Francia coltiva piante GM ma non lo sa

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Francia coltiva piante GM ma non lo sa
Francia coltiva piante GM ma non lo sa
Denunciate lacune nei dati Ministero dell’agricoltura
Nell’ultimo anno sarebbero stati almeno mille gli ettari coltivati a mais
geneticamente modificato (per lo più MON810) su territorio francese,
circa 500 in più di quelli ufficialmente registrati al Ministero
dell’agricoltura. A rivelarlo è Le Figaro in un articolo apparso il 6
settembre scorso, che ha denunciato un aumento incontrollato di
coltivazioni transgeniche.
La verità però è che la reale superficie a colture ingegnerizzate e la sua
distribuzione sul territorio del paese restano ignote. Il che rende difficile
qualsiasi ipotesi o ragionamento sui rischi dovuti alla coesistenza fra
agricolture diverse. Anche perché le misure di coesistenza per la
salvaguardia dei campi non GM messe in atto dagli agricoltori transalpini
sembrano molto discutibili.
Si tratta degli effetti di una legislazione nazionale che in Francia mostra di
essere ancora profondamente lacunosa. Nel paese, infatti, il rilascio di
piante GM destinati al mercato, che abbiano ottenuto l’autorizzazione
europea, si basa su una dichiarazione volontaria dell’agricoltore, che
quindi non ha alcun vincolo. È evidente che questa procedura impedisce di
avere un monitoraggio preciso della superficie a transgenico.
Le coltivazioni sperimentali invece sono subordinate a una speciale
autorizzazione interministeriale rilasciata dai Ministeri dell’agricoltura e
dell’ecologia.
Un comunicato del Ministero dell’agricoltura si è affrettato a precisare che
la libertà di autodenuncia da parte dell’agricoltore è limitata ai prodotti già
dichiarati sicuri per la salute e per l’ambiente a livello comunitario. Ma è
sembrato più che altro il tentativo di minimizzare un vuoto di
regolamentazione che forse comincia a creare qualche imbarazzo
governativo. La dichiarazione della messa in coltura di piante GM
diventerà comunque obbligatoria entro il 2006, ma con un grave ritardo
rispetto a quelli che dovevano essere i tempi di recepimento della Direttiva
2001/18.
Per saperne di più:
Le Figaro
http://www.lefigaro.fr/sciences/20050906.FIG0248.html?092726
Comunicato del Ministero francese dell’Agricoltura
http://www.infogm.org/breve.php3?id_breve=404