amnesty :: Rapporto annuale
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ACQUISTA ACQUISTA ONLINE ONLINE >> Europa e Asia Centrale 12 DUEMILA Turchia 5_EUROPA & ASIA CENTRALE_amnesty 2012 10/05/12 14.26 Pagina 557 EUROPA E ASIA CENTRALE accuse erano collegate a un suo articolo sulle autorità locali del distretto di Asht, in cui aveva accusato di corruzione alcuni funzionari e aveva criticato le forze di polizia e di sicurezza locali. Makhmadyusuf Ismoilov è stato multato per una cifra pari a circa 7000 dollari Usa e bandito per tre anni dall’attività giornalistica. A dicembre, la condanna è stata confermata in appello ma le pene sono state cancellate. VIOLENZA CONTRO DONNE E RAGAZZE La violenza contro le donne ha continuato a essere un grave problema. Uno dei principali fattori che ha contribuito all’alto tasso di violenza domestica è stato l’incapacità dello stato di adottare misure idonee a impedire i matrimoni precoci, che sono illegali. Il 1° gennaio, l’età minima per il matrimonio è stata aumentata da 17 a 18 anni con un decreto presidenziale. Tuttavia, sono rimasti insufficienti i servizi per proteggere le sopravvissute alla violenza domestica, come rifugi e alloggi alternativi sicuri. In autunno, è stata presentata al parlamento una bozza di legge “sulla protezione sociale e legale dalla violenza domestica”, che era in preparazione da molti anni. A fine anno non era ancora stata discussa né votata. MISSIONI E RAPPORTI DI AMNESTY INTERNATIONAL Delegate di Amnesty International hanno visitato il Tagikistan ad aprile. Tajikistan: A coalition of non-governmental organizations is calling on the government to end torture and fulfil its international obligations (EUR 60/003/2011) Tajikistan: Amnesty International submission to the UN Universal Periodic Review, October 2011 (EUR 60/006/2011) TURCHIA REPUBBLICA DI TURCHIA Capo di stato: Abdullah Gül Capo del governo: Recep Tayyip Erdoğan Pena di morte: abolizionista per tutti i reati Popolazione: 73,6 milioni Aspettativa di vita: 74 anni Mortalità infantile sotto i 5 anni: 20,3‰ Alfabetizzazione adulti: 90,8% Le promesse riforme costituzionali e giuridiche non ci sono state. Al contrario, è stato minacciato il diritto alla libertà di espressione ed è aumentata la violenza della polizia Rapporto annuale 2012 - Amnesty International 557 5_EUROPA & ASIA CENTRALE_amnesty 2012 10/05/12 14.26 Pagina 558 RAPPORTO 2012 contro chi protestava. Migliaia di azioni penali basate su leggi antiterrorismo viziate hanno sistematicamente ignorato gli standard di equità processuale. Attentati dinamitardi hanno ucciso civili. Non ci sono stati progressi nel riconoscimento del diritto all’obiezione di coscienza o nella tutela dei diritti dei minori nel sistema giudiziario. La legge ha continuato a non garantire i diritti di rifugiati e richiedenti asilo e delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender (Lgbt). I meccanismi di prevenzione per la lotta alla violenza contro le donne sono rimasti inadeguati. CONTESTO A giugno, il Partito giustizia e sviluppo (Adalet ve Kalkınma Partisi – Akp) ha vinto le elezioni parlamentari ed è stato riconfermato al governo. Nove candidati dell’opposizione regolarmente eletti non hanno potuto insediarsi in parlamento a causa dei procedimenti giudiziari aperti nei loro confronti, secondo le norme antiterrorismo: otto erano sotto processo e sono rimasti in carcere, mentre al nono è stato impedito di ricoprire l’incarico a causa di una precedente condanna. A luglio, il capo delle forze armate e i suoi tre generali più alti in grado si sono dimessi, a dimostrazione delle continue tensioni tra il governo e le forze armate. Le dimissioni sono seguite a un’ondata di arresti di ufficiali militari in servizio o in pensione, accusati di aver complottato per rovesciare il governo. A settembre, la Turchia ha ratificato il Protocollo opzionale alla Convenzione contro la tortura, aprendo la strada al monitoraggio indipendente dei luoghi di detenzione. Tuttavia, entro la fine dell’anno non aveva introdotto norme legislative per istituire il necessario meccanismo interno di applicazione o altri meccanismi di prevenzione promessi, quali una procedura indipendente per le denunce contro la polizia o un ufficio del difensore civico. A fine anno, l’annunciata bozza di costituzione non era ancora stata presentata per essere discussa. Non sono stati applicati gli emendamenti costituzionali adottati con un referendum durante la legislatura precedente, volti a rendere le leggi sui diritti sindacali più vicine agli standard internazionali. Sono aumentati gli scontri armati tra il Partito dei lavoratori del Kurdistan (Partiya Karkerên Kurdistan – Pkk) e le forze armate. A ottobre è stata lanciata una vasta operazione militare nel nord dell’Iraq che ha preso di mira le basi del Pkk e ha costretto centinaia di civili a lasciare i loro villaggi. A dicembre, 35 civili, in maggioranza minori, sono stati uccisi quando un aereo da guerra turco ha bombardato un gruppo di civili nel distretto di Uludere, vicino al confine con l’Iraq. A ottobre, un terremoto nella provincia orientale di Van ha provocato più di 600 morti. 558 Rapporto annuale 2012 - Amnesty International 5_EUROPA & ASIA CENTRALE_amnesty 2012 10/05/12 14.26 Pagina 559 EUROPA E ASIA CENTRALE Le autorità sono state criticate per la lentezza dei soccorsi, che hanno lasciato migliaia di persone senza casa e al gelo. Le autorità turche si sono pronunciate contro le violazioni dei diritti umani in atto sull’altra sponda del Mediterraneo orientale. A settembre, il governo ha annunciato che avrebbe contestato la legittimità del blocco navale di Gaza presso la Corte internazionale di giustizia. Un rapporto delle Nazioni Unite sull’arrembaggio della nave turca Mavi Marmara, del maggio 2010, aveva concluso che le forze di difesa israeliane avevano fatto uso eccessivo della forza nell’operazione, che aveva provocato la morte di nove cittadini turchi. A novembre, il ministro degli Esteri ha annunciato l’imposizione di sanzioni alla Siria a causa dei persistenti omicidi di manifestanti pacifici. LIBERTÀ DI ESPRESSIONE Sono stati avviati molti procedimenti giudiziari che hanno minacciato il diritto di singole persone alla libertà di espressione. In particolare giornalisti che esprimevano opinioni critiche, attivisti politici curdi e altri hanno rischiato azioni legali inique quando denunciavano la situazione dei curdi in Turchia o criticavano le forze armate. Oltre alle incriminazioni derivate da vari articoli del codice penale, un gran numero di processi che minacciavano la libertà di espressione erano collegati alla legislazione antiterrorismo (v. oltre, Processi iniqui). Sono continuate le minacce di violenza contro figure di spicco che esprimevano le loro opinioni. A novembre sono entrate in vigore nuove norme che hanno suscitato ulteriori preoccupazioni in merito alle arbitrarie restrizioni imposte ai siti web. A febbraio, il difensore dei diritti umani Halil Savda ha ricevuto conferma della sua condanna per aver “allontanato l’opinione pubblica dall’istituzione del servizio militare”. È stato condannato a 100 giorni di carcere per aver espresso il suo sostegno al diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare. A fine anno, erano ancora in corso altri due processi per la stessa accusa e un’altra condanna era pendente dinanzi alla Corte suprema d’appello. A marzo, Ahmet Şık e Nedim Şener, entrambi giornalisti che indagavano su presunti abusi dei diritti umani da parte di funzionari dello stato, sono stati incriminati per appartenenza a un’organizzazione terroristica. Il loro arresto e quello di altri sei giornalisti erano parte di un’operazione di polizia contro Ergenekon, una presunta rete criminale con collegamenti nell’esercito e in altre istituzioni statali, accusata di complottare per rovesciare il governo. Nel procedimento, alcuni loro articoli sono stati utilizzati come prove fondamentali a loro carico. A fine anno, erano ancora in detenzione preprocessuale. A novembre, 44 persone, tra cui l’editore Ragıp Zarakolu e la professoressa Büşra Ersanlı, sono stati arrestati per la presunta appartenenza all’Unione delle comunità del Kurdistan (Koma Civaken Kurdistan – Kck), legata al Pkk. Ragıp Zarakolu e Büşra Ersanlı sono stati entrambi interrogati sulla loro partecipazione a eventi organizzati dall’accademia politica del Partito per la pace e la democrazia (Barış ve Demokrasi Rapporto annuale 2012 - Amnesty International 559 5_EUROPA & ASIA CENTRALE_amnesty 2012 10/05/12 14.26 Pagina 560 RAPPORTO 2012 Partisi – Bdp), un partito politico riconosciuto, e sui loro rispettivi lavori, editoriale e accademico. Ulteriori ondate di arresti a novembre e dicembre hanno portato alla detenzione di 37 avvocati e 36 giornalisti, sospettati di appartenere alla Kdc. A fine anno erano tutti ancora in carcere. A giugno, Baskın Oran ed Etyen Mahçupyan, entrambi giornalisti del quotidiano bilingue armeno-turco Agos, sono stati minacciati di morte. Fin dal 2004 avevano ricevuto analoghe minacce, per le quali nessuno era stato assicurato alla giustizia. TORTURA E ALTRI MALTRATTAMENTI Sono continuate le denunce di tortura e altri maltrattamenti nei posti di polizia e durante i trasferimenti verso commissariati e prigioni. La polizia ha regolarmente fatto uso eccessivo della forza durante le manifestazioni, in particolare durante le proteste prima e dopo le elezioni di giugno. In molti casi, le manifestazioni sono degenerate in violenza dopo l’intervento della polizia e l’uso di gas lacrimogeni, idranti e proiettili di plastica. Gli organi d’informazione hanno documentato molti episodi di agenti che picchiavano i manifestanti con i manganelli. A maggio e giugno, le manifestazioni nella città di Hopa, nella provincia nordorientale di Artvin, sono sfociate in scontri tra la polizia e i dimostranti, uno dei quali è morto e altri sono stati feriti. Metin Lokumcu è morto per un attacco cardiaco dopo essere stato raggiunto dai lacrimogeni sparati dalla polizia. Anche i manifestanti che protestavano ad Ankara per il comportamento degli agenti durante le proteste di Hopa sono stati vittime della violenza della polizia. Secondo il suo avvocato, la manifestante Dilşat Aktaş è stata picchiata da circa 10 agenti che le hanno fratturato l’anca, rendendola inabile a camminare per sei mesi. A fine anno, un’inchiesta penale su tale episodio era ancora in corso. Non era la prima volta che Dilşat Aktaş veniva coinvolta in una presunta aggressione della polizia. In alcune riprese televisive di marzo si vedeva mentre, durante una manifestazione, un agente la prendeva a pugni; ciò nonostante, il procuratore di Ankara ha deciso di non perseguire il caso. A ottobre, il militare di leva Uğur Kantar è morto in ospedale, a quanto risulta, per le torture inflittegli da alcuni soldati mentre era in custodia militare all’interno della sua guarnigione, nella zona settentrionale di Cipro. Cinque ufficiali, tra cui il direttore del carcere militare, sono stati incriminati per la sua morte. A fine anno, il procedimento giudiziario era in corso. IMPUNITÀ Le indagini su presunte violazioni dei diritti umani da parte di funzionari statali sono rimaste inefficaci. Anche quando sono stati aperti procedimenti penali, le possibilità di assicurare alla giustizia i responsabili sono rimaste remote. Le controaccuse hanno continuato a essere impiegate come tattica per mettere a tacere chi denunciava gli abusi. A giugno, il colonnello Ali Öz e altri sette militari sono stati condannati per negligenza, per non aver riferito informazioni sul complotto per uccidere il giornalista e difensore dei diritti umani Hrant Dink, che avrebbero 560 Rapporto annuale 2012 - Amnesty International 5_EUROPA & ASIA CENTRALE_amnesty 2012 10/05/12 14.26 Pagina 561 EUROPA E ASIA CENTRALE potuto impedirne l’omicidio, avvenuto nel 2007. Sebbene a luglio un tribunale minorile abbia condannato Ogün Samast come esecutore materiale, rimaneva in dubbio una possibile indagine sulle circostanze dell’omicidio, compresa la collusione di funzionari statali. Non ci sono state indagini pubbliche sulla morte, avvenuta ad agosto, di una famiglia di sette persone nella regione curda dell’Iraq settentrionale, a quanto sembra a causa del bombardamento di un aereo militare turco. In quel periodo, le forze aeree stavano compiendo attacchi nella zona contro basi del Pkk. A settembre, la Corte suprema d’appello ha ribaltato, per ragioni procedurali, lo storico verdetto del 2010 con cui erano stati condannati agenti di custodia e altri funzionari statali per la morte in custodia di Engin Çeber, avvenuta nell’ottobre 2008. La comunicazione scritta della sentenza è stata rimandata per più di due mesi, ostacolando ulteriormente gli sforzi per garantire giustizia per Engin Çeber. A dicembre, un agente di polizia è stato condannato per l’“omicidio negligente” del richiedente asilo nigeriano Festus Okey, al quale aveva sparato nel 2007, mentre si trovava in custodia di polizia. Il tribunale ha respinto la richiesta dei parenti di intervenire nel procedimento come “parte lesa”, come previsto dal diritto turco. Il giudice ha anche sporto denuncia penale contro alcuni attivisti che avevano criticato il procedimento e cercato di intervenire nel processo. A dicembre, un tribunale locale non ha emesso una sentenza di custodia nei confronti di un agente di polizia che, nel 2009, era stato filmato mentre afferrava e poi colpiva ripetutamente alla testa con il calcio del fucile un manifestante minorenne. Il quattordicenne S. T. aveva riportato la frattura del cranio ed era rimasto nel reparto di terapia intensiva per sei giorni dopo l’aggressione. Il tribunale ha ridotto la pena sostenendo che la ferita era stata accidentale e dovuta alle “condizioni dell’area”. L’agente è stato condannato a sei mesi con sospensione della pena ed è stato autorizzato a rimanere in servizio. PROCESSI INIQUI Nel corso dell’anno si sono tenute migliaia di procedimenti giudiziari ai sensi di leggi antiterrorismo eccessivamente ampie e vaghe, in gran parte per appartenenza a organizzazioni terroristiche. Le norme hanno causato ulteriori abusi. Molte delle persone processate erano attivisti politici, tra cui studenti, giornalisti, scrittori, avvocati e docenti universitari. I pubblici ministeri hanno regolarmente interrogato i sospettati in merito a comportamenti tutelati dal diritto alla libertà di espressione o da altri diritti garantiti a livello internazionale. Tra gli altri problemi, c’è stato il ricorso alla detenzione preprocessuale prolungata, durante la quale agli avvocati difensori è stato impedito di esaminare le prove a carico dei loro clienti o di impugnare effettivamente la legittimità della loro detenzione, a causa di ordini di segretezza che vietavano loro di accedere ai documenti del caso. A fine anno, lo studente universitario Cihan Kırmızıgül era in detenzione preprocessuale da 22 mesi, accusato di danno a proprietà e di appartenenza a un’organizzazione terroristica. L’accusa si basava sul Rapporto annuale 2012 - Amnesty International 561 5_EUROPA & ASIA CENTRALE_amnesty 2012 10/05/12 14.26 Pagina 562 RAPPORTO 2012 fatto che indossava una sciarpa tradizionale, simile a quella portata da presunti partecipanti a una manifestazione, in cui erano state lanciate alcune bottiglie incendiarie. Un agente di polizia lo aveva anche identificato come presente sulla scena, in contraddizione con le dichiarazioni di altri agenti. Nonostante il pubblico ministero avesse chiesto il proscioglimento di Cihan Kırmızıgül per insufficienza di prove, il giudice ha stabilito che la sua detenzione e il procedimento penale nei suoi confronti dovevano proseguire. DIRITTI DEI MINORI Sono continuati i procedimenti giudiziari nei confronti di minori ai sensi delle norme antiterrorismo, anche per aver preso parte a manifestazioni, nonostante le modifiche legislative del 2010 intendessero impedire che i dimostranti minorenni fossero perseguiti secondo tali leggi. Sebbene sia diminuito il numero di minori perseguiti, molti erano ancora detenuti in custodia di polizia con adulti, prima di essere trasferiti alla sezione minorile. Sono stati documentati periodi di detenzione preventiva fino a un massimo di quattro giorni e i minori hanno continuato a essere trattenuti in detenzione preprocessuale prolungata. Il problema della mancanza di tribunali minorili in molte province non è stato affrontato. A fine anno, il diciassettenne L. K. era in detenzione preprocessuale da otto mesi, in attesa della decisione della Corte suprema d’appello su quale tribunale avesse la giurisdizione sul suo caso. ABUSI DA PARTE DI GRUPPI ARMATI Attentati di gruppi armati hanno provocato morti e feriti tra i civili. Il 20 settembre, tre civili sono stati uccisi e 34 sono rimasti feriti in un attentato dinamitardo che ha colpito un affollato quartiere commerciale della capitale Ankara. L’attentato è stato rivendicato dai Falchi della libertà del Kurdistan (Teyrêbazên Azadiya Kurdistan – Tak). Nello stesso giorno, quattro civili sono morti durante un attentato del Pkk, che apparentemente aveva come obiettivo la polizia, nella provincia sudorientale di Siirt. DIRITTO ALL’ALLOGGIO Gli sgomberi forzati hanno violato i diritti dei residenti alla consultazione, alla compensazione e alla garanzia di un alloggio alternativo. Molte delle persone colpite nell’ambito di progetti di riqualificazione urbana appartenevano ai gruppi più poveri e maggiormente a rischio, comprese persone in precedenza sfollate con la forza dai villaggi della Turchia sudorientale. A maggio, il Comitato delle Nazioni Unite per i diritti economici, sociali e culturali ha reso note le proprie preoccupazioni su tali progetti di riqualificazione. Nel quartiere Tarlabaşı di Istanbul, decine di famiglie sono state sgomberate forzatamente nell’ambito di un progetto di riqualificazione urbana condotto dalla municipalità di Beyoğlu. Alcune persone hanno riferito di essere di fatto diventate senza fissa dimora. 562 Rapporto annuale 2012 - Amnesty International 5_EUROPA & ASIA CENTRALE_amnesty 2012 10/05/12 14.26 Pagina 563 EUROPA E ASIA CENTRALE PRIGIONIERI DI COSCIENZA – OBIETTORI DI COSCIENZA Non ci sono stati progressi nel riconoscimento del diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare nel diritto interno né nel porre fine ai ripetuti procedimenti giudiziari contro gli obiettori di coscienza che rifiutavano di svolgere il servizio militare. A novembre, nel caso Erçep vs. Turchia, la Corte europea dei diritti umani ha stabilito che il rifiuto da parte della Turchia di garantire un servizio civile alternativo a quello militare violava il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e religione. Le persone che si esprimevano pubblicamente a favore del diritto all’obiezione di coscienza hanno continuato a essere perseguite (v. sopra, Libertà di espressione). L’obiettore di coscienza İnan Süver è rimasto in carcere a causa delle multiple condanne per il rifiuto di svolgere il servizio militare fino a dicembre, quando è stato messo in libertà condizionata. RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO L’accesso alle procedure d’asilo è stato negato arbitrariamente, con la conseguenza che le persone sono state rinviate forzatamente in luoghi in cui potevano essere a rischio di persecuzioni. Le autorità non hanno introdotto la legislazione promessa a garanzia dei diritti fondamentali di rifugiati e richiedenti asilo. Da maggio in poi, migliaia di cittadini siriani sono fuggiti in Turchia in cerca di protezione dalla violenza e dalle violazioni dei diritti umani nel loro paese. Molti sono stati sistemati in campi ma non hanno avuto accesso all’Unhcr, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, o alle procedure d’asilo. Il loro accesso al mondo esterno è stato gravemente limitato, impedendo loro anche di riferire sulla situazione dei diritti umani in Siria. Ci sono state segnalazioni di un certo numero di cittadini siriani sequestrati in territorio turco e riportati in Siria, dove rischiavano di subire persecuzioni. DIRITTI DELLE PERSONE LESBICHE, GAY, BISESSUALI E TRANSGENDER Il problema della discriminazione per ragioni di orientamento sessuale e identità di genere non è stato affrontato. Gli attivisti per i diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender (Lgbt) hanno continuato a subire le molestie delle autorità. Nel corso del 2011, i gruppi per i diritti Lgbt hanno registrato otto omicidi presumibilmente commessi a causa dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere della vittima. A novembre, tre donne transgender, tutte appartenenti al gruppo per i diritti Lgbt di Ankara Pembe Hayat (Vita rosa), sono state condannate per “oltraggio ad agenti di polizia” e “resistenza alla polizia”. Erano state accusate dopo aver denunciato di essere state arbitrariamente arrestate e maltrattate da agenti. Nessuno è stato perseguito in relazione a tale episodio. VIOLENZA CONTRO DONNE E RAGAZZE La Turchia ha ratificato la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la Rapporto annuale 2012 - Amnesty International 563 5_EUROPA & ASIA CENTRALE_amnesty 2012 10/05/12 14.26 Pagina 564 RAPPORTO 2012 lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica. Tuttavia, i meccanismi di prevenzione turchi sono rimasti miseramente inadeguati e il numero di rifugi era ben inferiore a quello richiesto dal diritto interno. A ottobre, la Corte suprema d’appello ha confermato la riduzione di pena per 26 uomini condannati per lo stupro di una ragazza avviata alla prostituzione all’età di 12 anni, affermando che aveva “acconsentito” a fare sesso con loro. MISSIONI E RAPPORTI DI AMNESTY INTERNATIONAL Delegati di Amnesty International hanno visitato la Turchia a gennaio, marzo, aprile, maggio, giugno, agosto, settembre, ottobre e dicembre. “Not an illness nor a crime”: Lesbian, gay, bisexual and transgender people in Turkey demand equality (EUR 44/001/2011) Human rights defender Halil Savda faces imprisonment again in Turkey (EUR 44/002/2011) Families facing forced eviction in Turkey (EUR 44/007/2011) Turkey: Attacks on civilians condemned (EUR 44/013/2011) Turkey: Activists alleging police ill-treatment convicted for “insulting police” (EUR 44/014/2011) Turkey: KCK arrests deepen freedom of expression concerns (EUR 44/015/2011) Turkey: Supreme Court of Appeals overturns historic verdict in death in custody case (EUR 44/018/2011) 564 Rapporto annuale 2012 - Amnesty International