Emirati Arabi Uniti - amnesty :: Rapporto annuale

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Medio Oriente e Africa del Nord
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DUEMILA
Emirati Arabi Uniti
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RAPPORTO 2012
Women demand equality in shaping new Egypt (MDE 12/050/2011)
Broken promises: Egypt’s military rulers erode human rights (MDE 12/053/2011)
Arms transfers to the Middle East and North Africa: Lessons for an effective Arms Trade
Treaty (ACT 30/117/2011)
EMIRATI ARABI UNITI
EMIRATI ARABI UNITI
Capo di stato: sceicco Khalifa bin Zayed Al Nahyan
Capo del governo:
sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum
Pena di morte: mantenitore
Popolazione: 7,9 milioni
Aspettativa di vita: 76,5 anni
Mortalità infantile sotto i cinque anni: 7,4‰
Alfabetizzazione adulti: 90%
Cinque uomini sono stati detenuti arbitrariamente e in seguito condannati a pene detentive per aver espresso critiche nei confronti del governo e per aver invocato riforme;
sono stati rilasciati a seguito di un provvedimento di grazia presidenziale. Le autorità
hanno sostituito i consigli direttivi di quattro Ngo, che si erano unite per chiedere elezioni dirette. Le donne hanno continuato a essere discriminate nella legge e nella prassi.
I lavoratori migranti stranieri, in particolare le lavoratrici domestiche, non sono stati
adeguatamente tutelati contro lo sfruttamento e gli abusi da parte dei loro datori di lavoro. Il governo si è rifiutato di cooperare con gli organismi delle Nazioni Unite sui diritti
umani. Sono state comminate nuove condanne a morte e c’è stata almeno un’esecuzione.
CONTESTO
Il governo si è attivato per evitare eventuali proteste ispirate alle insurrezioni verificatesi
nella regione, impegnandosi ad assicurare “condizioni di vita dignitose” e annunciando
sostanziali aumenti delle pensioni per gli ex membri delle forze armate, oltre che sussidi
alimentari, tra cui riso e pane. A febbraio, il governo ha aumentato il numero delle persone aventi diritto di voto in previsione delle seconde elezioni nazionali, indette per eleggere 20 dei 40 seggi del consiglio nazionale federale; i rimanenti 20 seggi sono designati
con nomina diretta. A marzo, oltre 130 persone hanno sottoscritto una petizione indirizzata al presidente e al consiglio governativo, per chiedere libere elezioni a suffragio uni618
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MEDIO ORIENTE E AFRICA DEL NORD
versale e per conferire poteri legislativi al consiglio nazionale federale. A novembre, il
presidente ha promesso maggiori diritti ai cittadini.
LIBERTÀ DI ESPRESSIONE E ASSOCIAZIONE
Coloro che esprimevano critiche nei confronti del governo o degli stati amici erano passibili di arresto.
Hassan Mohammed Hassan al-Hammadi, membro del consiglio direttivo dell’Associazione degli insegnanti,
è stato arrestato il 4 febbraio e, stando alle fonti, accusato di “disturbo della sicurezza pubblica”, per
aver apertamente appoggiato le manifestazioni per le riforme in Egitto. È stato detenuto presso il quartier
generale delle forze di sicurezza statali ad Abu Dhabi e poi rilasciato il 17 febbraio in attesa del processo,
che è iniziato a novembre.
Sei persone legate al forum online Uae Hewar, oscurato dalle autorità governative degli Emirati Arabi Uniti
(United Arab Emirates – Uae), sono state arrestate ad aprile. Una è stata rilasciata dopo una settimana,
mentre gli altri, tutti uomini, conosciuti come “i cinque degli Uae”, sono stati processati a giugno per accuse di diffamazione in relazione ad articoli postati sul forum Uae Hewar. I cinque, Ahmed Mansoor, attivista
per i diritti umani e blogger, Nasser bin Ghaith, docente universitario e politico impegnato per le riforme,
e gli attivisti online Fahad Salim Dalk, Ahmed Abdul-Khaleq e Hassan Ali al-Khamis, erano prigionieri di
coscienza. Inizialmente, il processo a loro carico si è svolto a porte chiuse. In un secondo tempo, è stato
consentito a osservatori internazionali, tra i quali un’avvocatessa inviata negli Uae per conto di Amnesty
International e di altre Ngo internazionali, di assistere alle udienze. Il 22 novembre, il Gruppo di lavoro
delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria ha rilevato che Ahmed Mansoor era stato detenuto arbitrariamente a causa del suo “pacifico esercizio del diritto alla libertà di opinione ed espressione” e che aveva
avuto un processo iniquo. Il Gruppo di lavoro ha chiesto al governo di rilasciarlo e di fornirgli un’adeguata
riparazione. Il 27 novembre, tuttavia, Ahmed Mansoor è stato condannato a tre anni di carcere e gli altri
quattro imputati a due anni. Sono stati tutti rilasciati il giorno successivo, a seguito di un provvedimento
di grazia presidenziale ma i reati loro ascritti sono rimasti nelle loro fedine penali.
Ad aprile, il ministero per gli Affari sociali ha intrapreso provvedimenti nei confronti di quattro Ngo che, in precedenza lo stesso mese, avevano sottoscritto una lettera collettiva per
chiedere riforme. Il ministero ha sostituito con nomine governative i consigli direttivi dell’Associazione dei giuristi, dell’Associazione degli insegnanti e di altre due organizzazioni.
A dicembre, il governo ha ritirato la cittadinanza degli Uae a sei uomini, per motivi di sicurezza e per i loro presunti legami a un gruppo islamista. Alcuni di loro avevano sottoscritto
la petizione di marzo indirizzata al presidente. Secondo le notizie ricevute, 10 mesi prima
a un altro uomo era stata ritirata la cittadinanza degli Uae con motivazioni analoghe.
DIRITTI DELLE DONNE
Le donne hanno continuato a essere discriminate nella legge e nella prassi e a subire
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violenza di genere, anche all’interno della famiglia. Il governo ha compiuto progressi
marginali o inesistenti nell’attuazione delle raccomandazioni del Comitato Cedaw del
2010, che richiedevano l’introduzione di misure di ampia portata per tutelare le donne
dalla violenza domestica.
DIRITTI DEI MIGRANTI
I migranti stranieri non sono stati protetti adeguatamente da sfruttamento e da abusi
perpetrati dai loro datori di lavoro. Secondo quanto riferito, a febbraio, lavoratori migranti
impiegati nell’edilizia, che avevano perso il lavoro, erano rimasti bloccati negli Uae perché i datori di lavoro non li avevano ancora pagati o perché trattenevano il loro passaporto.
Molti migranti vivevano in condizioni deplorevoli in campi di lavoro.
Le donne straniere assunte come collaboratrici domestiche sono state particolarmente a
rischio; secondo le segnalazioni, molte lavoravano a lungo per una misera remunerazione
o erano vittime di abusi da parte dei datori di lavoro o dei loro sponsor negli Uae. Secondo
un rapporto governativo pubblicato a settembre, nei precedenti otto mesi, le autorità di
Dubai avevano detenuto almeno 900 lavoratrici domestiche, fuggite dalla residenza dei
rispettivi sponsor.
A dicembre, la Confederazione internazionale dei sindacati ha criticato la legge sul lavoro
degli Uae, in quanto non permetteva l’esistenza o la libera attività dei sindacati; negava
il diritto di contrattazione collettiva e di sciopero e conferiva al ministero del Lavoro il
potere di porre fine unilateralmente agli scioperi e di precettare i lavoratori.
PENA DI MORTE
Sono state comminate nuove condanne a morte. Si è avuta notizia di un’esecuzione: a
febbraio, un uomo giudicato colpevole dello stupro e omicidio di un minore è stato messo
a morte per fucilazione a Dubai. Si ritiene che sia la prima esecuzione dal 2008.
Le condanne a morte per omicidio, comminate nei confronti di 17 cittadini indiani nel
2010, sono state sospese dopo che i condannati avevano accettato di pagare una diya
(risarcimento monetario) alla vittima benché, a causa del mancato accordo tra le parti
sulla somma da corrispondere, i prigionieri non siano stati rimessi in libertà.
MISSIONI E RAPPORTI DI AMNESTY INTERNATIONAL
Delegati di Amnesty International hanno visitato gli Uae a giugno per condurre ricerche
e a settembre per assistere al processo dei “cinque degli Uae”.
United Arab Emirates: Summary trial observation briefing paper on the UAE5 case (MDE
25/008/2011)
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MEDIO ORIENTE E AFRICA DEL NORD
UAE: Free Activists Before Elections, Amnesty International joint statement (MDE
25/005/2011)
GIORDANIA
REGNO ASCEMITA DI GIORDANIA
Capo di stato: re Abdullah II bin al-Hussein
Capo del governo: Awn al-Khasawneh
(subentrato a Marouf al-Bakhit a ottobre,
succeduto a sua volta a Samir Rifai a febbraio)
Pena di morte: mantenitore
Popolazione: 6,3 milioni
Aspettativa di vita: 73,4 anni
Mortalità infantile sotto i 5 anni (m/f): 25,3‰
Alfabetizzazione adulti: 92,2%
Manifestanti pacifici che invocavano riforme sono stati dispersi con la forza e, secondo
le notizie ricevute, percossi dalle forze di sicurezza e da sostenitori filogovernativi, causando feriti e con ogni probabilità la morte di un uomo. Le libertà di espressione e di associazione sono rimaste soggette a restrizioni. La costituzione è stata emendata al fine
di vietare in modo specifico la tortura. Sono proseguiti i processi davanti alla corte per
la sicurezza di stato (State Security Court – Ssc), le cui procedure non hanno rispettato
gli standard internazionali di equità processuale. Tra le persone processate c’erano circa
100 presunti islamisti, molti dei quali sono stati torturati o altrimenti maltrattati mentre
erano trattenuti in incommunicado ad aprile. Migliaia di persone sono state sottoposte
a fermo senza accusa o la prospettiva di un processo sotto l’autorità dei governatori provinciali. Le donne hanno subito discriminazioni sul piano legale e di altro tipo ed è stato
segnalato che almeno 10 persone erano state vittime di cosiddetti “delitti d’onore”. I lavoratori domestici migranti hanno continuato a essere vittime di sfruttamento e abusi.
Secondo fonti di stampa, sono state condannate a morte almeno 15 persone. Non ci
sono state esecuzioni.
CONTESTO
Per tutto l’anno in varie parti del paese si sono tenute manifestazioni di persone che
chiedevano riforme politiche, economiche e sociali, che hanno spinto il re a promettere
un cambiamento. A febbraio, il re ha nominato un nuovo primo ministro incaricato di
velocizzare le riforme e ha in seguito lasciato intendere che queste avrebbero comportato
un trasferimento di poteri dalla monarchia al parlamento e che i futuri governi sarebbero
stati eletti democraticamente e fondati sulla rappresentanza dei partiti politici. A setRapporto annuale 2012 - Amnesty International
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