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27/04/2009 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO Corso di Igiene Curriculum Biologia Sanitaria La meningite Prof. P. Cavallo 1 INQUADRAMENTO Le meningiti sono un gruppo di infezioni del Sistema Nervoso Centrale (SNC). La meningite è definita come una infiammazione delle meningi (in particolare della Pia madre e Aracnoide) accompagnata da infezione suppurativa (formazione di pus) del liquido cerebrospinale. Il quadro clinico della meningite è simile, qualunque sia l’agente patogeno in causa. 2 MENINGI Meningi: tre sottili membrane che rivestono l’Encefalo e il Midollo spinale. Dura madre Aracnoide Pia madre 3 1 27/04/2009 QUADRO ANATOMOPATOLOGICO 4 MECCANISMO DI INFEZIONE 5 FORME DI MENINGITE Batterica: forme severe e spesso fatali, causata da una ampia varietà di batteri Asettica: forme caratterizzate da una risposta cellulare non pirogenica, spesso connesse ad infezioni virali Virale: forma più comune, ma meno grave, rispetto a quella batterica Fungina: forma causata da certi tipi di miceti, come Cryptococcus neoformans, in particolari pazienti immunocompromessi. Sono forme spesso associate all’AIDS. Amebica: forma rara, molto grave, spesso ad esito infausto, causata dalle specie Acanthamoeba, Balamuthia e Naeleria. 6 2 27/04/2009 MENINGITE VIRALE Generalmente benigna, raramente fatale. Enterovirus: circa 80% dei casi; altri virus, specie del gruppo Herpes Virus, rappresentano la quota rimanente. Nella maggior parte dei casi non occorre trattamento specifico, in quanto guariscono da sole senza terapia in 3-8 giorni. Le forme erpetiche richiedono terapia antivirale sistemica ed hanno durata maggiore e prognosi peggiore rispetto a quelle da Enterovirus. 7 MENINGITE BATTERICA E’ l'infezione più comune e rilevante del Sistema Nervoso Centrale, che può progredire rapidamente e portare a morte o disabilità permanente. Nel neonato: streptococco β−emolitico gruppoΒ; Lysteria monocytogenes; bacilli gram negativi (E. coli, Proteus, altri) Dopo il periodo neonatale: Haemophilus influenzae tipo b (Hib); Streptococcus pneumoniae (pneumococco); Neisseria meningitidis (meningococco) 8 MENINGITE DA MENINGOCOCCO Forma più frequente e “classica”, prodotta dalla Neisseria meningitidis. Si tratta di un batterio diplococcico, GRAM negativo, aerobico con capsula polisaccaridica. E’ un batterio poco resistente alla luce solare, all’essiccamento ed ai comuni disinfettanti. 9 3 27/04/2009 CLASSIFICAZIONE La meningite da Meningococco può decorrere in tre forme principali: Meningite purulenta: forma localizzata all’encefalo. Sepsi: forma con disseminazione del batterio a distanza, attraverso il sangue. Sepsi + meningite: combinazione delle due forme precedenti. 10 SIEROGRUPPI DEL MENINGOCOCCO Esistono 13 sierogruppi classificati in base alla reattività anticorpale della capsula. Di essi, solo una parte (5) sono responsabili per la maggior parte delle meningiti: i ceppi A, B, C, Y e W-135. Il Ceppo B è la causa del 75 % dei casi di meningite meningococcica e presenta il più alto tasso di mortalità. 11 PATOGENESI I meningococchi sono parassiti obbligati dell’uomo. Penetrano a livello delle vie nasali e faringee, e da quella sede possono: causare infezioni localizzate alla zona nasofaringea, con un quadro tipo faringite; diffondersi nel sangue, con infezioni generalizzate (sepsi fulminante); diffondersi localmente fino alla base del cervello, producendo l’infezione localizzata alle meningi. 12 4 27/04/2009 MECCANISMO DEL DANNO 13 RISERVA D’INFEZIONE L’uomo rappresenta il solo ospite naturale del Meningococco e ne costituisce l’unica riserva d’infezione. Il batterio, oltre che nei malati, si trova nel rinofaringe di una buona parte, il 15-20 % di persone sane appartenenti alla popolazione generale. Questa prevalenza sale fino al 60-70% in gruppi chiusi particolari come es. militari, scolaresche, detenuti etc., cioè in gruppi di persone che vivono a stretto contatto per la maggior parte della giornata e per lungo tempo. 14 PORTATORE E CONTAGIO Lo stato di portatore è temporaneo, dura qualche settimana o mese, poi trasferisce il meningococco ad altra persona perché si immunizza. Il contagio avviene attraverso il contatto stretto a meno di 1 metro con portatori o ammalati in fase di incubazione, con passaggio per via aerea. La profilassi deve essere fatta sui conviventi, su chi ha dormito o mangiato a stretto contatto nella stessa casa, su chi ha avuto contatti con la sua saliva ( baci con scambio di saliva, spazzolini da denti condivisi con il malato), su chi è stato vicino in treno o in aereo o nel banco di scuola, 15 5 27/04/2009 TRASMISSIONE Le infezioni asintomatiche sono più importanti della malattia conclamata per la diffusione della malattia attraverso la catena dei portatori sani (soggetti dotati di anticorpi). La trasmissione avviene prevalentemente per via DIRETTA (saliva, secrezioni). Frequentemente essa avviene attraverso l’effetto aerosol (tosse e starnuti), ma anche attraverso il bacio e la condivisione di posate e stoviglie. La trasmissione è favorita dall’affollamento; vi è una fase di incubazione che dura 2-10 giorni (in media 4 giorni). 16 SINTOMI Malessere generale, brividi, cefalea, febbre elevata, vomito, irritabilità (specialmente nei bambini). Dopo 24–48 ore, a volte di più, si hanno i sintomi meningei: rigidità della nuca e della colonna vertebrale con contrattura degli arti “a cane di fucile”; rapido aumento della pressione endocranica con rischio di complicanze (paralisi, disturbi della vista e dell’udito). Nelle forme con sepsi compaiono petecchie (piccole macchie rosse) a livello dell’addome e cosce, con danno a vari organi (fegato, reni, surreni). 17 SEGNI Kernig: a paziente supino, mentre cerca di flettere le cosce sul bacino, si impedisce il movimento bloccando le ginocchia con la mano: tale manovra evoca un violento dolore lungo il rachide. Brudzinski: flettere energicamente con una mano la nuca del paziente supino mentre con l'altra appoggiata al petto gli si impedisce di alzare il busto: il segno e' positivo quando il paziente con tale manovra flette le ginocchia. 18 6 27/04/2009 PROGNOSI E SEQUELE La malattia è letale, in media, nel 5-10% dei casi. Inoltre, nel 10% - 20% di coloro che sopravvivono permangono lesioni permanenti dette “sequele”, tra cui: Sordità percettiva Ritardo mentale Convulsioni ricorrenti Ritardo nell’acquisizione del linguaggio Disturbi della visione Problemi comportamentali. 19 DECORSO DELLA MALATTIA Forma insidiosa: sintomi non specifici, per 2-5 giorni, prima che inizi il quadro classico della meningite. Forma classica: i sintomi e i segni di meningite iniziano e si sviluppano in 1-2 giorni. Forma fulminante: aggravamento improvviso, estese manifestazioni emorragiche, stato di shock (più spesso presente nella sepsi meningococcica). 20 MENINGITE E SEPSI MENINGOCOCCICA Meningite Febbre e Cefalea (sintomi influenzali) Rigidità del collo e nuca Nausea Stato mentale alterato Convulsioni Mortalità 3-10% Meningococcemia Rash (esantema) Danno Vascolare con Coagulazione intravasale disseminata Disfunzione di diversi organi Shock Rischio di morte nelle 24 ore Mortalità circa 40% 21 7 27/04/2009 DIAGNOSI MICROBIOLOGICA Esame del liquor. Rachicentesi (puntura lombare tra la IV e la V vertebra) 22 ESAMI DI LABORATORIO Liquor: aspetto (torbido o limpido), esame chimico e microbiologico. Tampone nasale (portatori!). Emocoltura (diagnosi di sepsi). Per le meningiti a liquor limpido è possibile eseguire tampone faringeo (enterovirus, virus della parotite), ricerca nella saliva per il virus della parotite, ricerca nell’espettorato per gli adenovirus, ricerca nelle feci per gli enterovirus. 23 LIQUOR PATOLOGICO Pleiocitosi: 30-500 cellule/µL, prevalenti PMN Proteinorrachia aumentata 30-80 mg/dL Glicorrachia ridotta <50 mg/dL 24 8 27/04/2009 LIQUOR PATOLOGICO: BATTERI Esame microscopico: colorazione di Gram, blu di metilene. Ricerca di antigeni batterici capsulari tramite anticorpi: reazione di agglutinazione per N. meningitidis, H. influenzae, S. pneumoniae, S. agalactiae, E. coli k1 Esame colturale: terreni ricchi e non selettivi, poi identificazione e ATB. Pneumococchi (Gram) Meningococchi (Gram) 25 ESAME COLTURALE Piastra di Agar sangue positiva 26 EPIDEMIOLOGIA L’incidenza è di 2-5 casi per 100.000 abitanti/anno in Italia, mentre a livello europeo il valore medio è di 4 casi per 100.000 abitanti Nei paesi del terzo mondo vi è una incidenza 10 volte più elevata, 40 per 100.000 abitanti. In Italia il numero effettivo di casi/anno per le forme batteriche oscilla tra 600 e 900, distribuiti più al sud che al nord. 27 9 27/04/2009 TIPI DI BATTERI COINVOLTI In Europa la meningite è: 1° da pneumococco; 2° neisseria meningitidis; 3° da Haemophilus Influentiae ( in notevole riduzione dopo l’ introduzione della vaccinazione). In Italia le forme da meningococco (Neisseria M.) rappresentano circa 200 casi all’ anno, di cui il sierotipo B e C sono i più diffusi. La sepsi da meningococco ha tassi di mortalità del 40- 60%, la sola meningite di meno, ma fino al 30% nei soggetti più fragili. 28 INCIDENZA DELLA MENINGITE IN ITALIA, 2000-2007 29 DIFFUSIONE MONDIALE: LA CINTURA DELLA MENINGITE (MENINGITIS BELT) 30 10 27/04/2009 PROFILASSI DEL PERSONALE SANITARIO Va attuata per coloro che hanno contatti stretti entro 1 metro ed hanno effettuato manovre di rianimazione con strumenti o bocca a bocca senza l’ ausilio della maschera FFP3. La profilassi si attua per le forme da Meningococco ed H. influenzae, mediante: Rifampicina 600 mg x 2/die per 2 giorni consecutivi, o Ciprofloxacina 500 mg x 2/die per 1 giorno. Codici maschere monouso: • FFP1 per polveri a bassa nocività • FFP2 per polveri nocive • FFP3 per polveri, polveri tossiche combinate e vapori 31 PROFILASSI DEI PAZIENTI In caso di sospetta meningite batterica al paziente deve essere posta una mascherina chirurgica onde non vi sia la diffusione ambientale ( già dal sospetto in ambulanza). La profilassi antibiotica serve a ridurre il rischio di nuovi casi dell’ 89%, inoltre riduce il numero dei portatori. Vaccino: serve a immunizzare una parte della popolazione creando un cordone sanitario tale da ridurre drasticamente la diffusione del 32 meningococco. VACCINI ANTI MENINGOCOCCO Il vaccino contro il meningococco C è attivo e ben tollerato. Gli effetti collaterali nel 3-5% dei casi sono dolore, astenia, rossore nella zona di iniezione, febbricola. L’ immunità compare a 8-15 giorni dall’iniezione. Il vaccino è presente anche per altri sierotipi: A, D, Y, W135, destinati a coloro che si recano in zone ad alta endemia. 33 Non esiste vaccino per il sierotipo B. 11