Comune di Anzola dell`Emilia
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Comune di Anzola dell`Emilia
COMUNE DI ANZOLA Sabato, 08 marzo 2014 Sabato, 08 marzo 2014 Cronaca 08/03/2014 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 19 MANUELA GOLDONI Una domenica in famiglia sul kayak al Lido 08/03/2014 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 18 MANUELA GOLDONI Pagaiando ci si diverte in mezzo alla natura 08/03/2014 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 18 1 2 4 La scheda 08/03/2014 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 17 5 «Il nostro amore nato durante i viaggi in corriera» 08/03/2014 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 19 6 Con la prostituzione non si tratta Cultura e turismo 08/03/2014 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 11 7 Dibattiti, spettacoli, mostre e solidarietà: signora, si accomodi 08/03/2014 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 3 8 La Festa della Donna fra mimose, regali e pensieri' 08/03/2014 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) 10 Federica Zaccarelli, Anzola 08/03/2014 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 3 11 «Si organizzano serate e balli e non si ricorda quella... 08/03/2014 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 3 12 Una giornata speciale all' insegna del rispetto e della parità 08/03/2014 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 22 13 Come si cucinava in Francia nel '700 08/03/2014 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 23 14 'Villa' e 'Città', l' epopea di due borgate Politica locale 08/03/2014 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 23 15 Spunta una terza civica guidata da Poluzzi 08/03/2014 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 5 16 'Borgo Rotondo', via ai lavori di restyling 08/03/2014 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 22 18 È il momento giusto per cambiare 08/03/2014 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 27 19 Le elementari Lodi rinascono con il contributo di estetisti e 'Aiuta' 08/03/2014 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 4 20 Negozi chiusi e buche «Bisogna riqualificare la via» 08/03/2014 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 23 21 Centrodestra compatto su Gallerani Sanità, sociale e servizi per l'infanzia 08/03/2014 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 7 22 Donazioni in calo, l' Avis punta sui giovani Pubblica amministrazione 08/03/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 1 GIANNI TROVATI Una sentenza simbolica 08/03/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 3 LUCA ORLANDO «Così finiamo fuori dal mercato» 08/03/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 5 SARA MONACI Palazzo Marino è già stato risarcito 08/03/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 5 GIANNI TROVATI Processo derivati, banche assolte a Milano 08/03/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 6 CARMINE FOTINA La risposta dell' Italia alla Ue: stop ai debiti fuori bilancio 08/03/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 6 BEDA ROMANO La Ue: fondi per i piani di sviluppo 08/03/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 6 ROBERTO GALULLO Antimafia, allarme interdittive sui piccoli lavori 08/03/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 10 08/03/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 18 32 34 38 42 Piano speciale per ricollocare gli ex militari Le Regioni possono fare quel che vogliono 30 40 Come ridurre il cuneo fiscale 08/03/2014 Italia Oggi Pagina 2 28 36 Mercoledì in Cdm primo esame sul taglio al cuneo 08/03/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 9 25 27 Da Firenze a Catanzaro tutte le liti sugli swap 08/03/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 5 23 PIERLUIGI MAGNASCHI 44 08/03/2014 Italia Oggi Pagina 7 CORRADO MIRASOLE voci di corridoio 08/03/2014 Italia Oggi Pagina 22 SIMONA D' ALESSIO Alla giustizia manca personale 08/03/2014 Italia Oggi Pagina 22 FRANCESCO CERISANO Controlli, Corte conti indebolita 08/03/2014 Italia Oggi Pagina 24 BEATRICE MIGLIORINI Rottamazione cartelle all' attivo 08/03/2014 Italia Oggi Pagina 26 La Iuc fa impazzire i comuni 46 47 49 Immobili a richiesta 08/03/2014 Italia Oggi Pagina 25 45 SERGIO TROVATO 50 52 8 marzo 2014 Pagina 19 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Cronaca Una domenica in famiglia sul kayak al Lido DA APRILE a settembre, il Canoa club Bologna organizza una nuova attività per le famiglie: su prenotazione verranno organizzati giri in canoa di due ore nell' ambiente fluviale del Lido di Casalecchio. «Chiunque potrà così navigare in sicurezza le acque del fiume Reno ha spiegato Michele Ramazza vivendo una bellissima esperienza insieme ai propri bambini dai quattro anni in su. I partecipanti saranno accompagnati da una esperta guida fluviale che insegnerà loro le tecniche base, per scoprire in tutta sicurezza l' ambiente fluviale del Lido da una prospettiva completamente nuova. Oltre a far divertire il pubblico con il giro in canoa, illustreremo flora e fauna del fiume Reno e la storia della Chiusa di Casalecchio e i bambini potranno divertirsi genitori o amici, scoprendo qualcosa di nuovo a due passi da casa». Sul versante agonistico, inoltre, il Canoa club è attivo con squadre di canoa slalom, polo e olimpica. «Attualmente ha detto abbiamo anche un disabile che si sta allenando per le Paraolimpiadi di Rio 2016. Atleti olimpionici che hanno partecipato a Londra 2012, come Camporesi, Ferrari, Cipressi, si allenano con nostra società». «Organizziamo anche una gara interregionaledi Canoa Slalom, in scena il 6 aprile, il Campionato italiano di Paracanoa Slalom, sempre il 6 aprile, sul Reno a Casalecchio, oltre al 12°Torneo internazionale di Canoa polo ad Anzola presso i laghi del ristorante ?Il Pescatore', il 29 e 30 marzo, e al Raduno nazionale di canoa turistica sul Limentra, in maggio». Numerosi e di prestigio i successi ottenuti negli anni dal Canoa club Bologna. «Per il quarto anno consecutivo ha spiegato nel 2013 abbiamo vinto la Coppa Fick di canoa slalom, senza dimenticare che gli ultimi quattro anni abbiamo ottenuto il maggior numero di punti, assegnati in base ai piazzamenti di tutti gli atleti nelle gare affrontate, rispetto le altre società di canoa italiane». Senza dimenticare i tantissimi titoli e podi ottenuti nei campionati italiani del 2013 dai ragazzi del Canoa club nelle diverse categorie e discipline. Manuela Goldoni. MANUELA GOLDONI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 1 8 marzo 2014 Pagina 18 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Cronaca Pagaiando ci si diverte in mezzo alla natura Manuela Goldoni UNO SPORT coinvolgente e aggregante che permette di vivere emozioni all' aria aperta e scoprire luoghi incantati. Ma anche uno sport per tutti, in quanto offre una varietà di discipline adatte a diversi tipi di esigenze e capacità. Parliamo della canoa che per molti appassionati è molto di più di una semplice attività sportiva. Al Lido di Casalecchio si trova la sede del Canoa Club Bologna, una delle realtà più dinamiche e vitali nel panorama nazionale nel settore della canoa fluviale agonistica, formativa e turistica ? amatoriale, fondata nel 1979. Affiliata alla Federazione italiana canoa kayak, riconosciuta dal Coni, al Comitato italiano paralimpico e all' Uisp, l' Asd Canoa Club Bologna è nota per i corsi e le iniziative qualificate che organizza sul territorio ed è la prima società in Emilia Romagna per numero di associati, oltre 300, e per titoli ottenuti, ed una delle prime in Italia. «La sede fluviale, dove svolgiamo la maggior parte delle nostre attività ha detto Michele Ramazza, maestro di canoa e dirigente del Canoa Club Bologna è a Casalecchio di Reno sul fiume Reno, in via Venezia: qui è predisposto il campo permanente per allenamenti e gare di canoa slalom e i nostri associati praticano attività sportiva per prepararsi alle discese su altri fiumi e torrenti. I campi di allenamento e gioco di canoa polo si trovano invece ad Anzola dell' Emilia, dove siamo ospiti presso i laghetti del ristorante ?Il Pescatore'». Ma come si comincia? «Il modo migliore per chi vive in città ha spiegato è quello di frequentare un corso in piscina durante l' inverno. Così si imparano i fondamentali in ambiente tranquillo e al caldo e si comincia a fare gruppo con gli istruttori e i compagni di corso, con i quali si potranno fare le prime esperienze in fiume, guidati e assistiti, con l' attrezzatura fornita dal Canoa Club. Con il tempo scopriremo se la nostra inclinazione è per l' acqua mossa o se preferiamo pagaiare in acque tranquille, o magari cimentarci nel gioco della canoa polo». Sono tantissime le attività proposte dal Canoa Club Bologna. «Organizziamo corsi trimestrali di canoa per bambini e adolescenti dagli 8 ai 14 anni, in piscina e sul fiume ha spiegato Ramazza con il loro successivo inserimento nella squadra agonistica per favorire l' avviamento allo sport; proponiamo lezioni e prove canoa presso il centro remiero per bambini e ragazzi dagli 8 ai 16 anni, in collaborazione con enti locali, parrocchie, associazioni sportive e per il tempo libero, nell' ambito di manifestazioni e camp estivi. Collaboriamo poi con le scuole di Casalecchio e quest' anno abbiamo in programma corsi di canoa, con lezioni in piscina e sul fiume Reno, con allievi di alcune scuole medie e superiori, alcuni diversamente abili». Il Canoa club Bologna organizza anche lezioni gratuite di canoa ed escursioni per preadolescenti e adolescenti con disagio psichico comportamentale, in collaborazione con l' Area dipartimentale integrazione sociale sanitaria (distretto di Casalecchio di Reno) dell' Ausl di Bologna e per persone con disabilità fisica in collaborazione con il Comitato paralimpico provinciale e regionale. «Proponiamo anche ? ha continuato attività agonistica di canoa per atleti a partire dai 10 anni: c' è la squadra di canoa fluviale che partecipa a gare internazionali, nazionali, interregionali, campionati italiani di canoa slalom e discesa e ci sono tre team di canoa polo che partecipano a tornei nazionali, internazionali e ai campionati italiani (serie A e B)». E ancora, spazio a corsi di canoa per Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 2 8 marzo 2014 Pagina 18 < Segue Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Cronaca adulti, in piscina e su fiume, a gite ed escursioni in canoa di uno o più giorni su acque tranquille e aperte a tutti. A giugno, il Canoa club Bologna organizza un campo estivo al lago di Suviana, rivolto a bambini ed adolescenti dagli 8 ai 16 anni, mentre ad agosto propone ai bambini dagli 8 ai 18 anni uno stage di canoa slalom e di avviamento alla canoa sul fiume Durance in Francia. MANUELA GOLDONI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 3 8 marzo 2014 Pagina 18 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Cronaca La scheda L' asd Canoa Club Bologna, fondata nel 1979, affiliata alla Federazione italiana canoa kayak, riconosciuta dal Coni, al Comitato italiano paralimpico e all' Uisp, è un' associazione sportiva bolognese che opera nel settore della canoa fluviale agonistica, formativa e turistica amatoriale. L' esperienza e la presenza costante sul territorio, da molti anni con iniziative qualificate, ne hanno fatto la prima società in Emilia Romagna per numero di associati, oltre 300, e per titoli ottenuti, e una delle prime in Italia. La sede fluviale, dove si svolgono buona parte delle attività proposte è a Casalecchio, sul fiume Reno, in via Venezia. I campi di allenamento e gioco di canoa polo si trovano invece ad Anzola dell' Emilia, presso i laghetti del ristorante Il Pescatore. Sede fluviale e segreteria : via Venezia 1 Casalecchio di Reno Tel. ? Fax: 051.575354 Email : [email protected] Sito internet : www.canoaclubbologna.it. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 4 8 marzo 2014 Pagina 17 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Cronaca «Il nostro amore nato durante i viaggi in corriera» I MATRIMONI e gli amori spesse volte durano una vita. Almeno nel caso di Anna Bonfiglioli e Franco Cassoli di Anzola. Si sposarono ventenni nel giugno del 1970 nella chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo per mano del parroco don Medardo. Poi il pranzo di nozze nel modenese e quindi la luna di miele da sogno a Napoli, Capri e Ischia. «Ci eravamo conosciuti racconta Anna che ha origini a Sant' Agata Bolognese qualche anno prima in corriera. Franco abitava nel comune di San Giovanni in Persiceto nella frazione de Le Budrie. E in questa frazione si era creata una compagnia che frequentavo. Da lì abbiamo approfondito la nostra conoscenza che ci ha portato al fidanzamento epppoi al matrimonio». I coniugi Cassoli hanno avuto due figli, Elisa e Simone, e dopo aver intrapreso varie attività commerciali, da tanti anni conducono l' attività di ristorazione assieme in un locale molto conosciuto nel territorio ma non solo: La Bassa, divenuto poi proprietà del figlio Simone. Si tratta di una antica trattoria, le cui origini risalgono alla metà dell' Ottocento. «CREDO che il segreto per stare tanti anni assieme continua Anna stia nel fatto della reciproca comprensione. Oramai basta una sguardo per capirsi, per capire uno stato d' animo, l' umore di una giornata. E ci si accetta apprezzando i talenti, le doti che ciascuno di noi possiede e cercando di tollerare i difetti dei nostri caratteri». Franco è anche un grande appassionato di tiro al piattello e di ippica. Ha avuto diversi cavali trottatori alcuni dei quali vincenti e possiede i colori di una scuderia. Al momento non ha più dei purosangue ma la passione per le corse al trotto gli è rimasta ben viva. «Cerco sempre di trovare il tempo dice Franco di andare all' ippodromo di Bologna per seguire qualche corsa. La passione è sempre quella dei primi anni. Poi vado a sparare al tiro al piattello e posso dire di riuscire ancora a difendermi bene». Negli anni La Bassa ha conquistato tantissimi clienti che vengono a gustare i piatti che Anna ed Emilia (l' altra cuoca) preparano quotidianamente. Pier Luigi Trombetta. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 5 8 marzo 2014 Pagina 19 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Cronaca Con la prostituzione non si tratta ?CON la prostituzione non si tratta': è il titolo dell' incontro organizzato dalla parrocchia Santi Pietro e Paolo di Anzola in collaborazione con il Comune, dopo le continue lamentele da parte di cittadini visto il dilagare del fenomeno sul territorio anzolese. Alla serata è intervenuto anche il sindaco Loris Ropa (sopra ). Sempre ad Anzola si è svolto un incontro sui casi di avvelenamento di animali domestici e selvatici avvenuti nel territorio di Anzola. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 6 8 marzo 2014 Pagina 11 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Cultura e turismo IL PROGRAMMA. Dibattiti, spettacoli, mostre e solidarietà: signora, si accomodi SPETTACOLI teatrali, feste e tante iniziative di sensibilizzazione. Il panorama di eventi per la Festa della donna è tanto ricco quanto vario. Si comincia oggi, alle 10,30, all' auditorium Biagi di Sala Borsa , con un dibattito sul femminicidio a cura dello psicanalista Stefano Bolognini e della docente di semiotica dell' Alma Mater Patrizia Violi, nell' ambito de ?Il lettino e la piazza' . Porte aperte anche nella sede dell' associazione Sos Donna (via Saragozza 221/b), che dalle 10 alle 17 organizza un mercatino a offerta libera a favore delle attività di prevenzione e sostegno alle vittime di violenza domestica e urbana. Alle 15, al centro civico del Quartiere Savena (via Faenza 4), sarà inaugurata la mostra fotografica di Sara Colombazzi ?Lasciatele lavorare. Donne nel mondo del lavoro' , cui seguirà un dibattito. Pomeriggio di musica e canti, dalle 15,30, al centro polifunzionale 'R. Bacchelli' in via Galeazza 2, con il gruppo Ever Green e Silvana Riccardi dello Spi Cgil. SERATA in ridere al centro civico del Quartiere Reno (via Battindarno 123) che propone, alle 21, lo spettacolo comico ?Lotto per le donne ma non faccio la guerra' , con Barbara Baldini. In scena alle 21 anche la Casa delle culture e dei teatri di Lavino di Mezzo con lo spettacolo ?Le ricette del buonumore', di Angelica Zanardi, con l' accompagnamento musicale dal vivo di Eloisa Atti. Anche l' associazione Vitruvio si è attivata per l' altra metà del cielo con uno speciale ?Ma che strega che sei', spettacolo itinerante sulle credenze legate al femminile, con partenza alle 21 da piazza Minghetti (prenotazioni al numero 3453608751). SPAZIO anche alla solidarietà: in piazza Nettuno, dalle 10 alle 18, torna Amnesty International con un banchetto informativo sulla violenza di genere e laboratori di fiori di carta per allestire il ?prato dei diritti'. Scende in campo anche Unicef , in via Ugo Bassi, con la campagna ?8 marzo per le bambine' . L' ippodromo Arcoveggio ha scelto invece di festeggiare le donne un giorno dopo: domani, dalle 14,30, corse e gare tutte al femminile con ingresso gratuito per le signore e uno scopo benefico: aiutare l' associazione Susan G. Komen Italia nella lotta contro i tumori al seno. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 7 8 marzo 2014 Pagina 3 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Cultura e turismo La Festa della Donna fra mimose, regali e pensieri' LA FESTA della donne è proprio una festa? Nel tempo la ricorrenza è molto cambiata. Ed è indubbio che abbia perso molto del suo significato originale e venga considerata da molte donne come il pretesto per uscire senza fidanzati, mariti e figli, concedendosi qualche sfizio. Insomma, l' evento ha assunto sempre più un' impronta commerciale. E si è allontanato dai concetti che avevano ispirato la nascita delle prime celebrazioni della Giornata internazionale della donna. Colpa anche delle donne? Secondo Rita Baraldi vicesindaco reggente di Crevalcore: «L' 8 marzo è una festa che ancora oggi ha un sapore amaro. Perché le finalità per cui era stata istituita, cioè ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze di cui sono state oggetto, sono purtroppo ancora oggi troppo attuali. Perché le donne sono ancora lontane dall' avere conquistato la parità in molti campi. E sono ancora oggi oggetto di soprusi e violenza che arrivano fino al delitto, spesso per mano di chi ha dichiarato amore nei loro confronti». E BARALDI continua: «È purtroppo ancora lungo il cammino necessario per raggiungere una vera parità, occorre infatti agire e incidere sulla cultura stessa della nostra società. Che mantiene una concezione squilibrata delle relazioni tra i generi e spesso fornisce un' immagini consumistica della donna che la riduce da soggetto a oggetto, propiziando comportamenti aggressivi. Per questo tutti noi, uomini e donne, ci dobbiamo impegnare per affermare in un futuro prossimo che tutte le persone hanno pari dignità. Solo allora potremo effettivamente parlare di maturità dei sistemi democratici». Per Milena Muratori: «La donna? Solo il diavolo sa cos' è. Battute a parte credo una donna la si debba amare tutti i giorni e non solo in occasione di qualche ricorrenza». A parere di Pamela Alifranghis «Le donne non si devono comprendere ma si debbono amare. Un amore incondizionato che supera difetti e durezze del carattere. Solo il vero amore supera ogni barriera». Secondo Federica Zaccarelli: «La felicità è la poesia della donna. Io sono molto innamorata se diamo un voto da uno a dieci direi undici. Ed è bello vedere, nonostante il tempo passare, che questo sentimento si rafforza sempre di più». Infine Sonia Camprini, assessore comunale alle politiche sociali e pari opportunità di Persiceto: «Mi preme ricordare nell' ambito delle tante iniziative che abbiamo organizzato lunedì, alle 20.30 nella sala del consiglio comunale, ?La Giudice. Una donna in magistratura'; ne Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 8 8 marzo 2014 Pagina 3 < Segue Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Cultura e turismo parleranno con l' autrice del libro, il giudice Paola di Nicola, la storica Cinzia Venturoli e la sottoscritta. Eppoi mercoledì 12, alle 20.30, sempre nella sala consiliare ?La Medicina di genere: vita e salute della donna', un incontro con i cittadini promosso in collaboraz ione con SpiCgil. Pier Luigi Trombetta. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 9 8 marzo 2014 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Cultura e turismo Federica Zaccarelli, Anzola La scelta della mimosa come fiore simbolo è un'usanza italiana adottata nel 1946 della Unione donne italiane (Udi). Scelta, di certo, non casuale perché questo fiore fiorisce proprio in questo periodo dell'anno Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 10 8 marzo 2014 Pagina 3 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Cultura e turismo «Si organizzano serate e balli e non si ricorda quella tragedia» ANTONELLA Dallari (foto ), barista di Anzola non approva la festa delle donne: «Sono indignata per come anche quest' anno si vuole celebrare l' 8 marzo nel mio comune. E cioè tra banchetti, spettacoli e giochi vari. Persino una cena servita dagli uomini. Quando la ricorrenza nacque per ricordare una tragedia. Agli inizi del '900 un gruppo di operaie di una industria tessile di New York scioperò contro le condizioni in cui si trovavano a lavorare. Lo sciopero proseguì e fu proprio l' 8 marzo che la proprietà dell' azienda bloccò le uscite della fabbrica, impedendo alle operaie di uscire fuori, mentre si innescò un incendio. Il rogo uccise 129 operaie, tra cui anche delle italiane. E qui cosa fanno? Organizzano serate tra risate e ilarità». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 11 8 marzo 2014 Pagina 3 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Cultura e turismo Una giornata speciale all' insegna del rispetto e della parità L' 8 MARZO si celebra la Festa delle Donna, ricorrenza internazionale che dovrebbe essere chiamata come ?Giornata internazionale della Donna'. È un giorno di celebrazione per le conquiste sociali ottenute dalle donne, ma anche di lotta, per le tante discriminazioni che purtroppo ancora, il genere femminile, è costretto a subire in molte parti del mondo. In Italia questa ricorrenza è relativamente recente, poiché viene celebrata con regolarità solo a partire dal 1946, a guerra conclusa. All' estero, invece, nacque molto prima. Ecco gli appuntamenti di Terre d' Acqua: a Sant' Agata le volontarie dell' Udi (Unione donne italiane) confezioneranno mazzolini di mimose, il cui ricavato servirà a sostenere progetti di solidarietà, cultura e assistenza. Nella sala mostre ?Nilla Pizzi' verrà allestita anche una mostra fotografica rappresentativa delle immagini sui festeggiamenti dell' 8 marzo negli ultimi 20 anni. Infine domani, sempre a cura dell' Udi, si terrà al teatro Ferdinando Bibiena, lo spettacolo teatrale ?Chelo' an mur gnanc a cuperel!!! Azident', presentato dalla compagnia dialettale ?In fen cla dura' di Ravarino, ingresso libero e a seguire un rinfresco. Ad Anzola : questa sera alle 20.30 al centro Amarcord, nella frazione di Castelletto, una serata di festa con cena per raccogliere fondi a favore delle popolazioni modenesi colpite dall' alluvione. Prenotazioni al 051 739538. Giovedì 13, alle 20.30, nel centro civico Falcone e Borsellino di Lavino di Mezzo ci sarà la Festa della donna con Viviana e lo spettacolo di cabaret a cura del Gruppo donne e volontari di Lavino di Mezzo. A tutte le signore presenti sarà offerta una mimosa. Ingresso libero. A Persiceto alle 10, nella sala del consiglio, ?Donne di ieri e di oggi: dalla stregoneria alla medicina': presentazione del catalogo della mostra sull' Inquisizione. Nella sala consiliare il giudice Paola di Nicola incontra poi gli alunni della scuola elementare ?Quaquarelli' lunedì 10 dalle 9.30 e alle 14.30 mentre gli studenti delle scuole superiori incontreranno il giudice martedì 11 marzo alle 9.30. Sarà presente Sonia Camprini, assessore comunale alle politiche sociali e pari opportunità. A Sala , nel capannone ?Degli Esposti' di via Bersaglieri a partire dalle 20,30, cena e a seguire spettacolo teatrale. La serata è a cura del gruppo ?Otto marzo' di Calderara e di ?Incontra la solidarietà' di Sala . Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 12 8 marzo 2014 Pagina 22 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Cultura e turismo ANZOLA DELL' EMILIA. Come si cucinava in Francia nel '700 COME è cambiato il cibo e il comportamento a tavola dalla Rivoluzione Francese a oggi? Lo scopriremo con ?È pronto in tavola!', il corso sul cibo come cultura curato da Lorena Suppini che si terrà per cinque sere alle 20.30, tra marzo e aprile, nella sala polivalente della biblioteca De Amicis. Con il corso si ripercorreranno gli ultimi trecento anni di storia fissando l' attenzione sul cibo come cultura attraverso la letteratura e le arti. La serata di giovedì, di presentazione, aperta a tutti e gratuita, avrà come tema il Settecento, la cucina francese e lo chef in qualità di artista e creatore. Si parlerà anche del romanzo di Karen Blixen ?Il pranzo di Babette' e dell' arredo di cucina confrontando quello italiano rispetto a quello francese. Il titolo del secondo incontro, previsto per giovedì 20 marzo, sarà ? Il Gattopardo: la versione letteraria' e, questa volta l' attenzione sarà tutta sulla tradizione culinaria italiana prima dell' Unità, mentre il terzo appuntamento, giovedì 27 sempre alle 20.30, verterà sulle specialità regionali e locali italiane dopo l' Unità del Paese. Pellegrino Artusi e la sua ?L' arte del mangiare bene' saranno protagonisti, giovedì 3 aprile, del quarto appuntamento del corso che si concluderà martedì 15 aprile con una serata dedicata alla tavola degli italiani dagli anni del boom economico sino ai giorni nostri. Informazioni: 051.6502222. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 13 8 marzo 2014 Pagina 23 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Cultura e turismo STRADE & STORIE di Gabriele Gallerani. 'Villa' e 'Città', l' epopea di due borgate VIA (LA) Villa si trova a Le Budrie. Segna il confine con Anzola e prende il nome dall' omonima località attraversata. La ?Villa' (sulla strada) e la ?Città' (accanto all' argine del Samoggia) sono due borgate della campagna persicetana che fino ai primi dell' Ottocento erano parte della Comune di San Bartolo. In un documento del 1616 si legge che alla Villa risiedevano 5 nuclei familiari, parenti fra di loro e con cognome Serra. Erano le patriarcali famiglie contadine composte da 15 20 persone ognuna e la strada che portava alle loro case era quindi denominata stradello della Villa dei Serra. Oggi è solo ?via Villa'. Nel censimento del 1871 la frazione di San Bartolo (diminutivo di San Bartolomeo) è divisa in Casale Santa Maria delle Budrie, Città delle Budrie e Villa delle Budrie, e nel 1881 è tutto semplificato in: borgata Budrie (l' attuale centro abitato), borgata Villa e borgata Città. Dal XVI secolo in poi il tracciato della strada è rimasto identico e i terreni leggermente sopraelevati preservavano gli insediamenti colonici dagli straripamenti delle acque del Samoggia. Dagli 8 nuclei familiari censiti nel 1688 a La Villa, si passa ai 287 residenti nel 1881, mentre nella vicina borgata Città si registra nel 1871 una popolazione stabile di 210 abitanti. L' aumento è dovuto particolarmente ai barrocciai che vi si insediano per sfruttare la sabbia e la ghiaia trasportata dalle acque del Samoggia. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 14 8 marzo 2014 Pagina 23 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Politica locale SAN GIOVANNI L' AVVOCATO: «ADESSO E' PREMATURO PARLARE DI ALLEANZE» Spunta una terza civica guidata da Poluzzi SAN GIOVANNI NELLE BATTAGLIA per le prossime amministrative di San Giovanni in Persiceto si profila all' orizzonte una nuova lista civica. Che va ad aggiungersi a Rinnova Persiceto e a P r o g e t t o C o m u n e . S t i a m o parlando de ?Popolari per Persiceto e Decima' capitanati dall' avvocato Fabio Poluzzi, portavoce del movimento e papabile candidato sindaco. «Siamo dei cattolici e dei laici spiega Poluzzi che hanno deciso di impegnarsi attraverso l' impegno politico, pensando che questo è ciò che più manca: la politica fatta di ideali e di realismo. La posta in gioco è dare un respiro nuovo al nostro Comune non solo come capofila delle ?Terre d ' Acqua'. Ma come propulsore dell' integrazione dei servizi e delle politiche di un bacino che possa essere una controparte della Città Metropolitana bolognese, senza remore e senza essere succubi della città». «Le alleanze sono tutte da vedere e ancora da scrivere aggiunge Poluzzi . Perché in questa situazione eccezionale e in questo stato di necessità non abbiamo preconcetti. Ma neppure l' obbligo di allearci a tutti i costi. Prima il programma e gli ideali e poi gli schieramenti». Pier Luigi Trombetta. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 15 8 marzo 2014 Pagina 5 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Politica locale 'Borgo Rotondo', via ai lavori di restyling IL BORGO ROTONDO , ossia quel reticolato di vie che vanno a formare la parte interna del centro di San Giovanni, che prendono proprio la forma di un cerchio concentrico, sarà risistemato. Proprio così. Dopo una riunione tra commercianti e amministrazione comunale, che si è svolta qualche giorno fa, è stato dato l' ok alle proposte avanzate dal sindaco Renato Mazzuca. «I commercianti del centro certifica Gilberto Lambertini, presidente di Ascom Confcommercio Persiceto hanno dato via libera al progetto esplicato dal primo cittadino; quindi i lavori si faranno». Il piano di riqualificazione del centro storico, che partirà proprio da Corso Italia, prevede la posa di un nuovo strato di asfalto, una serie di cestini e posacenere innovativi, al cui interno è previsto un sistema elettrico speciale, con prese di corrente ai lati, l' eliminazione dei cavi elettrici sotto i portici cittadini, senza dimenticare la posa di nuove fioriere, anche se è ancora da vedere se si opterà per l' aggiunta di portafiori oltre a quelli già esistenti, o se si deciderà di rinnovare tutto. LA PARTENZA dei lavori è prevista per il periodo estivo, tra la fine di luglio e i primi di agosto, e secondo i preventivi durerà al massimo una settimana. E tutte le vie laterali a Corso Italia e al centro storico? Saranno gestite anche quelle. Insomma prima si parte dalla via maestra, poi arriveranno, in ordine, tutte le laterali, affinché a partire dall' anno prossimo si possa iniziare ad avere un Borgo Rotondo a cui sia già stata fatta una sessione di ?lifting'. «Data la situazione di crisi generalizzata procede Lambertini purtroppo ancora statica, partiamo con un po' di trucco (paragonando il centro di Persiceto a una bella donna a cui va rifatto il look, ndr), poi si vedrà. Di sicuro questo è un segnale incoraggiante, che non si fermerà però alla sola Corso Italia, ma procederà, mano a mano, via per via. Siccome la maggioranza dei commercianti è d' accordo con questa proposta segnala ancora il presidente ho chiamato il sindaco, a nome dei negozianti, come AscomConfcommercio, per accettare il piano di lavori. Non so quanto costerà il tutto, ma sarà il Comune a pagare». UN DATO certo, però, pare già esserci. Ai commercianti è stato fatto visionare un nuovo tipo di asfalto, in due tonalità di colore: una più scura e l' altra più chiara, quasi tendente al grigio chiaro. La scelta è andata, a maggioranza, verso questa seconda opzione. Nonostante tutto questo, però, c' è chi a torto o ragione, decidetelo voi, sottolinea che non è solo abbellendo il centro che arriveranno avventori, ma piuttosto servirebbero maggiori entrate, soldi, in tasca ai consumatori. Ma a questo problema il Comune non può porre rimedio, bisognerebbe piuttosto rivolgersi a Roma? ma questa è un' altra storia. Luca Scarcelli. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 16 8 marzo 2014 Pagina 5 < Segue Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Politica locale Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 17 8 marzo 2014 Pagina 22 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Politica locale È il momento giusto per cambiare GENTILE redazione, sono un commerciante, anche se non so ancora per quanto potrò mantenere un tale titolo. Ho una piccola attività con cui fino a poco tempo fa sono sempre riuscito a sbarcare il lunario. Il perdurare della crisi, purtroppo, ci ha colpiti duramente e gli affari con il passare degli anni si sono fatti sempre più risicati. Poco tempo fa, inoltre, mi è giunta una cartella del Fisco in cui si sostiene che non avrei pagato un importo del 2003 e mi si chiede di saldare con tanto di mora, interessi, eccetera. Sto pensando seriamente di lasciare questo paese (?p' minuscola voluta) che sa solo tassare, vessare e spremere chi cerca di fare onestamente il proprio lavoro. Lettera firmata, San Giovanni i n Persiceto. C A R O commerciante, purtroppo il momento storico che si sta vivendo non è dei migliori. Non le saprei di re se quello di lasciare l'Italia ora co me ora sia una soluzione valida op pure no. Quella è una alternativa con cui ognuno deve fare i conti, prendendo in considerazione i pro e i contro che una tale scelta, molto sofferta me ne rendo conto, può comportare. Quello che posso dire, però, è che il malcontento è di gior no in giorno sempre più palpabile, me ne rendo conto facendo questo lavoro e intervistando i titolari del le varie attività che si sentono tra le più colpite. Questo dipende anche da una politica miope che non ha sa puto fare scelte sensate nei momen ti opportuni. A farne le spese, quindi, sono sempre i soliti e a volte anche chi cerca di fare il proprio lavoro, da una parte del la barricata ma anche dall'altra. Sia chiaro che non mi sto rife rendo alle amministrazioni co munali che hanno pochi margi ni in ambito tributario. La speranza di tutti è ora riposta nel nuovo premier che, in quan to giovane e sindaco fino all'al tro giorno, dovrebbe compren dere meglio i problemi che han no le persone come lei nell'af frontare il quotidiano e ben sa pendo che significato possa ave re, in un Paese ormai quasi stroz zato dalle tasse, l'arrivo di una cartella esattoriale. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 18 8 marzo 2014 Pagina 27 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Politica locale Le elementari Lodi rinascono con il contributo di estetisti e 'Aiuta' di PIER LUIGI TROMBETTA CREVALCORE QUARANTAMILA euro per ristrutturazione della scuola elementare Lodi di Crevalcore danneggiata e resa inagibile dal sisma del 2012. E' quanto hanno raccolto gli acconciatori e le estetiste di Cna assieme all' associazione umanitaria ?Aiuta' e in collaborazione coi commercianti di ConfcommercioAscom Bologna. I soldi saranno consegnati lunedì alle 11.30 nell' attuale sede provvisoria del Comune a Rita Baraldi, vicesindaco reggente ed al senatore Claudio Broglia. Interverranno direttamente alla consegna Valerio Veronesi, presidente Cna Bologna, Enrico Postacchini e Giancarlo Tonelli presidente e direttore di Confcommercio Ascom Bologna, Estemio Serri dell' associazione Aiuta, e gli acconciatori e le estetiste Cna che ormai da cinque anni realizzano iniziative di volontariato e di beneficenza nel Bolognese, in cui propongono trucco, tagli e messe in piega a costi ridotti. E il cui ricavato viene devoluto ad associazioni impegnate nel sociale. Nel 2012 e nel 2013 hanno deciso di devolvere interamente il ricavato alle Lodi. Sono state organizzate in due anni una ventina di iniziative a cui hanno partecipato oltre 60 saloni di acconciatura ed estetica. Alla raccolta fondi per hanno partecipato anche i commercianti di Confcommercio Ascom che, in tutta la provincia, hanno messo a disposizione dei loro clienti le teche in cui contribuire alla nuova vita della scuola elementare. La raccolta dei fondi è stata coordinata dall' associazione ?Aiuta', che ha affiancato gli acconciatori e le estetiste nelle iniziative svolte nel territorio provinciale. ?Aiuta' si occupa da un decennio dell' Africa dove, in Ciad, ha realizzato complessi scolastici, un invaso, un museo e persino una cappellina dedicata alla madonna di San Luca impegnandosi anche su progetti in Italia. Oltre alla raccolta fondi per Crevalcore ha avviato un progetto a favore della Caritas. «La ricostruzione delle Lodi ha detto Baraldi è stimata in 6 milioni e 200.000 euro, e i 40.000 euro». Per donazioni ad Aiuta: Banca di Credito Coperativo di Castenaso: IBAN IT 67 D 08472 02400 0000000 91001 o Banca Etruria: IBAN IT61 K053 9002 4020 0000 0000 661. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 19 8 marzo 2014 Pagina 4 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Politica locale Negozi chiusi e buche «Bisogna riqualificare la via» Luca Scarcelli L' ASFALTO non in buone condizioni, mancanza di fioriere, cavi della luce penzolanti sotto i portici, negozi chiusi e la crisi economica, infine, ci mette il carico da undici. È questa la situazione che si respira nel centro storico della cittadina che rimane nel cuore delle Terre d' Acqua. Ma attenzione, la situazione tra qualche tempo potrebbe migliorare, per fortuna, almeno stando alle parole pronunciate dal sindaco Renato Mazzuca, i n u n a r e c e n t e r i u n i o n e c o n i commercianti. Ma intanto sentiamo quali sono le opinioni dei commercianti di Corso Italia. «Pù negozi aperti ci sono più giro si crea, visti però i diversi negozi chiusi, il giro diminuisce». Esordisce così Daniela Bursi, commerciante che lavora in un negozio di ottica che porta il nome di ?Amidei', un tempo occupato dalla rinomata gastronomia Lodi. Ma non è finita. Esattamente come qualche tempo fa avevano segnalato altri negozianti, Tarcisio Da Cortà, anche lui di ?Amidei' spiega che «bisognerebbe aprire il centro storico alle automobili, e cambiare la politica di parcheggio, ovvero riuscire, portando le auto qui, in centro, a farle anche parcheggiare, magari a tempo determinato, facendo in modo che chi scende, in maniera diretta possa recarsi nei negozi vicini». E SEMPRE in linea con la questione parcheggi, Daniela Traldi, invita tutti all' ascolto della sua proposta, rimasta ancora inascoltata: «Un punto su cui torno a insistere, anche perché non sono l' unica a pensarla così, è l' istituzione di un permesso speciale per chi ha l' attività commerciale in centro, fatta apposta per riuscire a parcheggiare senza il rischio di prendere una multa con la scadenza del disco orario». Insomma, il Comune, o la polizia municipale, dovrebbe rilasciare un permesso speciale per il parcheggio a chi ha un negozio in centro, affinché, visto che si deve lasciare l' auto, in genere, in un posteggio a tempo, non si rischi di incappare in una multa. Di rimbalzo Marco Maglio, de ?La Liberia degli orsi', incalza: «Il centro storico di San Giovanni? Ha bisogno di essere incentivato in qualche modo. Dovremmo inventarci qualcosa per metterlo in movimento, o magari reinventarci, facendo in modo che torni a essere un luogo dove le persone possano recarsi abitualmente». Insomma, già da queste opinioni si comprende quanta sia la voglia di vedere un centro rinnovato nei modi e nell' aspetto da parte di chi ha un' attività in quella zona. L' ARIA di svolta arriva anche da Valeria Melloni, anche lei sul Corso con il suo ?Zucchero di Canna', sottolinea: «Ci sono diverse cose in ballo per la riqualificazione del centro storico e quindi anche per Corso Italia. Certamente è positivo il fatto che si voglia sistemare questa via; attendiamo con ansia di vedere come diventerà questo corso una volta riqualificato e ristrutturato». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 20 8 marzo 2014 Pagina 23 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Politica locale ANZOLA. Centrodestra compatto su Gallerani ANZOLA E' GABRIELE Gallerani, il candidato sindaco della lista ?Uniti per Anzola', che si ripresenta per la terza volta alla amministrative. E' nato ad Anzola dell' Emilia e conosce bene il territorio e i suoi problemi e al momento è consigliere comunale civico. La lista civica raggruppa Forza Italia, Lega, Ncd, Socialisti. Gallerani, in sostanza, rappresenta un raggruppamento formato da persone con esperienze politiche e sociali anche molto diverse tra loro. «Oggi spiega Gallerani non basta essere originari del paese per dare ai cittadini la sicurezza che il Comune avrà un buon timoniere e una buona guida. Occorrono programmi e idee che restituiscano all' amministrazione comunale un ruolo trainante. Gli errori di gestione e programmazione del sindaco Ropa e della sua maggioranza, sommati ai soldi pubblici malamente spesi, renderanno molto difficile il compito di chi vorrà risanare il governo del nostro territorio». Per realizzare i programmi, il candidato dice che continuerà a frequentare la gente e interessarsi dei problemi con attenzione. E aggiunge: «Se vinceremo le elezioni Anzola avrà un buon governo, ma la democrazia si nutre anche delle idee di chi siede sui banchi dell' opposizione. Una forte opposizione è importantissima perché controlla l' operato del sindaco». Pier Luigi Trombetta. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 21 8 marzo 2014 Pagina 7 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Sanità, sociale e servizi per l'infanzia Donazioni in calo, l' Avis punta sui giovani Luca Scarcelli GRANDE evento per l' Avis di Anzola: c o n s e g n a t e b e n e m e r e n z e e u n defibrillatore alla Polisportiva Anzolese. A l Centro sociale Cà Rossa, dopo l' annuale assemblea di bilancio, è avvenuta la premiazione delle donatrici e dei donatori benemeriti, ossia di chi ha raggiunto piccoli o grandi traguardi nel numero di donazioni effettuate. «Avis spiega Maria Fragomeni, presidente dell' Avis anzolese valorizza i donatori per sottolineare l' importanza del loro gesto. Si parte dalla benemerenza in rame e si arriva a quella in oro con diamante per coloro che hanno finito il loro percorso donazionale o che hanno superato le 120 donazioni. Va sottolineato però che le donazioni su Anzola sono in calo, come in tutta la provincia di Bologna, dove sono state raccolte 2.716 unità in meno rispetto al 2012». Secondo i dati, gli anzolesi hanno effettuato 714 donazioni di sangue intero, 57 in meno rispetto al 2012, anche se si registra un piccolo aumento nelle donazioni di plasma. Sono in calo anche le prime donazioni. Le cause di questo calo in parte sono da ricercare nella riorganizzazione dei centri di raccolta da parte dell' Ausl e la chiusura di diverse sedi prelievo del Centro mobile. Comunque sia, la nostra provincia è autosufficiente per effetto della compensazione a livello regionale. «Per quanto riguarda le attività svolte dal Consiglio Avis Anzola prosegue la presidente abbiamo partecipato alle più importanti manifestazioni del nostro paese. In più portiamo avanti il progetto ?Avis = Solidarietà', dove incontriamo le classi quinte elementari e le classi seconde della scuola media, insieme a un medico, e parliamo di Avis. Vengono svolti inoltre degli incontri con le terze medie per parlare di primo soccorso. Da sempre poniamo attenzione anche al mondo sportivo, offrendo contributi ai tornei giovanili di tennis, basket e calcio e le società sportive espongono il nostro striscione». Durante la serata, anche grazie a un contributo concesso da Avis Provinciale di Bologna, che ringraziamo, abbiamo consegnato alla Polisportiva anzolese un defibrillatore, perché la mission di Avis non è solo la promozione della donazione di sangue, ma anche della salute e del benessere della popolazione. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 22 8 marzo 2014 Pagina 1 Il Sole 24 Ore Pubblica amministrazione L' ANALISI. Una sentenza simbolica Gianni Trovati Processo «pilota» secondo la definizione più asettica, «simbolo» secondo quella più appassionata, la battaglia giudiziaria sugli swap di Palazzo Marino ha catalizzato l' attenzione della finanza per due ragioni. È stata la prima a portare sul terreno penale, per truffa aggravata, un' operazione in derivati condotta con un ente pubblico, ed è andata dritta al cuore del problema: quello dei «costi impliciti» del prodotto finanziario offerto dalle banche al Comune. Un prodotto finanziario, oltretutto, costruito a "copertura" del più grande bond locale d' Europa, quello da 1,685 miliardi emesso nel 2005 dal Comune di Milano all' epoca guidato da Gabriele Albertini. La scena, insomma, era di prim' ordine, ma è stata soprattutto la trama a portare subito al centro dell' attenzione la vicenda dei derivati milanesi. Per capirlo bisogna mettere da parte la complessità della struttura finanziaria, e degli argomenti giuridici che l' hanno circondata in Tribunale, e guardare al nocciolo della domanda: gli swap, che ristrutturano un debito precedente e generano uno scambio di flussi finanziari fra banca e contraente, devono nascere in perfetto equilibrio, facendo pareggiare entrate e uscite e lasciando all' evoluzione dei tassi l' esito finale, o possono prevedere un costo iniziale per "pagare" il prodotto finanziario e la banca che lo confeziona? Messa così, è la stessa domanda che si pone qualsiasi investitore quando chiede un finanziamento, e sa che il tasso proposto è superiore a quello spuntato dalla banca nella ricerca della provvista sul mercato. Quando i soldi sono pubblici, però, la questione si complica, perché per legge (e per logica) le operazioni avviate dagli enti pubblici sono legittime se prospettano una «convenienza economica», cioè se il debito ristrutturato con lo swap promette di costare meno rispetto a prima della cura. Se i contratti non chiariscono i costi, i calcoli di convenienza economica sono falsati, e da lì nasce l' accusa di truffa. Proprio per questo carattere cruciale della domanda in gioco, replicabile alle migliaia di casi in cui i sindaci hanno incrociato la finanza strutturata, il processo è diventato «simbolo», e tale può diventare la vittoria spuntata ieri dalle banche in Corte d' appello. Una vittoria piena, per di più, e parallela a quella rimediata in Consiglio di Stato da Dexia Crediop e Depfa Bank nel novembre 2012: in quel caso la giustizia amministrativa ha negato alla Provincia di Pisa l' annullamento dei contratti, sostenendo che i «costi impliciti», in particolare nei derivati pre2007 (direttiva Mifid), non sono in sé illegittimi, e non bastano da soli a cancellare la convenienza economica. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 23 8 marzo 2014 Pagina 1 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica amministrazione Con i simboli, però, è meglio andarci piano. Quella dei "sindacispeculatori", e dei Comuni anche piccoli e piccolissimi che si sono lanciati nella finanza creativa a volte senza conoscere una parola dell' inglese in cui sono scritti i contratti, rimane una storia piena di ombre, di operazionifotocopia venute in serie spesso sventolando un assegno iniziale per invogliare all' acquisto. Lo dimostrano le inchieste che hanno coinvolto negli anni operazioni per quasi 10 miliardi (un quarto del totale degli swap negli enti locali), e le centinaia di Comuni che sono riusciti a uscire in anticipo da operazioni rivelatesi rischiose solo minacciando azioni legali. © RIPRODUZIONE RISERVATA. GIANNI TROVATI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 24 8 marzo 2014 Pagina 3 Il Sole 24 Ore Pubblica amministrazione Le imprese. Sistema produttivo in allarme per la tenuta dell' export. «Così finiamo fuori dal mercato» I TIMORI Brunori (acciaio): «Turchi e ucraini ci massacrano» Mussini (piastrelle): «Meno competitivi negli emergenti» Berton (occhiali): «Ue assente» Luca Orlando MILANO «È un dramma, ci mette fuori dal mercato. Turchi, Ucraini e altri paesi agganciati al dollaro ci stanno massacrando». Ruggero Brunori non è esattamente di buonumore. La sua acciaieria, le Ferriera Valsabbia, ha appena dovuto rinunciare ad un paio di commesse. Ordini conquistati dalla concorrenza perché diventata più conveniente grazie al cambio. «E pensi sospira l' imprenditore che anche solo a 1,25 potremmo conquistare il mondo...». La ripresa dell' euro rispetto al dollaro, unita alla contemporanea svalutazione delle monete di molti paesi emergenti, provoca più di un mal di testa ai nostri imprenditori maggiormente esposti all' estero. Brutto segnale. Perché proprio dall' export, che in numerosi settori ha raggiunto lo scorso anno nuovi record storici in termini nominali, ci si aspetta in Italia la spinta determinante per uscire dalla crisi. Percorso di crescita su cui ora incombe l' ostacolo monetario, che costringe le aziende a scegliere tra il sostegno alla competitività (ridurre i listini) e la salvaguardia dei margini. Percorso, quest' ultimo, per nulla agevole. «Aumentare i prezzi? E come si fa, non siamo mica la moda». Per Giannantonio Brugola, imprenditore della meccanica tra i leader mondiali nelle viti per testata motore, l' andamento dell' euro è tema strategico cruciale: la sua azienda deve infatti all' export il 100% dei propri ricavi, con difficoltà crescenti a questi livelli. «Siamo ad una soglia di superguardia spiega e quindi soffriamo». «Il paradosso aggiunge il capoeconomista di Intesa Sanpaolo Gregorio De Felice è che da un lato l' afflusso di capitali verso titoli italiani e spagnoli sta riducendo lo spread, dall' altro lo stesso fenomeno fa lievitare il cambio, con effetti deleteri sui margini delle imprese». Un esempio è nel settore della ceramica, comparto in cui l' export vale l' 80% dei ricavi e rappresenta il motore principale dello sviluppo. «Anche verso i paesi emergenti siamo in difficoltà spiega Emilio Mussini, presidente di Panaria Group perché progressivamente in quelle aree i prodotti italiani diventano più cari. Questa situazione ci preoccupa, in generale stiamo perdendo competitività». Per nostra fortuna, in parte per scelta "consapevole", in parte per selezione naturale, l' export nazionale si è progressivamente posizionato nella fascia alta di mercato, andando spesso a presidiare produzioni di nicchia e lavorando sulla customizzazione spinta del prodotto: un modo per smarcarsi dalla concorrenza di prezzo, che Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 25 8 marzo 2014 Pagina 3 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica amministrazione però qualche difficoltà continua a crearla. «Per ora tireremo la cinghia, come al solito spiega Gian Carlo Vandone, amministratore unico della Parcol, azienda lombarda di valvole ma se continua così forse dovremo rivedere i nostri prezzi. Il vantaggio è che nel nostro campo esistono pochi produttori, per cui abbiamo qualche margine di libertà in più. E tuttavia 1,40 è davvero un livello di guardia». Le ultime valutazioni degli economisti di Intesa Sanpaolo e Oxford Economics stimano in circa 12 miliardi l' impatto di una rivalutazione del 10% della moneta europea, con la "rinuncia" ad oltre tre punti di export nominale e un impatto negativo dello 0,4% sul prodotto interno lordo reale. Situazione tuttavia che ha effetti diversi nelle differenti aree dell' Unione, con la Germania (stime Morgan Stanley) in grado di sostenere un livello di cambio fino a quota 1,53 rispetto al dollaro mentre per l' Italia il livello corretto sarebbe 1,19, venti centesimi al di sotto dei livelli attuali. «Quello che trovo incomprensibile in Europa aggiunge il numero uno di Panaria Emilio Mussini è il fatto di avere da un lato politiche di austerità che frenano la domanda interna, dall' altro scelte monetarie che ostacolano l' export». Situazione poco comprensibile anche per Lorraine Berton, imprenditrice bellunese dell' occhialeria. «Quando faccio i prezzi i clienti mi guardano con gli occhi sgranati perché stiamo andando fuori mercato: tasse e burocrazia ci penalizzano ma io non posso vendergli insieme agli occhiali il nostro cuneo fiscale o la nostra pubblica amministrazione. Guardando l' euro penso che la politica europea punti ad affondare gli ultimi imprenditori rimasti in piedi». Per l' azienda l' export vale l' 80% dei ricavi e uno dei primi clienti, per questa impresa e per molte altre del distretto, è un colosso del settore basato in Usa. «Ci pagano in dollari aggiunge l' imprenditrice accalorandosi e questo significa mangiarsi tutti gli utili di un anno. E se proviamo ad aumentare i prezzi ci hanno già fatto capire che andranno a rifornirsi in Cina». © RIPRODUZIONE RISERVATA. LUCA ORLANDO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 26 8 marzo 2014 Pagina 5 Il Sole 24 Ore Pubblica amministrazione Coperture su tassi e Cds. Quindici anni di contratti contestati. Da Firenze a Catanzaro tutte le liti sugli swap MILANO Quasi ogni regione italiana ha storie di derivati sottoscritti da enti locali e banche. I casi sono centinaia. E dopo anni di contenziosi e cause si può dire che l' ago della bilancia sta a metà: davanti ai giudici civili talvolta hanno avuto ragione le amministrazioni pubbliche, talvolta le banche. Solitamente la via d' uscita migliore è stato il compromesso. Questo sotto il profilo civilistico. Dal punto di vista penale in Italia ci sono solo tre casi rilevanti: Milano, appunto, la provincia di Catanzaro e la Regione Calabria, su cui gli inquirenti stanno ancora indagando per truffa, e il cui faro è arrivato fino al paradiso fiscale del Liechtenstein. All' inizio del Duemila gli istituti di credito italiani prima, e quelli stranieri dopo, hanno venduto a sindaci, presidenti di province e governatori swap su tassi di interesse (più o meno complessi) e sul rischio di fallimento dello Stato italiano. Da qui lunghi contenziosi, di cui alcuni dei più importanti sono stati quelli del Comune di Firenze, di Torino, della Provincia di Pisa, del Comune di Rieti, della Regione Lazio, della Regione Calabria e della Provincia di Catanzaro. Alcune cause si sono chiuse, come quella fiorentina, torinese, della provincia pratese e del Lazio; altre sono ancora aperte, come quella della provincia di Catanzaro e della Calabria. A Firenze, Torino, nella Provincia di Pisa a vincere sono state di fatto le banche. Nessun risarcimento danni né riconoscimenti di costi occulti; anzi spesso i comuni hanno dovuto pure restituire gli interessi che, con clausole di autotutela, avevano smesso di pagare. Nel Lazio i contenziosi invece sono stati positivi per le casse della Regione: in questo caso le banche coinvolte erano quasi una decina, non tutte le posizioni sono state risolte ma nella maggior parte dei casi, dove l' accordo è stato raggiunto, la Pisana è riuscita a recuperare decine di milioni di costi occulti. Più complessa la partita penale e civile di Catanzaro e della Calabria, visto che si parla di ipotesi di truffa e riciclaggio. Milano è per ora un caso unico. E non solo perché l' accusa penale, riconosciuta dai giudici in primo grado, è stata poi smontata in Appello, ma soprattutto perché è uno dei rari casi in cui un ente locale ha vinto sul piano civilistico, senza grandi compromessi. «A giocare a favore o meno degli enti locali è stata la rapidità con cui la causa è stata radicata in Italia, la valutazione realistica del danno e anche la specializzazione nell' argomento nelle varie procure dice Daniele Portinaro, avvocato che ha seguito molti casi in Italia, dalla parte degli enti locali Inutile negare che però le banche hanno vinto più di quanto si pensasse anni fa. Probabilmente le norme non sono ancora adeguate». S. Mo. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 27 8 marzo 2014 Pagina 5 Il Sole 24 Ore Pubblica amministrazione Trattativa civilistica. L' accordo con le banche del 2012. Palazzo Marino è già stato risarcito LA MUNICIPALITÀ Milano ha ottenuto la chiusura anticipata di alcuni contratti, la conversione del tasso da variabile a fisso e 453 milioni di euro. Sara Monaci MILANO L' accordo tra banche e Comune di Milano non si tocca. Se la sentenza d' Appello sui derivati ha ribaltato quella di primo grado, solo 15 mesi dopo, assolvendo istituti di credito e manager, a due anni di distanza invece la trattativa civilistica tra Palazzo Marino e banche rimane. E anzi, proprio alla luce della nuova decisione dei giudici, si mostra particolarmente lungimirante. Se l' amministrazione comunale avesse infatti atteso l' esito del processo rinunciando a trattare con le banche, non sarebbe certamente riuscito ad ottenere la chiusura anticipata dei prodotti finanziari rischiosi, la conversione del tasso da variabile a fisso e soprattutto 453 milioni. Breve riepilogo. Il Comune di Milano sottoscrisse nel 2005, durante l' amministrazione dell' ex sindaco Gabriele Albertini, prodotti derivati sul tasso di interesse, il cui sottostante era una maxi obbligazione da 1,68 miliardi. Poi i prodotti vennero più volte rinegoziati durante l' amministrazione d e l l ' e x s i n d a c o L e t i z i a Moratti. L' opposizione di centrosinistra guidò sin dal 2008 la battaglia contro i prodotti finanziari rischiosi, che avevano permesso sì ad Albertini di chiudere il bilancio ma che, dicevano, avrebbero causato svantaggi per i successivi 30 anni. Poi anche la procura nel 2009 cominciò a indagare, ottenendo la condanna, a fine 2012, di manager e banche per truffa aggravata, con la sanzione di un milione per ciascun istituto di credito e la confisca dei circa 90 milioni di costi occulti. Prima della sentenza di primo grado, però, a febbraio 2012, i vertici comunali e le banche riuscirono a sottoscrivere un' intesa di "risarcimento danni". Con lo spauracchio dell' azione penale, Deutsche bank, Depfa bank, Ubs e Jp Morgan furono spinte a trovare un' accordo con la controparte, nell' intenzione di alleggerire la loro posizione di fronte ad un braccio di ferro penale dagli esiti incerti. Da parte sua, Palazzo Marino aveva come obiettivo riuscire a chiudere i derivati e, approfittando di una fase in cui i tassi di interesse erano positivi per l' ente locale, intascare risorse preziose per il bilancio. Così, in cambio del ritiro della costituzione di parte civile da parte del Comune di Milano, le banche chiusero anticipatamente gli Interest rate swap riportando il tasso di interesse da variabile ad un fisso vantaggioso, intorno al 4%, versando all' amministrazione comunale 453 milioni, di cui 413 investiti per due terzi in Btp e per un terzo in conti deposito, a garanzia dei derivati rimasti aperti, i Credit default Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 28 8 marzo 2014 Pagina 5 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica amministrazione swap e l' amortizing swap. I restanti 40 vennero subito versati nelle casse comunali. Grazie a questa operazione l' amministrazione guidata da Giuliano Pisapia riuscì anche a sbloccare 80 milioni messi all' interno di un fondo di garanzia e ricevere inoltre 20 milioni all' anno di rendimenti dai Btp. Questo invece il vantaggio complessivo per le banche: il recupero di 62,7 milioni di costi di "funding", ovvero quelli per smontare l' operazione, e di hedging, cioè la copertura del rischio di fallimento Italia sui Btp. Inoltre, all' epoca, evitarono proprio quello che sembrava il rischio più imminente: la restituzione dei costi occulti, la principale accusa della procura di Milano nei confronti delle banche, oggetto della presunta truffa aggravata. A conti fatti, oggi, il vantaggio è tutto per Palazzo Marino. © RIPRODUZIONE RISERVATA L' INTESA DEL 2012 453 milioni Il risarcimento al Comune A febbraio 2012, i vertici del Comune di Milano sono riusciti a sottoscrivere un' intesa di "risarcimento danni" che, alleggerendo la posizione penale delle banche, ha portato diversi benefici al Comune. L' intesa con Deutsche bank, Depfa bank, Ubs e Jp Morgan ha permesso al Comune di Milano di chiudere anticipatamente alcuni dei prodotti finanziari più rischiosi e ha portato sia la conversione del tasso da variabile a fisso sia un risarcimento economico di 453 milioni di euro. SARA MONACI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 29 8 marzo 2014 Pagina 5 Il Sole 24 Ore Pubblica amministrazione Finanza ed enti locali LA DECISIONE DEI GIUDICI. Processo derivati, banche assolte a Milano L' Appello ribalta la sentenza di primo grado: «Il fatto non sussiste» per i 4 istituti e i 9 dirigenti coinvolti. Gianni Trovati MILANO «Il fatto non sussiste». Finisce così, con la formula piena dell' assoluzione pronunciata ieri mattina dai giudici della Corte d' appello di Milano, il «processo simbolo» contro Deutsche Bank, Depfa, Ubs e Jp Morgan per la vicenda dei derivati al Comune di Milano. Con la sentenza, che ribalta la condanna per truffa aggravata ai danni di Palazzo Marino decisa nel dicembre 2012 in primo grado a carico dei quattro istituti di credito (responsabilità amministrativa) e di nove loro funzionari, si chiude una vicenda penale durata quasi sei anni, mentre il capitolo civile era terminato nella transazione di due anni fa (si veda anche l' articolo sotto). «Giustizia è fatta», commentano a caldo gli avvocati delle banche fra abbracci e strette di mano: «La Corte d' appello ha esaminato la questione con serenità sostiene ad esempio Giuseppe Iannaccone, legale di Carlo Arosio e Tommaso Zibordi di Deutsche Bank e quindi ha concluso che si è trattata di un' operazione finanziaria bella e pulita». Giuliano Pisapia, il sindaco di Milano che ha "ereditato" la questione derivati dalle Giunte guidate da Gabriele Albertini, che l' aveva avviata, e da Letizia Moratti, che si era costituita parte civile, vede nella sentenza la conferma «che è stata giusta la scelta dell' accordo stragiudiziale» mentre l' Adusbef, unica parte civile rimasta in campo, parla di «assoluzione stupefacente e irragionevole». Le tappe mancanti sono ora il deposito delle motivazioni, che avverrà in 90 giorni, e l' eventuale ricorso in Cassazione da parte della Procura, su cui è presto per fare pronostici. Anche in quest' ultimo caso, comunque, non ci dovrebbero essere rischi particolari per i nove funzionari, perché la prescrizione aveva già cominciato a erodere le condanne decise nel 2012 (il 4 febbraio scorso il procuratore generale Piero De Petris aveva chiesto un' assoluzione, quattro prescrizioni e quattro condanne alleggerite rispetto al primo grado) e non ci sono i tempi per arrivare al traguardo. Nei fatti, quindi, escono definitivamente dai riflettori Tommaso Zibordi e Carlo Arosio (Deutsche Bank), Gaetano Bassolino, Matteo Stassano e Alessandro Foti (Ubs; per quest' ultimo anche il Pg De Petris aveva chiesto l' assoluzione, per «incertezza del quadro probatorio»), Antonia Creanza, Fulvio Molvetti (JP Morgan), Marco Santarcangelo e William Marrone (Depfa). Simone Rondelli (Jp Morgan) era invece già stato assolto in primo grado, insieme all' ex direttore generale del Comune, Carlo Porta, e a Mario Mauri, all' epoca consulente di Palazzo Marino. Per quel che riguarda le banche, la sentenza cancella le sanzioni e la confisca di 89,7 milioni di euro (16,6 milioni per Ubs, 24 milioni per Depfa, 24,3 per Db e 24,8 per Jp Morgan). La complessa architettura dei derivati del Comune poggia su una maxiemissione obbligazionaria da Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 30 8 marzo 2014 Pagina 5 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica amministrazione 1,68 miliardi di euro, la più alta nella storia dei "buoni" comunali, lanciata nel 2005 per ristrutturare il proprio debito con banche e Cassa depositi e prestiti e trovare un po' di liquidità in uno dei tanti momenti difficili per le casse. A copertura di questo nuovo debito sono state siglate le operazioni in derivati, che sono andate poi incontro a una girandola di interventi (cinque ristrutturazioni agli Irs durante la giunta Albertini e altre due con la Moratti) prima di finire sotto le lenti della Procura. Nell' operazione, secondo la radiografia effettuata dall' accusa, c' era uno squilibrio "genetico" da 56 milioni di euro, figlio dei parametri che guidavano lo scambio fra Comune e banche e aggravato passo passo nelle ristrutturazioni successive, fino ad arrivare a circa 100 milioni «persi per sempre» secondo la Procura. L' accusa di truffa partiva da qui, da un insieme di «costi impliciti» assenti nei contratti ma concreti nella realtà, e per questa ragione illegittimi. Le banche, dal canto loro, hanno sempre respinto il concetto di «costi impliciti», negando la possibilità stessa di un derivato a «valore zero» iniziale per il fatto che le operazioni finanziarie vanno pagate. Il testo delle motivazioni, entro tre mesi, offrirà più elementi, ma l' assoluzione con formula piena indica già con una certa chiarezza la lettura abbracciata dai giudici di Milano. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA. GIANNI TROVATI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 31 8 marzo 2014 Pagina 6 Il Sole 24 Ore Pubblica amministrazione Pagamenti Pa. L' operazione per rispettare i tempi e rilevare il reale ammontare dell' arretrato. La risposta dell' Italia alla Ue: stop ai debiti fuori bilancio IL PIANO DI RENZI La Cdp sarà garantita dalla morosità degli enti debitori Certificazioni stringenti e modifiche al Patto di stabilità per le spese in conto capitale. Carmine Fotina ROMA Stop ai debiti fuori bilancio delle pubbliche amministrazioni. Ruota intorno a questa "stretta" la risposta che il governo si appresta a formalizzare alla Commissione europea per evitare la procedura d' infrazione sul mancato rispetto della direttiva che regola i pagamenti per transazioni commerciali a partire dal 1° gennaio 2013 (tetto di 30 giorni, derogabili al massimo a 60 per le imprese pubbliche, la sanità o alcuni casi eccezionali). L' Italia deve rispondere entro lunedì alle obiezioni sollevate da Bruxelles, che non ha concesso la proroga di un mese chiesta da Roma in virtù del cambio di governo. Tuttavia, fanno notare fonti comunitarie, alcuni giorni di slittamento tecnico della scadenza sarebbero tollerabili e questo consentirebbe al governo di mettersi in regola nell' ambito del più generale piano per i rimborsi di tutti i debiti della Pa (inclusi quelli residui ante 2013) che potrebbe andare al prossimo consiglio dei ministri. Il piano, che per le spese di parte corrente prevede un ruolo centrale della Cassa depositi e prestiti (si veda Il Sole 24 Ore del 27 febbraio), definirà le modalità per frenare il fenomeno dei debiti fuori bilancio, in primis degli enti locali. Le attuali modalità di formulazione dei bilanci non permettono infatti una precisa definizione della formazione di debiti e crediti. Per questo si punta a passare rapidamente dalla sperimentazione all' entrata a regime della riforma della contabilità delle amministrazioni locali, con relativo obbligo di registrazione delle fatture dei fornitori. Non è un caso che proprio giovedì, nel corso di un' audizione davanti alla commissione bicamerale sul federalismo fiscale, la Corte dei Conti abbia sottolineato che «si è venuto aggravando il fenomeno negativo di amministrazioni pubbliche che, impegnate ad esporre bilanci formalmente in ordine, hanno consentito una lievitazione anomala di debiti occulti e ritardi crescenti» nelle transazioni con i fornitori. È proprio il fenomeno dei debiti "occulti" o fuori bilancio spiegano fonti del governo che allo stato rende impossibile una stima attendibile di quanti siano realmente i debiti che la Pa deve rimborsare. I 60 miliardi citati dal premier Matteo Renzi appaiono dunque una cifra da dettagliare quando la ricognizione sarà completa e soprattutto affidabile. Di certo, al momento, si sa solo che, sui 47 miliardi già stanziati per il biennio 20132014 ai creditori sono stati pagati 22,8 miliardi. E che il ministero dell' Economia si è impegnato a erogare entro giugno 20 miliardi agli enti debitori (saranno poi questi, a completamento di ulteriori procedure, a pagare le imprese). Cifre a parte, l' obiettivo del governo sarebbe quello di tranquillizzare la Commissione per tutti Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 32 8 marzo 2014 Pagina 6 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica amministrazione i pagamenti quelli arretrati e quelli futuri con un mix di interventi che contempla la nuova contabilità degli enti locali, la fatturazione elettronica obbligatoria (per la Pa centrale già da giugno 2014) e ovviamente il piano Cassa depositi e prestiti di cui la bozza è ormai già pronta. Quest' ultimo si basa sulla possibilità per le imprese di scontare in banca il credito con gli enti della Pa, che potranno ristrutturare il debito. In ultima istanza, in presenza di garanzia statale, potrà intervenire la Cdp allungando ulteriormente il piano di ristrutturazione e facendo scattare lo strumento della delegazione di pagamento che già oggi impiega per i mutui a favore degli enti locali. Non solo. L' intero piano si baserà anche su un sistema di certificazioni vincolanti (il debito non certificato infatti non può essere pagato) e su deroghe agli obiettivi del Patto che consentano di sbloccare anche pagamenti per spese in conto capitale (investimenti). © RIPRODUZIONE RISERVATA. CARMINE FOTINA Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 33 8 marzo 2014 Pagina 6 Il Sole 24 Ore Pubblica amministrazione Le vie della ripresa LE MISURE DEL GOVERNO E LA UE. La Ue: fondi per i piani di sviluppo Primo ok di Bruxelles al programma 20142020 No all' uso di risorse per ridurre le tasse GOVERNANCE Giudizio positivo sulla bozza di piano. La Commissione vuole però sapere come l' Italia gestirà i fondi anche a livello regionale. Beda Romano BRUXELLES. Dal nostro corrispondente Dopo avere sciupato per anni i fondi europei, l' Italia sembra aver capito che il denaro può essere utile per modernizzare il paese. Nel 2013 il governo ha presentato alla Commissione una bozza di accordo di partenariato, elencando le iniziative che intende finanziare con l' aiuto dell' Unione. A breve Bruxelles invierà a Roma le sue osservazioni, tutto sommato positive (anche se rimane il nodo della gestione dei soldi), precisando che il denaro può essere usato solo per lo sviluppo economico. Il bilancio comunitario per il periodo 20142020 mette a disposizione del paese 32,8 miliardi di euro. La bozza di accordo di partenariato presentato dal governo elenca il modo in cui il paese intende spendere il denaro, tenendo conto anche delle lineeguida decise a livello europeo dal programma Orizzonte 2020. Quest' ultimo mette l' accento su alcuni ambiti: tra questi, il ruolo delle piccole e medie imprese, la ricerca e l' innovazione, l' efficienza energetica, la tecnologia informatica. Secondo le informazioni circolate qui a Bruxelles, la Commissione ha giudicato positivamente la bozza del piano italiano. La direzione è considerata quella giusta. Piace che l' Italia voglia concentrarsi su progetti vicini all' economia reale e alle piccole e medie imprese, legando le iniziative sul fronte della ricerca e dello sviluppo a concrete attività economiche. Tuttavia, Bruxelles dovrebbe mettere l' accento sui dubbi relativi alla gestione del denaro. Questo aspetto ha spesso comportato spreco di soldi e malagestione da parte italiana, tanto che il governo Letta ha creato a metà del 2013 un nuovo ente pubblico dedicato al controllo dei finanziamenti europei: l' Agenzia nazionale per la coesione territoriale. La Commissione apprezza la nascita di questa nuova autorità, ma intende nelle sue osservazioni ricordare l' importanza di controllare l' uso dei fondi non solo a livello nazionale ma anche a livello regionale. Spiegava ieri un esponente comunitario che Bruxelles vuole avere una idea chiara sulla governance dei fondi. L' obiettivo è che il denaro sia usato nel modo più efficace e razionale possibile. Una volta prese in considerazione le osservazioni della Commissione, il governo avrà tempo fino alla fine di aprile per presentare a Bruxelles la versione definitiva dell' accordo di partenariato. Successivamente, avrà tre mesi per sottomettere all' esecutivo comunitario i primi concreti progetti per il 20142020. La Commissione è stata costretta ieri a intervenire per chiarire alcuni articoli di stampa sul modo in cui i fondi europei possono essere utilizzati dall' Italia. «Non possono essere utilizzati per coprire riduzioni d' imposta, come quelle potenzialmente legate alla diminuzione del cuneo fiscale () come suggerito da Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 34 8 marzo 2014 Pagina 6 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica amministrazione alcuni osservatori», ha spiegato la portavoce Shirin Wheeler. Non è neppure possibile usare il denaro europeo per ridurre in qualche modo il debito pubblico. In compenso, prima che l' accordo di partenariato venga concluso con Bruxelles, il governo può finanziare nuovi progetti con denaro nazionale, chiedendo successivamente il rimborso europeo, purché questi progetti rispettino le condizioni comunitarie. La signora Wheeler ha ricordato che tra le priorità europee ci sono «il sostegno alle startups, la promozione dell' occupazione e della competitività nel settore manifatturiero o anche misure per evitare gli abbandoni scolastici». In questo senso, c' è quindi coincidenza con le intenzioni del governo italiano. In una intervista al Sole 24 Ore giovedì scorso, il ministro dell' Economia Pier Carlo Padoan ha spiegato che intende usare i fondi europei in particolare in due campi: «Il mercato del lavoro e la capacità delle imprese di competere». Comunque sia, ha precisato ieri la portavoce del commissario per la politica regionale Johannes Hahn, il rimborso comunitario ci sarà solo dopo una verifica ex post della bontà dei progetti. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL MINISTRO PADOAN E LA COMMISSIONE UE Il ministro Padoan sul cuneo Nell' intervista al Sole 24 Ore del 6 marzo, Padoan spiega che la copertura al taglio del cuneo fiscale arriverà per 5 miliardi dalla spending review, e per il resto da misure transitorie. «Ci sarà una fase transitoria, in cui i risultati della revisione della spesa non saranno ancora a regime, durante la quale potremo anche utilizzare provvisoriamente per le coperture risorse una tantum o da riallocare all' interno del bilancio. Per esempio le risorse del rientro dei capitali». Nessun riferimento ai fondi Ue, come invece riportato da altri organi di stampa. I fondi europei Quanto ai fondi europei destinabili alle politiche per il lavoro e allo sviluppo, il ministro ha sottolineato: «L' obiettivo è il rafforzamento strutturale delle economie. Quindi perché non si potrebbero utilizzare quelle risorse su due capitoli oggi prioritari per quel rafforzamento: il mercato del lavoro e la capacità di competere delle imprese?» L' apertura europea Giovedì fonti della Commissione Ue hanno detto che «è possibile cominciare da subito a investire su poche e mirate misure, concordate con l' Ue, per occupazione e competitività nel quadro della nuova programmazione 20142020». Ieri un portavoce della Commissione ha precisato che «i fondi della politica di coesione devono essere utilizzati per finanziare nuovi progetti per lo sviluppo. Quindi non possono essere usati per coprire la riduzione di imposte, come quella potenzialmente legata al cuneo fiscale». BEDA ROMANO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 35 8 marzo 2014 Pagina 6 Il Sole 24 Ore Pubblica amministrazione Renzi. «Subito anche la riforma del Senato» Mercoledì in Cdm primo esame sul taglio al cuneo PALAZZO CHIGI Al lavoro su Jobs act, piano casa ed edilizia scolastica. Sul tavolo anche l' accelerazione sui pagamenti arretrati della Pa POLEMICA CON SACCOMANNI Ancora duello sui conti Il premier: ci ha avvisato lui che le cose stavano in un certo modo. L' ex ministro: governo Letta sempre corretto. Emilia Patta ROMA «L' Italia si può cambiare, la mentalità di chi vive di pregiudizio no». Matteo Renzi liquida come «sciocchi pregiudizi» le critiche nei suoi confronti, che vengono anche da chi fino all' altro ieri lo ha sostenuto, e assicura che andrà avanti «dritto con un sorriso». È mattina presto e il premier, avviando un breve scambio di messaggi con i cittadini, annuncia di essere «al lavoro a Palazzo Chigi sul dossier che presenteremo il 12 marzo». Jobs act, piano casa e sblocco di 2 miliardi da destinare all' edilizia scolastica. Sul tavolo anche l' accelerazione dei pagamenti degli arretrati della Pubblica amministrazione nei confronti delle imprese e un primo esame del taglio del cuneo fiscale: ancora da decidere come destinare gli ormai famosi 10 miliardi, o tutti al taglio dell' Irap o tutti al taglio dell' Irpef o ancora dividere l' intervento con il rischio però di renderlo poco incisivo. Un' accelerazione per una «terapia d' urto» su lavoro e crescita volta a superare le critiche interne ingiustificate secondo Renzi dal momento che il governo non ha ancora cominciato a lavorare e la tenaglia che da Bruxelles sembra stringersi in queste ore sull' Italia: ieri l' altolà all' ipotesi di utilizzare i fondi Ue per il taglio del cuneo e la precisazione che la partecipazione al fondo salvaStati Esm non può essere scontata dall' aggiustamento strutturale del debito che la Ue ci chiede. Al di là del merito, è il segno che l'"euroburocrazia" è ben in allarme rispetto all' intenzione di aprire un varco sul patto di stabilità. L' unico modo che Renzi ha per conquistare dei margini in più di manovra è dunque «correre» davvero sulle riforme, economiche e non solo. Nei contatti avuti ieri a Palazzo Chigi dal premier e dal suo sottosegretario alla Presidenza Graziano Delrio, che ha avuto un colloquio anche con il capogruppo dei senatori del Pd Luigi Zanda, si è cominciato a lavorare alla riforma costituzionale che abolirà il Senato. «Ci saranno delle sorprese», diceva ieri qualche renziano. L' abolizione del Senato partirà proprio da Palazzo Madama e il Ddl di riforma costituzionale dovrebbe vedere la luce già la prossima settimana, subito dopo il varo dell' Italicum da parte della Camera (il sì dei deputati alla legge elettorale frutto del patto tra Renzi e Silvio Berlusconi dovrebbe arrivare tra lunedì e martedì). Gruppi parlamentari e Palazzo Chigi stanno lavorando al testo che nelle intenzioni sarà presentato in Senato tra mercoledì e giovedì. È la riforma a cui Renzi tiene di più, assieme al Jobs act, anche se Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 36 8 marzo 2014 Pagina 6 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica amministrazione naturalmente trattandosi di una modifica costituzionale avrà l' impronta formale dell' iniziativa parlamentare e non quella di un Ddl governativo. Il timing sembra dunque essere questo: il sì della Camera all' Italicum, poi subito in Senato la riforma costituzionale e, quando questa passerà alla Camera, l' Italicum. L' obiettivo è duplice: dimostrare di voler veramente abolire il Senato azzerando le critiche di chi vede nell' accordo trovato all' interno della maggioranza un gran pasticcio (Italicum valido solo per Camera mentre per il Senato, in attesa dell' abolizione, resterebbe il proporzionale uscito dalla Consulta); e mantenere l' impegno di arrivare alle elezioni europee del 25 maggio con la legge elettorale approvata e con la prima doppia lettura della riforma del Senato. Sullo sfondo resta la polemica a distanza tra Renzi e l' ex ministro dell' Economia Fabrizio Saccomanni dopo che il premier aveva fatto trapelare (si veda Il Sole24 Ore di giovedì) la critica al suo predecessore: «Sapevamo che i numeri non erano quelli che Letta raccontava, ma siamo gentiluomini». Ieri, in un colloquio con La Stampa, Renzi ha ribadito il concetto: «Sui conti c' è poco da dire: è stato addirittura Saccomanni ad avvisarci che le cose stavano in un certo modo... Dunque non capisco né gli attacchi né le ironie». Piccato l' ex ministro: «Governo Letta sempre corretto». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 37 8 marzo 2014 Pagina 9 Il Sole 24 Ore Pubblica amministrazione Dopo il Tar Calabria. Il prefetto di Palermo scrive alla Commissione parlamentare. Antimafia, allarme interdittive sui piccoli lavori PROTOCOLLI DI LEGALITÀ Inefficaci se prevedono le certificazioni negli appalti sotto soglia comunitaria. Ma solo a Palermo in tre anni ne sono stati emanati 102. Roberto Galullo PALERMO Nessuno può chiedere l' esistenza di un' interdittiva antimafia se il lavoro assegnato all' impresa è sotto soglia. Se pure il bando lo prevedesse, recependo le disposizioni di un protocollo di legalità, sarebbe inutile. L' effetto è frutto di una sentenza del Tar di Reggio Calabria resa nota a giugno 2013 ma a lanciare l' allarme per il possibile effetto valanga (innanzitutto al Sud) è stato il prefetto di Palermo, Francesca Cannizzo, che lo ha messo nero su bianco in una lunga parte della relazione consegnata il 3 marzo alla Commissione parlamentare antimafia. Decine di protocolli di legalità nel campo dei lavori pubblici rischiano così di diventare carta straccia e centinaia di piccoli appalti, stipulati o da stipulare, rischiano di essere rimessi in gioco o aprire le maglie alle infiltrazioni mafiose. La matassa che si avvilupperà ancora con i ricorsi al Consiglio di Stato si è ingarbugliata con la sentenza n.258/2013 del Tar di Reggio Calabria, che ha reputato illegittima l' informativa antimafia rilasciata per contratti di appalto inferiori a 154.937,07 euro e, di conseguenza, l' obbligo inserito nel protocollo di legalità firmato tra la Prefettura e Provincia. Un piccolo terremoto, visto che ormai i grandi lavori sono una chimera e lo scheletro degli appalti si regge su piccoli importi, spesso sotto soglia. Come se non bastasse, la stessa sentenza dichiara inutili i controlli della pubblica amministrazione e delle Forze dell' ordine, che sprecherebbero energie e risorse in operazioni qualitativamente poco accurate, a causa del numero delle pratiche da trattare. Il prefetto di Palermo non ci sta e a pagina 22 della relazione consegnata nelle mani di Rosi Bindi scrive che «l' impegno scaturente dai protocolli è molto oneroso ma alla luce dei risultati ottenuti si ritiene sia determinante». E così indica la strada: per far fronte al rilascio di migliaia di comunicazioni antimafia riversate sulla prefettura di Palermo, il 21 gennaio è stato raggiunto un accordo per utilizzare, a costo zero, personale dell' ente camerale e la banca dati che consente l' incrocio delle complesse relazioni esistenti tra imprese e/o persone fisiche titolari di cariche. Il prefetto di Palermo, per farsi capire meglio sulla necessità inderogabile di andare a ficcare il naso anche nei contratti e subcontratti di importi inferiori, snocciola una dopo l' altra le interdittive emesse, a Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 38 8 marzo 2014 Pagina 9 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica amministrazione vario titolo e da una platea crescente di soggetti istituzionali, a Palermo e Provincia. Nel 2011, per il raddoppio elettrificato della linea ferroviaria Palermo centraleCarini, sono state emesse 14 interdittive. Sempre nel 2011, furono sette per i lavori per la realizzazione del sistema tram città di Palermo e ancora sette per i lavori aeroportuali nello scalo internazionale FalconeBorsellino, sempre nel 2011. Anche l' Autorità portuale, nel biennio 2011/2012, ha fatto la sua parte, con otto interdittive emesse per le concessioni demaniali, appalti di lavori e servizi e lo stesso ha fatto l' Anas, che però nello stesso biennio ne ha emesse quattro. La parte del leone la fanno però i Comuni. Nella provincia di Palermo (Carini, Monreale,Camporeale, Misilmeri, Altofonte, Bagheria, Cefalù, Corleone, Ficarazzi, Ustica, San Cipirello e San Giuseppe Jato), nel triennio 2010/2012 sono state complessivamente disposte 26 interdittive su una gamma vastissima di lavori. Il solo Comune di Palermo ne ha emesse, nello stesso periodo, una in più: 27. Anche la Regione Sicilia ne ha emesse: 9 per il triennio 2010/2012 e alle solite tipologie si aggiungono le interdittive nell' erogazione dei contributi agricoli e finanziamenti europei. http://robertogalullo.blog. ilsole24ore.com © RIPRODUZIONE RISERVATA. ROBERTO GALULLO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 39 8 marzo 2014 Pagina 10 Il Sole 24 Ore Pubblica amministrazione PROPOSTA/1. Come ridurre il cuneo fiscale Rendere progressivi i contributi sociali Va privilegiata l' industria. Vincesco Visco Vi è un ampio consenso in Italia sulla necessità di ridurre il cuneo fiscale per compensare la perdita di competitività delle imprese in un contesto di concorrenza fiscale, oltre che commerciale, molto pronunciata. Per quanto anche in Italia siano stati fatti numerosi interventi in proposito, gli ultimi dal governo Prodi e dal governo Monti, l' Italia si trova in condizioni di evidente difficoltà. È chiaro che la vera soluzione del problema dovrebbe derivare da un aumento di produttività del sistema industriale (investimenti), tuttavia nella situazione attuale un intervento di natura fiscale appare inevitabile, e probabilmente anche utile. La proposta generalmente avanzata e che ottiene maggior consenso riguarda un intervento sull' Irap fino all' eliminazione della sua componente che grava sul costo del lavoro. In tal caso il costo dell' operazione supererebbe i 10 miliardi di euro. Non mi sembra però che si tratti di una buona idea: l' Irap infatti fu introdotta come imposta regionale per contribuire al finanziamento della sanità assorbendo oltre ad altre imposte i contributi sanitari e la cosiddetta tassa sulla salute (e riducendo al tempo stesso il costo del lavoro). Eliminare la componente lavoro dall' imposta significherebbe sia riconoscere che essa corrisponde concettualmente ai contributi sanitari soppressi (e quindi a un prelievo sui salari e non sulle imprese), sia decidere che il lavoro non deve più contribuire al finanziamento della spesa sanitaria mentre continuerebbe a farlo la componente "capitale" (profitti e interessi) il che apparirebbe alquanto singolare. Inoltre si indebolirebbe molto il vincolo di bilancio per le Regioni per quanto riguarda la spesa sanitaria. Ed infine si fornirebbe un sostegno in proporzione eguale per tutte le retribuzioni che non è quello di cui abbiamo bisogno. Meglio sarebbe quindi intervenire direttamente sui contributi sociali riprendendo una vecchia proposta (2006) dei professori De Vincenti e Pisauro che prevedeva un intervento differenziato in base al livello del salario percepito. Estrapolando le stime di allora e in attesa di calcoli più precisi, nella situazione attuale in cui l' aliquota contributiva prevalente è pari al 33%, si tratterebbe di ridurla al 1920% per una quota di salario annuo corrispondente a 78mila euro, lasciandola invariata per la parte di reddito superiore a questa soglia. Ciò equivarrebbe a concedere una deduzione in somma fissa corrispondente e circa mille euro l' anno per tutti i salari. Il prelievo contributivo diventerebbe quindi progressivo per detrazione. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 40 8 marzo 2014 Pagina 10 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica amministrazione I risultati di tale operazione sarebbero notevoli a) il cuneo fiscale a livello di salario medio si ridurrebbe, a parità di costo, di circa 45 punti non diversamente da quanto accadrebbe con l' eliminazione dell' Irap sul lavoro; b) lo sgravio sarebbe molto maggiore per i salari inferiori al livello medio, mentre per quelli superiori a tale livello esso sarebbe minore, anche se l' incidenza dei contributi non raggiungerebbe mai il 33% nominale; c) vi sarebbe un forte incentivo all' emersione di lavoro sommerso; d) il vantaggio principale si concentrerebbe principalmente sui lavoratori precari e meno retribuiti e sulle piccole imprese; e) le risorse si concentrerebbero soprattutto sul settore industriale dell' economia rispetto al settore dei servizi nel quale le retribuzioni sono mediamente più elevate (banche, assicurazioni, pubblica amministrazione); f) si fornirebbe un contributo alla soluzione di non poche crisi industriali; g) a parità di condizioni vi sarebbe un effetto positivo sull' occupazione, soprattutto su quella giovanile che rappresenta il problema principale nel nostro Paese; h) si potrebbe approfittare dell' intervento per unificare le aliquote contributive in tutti i settori, anche aumentando se necessario l' abbattimento previsto. In sostanza la fiscalità generale fornirebbe un contributo eguale per tutti alla formazione dei diritti pensionistici, in un contesto di forte incentivo all' aumento della occupazione. Nella situazione di attuale difficoltà sarebbe errato sprecare risorse a favore di una riduzione eguale per tutti, (con il rischio che essa si traduca in poco tempo in un aumento delle retribuzioni invece che in una riduzione del costo del lavoro per le imprese), piuttosto che concentrare il sostegno a favore delle situazioni più meritevoli di protezione e sostegno. A parità di costo la soluzione qui prospettata appare evidentemente, e nettamente, preferibile. Come si sa, il cuneo fiscale dipende in misura rilevante non solo dai contributi sociali ma anche dall' Irpef. E una riduzione dell' Irpef sarebbe anche essa necessaria, soprattutto per i redditi medi che sono quelli più penalizzati. Tuttavia nella situazione di ristrettezze in cui ci troviamo la priorità sembra essere quella di ridurre il costo del lavoro, e subito dopo porsi il problema Irpef: dati i vincoli di bilancio esistenti ripartire l' intervento tra i diversi soggetti beneficiari avrebbe oggi l' effetto di indebolire l' effetto del provvedimento. Quanto alle risorse, i vincoli sono noti e provare a forzarli sarebbe inutile. Tuttavia oltre agli interventi di cui si è parlato in questi giorni, risultati molto rilevanti in tempi relativamente contenuti potrebbero essere ottenuti riprendendo seriamente una politica organica di contrasto all' evasione fiscale, superando la logica dei blitz, della repressione fine a se stessa e (talvolta) anche delle pressioni indebite e gratuite. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 41 8 marzo 2014 Pagina 18 Il Sole 24 Ore Pubblica amministrazione Congedati. Il Dlgs 8/2014. Piano speciale per ricollocare gli ex militari GLI STRUMENTI Quote riservate nei concorsi della pubblica amministrazione Previsti riqualificazione e crediti formativi. Michele Tiraboschi Non solo giovani, disoccupati e lavoratori in mobilità. Il mercato del lavoro italiano affronta oggi un' emergenza sotterranea, ma non per questo meno importante, relativa ricollocazione professionale dei tanti volontari congedati delle Forze armate. Una problematica che ha cominciato a porsi in concomitanza con la trasformazione delle Forze armate in un corpo di volontari professionisti. Di essa si fa carico il Dlgs 8/2014 che, nel procedere alla riorganizzazione del personale militare e civile del ministero della Difesa, è intervenuto con misure relative al loro reinserimento nel mercato del lavoro anche attraverso una quota di riserva nel pubblico impiego. Risale al 2006 la nascita dell' Ufficio per il sostegno alla ricollocazione professionale dei volontari congedati. Tra le diverse attività, l' ufficio gestisce anche il "sistema informativo lavoro difesa". Si tratta di una preziosa banca dati dedicata al mondo delle Forze armate, attraverso cui i militari possono ricercare offerte di lavoro e le aziende registrate effettuare una ricerca dei profili professionali, inserire loro offerte di impiego o di tirocinio. Nella previsione di un cospicuo incremento di volontari da ricollocare, le recenti modifiche al codice dell' ordinamento militare hanno previsto la possibilità di ricorrere alle agenzie private per il lavoro. Contestualmente, per incrementare l' occupabilità dei militari e le possibilità di reinserimento, si promuovono la formazione professionale, il riconoscimento di crediti formativi per il servizio prestato nelle Forze armate e il riconoscimento di titoli di studio acquisiti durante il servizio. Il secondo pilastro a sostegno del loro ricollocamento guarda verso il settore pubblico attraverso la riserva di posti nei concorsi pubblici. Sebbene la disposizione sia poco nota ed effettiva, il codice dell' ordinamento militare (articolo 1014) riserva ad essi il 30% dei posti nei concorsi per l' assunzione di personale non dirigente nella pubblica amministrazione; il 20% dei posti nei concorsi per l' accesso ai corpi di polizia municipale e provinciale; il 50% dei posti nei concorsi per le assunzioni di personale civile, non dirigenziale, del ministero della Difesa. La congiuntura economica non agevola il compito del reinserimento dei militari nel mercato del lavoro. Le aziende italiane non sono abituate a guardare alle Forze armate come bacino di competenze e professionalità da cui attingere, ma probabilmente è proprio in questo ambito che, come avviene in molti altri Paesi, è più facile individuare figure affidabili e specializzate, a volte di difficile reperibilità. Fondamentale è dunque la circolazione delle informazioni circa l' esistenza dei servizi dedicati. Contemporaneamente è però necessario garantire risorse sufficienti perché i servizi di placement e riqualificazione professionale siano adeguatemene strutturati ed effettivi. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 42 8 marzo 2014 Pagina 18 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica amministrazione © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 43 8 marzo 2014 Pagina 2 Italia Oggi Pubblica amministrazione L' analisi. Le Regioni possono fare quel che vogliono Il governo aveva cercato di reagire agli abusi vergognosi commessi in quasi tutte le Regioni italiane nella gestione dei fondi relativi al costo della politica, redigendo una legge che attribuiva alla Corte dei conti il potere di intervenire, in via preventiva, sulla spesa regionale. Tale disposizione si proponeva di impedire che questi abusi si ripetessero. E ciò al fine di cercare di tamponare i crescenti buchi di bilancio prodotti dalla finanza allegra regionale. Il principio dell' intervento preventivo obbediva all' antica cautela, conosciuta da tutti, che «non si chiude la stalla dopo che i buoi sono scappati». Infatti, se si tiene ad avere i propri animali, bisogna custodirli con grande attenzione, chiudendo, appunto, la stalla nella quale essi si trovano. Come dimostra anche il recentissimo piano SalvaRoma (e gli altri interventi trasfusionali a danno dell' erario e a favore di altri enti locali spensieratamente dissipatori), se se ne vuole impedire l' ulteriore necessità in futuro, ci deve essere un ente di controllo che, prima di impegnare una spesa, ne verifichi la congruità rispetto alle risorse disponibili. Quando questo controllo (c' era negli anni del boom economico italiano, sarà un caso? ) veniva svolto dalle giunte provinciali amministrative, le spese degli enti locali erano distinte in: fondamentali e facoltative. Con questo criterio, era facile fare una prima scelta. Alla prima difficoltà di bilancio, le spese facoltative venivano tagliate in automatico. Il sindaco vuol fare un giro in Palestina coi suoi amici? Certo, ma solo se lo paga lui. Si vuol organizzare un spettacolo gratis? Ok, ma se lo pagano chi li vede, come paga la birra chi se la beve. Adesso la Corte costituzionale ha detto (con sentenza depositata giovedì 6 marzo) che le Regioni non possono essere condizionate nella loro autonomia. Non è la Consulta che sta dando i numeri. È la Costituzione che li ha dati dopo le allucinanti modifiche del titolo V. Ecco perché ha ragione Tino Oldani, in questo numero, e l' economista Mario Baldassarre nell' intervista concessa a ItaliaOggi il mercoledì 5 marzo nel dire che la soluzione, a questo punto, è, molto semplicemente, quella di abolire le Regioni. © Riproduzione riservata. PIERLUIGI MAGNASCHI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 44 8 marzo 2014 Pagina 7 Italia Oggi Pubblica amministrazione voci di corridoio Udite udite: il sindaco di Roma Marino e l' onnipotente stratega del Pd romano, Bettini, tornano a parlarsi. Dopo aver sfiorato la rottura. ... Caro Renzi, occhio, perché gli esperti di comunicazione del Cavaliere hanno già pronta la campagna elettorale... aspettano solo il momento buono per scatenarsi. ... Presidenza del Credito sportivo. Una di quelle poltrone che contano. Sfida a tre per Mario Pescante, ex segretario del Coni e attuale membro del Cio, il consigliere del Coni Raffaele Pagnozzi e Paolo D' Alessio, attuale «reggente operativo» dell' Istituto insieme a Marcello Clarich (professore alla Luiss). ... Renzi tieniti pronto! Lunedì prossimo, gli alti dirigenti dello stato capitanati dall' Unadis ti consegneranno un documento da loro redatto (e parliamo di dirigenti di ministeri, presidenza del Consiglio dei Ministri e Agenzie Fiscali su tutti) in merito ai criteri di selezione nella Pubblica Amministrazione e nella dirigenza. Come spiega il segretario generale di Unadis Barbara Casagrande «bisogna puntare ad un sistema in cui le posizioni apicali della PA siano coperte con procedure concorsuali aperte su un piano di parità anche a non dipendenti pubblici. Inoltre, si deve tener conto nell' accesso alla dirigenza, del curriculum e dello svolgimento, per anni e con valutazioni positive, delle funzioni dirigenziali». Come darle torto? CORRADO MIRASOLE Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 45 8 marzo 2014 Pagina 22 Italia Oggi Pubblica amministrazione Orlando: allo studio mobilità dalla p.a. Alla giustizia manca personale Piano d' azione in tempi stretti («entro questo mese») per il personale amministrativo della giustizia: all' appello, infatti, mancano circa 8 mila unità per rendere il sistema efficiente. E, insieme ad una «piccola mobilità», si valuta anche la ricollocazione di lavoratori provenienti da organismi come l' Inps e, in generale, dalla pubblica amministrazione, «dove abbiamo province in via di superamento». Ad anticiparlo, ieri, il guardasigilli Andrea Orlando, secondo cui la carenza di occupati in ambito giudiziario gli viene segnalata, giorno dopo giorno, dai vertici degli uffici incontrati dal suo insediamento al ministero, fra cui Giuseppe Pignatone, procuratore capo di Roma e il collega di Milano Edmondo Bruti Liberati, oltre ai presidenti dei tribunali delle due grandi città. Quanto alle probabili soluzioni, spiega, se da un lato vi sono figure professionali specifiche che «possono essere reclutate soltanto attraverso l' indizione di nuovi concorsi», vanno soprattutto tenuti in considerazione i «grandi numeri» delle unità amministrative, che possono essere reimpiegate «attraverso un percorso di formazione», essendo già presenti profili adeguati in altri enti in sovrannumero che potrebbero, a questo punto, essere trasferiti. No, dunque, a una «megamobilità, che potrebbe creare dei problemi», prosegue il titolare del dicastero di via Arenula, bensì a «passaggi scaglionati» di dipendenti. E proprio i posti vacanti nel tribunale della Capitale impongono l' altolà allo svolgimento dei processi, divenuti oramai «a numero chiuso»: nelle sedi di piazzale Clodio, infatti, la procura ha deciso che non sarà possibile celebrare più di 12 mila dibattimenti all' anno. La circolare, emanata da Pignatone, nasce per «impedire che tra 6 mila e 8 mila procedimenti destinati» non trovino uno sbocco giudiziario quelli importanti. La restante parte dei fascicoli verrà, quindi, indirizzata alla Sezione definizioni affari seriali «senza procedere alla scansione degli atti a conclusione delle indagini», passaggio che prelude alla fissazione dell' udienza. SIMONA D' ALESSIO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 46 8 marzo 2014 Pagina 22 Italia Oggi Pubblica amministrazione La Consulta ha spazzato via la norma chiave del decreto sui costi della politica. Controlli, Corte conti indebolita Vietato imporre alle regioni di modificare i bilanci. Corte conti con le armi spuntate nei confronti delle regioni spendaccione. I magistrati contabili continueranno a esaminare i bilanci (preventivi e consuntivi) dei governatori per verificare il rispetto del patto di stabilità e l' assenza di irregolarità in grado di portare gli enti al dissesto. Ma dovranno tacere. Nel senso che non potranno più obbligare le regioni (una volta accertati squilibri finanziari e la violazione del Patto) a riscrivere i bilanci entro 60 giorni, pena l' impossibilità di effettuare quelle spese che secondo la Corte sono prive di copertura. La sentenza n. 39/2014 della Corte costituzionale, depositata in cancelleria il 6 marzo, (si veda ItaliaOggi di ieri) assesta un duro colpo al cosiddetto decreto sui costi della politica (dl 174/2012), approvato dal governo Monti sulla scia emotiva degli scandali di sperpero di denaro pubblico che, partiti dal Lazio, hanno poi coinvolto molte altre amministrazioni regionali. Il cuore del provvedimento, ossia l' art. 1 che rafforza il ruolo della Corte conti nella verifica della gestione finanziaria delle regioni, esce infatti depotenziato a causa della cancellazione del comma 7. Una norma chiave proprio perché obbligava i governatori ad eliminare le irregolarità. Per la Corte costituzionale questo «obbligo» travalica i poteri affidati alla magistratura contabile perché le funzioni di controllo attribuite ai giudici erariali «non possono essere spinte fino a vincolare il contenuto degli atti legislativi o a privarli dei loro effetti». Come il bilancio dello stato, anche quello delle regioni, infatti, è approvato con legge (per le manovre regionali si usa ancora il termine «Finanziaria» non più in uso per i conti statali). E imporre alle amministrazioni di correggerli significherebbe obbligare i consigli ad approvare una nuova legge, violando così l' autonomia di giudizio dei parlamenti regionali. Un' autonomia che, secondo la Consulta, non può essere vincolata da organi esterni. Tanto più che la Corte dei conti è organo esso stesso sottoposto alla legge. E «la previsione che una pronuncia delle sezioni di controllo possa avere l' effetto di inibire l' efficacia di una legge si configura come palesamente estranea al nostro ordinamento costituzionale e lesiva della potestà legislativa regionale». Secondo la Corte costituzionale, dunque, l' art. 1 comma 7 del dl 174 sembra aver voluto aggiungere una nuova forma di controllo di legittimità, affiancando ai giudici costituzionali quelli della Corte conti. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 47 8 marzo 2014 Pagina 22 < Segue Italia Oggi Pubblica amministrazione Ma un disegno del genere è illegittimo perché in base all' art. 134 della Carta solo la Consulta ha il compito di vigilare sulla legittimità della legislazione. Il richiamo all' art. 134 Cost. è essenziale perché rende la pronuncia efficace per tutte le regioni (a statuto ordinario e a statuto speciale) nonché per le province autonome di Trento e Bolzano. Proprio dai territori autonomi è partito l' attacco verso il decreto sui costi della politica. A sferrare l' affondo sono stati il Friuli Venezia Giulia, la Sardegna e la provincia di Trento. Ad accomunare i ricorsi (che proprio per questo sono stati riuniti) due convinzioni: la presunta inapplicabilità del dl 174 alle regioni autonome (sulla base dell' assunto che i controlli disciplinati dagli statuti speciali esaurirebbero i poteri attribuiti alla Corte conti) e la natura necessariamente collaborativa che tutti i controlli sugli enti locali devono avere. La Consulta ha respinto il primo assunto, precisando che le verifiche attribuite alla Corte conti «non si sovrappongono alle funzioni e ai compiti riservati alle autonomie speciali». Ma ha accolto il secondo cancellando l' art. 1 comma 7 «limitatamente alla parte in cui si riferisce al controllo dei bilanci preventivi e dei rendiconti consuntivi delle regioni». La pronuncia, in quanto fondata, come detto, sulla violazione di norme costituzionali acquista efficacia erga omnes e quindi vale per tutte le regioni. FRANCESCO CERISANO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 48 8 marzo 2014 Pagina 24 Italia Oggi Pubblica amministrazione Immobili a richiesta Sono 9.367 le richieste giunte all' Agenzia del demanio, da parte di enti territoriali, per l' acquisizione di immobili di proprietà dello stato. Il 53% delle istanze è stato il primo passaggio per poter svolgere specifiche istruttorie relative allo stato di fatto e di diritto degli immobili al fine di verificare la loro appartenenza ai beni patrimoniali trasferibili e per consentire una informata decisione da p a r t e d e l l ' Ente r i c h i e d e n t e c i r c a i l trasferimento del bene. A renderlo noto tramite una nota diffusa ieri, la stessa Agenzia del demanio. «Con avvio al federalismo demaniale previsto dal dl 69/2013», ha spiegato l' Agenzia, «è emerso che per tutte le domande ricevute il sistema informatico ha già rilasciato e trasmesso in automatico agli Enti interessati una apposita ricevuta di avvenuta ricezione. Tuttavia, al fine di favorire la massima informazione e trasparenza, sarà disponibile, sul sito del Demanio ed anche su quello della Fondazione patrimonio comune dell' Anci, un elenco delle istanze pervenute entro la fine di novembre 2013». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 49 8 marzo 2014 Pagina 25 Italia Oggi Pubblica amministrazione Equitalia sui primi effetti della definizione agevolata delle somme iscritte a ruolo. Rottamazione cartelle all' attivo Riscossi 300 mln di euro con l' adesione di 75 mila soggetti. Circa 75 mila contribuenti per un importo complessivo di 300 milioni di euro. Questo il primo bilancio della definizione agevolata delle cartelle esattoriali, reso noto ieri da Equitalia allo scadere della prima settimana successiva all' originaria dead line fissata al 28 febbraio. Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del dl 16/2014, infatti, il termine ultimo stabilito per l' adesione è stato riaperto fino al 31 marzo 2014, così come al 15 aprile è slittata la sospensione della riscossione. Nel dettaglio, la disposizione, introdotta con la legge di Stabilità 2014 prevede la possibilità di pagare, in un' unica soluzione, senza interessi di mora e interessi di ritardata iscrizione a ruolo, le cartelle e gli avvisi di accertamento esecutivi affidati a Equitalia entro il 31 ottobre 2013. Nessun ampliamento all' orizzonte, invece, per la tipologia dei tributi. Non tutti, infatti, possono usufruire della rottamazione delle cartelle. Sono, infatti, escluse le somme dovute per effetto di sentenze di condanna della Corte dei c o n t i , i c o n t r i b u t i r i c h i e s t i d a g l i enti previdenziali, i tributi locali non riscossi da Equitalia e le richieste di pagamento di enti diversi da quelli ammessi. Rientrano, invece, nell' agevolazione le entrate erariali (Irpef e Iva) e, limitatamente, agli interessi di mora, anche le entrate erariali come il bollo della auto e le multe per violazione del codice della strada. A conferma di questo, la nota diffusa da Equitalia, spiega come «la definizione agevolata riguarda cartelle e avvisi di accertamento esecutivi emessi per tributi di competenza delle agenzie fiscali, dagli uffici statali, come ministeri e prefetture ed enti locali». I contribuenti potranno, inoltre, avere conferma della possibilità di aderire alla rottamazione, prendendo, in prima battuta, visione della loro situazione debitoria. In un secondo momento, poi, verificando la data entro cui le somme dovute sono state affidate all' agente della riscossione e il tipo di atto ricevuto. Il tutto, tramite la consultazione dell' estratto di ruolo che può essere richiesto agli sportelli di Equitalia. La disciplina prevede che per tutte le cartelle e gli avvisi che rientrano nell' agevolazione, il contribuente sia tenuto al pagamento degli interessi di mora che maturano dalla data di notifica della cartella in caso di mancato pagamento delle somme entro i 60 giorni previsti. Inoltre, non dovrà essere pagato il tributo relativo agli interessi per ritardata iscrizione a ruolo, indicati nella cartella di pagamento e nell' estratto di ruolo, per le cartelle e gli avvisi emessi per conto delle Entrate e, quindi, riferite a entrate erariali. I Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 50 8 marzo 2014 Pagina 25 < Segue Italia Oggi Pubblica amministrazione contribuenti che sceglieranno di aderire, saranno tenuti, invece, al pagamento del residuo del debito (al netto degli interessi non dovuti), dell' aggio, delle spese di notifica e di quelle per eventuali procedure attivate. Sarà, poi, compito di Equitalia, comunicare entro il 30 giugno l' avvenuta estinzione del debito ai contribuenti. «Pagamenti che sarà possibile effettuare», ha spiegato l' ente di riscossione, «attraverso il versamento in tutti gli sportelli di Equitalia, e negli uffici postali tramite bollettino F35». BEATRICE MIGLIORINI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 51 8 marzo 2014 Pagina 26 Italia Oggi Pubblica amministrazione A Firenze Legautonomie fa il punto sulle ultime novità in materia di fiscalità locale. La Iuc fa impazzire i comuni Regole e scadenze diverse mettono in difficoltà gli uffici. L' ingorgo di scadenze e regole creato dalla Iuc, tenuto conto che i tre tributi che la compongono, vale a dire Imu, Tasi e Tari, hanno regole diverse e scadenze diverse, non piace ai comuni. Anche se viene accolto con moderata soddisfazione il fatto che con il dl sulla finanza locale varato il 28 febbraio, e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 6 marzo scorso, il governo, oltre a correggere gli errori contenuti nella legge di Stabilità (147/2013), ha dato attuazione agli impegni convenuti con i comuni garantendo, con i 625 milioni stanziati, un quadro normativo e finanziario più certo per redigere i bilanci 2014. In prospettiva futura, però, è importante accelerare sull' attuazione della delega fiscale procedendo alla revisione del catasto e alla riforma della riscossione delle entrate locali. Sono queste le obiezioni che hanno sollevato e le richieste che hanno avanzato gli amministratori locali al governo centrale nel corso del convegno nazionale organizzato da Legautonomie, l' associazione delle autonomie locali, che si è tenuto ieri a Firenze, sui bilanci degli enti locali, il patto di stabilità e le novità sull' imposizione immobiliare. Durante i lavori del convegno sono stati affrontati gli argomenti di maggiore attualità. In particolare sono stati trattati come temi: le novità sui tributi degli enti locali, gli obiettivi programmatici del patto di stabilità, fino ad arrivare alla delega fiscale e alla riforma della riscossione delle entrate locali. Nell' intervento introduttivo il presidente di Legautonomie, nonché sindaco di Pisa, Marco Filippeschi, ha affermato che il primo obiettivo deve essere quello di «ridisegnare il patto interno di stabilità, anche alla luce della legge attuativa del pareggio di bilancio, potenziando le misure di flessibilità i patti di solidarietà necessarie a rendere più sostenibili gli obiettivi degli enti locali soggetti ai vincoli del patto e consentendo, già nel 2014, investimenti mirati nell' edilizia scolastica e in piccole opere pubbliche in grado di sostenere l' economia locale e il contrasto alla disoccupazione». Inoltre, ha sottolineato che nonostante la confusione normativa che il legislatore ha creato con i nuovi tributi, in particolare la Tasi, viene accolta «con moderata soddisfazione il fatto che con il decreto varato il 28 febbraio il governo abbia inteso dare attuazione agli impegni convenuti con i comuni in materia di Tasi/Iuc e finanza locale, garantendo, con i 625 milioni stanziati, un quadro normativo e finanziario più certo e utile ai comuni per Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 52 8 marzo 2014 Pagina 26 < Segue Italia Oggi Pubblica amministrazione redigere i bilanci 2014». È stato poi ricordato che, sempre il governo, ha adottato provvedimenti di sospensione delle procedure esecutive nei confronti dei comuni in predissesto, dando anche la possibilità di presentare nuovi piani di riequilibrio per quei comuni i cui piani di rientro non siano stati approvati dalla Corte dei conti. Con una raccomandazione finale al Parlamento affinché non peggiori il decreto. Sono stati criticati gli ultimi interventi legislativi sulla fiscalità locale che per i tre nuovi tributi (Imu, Tasi e Tari) hanno fissato regole, scadenze e modalità di pagamento diverse che complicano il lavoro e l' organizzazione degli uffici comunali e generano confusione nei contribuenti. Ecco perché è importante, come auspicato da tutti gli amministratori locali, che vengano emanati con urgenza i decreti attuativi della delega fiscale già approvata in Parlamento. Nello specifico servono una revisione urgente del catasto, per una corretta valutazione dei valori immobiliari, e strumenti adeguati per un più efficace recupero delle entrate. La delega fiscale, come posto in rilievo nel corso del convegno, prevede che venga ridisegnata la riscossione coattiva, con meno procedure esecutive e liti bagatellari, specialmente se le somme dovute sono di modesta entità. Vanno infatti semplificate le procedure per il recupero dei crediti di scarso valore e fissate modalità di definizione agevolata. Infine, dovrà essere emanato un testo unico che recepirà, con i dovuti adattamenti, le procedure e gli istituti previsti per il ruolo e dovrà modificare le norme che disciplinano l' ingiunzione di pagamento. Per garantire l' effettivo incasso delle somme riscosse i soggetti affidatari, oltre a possedere determinati requisiti, dovranno rispettare le norme contenute in un codice deontologico e saranno sottoposti a ispezioni. SERGIO TROVATO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 53