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dicembre 2013
BANCA LOCALE
A pag 6
QUESTIONE IMPRESE
A pag 16
CREDITO IN CASSA
A pag 18
Edicola
Editoriale
DI ROBERTO SCAZZOSI
2014, ripartiamo tutti insieme
Abbiamo fatto una scelta semplice per la copertina di questo
numero della Voce, gli auguri. Lo abbiamo fatto pensando al
momento economico che stiamo attraversando e alle richieste fatte da attori economici del nostro territorio, le imprese,
che ultimamente hanno alzato la voce. L’hanno fatto in un
incontro pubblico con il ministro dello Sviluppo Zanonato
tenutosi a Malpensa Fiere alla fine di ottobre. Per molti osservatori è stato un urlo di dolore: in queste condizioni –hanno
gridato– non ce la facciamo più ad andare avanti. Almeno
non in Italia, tanto che qualcuno ha già fatto le valigie per
la Svizzera e altri ci stanno facendo un pensiero. Su questo
tema, come banca locale e forza viva di un territorio, nel caso
specifico di confine, non possiamo che concordare con quanto emerso nell’assemblea di Confindustria Altomilanese,
quando è stato ricordata una ricerca sulle trasformazioni
dell’area da cui emergeva una conclusione che può apparire
lapalissiana: “la forza dell’area è l’area stessa”. Per questo, se
ogni azienda che se ne va è una parte del grande patrimonio
di conoscenze e capacità di intrapresa che perdiamo, occorre
chiedersi: cosa ci manca per essere attrattivi come il Canton
Ticino? Dall’assemblea di Confindustria Alto Milanese è
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emersa la proposta di una zona a burocrazia zero. Non si
tratta di una bella formula ma del frutto che deve maturare
dal dialogo fra imprese ed enti locali. Non è impossibile; è
doveroso. Così come è doveroso esaminare tutte le possibilità sul tavolo per favorire la ripresa; e parlo di Credito
InCassa, una misura studiata dalla Regione Lombardia per
smobilizzare i crediti vantati dalle imprese nei confronti
della Pubblica Amministrazione. Visto il basso numero di
adesioni fra i comuni del nostro territorio, ho scritto ai sindaci che non si erano ancora attivati, mosso da un intento
preciso: nessuna occasione va sprecata per aiutare quelle
imprese che stanno facendo da anni i conti con gli effetti
della crisi. Prima di guardare altrove, quindi, attiviamoci per
valutare tutte le possibilità per aiutarci. La logica è sempre
quella: fare sistema, oggi più che mai, partendo dal basso,
dal nostro territorio. Un territorio dove, ed è il primo servizio
di questo numero, la nostra Bcc, dopo un secolo abbondante, è rimasta da settembre la sola banca locale. Non è una
buona notizia, ma è una notizia, quindi prendiamone atto.
Da qui si parte per un 2014 cui è consegnata la speranza
della ripresa. Un augurio di tutti e, soprattutto, per tutti.
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SOMMARIO
Edicola
Il Panorama
COPERTINA
DI LUCA BARNI
Per le imprese, le famiglie e la ripresa
Fiducia come motore per la ripresa
Il 2013 si chiude nell'attesa di una ripresa che arriverà e le difficoltà
strutturali che impediscono alle nostre aziende di liberare le loro
potenzialità. Dalle tentazioni di "fuga" in Svizzera alle proposte per
risolvere i problemi sul territorio gli auguri all'economia che produce.
LA VOCE
dicembre 2013
14Economia
Banca Locale
6
Da settembre 2013 la Bcc è
ufficialmente l'ultima banca
locale rimasta sul territorio
20Progetti/1
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Incontro artigiani - ministro
Zanonato e le proposte di
Confindustria Alto Milanese
Un istituto tecnico superiore
post-diploma per formare
tecnici "green"
24
La storia
Rigore e sostenibilità,
vent'anni di crescita
del Gruppo Osti
28
La nostra Banca
A Casa in Piazza nuove
proposte e segnali di ripresa
del mercato immobiliare
21Progetti/2
30
22Famiglie
Tagesmutter, un nuovo
34
Questione imprese
La burocrazia nemica
delle imprese: trecento
nuove norme in soli tre anni
Accendiamo le idee: il bando di concorso
per startup innovative
servizio per donne e famiglie
sul nostro territorio
Territorio
Un'autunno di iniziative
benefiche culturali e sociali
nel segno della Bcc
Associazione Ccr
Le manifestazioni, le iniziative
estive e gli appuntamenti
dei prossimi mesi
Al cambio di data più importante arriviamo ancora una volta in compagnia di una crisi che non allenta la presa e con gli
auspici di una ripresa di cui, se devo essere sincero, non vedo ancora segnali importanti. Diamo conto in questo numero
delle iniziative messe in campo dalla nostra Bcc per contribuire a invertire la tendenza; iniziative, come sempre, frutto
del confronto e della collaborazione con altri attori del territorio. Il presidente, nel proprio editoriale, si sofferma sulla
reazione delle imprese a questo stato di cose, dalle proteste alle proposte per reagire. Conosco, per esperienza diretta, la
capacità delle nostre imprese di darsi da fare, specie nelle condizioni difficili. L’intraprendenza è sempre stata una loro
caratteristica, una leva formidabile per lo sviluppo del nostro territorio e per il suo benessere. Come attori economici del
nostro territorio, ormai l’unica banca locale attiva nell’Altomilanese e nel Varesotto, anche quest’anno abbiamo fatto la
nostra parte. Dati alla mano, dovremmo chiudere questo 2013 con un livello di impieghi pari a quello del 2012, mentre
il sistema, sulla base dei numeri diffusi da Banca d’Italia, segna un – 3% complessivo e, più in particolare, un – 4% di
finanziamenti alle imprese. Un saldo negativo che peggiora ulteriormente per le piccole e medio imprese, verso le quali
gli impieghi si sono ridotti del 12/13%. Considerato che i nostri clienti sono le micro e piccole imprese, è la prova che
da parte nostra non è mancato il supporto. Lo stesso può dirsi dell’altro nostro soggetto di riferimento, le famiglie: ne
ho parlato recentemente in un post sul blog che tengo per la testata on line Linkiesta. A livello di sistema sono intorno
al 3% le famiglie cosiddette vulnerabili, ossia quelle in “tensione finanziaria” per non riuscire a pagare le rate dei mutui.
Si tratta di una percentuale che si riduce ulteriormente per le famiglie clienti della banche di credito cooperativo. Questo
significa una cosa sola; con le famiglie abbiamo lavorato bene, abbiamo fatto un’utile opera di educazione finanziaria
consigliando di non fare mai il passo più lungo della gamba, quindi calibrando un impegno per i mutui contratti coerente
con le capacità di rimborso. È la prova che il modello di banca relazionale cui ci ispiriamo ha un senso ben preciso, con
ricadute positive per i clienti, oltre che per la banca stessa. Non saranno un caso, allora, le performance positive messe
a segno nel Conto Economico ad ottobre dalla nostra Bcc sui servizi proposti. Cosa è questo dato, se non una conferma
ulteriore della nostra capacità di fare consulenza ai clienti, di consigliare loro la soluzione migliore, ad esempio, per investire i propri soldi? O sottoscrivere la polizza giusta? È da questo modo di operare che si crea la fiducia: forse non sarà un
indicatore economico univocamente misurabile, ma è certo un elemento imprescindibile se vogliamo vedere la ripresa.
La Voce
Bimestrale della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate
dicembre 2013
Credito in cassa
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L'appello del presidente
Roberto Scazzosi ai sindaci
per stimolare la ripresa
Redazione e grafica: Eo Ipso - Legnano
Anno X n° 4
Stampa: Q-Print - Gallarate
Direttore responsabile: Chiara Porta
Editore: Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate
Registrazione del Tribunale di Milano n°163 del 15-03-2004
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PRIMO PIANO
PRIMO PIANO
L
a Bcc di Busto Garolfo e
Buguggiate è rimasta l’ultima
banca locale della nostra zona.
E, diciamolo subito, è un dato di fatto,
non certo una bella notizia per un territorio che a cavallo del Novecento
ha visto la nascita di ben 18 banche
"Tra due fiumi", cioè tra il Ticino e
l'Olona, per delimitare l’ambito di cui
parliamo utilizzando il titolo di un
libro edito dalla nostra Bcc sulla storia economica locale e scritto nel 2008
da Pietro Cafaro, docente di Storia
economica alla Cattolica di Milano.
A parte un comprensibile orgoglio e
un sospiro di sollievo a stento trattenuto, non può certo far piacere essere
l’unico reduce della storia bancaria
locale, perché quello che il territorio
perde non lo riacquista più, tanto
in valore aggiunto quanto in prospettiva. Chi è rimasto sul campo,
infatti, a volte per pochi anni, in altri
casi per oltre un secolo ha rappre-
sentato un punto di riferimento per
le proprie comunità locali e giocato
un ruolo nello sviluppo economico,
sociale e culturale delle nostre terre.
Sono tante le iniziative che sono state
possibili solo grazie alla presenza di
banche locali che hanno fatto da volano, e in alcuni casi anche da motore
propulsore, alla nascita di aziende
piccole e grandi, al concretizzarsi
di sogni e progetti di artigiani, agricoltori, commercianti e famiglie, al
realizzarsi di interventi strutturali e
strategici sia per le piccole comunità
locali sia per tutto il territorio nel suo
insieme. E il ricordare la Mostra del
Tessile e quello che ha rappresentato
negli anni basti come esempio.
Del resto, quelle nate tra Ottocento e
Novecento sono banche che prendono
le mosse o dagli storici industriali di
quegli anni o dal mondo cattolico,
con una differenza di base: le prime
sono state banche d'affari a tutti gli
Banca di Legnano si scioglie nella galassia Bpm
Fondata come società anonima l'11 giugno 1887, per volontà di alcuni imprenditori locali (Eugenio Cantoni, Gaetano ed
Antonio Muttoni, Giovanni De Martini,
Costanzo Canziani e Guido Bossi), contava su un capitale di 300mila lire e un
totale di 1.500 azioni. La banca aprì al
pubblico il 16 gennaio 1888 e nel 1905
aumentò per la prima volta il suo capitale,
raggiungendo il milione e mezzo di lire. Lo
sviluppo sul territorio la portò ad arrivare
ad avere 117 filiali e un capitale sociale
di oltre 472 milioni di euro. Per quasi
quarant'anni di proprietà della Banca
Commerciale Italiana, nel 2001 il pacchetto di controllo venne acquisito dalla
Banca Popolare di Milano, in cui la Banca
di Legnano si è fusa il 14 settembre 2013.
Bcc, siamo l'ultima banca locale
Dopo la fusione di BdL nella Banca Popolare di Milano dello scorso settembre, la Bcc
di Busto Garolfo e Buguggiate è rimasto l'ultimo istituto espressione del territorio
effetti, le seconde hanno avuto in sé
una profonda valenza cooperativa e di
mutuo soccorso. Valori, questi ultimi,
che non devono e non possono essere
traditi. E non solo o non tanto perché
stanno alla base dell’essere banca della
Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, ma
perché solo la reciprocità e la capacità
di aiutarsi l’un l’altro nel rispetto delle
regole e dei ruoli -quindi non l’assistenzialismo- sono davvero in grado
di aiutare l’economia locale a svilupparsi e a ripartire.
Ma c’è un altro aspetto negativo
dell’essere rimasti l’unico reduce
della storia bancaria locale. Che forse
è il peggiore di tutti. Significa che il
nostro territorio è diventato, nella
stragrande maggioranza dei casi, la
periferia di enti che hanno il cuore, il
cervello e gli interessi primari legati
ad altre zone del Paese. E se è logico
che anche in tempi di vacche grasse
sarà primariamente da altri parti
Banca
di Busto Arsizio
l’ascesa nazionale
porta al fallimento
Fondata nel 1873 da un gruppo di industriali locali guidati
dal barone Eugenio Cantoni, nel
giro di qualche decennio la Banca
di Busto Arsizio conobbe una
forte espansione, prima rilevando la Banca di Vigevano, quindi
incorporando (1911) la Banca di
Verona. Mutata la ragione sociale
in Società italiana di credito provinciale, nel 1914, in parte grazie all’apporto di capitali francesi,
divenne Banca Italiana di Sconto,
con sede a Roma. Fu il principale
finanziatore dell’Ansaldo, che finì
per diventare il maggior azionista
oltre che maggior debitore. Dopo
la guerra l’Ansaldo si ritrovò con
un eccesso di capacità produttiva:
la Banca Italiana di Sconto fu
così travolta dalla crisi finanziaria
e nel 1921 dichiarò fallimento.
La prima sede della Banca di Busto Arsizio fondata nel 1873 da un gruppo di industriali locali.
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-cioè nei pressi delle singole sedi centrali di questi enti- che si concentrerà
l’interesse primario di queste banche
ad organizzare iniziative e i conseguenti ritorni che ne deriveranno per
le comunità locali, in tempi, come
questi, di vacche magre essere in
periferia è sicuramente penalizzante. Senza addentrarci in esempi che
sono ben chiari al lettore, basti un’osservazione: in caso di contenimento
dei costi e di decrescita, i primi tagli
avvengono (quasi) sempre nella periferia. Per la verità questo è un discorso più complessivo, applicabile anche
alle tante aziende del nostro territorio
che stanno pian piano passando di
mano e i cui nuovi proprietari hanno
altrove il centro dei loro interessi.
E che si tratti di scelte strategiche o
di soluzioni adottate per necessità
poco importa, il risultato è sempre lo
stesso: il depauperamento dell’Alto
Milanese e del Basso Varesotto come
sistema e piattaforma territoriale.
Di più. Come chiarisce l’economista
Stefano Zamagni, c’è una profonda
differenza tra banca del territorio
e banca per il territorio, ovvero fra
una banca locale e una banca che,
semplicemente, opera nel locale. Se,
infatti, una banca nasce nel locale,
ma cresce a un livello dimensionale
che travalica spazi e ambiti originari, quel legame, fisiologicamente, si
perde. E ciò significa anche perdere
la capacità di elaborare risposte originali: solo una banca del territorio
può infatti essere laboratorio creativo, perché la sua “meccanica ancora
artigianale” le consente di modulare
le risposte e i processi sulle esigenze
specifiche di famiglie e imprese, enti
e associazioni.
Insomma, alla fine tutto è riconducibile al governo degli enti e delle
imprese che stanno in un determinato territorio. È la storia ad insegnarcelo. È la storia della tante banche
locali che sono scomparse, stemperate all’interno di aziende più grande, che a volte ne hanno tenuto il
marchio ma il più delle volte hanno
affossato anche quello. Già, perché
la loro vera forza, il vero valore
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PRIMO PIANO
pressbox
PRIMO PIANO
É proprio nel cuore del capoluogo che trovò la sua prima sede la Banca Cooperativa di Varese.
Banca Cooperativa di Varese
il Credito Varesino muore in Bpu
È del 1895 l’iniziativa di alcuni democratici radicali che, unendo i maggiori
esponenti del mondo economico varesino di parte democratica, danno vita
alla Banca Cooperativa di Varese e
Circondario, che nel luglio 1906 diventa il Credito Varesino. Tra sviluppo nazionale e internazionale, giri in
borsa, anni sotto il controllo dell’Ambrosiano e intrecci con Roberto Calvi,
nel 1984 il Credito Varesino diventa
di proprietà della Banca Popolare di
Bergamo, che lo incorpora nel 1992.
Nel 2003 la “Banca popolare di
Bergamo-Credito varesino” si fonde
con la Popolare Commercio e Industria
e la Popolare di Luino e di Varese
dando origine a Bpu (Banche Popolari
Unite), che, nel 2007 si fonde con Banca
Lombarda per far nascere UBI Banca.
Popolare di Abbiategrasso
acquisita da Bam, scompare in Mps
Nata come cooperativa anonima nell’agosto del 1890 con l’obiettivo di sostenere gli imprenditori agricoli del territorio, la Banca Popolare di Abbiategrasso
prese le mosse rilevando l’agenzia della
Banca Popolare di Vigevano che era
attiva ad Abbiategrasso fin dal 1873.
Profondamente legata alla storia e
allo sviluppo economico di tutta l’area
abbiatense, la banca operò esclusiva-
mente in provincia di Milano, dove
arrivò ad avere 28 sportelli. Nel 1995,
quando il suo fatturato ammontava
a 22,4 miliardi di lire, la Popolare
di Abbiategrasso venne incorporata
nella Banca Agricola Mantovana,
per stemperarsi completamente nel
1998 nella galassia del Monte dei
Paschi di Siena, che la sciolse definitivamente il 22 settembre 2008.
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PRIMO PIANO
aggiunto di una banca locale è quello
di essere amministrata da persone
del territorio, che conoscono la realtà
e le speranze di una comunità, e che
in generale sostengono tanto il tessuto economico quanto quello associativo e culturale della propria gente.
Sono, e ne siamo davvero convinti,
un patrimonio di tutti.
E scusate se è poco.
Del resto, tornando alla storia bancaria delle nostre lande, se le banche
commerciali sono figlie dell’iniziativa
degli imprenditori locali, quelle nate
nell’alveo del mondo cattolico sono
espressione della volontà di un’intera
comunità locale e da tante persone
pronte a rischiare in proprio assumendosi la responsabilità illimitata pur di
dare vita ad un ente che li aiutasse a
svilupparsi, a superare i momenti di
difficoltà, a trasformare i sogni e le
speranze in fatti concreti. Così fu per
la Cassa rurale di Casorezzo (fondata
nel 1896) e quelle di Inveruno (1896),
la nostra Santa Margarita di Busto
Garolfo (1897), Magnago (1902), San
Magno di Legnano (1902), Magenta
(1903) e Castano Primo (1909). Tutti
istituti bancari che coincisero "quasi
sempre con la circoscrizione del
paese, richiedendo di norma all'aspirante socio il requisito della residenza o quantomeno quello dell'abituale
dimora in paese -scrive Cafaro nel
suo libro-. Il principio della solidarietà illimitata non poteva infatti che
essere applicato in piccoli contesti
comunitari, ove la conoscenza personale dei soci diventava essenziale
per porre la società al riparo dai
rischi di insolvenza economica". E
oltre al requisito della solvibilità, il
socio doveva offrire anche garanzie
sul piano morale: “il regolamento
interno della Cassa di Magnago inibiva dalla società quel paesano affetto
«dal vizio del gioco o della osteria»
-racconta ancora Cafaro-; ma l'interdizione poteva colpire anche colui
che non dimostrava di santificare
adeguatamente le feste comandate,
lavorando o facendo lavorare i propri
familiari. Al socio si richiedeva una
condotta irreprensibile e regolata dai
10
PRIMO PIANO
«sentimenti cristiani verso la religione, la Chiesa e il Pontefice». Più
blandamente lo statuto della società di Castano richiedeva invece ai
propri aderenti d'essere «ossequienti
alla religione cattolica e alle vigenti
leggi». Le prescrizioni morali e d'indole religiosa costituirono in ogni
caso credenziali importanti e decisive: tiepidezza religiosa o deroghe
dalle pratiche devozionali potevano
significare infatti l'espulsione dalla
società -si legge nel libro di Cafaro- .
«Ogni socio finché sarà tale», stabiliva in modo perentorio il regolamento interno della Cassa rurale San
Michele di Magnago, «dovrà colla
sua condotta non venir mai meno alle
promesse fatte ed accettate colla sua
ammissione: in caso diverso la presidenza lo espellerà dalla Cassa rurale».
Quelle Casse, di cui soltanto la nostra
superò lo spartiacque della prima
guerra mondiale, dunque, erano
essenzialmente delle cooperative, in
cui tutti i soci rischiavano per aiutarsi
l'un con l'altro, rendendosi disponibili a rispondere illimitatamente
con i propri beni contro le avverse
fortune. Del resto erano anni difficili,
c’era da controbattere la piaga dell’usura e sostenere il settore primario
a seguito della grande crisi agraria
conseguente all’invasione inaspettata
di cereali a basso costo provenienti
dalle Americhe. Ma erano anche gli
anni in cui si formavano i valori fondamentali del cattolicesimo sociale,
sulla spinta della Rerum Novarum di
papa Leone XIII, gli stessi che sono
patrimonio fondamentale e distintivo
delle banche di credito cooperativo
odierne. Miglior fortuna non è toccata a quelle che abbiamo chiamato
le banche d’affari, volute dagli industriali locali del tempo, che caldeggiavano con forza la presenza del
mondo imprenditoriale nelle istituzioni creditizie. Ecco, così, nascere la
Banca di Legnano (1887), la Popolare
di Abbiategrasso (1890), la Banca di
Busto Arsizio (1873) e la Banca di
Varese (1899). E poi, per completezza, ci sono gli istituti nati tra i
due fiumi nel Novecento: la Banca
Alto Milanese (1922) e il Credito
Legnanese (1923), di cui scriviamo
nei box della pagina precedente, la
Bcc di Buguggiate (1982), incorporata nel 1999 nella Santa Margherita
di Busto Garolfo, e la Bcc di Busto
Arsizio (1996), che nel 1998 è stata
assorbita dal Credito Valtellinese.
Nelle due immagini sopra, l'ieri e l'oggi della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, fondata nel
paese in provincia di Milano da un gruppo di cattolici nel 1897. La prima sede era in via Abbazia.
Credito Legnanese
la storia finisce
nel Banco Lariano
Banca Alto Milanese
dalla Malpensa
alle rive del Lario
Il 29 maggio 1923, nel giorno dell'anniversario della battaglia di Legnano,
piccoli e medi imprenditori dei settori
tessile e meccanico e banchieri milanesi creano il Credito Legnanese. Lo
sviluppo fu legato essenzialmente al
territorio e gli interessi si allargarono al campo delle gestioni esattoriali comunali e consorziali. Nel 1967
il pacchetto di maggioranza andò a
Italmobiliare, da qui trasferito alla
Banca Provinciale Lombarda e, nel
1974, fu acquisito dal Banco Lariano.
L'Assemblea straordinaria del 25
luglio 1975 deliberò la fusione per
incorporazione del Credito Legnanese
nel Banco Lariano, passato nel 1977
all'Istituto Bancario San Paolo di
Torino, che dal 1998 divenne SanpaoloImi e dal 2007 Intesa San Paolo.
Il 5 settembre 1922 Benigno Airoldi,
allora ventunenne, costituì insieme
ad altri soci la Banca Alto Milanese,
con capitale sociale di un milione di
lire. Nel 1948 la Banca concorse alla
realizzazione dell'aeroporto internazionale della Malpensa, dove aprì
uno sportello. Negli anni '50, con
un gruppo di industriali della zona,
contribuì alla nascita e allo sviluppo
della Mostra internazionale del tessile e nel 1953 aderì alla costituzione
del Mediocredito Regionale Lombardo.
Nel 1971 si trasformò in società per
azioni e presidente venne nominato
proprio Benigno Airoldi, nel frattempo divenuto Cavaliere del Lavoro.
Nel 1974 il Banco Lariano acquisì la
maggioranza del pacchetto azionario
della Banca e l’anno dopo la incorporò.
In alto a sinistra, la sede della Bcc di Buguggiate, nata nel 1982 e incorporata nel 1999 dalla più antica Bcc di Busto Garolfo. In alto a destra, la sezione
agraria della Cassa rurale di Busto Garolfo, che si spostò in via IV Novembre. In basso, tre scene della vita di tutti i giorni, a cavallo dell'Ottocento
e del Novecento: attività prevalente era quella del settore primario e proprio per sostenerlo presero vita le banche cooperative e di mutuo soccorso.
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PRIMO PIANO
Ignazio Parrinello, vicepresidente vicario
Con l’espressione banca locale non intendiamo
soltanto e semplicemente dare una connotazione
logistico-geografica per un istituto di credito;
piuttosto esprimere un contenuto economico ben
più profondo, fatto di attenzione nei confronti
delle imprese, soprattutto di quelle della fascia
medio-piccola e soprattutto in un momento di
Si parla sempre più spesso di catena decisionale
corta quando si vuol suggerire l’idea di prontezza
nelle risposte da dare al cliente: ecco la migliore
riprova dell’importanza di una banca locale per il
territorio. Le famiglie ma, soprattutto, le imprese
hanno delle esigenze che si misurano con il parametro tempo, perché il mercato non aspetta e la
Mauro Colombo, vicepresidente
rapidità nelle decisioni diventa fattore di competitività. Per questo la presenza di una banca locale,
più leggera nella struttura e con tempi di reazione
più brevi, rappresenta un indubbio vantaggio.
Un plus che va a sommarsi alla conoscenza più
approfondita della realtà in cui opera e ai rapporti
con gli attori economici e sociali del territorio.
Mario Pozzi, consigliere
Sull’importanza di una banca locale ricordo l’esperienza vissuta con l’allora Cassa rurale e
artigiana di Buguggiate, fondata nel 1982 da 110
soci, artigiani e coltivatori diretti locali, e poi confluita per fusione nella nostra Bcc: ci riuscì, fra
molte difficoltà, di influenzare il mercato calmierando un sistema che, allora, era quasi monopo-
Per il territorio è importante avere una banca
locale perché questa può meglio ascoltarne i
bisogni e formulare soluzioni per soddisfarli. Per
i soggetti di un territorio avere una banca locale
come interlocutrice per i propri progetti rappresenta un vantaggio perché risposte e le decisioni
arrivano da un organo composto da persone che
12
crisi. Compito di una vera banca locale è di collaborare attivamente allo sviluppo del territorio;
per questo noi, come Bcc, siamo ben disposti a esaminare proposte e a essere partner di tutte quelle
iniziative e quei progetti che, indipendentemente
dalle dimensioni, hanno un orizzonte positivo e
dove si investono risorse per creare ricchezza.
listico. In questo modo beneficiarono della nostra
iniziativa anche quelli che in una banca di credito
cooperativo non avevano mai messo piede. E se
ne avvantaggiò anche il territorio con iniziative
benefiche da parte della banca come il restauro di
un oratorio del Cinquecento e la ristrutturazione
e l’ampliamento della parrocchia di Buguggiate.
Giuseppe Barni, consigliere
sono espressione del territorio stesso e che lo vivono quotidianamente, non da impersonali comitati
a centinaia di chilometri di distanza. La prossimità e la conoscenza sono fattori premianti; lo sono
stati in passato, lo sono ancora di più oggi, dopo
che la crisi economica ha evidenziato i difetti di un
modo d’agire sganciato dalla realtà dell’economia.
Attilio Fontana, sindaco di Varese
Per un territorio, qualsiasi territorio, è essenziale
avere una banca locale che, oltre a svolgere il ruolo
che le è proprio nei confronti di risparmiatori e
investitori, abbia un occhio attento alla comunità
in cui opera, alle specificità che ne rappresentano
il quid e alle sue esigenze più profonde. È essenziale in modo particolare oggi, in un periodo
segnato dalla scarsa disponibilità di denaro. So
per esperienza che dalla vera disponibilità a confrontarsi sui problemi possono scaturire le soluzioni; e questo con una banca locale può essere
facilitato dalla conoscenza del territorio in cui si
opera e dalla sensibilità verso questioni che meglio
possono essere comprese da chi le vive.
Giovanni Alborghetti, sindaco di Villa Cortese
Ogni territorio dovrebbe avere la sua banca locale,
perché le esigenze di una comunità si comprendono
davvero solo vivendole e perché ci sono compiti e
funzioni che svolge solo una banca del territorio.
Noi a Villa Cortese, ad esempio, se non avessimo
la Bcc non avremmo alcun interlocutore, neppure
per l’indispensabile funzione istituzionale della
tesoreria comunale. Quel che è certo è che nel
tempo abbiamo perso quella vocazione cooperativa e
mutualistica delle tante istituzioni legate alla nostra
storia e che ci garantivano un welfare che giorno
dopo giorno stiamo perdendo sempre più: è una
costatazione amara, ma su cui tutti si devono interrogare, anche la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate.
Marco Broggini, segretario generale Confartigianato Altomilanese
Un territorio deve avere anche una banca locale,
non solo per distribuire le risorse sul territorio in
cui le raccoglie, ma per il patrimonio di professionalità e conoscenza della dimensione locale che
soltanto chi è del territorio può vantare. Questo
è fondamentale per orientare quelle politiche di
sviluppo e di marketing territoriale senza le quali
oggi non c’è prospettiva. È un dato di fatto: la
competizione economica oggi è glocale. Questo
significa che le nostre imprese possono giocarsi
le proprie chances a livello globale soltanto se
a livello locale esistono i presupposti per essere
competitivi. Ecco perché un territorio deve avere
il proprio attore del credito e deve averlo forte.
Marco Crespi, direttore territoriale Area Varese, Confidi Lombardia
L'attuale difficile congiuntura pone nuove sfide
alle imprese, così come al sistema bancario. Tra
le priorità cui il mondo imprenditoriale deve far
fronte, quella della ricerca del sostegno creditizio
è una delle più pressanti e complicate. I percorsi
per arrivare al credito sono oggettivamente simili
indipendentemente dalla banca cui l'azienda si
rivolge. Anche perché la propensione al rischio sta
diminuendo in tutto il sistema. La prossimità al
sistema produttivo oggi non sta solo nella presenza
e nella mentalità legate a uno specifico territorio,
ma nella capacità di interpretare i progetti delle
singole imprese che guardano a orizzonti sempre
più vasti. È questa la vera sfida da affrontare.
Pietro Cafaro, docente di Storia Economica Università Cattolica di Milano
Paolo Ferrè, presidente Confcommercio Legnano
La banca è il ponte fra chi risparmia e investe;
oggi il risparmio è gestito in modo molto diverso
fra le banche e non sempre favorisce lo sviluppo
del territorio, il che è importante sia per il benessere economico sia per la qualità della vita. Una
banca assolve tanto meglio la sua funzione se
reinveste risorse nel territorio in cui le raccoglie
È fondamentale per un imprenditore essere
garantito sul territorio dalla presenza di una
banca che faccia una politica di territorio, come
fa la Bcc e come hanno fatto il Credito Legnanese,
il Banco Lariano, il Credito Valtellinese e la Bdl,
poi assorbiti in altri istituti. Quello che si perde,
in questi casi, è il rapporto personale, di cui bene-
e la storia dimostra che dove si è mantenuta una
banca locale ci sono stati vantaggi. Per rispondere
meglio alle sfide e dare sicurezza ai clienti banche
piccole come le Bcc hanno fatto propria la strategia della rete; una rete di autonomie che garantisce e lascia libertà, creandole condizioni per un
ambiente di crescita sano per l’economia reale.
Hanno detto
Hanno detto
PRIMO PIANO
ficiavano soprattutto i piccoli e che rappresentava
un valore aggiunto insostituibile. So bene che il
mondo del credito e le sue regole sono cambiati,
ma la mancanza di una relazione territoriale ingigantisce i problemi: se la banca ti conosce sei una
persona, altrimenti diventi un numero, giudicato
soltanto in base a range prestabiliti.
13
ECONOMIA
ECONOMIA
Economia frenata da costi elevati e pratiche troppo lunghe. Anche la nostra Bcc è
alle prese con la continua formazione dei dipendenti, le variazione dei processi e
una contrattualistica in divenire. Eppure basterebbe applicare le leggi che già ci sono
V
iaggiare in auto con il freno a
mano tirato. Un’assurdità. Se
non fosse la spia accesa o l’avvisatore acustico a lanciarci l’allarme,
sarebbero le prestazioni decisamente
ridotte della macchina a insospettirci. Non occorre essere meccanici per
accorgersi che il freno a mano è una
garanzia in termini di stabilità (quando si è fermi), ma è un ostacolo alla
marcia. Eppure il sistema economico cerca di andare avanti, ogni giorno, ma con il freno a mano tirato.
La burocrazia frena le imprese: una
zavorra che sta diventando insostenibile a fronte di un decollo non solo auspicato, ma anche necessario. Quasi 31
14
miliardi di euro: questo il costo annuo
degli adempimenti amministrativi a
carico delle imprese italiane secondo
Confartigianato. Un onere enorme,
pari a 2 punti di Pil, e che, su ciascuna azienda, pesa per 7.091 euro ogni
anno. L’insostenibile pesantezza della
burocrazia confina l’Italia al 73esimo
posto, tra i 185 Paesi del mondo, nella
classifica internazionale sulla facilità di
fare impresa. E le banche, in particolar
modo quelle di Credito Cooperativo,
non ne sono esenti. «Il profluvio di
produzione normativa è una realtà con
la quale dobbiamo costantemente confrontarci: nei soli ultimi tre anni abbiamo assistito all’introduzione di 300
nuove norme», dice il direttore generale della nostra Bcc, Luca Barni. «Questo
significa formare i dipendenti, variare
i processi e rivedere la contrattualistica. E dopo sei mesi, tutto cambia».
Cosa significa per una banca del territorio? «Una buona quota parte dei nostri
dipendenti è impegnato in un lavoro
burocratico amministrativo che non
porta nessun vantaggio al cliente, ma
comporta tantissimi costi all’azienda. In
Italia, solitamente quando c’è un problema si fa una legge nuova. Muovendosi
però in una logica di problem solving, occorrerebbe adottare un atteggiamento diverso: analizzare il problema e adottare le soluzioni opportune».
Tempo per avviare un’attività economica
Fonte: Doing Business 2013
Sp
Se
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80
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20
nit
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4
0
36 42 53 62 63 82
Costi amministrativi annui per le PMI
93
100
ag
Giorni Medi
Trecento nuove norme in tre anni
così la burocrazia frena le aziende
Norme fine a se stesse? Barni non lo
esclude: «La produzione normativa si
concretizza in una mole di burocrazia
alla quale è associata una certa forma
di potere. Tutto questo incide direttamente e mortalmente sulla marginalità
di qualsiasi azienda. La burocrazia crea
un ginepraio che distoglie l’attenzione dal fine ultimo dell’azienda: produrre reddito per garantire il futuro».
È difficile guardare al futuro quando
una piccola e media impresa italiana deve rispondere ogni anno a 15
adempimenti fiscali con un impegno
di circa 269 ore (contro le 176 della
media Ocse). Oppure se per risolvere
una disputa commerciale ci vogliono
1.210 giorni, ovvero più di tre volte il
tempo richiesto in Austria, Francia e
Svizzera. E chi vuole avviare un’impresa si trova a scontrarsi con un muro di
carte: 60 giorni (nel Regno Unito sono
4) di tempo, con costi spesso dieci volte
quelli richiesti in Francia o Germania.
Gli appelli per una semplificazione non
sono mancati. Ultimo in ordine di tempo
quello del presidente di Confindustria
Alto Milanese, Gian Angelo Mainini,
che all’assemblea associativa di ottobre
ha chiesto «ancora una volta, di essere liberati dai mille vincoli che chi fa
impresa sperimenta ogni giorno, dalle
vischiosità e insidie di una macchina
burocratica sorda al cambiamento, che
sembra legata al giuramento di impedire, con ogni mezzo possibile, lo sviluppo del Paese». Al grido di «lasciateci
lavorare, lasciateci esprimere tutto il
nostro potenziale», Mainini ha invocato
una sburocratizzazione per «eliminare
sprechi e inefficienze, modernizzare il
Paese: questi sono i principi cardine
per creare un contesto realmente favorevole al fare impresa». E ha lanciato la proposta di un Alto Milanese
«a burocrazia zero, con regolamenti
comunali uniformi, con una politica
urbanistica veramente metropolitana
e con tempi autorizzativi “normali”».
Dagli appelli per una semplificazione,
alla denuncia di situazioni insostenibili.
La recente iniziativa di Confartigianato
si rivolge direttamente ai piccoli
imprenditori che rimangono impantanati nelle sabbie mobili della burocra-
procedure
ad alto impatto
(Milioni di euro)
monitoraggio
tra il 2007 e il 2012
Ambito
Lavoro e Previdenza
Sicurezza sul lavoro
Edilizia
Ambiente
Fisco
Privacy
Prevenzione incendi
Appalti
Paesaggio e Beni Culturali
Costo totale
9.940
4.600
4.440
3.410
2.760
2.590
1.410
1.210
620
TOTALE
30.980
Costo per imprese fino 250 addetti (euro)
Costo per le imprese per ciascuna procedura ad alto impatto (milioni)
Costi sul Pil (%)
7.091
333
2,0
Fonte: Ufficio Studi Confartigianato su dati Dip. funzione pubblica
zia. L’associazione ha attivato sul proprio portale web l’osservatorio “Follia
burocratica? Raccontaci la tua”, uno
spazio nel quale gli imprenditori possono raccontare le loro esperienze, segnalando le complicazioni che rendono difficile l’attività produttiva. «Vogliamo
monitorare quanto degli impegni per
semplificare la vita degli imprenditori
si traduce in realtà», ha sottolineato il
presidente di Confartigianato, Giorgio
Merletti, presentando l’iniziativa lo
scorso mese. «Di leggi anti-burocrazia
ne esistono anche troppe. Bisogna sol-
tanto applicarle e farle rispettare, controllarne l’effetto, verificare il risultato
percepito dalle imprese. Non fate nuove
leggi, ce ne sono già tante, fate funzionare quelle che esistono. Insomma, per
abbattere il mostro della burocrazia,
bisogna semplificare la semplificazione». Applicare quindi quello che già c’è:
secondo Confartigianato i 31 miliardi di
euro sostenuti per adempimenti amministrativi potrebbero essere ridotti del
29% -cioè 8,49 miliardi in meno- se solo
venissero attuati i provvedimenti di
semplificazione varati tra il 2008 e il 2012.
15
ECONOMIA
ECONOMIA
Dagli imprenditori fischi al ministro
e proposte agli amministratori locali
Serata assai movimentata per Flavio Zanonato nell'incontro promosso da Confartigianato
a Malpensa Fiere. Intanto Confindustria Alto Milanese lancia la zona a "burocrazia zero"
P
er il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato «è stata
una serata difficile ma utile», e
c’è da credergli, almeno per la prima
parte della frase, sentiti i fischi degli
imprenditori che hanno gremito la sala
Caproni di MalpensaFiere lunedì 28
ottobre. Del resto, non si annunciava
una passeggiata per il ministro l’incontro promosso da Confartigianato
Imprese Varese dal titolo “Meglio in
Svizzera?” e moderato da Dario Di
Vico, firma economica del Corriere
della Sera. Un invito a nozze per le
rivendicazioni delle imprese in tema
di tasse, burocrazia, credito, soprattutto se questi aspetti sono termini di
confronto fra Italia e Svizzera, i vicini
che hanno cominciato ad attrarre le
imprese italiane dentro i loro confini
16
grazie a condizioni di gran lunga più
vantaggiose. Che il ruolo di Zanonato
fosse quello del martire era un copione già scritto, che i decibel prodotti
dalle proteste degli oltre mille presenti lo costringessero così tante volte a
interrompersi forse è una situazione
andata oltre le aspettative. Ha provato,
il ministro, a proporsi come alleato
degli imprenditori, a spiegare che le
imprese devono restare perché il Paese
ha delle potenzialità nonostante le difficoltà e a dirsi ottimista per il futuro.
Ma sono stati i dati di fatto a rendergli
complessa la serata, dall’esiguità delle
risorse per sostenere le imprese al proposito di taglio della spesa pubblica
per diminuire il cuneo fiscale; voce,
questa, scritta da tempo immemore
nel libro dei sogni di ogni ministro
allo Sviluppo. E le parole del ministro
al pubblico di MalpensaFiere soltanto
parole sono sembrate, perché quello
che il Governo ha fatto non basta, anzi.
Giorgio Merletti, già presidente di
Confartigianato Varese e ora presidente nazionale dell’associazione,
usa un’espressione efficace, «Non
vogliamo che il Gaggiolo diventi la
nostra Lampedusa»; Mauro Colombo,
direttore generale di Confartigianato
Varese, prova a interpretare il malcontento dei presenti: «gli imprenditori
hanno soltanto chiesto un riconoscimento di quello che fanno ogni giorno
e la possibilità di lavorare alle stesse
condizioni dei competitor europei». In
sostanza, tiene a sottolineare Colombo,
le aziende al ministro non chiedono
agevolazioni ma il coraggio di attacca-
re i poteri forti e quella spesa improduttiva che è la prima voce da tagliare
nel bilancio dello Stato. Per la cronaca
il ministro non si è sbilanciato, non ha
fatto promesse, a riprova sia delle difficoltà nell’individuare soluzioni, sia del
realismo di chi sa che la sopportazione
degli interlocutori ha superato il limite.
All’impasse che sembra regnare a livello di provvedimenti governativi, è il territorio a contrapporre proposte. Come
quella emersa nell’assemblea generale
di Confindustria Alto Milanese per
fare del territorio una zona a burocrazia zero. È stato l’appello fatto dal presidente Angelo Mainini ai sindaci, nella
logica di fare sistema a livello locale.
«Seppure i ruoli siano distinti, imprese e amministratori locali sono tutte
legate in un unico destino –ha dichiarato Mainini–, per questo vi chiediamo
di disegnare le traiettorie di sviluppo
del’Alto Milanese con una visione di
lungo periodo». L’invito del numero
uno di Confindustria Alto Milanese
si sostanzia in regolamenti comunali
uniformi, in una politica urbanistica
veramente metropolitana e con tempi
autorizzativi “normali”. Da qui la proposta di mettere intorno al tavolo i
tecnici dei comuni e delle associazioni imprenditoriali per fare del nostro
territorio una zona a burocrazia zero.
Questa la proposta di soluzione a un
problema che era già stato sollevato in
tempi non sospetti da don Luigi Sturzo
in un passo dell’“Appello ai liberi e
Sopra, Giorgio Merletti e Flavio Zanonato. Nella pagina a fianco, la platea di Malpensa Fiere.
forti”: “Chiunque pensa quale sciupio
e perdita di energie occorre nell’attrito
quotidiano infinito di ruote stridenti
e di pesanti ingranaggi creati dalla
mania regolamentatrice della nostra
vita pubblica, quel spezzettamento di
competenze e uffici per la pratica più
semplice e insignificante…” Correva
l’anno 1919, ma l’analisi non è dissimile da quelle, molto più recenti, del
Direttore della Banca d’Italia Salvatore
Rossi e dalle stime di Unioncamere (22
miliardi di euro il costo per le imprese delle incombenze burocratiche).
Un problema, quello del fare impresa
nel Belpaese, che è stato sottolineato
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anche all’estero dal rapporto “Doing
Business 2013”: l’Italia figura al poco
onorevole settantatreesimo posto
in classifica su 185 Paesi. E allora…
meglio in Svizzera? «La risposta non
può essere positiva -chiosa il presidente della Bcc di Busto Garolfo e
Buguggiate, Roberto Scazzosi-. Per
questo siamo concordi con la proposta
lanciata da Mainini. Occorre trovare
soluzioni equilibrate per gestire l’impatto delle nuove tasse locali e serve
un serio confronto nel merito su temi
come la reindustrializzazione e l’attrattività dell’area, per mettere in atto azioni per il futuro del nostro territorio».
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ECONOMIA
ECONOMIA
«Smobilizzate il credito alle aziende»
Questo l'appello di Scazzosi ai sindaci
il proprio credito; le società di factoring che acquistano "pro soluto" il
credito e assumono il ruolo di nuovo
creditore verso gli enti locali; gli enti
locali che godono di condizioni molto
vantaggiose nel pagamento dei debiti.
Le risorse finanziarie della misura,
oltre al miliardo di euro messo a
disposizione dalle società di factoring convenzionate (BCC Factoring,
società del Credito Cooperativo,
mette a disposizione delle aziende
clienti delle BCC lombarde un plafond iniziale di 50 milioni di euro),
vedono un contributo di 19 milioni di euro da Regione Lombardia
e 50 milioni di euro come fondo di
garanzia da parte di Finlombarda.
Credito InCassa
ecco come funziona
In Credito InCassa le imprese
cedono alle società di factoring i
propri crediti verso gli enti locali
ottenendo liquidità a condizioni
competitive. Le società di factoring
(finanziarie o banche) acquistano
il credito “pro soluto” e diventano
il nuovo creditore degli enti locali.
Gli enti locali possono dilazionare i pagamenti dei debiti a costo
zero sino a otto mesi per le spese
di conto corrente e diciotto per le
spese di parte capitale.
pressbox
Il presidente della Bcc ha scritto agli amministratori locali perché sfruttino l'opportunità
offerta dall'iniziativa regionale Credito InCassa, la misura per il recupero dei crediti
scaduti vantati dalle imprese che è stata lanciata lo scorso mese di agosto dal Pirellone
Linkiesta.it, dal titolo inequivocabile
“Sostegno alle imprese: chi non fa
sistema?”. Com’è possibile -si chiedeva il direttore- che con un bisogno
così sentito di liquidità per le aziende
pochissimi enti locali avessero aderito? Una lettura del problema l’ha
data, in un’intervista sulla Prealpina,
Attilio Fontana, sindaco di Varese,
Comune che ha subito aderito alla
misura: «Molti funzionari comunali
temono di essere coinvolti in eventuali procedimenti che la Corte dei Conti
potrebbe avviare; anch’io ho dovuto
faticare per vincerne le resistenze. Ma
queste paure sono infondate». Il meccanismo coinvolge tre attori: le imprese che cedono alle società di factoring
C
arta e penna per un appello a
oltre sessanta sindaci del territorio Bcc: Roberto Scazzosi ha
affidato a una lettera il suo messaggio
ai Comuni, «smobilizzate il credito
per aiutare le imprese». Lo ha fatto
alla luce di una possibilità offerta dalle
Regione Lombardia, misura rivolta
a tutte le imprese della Lombardia
che vantano crediti scaduti con gli
enti locali. «I crediti delle imprese
scaduti nei confronti della Pubblica
Amministrazione rappresentano un
problema che si è aggravato negli ultimi anni e che pesa sulle aziende già
18
colpite dalla crisi –dice il presidente
della Bcc-. Ho scritto ai primi cittadini
del nostro territorio di competenza che
non hanno ancora aderito a Credito
InCassa per invitarli a cogliere l’occasione. Sono convinto si tratti di un’occasione da non perdere per aiutare
e stimolare la ripresa». Una decisione, quella di Scazzosi, assunta una
volta conosciuti i numeri degli enti
locali del territorio Bcc che si erano
attivati. All’inizio di novembre erano
soltanto otto su sessantotto i Comuni
che figuravano nell’elenco compilato
da Finlombarda, la società finanziaria
per lo sviluppo della Lombardia che,
oltre ad aver strutturato, promosso e
gestito Credito Incassa assistendo e
seguendo il convenzionamento degli
enti locali e delle società di factoring,
contribuisce con un proprio fondo di
garanzia al contenimento dei costi per
le imprese. Una situazione numerica
non diversa da quella regionale dove,
sempre nella prima metà di novembre, erano meno del 10% gli enti locali
aderenti all’iniziativa. All’argomento
anche Luca Barni, direttore generale
della Bcc, aveva dedicato un post, sul
suo blog ospitato dalla testata online
19
PROGETTI
PROGETTI
Un corso per formare tecnici "green"
La Bcc aiuta ad accendere le idee
Legnano ha partecipato a
un bando della Regione
Lombardia per realizzare
un Istituto tecnico superiore post-diploma. Anche
la Bcc sostiene il progetto
La nostra Banca si è schierata a fianco di Euroimpresa e Confindustria: il concorso
premia le migliori startup e le aiuta a trovare dei “Business Angels” per decollare
U
n nuovo corso biennale
post-diploma di alta specializzazione a Legnano
per la formazione di tecnici esperti
per l’approvvigionamento energetico e la costruzione di impianti. Al
momento è solo un progetto, per
cui si attende l’approvazione della
Regione Lombardia, ma di certo non
poteva mancare la firma della nostra
Bcc tra quella dei soci sostenitori.
Legnano ha infatti partecipato a un
bando promosso dalla Regione per la
realizzazione di Istituti tecnici superiori (ITS), un nuovo canale formativo
post diploma che ha lo scopo di rafforzare il rapporto tra sistema dell’istruzione e le imprese. Gli Its, che si
propongono come un nuovo canale dell’istruzione non “accademico”,
ma parallelo ai percorsi universitari;
sono fondati grazie alla partnership
fra scuole, imprese, università, centri di ricerca, enti locali, enti accreditati che collaborano per una formazione di alto profilo tecnologico.
Il percorso individuato prevede la
costituzione della “Fondazione
Istituto tecnico superiore per l’efficienza energetica” che opererà a livello regionale con due sedi operative,
una ad Alzano Lombardo, a sette chilometri da Bergamo, e l’altra, appunto, a Legnano. Due aree strategiche
per il numero di imprese che operano nel settore. A Legnano è forte il
collegamento con Energy Cluster, la
principale aggregazione di imprese
lombarde che costruiscono, o contribuiscono a costruire, prodotti usati
20
per la generazione e la distribuzione
dell’energia, da quella tradizionale
a quella connessa alle energie rinnovabili: una filiera strategica diventata nel tempo un’eccellenza italiana.
Tra i soci fondatori spiccano, per
quanto riguarda Legnano, l’Istituto Superiore Bernocchi, il Comune
di Legnano, l’Università Liuc, l’agenzia formativa IAL (Innovazione
Apprendimento Lavoro) di Legnano
e diverse imprese, tra cui appunto la nostra Bcc, che da anni crede
e sostiene, attraverso diverse iniziative, le nuove tecnologie green.
«La Bcc conferma, ancora una volta,
la grande attenzione per le iniziative del territorio -ha scritto il presidente di Confindustria Altomilanese,
Gian Angelo Mainini in una lettera al
nostro presidente Roberto Scazzosi-.
Per noi imprenditori, l’istruzione è
certamente un elemento essenzia-
le per il progresso civile e sociale,
oltre che un formidabile driver per la
competitività in primis delle nostre
aziende e quindi dell’Area nella
quale operiamo. Questo vale quanto più la formazione, in particolare
quella tecnica, è aderente agli effettivi bisogni del mondo produttivi».
L’istituto tecnico superiore propone un percorso formativo finalizzato
al conseguimento della qualifica di
Tecnico superiore per l’approvvigionamento energetico e la costruzione
di impianti. I percorsi, biennali, si articolano in 2mila ore di cui 1200 di formazione teorico pratica e 800 di stage
e sono rivolti a 25 studenti in possesso del diploma di media superiore.
Al bando della Regione Lombardia
hanno partecipato in 19: si attende l’esito per sapere se la proposta di Legnano sarà promossa e diventerà, quindi, una realtà.
N
uove realtà imprenditoriali
e progetti innovativi. Sono
merce rara in tempi di crisi,
ma non perché manchino la creatività
e la volontà, quanto perché le startup
oggi faticano sempre di più a trovare
un investitore, di questi tempi un
vero e proprio “angelo”, che le sostenga. «Ma per sostegno, in questi casi,
-precisa Adalberto Tomasello, responsabile Area Mercato della nostra Bccdobbiamo andare oltre il concetto di
semplice finanziamento: quando si
parla di startup, si tratta di fare un
lavoro di selezione dei progetti in
grado poi di camminare con le proprie gambe e si tratta di reperire strumenti, spazi e consulenza qualificata,
elementi cruciali nella fase di avviamento di una realtà imprenditoriale».
Oggi c’è un bando di concorso,
Accendiamo le idee, che mette al centro proprio questi aspetti, lanciato da
Euroimpresa Legnano in partnership
con Confindustria Alto Milanese, la
LIUC – Università Cattaneo e altri
attori di primo piano nel panorama
dell’economia del territorio. Un progetto meritevole di attirare l’attenzione del Credito Cooperativo di Busto
Garolfo e Buguggiate, che infatti si
è subito attivato per dare il proprio
sostegno all’iniziativa.
Accendiamo le idee ricerca sia idee
imprenditoriali innovative, sia
“Business Angels”, cioè investitori
privati in grado di dare il proprio
contributo per tradurre quelle idee in
realtà. Euroimpresa e i suoi partner
sceglieranno le startup migliori, le
affiancheranno nella ricerca di finanziamenti e business angels e forniranno il contributo in tante altre diverse
forme: dalla consulenza per l’accesso
ai finanziamenti pubblici, all’iscrizione per 24 mesi a Confindustria
Alto Milanese, fino alla promozione
attraverso la rete Enterprise Europe
Network. Inclusi fra i premi anche
lo sviluppo del logo e della comunicazione coordinati dall’agenzia
Officinaidee – Concept Graphic e uno
spazio di lavoro arredato, gratuito per
12 mesi, all’interno di Euroimpresa
Legnano, con connettività wifi, servizi logistici e attrezzature.
Per partecipare occorre inviare la
propria idea entro le 12.00 del 20
dicembre 2013 attraverso il sito www.
euroimpresa.it/accendiamoleidee.
21
FAMIGLIE
Economia solidale: con la tagesmutter
un nuovo servizio per donne e famiglia
Al via il corso "Mamma per mamme", un progetto nato da un'idea della Cooperativa
EnergicaMente di Castellanza con il sostegno della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate
Q
uest’estate
era
un’idea
maturata all’interno della
cooperativa EnegicaMente
di Castellanza, poi, anche grazie
al supporto della Bcc, si è potuto
strutturare in progetto, adesso è una
proposta alle donne e mamme del
territorio per dare un servizio, qualificarsi professionalmente e lavorare
in casa propria. Parliamo del progetto
“Tagesmutter - Mamma per mamme”
che, dopo le preselezioni di novembre, parte come corso di formazione per venti donne. Letteralmente la
tagesmutter è la mamma di giorno,
una donna preparata professionalmente, che accudisce figli di altre
22
famiglie nella propria casa. Questa
figura, di origine nordica, si sta diffondendo da qualche anno anche in
Italia e, adesso, investe anche il territorio del Varesotto e dell’Altomilanese.
Si tratta di un servizio innovativo sul
territorio; un servizio orientato alle
famiglie e alla donna in particolare;
un supporto per le famiglie e per il
lavoro e, al tempo stesso, un’occasione per sviluppare una professionalità.
«Parlare di Tagesmutter - spiega Ada
Benigna, Coordinatrice del Progetto
- è parlare di una persona, adeguatamente formata, che offre educazione
e cura a bambini di altri presso il
proprio domicilio. In Italia il modello
di riferimento viene dal Trentino Alto
Adige, mentre sul territorio lombardo
la realtà TagesMutter è presente solo
a Milano e Mantova. Per la Provincia
di Varese e l’Alto Milanese è l’ennesima occasione per essere in prima
fila». La proposta portata avanti dalla
Coop. EnergicaMente di Castellanza,
ha infatti immediatamente raccolto
l’adesione sotto forma di Patrocinio
di diversi Piani di Zona tra i quali
l’Azienda Speciale Consortile Medio
Olona Servizi alla Persona e, fra i
Comuni, Legnano e Gorla Maggiore.
Proprio in queste realtà il progetto è stato presentato in due serate
(nella foto, il responsabile della filiale
della Bcc di Castellanza Giuseppe
Mercandelli, intervenuto a Legnano).
Partner del progetto è la Bcc di
Busto Garolfo e Buguggiate, che vi
ha visto una particolarissima start
up d’impresa tutta al femminile.
«Quello delle tagesmutter è un progetto nato da un'associazione del territorio per dare un servizio al territorio ed è naturale per noi Bcc, unica
banca locale nell'Altomilanese e nel
Varesotto, crederci e dare un supporto -spiega il presidente Roberto
Scazzosi-. In un momento difficile,
in cui le esigenze di conciliazione tra
famiglia e lavoro sono sempre più
complesse, un progetto come questo
rappresenta un vantaggio reciproco;
per gli utenti che sanno di poter contare sulla persona cui affidano i figli e
per chi, acquisita una professionalità,
lavora. Si attua così quel principio del
mutuo soccorso che, come banca di
credito cooperativo, ci è molto caro».
Caratteristica fondamentale del progetto Tagesmutter è l’accoglienza.
Chi sceglie di diventare “Mamma per
Mamme” sceglie di proporre un proprio stile educativo e di mettere in
gioco la propria casa, che non è soltanto un luogo ma le persone che la
vivono. Chi sceglie di appoggiarsi ad
una tagesmutter, sa che il rapporto
con il bambino sarà particolare (per
ogni bambino si redige un Progetto
Educativo specifico), opportunamente
studiato per conciliare le esigenze lavorative della famiglia e modulato secondo le caratteristiche della tagesmutter
più adatta ad accogliere il bambino.
In questo senso si tratta di un servizio che si integra perfettamente con
quelli istituzionali (asilo nido, scuola
dell’infanzia e primaria) completandoli, grazie alla maggiore flessibilità degli orari. Il rapporto fra tagesmutter e famiglia è sempre regolato e garantito dalla cooperativa
per cui la tagesmutter lavora e con
cui la famiglia stipula il contratto.
«L’appello che lanciamo - conclude Ada
Benigna - a tutte le persone interessate è
di non perdere l’occasione di intraprendere un percorso davvero qualificante per essere "mamme per mamme"».
pressbox
FAMIGLIE
23
LA STORIA
Crescita solida per il Gruppo Osti
Le società che fanno
capo a Fabio Osti hanno
fatto negli ultimi anni
importanti investimenti,
ma senza mai perdere di
vista rigore e sostenibilità
D
a zero a 5 milioni di euro
in poco meno di una decina d’anni. In modo costante,
senza strappi, costruendo un gruppo
ramificato e solido, fatto di persone
capaci e competenti, sempre attento a cogliere opportunità e ad anticipare le richieste del mercato. C’è
un piccolo dettaglio che illumina la
storia dell’imprenditore Fabio Osti
e del gruppo di società di Laveno
Mombello a lui collegate, un particolare che la dice lunga sul rigore e
sulla trasparenza che ne caratterizzano l’operato: «Anche di questa penna
che ho in mano –racconta Osti, scherzando ma non troppo, mostrando una
biro raccolta sulla scrivania del proprio ufficio– io potrei rintracciare il
giorno in cui è stata acquistata, quanto è costata e come è arrivata qui».
Anche quella penna è parte della
costruzione del Gruppo Osti, un edificio che si fonda sul lavoro di una
persona, Fabio Osti appunto, i suoi
familiari –la moglie Moira Peduzzi, la
sorella Stefania– e un gruppo di fidati
collaboratori che Osti, altro dettaglio
illuminante, tiene a nominare uno per
uno: «Massimiliano Guglielminotti,
Antonio Mascheroni, Luca Lana,
Valentina Buzzi, Sara Ambrosetti,
Donatella Roncari, Gianluca Ferioli,
Piero Sabatino e Roberto Lanzi».
All’inizio della storia c’è solo Fabio
Osti, diciannovenne con in tasca un
diploma di perito per l’industria meccanica. È agente di commercio per
Philips, attività che porta avanti come
ditta individuale dal 1992 al 2004,
24
LA STORIA
imparando tutti i segreti del commercio nel settore dell’elettronica.
Durante questo periodo Osti fonda
anche due società, la Ra.El.Con srl e
la Global srl, che oggi hanno sede a
Laveno Mombello.
Global nasce nel 2002 e raccoglie
la sfida del digitale terrestre, di cui
diventa un distributore nazionale. È
stata Global a portare il segnale, prima
in via sperimentale, nelle case di duemila varesini; oggi ha venduto più di
centomila decoder e la sua strategia
è quella di distribuire verticalmente (quindi scegliendo un solo brand
per prodotto) apparecchi, accessori e
componenti elettronici, tra cui anche
prodotti a marchio proprio, “Global”.
Ra.El.Con nasce ancora prima, nel
1996, ma di tutta la sua vicenda ci
soffermiamo sugli ultimi anni, in cui
Fabio Osti sceglie di fare due importanti investimenti. Nel 2013 rileva
il marchio AEV, Apparecchiature
Elettroniche Varese, società che da
quarant’anni produce sistemi per la
distribuzione del segnale tv in ambito
domestico: «Abbiamo unito la capacità produttiva di AEV all’esperienza
commerciale del Gruppo Osti, ringiovanito e sviluppato il marchio e
investito in marketing e pubblicità–
racconta Fabio Osti–. Partiti da zero,
a fine 2013 registreremo 750mila euro
di fatturato». Nello stesso anno acquisisce anche la Matsuyama Electronics
di Milano: «Ne abbiamo ottimizzato i
In alto, Fabio Osti. Nell’altra pagina, la vetrina dei prodotti elettronici a marchio Global.
costi usando la struttura del Gruppo
e contiamo di chiudere il 2013 con
850mila euro di fatturato. Ra.El.Con, in
totale, prevede di chiudere fra 1milione 600mila e 1milione 650mila euro».
La ditta individuale Osti Fabio esiste ancora, e anch’essa ha in campo
progetti importanti. Ci sono i due
marchi di e-commerce Finalux ed
Electrodome, il primo B2B e il secondo B2C, che hanno in catalogo oltre
15mila articoli di elettronica di consumo, accessori e componenti. E poi
c’è la nuova sfida rappresentata
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25
LA STORIA
EDICOLA
Le società del Gruppo Osti distribuiscono sul mercato oltre 15mila articoli di elettronica, accessori, componentistica e piccoli elettrodomestici dei marchi più prestigiosi. Uffici e magazzino, per un totale di 1000 metri quadrati, si trovano in via Cittiglio 51 a Laveno Mombello (VA).
da Bemat, che investe nelle quote di
minoranza di alcuni clienti di riferimento, attentamente selezionati, e li
coinvolge in una sorta di franchising.
Bemat ha già due punti vendita di
articoli di elettronica, uno a Saronno
e l’altro a Savona, e il suo obiettivo
è di essere presente entro il 2015
sull’intero territorio nazionale con un
network riconosciuto e specializzato.
Ma quella che si avvia a diventare
la società più importante collegata
a Osti è un’altra, e si chiama ED
– Electronics Distribution. «Creata a
fine 2012 –spiega sempre Fabio Osti–
a fine 2013 farà 450mila euro di fatturato e 2,6milioni sono previsti per il
2014. Questa crescita, ci tengo a dirlo,
è possibile grazie alla Bcc di Busto
Garolfo e Buguggiate e ai suoi affidamenti. Il 60% di ED è di proprietà
di Raelcon e il 40% di Pietro Allegri,
anche lui come me ex di Philips. ED
si occupa di servizi per retail, GDO e
GDS, sempre nell’ambito delle apparecchiature elettroniche».
In tutto, le società e le divisioni del
26
Gruppo Osti faranno registrare a fine
2013 un volume d’affari di 5 milioni
di euro, con una crescita che si assesta
attorno al 25-30% in un mercato, quello dell’elettronica, che a detta di Fabio
Osti ha perdite generali sul 20%.
Numeri che chiediamo a Fabio Osti
di provare a spiegarci. Lui cita per
prima cosa la nostra Bcc: la sua filiale
di riferimento è quella di Buguggiate
e il rapporto con la Banca risale al
1993, «Quando fu il mio commercialista Ignazio Parrinello –ricorda Osti–,
a farmi avvicinare a questo mondo.
Da allora il rapporto con la Bcc è
stato sempre molto stretto, perché la
mia filosofia è sempre stata quella di
rispettare la Banca. Per me, infatti,
una società di commercio si deve
sempre autosostenere. Con questo
intendo che tutti i miei investimenti,
come gli uffici e qualsiasi attività
all’interno dei capannoni, sono sempre stati autosostenuti; che il rispetto
delle regole è sempre stato rigoroso;
che ho pochissimi clienti insolventi
perché sono attento a selezionarli.
Preferisco una crescita contenuta, ma
fondata su basi solide. E poi ci sono il
mio lavoro e il mio impegno, 7 giorni
su 7, per curare in prima persona ogni
aspetto della mia attività».
Un’attenzione e un rispetto che si
riverberano anche sui rapporti con i
fornitori («Non abbiamo mai rimandato indetro una ricevuta a un fornitore e l’indicazione data alla filiale di
Buguggiate è “Pagare a prescindere”»
precisa sempre Osti) e con i dipendenti: «Quelli con cui ho cominciato sono
ancora qui con me» dichiara Osti.
E lui, dal canto suo, chiede in cambio
lo stesso rispetto e la stessa attenzione. Con una nota rivolta proprio al
mondo delle banche: «Devono darsi
pena di conoscere a fondo le realtà
come la nostra –chiede Osti–, senza
fare di tutta l’erba un fascio, e imparando a capire come operiamo e quali
potenzialità abbiamo, a prescindere
da regolamentazioni e indicazioni che
spesso sono troppo generali. Occorre,
in ogni singolo caso, mettersi a un
tavolo, conoscersi e negoziare».
27
LA NOSTRA BANCA
LA NOSTRA BANCA
Merito Casa e Mutuo Energia Casa
rilanciano il mercato immobiliare
Le proposte messe a punto dalla Bcc per comprare e ristrutturare l'abitazione sono state
tra le protagoniste alla quarta edizione della Borsa immobiliare varesina "Casa in Piazza"
E
ppur si muove. Nonostante la
crisi sferzante che continua a
mordere, si intravedono i primi,
timidi segnali di ripresa sul fronte del
mercato immobiliare. È lo scenario
emerso alla quarta edizione di Casa in
Piazza, la Borsa immobiliare di Varese
e provincia che attira ogni anno 3mila
visitatori nell’ultimo week end di ottobre. Presente, come sempre, anche
la nostra Bcc, che grazie a proposte decisamente allettanti ha raccolto
molte delle attenzioni dei partecipanti.
Protagonista dell’edizione di quest’anno è stata la qualità, declinata in varie
accezioni, a cominciare dallo slogan
dell’evento: “Offresi vita di qualità,
con abitazione annessa”. Già, perché
quello che si cerca oggi nel mercato immobiliare non è semplicemente
28
un’abitazione, ma una casa dotata di
determinati standard e comfort. Un
contesto che ben si presta alla zona di
Varese e dei Laghi, territori capaci di
unire un modo d’abitare a misura d’uomo, con residenze di qualità a prezzi
accessibili. Molti i milanesi interessati
infatti a un acquisto in queste zone, la
cui vivibilità è elemento caratterizzante. Qualità della vita vuol dire anche
preservare il territorio, valorizzando
l’ambito della ristrutturazione. Proprio
la qualità della casa è infatti uno degli
elementi centrali. Lo sa bene la nostra
Bcc, che ha messo a punto la proposta
Mutuo Energia Casa, che consente di
stipulare un mutuo per interventi di
ristrutturazione della propria abitazione volti al miglioramento energetico.
«Mutuo Energia Casa è uno strumento
messo a punto per finanziare sia interventi di riqualificazione energetica,
sia di ristrutturazione e risanamento
conservativo di edilizia residenziale
che portino miglioramenti delle prestazioni energetiche. In questo modo si
riducono le spese e si conserva il valore dell’immobile» afferma Adalberto
Tomasello, responsabile dell’Area
Mercato della Bcc di Busto Garolfo
e Buguggiate. I bonus fiscali del
Governo, in vigore fino a dicembre,
favoriscono il risparmio energetico e
arrivano fino al 65%, importo che può
essere portato in detrazione in 10 anni.
Incentivi che hanno davvero dato una
scossa al mercato, incontrando sempre
più l’interesse delle persone, grazie
anche al mutuo proposto dalla Bcc per
finanziare questo tipo di interventi:
«Il mercato è più maturo e in molti
colgono l’occasione che, al momento, è
valida fino a fine anno. Si tratta di uno
strumento che sta dando nuova linfa
al mercato immobiliare: lo dimostra
il fatto che, grazie agli interventi di
ristrutturazione, molte aziende prima
fallite sono rientrate sul mercato».
Le condizioni di Mutuo Energia Casa
sono particolarmente vantaggiose e
pensati per le famiglie: i finanziamenti
erogati dalla Bcc a sostegno di questi
interventi coprono il 100% dell’importo speso e la prima rata si paga
dopo 12 mesi. Inoltre si può ottenere
una riduzione dello spread applicato al parametro variabile o fisso in
funzione della classe energetica certificata dopo l’intervento di riqualificazione. «A fronte di un calo della
domande del nuovo, oggi almeno il
70% della nostra attività in provincia di Varese è relativo proprio alla
ristrutturazione» conferma Gianpietro
Ghiringhelli, direttore Ance. Riscuote
sempre più consensi anche una proposta ormai consolidata della Bcc
Merito Casa, la soluzione pensata per
chi non ha ancora da parte il piccolo
capitale per l’acconto del mutuo, ma
vuole capitalizzare l’affitto della casa.
Frutto di una collaborazione tra Bcc
e Ance Varese, Merito Casa risolve
insomma l’annoso dilemma “mutuo
o affitto?”. Mentre per chi fa il mutuo
oggi la proposta è ancora più vantaggiosa: «Per chi diventerà socio è infatti
Nelle foto una veduta dell'ingresso della manifestazione, nel box la conferenza stampa di presentazione di "Casa in Piazza" e, nella pagina a fianco, lo stand allestito dalla nostra Bcc.
previsto un trattamento esclusivo sul
mutuo prima casa, con uno sconto dello
0,25% sullo spread - afferma Tomasello
-. Questo fa scendere lo spread minimo
allo 2,65%. Un tasso che è davvero
imbattibile». Sul sito della nostra banca
(www.bcc banca1897.it) si trova l’elenco delle case proposte dalle imprese
clienti Bcc e da quelle associate ad Ance.
Secondo i dati degli organizzatori, l'età
media dei visitatori di Casa in Piazza
è 36 anni, è inserito in un nucleo
famigliare di due o tre persone ed è
interessato a un appartamento trilocale, ma anche alla villetta singola. Si
cercano appartamenti inseriti in complessi condominiali di un certo pregio,
ad alto tasso di risparmio energetico
e con riscaldamento gestito personalmente. Un dato in più che testimonia
quanto questo sia in linea con le proposte messe a punto dalla nostra Bcc.
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29
TERRITORIO
TERRITORIO
L'Ylang Ylang per il Madagascar
I bambini colorano Sant'Alessandro
C’
L
a solidarietà ha un profumo: l’Ylang Ylang. L’essenza che viene
estratta dall’omonima pianta, e
che fa da base nella fabbricazione di
numerosi profumi, è anche il nome di
un’associazione che da qualche mese
si è affacciata sul territorio di Busto
Garolfo e ha trovato nella nostra Bcc
un supporto. La mutualità e la condivisione sono alla base di una collaborazione che guarda lontano. Per
la precisione, all’isola di Nosy Be in
Madagascar, dove si trova il centro
sanitario Santa Maria della Grazia.
Sabato 9 novembre, all’auditorium
don Besana, il progetto è stato presentato: l’occasione data dal bel concerto della Sempione Jazz Society (Aldo
Radaelli piano, Alberto Bollati basso
e Marco Maggiore batteria) ha permesso di toccare con mano una proposta di solidarietà nata dall’amicizia.
«L’associazione è nata da un gruppo
di amici di Busto Garolfo e di alcuni
paesi limitrofi che vogliono essere vicini e sostenere un progetto importante
30
Sopra, il concerto in Bcc, il centro sanitario Santa Maria della Grazia e il presidente Guido Paganini
per una piccola zona del mondo: un
centro sanitario inaugurato poco più
di un anno fa e che serve una popolazione di circa 80mila persone», spiega
Guido Paganini, presidente dell’associazione che, insieme a Lina Pasquali,
Luca Coluccia, Claudio Mercandelli e
Lorena Uboldi, compone il comitato
direttivo di Ylang Ylang onlus.
«Abbiamo voluto rispondere all’appello lanciato da padre Francesco La Ruffa,
missionario redentorista e nostro presidente onorario, e dall’ex console italiano in Madagascar, Luciano Uboldi
–prosegue Paganini-: loro, insieme a
diversi volontari italiani, hanno realizzato un sogno. Ora, vorremmo aiutarli
a mantenerlo, se non contribuire ad
ampliarlo». Il centro sanitario di Nosy
Be è un piccolo ospedale dotato di
pronto soccorso e poliambulatorio, con
due sale operatorie e alcuni letti per
le degenze. «Un punto di riferimento
dove i servizi vengono erogati in modo
gratuito senza costringere i malati a
compiere viaggi lunghissimi o sostenere imponenti spese per farsi curare»,
osserva Paganini. Contribuire a questo
progetto è semplice e vantaggioso sia
per le imprese sia per i privati. Essendo
una onlus, Ylang Ylang permette di
accedere alle agevolazioni fiscali previste dalla legge. Per informazioni
[email protected].
è anche la firma della nostra
Bcc nel “borgo dipinto dai
bambini”. Con la seconda
edizione del concorso grafico dedicato alle scuole di Castronno, l’abitato di Sant’Alessandro si candida
a caratterizzarsi per i dipinti murali
realizzati su disegni fatti dai bambini. Infatti, dopo la riproduzione del
disegno che ha vinto la prima edizione del concorso, lo scorso sabato 21 settembre, alla presenza del
responsabile della sede di Buguggiate
della nostra Bcc, Alessandro Busti,
sono stati inaugurati altri due dipinti. Davanti agli alunni delle scuole primarie Pascoli di Castronno e
Marconi di Sant’Alessandro dell’istituto comprensivo De Amicis, il
sindaco, Luciano Grandi, e il dirigente scolastico dell’istituto, Claudio
Lesica, hanno premiato gli autori dei
primi 24 disegni classificati e realizzati sul tema della solidarietà. Al
primo posto il disegno di Nicholas
Lunardi, nell’anno scolastico 201213 alunno di terza B della scuola
Pascoli, che raffigura un sole giallo con lo sfondo del cielo azzurro
e la scritta “Amici per sempre”. Il
disegno è stato riprodotto, ingrandito, dall’artista Alessandro Martegani
sulla parete esterna del circolo famigliare di Sant’Alessandro. Il secondo disegno classificato, di Costanza
Bianchi, quarta A delle Marconi, è
stato invece riprodotto all’interno
del circolo stesso, e rappresenta uno
splendido prato fiorito. Prevista nei
prossimi mesi anche la riproduzione
del disegno terzo classificato, realizzato da Maria Manica Cristal, 5A di
Sant’Alessandro, su una parete che
si affaccia sulla piazza della chiesa.
MUSICA PER LA SPERANZA
Era gremito il teatro Sociale di
Busto Arsizio, martedì 22 ottobre, quando è andata in scena la
grande musica per la Speranza,
quella con la “S” maiuscola, quella
dell’omonima cooperativa sociale
bustocca. Sul palco l’Orchestra
Verdi Barocca, diretta dal maestro Ruben Jais, con Gianfranco
Ricci come violino solista, che ha
eseguito il Terzo concerto brandeburghese di Bach e le Quattro
stagioni di Vivaldi in un concerto
che ha visto la nostra Bcc fra i
sostenitori è il cui ricavato è stato
devoluto ai progetti della cooperativa Speranza. Nata nel 1990,
la cooperativa ha come finalità
l’impiego di persone con difficoltà
di inserimento lavorativo.
BUSTO GAROLFO E LA BAVIERA UNITE DAL GEMELLAGGIO TRA LE BANDE
Dalla Germania all’Italia, nel segno della
musica. Questo il filo conduttore del
gemellaggio che è andato in scena dal
25 al 27 ottobre a Busto Garolfo. Il
corpo musicale Santa Cecilia ha ospitato
la banda “Harmonie” di Oberbeuren,
frazione della cittadina di Kaufbeuren,
in una tre giorni di musica e di amicizia.
Dopo la visita che la banda bustese
fece l’anno scorso in bassa Baviera, la
formazione tedesca è venuta a Busto
Garolfo per conoscere meglio l’attività
della Santa Cecilia, che la nostra Bcc
sostiene. Il gemellaggio ha permesso
alla formazione tedesca di visitare la
città di Milano e di esibirsi al cineteatro
Sacro Cuore di Busto Garolfo. Il clou
nella giornata conclusiva, con il corteo
per le strade cittadine e il finale in musica sul sagrato della chiesa.
31
TERRITORIO
TERRITORIO
Lilt e Bcc: l'obiettivo è la prevenzione
N
on sono mai troppe le parole
spese a parlare di prevenzione. Ne è convinta la nostra Bcc
che continua a porre attenzione al tema
della salute e prosegue nella collaborazione con la Lilt, Lega italiana per la
lotta ai tumori. Oltre alla sosta dell’unità mobile Lilt in occasione della prevenzione oncologia, la nostra Bcc, insieme
al Circolo Culturale e Ricreativo, si è
fatta promotrice di un nuovo appuntamento: sabato 12 ottobre, nella sala don
Besana di Busto Garolfo, si è tornati a
parlare di prevenzione «anche perché
è questa l’arma più efficace che c’è
per contrastare alcune malattie, anche
gravi», ha introdotto il presidente della
nostra banca, Roberto Scazzosi, raccogliendo i ringraziamenti della delegazione Lilt di Legnano. «La Bcc ci ha
preso per mano in quella che è la nostra
missione -ha infatti commentato Anna
Daverio-. Ringraziamo la banca per la
profonda sensibilità che ha su questi
temi». I ringraziamenti sono arrivati anche dal direttore generale dell’azienda ospedaliera di Legnano, Carla
Dotti, e dall’assessore regionale alla
Salute, Mario Mantovani. «La Regione
Lombardia ha impostato una forte
azione in tema di prevenzione perché,
come si dice, prevenire è meglio che
curare. E non solamente in termini
di salute per i cittadini ma anche di
costi che la collettività deve sostenere». Indicazioni rimarcate dal punto
di vista scientifico dai due medici che
sono intervenuti alla serata: Sergio
Fava, direttore dell’Oncologia medica
dell’ospedale di Legnano, e Vincenzo
D’Ambrosio, ginecologo dell’Unità operativa complessa di Ostetricia
e ginecologia dell’ospedale San Carlo
di Milano. Entrambi sono partiti
dall’incidenza dei fenomeni tumorali
nelle donne per ribadire la necessità di sottoporsi a controlli periodici.
LA MOSTRA MICOLOGICA DI ANTARES
Ha compiuto 35 anni la mostra micologica organizzata dall’associazione
Antares di Legnano con il sostegno
della nostra Bcc. E all’inaugurazione,
sabato 12 ottobre, nella sala confe-
32
renze della Famiglia Legnanese, con il
presidente di Antares, Giancarlo Calini,
è intervenuta anche Danila Battaglia,
consigliere della Bcc. Nella tradizionale
tre giorni -la mostra, infatti, si è chiusa
lunedì 14 ottobre- sono stati esposti
oltre duecento tipi di funghi, commestibili e velenosi, allo scopo di diffondere la cultura micologica insegnando
a distinguere quello che si raccoglie
nei boschi. La buona affluenza di
pubblico ha confermato l’interesse
e l’attenzione che ogni anno viene
riservata a questa iniziativa.
CONOSCERE L'ALZHEIMER
“Quando spunta l’arcobaleno”: questo il titolo dell’incontro
incontro organizzato dall’associazione Alzheimer multimedica
onlus, dall’assessorato alla Cultura
del comune di Castellanza con il
supporto della nostra Bcc e che
si è svolto lo scorso 11 ottobre
nella biblioteca di Castellanza. Un
appuntamento che gli organizzatori hanno pensato volutamente
informale, dal taglio artistico-culturale, per parlare e riflettere su un
problema largamente diffuso. Per
stimolare una riflessione sull’alzheimer, gli organizzatori hanno infatti
voluto condividere dubbi e suggerire soluzioni per una vita più serena, alternando interventi di esperti
con contributi musicali, nella convinzione che quello che la parola
non può più esprimere, si può
trasmettere con altri linguaggi. Ha
fatto da cornice una mostra di
lavori del laboratorio arte terapia,
mentre la colonna sonora dell’incontro è stata quella proposta dalla
giovane band Bat Upstairs.
Il Master «Sport&Sports»
Il 28 settembre del 1913 la scuola
primaria Carducci di Legnano fu
inaugurata. Il 28 settembre 2013 è
stato scoperto in via XX Settembre
il monumento che commemora i
cento anni dell’istituto. La nostra
Bcc ha voluto partecipare, come
banca locale vicina al territorio,
sostenendo le celebrazioni del centenario per una scuola storica che
ancora conserva il ricordo e l’affetto di quanti l’hanno frequentata. Il
monumento, infatti, è stato realizzato da aziende i cui titolari sono
stati allievi proprio della Carducci:
si tratta di un’istallazione illuminata
dall’interno che riporta il numero
100 e il nome del plesso scolastico. Le celebrazioni sono proseguite
martedì 1 ottobre con la cerimonia
in ricordo dell’avvio del primo giorno di scuola e martedì 29 ottobre,
in sala Ratti, con una serata dedicata al centenario. Il 14 dicembre
è previsto l’Open Day della scuola.
V
entisei prove che hanno visto
la partecipazione di oltre 3mila
atleti. Sono i numeri dell’edizione 2013 del Master Sport e Sports
di mountain bike che la nostra Bcc ha
sostenuto. Un’edizione record, dove,
accanto allo sport, la solidarietà ha
giocato un ruolo importante. Infatti,
l’organizzazione e la promozione delle
diverse gare nel corso dell’anno è stata
abbinata alla raccolta fondi e alla sensibilizzazione verso le persone svantaggiate con gite e iniziative specifiche.
Sabato 5 ottobre, all’oratorio di Orago,
sono stati premiati i vincitori delle
diverse categorie. Alla serata, oltre al
vice presidente del comitato Acsi di
Milano, Mario Chiozzi, anche la nostra
Bcc con Alessandro Busti, responsabile
della filiale di Buguggiate. Sui gradini
più alti sono saliti, nelle rispettive categorie: Roberto Sartore dell’associazione
sportiva dilettantistica Il Ciclista (categoria Primavera 1), Luca Bergamelli
dell’Iride Cycling Team (Primavera
2), Daniele Sartore dell’Asd Il Ciclista
(Debuttanti), Moreno Sibilla del Pedale
Aronese (Junior), Salvatore Giampà
di Battistella (Senior), Davide Bioda
dell’Asd Il Ciclista (Veterani), Vittorio
LA SCUOLA CARDUCCI
FESTEGGIA 100 ANNI
Strobili degli Skorpioni (Gentleman),
Giuliano Galaschè di Albertoni
(Super A), Gregorio Sottocorna della
Garbagnatese (Super B), Serena Mensa
della Rive Rosse (Donne A), Kathrin
Ortel dell’Iride (Donne B). Tra le
società l’Asd Il Ciclista ha precedu-
to l’Iride Cycling e Albertoni. Non
è mancato il legame con la solidarietà: la serata è stata dedicata a un
ragazzo di 14 anni che, in seguito
a un incidente di gioco, ha subito
l’amputazione di una gamba. E adesso necessita di una protesi adeguata.
LA STAGIONE 2013 DEGLI APERITIVI IN CONCERTO
Ha guardato ai giovani la quindicesima
stagione degli Aperitivi in Concerto,
organizzata dal Comune di Legnano
in collaborazione con l’Orchestra da
Camera Città di Legnano Franz Joseph
Haydn e il sostegno della nostra Bcc.
Quattro concerti che hanno animato la
domenica mattina in Sala Ratti, a partire
dal 10 novembre e fino all’1 dicembre.
«Anche quest’anno abbiamo puntato
sulla qualità della proposta musicale
con un occhio di riguardo agli interpreti
giovani», ha dichiarato l’assessore alla
Cultura, Francesca Raimondi, alla con-
ferenza stampa di presentazione della
manifestazione. «Un grazie va alla Bcc,
che crede nell’importanza della cultura
per il nostro territorio». (Sotto l'Orchestra di flauti del Conservatorio G. Verdi
di Milano che ha chiuso gli Aperitivi)
33
ASSOCIAZIONE CCR
ASSOCIAZIONE CCR
Il quinto concorso fotografico è tutto in rosa
Paola Fogagnolo vince la
sezione a colori. A Stefania
Vignati è andato il premio
per la foto in bianco e nero
I
n vista della fine dell’anno, il
Circolo Culturale e Ricreativo traccia un primo bilancio di quello che
è stato il 2013: 40 iniziative organizzate coinvolgendo più di 4mila persone.
«Tutte le iniziative previste sono state
realizzate», osserva il presidente del
Ccr, Maria Carla Ceriotti. Un bilancio
positivo, quindi, che con ogni probabilità sarà confermato anche nel
2014. Il direttivo dell’associazione
della nostra banca sta già lavorando
per la programmazione del prossimo
anno rinnovando l’appuntamento con
alcune iniziative ormai diventate storiche, ma anche cercando spunti per
individuare proposte del tutto nuove.
Nelle scorse settimane i soci del Ccr
hanno visto il tutto esaurito per la
settimana dedicata all’Umbria e per la
visita nella terra dei motori dedicata
alla scoperta del mondo del cavallino rampante e del museo Ferrari. In
attesa di festeggiare il nuovo anno
I
l podio tutto rosa ha caratterizzato la quinta edizione del concorso fotografico della nostra Bcc,
organizzato dal Circolo Culturale e
Ricreativo della banca. Tutte donne le
autrici delle prime tre fotografie classificate sia nella sezione a colori, sul tema
“Fattorie e cascine del nostro territorio,
Altomilanese e Varesotto”, sia in quella
in bianco e nero, a tema libero, che
sono state premiate nella serata conclusiva del concorso il 5 ottobre scorso.
Con la fotografia “Stalla Ticozzi”, scattata a Casorezzo, Paola Fogagnolo, di
Castellanza, si è aggiudicata il primo
posto nella sezione a colori; al secondo
posto Sonia Paganini, di Busto Garolfo,
con “Stadere” della cascina Leopoldina
a Cuggiono; terza Cristina Dei Poli, di
Varese, con “Tradizione e modernità”,
scattata a Bernate, frazione di Casale
Litta. Per la sezione in bianco e nero, la
giuria presieduta da Vittorio Canziani
e composta da Giuseppe Campana,
Carlo Ceriotti, Renzo Gremasi,
Riccardo Masini e Sergio Rizzardi, ha
assegnato la vittoria a Stefania Vignati,
di Busto Garolfo, per “Ritratto (in
blu)”; seconda Elisa Binaghi, di Busto
Garolfo, con “L'intreccio” e terza Irene
De Privitellio, di Legnano, per “Curve”.
Il premio riservato ai soci della Bcc
e del Ccr è stato assegnato ad Elvio
Almasio, di Parabiago, per la foto
“Cascina Cotti, già mulino Cotti”; mentre tra i giovani, categoria riservata
agli under 16, è stata scelta la foto
di Christian Borghi, di Busto Garolfo,
“Ingregia”, fatta alla cascina Inglesina
di Gerenzano. Hanno invece ricevuto la menzione speciale della giuria:
Giuseppe Borghi per “Matrimonio in
Oia”; Elena Paganini per “Una spinta
34
Oltre 4mila persone coinvolte
nel 2013 dal Circolo della Bcc
con un brindisi a Parigi, è possibile
avere anche qualche anticipazione del
calendario 2014. Gennaio si conferma
mese dedicato all’arte a Milano, così
come febbraio quello del benessere
con il soggiorno ad Abano Terme.
Doppio l’appuntamento con il carnevale: all’uscita a Venezia si sommerà
una serata proposta a Busto Garolfo
nella sala Don Besana. Inoltre, non
mancheranno gli incontri dedicati
al tema della prevenzione e il concerto alla Scala di Milano in favore della Lilt. Il Ccr riserverà ancora
grande attenzione al mondo della
fotografia con la sesta edizione del
concorso fotografico e l’avvio di un
nuovo corso base di fotografia (inizio
a febbraio). In attesa della definizione delle mete e delle date precise,
il Circolo Culturale e Ricreativo dà
appuntamento ai soci dell’associazione il 19 dicembre per il tradizionale
scambio di auguri natalizi.
I PROSSIMI
APPUNTAMENTI
7 DICEMBRE - Visita alla città di
Lucerna (Svizzera) e ai suoi mercatini di Natale.
19 DICEMBRE - Dalle 21, nella
sala Don Besana di Busto Garolfo,
appuntamento dedicato ai soci del
Circolo Culturale e Ricreativo per il
tradizionale scambio degli auguri
natalizi.
DAL 30 DICEMBRE AL 4 GENNAIO
- Capodanno a Parigi con brindisi
sugli Champ Elysée e visita alla Ville
Lumiere. Cinque giorni intensi per
ammirare i principali monumenti di
una delle più belle e più suggestive
capitali europee.
GENNAIO 2014 - La prima uscita
dell’anno sarà dedicata all’arte a
Milano: in previsione la visita a una
mostra o ad un museo del capoluogo lombardo.
Nelle foto dall'alto: il gruppo dei fotografi premiati insieme agli organizzatori e alla giuria; la mostra delle opere allestita in sala Don Besana, il pubblico e la foto vincitrice.
dal cielo”; Sonia Paganini per “Luci e
ombre”; Paolo Pinciroli per “Chiara
e la gallina”; Linda Raimondi per
“L’antico borgo” e Fabio Tronconi per
“Giochi d’acqua”. La serata di premiazione è stata allietata dalle musiche proposte dal pianista Dario Fasci.
«Tutte le fotografie presentate hanno
espresso la grande passione che c’è
per la fotografia e un profondo attaccamento al territorio, a questo territorio», ha osservato Vittorio Pinciroli,
componente del consiglio di amministrazione della nostra Bcc, intervenuto
alla premiazione. «È proprio il territorio il punto di riferimento della Bcc;
un territorio che come banca vogliamo
continuare a sostenere e valorizzare».
Sopra da sinistra in senso orario: la visita ad Assisi durante il viaggio in Umbria fatto a settembre e due foto del gruppo del Ccr al Museo Ferrari di Maranello.
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