Draghi spinge al ribasso l`euro

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Draghi spinge al ribasso l`euro
7/11/2014
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PRIMO PIANO
Il Sole 24 Ore
07 NOVEMBRE 2014
L'Europa e i mercati
Draghi spinge al ribasso l'euro
Borse deboli, Piazza Affari e Madrid in rosso: la Bce non basta, pesano economia e
Ucraina
Vittorio Carlini
L'andamento dei listini, spesso, vale molto di più di mille spiegazioni. Così è accaduto
ieri. L'attenzione, come è noto, era tutta per la riunione della Bce. Non tanto sui tassi
che, da copione, sono rimasti inalterati. Bensì, sull'intervento di Mario Draghi.
L'Eurogovernatore, dapprima, ha «sopito» i rumors sui dissensi nei suoi confronti per un
presunto eccesso di autonomia nella politica monetaria.
E poi, dopo avere indicato che il bilancio della Bce tornerà verso le dimensioni che
aveva agli inizi del 2012, ha sottolineato che la Banca centrale è unanimemente pronta
ad altre misure non convenzionali.
A queste parole le Borse europee, fino a quel momento contrastate, sono
immediatamente balzate verso l'alto. L'euro è crollato nei confronti del dollaro mentre
gli spread dei Paesi periferici si sono chiusi. Insomma gli investitori, seguendo una
sceneggiatura vista più volte, hanno scommesso sul prossimo avvio del programma di
acquisti di titoli di Stato da parte della Bce.
Un'ipotesi concreta? Forse sì o forse no. Poco importa. Nel momento in cui si apre lo
spiraglio della scommessa, partono gli acquisti. E così ieri è stato.
Può obiettarsi: a fine seduta i listini hanno chiuso contrastati. Francoforte (+0,6%) e
Parigi (+0,46%) si sono assestati sopra la parità. Milano (-0,73%) e Madrid (-0,15%) al
contrario hanno archiviato la giornata in rosso. Cioè, il flusso di acquisti non è stato
ovunque così robusto.
Vero! E, tuttavia, a rovinare le uova nel paniere è arrivata l'Ucraina. Nel primo
pomeriggio, infatti, si sono diffusi (anche via Twitter) rumors circa il ri-accendersi degli
scontri tra le forze filo-russe e quelle ucraine a Donetsk. L'incertezza, nonostante il dato
migliore della attese sul mercato del lavoro Usa, ha spinto al ribasso (in avvio di seduta)
Wall Street. Una dinamica che, quasi immediatamente, è stata replicata in Europa. Così,
le azioni sono state vendute e i listini, per l'appunto, hanno accelerato all'ingiù.
In un simile contesto non stupisce che le Borse dei Paesi periferici di Eurolandia siano
quelle che hanno sofferto di più. Si tratta dei mercati, nella mente degli investitori,
considerati più rischiosi. Listini che, seppure a metà pomeriggio è arrivata la smentita
degli scontri in Ucraina, non hanno avuto la forza di rialzare la testa. A differenza di
quelli dell'Europa continentale e di Londra, ha prevalso l'ottica di breve e la voglia di
portare a casa la plusvalenza.
I «sell», a ben vedere, hanno colpito diversi settori. A Piazza Affari, ad esempio, sono
scivolate all'ingiù soprattutto le materie di base (-3,7% sul finale) le telecom (-2,7%) e
le banche (-1,7%). In quel di Madrid, oltre agli istituti di credito, sono invece calati
anche i titoli immobiliari. Al di là della solita tensione sul settore finanziario,
l'andamento dei diversi comparti segnala come la congiuntura sia comunque un market
mover.
Proprio ieri l'Ocse, oltre ad avere invitato la Bce a fare di più sul fronte delle misure non
convenzionali, ha rilanciato l'allarme sulla crescita. Nell'Eurozona, è stata l'indicazione,
l'economia ha rallentato non solo a causa della debolezza dell'Italia, ma anche perchè
Germania e Francia hanno le loro difficoltà.
Quelle difficoltà che, è la speranza di tanti, potrebbero essere limitate con l'aiuto
dell'export e di un'euro più debole. Ieri, ovviamente, sulla scia delle indicazioni di
Draghi la moneta unica ha perso non poco terreno nei confronti del dollaro. L'obiettivo
di aumentare gli attivi della Bce (cioè, di immettere liquidità sul mercato) ha infatti un
effetto deflattivo sul cambi0. E non solo. L'attesa per la continua crescita dell'economia
americana (con la possibile ulteriore stretta da parte della Fed) induce flussi di capitale
in entrata verso Washington. Così, in un simile contesto, la moneta unica, dopo avere
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I TREND DELLE BORSE
GLI ALTRI LISTINI
In rialzo Parigi (+0,46%)
Londra (+0,18%) e
Francoforte (+0,6%) L'Ocse
«invita» l'Eurotower ad
aumentare gli stimoli
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aperto al di sopra di 1,25 sul biglietto verde, è crollata nel pomeriggio per arrivare a
chiudere in Europa sotto quota 1,24. Insomma, una bella boccata di ossigeno per
l'industria made in Eurolandia. Quella «corporate», peraltro, che oggi è attesa al test dei
dati sulla produzione industriale nel Vecchio continente.
Fin qui alcune indicazioni su azioni e congiuntura. Quale, però, l'andamento nel mondo
del reddito fisso? Ieri si è assistito alla riduzione degli spread nei Paesi periferici. La
differenza di rendimento tra il BTp decennale e il Bund, durante le contrattazioni, ha
toccato il minimo di giornata a 151 punti base. Poi, con il saggio del buono italiano al
2,38%, ha chiuso la seduta a quota 155. In discesa, infine, lo stesso differenziale di
Madrid: in Spagna lo spread sul benchmark tedesco si è assestato a quota 132 basis point.
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