Le poesie de Il porto sepolto, di Giuseppe Ungaretti
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Le poesie de Il porto sepolto, di Giuseppe Ungaretti
Le poesie de Il porto sepolto, di Giuseppe Ungaretti Attività svolta nella classe 3° A Relazione di Matilde Masiero e Ludovica Rossetto 1 INTRODUZIONE Nell’ultimo periodo dell’anno la classe 3A ha analizzato alcune poesie della raccolta Il porto sepolto (1916) di Giuseppe Ungaretti. Per capire i temi delle sue poesie siamo partiti da alcuni dati biografici. Il poeta nacque ad Alessandria d’Egitto nel 1888, poi si trasferì a Parigi per studiare, anche se i suoi genitori erano di origini toscane. Partecipò alla Prima Guerra Mondiale come volontario e durante la guerra scrisse alcune delle sue più note poesie. Una sua caratteristica è quella di indicare data e luogo in cui le ha scritte. Era impossibile non soffermarsi sulla poesia rivoluzionaria di Ungaretti, a causa delle tematiche incredibilmente attuali. Inoltre il lavoro serviva a capire come la poesia del Novecento mutò rispetto a quella dei secoli precedenti: prima di Ungaretti si ragionava solo a endecasillabi, a composizioni ben definite. Ora, con lui, basta una parola per comporre un verso. Il lavoro si è diviso in diverse fasi; la prima è stata la consegna di un fascicolo di poesie tratte dalla prima edizione de Il porto sepolto, poi le abbiamo lette e analizzate, prima grazie alle spiegazioni del docente in classe e in seguito grazie a una ricerca individuale in Internet. Per fare tutto questo abbiamo impiegato circa due o tre settimane nelle quali è stata coinvolta l’intera classe guidata dal professore. 2 PARTE CENTRALE Il lavoro è iniziato con una panoramica sul poeta e sulla sua concezione di poesia (tema principale di molti suoi componimenti). I principali temi delle poesie di Ungaretti sono i seguenti: Significato della poesia, che è per lui la scoperta della condizione umana nella sua essenza. Per lui infatti poesia è ricerca della parola, per questo intitola la sua prima raccolta “Il porto sepolto”; Le riflessioni sull’umanità e la sofferenza attraverso l’introspezione; La ricerca dell’armonia; ogni uomo deve essere in armonia con sé stesso e con ciò che lo circonda; Lo sbigottimento dell’uomo che si sofferma a osservare sbalordito qualcosa non capendo, però, il perché della sua esistenza. Ci sono poi altri temi come l’amore, l’amicizia, la nostalgia della città natale. In seguito abbiamo analizzato le poesie, iniziando proprio da Il porto sepolto. Il poeta parla del porto della sua città natale (Alessandria d’Egitto). Dice che il poeta deve scendere nel Porto sepolto (allude all’animo umano), per poi riemergere con le sue poesie: quindi il lavoro del poeta è capire a fondo l’anima e cercare le parole giuste per descriverla. La seconda poesia è stata Silenzio. In essa ci parla della notte in cui ha lasciato Alessandria: ne ricorda le luci soffuse e il limio delle cicale, mentre si allontana con il battello. Poi, però, ci siamo scontrati con un’altra poesia, ma stavolta, senza titolo. Il primo verso dice: “chiuso fra cose mortali”; il poeta si chiede perché brama Dio, perché lo desidera così ardentemente, anche se tutto è destinato a morire. La quarta è anch’essa senza titolo, i primi versi dicono: Si chiamava Mohammed Sceab. In essa il poeta ricorda l’amico coinquilino di quando abitava a Parigi (lì studiava). Mohammed era di origini arabe e amava la Francia (cambiò nome in Marcel), ma non si sentiva francese. Si suicidò per il dolore di non avere più patria e solo il poeta ne conserva un ricordo. In Peso il poeta invidia la fede del contadino che porta la medaglietta di sant’Antonio con la quale va ‘leggero’ e che gli fa sopportare il dolore quotidiano, invidia la sua accettazione spensierata dell’esistenza. Poi si trova C’era una volta, poesia in cui il poeta esprime un forte desiderio di tranquillità e solitudine. La segue Sono una creatura dove Ungaretti si sente ormai nella condizione di completo abbandono. L’ottava poesia è senza titolo nella prima edizione, ma gli venne aggiunto in seguito dal poeta. La intitolerà In dormiveglia. Qui Ungaretti si trova in trincea, sente i colpi delle mitragliatrici, ma essendo, appunto, in dormiveglia, li paragona per il rumore agli scalpellini delle strade della sua città. La nona è stata I fiumi con la quale il poeta ripercorre la sua vita attraverso i fiumi dei luoghi in cui ha vissuto (Serchio, Nilo, Senna, Isonzo). Nella decima e ultima, Commiato, Ungaretti scrive all’amico editore spiegandogli cos’è la sua poesia: ricerca. 3 CONCLUSIONE Per noi il lavoro svolto è stato interessante e piacevole. Approfondire le conoscenze sulla poesia ricollegandole alla storia ci ha permesso di memorizzare punti focali di entrambi gli argomenti. Non abbiamo incontrato particolari difficoltà, grazie anche alle spiegazioni del docente. Secondo noi è importante, come ha fatto la nostra classe, soffermarsi su un certo argomento per un po’ di tempo, per approfondirlo meglio. Ci piacerebbe che questo genere di lavoro venisse riproposto in altri ambiti scolastici perché può essere molto d’aiuto in vista degli esami di terza media. Consigliamo di approfondire questo poeta anche nelle altre classi perché è molto interessante e ci ha veramente coinvolti. Rossetto Ludovica e Masiero Matilde Nota di approfondimento La nascita in Italia della poesia moderna - 1916 UNGARETTI, Giuseppe (1888-1970). Il porto sepolto. (Udine, Stabilimento tipografico friulano, 1916). PRIMA EDIZIONE del primo e più celebre libro di Ungaretti. Data la sua importanza e la sua rarità, la prima edizione de Il porto sepolto costituisce uno dei libri italiani del Novecento più ricercati (t iratura di soli 80 esemplari numerati) . Scritte in trincea su ritagli di giornale e cartoline che l’autore conservava nella sua bisaccia da campo, le liriche di Ungaretti, fatte di pochi versi, scabre, appese ad un esile filo coma la vita dei solda ti al fronte, segnano per l’Italia la nascita della poesia moderna. Il primo ad accorgersi della loro deflagrante novità fu l’editore Ettore Serra, che curò tipograficamente la stampa udinese, per la quale scelse un carattere molto classico (il dieci bodoniano) e circondò il testo con un ampissimo margine bianco. Poche volte nella storia editoriale della nostra letteratura contemporanea si è pervenuti ad una tale perfezione nella corrispondenza fra testo e supporto librario. Leggere il Porto sepolto in questa edizione è come assistere ad una esecuzione dal vivo di un grande musicista: tutte le altre edizioni, compresa la seconda (sontuosamente impressa a La Spezia con prefazione di Benito Mussolini e venti xilografie di Francesco Gamba), suonano come una fredda registrazione fatta in studio. (da: http://www.alai.it/classici-italiani/la-nascita-in-italia-della-poesia-moderna-1916)