edizione speciale

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Servizio Digitale d'Informazione SJ
FLASH, 23 febbraio 2015
EDIZIONE SPECIALE
Il Superiore Generale della Compagnia di Gesù, Padre Adolfo Nicolás, ha espresso la sua gratitudine nei confronti dei
governi dell'India e dell'Afghanistan per gli sforzi compiuti per garantire la liberazione del Padre Alexis Prem Kumar rapito
in Afghanistan. Apprendendo la notizia della liberazione il Padre Nicolás ha dichiarato: "Siamo grati ai governi dell'India e
dell'Afghanistan per il loro impegno nella liberazione del Padre Prem Kumar. Siamo altresì grati alle tante altre persone e
organizzazioni che continuano a lavorare senza sosta per la liberazione di molti altri operatori umanitari che si trovano
prigionieri in Afghanistan e in altri paesi".
Padre Kumar, indiano e gesuita, al momento del suo rapimento era Direttore per l'Afghanistan del Jesuit Refugee Service la
cui missione è accompagnare, servire e difendere i diritti dei rifugiati e degli sfollati. Come organizzazione cattolica e opera
apostolica della Compagnia di Gesù, il JRS è ispirato dalla compassione e amore di Cristo per i poveri e gli oppressi.
Qui sotto il comunicato emesso dall'Ufficio Comunicazioni del Jesuit Refugee Service (JRS):
Afghanistan: liberato gesuita indiano dopo otto mesi di prigionia
Roma, 22 febbraio 2015 - Il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati (JRS) apprende con immenso piacere della riconquistata
libertà di p. Alexis Prem Kumar, dopo oltre otto mesi di prigionia, ed esprime immensa gratitudine al governo indiano per il
ruolo svolto nel processo di liberazione.
"Gli ultimi otto mesi sono stati per noi amici e colleghi, ma soprattutto per i familiari di p. Prem, un lungo e probante periodo
di terribile incertezza. Non potete immaginare il nostro sollievo nell'apprendere del suo rientro a casa, sano e salvo. Siamo
consapevoli degli sforzi indefessi esperiti a più livelli per conseguire la sua liberazione e siamo grati per la consolazione
dataci dal sostegno e dalle preghiere di un numero incalcolabile di amici, non ultimi i bambini della scuola da cui il padre era
stato rapito", sono le parole di p. Peter Balleis SJ, direttore del JRS International.
P. Kumar era stato rapito il 2 giugno dell'anno scorso nell'Afghanistan occidentale da parte di un gruppo di uomini non meglio
identificati, mentre era in visita a una scuola per rifugiati rientrati in patria sostenuta dal JRS, sita all'interno di un
insediamento situato a 34 chilometri dalla città di Herat. Il 47enne sacerdote gesuita, proveniente dallo stato meridionale
indiano del Tamil Nadu, stava per rientrare a Herat quando è stato fermato e costretto sotto minaccia di armi da fuoco a salire
su un veicolo di uomini armati.
Il JRS è attivo in Afghanistan fin dal 2005. Pur nei difficili mesi della prigionia di p. Prem, il JRS non ha mai smesso di
portare avanti i propri programmi nel paese, intendendo comunque assicurare agli studenti afghani che non venisse loro meno
l'accesso a un'educazione di qualità.
"Il nostro ruolo in Afghanistan è quello di aiutare le persone sfollate e le comunità ospitanti, offrendo loro possibilità
educative e di formazione professionale, cosicché possano rifarsi una vita sia individualmente che a livello comunitario.
Siamo stati al fianco degli afghani ben prima del rapimento di p. Prem, e continueremo ad accompagnarli in ogni modo
possibile", ha assicurato p. Stan Fernandes, direttore regionale del JRS in Asia Meridionale.
Prima di trasferirsi in Afghanistan, cinque anni fa, p. Kumar aveva lavorato per il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati presso i
rifugiati srilankesi che vivevano nel Tamil Nadu. Al momento del rapimento era Direttore del JRS Afghanistan.
"In questo momento, è nostra cura occuparci delle condizioni psicofisiche di p. Prem. Noi tutti del JRS faremo quanto in
nostro potere perché gli siano assicurati dalla famiglia, dai confratelli della Compagnia di Gesù, e dai molti amici e colleghi
del JRS ogni attenzione e sostegno", ha tenuto a precisare p. Fernandes.
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