Meningite, corsa alla vaccinazione

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Meningite, corsa alla vaccinazione
-MSGR - 20_CITTA - 11 - 03/01/17-N:
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Primo Piano
Martedì 3 Gennaio 2017
www.ilmessaggero.it
La salute
Meningite, corsa alla vaccinazione
In fila nelle Asl per la profilassi: ma ogni territorio `Il ministero: «Nessuna epidemia, ora nuove direttive»
ha regole differenti. Cresce la protesta delle famiglie La Regione Lazio: «Non servono interventi straordinari»
`
IL CASO
ROMA I diversi casi di meningite, causati da diversi tipi di batteri, hanno
scatenato la corsa ai vaccini. In un
paese che, poco più di un anno fa, si
è accorto che il tasso di “protezione”
contro le malattie infettive nei bambini è al di sotto della soglia raccomandata dall’Organizzazione mondiale della sanità.
Ma, la corsa ai vaccini, non riceve
le stesse risposte in tutte le Regioni.
Perché la politica sanitaria, quindi
anche l’offerta vaccinale da parte
del servizio sanitario oltre quella cosiddetta “obbligatoria”, non è uguale dal Friuli alla Sicilia. Nel Lazio,
per esempio, la copertura contro la
meningite è “raccomandata” e non
“obbligatoria”. Da qui, le difficoltà
negli ambulatori vaccinali che sono
tenuti a somministrare gratuitamente, con urgenza, la profilassi solo ai bambini considerati a rischio.
E, così, cresce la protesta delle famiglie.
IL PROGRAMMA
Alcune settimane fa, il ministero
della Salute, ha inserito le vaccinazioni nei livelli essenziali di assistenza. Questo significa che presto,
in tutte le Regioni, si seguirà lo stesso calendario vaccinale. La Puglia,
per esempio, ha scelto di proteggere
contro la meningite tutti i nati già
da un paio d’anni, la Toscana come
è scattato l’allarme ha predisposto
un piano di emergenza pur avendo
già deciso per la copertura totale.
Arrivano rassicurazioni dalla Regione Lazio che, a dicembre scorso, ha
costituito una task force per il monitoraggio delle meningiti. «Il gruppo
si è riunito il 2 gennaio - si legge in
una nota della Regione - Non ha rilevato nel 2016 incrementi di casi di
L’IMMUNIZZAZIONE
PUÒ ESSERE
ACQUISTATA PER
80 EURO MA LE SCORTE
NELLE FARMACIE
SONO TERMINATE
meningite rispetto al 2001-2015. Nel
2016 sono stati segnalati 19 casi di
meningite meningococcica, rispetto ai 25 nel 2015. L’incidenza di questo tipo di meningite è sostanzialmente sovrapponibile a quello
dell’intero Paese. Non esistono al
momento motivi di allarme, né necessità di interventi straordinari diversi dai protocolli vaccinali previsti nella Regione Lazio».
I RISCHI
«E’ un grave errore dire che siamo
in presenza di un’epidemia di meningite. I casi sono stabili negli ultimi anni ma, in Italia la vaccinazione
contro i vari patogeni che causano
la malattia è cronicamente insufficiente. E questo, in qualche modo,
lo stiamo pagando. Il nuovo Piano
vaccinale ci aiuterà a ridurre i contagi», spiega Ranieri Guerra, direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute. «La
meningite nel nostro paese c’è sempre stata e, come abbiamo visto anche negli ultimi giorni, non tutti i casi sono dovuti al meningococco C».
Si sono contati 1.479 casi nel 2014,
1.815 nel 2015 e 1.376 nel 2016. Di
questi, i casi dovuti a meningococco
B sono stati rispettivamente 55, 49 e
53. Mentre quelli del tipo C 36,63 e
57. «Finalmente - aggiunge Guerra i nuovi livelli di assistenza metteranno ordine.Si creerà immunità di
gregge e verrà limitata la circolazione di questi batteri».
Per Alberto Villani responsabile del
dipartimento di Pediatria generale
e malattie infettive del Bambino Gesù e presidente della Società di pediatria «rischi non ce ne sono». Gli
esperti da anni invitano le Regioni a
seguire un calendario vaccinale unico proposto dalle società scientifiche ma, «solo adesso - spiega - sono
state unificate le scelte di sanità
pubblica». «Per questa situazione in
alcune zone dove la vaccinazione
contro la meningite, come quella
pneumococcica, è solo raccomandata oggi c’è la lista d’attesa mentre in
altre viene erogata secondo il calendario scientifico». Anche l’acquisto
del vaccino (costo circa 80 euro)
non è così facile: le farmacie hanno
finito le scorte.
Carla Massi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La meningite
LE CAUSE PIÙ COMUNI
CHE COS’È
È una infiammazione delle
VIRUS BATTERI
membrane che avvolgono il cervello
e il midollo spinale (meningi)
SINTOMI
Soggettivi
Cefalea, mialgie, fotofobia, vomito
Obiettivi
Febbre elevata, alterazioni
di coscienza, rigidità nucale,
crisi convulsive
TERAPIA
Meningite virale
Antipiretici e analgesici
(di solito non ha conseguenze
e si guarisce in una decina di giorni)
Meningite batterica
Antibiotici
LETALITÀ DELLA FORMA BATTERICA
Meningococco (il più pericoloso)
Pneumococco (il più comune)
Haemophilus (poco diffusa)
MENINGI
2%
Neonati
normali
infiammate
Quali batteri
ROMA «Mi sento meglio, ho ancora
un po’ di febbre, entro un paio di
giorni mi faranno uscire da qui per
andare nel reparto, a Pediatria». A
parlare, da un letto della Terapia intensiva dell’Umberto I di Roma, è la
studentessa di 14 anni di Palestrina
colpita da meningite batterica da
meningococco. E’ ricoverata dalla
sera dell’ultimo dell’anno quando
febbre a 39, giramenti di testa e bolle
sul corpo hanno fatto scattare l’allarme e l’immediato trasferimento dal
pronto soccorso di Palestrina, che si
trova a una quarantina di chilometri
da Roma, al policlinico Umberto I
dove la ragazzina ha subito risposto
bene alle cure.
Tra gli agenti batterici che
causano la meningite il più
temuto è “Neisseria
meningitidis” (meningococco),
oltre a Streptococcus
pneumoniae (pneumococco) e
Haemophilus influenzae. Del
meningococco esistono diversi
sierogruppi: A,B,C,Y, W135,X. Il
sierogruppo C, insieme al B, è il
più frequente in Italia e in
Europa. Secondo l’Istituto
superiore di sanità, nel 2015, si
sono verificati in Italia quasi
200 casi di malattia invasiva da
meningococco, la maggior
parte dei quali causati da
sierogruppi B e C.
LE CURE
Così bene che ieri si sentiva meglio e
già pensava a riprendere le prove
della commedia teatrale che la vede
sul palco come protagonista principale. «La mia parte è quella di una
promessa sposa che viene abbandonata dal fidanzato a ridosso del matrimonio. Lo spettacolo andrà in scena tra marzo e aprile», racconta la
LA RAGAZZINA:
«HO ANCORA UN PO’
DI FEBBRE E ENTRO
UN PAIO DI GIORNI
POTRÒ LASCIARE LA
TERAPIA INTENSIVA»
Adolescenti
Adulti
INCIDENZA NEI PAESI OCCIDENTALI
Virale
10,9 persone ogni 100.000 (soprattutto in estate)
Batterica
3 persone ogni 100.000
L’appello di Bebe Vio
«Andate nei centri, io ho sofferto
e anche i miei genitori nel vedermi»
La campionessa Bebe Vio con la famiglia al centro vaccinale
«Non sono nessuno per
obbligare qualcuno a
vaccinarsi, non sono un
medico né niente - ha detto
Bebe Vio nella Asl di
Monselice nel Padovano come
testimonial della
vaccinazione contro la
meningite - sono solo una
persona che crede nei vaccini
e desidero consigliare tutti a
informarsi sulla loro utilità,
sui rischi e sui vantaggi su
tutte le piattaforme, ma quelle
vere, siti veri, non solo sui
social, che non valgono
niente». Nelle prossime
settimane, tornerà a
Monselice per la vaccinazione
contro l’ultimo ceppo di
meningite (B). «Io adesso dico
sempre - ha aggiunto - che è
tutto ok, che va tutto bene e
che mi godo la vita lo stesso,
ma mi ricordo quanto hanno
sofferto i miei genitori
IL RISTORATORE
studentessa che frequenta il liceo
linguistico di Olevano e ha una vera
passione per il teatro. Molti i messaggi di vicinanza e solidarietà da
amici e compagni di classe: «Guarisci presto». La quattordicenne ha accanto la mamma, lo zio Augusto e
tutta la famiglia che ha passato un
Capodanno tra angoscia e incredulità: nessuno sa spiegarsi come sia entrata in contatto con il batterio. Ora
che le sue condizioni sono migliorate in famiglia è tornato il sorriso.
LA PROFILASSI
Tutti, bimbi compresi, sono stati sottoposti a profilassi, stessa sorte per i
componenti della compagnia teatrale amatoriale di Palestrina dove la
ragazza è andata a fare le prove il 28
dicembre (i primi sintomi della malattia li ha manifestati il 30). «Le sue
condizioni sono stabili - dice Camilla Ajassa, infettivologa dell’Umberto
I - Allo stato attuale possiamo dire
che la ragazza sta meglio rispetto a
quando è entrata. Ma dobbiamo valutare momento per momento». La
meningite è «causata da meningococco ma per conoscere il gruppo spiega Ajassa - bisogna attendere i
risultati oggi o domani». Il direttore
quando ero in ospedale in
gravi condizioni, so cosa si
prova e cosa hanno provato».
Poi la giovane schermitrice colpita da meningite
fulminante a 11 anni - ha
commentato i fatti degli
ultimi giorni. «La notizia dei
tre casi di meningite che si
sono recentemente stati in
Toscana fa paura - ha detto
ancora - perché ogni volta che
accade qualcosa di simile
penso che magari non ho fatto
abbastanza, che potevo
lavorare di più per fare
propaganda e diffondere una
cultura dei vaccini». «Di solito
- ha concluso - si ha paura
delle cose che non si
conoscono, si ha paura
quando si è ignoranti nel
senso più autentico del
termine. Quindi il primo
passo è sempre informarsi e
chiedere in giro».
bre: si è svegliata ed ha parlato con
familiari e medici. La prognosi resta
riservata. A Sulmona, invece, non
c’è né allarme di contagio né necessità di profilassi per la meningite
pneumococcica che ha colpito l’uomo di 84 anni, ricoverato in stato di
coma dal 28 dicembre.
Morto a Roma un ristoratore
migliora la 14enne di Palestrina
I PAZIENTI
19-37%
20-30%
L’analisi, dopo la diagnosi, rivela il tipo di meningite
del dipartimento di Medicina interna e malattie infettive, Vincenzo Vullo aggiunge: «Tutti i contatti stretti
sono stati sottoposti a profilassi».
A Brescia un 20enne di Manerbio è
stato ricoverato agli Spedali Civili.
Le analisi hanno confermato la presenza di meningococco di tipo C. Il
giovane non sarebbe in gravi condizioni. A Prato migliora la ventenne
colpita da meningite di tipo C, ricoverata al Santo Stefano il 31 dicem-
Non ce l’ha fatta il ristoratore di Alatri. E’ morto dopo due giorni di ricovero all’Umberto I di Roma, Massimiliano Zena, 49 anni, ristoratore di
Alatri, in Ciociaria. Era affetto da
meningite da pneumococco, una forma batterica non contagiosa. Il sindaco di Alatri, dopo aver sentito le
autorità sanitarie locali, aveva rassicurato i cittadini escludendo che fosse «un caso di infezione da meningococco». L’uomo da alcuni giorni aveva febbre molto alta e il 31 dicembre
era stato accompagnato dai familiari all’ospedale San Benedetto di Alatri. Le sue condizioni sono apparse
subito gravi, tanto che i medici ne
avevano disposto il trasferimento
nel reparto di malattie infettive di
Frosinone. Da qui, poi, il trasporto al
policlinico romano, dove è morto
dopo essere stato ricoverato in Rianimazione. L’Asl di Frosinone, per
precauzione, ha avviato la profilassi
somministrando una compressa di
antibiotico a coloro che sono venuti
a contatto con l’uomo, dal personale
sanitario ai pazienti presenti in sala
d’attesa fino ai familiari.
Rosalba Emiliozzi
Stefano De Angelis
-TRX IL:02/01/17 22:50-NOTE:
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