pedrazzi - La Provincia di Cremona

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pedrazzi - La Provincia di Cremona
La Provincia
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SPAZIO APERTO
Vanoli-Armani anticipata
Non ci andrò: danno morale
Egregio direttore,
leggo con disappunto, dell’anticipo
all’11/11 sera di Vanoli-Armani. Il
calendario dei miei impegni è
strettamente legato a quello della
Vanoli. Sabato non potrò esserci. Se si
dovesse verificare il misfatto, sarò
costretto a chiedere alla società il
rimborso della quota abbonamento. Il
danno morale non ha prezzo.
Giovanni Amato
(Crema)
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Posso cambiare l’Alitalia
ma la nazionalità no
Egregio direttore,
mi permetta di rivolgere questa mia
direttamente a Piero Giulianotti,
professor af Surgery of Illinois
University Chicago. Domenica 5 c.m.
nello spazio dedicato a ‘La polemica’ la
sua lettera evidenziava senza mezzi
termini lo stato pietoso in cui versa
l’Alitalia. Disservizi
continui, caos
organizzativo, scarse
qualità delle prestazioni,
disagi innumerevoli (come
voli cancellati, scioperi,
valigie perse, furti di
effetti personali nei
bagagli), biglietti delle
Businnes elevatissimi,
nettamente al di sopra
delle tariffe applicate da
altre compagnie
concorrenti, sedili rotti,
attrezzature vetuste, aerei
con evidenti segni di usura
che mettono in dubbio
l’opportunità di farli
volare e poi, come se non
bastasse, ha avuto a che
fare con impiegata
alquanto scortesi, che si
permettono di rispondere
con un secco «ma chi se ne
frega» ad un giusto suo sfogo per un
ingiusto trattamento ricevuto. Vede
prof, per chi viene dall’estero, l’Alitalia
è il nostro biglietto da visita e come lei
stesso asserisce, «uno dei simboli
nazionali» ed è proprio questa
definizione che purtroppo devo
condividere in pieno con lei. L’Alitalia,
rispecchia perfettamente l’Italia. Però
io non ho la sua fortuna, lei con facilità
può cambiare compagnia aerea, io non
posso con la stessa facilità cambiare
nazionalità, posso solo sperare che
cambi quest’Italia, che cambi la classe
politica, questi sindacati, che ci sia più
giustizia per i giusti, più sanità per chi
ne ha bisogno, più istruzione ma
soprattutto più educazione per i nostri
figli, più rispetto per il prossimo e più
amore per tutto ciò che ci circonda.
Giulio Roveda
(Pizzighettone)
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Moschea a Crema/1. Il nuovo
fa paura, bene la Bonaldi
Egregio direttore,
quindi anche secondo lei, con la
Costituzione e con le sentenze di
tribunali amministrativi regionali
siamo a posto! Pertanto il sindaco di
Crema non ha bisogno di chiedere aiuto
a nessuno. Il richiamo agli impegni
elettorali? Si dovrebbe dire quali
impegni, diversamente non è serio
giornalisticamente parlarne. Mi si deve
anche spiegare perché chiamandola
‘musalla’ la gente non capisce e sta
tranquilla. Ma direttore Lei crede
davvero che la gente sia così ignorante
da non aver capito che si tratta di una
moschea? Io sono informata di quello
che succede leggendo il giornale da lei
diretto, non voglio credere che quello
che avviene al governo della città di
Crema non le interessa. Perchè se lei lo
leggesse troverebbe risposte alle sue
perplessità. Perché il sindaco di
Cremona dovrebbe essere indicato
adesso come presidente della futura
provincia? Ma Bonaldi fa anche delle
proposte e dice anche perché bisogna
finalmente considerare la presenza di
certi organismi, persone, sindaci di
piccole realtà. Del resto se lei vuole può
benissimo informarsi su come governa
la città, cosa ha fatto con le
‘partecipate’, quale comportamento ha
con i lavoratori del comune. Venga a
vedere la nostra città è un ‘biscotto’ e lo
diventerà sempre di più, guardando e
conoscendo il passato della nostra città.
Certo mi rendo conto che governare
come governa la Bonaldi, a quelli che
tiravano a campà, da molto fastidio. Per
non parlare delle battaglie corporative
dei vari interessi, che difendono: il
nuovo fa paura!
Francesca Marazzi
(Crema)
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Moschea a Crema/2. Fallito
ogni tentativo di integrazione
Gentile direttore,
condivido quanto da lei scritto ne ‘Il
Punto’ di domenica. Il consigliere di
minoranza di Soresina Libera, Claudio
Maggi, ritiene che le iniziative contro la
violenza e l’integralismo islamico siano
poco partecipate dalla
maggioranza musulmana
che, indubbiamente, non
la pensa come chi crede di
rappresentarla (‘La
Provincia’, giovedì
25/9/14). I fatti gli danno
ragione: la serata di
preghiera che ha unito
cristiani e islamici rileva
la scarsa presenza di
musulmani, confermata
anche dal vicesindaco.
Firme e proclami possono
convincere o
semplicemente
accontentare i pii desideri
di don Angelo Piccinelli,
ma resta il fatto che tutti i
tentativi di integrazione
sono falliti. Souad Sbai,
presidente delle donne
marocchine in Italia,
giornalista ed ex
parlamentare, già componente della
consulta per l’Islam, afferma di aver
visto l’inferno in questi anni, tra gli
islamici in Italia: donne sgozzate,
massacrate, con il seno tagliato,
infibulate, lasciate nelle mani di quelli
che possono fare di loro quello che
vogliono in quanto componenti di una
comunità a sé, estranee ad ogni altro
tessuto sociale. Non esiste un islam
buono e uno cattivo, ma quello che si
riconosce nel Corano, secondo cui il
nemico infedele va decapitato. Si tenga
presente che c’è l’islamizzazione delle
seconde e terze generazioni che in
Francia, Norvegia, Olanda, Belgio e
Inghilterra sta creando tantissimi
problemi. Normale, perciò, che il
presidente della comunità islamica di
Cinisello Balsamo, Usama el Santawy,
in un’intervista al ‘Fatto Quotidiano’
abbia spiegato che «i musulmani
vengono umiliati, quindi non ci si deve
stupire se 50 italiani vanno a
combattere nelle file della resistenza
alle dittature sanguinarie»,
aggiungendo, inoltre, che nel nostro
sistema democratico non trova né la
giustizia né l’uguaglianza. Il ministro
LA POLEMICA
MERCOLEDÌ
8 OTTOBRE 2014
IL CASO
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Vittima incolpevole
del vincolo sportivo
Gentile direttore,
per favore non cestini questa lettera.
Sono una vittima incolpevole del vincolo sportivo. Ho 17 anni ed abito a Viadana, un piccolo centro della provincia di
Mantova. Anzi, scusa, mi spiego meglio: sono un ragazzo di 17 anni e nonostante la mia giovane età sono un ex giocatore di pallacanestro. Problemi di salute? Grazie a Dio no. Purtroppo sono
però stato colpito dal famigerato quanto medioevale ‘vincolo sportivo’. Non
entro nel merito di quanto sia successo
per arrivare a questo nefasto epilogo,
non è giusto che io lo faccia perché non
essendoci contraddittorio sentireste
solo la mia campana. Capita però, come può accadere per un’amicizia, per
un matrimonio o per qualsiasi altro
rapporto, che si vengano a creare delle
situazioni nella quali la convivenza
sportiva tra giocatore, allenatore e società non sia più sostenibile. Detto ciò,
dopo lo scorso anno in cui ero impegnato in due campionati Under 17 ed Under 19, il che significava 4 allenamenti
alla settimana oltre a due partite, dopo
10 anni in cui il palazzetto ha rappresentato la mia vita, oggi il mio nuovo
palazzetto è il divano di casa mia davanti alla televisione. Ho chiesto alla
mia società di appartenenza di essere
ceduto in prestito almeno per quest’anno ad un’altra società, confidando che
Alfano ammette il rischio di derive
terroristiche anche in Italia, ma di
risposte e rimedi nemmeno l’ombra,
solo chiacchiere. (...) I 50 Jihadisti
italiani che hanno raggiunto le aree di
conflitto in Siria ed Iraq sono figli di
immigrati clandestini che si sono
formati sul nostro territorio, reclutati e
addestrati all’interno delle moschee.
L’immigrazione è perciò veicolo di
terrorismo.
Mimma Moroni
(Cremona)
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Gang della droga in cella
Un grande grazie ai carabinieri
Egregio direttore,
vogliamo ringraziare gli uomini
dell’Arma dei carabinieri, sia del
comando provinciale di Cremona sia
della stazione di Soresina, per il
concreto lavoro svolto nell’ambito
dell’indagine, che di fatto ha sgominato
una pericolosa rete di spaccio di
stupefacenti che agiva in Soresina e
nella Provincia, affidando alla giustizia
gli attori di quella associazione di
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SOSPETTO CHE IL DITO MEDIO ALZATO
SIA GIÀ IL NUOVO SIMBOLO DELL’ITALIA
Gentile direttore,
mi si conceda la licenza, ho il sospetto che
il nuovo simbolo dell’Italia sia il dito medio alzato. Politicamente parlando é assodato. Nella vita quotidiana, vado ad
esemplificare: tempo fa, uscendo dalla
Coop di Porta Po, mia moglie venne intercettata da un extracomunitario questuante. Disse di non avere moneta e si vide arrivare un V.F.C., che non voleva significare «Vuole Farmi la Carità»! Solo ieri, mia
moglie, riceveva la quarta telefonata mattutina dei soliti gestori di telefonia. Pazientemente ed educatamente, ma con
fermezza, rispondeva di non avere tempo
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di stare al telefono. Riceveva come risposta un V.F.C., che non voleva significare
«Vuole Fare Conversazione» ! Trattandosi di signora settantaduenne, educata
in tempi ben diversi dagli attuali, tollerante e piuttosto sensibile, rimaneva una volta ancora comprensibilmente disorientata. Forse meglio dire choccata. Tornando
alla politica, il nostro sindaco ha affermato che Vuole Fare Cultura, le iniziali mi
hanno fatto paura isti gli aumenti dei vari
Tari-Tarsi-Imu, non sarà mica un’affermazione minacciosa? Sperum de no!
Giovanni Baresi
(Cremona)
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Un match di basket giovanile (Archivio)
il tempo mitighi gli animi (il mio compreso naturalmente). Volete sapere la
risposta? Eccola: «O giochi per noi o
non giochi più a basket». Il motivo di
questa presa di posizione così intransigente? Assecondando la mia volontà
avrebbero creato un precedente molto
pericoloso, chiunque avrebbe potuto
accampare il diritto di andarsene a giocare da qualsiasi altra parte. Nel mese
di settembre di quest’anno altri 4 ragazzi della mia età sono già stati ceduti in
prestito. Perché loro sì ed io no? Ma è
giusto che io, ragazzo di 17 anni, non
abbia il diritto di esercitare una sana e
giusta attività sportiva? (...) Il basket è
l’amore della mia vita: mi ha aiutato a
crescere fisicamente, a rapportarmi
con i miei compagni, a combattere in
campo, mi ha insegnato ad essere leale,
a rispettare l’avversario: tutte cose che
ero convinto mi sarebbero servite poi
nella mia vita di uomo adulto. Anche
queste tutte balle perché adesso all’improvviso sono solo capace di provare
rabbia, odio, astio e rancore. (...) E’ vero
che a suo tempo i miei genitori aveva
firmato il mio tesseramento, naturalmente senza essere informati in nessun
modo di quanto questo avrebbe comportato. Loro pensavano di aver firmato solo un qualcosa che mi avrebbe permesso di giocare a basket, non avrebbero mai pensato di aver sottoscritto una
sentenza di condanna. (...) Chiedo scusa naturalmente a tutti quei dirigenti
capaci e a quelle brave persone (e so che
sono tantissime) che hanno dedicato
tutto il loro tempo libero alle rispettive
società di appartenenza senza mai avere nulla in cambio: purtroppo ho stupidamente generalizzato e quindi a voi
brava gente la preghiera di continuare
con il vostro impegno quotidiano, perché senza di voi nessuno di noi probabilmente avrebbe mai iniziato a prendere in mano la nostra tanto amata palla a spicchi.
Lettera firmata
(Viadana, Mn)
un vero peccato che si arrivi a
E’
una situazione come questa. Le
auguro di trovare un’intesa con la
società che le consenta di tornare
velocemente in campo. Per quanto
riguarda il vincolo sportivo, va detto
che si tratta di una regolamentazione
della federazione, applicata, tra
l’altro, in maniera analoga
praticamente in tutte le discipline.
delinquenti. Rinnoviamo pertanto, con
sincera ammirazione e gratitudine il
loro impegno, sempre attento e
presente al fine di contribuire a
garantire il vivere civile di noi tutti.
Alcuni cittadini soresinesi
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In via Persico un telelaser
anti furbetti dell’assicurazione
Egregio direttore,
le scrivo in merito alla lettera inviata
dal signor Pietro Colombi, premetto
che sono un semplice cittadino, senza
nulla a che fare con le varie polizie
locali, ma volevo precisare che
l’apparecchiatura utilizzata a Cà de
Mari e successivamente a Cà de Monaci
località San Felice, serve (come
ampliamente pubblicizzato sul
quotidiano ‘La Provincia’) a scovare i
furbetti senza assicurazione o veicoli
non revisionati. (...) Mi ritrovo gente
che si lamenta per la presenza di un tele
laser per la rilevazione della velocità
sulla via Persico vicino all’autovelox
(con tanto di foto) e noto dall’immagine
appunto che si tratta dello stesso
apparecchio, che qualche giorno prima
è stato il protagonista di un articolo,
dove gli inventori spiegavano la
funzionalità e l’utilizzo che ne sarebbe
stato fatto.
Prima di inalberarci guardiamoci
meglio intorno, o meglio fum bala l’ooc.
Giuseppe Magni
(Cremona)
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La sola cosa che salvo
del fascismo è l’architettura
Gentile direttore,
rispondo al suo lettore Fedeli.
Caro Fedeli, le posso dare del tu ?
Bene, allora caro Claudio, il tuo fiuto da
vero maschio fascista ha colto nel
segno. Hai scoperto che sono una
donna. Ma ti prego, non essere cattivo,
non essere categoricamente
maschilista. Noi donne abbiamo anche
la testa per pensare, credimi. Rispetto
a voi maschi abbiamo delle qualità che
non avete: siamo più buone, più
generose, più comprensive, più umane,
più dolci, in poche parole noi donne
sappiamo amare di più. Tutte qualità
che avrebbero dovuto porci in primo
piano rispetto a voi uomini, e che
invece ci hanno relegato ad un posto
inferiore, alla vostra mercé. Noi donne
ci affacciamo ai balconi soltanto per
amare, come Giulietta, non per
attaccare guerra al mondo. Noi donne
sappiamo piangere, mentre voi uomini
non lo sapete fare. Il fascismo è stata
una brutta cosa Claudio, credimi. Non
essere romantico nel vedere il tuo
fascismo, è una luce sbagliata. Se tu
sapessi quante donne, quante madri,
sorelle, mogli amanti hanno pianto per
colpa del fascismo!
Comunque sappi, sono anch’io un poco
fascista. Mi piace di voi l’architettura,
la bella architettura del ventennio, è
eccezionale, bellissima. Ma per il resto,
mio caro Claudio, credimi, è tutto da
buttare, veramente, tutto da
dimenticare, e che non ritorni mai più.
D. D.
(Cremona)
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Al cimitero di Monticelli
crepa pericolosa ma ignorata
Signor direttore,
chi transita accanto al cimitero di
Monticelli d’Ongina, nella piazza
laterale ad esso adibita a parcheggio
pubblico, avrà modo di notare lo stato
di degrado della parete esterna del
cimitero stesso. Esistono grosse crepe
(una bella larghezza di circa 4
centimetri), si sono staccate molte
pietre e parti di intonaco e sono anche
crollate parte di gronde. Ma il Comune
tutto questo non lo vede? Possibile che
nonostante i tanti operai che girano per
il paese debbano essere sempre i
cittadini a segnalare queste incurie?
Cosa si aspetta ad intervenire? Forse
che crolli la parete postandosi dietro
anche le bare dei defunti?
M. Grazia Alquati
(Monticelli d’Ongina)
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