Re d`Italia per grazia di Dio e volontà della Nazione
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Re d`Italia per grazia di Dio e volontà della Nazione
Fert:Impaginato 4 24/11/10 11:26 Pagina 1 LII dalla fondazione Agenzia di Stampa ANNO XIV - Numero 2 • Dicembre 2010 • Direttore Responsabile: Sergio Boschiero • Vice Direttore: Antonio Parisi Fondatore: Mario Pucci Aderente all’UNIONE MONARCHICA ITALIANA e all’UNIONE DEI CLUB REALI D’ITALIA - Direzione - Redazione: Via Riccardo Grazioli Lante, 15/A 00195 - ROMA Tel. e Fax 06/3720337 - 335/6955941 - Nuova Registrazione Tribunale di Roma n. 405 del 27-06-1997 Periodicità quindicinale CCPOSTALE 50682004 Spedizione in abbonamento Postale 70% DCB ROMA - Sito INTERNET: http://www.monarchia.it - E-mail: [email protected] Re d’Italia per grazia di Dio e volontà della Nazione to": la plurisecolare dinastia dei Savoia, che seppe fondere in un unicum straordinario antiche tradizioni statuali e nuove aspirazioni popolari. Ne sarà visibile e amato simbolo il vessillo adottato da Carlo Alberto il 23 marzo 1848: il tricolore bianco, rosso e verde con al centro la croce di Savoia, "sotto la quale si è unificata la Patria e quattro generazioni di Italiani hanno saputo laboriosamente vivere ed eroicamente morire". L'unificazione dell'Italia, sogno e auspicio di Dante, Machiavelli, Foscolo, Manzoni e Carducci, che pure ricevette una "consacrazione" dal basso con eventi quali la rivoluzione siciliana del 12 gennaio 1848 o le Cinque Giornate di Milano del successivo marzo, fu anche l'approdo del cammino di Casa Savoia, principiato dall'età di Emanuele Filiberto, vincitore di San Quintino, e sviluppatosi di generazione in generazione. L’Italia non poteva che risorgere monarchica e sabauda! Solo la monarchia aveva in mano le carte per accreditare dinanzi a un’Europa scettica o ostile il parto di un nuovo Stato e farlo consolidare. Solo attorno a Casa Savoia, sia per il suo plurisecolare retaggio e sia per le sue scelte coraggiose nel nome delle libertà concesse con lo Statuto Albertino, sarebbero cessati gli antagonismi di par (continua a pag. 5) L’11 marzo 1861 il Presidente del Consiglio dei Ministri del Regno di Sardegna, Camillo Benso di Cavour, proponeva al Senato e alla Camera dei Deputati, uscita dalle prime elezioni svoltesi in tutte le regioni italiane liberate il 27 gennaio e il 3 febbraio, l'approvazione di un disegno di legge composto da un solo articolo:" Il Re Vittorio Emanuele II assume per sé e i successori il titolo di Re d'Italia". Il 17 marzo, dopo il voto favorevole delle due assemblee, veniva pubblicata la legge che proclamava Vittorio Emanuele II Re d'Italia "per grazia di Dio e volontà della Nazione". Di lì a poco seguiranno i riconoscimenti degli altri Paesi europei (solo l'Austria attenderà il 1867) e degli Stati Uniti d'America. L’Italia diveniva così una realtà politica e territoriale unitaria dopo sette secoli di frammentazione, durante i quali altri avevano deciso il destino delle genti che vi dimoravano. Innumerevoli i protagonisti, i martiri, gli esuli per la causa unitaria e quanto mai complesse le vicende che condussero a quel risultato impensabile fino a pochi mesi prima, ma uno solo lo strumento veramente efficace che rese possibile il "Risorgimen- S.A.R. Umberto di Sav oia - Aosta, Principe di Piemonte 1