Riepilogo 4

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Riepilogo 4
Teorie del cinema e dell’audiovisivo
Riepilogo dei temi principali del corso/4
Prof. Guido Vitiello
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Jurassic Park
(Steven Spielberg, 1993)
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È uno dei film che hanno incassato di più
nella storia del cinema. Può vantare alcuni
sequel nonché prodo: di ogni genere:
videogiochi, accessori, gioca>oli. Per i
blockbuster della terza Hollywood le spese
di pubblicità coprono almeno il 60 per
cento delle spese totali di produzione
È il primo film a fare uso massiccio della
computer generated imagery (CGI). Ha
aperto la via, tra gli altri, al cinema di
Peter Jackson (Il Signore degli Anelli, King
Kong, Avatar)
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Il film ironizza sulla sua
stessa realizzazione:
aspira a inaugurare o
prefigurare un nuovo
modello di cinema
“Nessuna di queste a<razioni è ancora pronta,
naturalmente, ma il parco aprirà con la visita che
state per fare voi (…). ProgeH incredibilmente
spe<acolari: qui non si bada a spese. (…) Questo
parco non è stato messo su soltanto per i super-­‐
ricchi. Tu<e le persone di questo mondo hanno
diri<o di godersi quesM animali”.
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Il film ironizza anche sul
desCno “postumo” del
cinema tradizionale e dei suoi
protagonisC (regista e aFori)
al tempo del digitale
“E non parlo di giostre e baracconi: quelli ce li hanno tuH. No, noi
abbiamo creato delle a<razioni biologiche vivenM, così stupefacenM
che ca<ureranno l’immaginazione dell’intero pianeta”.
“Allora che ne pensi?”
“Che siamo disoccupaM”.
“Non è meglio dire ‘esMnM’?”
(Lo scambio di ba>ute tra i protagonisM del film ricalca un dialogo
reale tra Spielberg e Phil TippeF, uno dei curatori degli effe:
speciali)
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L’esperienza dello
speFatore è inscri>a
ironicamente nel film
La fruizione diventa
l’incrocio tra un safari,
un parco diverMmenM “a
tema” e un drive-­‐in
Il film richiede una
immersione perceIva
da parte dello
spe>atore: tu>o il suo
corpo -­‐ non più solo la
vista e l’udito -­‐ deve
partecipare a quel che
accade sullo schermo
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Con l’ausilio di una carrellata
dal punto di vista dei bambini,
lo speFatore è trascinato a forza
all’interno della finzione -­‐ e in un
certo senso “infanClizzato”
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Lo status dello
speFatore è
costantemente evocato
e messo in gioco. I filtri
(binocolo a infrarossi,
vetri) rimandano alla
distanza della visione
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L’assalto del Crannosauro al vetro
è l’annullamento della “distanza di
sicurezza” dello speFatore nel
cinema classico
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“Quando la devi fare, la devi fare”
La “distanza di sicurezza”
è riprisCnata dall’ironia in
situazioni di pericolo estremo e
dal conCnuo ribadire che si traFa
solo di finzione: il film non si
prende sul serio
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Anche se la favola ha
una sua morale, i suoi
buoni e i suoi caIvi,
quel che conta è
l’a+razione delle
animazioni digitali
ParagonaM ai dinosauri, i
personaggi sono dei fossili
(Peter Travers, “Rolling Stone”)
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La terza Hollywood
• Primato delle aFrazioni sulla narrazione: si va al cinema per vedere
immagini stupefacenM più che per seguire storie appassionanM
• Gusto per il rifacimento e il pasMche: il film come museo di
citazioni, una stanza degli echi da cui non si esce mai
• EsteMca ludica: il film è un gioco (mutua anche idee e formule
espressive dal videogame) e come tale non si prende sul serio
• Riscoperta dell’elemento fiabesco, del fantasy, dell’avventura, delle
saghe mitologiche, creazione di mondi alternaMvi al nostro
• Immersività dello spe>atore, coinvolto a fondo nella finzione, che
va di pari passo con una distanza ironica rispe>o alla finzione stessa
• Più che l’illusione di realtà della prima Hollywood, se ne o:ene
l’impressione: “sembra vero”, ma sappiamo che non lo è. Il
pubblico della terza Hollywood è smaliziato
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