva) e, limitatamente, agli interessi di mora, anche le entrate erariali come il bollo della
auto e le multe per violazione del codice della strada. A conferma di questo, la nota diffusa da Equitalia,
spiega come «la definizione agevolata riguarda cartelle e avvisi di accertamento esecutivi emessi per
tributi di competenza delle agenzie fiscali, dagli uffici statali, come ministeri e prefetture ed enti locali». I
contribuenti potranno, inoltre, avere conferma della possibilità di aderire alla rottamazione, prendendo,
in prima battuta, visione della loro situazione debitoria. In un secondo momento, poi, verificando la data
entro cui le somme dovute sono state affidate all' agente della riscossione e il tipo di atto ricevuto. Il
tutto, tramite la consultazione dell' estratto di ruolo che può essere richiesto agli sportelli di Equitalia. La
disciplina prevede che per tutte le cartelle e gli avvisi che rientrano nell' agevolazione, il contribuente sia
tenuto al pagamento degli interessi di mora che maturano dalla data di notifica della cartella in caso di
mancato pagamento delle somme entro i 60 giorni previsti. Inoltre, non dovrà essere pagato il tributo
relativo agli interessi per ritardata iscrizione a ruolo, indicati nella cartella di pagamento e nell' estratto di
ruolo, per le cartelle e gli avvisi emessi per conto delle Entrate e, quindi, riferite a entrate erariali. I
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8 marzo 2014
Pagina 25
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Italia Oggi
Pubblica amministrazione
contribuenti che sceglieranno di aderire, saranno tenuti, invece, al pagamento del residuo del debito (al
netto degli interessi non dovuti), dell' aggio, delle spese di notifica e di quelle per eventuali procedure
attivate.
Sarà, poi, compito di Equitalia, comunicare entro il 30 giugno l' avvenuta estinzione del debito ai
contribuenti. «Pagamenti che sarà possibile effettuare», ha spiegato l' ente di riscossione, «attraverso il
versamento in tutti gli sportelli di Equitalia, e negli uffici postali tramite bollettino F35».
BEATRICE MIGLIORINI
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8 marzo 2014
Pagina 26
Italia Oggi
Pubblica amministrazione
A Firenze Legautonomie fa il punto sulle ultime novità in materia di fiscalità locale.
La Iuc fa impazzire i comuni
Regole e scadenze diverse mettono in difficoltà gli uffici.
L' ingorgo di scadenze e regole creato dalla
Iuc, tenuto conto che i tre tributi che la
compongono, vale a dire Imu, Tasi e Tari,
hanno regole diverse e scadenze diverse, non
piace ai comuni. Anche se viene accolto con
moderata soddisfazione il fatto che con il dl
sulla finanza locale varato il 28 febbraio, e
pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 6 marzo
scorso, il governo, oltre a correggere gli errori
contenuti nella legge di Stabilità (147/2013), ha
dato attuazione agli impegni convenuti con i
comuni garantendo, con i 625 milioni stanziati,
un quadro normativo e finanziario più certo per
redigere i bilanci 2014. In prospettiva futura,
però, è importante accelerare sull' attuazione
della delega fiscale procedendo alla revisione
del catasto e alla riforma della riscossione
delle entrate locali.
Sono queste le obiezioni che hanno sollevato e
le richieste che hanno avanzato gli
amministratori locali al governo centrale nel
corso del convegno nazionale organizzato da
Legautonomie, l' associazione delle autonomie
locali, che si è tenuto ieri a Firenze, sui bilanci
degli enti locali, il patto di stabilità e le novità
sull' imposizione immobiliare.
Durante i lavori del convegno sono stati
affrontati gli argomenti di maggiore attualità. In
particolare sono stati trattati come temi: le novità sui tributi degli enti locali, gli obiettivi programmatici
del patto di stabilità, fino ad arrivare alla delega fiscale e alla riforma della riscossione delle entrate
locali.
Nell' intervento introduttivo il presidente di Legautonomie, nonché sindaco di Pisa, Marco Filippeschi, ha
affermato che il primo obiettivo deve essere quello di «ridisegnare il patto interno di stabilità, anche alla
luce della legge attuativa del pareggio di bilancio, potenziando le misure di flessibilità ­ i patti di
solidarietà ­ necessarie a rendere più sostenibili gli obiettivi degli enti locali soggetti ai vincoli del patto e
consentendo, già nel 2014, investimenti mirati nell' edilizia scolastica e in piccole opere pubbliche in
grado di sostenere l' economia locale e il contrasto alla disoccupazione». Inoltre, ha sottolineato che
nonostante la confusione normativa che il legislatore ha creato con i nuovi tributi, in particolare la Tasi,
viene accolta «con moderata soddisfazione il fatto che con il decreto varato il 28 febbraio il governo
abbia inteso dare attuazione agli impegni convenuti con i comuni in materia di Tasi/Iuc e finanza locale,
garantendo, con i 625 milioni stanziati, un quadro normativo e finanziario più certo e utile ai comuni per
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8 marzo 2014
Pagina 26
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Italia Oggi
Pubblica amministrazione
redigere i bilanci 2014». È stato poi ricordato che, sempre il governo, ha adottato provvedimenti di
sospensione delle procedure esecutive nei confronti dei comuni in predissesto, dando anche la
possibilità di presentare nuovi piani di riequilibrio per quei comuni i cui piani di rientro non siano stati
approvati dalla Corte dei conti. Con una raccomandazione finale al Parlamento affinché non peggiori il
decreto.
Sono stati criticati gli ultimi interventi legislativi sulla fiscalità locale che per i tre nuovi tributi (Imu, Tasi e
Tari) hanno fissato regole, scadenze e modalità di pagamento diverse che complicano il lavoro e l'
organizzazione degli uffici comunali e generano confusione nei contribuenti.
Ecco perché è importante, come auspicato da tutti gli amministratori locali, che vengano emanati con
urgenza i decreti attuativi della delega fiscale già approvata in Parlamento. Nello specifico servono una
revisione urgente del catasto, per una corretta valutazione dei valori immobiliari, e strumenti adeguati
per un più efficace recupero delle entrate.
La delega fiscale, come posto in rilievo nel corso del convegno, prevede che venga ridisegnata la
riscossione coattiva, con meno procedure esecutive e liti bagatellari, specialmente se le somme dovute
sono di modesta entità. Vanno infatti semplificate le procedure per il recupero dei crediti di scarso
valore e fissate modalità di definizione agevolata. Infine, dovrà essere emanato un testo unico che
recepirà, con i dovuti adattamenti, le procedure e gli istituti previsti per il ruolo e dovrà modificare le
norme che disciplinano l' ingiunzione di pagamento. Per garantire l' effettivo incasso delle somme
riscosse i soggetti affidatari, oltre a possedere determinati requisiti, dovranno rispettare le norme
contenute in un codice deontologico e saranno sottoposti a ispezioni.
SERGIO TROVATO
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