Rapporto annuale 2012 - amnesty :: Rapporto annuale

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Medio Oriente e Africa del Nord
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DUEMILA
Qatar
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MEDIO ORIENTE E AFRICA DEL NORD
IMPUNITÀ
Le autorità di Hamas non hanno provveduto a indagare sui presunti crimini di guerra e
possibili crimini contro l’umanità commessi dall’ala militare di Hamas e da altri gruppi
armati palestinesi a Gaza, durante l’operazione “Piombo fuso”.
MISSIONI E RAPPORTI DI AMNESTY INTERNATIONAL
Delegati di Amnesty International hanno visitato la Cisgiordania a maggio e novembre, e
Gaza a novembre.
The Palestinian bid for UN membership and statehood recognition (MDE 21/003/2011)
Amnesty International’s updated assessment of Israeli and Palestinian investigations into
the Gaza conflict (MDE 15/018/2011)
QATAR
STATO DEL QATAR
Capo di stato:
sceicco Hamad bin Khalifa Al Thani
Capo del governo:
sceicco Hamad bin Jassim bin Jabr Al Thani
Pena di morte: mantenitore
Popolazione: 1,9 milioni
Aspettativa di vita: 78,4 anni
Mortalità infantile sotto i cinque anni (m/f): 10,8‰
Alfabetizzazione adulti: 94,7 %
Due persone sono state detenute, a quanto pare perché sospettate di essere critiche nei
confronti del governo; secondo le accuse, una di esse è stata torturata. I lavoratori migranti sono stati vittime di sfruttamento e abusi e non sono stati tutelati adeguatamente
dalla legge. Almeno sei persone sono state condannate alla fustigazione e almeno tre
uomini alla pena capitale ma non ci sono state esecuzioni.
CONTESTO
Nello stato del Qatar non si sono verificate manifestazioni antigovernative simili a quelle
di altri paesi della regione, nonostante gli inviti alla protesta apparsi su Facebook a febbraio e marzo.
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RAPPORTO 2012
A maggio si sono svolte le elezioni amministrative. A novembre, il governo si è impegnato
a indire le prime elezioni per il consiglio della shura nel 2013, dopo che erano state rinviate dal 2008.
A ottobre è stata approvata una legge contro la tratta di esseri umani. Tra le legislazioni
che, stando alle notizie, erano in corso di revisione, c’era la legge per la tutela della società del 2002, che consente la detenzione fino a sei mesi senza accusa.
LIBERTÀ DI ESPRESSIONE
Almeno due uomini sono stati arrestati, a quanto pare perché sospettati di aver criticato
il governo, e due persone sono state incarcerate per blasfemia. Almeno 46 persone, in
maggioranza cittadini stranieri, sono state condannate per “rapporti sessuali illeciti” ed
espulse o condannate a pene detentive, in alcuni casi seguite dall’espulsione.
Salem al-Khawari, un dipendente pubblico, è stato arrestato il 7 febbraio e detenuto senza accusa fino al
18 ottobre. Gli è stato impedito di contattare la propria famiglia per tre mesi, durante i quali, secondo le
accuse, è stato obbligato a rimanere in piedi per oltre 15 ore al giorno, privato del sonno e percosso. Le
autorità non hanno fornito spiegazioni riguardo alla detenzione e non ci sono notizie di indagini condotte
sulla tortura che avrebbe subito.
Sultan al-Khalaifi, blogger e fondatore di un’organizzazione locale per i diritti umani, è stato arrestato il
2 marzo da funzionari della sicurezza di stato in borghese, che hanno inoltre perquisito la sua abitazione.
È stato tenuto in incommunicado per una settimana e poi rilasciato senza accusa il 1° aprile.
A febbraio, fonti hanno riferito che un cittadino del Qatar di 41 di anni è stato condannato a cinque anni
di carcere per blasfemia, da un tribunale di Doha.
DIRITTI DEI MIGRANTI
I lavoratori migranti, che costituiscono oltre l’80 per cento della popolazione del Qatar e
che provengono principalmente da paesi del sud-est asiatico, non sono stati protetti adeguatamente dalla legge e hanno continuato a essere vittime di abusi e sfruttamento da parte
dei loro datori di lavoro. A maggio, la Confederazione internazionale dei sindacati ha criticato
le condizioni dei lavoratori nel Qatar, in particolare delle donne impiegate come lavoratrici
domestiche e degli uomini assunti nell’edilizia per la costruzione di infrastrutture, in vista
del campionato mondiale di calcio del 2022, e ha chiesto miglioramenti concreti.
DISCRIMINAZIONE – DINIEGO DELLA CITTADINANZA
Le autorità hanno continuato a negare la cittadinanza del Qatar a circa 100 persone, la
maggior parte delle quali appartenenti alla tribù al-murra, ritenuta aver appoggiato un
tentativo di colpo di stato nel 1996. Le persone private della cittadinanza hanno di conseguenza dovuto affrontare numerose problematiche, come l’esclusione da opportunità
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d’impiego, dalla previdenza sociale e dall’assistenza sanitaria ed è stata loro negata la
possibilità di ottenere il passaporto del Qatar. Non hanno avuto alcuna possibilità di presentare ricorso in tribunale.
PENE CRUDELI, DISUMANE E DEGRADANTI
Almeno sei persone tra uomini e donne, tutti cittadini stranieri, sono state condannate
alla fustigazione, dai 40 ai 100 colpi, per reati relativi al consumo di alcol o per “rapporti
sessuali illeciti”. Soltanto i musulmani considerati in buona salute sono stati ritenuti
adatti a ricevere la condanna. Non è noto se queste sentenze siano state eseguite.
PENA DI MORTE
Sono state almeno tre le persone condannate a morte; si ritiene che a fine anno fossero
almeno 19 i prigionieri nel braccio della morte, compresi almeno sei condannati alla
pena capitale nel 2001, per coinvolgimento in un tentativo di colpo di stato nel 1996.
Non ci sono state notizie di esecuzioni.
SIRIA
REPUBBLICA ARABA DI SIRIA
Capo di stato: Bashar al-Assad
Capo del governo: Muhammad Naji al-’Otri
Pena di morte: mantenitore
Popolazione: 20,8 milioni
Aspettativa di vita: 75,9 anni
Mortalità infantile sotto i 5 anni (m/f): 16,2‰
Alfabetizzazione adulti: 84,2%
Le forze governative hanno fatto uso eccessivo e letale della forza contro i manifestanti
non violenti scesi per le strade, in un numero mai visto prima, per chiedere riforme politiche e la caduta del regime. Le modalità e la portata degli abusi di stato potrebbero aver
costituito crimini contro l’umanità. Secondo le notizie ricevute, più di 4300 persone sono
morte durante o in relazione alle proteste e nel corso dei funerali dei manifestanti, la
maggior parte, a quanto pare, sotto i colpi sparati da membri delle forze di sicurezza, inclusi i cecchini. Durante le operazioni militari sono stati impiegati carri armati in zone
abitate da civili. Anche membri delle forze di sicurezza sono rimasti uccisi, alcuni pare
per essersi rifiutati di aprire il fuoco sui manifestanti, altri in attacchi da parte dei soldati
disertori e di altre persone che si sono unite al movimento d’opposizione al governo. Alcuni
prigionieri sono stati liberati a seguito di amnistie ma migliaia di persone sono state deRapporto annuale 2012 - Amnesty International
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