Si trasferisce il Pacle Una scelta sciagurata

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Si trasferisce il Pacle Una scelta sciagurata
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SABATO
7 MARZO 2015
La Provincia
SPAZIO APERTO
La Brambilla vuole vietarmi
di mangiare il coniglio: assurdo
Egregio direttore,
leggo che l’onorevole Brambilla
vorrebbe proibire l’uso culinario del
coniglio e subito mi sono chiesta:
questo è periodo di libertà o di
dittatura?. Uno è libero di scegliere se
mangiare carne o pesce, essere
vegeteriano o vegano, ma
che io non possa mangiare
coniglio perché lo decide
la Brambilla è assurdo.
Faccio presente agli
animalisti incalliti che
grazie alla fortuna di avere
la casa con un piccolo
giardino ho avuto: cani (e
relative cucciolate) gatti,
uccellini, pesci ecc, ecc.
per abituare i miei figli
all’amore e al rispetto
degli animali. Ora si
rasenta il fanatismo, si va
dal panettiere con il cane e
così pure al ristorante o in
qualsiasi negozio,
farmacie comprese. E’
igienico? E quelle persone
che girano fra i banchi
delle fiere o al mercato col
cane al guinzaglio
strattonato a destra e a
manca fanno davvero il bene del loro
amico a quattro zampe o sarebbe
meglio lasciarlo a casa spaparanzato
sulla sua coperta? (...) lascerò liberi in
giardino gli animali e continuerò a
mangiare conigli quando voglio.
Lettera firmata
(Cremona)
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Le plateali ma inutili
sparate di Salvini
Egregio direttore,
non è una sorpresa il plateale verdetto
con modo teatrale: «Servo sciocco di
Bruxelles». Riferente al caso di sfida,
con il suo diretto avversario politico.
Plateale il suo «vaffa...» rivolto a
Alfano. Aggettivo che non ha fatto
presa, soprattutto perché ‘sparato’ da
un avventuriero politico che non ha il
senso della visione concreta di una vera
politica seria, soprattutto concreta!
Egisto Antoniotti
(Cremona)
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A voi che navigate nella violenza
Il male non vincerà mai
Egregio direttore,
(...) Giovanni Paolo II con tutta
probabilità deve la propria vita alle
conoscenze che tiene in Paradiso e non
certo alla scorta di cui era dotato.
Anche i denti di Berlusconi, benché
ben protetti non poterono evitare
quella miniatura del duomo milanese,
e fortunatamente per lui quel tizio era
solo inc...ato e quindi si limitò a sfogare
la sua rabbia in quel modo, poteva
anche andarci più pesante e la scorta
non avrebbe potuto farci proprio un bel
nulla. Non c’è bunker, armatura,
fortilizio, giubbotto antiproiettile o
protezione che tenga, se qualcuno ha
deciso d’ammazzarti, la tua sorte è
segnata. Ma ci sono uomini che
pongono i loro ideali al di sopra della
loro stessa vita e per quanti se ne
uccidano altrettanti ne nasceranno.
Ora è toccato al rivale politico del
leader al Cremlino Boris Nemtsov, ma
voi che navigate nella violenza
mettetevi il cuore in pace, il male non
riuscirà mai a trionfare sul bene.
Giulio Roveda
(Pizzighettone)
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Il turismo è la nostra salvezza
e l’Expo è l’ultima occasione
Caro direttore,
mentre la maggior parte dei nostri
politici continua a litigare, ad utilizzare
il ruolo ricoperto solo esclusivamente
per interessi personali, a farsi turbe
mentali se inviare o meno l’Ortolano di
Arcimboldo di Cremona o l’aratro del
Lavagnone di Desenzano del Garda, il
più antico del mondo, ad Expo, la più
importante manifestazione mondiale
si sta avvicinando al suo esordio. E’
l’ultimo treno da non perdere se
vogliamo rilanciare la nostra Nazione.
Non solo Milano o la Lombardia come
ancora crede qualche benpensante. E’
per questo che, anche se un po’
anacronistico in tema ambientale, ma
andrà vista solo per il significato
metaforico, proporrei
l’installazione, nei pressi
dell’evento, di una torre di
estrazione petrolifera, la
classica Derrick, la più
alta possibile, che si ‘veda
anche da Roma’, per far
capire che è giunto il
momento di estrarre il
nostro ‘petrolio’ facendo
lo sgambetto a tutti quei
poteri forti che non
vogliono la crescita del
nostro Paese. Ne abbiamo
per tutti i gusti e per tutte
le tasche. Mari, pianure e
monti, monumenti
architettonici ed
ambientali, opere d’arte,
moda e design, percorsi
enogastronomici tra i più
eccellenti e suggestivi al
mondo snodati tra i nostri
borghi di rara bellezza, e
tanto altro ancora. Questa è l’Italia. Il
turismo, la nostra salvezza. Ma solo se
ben organizzato.
Francesco Chiavegato
(Desenzano del Garda)
www.laprovinciacr.it
IL CASO
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Si trasferisce il Pacle
Una scelta sciagurata
Egregio direttore,
le vorremmo parlare di quello che si sta
prospettando per l’Istituto Pacle della
nostra città. Già, perché come se non bastasse la recente aggregazione dell’Istituto Beltrami (con relativi strascichi di polemiche) al Ghisleri a complicare la gestione della scuola, ora c’è pure chi pensa
di trasferire l’intero Istituto Pacle spostandolo dall’attuale ubicazione di via
Palestro 29 verso la sede centrale sita
sempre in via Palestro ma al 35. Premesso
che l’Istituto Pacle svolge proficuamente
le sue attività nella palazzina al civico 29,
è praticamente autosufficiente e dispone
al suo interno di numerose aule multimediali con lavagne interattive nonché di laboratori di informatica e lingue, i docenti
possono accogliere i genitori durante le
udienze in una apposita aula dotata di
computer per l’accesso al registro elettronico, eccetera. Viene da chiedersi: cui
prodest una simile scelleratezza? Insomma, il Pacle così com’è funziona, ed anche
piuttosto bene. Dà forse fastidio a qual-
Il Ghisleri-Vacchelli-Beltrami
cuno avere una scuola funzionante? Forse cè chi non pensa a tutto questo e vorrebbe spostare l’Istituto per cederne le relative aule al liceo Scientifico Aselli, senza
pensare che ciò aggraverebbe la situazione organizzativa del Vacchelli, già pesantemente compromessa dalla recente
aggregazione sopraccitata, farebbe aumentare i disagi dovuti allo spazio ridotto
e comporterebbe una fuoriuscita di soldi
pubblici inutilmente, per l’ovvia necessità di dover pagare qualcuno per smontare in toto lavagne, computer, laboratori e
quant’altro, per rimontarli in un edificio
che in linea d’aria sta a due passi! E pare
anche di capire che forse forse neppure
l’Aselli sarebbe così contento di una simile situazione, visto che si troverebbe separato in due tronconi. C’è dunque una occulta regia che vorrebbe accentrare e stipare ulteriormente alcune scuole favorendone (o sfavorendone?) però altre,
senza tener conto dei disagi che si verrebbero a creare. In tempi di crisi, soprattutto nelle scuole, quando i tagli sono sempre più profondi e le risorse economiche
sempre meno sostanziose c’è davvero chi
pensa di sperperare così il poco danaro a
disposizione? Questa operazione ? totalmente dissennata a nostro giudizio.
Un gruppo di docenti Dell’Istituto
Ghisleri
([email protected])
ome sottolineato in servizi sul
C
giornale, è in corso una
riorganizzazione dell’intero plesso che
vede impegnati i vari dirigenti
scolastici e l’amministrazione
provinciale responsabile dell’edilizia
della scuola superiore. Unire e
razionalizzare non mi pare una cattiva
idea.
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A chi predica l’accoglienza:
e gli italiani in difficoltà?
Gentilissimo direttore,
anche oggi leggiamo sui quotidiani e
sentiamo dai notiziari dei moltissimi
sbarchi di immigrati clandestini che
arrivano sulle nostre coste per cercare
che cosa non si sa. I nostri cari
amministratori sia locali che nazionali,
vogliono dare a questa affluenza una
nota caratteristica di questi casi: gente
che fugge dalla guerra. Ma, dico io, la
guerra è dappertutto? C’è gente che
arriva da paese dove non sanno cosa sia
la guerra ma vengono solo per trovare
quello che gli italiani o buona parte di
essi fanno fatica a trovare ogni giorno,
un buon pasto. Mare nostrum o Triton
che sia è la più grossa bufala che si
possa mettere in campo per ingannare
gli italiani, che sono il maggiore
azionista di questa operazione infinita,
visto che l’Europa se ne frega di tutta
questa operazione che loro chiamano
umanitaria. Ancora oggi si legge
dell’elevato costo che ogni
amministrazione locale deve farsi
carico di queste persone e non sono solo
briciole ma decine e decine di milioni e
mai ho sentito qualcuno dire che gli
L’INTERVENTO
dalla prima pagina
o strumento delle Bicamerali si è rivelato
inconcludente in questi 32 anni, la convoL
cazione di una nuova Assemblea Costituente
una via impercorribile. Solo nel 2001 e nel
2003, su spinta dei governi, il Parlamento riuscì ad agire. Nel 2001, su forte impulso del governo di centrosinistra, il Parlamento modifica il Titolo V recependo parte dei deliberati
della Bicamerale D’Alema, riforma che il popolo approverà poi con referendum. Nel 2003
il Parlamento approva la cosiddetta ‘Riforma
di Lorenzago’ su proposta del governo Berlusconi, riforma poi bocciata dagli italiani nel
referendum. Nel 2014 il governo attuale si è
fatto carico di sollecitare nuovamente il Parlamento, mettendo in campo una proposta di
parziale riforma della Costituzione. Non si è
imposto al Parlamento. Tant’è che la proposta del governo è stata notevolmente cambiata. Prima al Senato, poi alla Camera. Col concorso di molti, nonostante l’ostruzionismo.
Vedremo se si giungerà a buon fine. Al termine
del processo saranno comunque sempre i cittadini italiani a decidere con referendum. Un
punto centrale della Riforma é il superamento
del bicameralismo paritario che tante lentezze e incongruenze ha generato nel procedi-
italiani come cittadini si fanno carico di
questo, dicono solo e sempre: l’Italia si
farà carico di questa operazione. E per
ultima cosa una annotazione di
carattere umanitario che riguarda il
nostro paese e i suoi abitanti, quando il
nostro caro presidente Renzi,
Mattarella, la Boldrini che tanto
difendono questa operazione contro
l’umanità, perché di questo si tratta
dico: non gli si stringe il cuore nel
vedere i nostri cittadini, pensionati che
ogni giorno sono a rovistare nei
cassonetti dei mercati per trovare
qualcosa di ancora commestibile?
Pier Alfredo Gualdi
(Grontardo)
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Strada sud di Soresina
Bassorizzi ha visto giusto
Egregio direttore,
seguo le storie politiche di Soresina e
mi piace quando posso andare a
consigli, assemblee e parlare con chi
c’è. Sulla strada sud il signor Bassorizzi
è quello che ha visto lungo e bene come
ho capito anche per quanto fatto in
Aspm: cogeneratore, centraline,
sistemi, corsi ecc. D’altra parte uno che
si impegna da anni nel verde e nella Pro
loco merita più rispetto ed è stato
incompreso. Anzi aggiungo da ex
leghista che Città di Soresina di cui è
tra i fondatori avrebbe dovuto
candidare lui a sindaco e non Rava (...).
Francesco G.
(Soresina)
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Noi collaboratrici scolastiche
inascoltate dai vertici
Signor direttore,
siamo delle collaboratrici scolastiche
in servizio presso un istituto
comprensivo del cremonese e nelle
ultime settimane siamo state colpite
anche noi dall’influenza con
conseguente difficoltà di copertura del
personale ausiliario assente, come
succede ormai in tutte le scuole statali
italiane a causa dei tagli di personale e
mancanza di fondi per l’istruzione (e
qui ci sarebbe molto da discutere...).
Quello che però vorrei sottolineare è il
ritorno del principio ormai ‘vetusto’
che chi sta più in alto ha più potere e
competenze. Chi doveva organizzare
un piano di lavoro per tamponare le
assenze non solo non è stato in grado di
farlo, ma si è rifiutato addirittura di
ascoltare le nostre modeste proposte,
chiudendoci la porta in faccia. Noi
collaboratori scolastici che
percepiamo uno stipendio equiparato
al gradino che occupiamo nella scala
gerarchica, cioè il più basso, ci
chiediamo come mai in casi di
emergenza come questi non veniamo
ascoltati. Eppure siamo gli ‘esperti’ dei
compiti prioritari da assolvere degli
eventuali buchi da poter gestire e dei
conseguenti orari da rivalutare per
portare avanti la scuola al meglio. Chi
invece prende un salario equiparato
alla posizione che occupa nella
medesima gerarchia, cioè quello più
alto o quasi, che è seduto ad una
scrivania con un computer davanti, si
permette di non essere in grado di
gestire il personale e di non
considerarlo! Chi ha più merito?
Lettera firmata
(Cremona)
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SULLE RIFORME IL PARLAMENTO
AVEVA GIÀ FALLITO TRE VOLTE
mento legislativo. Lo si fa recuperando la proposta contenuta nel programma dell’Ulivo
del 1995. La Camera dei Deputati sarà la sola
detentrice del potere fiduciario col governo e
la fonte preminente del potere legislativo ordinario. Il Senato diverrà il luogo di rappresentanza di Regioni e Comuni, che così entrano
nel cuore del processo legislativo costituzionale e di raccordo con le Istituzioni europee,
compensando il passaggio dalle Regioni allo
Stato di alcune funzioni strategiche. Il Senato
non sarà composto da nominati bensì da sindaci (eletti direttamente dai cittadini) e da
consiglieri regionali (eletti in gran parte con le
preferenze). Nei 28 paesi dell’Europa, polmone della democrazia, 15 Parlamenti sono monocamerali. Nei rimanenti 13 bicamerali, in
meno di 5 la seconda Camera è eletta direttamente. La democrazia europea non ha sofferto per questa ragione. Tra le tante cose, con la
Riforma si rafforza il trinomio cardine del
funzionamento dei sistemi democratici: partecipazione, rappresentanza, responsabilità.
Responsabilità, attraverso una funzione più
incisiva del governo. Rappresentanza, mediante una maggior efficacia del potere legislativo e di controllo parlamentare, anche in
virtù di una riforma in essere dei regolamenti
della Camera. Partecipazione, con una significativa facilitazione per le leggi d’iniziativa
popolare, per l’attivazione dei referendum
propositivi e con la maggior efficacia dei referendum abrogativi (con le norme ora previste
molti degli ultimi referendum abrogativi sarebbero stati validi). Perciò non è in atto alcuna torsione autoritaria, caso mai leaderistica,
iniziata però molto tempo fa con l’elezione diretta dei sindaci, e che va ora accompagnata
con i cosiddetti contrappesi.
Ovviamente non tutto è risolto per far
funzionare in modo ottimale il sistema istituzionale. Altre questioni importanti che
ora non è stato possibile affrontare (forma
di governo, regioni a statuto speciale, macro
regioni) dovranno essere trattate.
Naturalmente la riforma costituzionale
deve essere accompagnata da una riforma
elettorale rispettosa della sentenza della
Corte Costituzionale. Quella in cantiere
trova fondamento nel consolidamento del
bipolarismo e della scelta del governo da
parte degli elettori mediante il doppio turno
e il premio di maggioranza; nella reintroduzione, non ancora del tutto esaustiva, della
scelta degli eletti con la preferenza; nella garanzia del diritto di tribuna ai partiti minori
mediante l’abbattimento al 3% della soglia
di accesso alla distribuzione dei seggi. Un
miglioramento enorme rispetto alla legge
attuale e assai significativo rispetto alla prima versione del cosiddetto Italicum. Personalmente preferirei una legge elettorale a
doppio turno con collegio uninominale e un
Senato espressione dei governi di nuove regioni con popolazione non inferiore a 5 milioni di abitanti. Sono però consapevole che
le riforme e le leggi si fanno col consenso della maggioranza non con i soli convincimenti
individuali. Quelle proposte sono il prodotto di una buona sintesi democratica. Spero
ulteriormente migliorabili. E rappresentano una risposta a quella crisi delle istituzioni
che, in un tempo di serie difficoltà economiche e sociali, può tradursi in crisi della democrazia.
Luciano Pizzetti
(sottosegretario per le riforme)