Rapporto annuale 2012 - amnesty :: Rapporto annuale
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ACQUISTA ACQUISTA ONLINE ONLINE >> Medio Oriente e Africa del Nord 12 DUEMILA Algeria 6_MEDIORIENTE & AFRICA DEL NORD_amnesty 2012 10/05/12 14.27 Pagina 592 RAPPORTO 2012 ALGERIA REPUBBLICA ALGERINA DEMOCRATICA E POPOLARE Capo di stato: Abdelaziz Bouteflika Capo del governo: Ahmed Ouyahiya Pena di morte: abolizionista de facto Popolazione: 36 milioni Aspettativa di vita: 73,1 anni Mortalità infantile sotto i 5 anni (m/f): 32,3‰ Alfabetizzazione adulti: 72,6% Il governo ha revocato lo stato d’emergenza nazionale in vigore dal 1992, ma ha mantenuto rigide restrizioni alla libertà di espressione, associazione, riunione e alla pratica di culti religiosi. Le forze di sicurezza hanno fatto uso eccessivo della forza per disperdere alcune manifestazioni e nel rispondere a tentativi di rivolta; molte persone sono rimaste uccise. I detenuti sono rimasti a rischio di tortura e altri maltrattamenti. Le donne hanno continuato a essere discriminate nella legge e nella prassi e a essere inadeguatamente tutelate contro la violenza di genere, inclusa la violenza domestica. Non sono stati fatti passi avanti per affrontare l’eredità dell’impunità per le gravi violazioni dei diritti umani commesse in passato. Sono state emesse condanne a morte ma non ci sono state esecuzioni. I gruppi armati hanno compiuto attacchi, uccidendo alcuni civili. CONTESTO Dopo le proteste di massa e alcune rivolte a gennaio, durante l’anno si sono tenute periodicamente manifestazioni contro l’innalzamento dei prezzi dei prodotti alimentari e altri aumenti, la disoccupazione, le pessime condizioni degli alloggi, la corruzione pubblica e la violenza da parte delle forze di sicurezza. Molte sono state invocate dal Coordinamento nazionale per il cambiamento e la democrazia, un collettivo formato da partiti d’opposizione, sindacati e organizzazioni per i diritti umani. Il gruppo si è formato a gennaio, dopo che le proteste e le rivolte erano state represse con violenza dalle forze di sicurezza: molte persone sono rimaste uccise, centinaia ferite e altre centinaia ancora arrestate. Le autorità hanno intrapreso iniziative per andare incontro ad alcune delle rimostranze dei manifestanti, tagliando in via provvisoria le imposte su alcuni beni alimentari di base e a febbraio revocando lo stato di emergenza nazionale, in vigore dal 1992. Ad aprile, il presidente Abdelaziz Bouteflika ha annunciato un piano di riforme, comprese nuove leggi per rendere più libere le elezioni e i mezzi d’informazione, e la nomina di un comitato per riformare la costituzione. A fine anno, tali riforme non erano state però ancora com592 Rapporto annuale 2012 - Amnesty International 6_MEDIORIENTE & AFRICA DEL NORD_amnesty 2012 10/05/12 14.27 Pagina 593 MEDIO ORIENTE E AFRICA DEL NORD pletamente attuate e molte delle leggi successivamente adottate sono state criticate perché troppo limitate. Il governo ha autorizzato le visite dei Relatori speciali delle Nazioni Unite sulla libertà di espressione e sul diritto a un alloggio adeguato ma ha continuato a bloccare le reiterate richieste di visita da parte del Relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura e del Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulle sparizioni forzate. LIBERTÀ DI ESPRESSIONE, ASSOCIAZIONE E RIUNIONE Il governo ha continuato a limitare la libertà di espressione e a proibire raduni pubblici non autorizzati. Le proteste di massa, tenutesi a gennaio ad Algeri, Oran e in altre città, sono state disperse con violenza da migliaia di poliziotti in assetto antisommossa e altre forze di sicurezza, provocando morti e feriti. Nelle settimane successive, migliaia di agenti sono stati schierati per far fronte alle proteste proclamate ad Algeri e in altre città per il 12 febbraio. Secondo le notizie ricevute, le autorità hanno inoltre bloccato l’accesso a Facebook e Twitter in alcune aree, per ostacolare i tentativi di organizzare e coordinare le proteste. Dopo la revoca dello stato d’emergenza il 24 febbraio, è divenuto legale manifestare ovunque, tranne che ad Algeri, dove era necessaria un’autorizzazione anticipata che, tuttavia, è stata spesso negata. Ciò nonostante, molte proteste non autorizzate si sono svolte ad Algeri e in altre località. Le forze di sicurezza hanno disperso tali manifestazioni impiegando gas lacrimogeni e cannoni ad acqua e hanno arrestato i dimostranti. Alcuni degli arrestati sono stati incriminati e processati davanti a corti penali per “raduno disarmato illegale” e aggressione alle forze di sicurezza. La maggior parte è stata in seguito prosciolta. A dicembre, il parlamento ha approvato una nuova legislazione sui mezzi d’informazione che limita le attività dei giornalisti, in settori come la sicurezza dello stato, la sovranità nazionale e gli interessi economici, e stabilisce pesanti ammende quale punizione per le infrazioni della legge. Organizzazioni per i diritti umani hanno riferito che le autorità in alcuni casi avevano negato loro il permesso per tenere degli incontri. Sindacalisti hanno affermato di essere stati vittime di vessazioni da parte delle forze di sicurezza. Stando alle notizie, il governo si è rifiutato di autorizzare nuove associazioni o partiti politici, informando i richiedenti che dovevano attendere l’approvazione delle nuove normative. A dicembre, il parlamento ha approvato una nuova legge sulle associazioni, che conferisce alle autorità vasti poteri di sospendere o sciogliere Ngo e che limita ulteriormente la loro registrazione e il loro finanziamento. CONTROTERRORISMO E SICUREZZA Gruppi armati, in particolare l’organizzazione al-Qaeda nel Maghreb islamico (Al-Qaeda in the Islamic Maghreb – Aqim), hanno compiuto una serie di attacchi. Questi hanno Rapporto annuale 2012 - Amnesty International 593 6_MEDIORIENTE & AFRICA DEL NORD_amnesty 2012 10/05/12 14.27 Pagina 594 RAPPORTO 2012 preso di mira soprattutto postazioni militari ma hanno anche causato morti tra i civili. Secondo le notizie, oltre 100 presunti membri di Aqim e altri gruppi islamisti sono stati uccisi dalle forze di sicurezza, spesso in circostanze poco chiare, che fanno temere che si sia trattato, in alcuni casi, di esecuzioni extragiudiziali. Un attacco di Aqim a una caserma militare a Cherchell il 26 agosto avrebbe provocato la morte di due civili e di 16 soldati. A febbraio, un decreto presidenziale ha conferito all’esercito poteri per combattere il terrorismo, proprio mentre veniva revocato lo stato d’emergenza. Sempre a febbraio, un decreto presidenziale di emendamento al codice di procedura penale ha dato ai giudici il potere di trasferire persone sospettate di terrorismo in “strutture sicure”, situate in località tenute nascoste, anche per mesi, di fatto autorizzando la detenzione segreta per periodi prolungati. Le persone detenute in quanto sospettate di terrorismo sono state, stando alle accuse, torturate e maltrattate mentre erano trattenute dal dipartimento dell’informazione e la sicurezza (l’intelligence militare) e in alcuni casi detenute in incommunicado in circostanze equiparabili a sparizione forzata. Il 18 luglio, Abdelhakim Chenoui e Malik Medjnoun sono stati condannati a 12 anni di carcere al termine di un processo apparentemente iniquo, in seguito al quale sono stati ritenuti colpevoli dell’omicidio del cantante di Kabyle, Lounès Matoub, avvenuto anni prima. Entrambi erano trattenuti senza processo dal 1999. La loro condanna si basava su una “confessione” che Abdelhakim Chenoui ha affermato essergli stata estorta sotto coercizione e che in seguito aveva ritrattato. DIRITTI DELLE DONNE Le donne hanno continuato a subire discriminazioni nella legge e nella prassi. In particolare, ai sensi del codice della famiglia del 2005, i diritti delle donne sono subordinati a quelli degli uomini in materie come il matrimonio, il divorzio, la custodia dei figli e l’eredità. A maggio, dopo la sua visita in Algeria compiuta ad aprile, la Relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne ha affermato che il governo aveva intrapreso passi positivi per promuovere i diritti delle donne ma esortava le autorità ad affrontare la continua violenza in ambito familiare, le molestie sessuali e lo stigma nei confronti delle donne single non sposate e quelle che vivono da sole. A novembre, l’assemblea nazionale ha approvato una legge per aumentare la rappresentanza delle donne in parlamento ma non ha adottato le proposte legislative per una quota 594 Rapporto annuale 2012 - Amnesty International 6_MEDIORIENTE & AFRICA DEL NORD_amnesty 2012 10/05/12 14.27 Pagina 595 MEDIO ORIENTE E AFRICA DEL NORD del 30 per cento in tutti i collegi elettorali o per far sì che le donne figurassero in cima alle liste elettorali. A giugno e luglio, è giunta notizia che gruppi di giovani uomini nella città settentrionale di M’sila avevano aggredito donne che accusavano di prostituzione. IMPUNITÀ – SPARIZIONI FORZATE Ancora una volta le autorità non si sono attivate per indagare sulle migliaia di sparizioni forzate e altre gravi violazioni dei diritti umani che ebbero luogo durante il conflitto armato interno, nel corso degli anni Novanta, o per assicurare i perpetratori alla giustizia. Le autorità algerine hanno continuato ad applicare la Carta per la pace e la riconciliazione nazionale (Legge 06-01), che garantisce l’impunità alle forze armate, considera reato le critiche pubbliche alla loro condotta e concede amnistie a membri di gruppi armati responsabili di gravi abusi dei diritti umani. Le famiglie delle persone scomparse hanno subito pressioni per accettare certificati generici, dove si dichiarava che i loro cari erano deceduti ma senza specificare la data o la causa della morte, come presupposto per presentare domanda di compensazione. Le forze di sicurezza hanno disperso manifestazioni organizzate dalle famiglie delle persone scomparse. LIBERTÀ DI RELIGIONE O CREDO Cristiani, compresi quelli convertiti, hanno continuato a subire persecuzioni per le loro attività religiose non autorizzate ai sensi dell’Ordinanza 06-03, che regolamenta i culti diversi dalla religione di stato, l’Islam. A causa delle leggi, i cristiani hanno continuato a incontrare ostacoli nella costruzione o nella gestione delle chiese. A maggio, il governatore della provincia nordorientale di Béjaïa ha ordinato la chiusura di tutte le chiese, in base a quanto stabilito dalla legge. L’ordinanza è stata controfirmata dal ministro dell’Interno. Il 25 maggio, un tribunale di Cité Jamal, nella città di Oran, ha condannato Abdelkarim Siaghi, un cristiano convertito, a cinque anni di carcere e al pagamento di una pesante ammenda per aver “offeso il profeta Maometto”. Stando alle notizie, aveva avuto un processo iniquo, in cui ai suoi avvocati non era stato permesso di controinterrogare i testimoni. A fine anno si trovava in libertà, in attesa dell’esito dell’appello. PENA DI MORTE I tribunali hanno continuato a comminare sentenze di morte, per lo più contro persone processate in contumacia, per reati legati al terrorismo. L’ultima esecuzione risale al 1993. MISSIONI DI AMNESTY INTERNATIONAL Delegati di Amnesty International hanno visitato l’Algeria da febbraio a marzo. Rapporto annuale 2012 - Amnesty International 595