Gazzolo: la poesia nasce dal dolore

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Gazzolo: la poesia nasce dal dolore
SPETTACOLI
15
23 agosto
L’attore stasera leggerà brani di Dante, Leopardi e Montale
Gazzolo: la poesia
nasce dal dolore
“La sofferenza non respinta ma affrontata fa capire che il Bello esiste”
“Purché non sia silenzio” è il titolo dello spettacolo in scena stasera
nel teatro B4. Virginio Gazzolo, l’attore protagonista, in silenzio di certo
non sta: è un fiume in piena per raccontare la sua passione per la poesia,
per Dante, Leopardi e Montale –
protagonisti della piéce. Gazzolo
leggerà testi poetici e biografici dei
tre grandi poeti, sul dolore o la rabbia per il rifiuto della donna amata.
Lo spettacolo si chiuderà con la poesia di Montale da cui è tratto il titolo:
“Montale, dopo la morte dell’amatissima moglie, incontrò una giovane
che risvegliò in lui la passione. Lei
però non ricambiava. Quest’ultimo
rifiuto permette di raccontare ciò che
accomuna tutti e tre i poeti”.
Cioè? La sfortuna in amore?
“La comune tensione verso qualcosa. Ognuno dei tre autori si protende, con tutte le proprie forze, verso
qualcosa, e lo spettacolo cerca di fotografarli proprio al culmine di questa tensione. Tutti e tre si pongono il
problema di superare il dolore attraverso la poesia, sublimando così la
sofferenza. D’altra parte la poesia
nasce per la sofferenza della lonta-
nanza dalla persona amata”.
Quindi la poesia c’è solo quando
si parla di dolore? Non può nascere anche da eventi lieti?
“Nasce non dalla sofferenza in sé,
ma dal confronto tra l’uomo e il dolore. Nell’affrontare ciò che fa male.
Per Dante era un dolore psicologico:
egli racconta che, quando Beatrice lo
salutava, si sentiva preso da un tremito violento che alla fine, paff, lo
faceva finire per terra. Per Leopardi
il dolore era invece più fisico, causa-
to dai numerosi malanni contro cui
combatteva. Per Montale la sofferenza è provocata dalla nostalgia di Dio.
Quello che importa è che per tutti e
tre la sofferenza non è affatto maledetta, ma fronteggiata”.
Ma che vantaggio c’è a confrontarsi con il dolore?
“Il confronto ti fa capire che c’è
qualcosa d’altro, la “Bellezza”, quella che Dante vuole riportare nella
sua poesia. Dopo la sofferenza causata dall’amore per Beatrice, Dante
L’attore Virginio Gazzolo che questa sera si esibirà in Fiera
decide di dedicarle le più belle parole mai scritte per una donna”.
Che cosa le ha dato il confronto
con questi tre uomini, attraverso le
loro opere?
“In questo spettacolo mi identifico
proprio nei modi, quasi fisici, con
cui questi tre uomini reagiscono al
dolore. In particolare, ho compreso
che la poesia è un miracolo. Il Sommo Poeta racconta nella Vita Nova
di quando un’amica di Beatrice gli
chiese ‘A che fine ami tu questa tua
CARRERAS: LA MUSICA
RACCOGLIE TUTTE LE EMOZIONI
La serata di ieri ha avuto come
protagonista il tenore José
Carreras, che ha interpretato
celebri arie davanti ad una
platea oceanica. “La musica
raccoglie tutta la bellezza,
tutte le emozioni del mondo,
ha davvero qualcosa di mistico. In modo particolare ‘Spirto
gentil’, un brano di repertorio:
anche a livello tecnico è davvero difficile. Nel cantarlo,
vorrei trasmettere al pubblico
tutte le emozioni che dà a
me”, ha raccontato
donna, poi che tu non puoi sostenere
la sua presenza?’. Dante rispose: ‘In
quelle parole che lodano la donna
mia’. Quelle parole sono state davvero le più belle del mondo: se il
pubblico fosse d’accordo, mi piacerebbe concludere lo spettacolo con la
preghiera di San Bernardo del canto
XXXIII del Paradiso”.
Le è mai successo di amare così?
“Sì: da studente a Roma mi innamorai perdutamente di una ragazza
che aveva un negozietto vicino San
Pietro. Vi passavo sempre davanti, aspettando un suo saluto, un cenno,
come Dante con Beatrice. La vita
permette di capire meglio la poesia,
per questo nello spettacolo metto a
confronto i testi lirici con i testi biografici come nel caso di Leopardi. A
proposito, posso chiederle una cortesia?”.
Dica.
“Scriva ai lettori di non scandalizzarsi se ascolteranno un Leopardi
volgare, come quello dei brani che
reciterò. Ho usato testi originali, le
parole che Leopardi ha scelto per
raccontare la sua sofferenza”.
Chiara Rizzo