Ti libero la fronte dai ghiaccioli - Atlante digitale del `900 letterario

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Ti libero la fronte dai ghiaccioli - Atlante digitale del `900 letterario
Atlante digitale del '900 letterario
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Ti libero la fronte dai ghiaccioli
fiore che si svolge sempre verso il sole e,
(da E. Montale, "Le occasioni")
dunque, verso lo stesso Apollo, simbolo della
poesia.
La poesia, pubblicata nel 1940, nella
primissima
fase
della
Seconda
guerra
mondiale, appartiene alla seconda sezione
Nella lirica il poeta immagina che la donna
amata, attraversando gli spazi infiniti del
cielo e le stelle, sia giunta a lui che l’accoglie,
delle Occasioni, intitolata Mottetti (il mottetto
le presta attenzioni e cure, ne ripulisce la
è
francese,
fronte dai cristalli di ghiaccio che durante il
risalente al XIII sec., di solito a due voci e
viaggio le si sono raccolti sul viso, ne osserva
questo spiegherebbe la partizione binaria di
le penne lacerate dal vento e veglia sul suo
questi componimenti suddivisi, appunto, in
sonno.
due
poesie,
L’incontro
si
concentrazione
estraneo,
quasi
una
antica
strofe),
caratterizzate
forma
musicale
comprendenti
da
estrema
20
espressiva, grande ricercatezza formale e
raffinata musicalità. Attraverso queste liriche
viene raccontata la storia d’amore tra il poeta
e Irma Brandeis, giovane studiosa americana
appassionata di Dante che, dopo aver letto
gli Ossi di Seppia, volle conoscere il poeta.
L’incontro segna l’inizio di una travagliata
relazione
d’amore durata
fino
al 1939,
compie
ostile
in
un
di
paesaggio
un
gelido
mezzogiorno invernale, mentre «s’ostina in
cielo un sole freddoloso» (v.6), dopo che la
donna ha affrontato «cicloni» (v.4), ossia
tempeste che metaforicamente alludono al
clima di tensione che incombe sul mondo alla
vigilia
della
Seconda
guerra
mondiale,
catastrofe storica che si fonde con la
quando la donna, a causa delle leggi razziali,
personale tragedia esistenziale. Clizia ha le
fu costretta a rimpatriare. Tale importante
fattezze
presenza
cantata
visitatore», creatura eccezionale e misteriosa,
nei Mottetti con lo pseudonimo di Clizia che,
novella Beatrice, proprio come la donna che
secondo la mitologia greca, era la donna che
Dante aveva cantato nella Vita nuova come
il dio Apollo aveva trasformato in girasole, il
angelo salvifico e che nel Paradiso condurrà il
femminile
viene
del visiting
angel, «angelo
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poeta fino a Dio, ormai intermediaria tra
di trattenere la donna con sé per preservarne
l’uomo e il divino. Anche Clizia, con la sua
la vita e garantirne la missione celeste,
improvvisa
un
affinché i valori rappresentati da Clizia
possibile varco (cfr. La casa dei doganier i)
possano resistere alla bufera della storia.
per
Come afferma nei due versi finali, nessuno è
epifania,
entrare
in
rappresenta
contatto
con
la
realtà
misteriosa che circonda l’uomo.
a conoscenza della misteriosa e inaspettata
presenza della donna. Chiusi nella loro
Il motivo dantesco della donna-angelo viene
ripreso da Montale in una prospettiva del
tutto
laica:
nei Mottetti l’amore
Clizia
ma
anche
rappresenta
la
solida
fiducia nei valori supremi dello spirito, della
cultura e della poesia, i soli in grado di
opporsi alla violenza della storia e del
fascismo, di porre un argine alla confusione e
all’angoscia del reale, un tentativo di dare un
senso al non-senso della vita. Commenta a
tal proposito Mario Martelli: «La donna amata
da Montale è in verità la poesia, attraverso la
quale si manifesta la divinità. L’incontro […]
con lei costituisce l’esperienza che del divino
indifferenza, gli altri uomini, «le ombre che
scantonano» del v.7, ignorano il messaggio
di salvezza della donna-angelo che può
giungere solo presso chi è in grado di
coglierne
il
l’intelligenza
valore
e
la
e
comprendere
chiarezza
che
intellettuale
possono garantire il rispetto della civiltà e
della cultura. La diversità del poeta, rispetto
agli altri uomini che «non sanno» (cfr. l’uomo
«sicuro» di Non chiederci la parola e gli
automi di Addii, fischi nel buio) è motivo
ricorrente nella poesia di Montale: la diversità
è segno di coraggio etico-conoscitivo, ma nel
contempo l’inevitabile motivo di sofferenza.
è permessa agli uomini, il suo abbandono ci
fa sprofondare nuovamente in quel perenne
Come tutte le donne della poesia di Montale,
inferno che è la terra». Il critico vuole
Irma-Clizia è il doppio del poeta stesso, una
probabilmente dire che il conforto della
proiezione del suo disagio esistenziale che,
poesia per l’uomo dura solo pochi istanti, nei
col suo messaggio di salvezza, ritorna anche
quali tutto sembra più intenso, subito dopo,
nelle raccolte successive come La bufera
però, subentra il senso doloroso della solita
e altro, dove La primavera hitleriana, assume
quotidianità e il poeta ha cercato inutilmente
un significato più strettamente religioso,
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divenendo la “Cristofora”, così definita dallo
conferiscono alla lirica un ritmo sincopato,
stesso Montale, secondo l’etimologia greca,
esprimono
ossia portatrice di Cristo: «Guarda ancora / in
fragilità di Clizia.
alto, Clizia, è la tua sorte, tu / che il non
mutato amor mutata serbi, fino a che il cieco
sole che in te porti / si abbàcini nell’Altro e si
efficacemente le paure e la
Sitografia
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distrugga / in Lui, per tutti». (vv.33-38)
La lirica, costituita da due quartine di
Contributo
Martina Saporito, Fausta Rienti, Francesco
endecasillabi, con ricorrenti assonanze e
Genovese, V A (L.C. A. Moro, Praia a Mare)
consonanze piuttosto che rime, si presenta
nettamente suddivisa in due parti: nella
prima quartina appare in tutta la sua
straordinarietà e luminosità la donna-angelo
Bibliografia
•
Montale, Le occasioni, a cura di Dante
Isella, Torino, Einaudi, 1996
•
Marchese, Visiting Angel. Interpretazione
semiologica della poesia montaliana ,
Torino, SEI, 1977
•
Martelli, Eugenio Montale. Introduzione e
guida allo studio dell’opera montaliana ,
Firenze, Le Monnier, 1982
•
Martelli, Il rovescio della
poesia. Interpretazione montaliana,
Milano, Longanesi, 1977
(vv.1-4), nella seconda parte prevalgono,
invece, il buio evocato dall’«ombra nera del
nespolo» v.6 e il «sole freddoloso» (vv.6-7).
Le due strofe presentano due importanti
parallelismi,
un
forte
enjambement
tra
sostantivo e attributo è realizzato dal poeta
tra il 2° e il 3° verso di ciascuna strofa
(alta/nebulosa, sole/freddoloso).
La sintassi è paratattica e frantumata da
numerosi
segni
d’interpunzione,
frequenti
enjambement
che,
ed
con
i
il
sistematico dissidio tra metro e sintassi,
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