Punto di vista - Banca ALBERTINI SYZ
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Punto di vista - Banca ALBERTINI SYZ
Punto di vista 31 luglio 2012 L'essenziale in un colpo d’occhio Obbligazioni Azioni Hedge funds Proiezioni a 6 mesi In questi giorni di cambio della guardia per i vacanzieri e di inaugurazione dei giochi olimpici a Londra, per i mercati finanziari e per i dirigenti europei non c’è stata tregua olimpica. La crescita, nelle ultime settimane, tende a rallentare in tutto il mondo ma è sull’Europa che si concentrano le maggiori preoccupazioni, temperate da qualche speranza. In tema di preoccupazioni, la flessione dell’attività osservata negli ultimi mesi si è protratta anche in luglio e conferma le difficoltà della zona euro. Nei paesi dell’Europa periferica, la recessione provocata dai piani di austerità sembra propagarsi anche al cuore dell’Unione monetaria, come conferma il netto deterioramento degli indicatori in Germania e in Francia. Dopo che diverse regioni spagnole hanno chiesto l’aiuto dello stato centrale la diffidenza dei mercati nei confronti della Spagna si è aggravata. La discesa in campo del presidente della BCE è stata decisiva per fermare la spirale infernale nella quale era caduta l’Europa. Affermando che la BCE è pronta a tutto per salvare l’euro, Mario Draghi ha rivestito i panni di “super Mario” messi da parte dopo le operazioni di rifinanziamento a lunghissimo termine di dicembre e febbraio (VLTRO). Le sue parole dense di significato hanno avuto un forte impatto sui mercati finanziari. Con le belle parole il rischio è che non siano seguite da fatti all’altezza delle speranze che hanno suscitato. Per questo, la riunione di inizio agosto della BCE sarà determinante per evitare che l’entusiasmo nato dalle dichiarazioni del presidente Draghi si sgonfi come un pallone bucato. Oltre Atlantico l’inizio di agosto sarà segnato dalla riunione della Fed e dalle consuete pubblicazioni di inizio mese (ISM, rapporto sull’occupazione). Niente tregua olimpica per l’economia… Economia Stati Uniti ............................................................................... 2 Un secondo trimestre senza brutte sorprese...ma dopo? Europa ..................................................................................... 3 Certezze e incertezze Questa pubblicazione si basa sulle informazioni raccolte fino al lunedì prima del giorno di diffusione. Pubblicazione del team Ricerche e Analisi Banque SYZ & CO SA Tel. +41 (0)22 819 09 09 [email protected] Autori: Yasmina Barin Adrien Pichoud Fabrizio Quirighetti Economie emergenti ................................................................ 4 Prove di stabilizzazione in Cina Mercati Azioni ...................................................................................... 5 Spagna in piena bufera Obbligazioni ............................................................................ 5 Draghi scende in campo in difesa dei tassi spagnoli Valutari ................................................................................... 6 Prosegue la tendenza ribassista dell’euro Questo documento è pubblicato esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo una raccomandazione di investimento, un’offerta di acquisto o di vendita di titoli, né un documento contrattuale. Le opinioni espresse riflettono il nostro giudizio al momento della redazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Si declina ogni responsabilità per eventuali perdite dirette o indirette che possano derivare dall’uso delle informazioni ivi contenute. Punto di vista 31 luglio 2012 Economia Stati Uniti L’economia si piega ma non si spezza. Nonostante l’indiscutibile rallentamento delle ultime settimane, l’economia americana nel secondo trimestre 2012 ha continuato a crescere. Con un’espansione del PIL dell’1.5% annualizzato, mantiene la fragile dinamica di crescita che l’ha caratterizzata dal 2010. Benché inferiore al suo potenziale e alla tendenza di lungo periodo, il ritmo resta positivo, contrariamente a quanto accade in Europa dalla fine dell’anno scorso e molto probabilmente si confermerà con le statistiche del secondo trimestre. Il differenziale di crescita fra gli Stati Uniti e l’Europa, in aumento dall’estate 2011, è una chiara illustrazione dell’effetto che produce la politica di bilancio sull’attività: oltre Atlantico, la politica tuttora accomodante (attivamente sostenuta dalla politica monetaria) mantiene la crescita in territorio positivo, mentre in Europa la combinazione dell’inasprimento generalizzato delle politiche di bilancio e della minore libertà d’azione della BCE rispetto alla Fed, trascina la zona euro in recessione. Crescita annua del PIL negli Stati Uniti e nella zona euro a confronto prossimo. La sola prospettiva dell’avvio della normalizzazione della spesa pubblica rischia di influenzare il comportamento delle famiglie e delle imprese nella seconda metà del 2012. La recente flessione degli indicatori economici USA rivela comunque il rischio che la crescita perda velocità con l’avvicinarsi di questa scadenza, diventando ancora più vulnerabile. Da primavera la domanda interna si indebolisce e sia il consumo delle famiglie, sia gli investimenti delle aziende segnano il passo rispetto ai trimestri precedenti. Dopo che l’ISM manifatturiero in giugno era sceso sotto quota 50 (a livelli che indicano una leggera contrazione dell’attività industriale), gli indici regionali suggeriscono un nuovo calo di questo indice in luglio. Tanto il nostro modello, fondato sugli indici della regione di New York e di Philadelphia, quanto l’indice della regione di Richmond suggeriscono una nuova flessione dell’ISM in luglio (vedere grafico seguente). ISM manifatturiero, modello SYZ&CO e indice della Fed di Richmond 65 30 60 20 6 55 10 4 0 50 - 10 45 2 - 20 40 0 - 30 35 - 40 -2 - 50 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 -4 Richmond Fed index SYZ&C O ISM m anufacturing model - RHS ISM m anufacturing index - RHS -6 96 97 98 99 US G DP, % YoY Euro Area G DP, % YoY 00 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 Source: T homson Reuters Datastream Negli ultimi dodici mesi, il differenziale di crescita fra Stati Uniti ed Europa si è considerevolmente ampliato. Tuttavia, alla luce della recente perdita di slancio della crescita e delle prospettive di politica economica a medio termine, la « sovra-performance » della crescita americana non deve destare un eccessivo (né misurato peraltro) ottimismo. Infatti, il vantaggio che gli Stati Uniti traggono da una politica di bilancio ancora molto accomodante è destinato a ridursi nel 2013 con il previsto avvio della fase di riduzione dei deficit pubblici. Il famoso « fiscal cliff » - al quale sarà confrontata l’economia americana al 31 dicembre 2012, con la scadenza, in caso di non rinnovo, di molte misure di sostegno all’attività - peserà sulle attività dell’anno 30 So urc e: D atas tream , B anque SYZ&C O Gli indicatori regionali di attività manifatturiera preannunciano che l’ISM entrerà in territorio di contrazione dell’attività in luglio (sotto quota 50). Certo, il perdurare della ripresa nel settore delle costruzioni e nell’immobiliare residenziale resta tuttora un fattore rassicurante e sostiene, seppure marginalmente, l’attività e la fiducia delle famiglie. Tuttavia il suo peso oggi è di gran lunga inferiore a quello che era cinque anni fa, e il settore – dopo lo scoppio della bolla - è ancora convalescente. Il rallentamento della dinamica di crescita degli ultimi mesi negli Stati Uniti è innegabile, e rende ancora più preoccupante la prospettiva di una politica di bilancio meno stimolante nel 2013. Ancora una volta è dalla Fed che ci si aspetta un intervento, come un nuovo allentamento di politica monetaria, per « aiutare » l’economia americana a superare i rischi di questa Questo documento è pubblicato esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo una raccomandazione di investimento, un’offerta di acquisto o di vendita di titoli, né un documento contrattuale. Le opinioni espresse riflettono il nostro giudizio al momento della redazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Si declina ogni responsabilità per eventuali perdite dirette o indirette che possano derivare dall’uso delle informazioni ivi contenute. Punto di vista 31 luglio 2012 transizione. La Fed si riunisce il 31 luglio e l’1 agosto, poi alla fine di agosto in occasione del simposio annuale di Jackson Hole, ed infine il 12 e 13 settembre. Queste date sono altrettante occasioni nelle quali potrebbe rilasciare dei messaggi rassicuranti e, forse, annunciare un nuovo piano di quantitative easing prima che le presidenziali imminenti spingano la Fed a una certa riserva nelle riunioni di fine ottobre e metà-dicembre. Europa 8 6 4 2 0 Oggi, nella zona euro, ci sono fatti che sono una certezza e altri che lo sono molto meno. Fra i fattori certi ricordiamo il costante peggioramento delle statistiche economiche (praticamente ininterrotto), da un mese all’altro da oltre un anno. Le ultime settimane non hanno costituito un’eccezione e mostrano chiaramente che la recessione si sta diffondendo dalla periferia verso il centro dell’Unione monetaria. L’indice PMI dell’attività manifatturiera tedesco è ancora sceso in luglio (sesto mese consecutivo di calo) e ormai si posiziona a livelli che indicano una netta contrazione dell’attività industriale. Indice del sentiment economico del paese. 110 100 90 80 70 65 00 01 G ERMANY F RANCE -2 -4 -6 -8 -10 2001 2002 2003 G ER - G DP YoY% F RA - G DP YoY% I T A - G DP YoY% 2004 2005 2006 2007 2008 2009 ESP - G DP YoY% PO R - G DP YoY% 2010 2011 G RE - G DP YoY % Source: T homson Reuters Datastream Nelle principali economie della zona euro il PIL mostra una tendenza nettamente negativa che sembra destinata a perdurare, come sta accadendo in Spagna, dove il PIL in primavera ha registrato una nuova contrazione. La prospettiva di una recessione generalizzata nella zona euro non è l’unica certezza che si può avere sull’Europa. Sappiamo anche che la « BCE è pronta a tutto per salvare l’euro ». E’ quello che ha dichiarato il suo presidente Mario Draghi il 26 luglio aggiungendo, per rafforzare il messaggio: «E credetemi, sarà sufficiente. » Queste parole forti fanno pensare che la BCE, dopo il taglio dei tassi in luglio, è pronta a intervenire di nuovo per riportare la calma sui mercati finanziari senza escludere nessuna delle possibilità previste dal suo mandato (che prevede peraltro dei margini di manovra importanti). 120 I T ALY Variazione annua del PIL per paese 02 03 04 05 06 07 08 SPAIN PO RT UG AL 09 10 11 12 G REECE Source: T homson Reuters Datastream Mentre nei paesi periferici il sentiment sulla situazione economica sembra stabilizzarsi (a livelli molto bassi), di recente è sceso in Francia e soprattutto in Germania. Dalla periferia della zona euro la recessione sta raggiungendo il cuore. Allo stesso modo, la caduta dell’indice del sentiment economico in Germania e in Francia, e il nuovo calo dell’indice della fiducia degli imprenditori in Germania IFO sono tutti segnali che indicano che il primo mese dell’estate ha segnato il perdurare del peggioramento congiunturale anche nelle due principali economie dell’Unione monetaria. Tant’è che ormai la recessione appare probabile anche in Germania e in Francia, e questo rischia di complicare ancora la situazione già difficile della zona euro. La prima stima del PIL spagnolo del secondo trimestre indica un - 0.4%, dopo due cali successivi dello 0.3%. E tutto porta a pensare che le statistiche degli altri paesi europei non saranno migliori. Ed è qui che sorgono diverse incertezze che portano confusione nelle prospettive dell’Europa a breve e medio termine. Perché pur avendo usato delle espressioni forti, il presidente della BCE non ha dato nessuna precisazione sui mezzi che potrebbero essere utilizzati. Forse, in primo luogo, perché non c’è consenso all’interno della BCE su questo punto. Ma soprattutto perché in Europa ha preso piede l’abitudine di giocare a dadi bugiardi e il bluff è entrato a far parte della strategia della BCE e della Germania. Fare e dire quanto basta per evitare l’implosione del sistema senza però dirne troppo, in modo da tenere i governi sotto pressione e spingerli a prendere decisioni difficili per risanare i loro bilanci. Dobbiamo credere nella volontà della BCE e dei dirigenti europei di salvare l’euro, senza sapere però quali mezzi saranno utilizzati per uscire dall’attuale situazione insostenibile. Un mix di certezze e incertezze che tiene i mercati in ostaggio delle decisioni politiche. Nel Regno Unito la prima stima del PIL del secondo trimestre ha rivelato una situazione ancora peggiore del previsto. Con una contrazione dello 0.7% del PIL dopo 0.3% e -0.4% dei due trimestri precedenti, l’economia britannica è ulteriormente sprofondata in recessione. Il Questo documento è pubblicato esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo una raccomandazione di investimento, un’offerta di acquisto o di vendita di titoli, né un documento contrattuale. Le opinioni espresse riflettono il nostro giudizio al momento della redazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Si declina ogni responsabilità per eventuali perdite dirette o indirette che possano derivare dall’uso delle informazioni ivi contenute. Punto di vista 31 luglio 2012 PIL è tornato ai livelli dell’inizio 2010 e rispetto al picco del 2008 ha perso il 4.5%. La debolezza dell’economia britannica si riflette in particolare in questo dato: 10 degli ultimi 17 trimestri sono stati segnati da un calo del PIL inglese… La Banca d’Inghilterra dovrà probabilmente aumentare ancora il volume del suo piano di quantitative easing! Regno Unito: PIL in volume e variazione trimestrale del PIL 000'S 1.50 375 1.00 370 Economie emergenti Dopo i timori sollevati da un nuovo rallentamento della crescita nel secondo trimestre, in Cina sono apparsi i primi segnali di stabilizzazione - ripresa della crescita in alcuni comparti del mercato immobiliare dopo l’allentamento delle condizioni monetarie; rimbalzo dell’indicatore anticipato dell’attività industriale – che ci fanno sperare che la fase di rallentamento sia prossima alla fine. Si tratta di uno sviluppo positivo, tanto più che l’obiettivo di crescita del PIL del 7,5% fissato dal governo per il 2012 è stato raggiunto. Infatti, alla fine del secondo trimestre, la crescita si è attestata al 7.6% e il margine di sicurezza si era ormai assottigliato. 0.50 365 0 -0.50 360 -1.00 355 -1.50 350 -2.00 345 2007 2008 2009 UK G DP AT MARKET PRICES (CVM) CO NA UK - G DP, Q oQ %(R.H.SCALE) -2.50 2010 2011 2012 Source: T homson Reuters Datastream In India l’inflazione in giugno è rimasta a livelli alti (7.3%). Nel mondo emergente in generale, il recente aumento dei prezzi dei prodotti agricoli causato dalla siccità che ha colpito gli Stati Uniti compromette il calo dell’inflazione anticipato nel mondo emergente. Il suo impatto è reso ancora più importante dal maggiore peso dei prodotti alimentari nel paniere medio dei consumi nei paesi emergenti rispetto a quelli sviluppati. Se questa tendenza dovesse persistere e riflettersi negli indici d’inflazione, il margine di manovra delle banche centrali emergenti per allentare la loro politica monetaria verrebbe a ridursi. E con lui la capacità per le economie emergenti di sostenere la domanda interna in un contesto di crescita mondiale depressa. Con la riduzione dello 0,7% del PIL del secondo trimestre, il Regno Unito sta sprofondando in recessione. Questo documento è pubblicato esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo una raccomandazione di investimento, un’offerta di acquisto o di vendita di titoli, né un documento contrattuale. Le opinioni espresse riflettono il nostro giudizio al momento della redazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Si declina ogni responsabilità per eventuali perdite dirette o indirette che possano derivare dall’uso delle informazioni ivi contenute. Punto di vista 31 luglio 2012 Mercati Azionario Nelle ultime settimane i mercati sono stati dominati da una forte volatilità. In un primo tempo le trimestrali societarie hanno monopolizzato l’attenzione dei mercati, ma presto è riemersa la vecchia paura dell’esplosione della zona euro. A dare fuoco alle polveri è stata la richiesta di aiuto della regione di Valencia, che ha fatto schizzare il tasso delle obbligazioni di stato spagnole oltre il 7.5%, facendo planare lo spettro di un salvataggio dell’intera Spagna. Un altro picco di tensione è stato raggiunto quando i mercati hanno temuto la decisione di staccare la spina alla Grecia da parte degli ispettori della troika (BCE, FMI e UE) attesi ad Atene per una nuova verifica. Una parvenza di calma è tornata solo alla fine della settimana scorsa con il discorso di Draghi. Il messaggio lanciato dal presidente della BCE ai mercati è stato forte: ha affermato che la BCE era pronta a fare tutto il necessario per assicurare la difesa dell’euro ed ha aperto uno spiraglio a eventuali acquisti di titoli di stato. La speranza di nuovi interventi delle banche centrali ha permesso in poche sedute di recuperare il terreno perso dalle borse dall’inizio di luglio. Andamento del settore bancario europeo dall’inizio dell’anno parte recuperato il terreno perso da aprile. Il settore dei consumi ha beneficiato degli ottimi risultati registrati nel settore sia delle bevande (Rémy Cointreau, SAB Miller) sia dei prodotti alimentari e della cura alla persona (Unilever). Nelle prossime settimane l’attenzione degli operatori si porterà probabilmente oltre le trimestrali societarie per concentrarsi sulle prossime decisioni politiche. Ci sono pochi dubbi su un intervento da parte della BCE, ma quello che rimane da vedere è se i problemi di fondo saranno affrontati. E’ possibile che l’Europa continui a viaggiare a due velocità? Mentre alcuni stati possono reperire finanziamenti a 2 anni a un tasso negativo, altri sono schiacciati fra piani di austerità e tassi alle stelle. Un maggiore equilibrio ci sembra praticamente inevitabile, ma per questo bisognerà passare da un maggiore federalismo? Con l’avvicinarsi delle elezioni gli sguardi si rivolgono anche oltre - Atlantico. L’aumento del rischio sistemico dovuto al marasma nel quale si dibatte l’Europa e ai dati economici poco entusiasmanti negli Stati Uniti potrebbero spingere il presidente della Fed a decidere in favore di una nuova tornata di quantitative easing (dopo avere lungamente esitato). Obbligazionari I crescenti timori riguardo alla situazione della Spagna e dell’Italia, sullo sfondo del costante peggioramento congiunturale, hanno provocato un movimento di fuga verso la qualità che si è protratto fino all’intervento del presidente della BCE riguardo alla sua determinazione a difendere l’euro. Allo stesso tempo, il tasso del Bund decennale è tornato ai minimi storici dell’inizio di giugno (1.17%). Il titolo a 10 anni degli Stati Uniti ha battuto il suo record più basso scendendo all’1.39%, come il titolo decennale britannico (1.46%) e francese (2.06%). Nelle ultime settimane lo spread fra il Bund decennale tedesco e l’obbligazione di stato francese si è nettamente ridotto ed è ormai inferiore a 80 bp (contro 140 bp alla metà di maggio). Source: Thomson Reuters Datastream I titoli delle banche europee continuano a essere il barometro del sentiment del mercato nell’area euro. Con la prospettiva di un prossimo intervento della BCE è rapidamente diminuito il costo della protezione del debito a 5 anni, di recente salito ai massimi. Per approfittare di un eventuale intervento della BCE, alla fine della settimana scorsa gli operatori – da circa un trimestre posizionati sui settori più difensivi – hanno ceduto alla tentazione di aggiungere rischio nei loro portafogli. Si è quindi verificato un rimbalzo del settore bancario (in parallelo al calo dei tassi dei titoli dei paesi periferici dell’area euro) e dei titoli a beta alto, come i titoli minerari e del settore automobilistico che hanno in Allo stesso tempo, i tassi spagnoli hanno infranto il precedente record (a 7.62% per il decennale, 6.64% per l’obbligazione a due anni), trascinando i titoli italiani (il BTP decennale al 6.60%, un livello mai più raggiunto da gennaio). Di sicuro, è stata questa escalation e la minaccia dell’impossibilità per Spagna di reperire finanziamenti sui mercati che hanno spinto Draghi a riaffermare il fermo sostegno della BCE all’euro (nell’attesa di misure concrete da annunciare alla riunione della BCE del 2 agosto?). L’intervento del presidente della BCE ha immediatamente disteso i mercati, rassicurati nel vedere che la banca centrale non era insensibile alle tensioni attuali. Infatti, la BCE è l’unica istituzione dotata di mezzi di azione consistenti, e non necessariamente subordinati all’approvazione dei Questo documento è pubblicato esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo una raccomandazione di investimento, un’offerta di acquisto o di vendita di titoli, né un documento contrattuale. Le opinioni espresse riflettono il nostro giudizio al momento della redazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Si declina ogni responsabilità per eventuali perdite dirette o indirette che possano derivare dall’uso delle informazioni ivi contenute. Punto di vista 31 luglio 2012 parlamenti degli Stati membri. I tassi italiani e spagnoli hanno reagito con un netto allentamento (-100 bp per il decennale spagnolo a 6.6%, e -160 bp sul titolo a due anni al 5.0%; -60 bp per il decennale italiano al 6.0%). Dopo le parole si aspettano i fatti, da parte della BCE ma anche dei dirigenti spagnoli, affinché l’allentamento non si limiti a un fuoco di paglia ma duri nel tempo. Spread sui tassi decennali rispetto alla Germania dal 2011 7 6 5 Valutari Fino all’intervento di Mario Draghi l’euro ha continuato a scendere avvicinandosi ai minimi di giugno 2010. Dopo le dichiarazioni del presidente della BCE, l’euro è rimbalzato a quota 1.23 nei confronti dell’USD. Il dollaro è salito ai massimi degli ultimi due anni nei confronti di un paniere formato dalle principali monete, e questo dimostra che nei periodi di avversione al rischio la moneta americana svolge tuttora il ruolo di moneta rifugio. Nei confronti del franco svizzero il dollaro USA ha sfiorato la parità prima di ritracciare verso quota 0.98. Dal canto suo la sterlina ha continuato a guadagnare terreno contro l’euro raggiungendo il livello più alto da ottobre 2008. 4 Euro contro dollaro USA, sterlina e franco svizzero 31/7/12 3 140 2 130 1 120 110 0 J SPAI N I T ALY F BELG IUM M A M J J A S O N D F RANCE J F M A M J J 100 Source: T homson Reuters Datastream Per i titoli di stato spagnoli e italiani, lo spread sui tassi tedeschi sono saliti a livelli record spingendo Mario Draghi a intervenire per riaffermare la determinazione della BCE nel difendere l’euro. 90 80 70 60 2008 2009 2010 2011 2012 EUR/ USD EUR/ CHF EUR/ G BP Source: T homson Reuters Datastream Dalla metà dell’anno scorso l’euro sta perdendo quota nei confronti delle principali monete … ad eccezione del franco svizzero, che rimane fermo al costo di un impegno importante da parte della BNS. Questo documento è pubblicato esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo una raccomandazione di investimento, un’offerta di acquisto o di vendita di titoli, né un documento contrattuale. Le opinioni espresse riflettono il nostro giudizio al momento della redazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Si declina ogni responsabilità per eventuali perdite dirette o indirette che possano derivare dall’uso delle informazioni ivi contenute.