Angola – Tornare a casa
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Angola – Tornare a casa
2003 Settembre 29 No. Servir Angola Tornare a casa Inoltre: Liberia, Aceh, Timor Est e Timor Ovest, Europa, Mine antiuomo, Lavorare con i giovani rifugiati. Servizio SERVIR No. 29 Settembre 2003 dei Gesuiti per i Rifugiati 1 EDITORIALE Scegliere di vedere i rifugiati N ellultimo numero di Servir, che è stato pubblicato a giugno per coincidere con la Giornata Mondiale del Rifugiato, ho usato leditoriale per parlare dei giovani rifugiati e dei particolari pericoli ai quali questo gruppo estremamente vulnerabile è esposto. Il tema della Giornata di questanno, il 20 giugno, era Gioventù rifugiata: costruire il futuro, e gli eventi organizzati in quelloccasione dal JRS e da altre agenzie riscossero un notevole successo, attirando lattenzione sulla condizione dei giovani che sono stati allontanati dalle loro case e le vite dei quali sono state distrutte a causa della guerra. Tuttavia, una giornata per concentrarsi su un così importante esempio di ingiustizia nel nostro mondo non è sufficiente. Per la maggior parte del resto dellanno, i profughi vengono più o meno dimenticati, rimanendo invisibili a seconda dellinteresse dei governi e dei Mass Media mondiali. Questo fatto può essere dimostrato con la mancanza di finanziamenti messi a disposizione per assistere i rifugiati. Le agenzie per i rifugiati stanno incontrando sempre più difficoltà nellassicurarsi i fondi per molti dei propri progetti. Questo è dovuto in parte allaumento del numero di profughi e, di conseguenza, delle loro necessità, ma è anche il prodotto di unassenza di volontà, da parte delle nazioni più ricche, di mantenere i loro impegni verso gli aiuti allo sviluppo e i programmi di assistenza umanitaria. Le diminuzioni dei finanziamenti sono percepite in maniera più acuta da quelle organizzazioni, come il JRS, che non lavorano in situazioni di emergenza di alto profilo, ma che, invece, si concentrano maggiormente su scenari a lungo termine con i rifugiati dimenticati. Questa edizione di Servir guarda allargomento dei giovani rifugiati che sono stati vergognosamente trascurati e dimenticati. Abbiamo incluso articoli che trattano degli sforzi che il JRS continua a fare per fornire listruzione ai bambini profughi in Liberia e degli effetti che il nuovo conflitto ha avuto sul nostro progetto in loco. Abbiamo 2 Giovani profughi in Burundi anche rivolto la nostra attenzione a due zone dellIndonesia, Aceh e Timor Ovest, dove molti giovani stanno cercando di affrontare e riparare i danni che la violenza e il dislocamento hanno inflitto alle loro vite, alla loro istruzione e alle loro famiglie. Inoltre, è incluso un articolo che riflette sul fatto di lavorare con i giovani rifugiati e che esamina quali condizioni essi possono aspettarsi di trovare quando arrivano in Europa. Altri due pezzi, entrambi sullAngola, offrono una nota di grande speranza. Il primo è unavvincente storia a proposito di un giovane rifugiato angolano molto coraggioso che ha perso la sua gamba su una mina, e il cui coraggio e resistenza agiscono come fonte dispirazione per tutti quelli che gli sono attorno. Laltro articolo evidenzia la situazione in Angola, dove è oggi in corso, con il ritorno della pace dopo una lunga guerra civile, un programma su larga scala di rimpatrio assistito e reinsediamento. I rifugiati rimangono invisibili solo se noi scegliamo di non vederli. Vedere è un atto di solidarietà. Apriamo i nostri occhi. Lluís Magriñà SJ è il Direttore Internazionale del JRS MINE ANTIUOMO Restare in piedi Lolín Menéndez RSCJ Non molto tempo fa, Americo Sawandi viveva a Jamba e si era iscritto alla prima classe solo uno dei tanti ragazzi appassionati di football. L ui ci ha raccontato la storia del 27 ottobre 2002. Americo stava tornando dai campi vicino al fiume Kwando con il padre, in direzione di Mavinga. Suo padre stava camminando davanti a lui quando Americo si è allontanato di qualche metro dal sentiero, facendo detonare la mina che ha frantumato e ridotto in pezzi la sua gamba sinistra. Tutto ciò che lui ricorda è un rumore molto forte quando perse conoscenza. Il padre di Americo pulì immediatamente la ferita con acqua calda salata, legò la gamba con i suoi pantaloni e caricò suo figlio sulle spalle, alla ricerca di un ospedale. Allinizio il padre era riluttante ad attraversare la frontiera ed entrare in Zambia, ma limpossibilità di disporre di cure mediche inAngola lo convinse ad attraversare il fiume Kwando. Attraversò il fiume in canoa e, due giorni dopo, raggiunse Kaungamashi, in Zambia. Padre e figlio furono fortunati a trovare un passaggio dalla polizia e dai militari e, alla fine, a raggiungere lospedale del distretto di Senanga. Il dottore procedette immediatamente ad amputare la gamba sopra il ginocchio, salvando così la vita ad Americo. Americo fu dimesso dallospedale il 16 Novembre e ora vive nel campo profughi di Nangweshi con suo padre, ma non ha più rivisto la madre dal giorno dellincidente. Ha dovuto trascorrere un mese di degenza in clinica, e quando le sue ferite sono guarite, il JRS ha iniziato ad accompagniarlo mentre imparava a camminare con laiuto di stampelle, e lo ha preparato per poter portare una protesi in futuro. Sembra che Americo abbia buone possibilità per una completa guarigione, grazie alla repentina assistenza da parte di quelli che lo hanno aiutato, alle cure mediche che ha ricevuto, e al padre che raramente lo ha lasciato solo. Adesso ha imparato a camminare con le stampelle, e gli sono state prese le misure per una protesi. È il più giovane beneficiario, purtroppo, del programma del JRS a Nangweshi, dove amputati e sopravvissuti allo scoppio di mine imparano a costruire e riparare protesi per altre persone nelle loro stesse condizioni. Americo dice la nuova gamba è troppo pesante. Preferisce le stampelle perché, alla fine, riesce a muoversi e a giocare più rapidamente. Quando è tra gli amici, si sente come un ragazzo normale. Il mio migliore amico è Celestino, perché aiuta mio padre a trasportare lacqua per farmi il bagno, afferma con un grande sorriso. Gli piace la matematica e, un giorno, gli piacerebbe diventare un insegnante SERVIR No. 29 Settembre 2003 Americo Sawandi, 10 anni, cammina sicuro con le sue nuove stampelle o un dottore. Al momento, è un giovane intelligente e con buone capacità di recupero che sembra avere le capacità e i doni necessari per superare la sua invalidità, pieno di speranza per il futuro. Inspira in tutti quelli che lo circondano un messaggio potente che linvalidità, o qualsiasi altro problema, non sono la fine della vita. Sr. Lolín Menéndez è stata responsabile dei programmi di istruzione del JRS in Africa dal 1997 al 2003 3 LIBERIA Leducazione dei giovani: una vittima della guerra Un campo di accoglienza molto affollato vicino a Monrovia, in Liberia Alberto Saccavini Lintensificarsi della guerra civile in Liberia ha costituito un duro colpo nei confronti del nuovo progetto educativo del JRS vicino alla capitale Monrovia. Alberto Saccavini ci dà il suo resoconto di prima mano degli avvenimenti. I l sogno è di fornire il servizio scolastico a oltre 3.000 bambini sfollati Il più recente impegno del JRS in Liberia è iniziato nellagosto del 2002, con quella che doveva essere la prima di alcune visite di valutazione preliminare, aventi il compito di preparare il terreno per un progetto di assistenza ad alcune delle 100.000 persone che si stima siano state costrette ad abbandonare le proprie case a causa del conflitto che attraversa il Paese. Nellaprile 2003, una piccola équipe ha iniziato a gettare le fondamenta di un progetto educativo volto a fornire linsegnamento scolastico a circa 3.600 bambini sfollati nei campi della contea di Montserrado, appena fuori della capitale Monrovia. Tuttavia, con lintensificarsi dei combattimenti tra i ribelli del LURD e le forze governative liberiane vicino alla capitale, il futuro del progetto è minacciato da vicino. Il 40% della popolazione sfollata dovrebbe essere a scuola Lo scopo del nuovo progetto è quello di aiutare ad acqui4 sire un senso di stabilità e di normalità alla giovane popolazione di sfollati attraverso un sistema di educazione formale che è tristemente assente nellarea. Nei campi, più del 40% della popolazione dovrebbe andare a scuola, ma per la maggior parte di essi gli ultimi due anni sono stati un periodo di continui spostamenti forzati, un mondo dove il diritto basilare allistruzione è assente. Instabilità politica è la parola chiave in Liberia. Nellaprile 2003, un nuovo gruppo ribelle, il MODEL (Movement for Democracy in Liberia), ha iniziato unoffensiva contro le forze governative nel sud-ovest del Paese, e in un lasso di tempo molto breve ha preso controllo di molte contee e città della regione, fino ai porti marittimi di Greenville e Harper. Nel nord del Paese, laltro gruppo ribelle, il LURD (Liberians United for Reconciliation and Democracy), ha continuato la sua offensiva, che ha incluso attacchi contro la città di Gbarnga, a est di Monrovia, di cui ha avuto il con- LIBERIA trollo per alcune settimane. In due occasioni, i ribelli hanno raggiunto larea che ospita i campi profughi, situata appena fuori Monrovia. È stato durante questi attacchi che il lavoro del progetto educativo del JRS è stato massicciamente danneggiato, soprattutto in due campi. È stato un duro colpo per il progetto, che fino a quel momento era andato avanti a un ritmo incessante. Linizio dellanno scolastico a settembre era stato già organizzato ed era stata presa la decisione di aumentare il numero di classi in ciascuna delle quattro scuole, da sei a otto, e il numero degli insegnanti, da 25 a 40. Questo, si sperava, avrebbe provveduto a fornire istruzione a circa 3.600 studenti, che erano già stati iscritti, superando il numero originariamente prospettato di 2.500. Allinizio di giugno la situazione è ulteriormente deteriorata. Martedì 5 giugno, i ribelli del LURD hanno lanciato un nuovo attacco a Monrovia, arrivando al porto della città in due giorni e causando lulteriore dispersione di quanti avevano cercato rifugio nei campi a Montserrado, così come quella di molti abitanti della capitale, che sono fuggiti verso il centro della città cercando un riparo nelle scuole e nello stadio. La situazione della sicurezza era così pericolosa che circa 500 cittadini stranieri, incluso lautore, sono stati evacuati il 9 giugno. Elicotteri dellesercito francese sono giunti a Monrovia e ci hanno portato dallarea dellUnione Europea a una nave militare francese, e da lì ad Abidjan, in Costa dAvorio. La violenza e le evacuazioni sono state devastanti per il progetto educativo, che non è andato oltre la fase di costruzione degli edifici della scuola. Tutte le attività che erano state pianificate per giugno e luglio, compreso il completamento dei lavori di costruzione e lassunzione degli insegnanti, sono state sospese fino a che la situazione non tornerà più stabile. Due dei campi dove le scuole avrebbero dovuto essere collocate sono stati ridotti a poco più che campi di battaglia. Una notizia positiva è che le altre due località scelte per ledificazione delle strutture sono rimaste, fino a oggi, intatte. Nel momento in cui questa rivista va in stampa, è difficile predire che cosa ha in serbo il futuro, sia per la gente liberiana, che soffre ormai da molto tempo, sia per il nuovo progetto educativo del JRS. Una forza internazionale di peacekeeping sarà in grado di restaurare lordine e mantenere la pace? E il Presidente si farà da parte, come gli è stato richiesto di fare da molte delle parti interessate? Mentre questi temi di alta politica vengono discussi e sviluppati, listruzione dei più vulnerabili, i giovani sfollati, continua a soffrire. Alberto Saccavini è un Direttore di Progetto del JRS in Liberia Lopera di costruzione delle nuove scuole SERVIR No. 29 Settembre 2003 5 ANGOLA Ritorno e ristabilimento in Ang 27 lunghi anni di guerra civile e distruzione in Angola hanno visto il loro inatteso epilogo nel febbraio 2002, con la morte del leader ribelle Jonas Savimbi. Un Paese lacerato da decenni di conflitto si è imbarcato in un processo di pace che ha generato una grande speranza di ritornare a casa per milioni di angolani, che sono stati dispersi dalla violenza. Quando è stato siglato il cessate il fuoco nellaprile 2002, si stimava che ci fossero fino a 4 milioni di sfollati allinterno dellAngola e altri 400.000 rifugiati angolani nei Paesi vicini, principalmente in Zambia, nella Repubblica Democratica del Congo e in Namibia. Sebbene dalla fine del conflitto migliaia di rifugiati angolani abbiano incominciato a rientrare a casa di loro iniziativa, il programma di assistenza al rimpatrio volontario è iniziato ufficialmente agli inizi del mese di luglio 2003, con il primo piccolo gruppo di rimpatriati assistiti giunti dalla Namibia, dallo Zambia e dalla Repubblica Democratica del Congo. Il programma ha come obiettivo il rimpatrio di 150.000 rifugiati angolani entro la fine del 2003. Il JRS ha continuato ad assistere e accompagnare i rifugiati angolani nei Paesi vicini, così come prosegue a lavorare da molti anni con gli sfollati in Angola. Il JRS svolge la sua parte nei programmi di rimpatrio e di reinsediamento. Distribuzione di cibo ai rimpatriati da parte del JRS, a Lunache, nel distretto di Cazombo Calunda è un villaggio vicino al confine con lo Zambia. È il primo punto di ristoro per i rifugiati che rientrano in Angola. Alcuni degli abitanti del villaggio sono ritornati di recente e il JRS sta assistendo la comunità a ricostruire la scuola. 6 Il JRS aiuta la ricostruzione della scuola a Calunda, nel distretto di Cazombo Il distretto di Cazombo, situato nellest dellAngola, dove è stato costruito un grande centro di accoglienza, è uno dei punti focali per i rifugiati che rientrano dallo Zambia. Il centro accoglierà e registrerà i rimpatriati, ospitandoli per alcuni giorni e offrendo loro un posto iniziale dove poter riposarsi. Da qui, i rifugiati verranno poi accompagnati nelle zone e nei villaggi dorigine nella regione. Il JRS accompagnerà e assisterà i più deboli, in particolare gli anziani e i disabili fisici. ANGOLA ola Un laboratorio per la fabbricazione di scarpe per i sopravvissuti alle mine dislocati a Luena Ogni costruzione è divisa in quattro parti, con quattro entrate separate. In ogni parte alloggerà una famiglia di rifugiati per alcuni giorni, prima che essi riprendano il loro cammino verso casa. Il centro ha anche delle cucine, che gli ospiti possono utilizzare per preparare il cibo, e alcune sale da pranzo per i pasti. Il JRS è particolarmente interessato agli sfollati che hanno maggiormente bisogno di aiuto, incluse le vittime delle mine. A Luena, nellest dellAngola, il JRS fornisce formazione professionale in numerosi settori lavorativi, quali la carpenteria, la fabbricazione di scarpe e la produzione di pane, oltre a sostenere attività volte alla generazione di reddito e programmi di microcredito. Il centro di accoglienza a Cazombo Aiutando a ricostruire la scuola vicino a Negage SERVIR No. 29 Settembre 2003 Durante il conflitto, molte persone sono scappate a Negage, nel nord del Paese. Dopo che la pace è stata ristabilita, gli sfollati hanno iniziato a tornare alle loro case nellarea circostante, nonostante molti abbiano trovato che ogni cosa nei loro villaggi era stata distrutta. In alcuni villaggi il JRS sta aiutando le comunità locali a ricostruire le scuole. 7 INDONESIA Indonesia: giovani vite in conflitto Ingvild Solvang L istruzione per i giovani profughi di Aceh La tredicenne Sri ha teneri ricordi del suo villaggio natale nel nord di Aceh. Sebbene abbia vissuto per tre anni in un campo nel nord di Sumatra, un tempo molto lungo per una persona così giovane, ancora le mancano i suoi vecchi amici. Avevo moti amici a casa, e insegnanti molto bravi, ricorda. Ero molto triste il giorno che fummo costretti a lasciare casa. Lintero villaggio era in subbuglio, le scuole chiuse, i miei insegnati scappati. I nostri vicini e amici, che stavano dietro, piangevano e ci dicevano che ci avrebbero protetti, ma i miei genitori erano molto spaventati. Abbiamo lasciato tutti i nostri averi e ci siamo diretti nel nord di Sumatra, ci racconta tranquillamente. Listruzione formale spesso non è disponibile per i bambini nei campi di rifugiati, soprattutto per quelli che hanno già frequentato il livello primario. Se le scuole locali esistono, sono spesso troppo costose perché le indigenti famiglie dei rifugiati se le possano permettere. Sri è tra i fortunati. Frequenta la seconda classe di una scuola secondaria locale, vicino al campo Sei Lepan, a circa tre ore da Medan. Il JRS è stato in grado di fornirle una borsa di studio, non essendo i suoi genitori in grado di pagare le tasse scolastiche. Mi piace studiare perché ciò mi renderà intelligente!, Sri afferma con grande speranza. Nel campo, listruzione è tuttora disponibile solo per gli studenti delle elementari, e solo pochi giovani ragazzi hanno lopportunità di portare avanti i propri studi. In unarea di reinsediamento nel distretto di Tapanuli sud, nel nord di Sumatra, un collaboratore del JRS provvede a unistruzione occasionale per i bambini. A loro piace veramente, afferma, tutte le volte che arrivo al campo, mi chiedono di insegnargli qualcosa. E, che ci crediate o no, mi chiedono anche di assegnare loro dei compiti. I compiti non sono lattività preferita degli studenti in Indonesia, anche se sembra che i bambini delle zone in con8 flitto diventino più consapevoli dellimportanza dellistruzione scolastica, e sembrano entusiasti di andare avanti nella loro vita e continuare nella ricerca di un futuro migliore, che altri danno invece per scontato. Non torneremo più ad Aceh, Sri dice allimprovviso, anticipando la domanda sulle labbra del personale del JRS, non pronunciata per paura di turbarla. So che molte altre persone stanno scappando da Aceh adesso che i problemi stanno aumentando dice. Lho sentito alla radio. Nonostante abbia solo 13 anni, si sforza di capire cosa le stia accadendo, mettendo insieme i frammenti di informazione che riesce a raccogliere. Sapendo ciò, sembra chiaro che dare alla gioventù la possibilità di andare a scuola è vitale per gli sforzi futuri di costruzione della pace. Ad Aceh, decine di migliaia di studenti sono stati lasciati senza edifici scolastici dopo che i vari gruppi hanno bruciato tutto durante le loro scorrerie nella regione, in occasione dei recenti episodi di violenza. Studenti e insegnanti piangevano mentre vedevano i loro edifici scolastici andare in fiamme. Mi ha reso estremamente triste, perché penso che ciò mi renderà stupido. Che motivo avevano di bruciare la nostra scuola? ha chiesto al JRS uno studente di una scuola media di Aceh Besara. Giovani rifugiati nel nord di Sumatra INDONESIA B ambini rifugiati separati a Timor Ovest Dallaltra parte dellIndonesia, a Timor Ovest, molti giovani rifugiati ancora sopportano le conseguenze della violenza che scoppiò a Timor Est nel 1999. Miriam (18 anni) è stata abbandonata dai suoi genitori quando aveva 14 anni. Mi hanno lasciato con degli stranieri, non riesco proprio a capire perché, ricorda con amarezza nella sua voce. Secondo le stime dellUNHCR, ci sono circa 750 minori che sono stati separati dalle loro famiglie durante il conflitto. Adesso, 4 anni dopo, i giovani sono posti in mezzo a dolorose negoziazioni tra i genitori adottivi, che hanno saputo amare i figliocci come fossero i propri figli, e i genitori naturali, che adesso li rivogliono. La decisione di abbandonare i figli, ovviamente, non è stata una scelta leggera, presa da padri e madri in fuga, nella speUn giovane rifugiato di Timor Est a Timor Ovest ranza disperata di unesistenza più sicura per i propri figli a Timor Ovest o in altre parti dellIndonesia. È chiaro, tuttavia, che una nuova e pacifica vita in una Timor Est recentemente indipendente non può iniziare fino a quando le famiglie non si saranno riconciliate e le vecchie ferite risanate. I parenti adottivi di Miriam adesso sono diventati la sua nuova famiglia. Sono buoni con me, anche se è stato difficile allinizio, quando ancora mi mancavano mia madre e mio padre, ricorda. Adesso, spesso odio i miei genitori, perché non si sono presi cura di me, dice crudelmente. I suoi sentimenti per i genitori naturali sono affiorati in superficie tardivamente, perché adesso sa che loro stanno per giungere per vederla. Il JRS lavora con un programma che ha lo scopo di gestire i casi riguardanti i genitori naturali, i bambini e chi se ne prende cura. Questo richiede lorganizzazione di incontri e di negoziazioni attraverso il confine, e la mediazione al fine di ottenere ciò che è nel miglior interesse dei più giovani. I genitori di Miriam sono ansiosi di riunirsi con la loro figlia, e si sono iscritti al programma. I genitori adottivi di Miriam hanno paura che Miriam li lascerà. È stata con noi per un lungo periodo, e temiamo che lei non sarà felice a Timor Est. Ci sono molte più opportunità per lei qui, spiega il suo padre adottivo. Lincontro tra le parti diventa ancora più teso di quanto essi stessi temessero. Miriam sfoga la sua rabbia nei confronti dei propri genitori, e rifiuta di tornare con loro. Lo staff del JRS a Timor Ovest spiega che non ci cono mai soluzioni facili a queste situazioni. Non è possibile dire che una parte ha ragione e laltra ha torto; ciò che è importante è cercare di trovare cosa è meglio per i giovani coinvolti, e includerli nel processo che porta alla decisione. A volte siamo in grado di trovare soluzioni durature, che tutte le parti accettano. Tuttavia, possiamo tutti immaginarci che in questi casi delicati, le regole della razionalità non sono sempre applicabili. Tutte le parti diventano vittime, e soprattutto i giovani, che sono messi nella condizione impossibile di dover compiere una scelta. Ingvild Solvang è responsabile per linformazione del JRS Indonesia SERVIR No. 29 Settembre 2003 9 EUROPA Lavorare con i giovani rifugiati John Dardis SJ Q uando penso ai giovani rifugiati ho tre immagini nella mia mente. La prima è quella di quando lavoravo nei campi profughi in Tanzania con i rifugiati scappati dal Ruanda. Il mio lavoro prevedeva lincontro con molti giovani rifugiati di età compresa tra i 18 e i 22 anni, molti dei quali erano scappati da Kigali e da altre città del Ruanda. Alcuni erano a metà strada dei loro studi universitari in legge, ingegneria e medicina. Molti sentivano di non avere nessuna speranza. Lultima volta che la gente era dovuta scappare dal Ruanda, aveva dovuto stare lontano dal Paese per 30 anni. Si erano sposati, avevano formato una famiglia ed erano rimasti bloccati in un campo per tutta la loro vita. Questa era la situazione che molti giovani rifugiati provavano a quel tempo. Le loro vite erano sospese. Forse non sarebbero mai più tornati in Ruanda. Forse non avrebbero più potuto riprendere i loro studi. Alla fine, i rifugiati sono tornati indietro. Ma ho perso i contatti con loro e non so ancora se essi siano stati capaci di ricominciare nuovamente le loro vite. Una seconda immagine si riferisce anche essa al periodo della Tanzania. Fui avvicinato da un giovane uomo ruandese, poco più che ventenne. Era stato un seminarista in Ruanda e voleva diventare sacerdote della chiesa cattolica. Qui non abbiamo speranza diceva, nessuno ci aiuta a pregare, nessuno parla di Dio; tu ci puoi aiutare? E così ho iniziato a incontrare lui e altri Lavorare con i rifugiati in Italia 10 4 o 5 per parlare di preghiera e religione, e per mantenere viva la speranza. Lì, nel mezzo di unorribile desolazione, cera un gruppo di persone che volevano credere che cè qualcosa di più, che Dio esiste. La mia terza immagine arriva da una recente visita a un centro di detenzione in Slovenia. Il centro era gestito molto bene e molto ben equipaggiato. Aveva una piccola sezione per bambini che erano arrivati con i loro genitori e che stavano aspettando di essere rimandati indietro perché erano persone senza una valida richiesta di asilo. Ma la mia ultima immagine è quella di aver visto una bambina di 3 anni agitare la mano per salutarmi da dietro le sbarre mentre me ne andavo per ritornare a Lubiana. Lei sarebbe rimasta lì dietro, virtualmente prigioniera in questo centro. Anche in questo caso, non era colpa di nessuno se lei era lì, e il sistema cercava di essere gentile con lei, ma mi sono chiesto: È giusto che, nellEuropa del 21o secolo, una bambina di 3 anni debba stare dietro le sbarre? È questo il modo con cui noi vogliamo affrontare i problemi legati alla migrazione e allasilo? In Europa, il JRS si propone in una maniera specifica ai giovani che sono sopraggiunti da soli (minori non accompagnati). A Malta abbiamo appena iniziato a lavorare con il governo per aprire una nuova casa per minori senza accompagnamento. In Belgio, un giovane gesuita lavora con unaltra ONG per aiutare i minori non accompagnati e i bambini rifugiati. Questa sta diventando una problematica crescente in tutta Europa. Le ultime statistiche per lanno 2000 mostrano che circa 16.000 bambini separati dai genitori hanno fatto domanda per richiedere asilo in 26 Paesi europei. Questa cifra è circa il 4% del totale delle richieste di asilo. Tuttavia, in Ungheria e in Olanda questi bambini incidevano per il 15% sul totale di tutte le domande depositate nel 2000 e in Slovacchia per il 9%. La maggior parte dei bambini separati sono di sesso maschile mentre solo il 27% sono femmine. EUROPA Il tipo di condizioni a cui i bambini rifugiati hanno diritto in Europa sono inserite in una recente direttiva dellUnione Europea sulle condizioni di accoglienza per i rifugiati. Larticolo 12 della nuova direttiva precisa che gli Stati membri devono garantire che i figli minorenni di chi fa richiesta dasilo e i minorenni che richiedono lasilo, abbiano accesso al sistema distruzione alle stesse condizioni dei cittadini nazionali fino a quando un ordine despulsione contro di loro o contro i loro genitori non venga messo in esecuzione. Ciò significa che anche se una domanda dasilo viene respinta, il bambino continuerà ad andare a scuola fino a che unazione despulsione non venga formalmente eseguita. Questo aspetto è importante poiché può passare parecchio tempo prima che un ordine despulsione venga eseguito. La direttiva afferma anche che gli Stati membri non possono rifiutare a nessuno laccesso al livello distruzione secondaria anche se la persona in questione raggiunge la maggior età. Infine, laccesso al sistema distruzione non può essere posposto per più di 65 giorni lavorativi dopo che il minorenne o i suoi genitori abbiano depositato la richiesta dasilo. Questo è importante. 65 giorni lavorativi sono, infatti, circa tre mesi. Per quanto riguarda la sistemazione, le nuove norme dellUnione Europea prevedono che i minorenni non devono essere separati dai propri genitori o dal membro adulto del nucleo familiare responsabile per loro. Larticolo 24 della nuova direttiva dice chiaramente che il primo aspetto da tenere in considerazione da parte degli Stati membri deve essere linteresse del bambino. Aggiunge, inoltre, che i minorenni che sono stati vittime di qualsiasi tipo di tortura, di abbandono o di abuso, devono poter accedere a un servizio riabilitativo. Nel caso di minori non accompagnati, gli Stati membri devono assicurare che venga assegnato un tutore a ognuno di essi. Questa direttiva è recente ed è stata approvata nel 2002. Gli Stati membri hanno a disposizione un certo numero di anni durante i quali garantire limplementazione di queste norme allinterno dei sistemi giuridici nazionali. È importante che una ONG come il JRS effettui un monitoraggio su questo processo e assicuri che la legislazione nazionale sia in linea con questa direttiva europea. I giovani rifugiati si portano dietro dal loro passato un fardello pesante. Ma essi portano con loro anche la capacità di superare gli ostacoli e di creare qualcosa di concreto per il futuro. Il lavoro del JRS e di altre organizzazioni è quello di assicurare loro un aiuto in ogni modo possibile. Non deve essere un futuro senza speranza. John Dardis è Direttore Regionale del JRS Europa JRS Lavorare con e per i giovani rifugiati Qualche altro esempio del lavora del JRS con i giovani: KOSSOVO: Il JRS dirige un programma di assistenza alle giovani vittime delle mine in Kossovo, che include anche un campo estivo annuale di due settimane per 25 giovani sopravvissuti alle mine. BAMBINI SOLDATO: Il JRS è uno dei membri fondatori della Coalizione per lo stop alluso dei bambini soldato, conducendo una campagna per attirare lattenzione sulla condizione di circa 300.000 bambini soldato che si stima combattano attualmente in più di 35 Paesi. TANZANIA: Nel distretto di Kibondo, il JRS conduce seminari e workshop sulla pace con i giovani rifugiati burundesi. USA: Il JRS offre assistenza pastorale e consigli ai giovani richiedenti asilo tenuti in stato di detenzione. SERVIR No. 29 Settembre 2003 REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO: A Bukavu, più di 2.000 bambini sfollati sono assistiti dal JRS nel frequentare la scuola. Nelle MOLUCCHE, in INDONESIA, il JRS provvede a borse di studio, costi di trasporto, libri e altri materiali per studenti delle scuole, così come fornisce assistenza nel rinnovamento degli edifici scolastici. In INDIA, il JRS dirige un centro per 70 ragazze rifugiate che hanno abbandonato la scuola, offrendo loro aiuto per ricostruire la fiducia in sé stesse, nonché per sviluppare le proprie abilità pratiche. COLOMBIA: A Barrancabermeja il JRS lavora con i giovani profughi che sono minacciati dal conflitto, informandoli sui loro diritti e aiutandoli a proteggere quanto da essi acquisito. 11 Come aiutare una persona L Per fornire le cure mediche a uno sfollato a Baringa, nel nord della RD del Congo a missione del JRS è quella di accompagnare, servire e difendere i diritti dei rifugiati e degli sfollati, specialmente coloro che sono dimenticati e la cui situazione non attira lattenzione internazionale. Lo facciamo attraverso i nostri progetti in più di 50 paesi in tutto il mondo, dando assistenza tramite istruzione, assistenza medica, lavoro pastorale, formazione professionale, attività generatrici di reddito e molte altre attività e servizi ai rifugiati. $20 USA Per fornire assistenza demergenza a uno sfollato nelle Isole delle Molucche, in Indonesia $25 USA Per fornire sostegno demergenza (cibo, riparo, cure sanitarie e altri tipi dassistenza) a un rifugiato colombiano in Venezuela $150 USA Per assistere, con una sistemazione provvisoria, una famiglia rifugiata che ritorna in Sri Lanka $160 USA Il JRS può contare soprattutto su donazioni da parte di privati, di agenzie di sviluppo e organizzazioni ecclesiali. Per fornire una sistemazione temporanea e cibo per un mese a un rifugiato in Italia $700 USA Alcuni esempi di come vengono utilizzati i fondi del JRS: Per organizzare un campo estivo annuale per 25 bambini vittime delle mine in Kossovo $7.000 USA SOSTIENI IL NOSTRO LAVORO CON I RIFUGIATI Il vostro continuo sostegno rende possibile per noi laiuto ai rifugiati e richiedenti asilo in più di 50 nazioni. Se desideri fare una donazione, compila per cortesia il tagliando e spediscilo allufficio internazionale del JRS. Grazie per laiuto. (Si prega di intestare gli assegni allordine del Jesuit Refugee Service) Desidero sostenere il lavoro del JRS Ammontare della donazione Allego un assegno Cognome: Nome: Indirizzo: Città: Codice postale: Nazione: Telefono: Servir è pubblicato dal Jesuit Refugee Service, creato da P. Pedro Arrupe SJ nel 1980. Il JRS, unorganizzazione cattolica internazionale, accompagna, serve e difende la causa dei rifugiati e degli sfollati. Direttore: Francesco De Luccia SJ Direttore Responsabile: Vittoria Prisciandaro Produzione: Stefano Maero Servir è disponibile gratuitamente in italiano, inglese, spagnolo e francese. e-mail: [email protected] indirizzo: Jesuit Refugee Service C.P. 6139 00195 Roma Prati ITALIA tel: +39 06 6897 7386 fax: +39 06 6880 6418 Dispatches, un bollettino di notizie quindicinale dellUfficio Internazionale del JRS che riporta notizie sui rifugiati e aggiornamenti sui progetti e le attività del JRS, è disponibile gratuitamente via e-mail in italiano, inglese, spagnolo o francese. Per abbonarsi a Dispatches: http://www.jrs.net/lists/manage.php Foto di copertina: Rimpatriati a Lunache, nel distretto di Cazombo, in Angola; Stefano Maero/JRS Foto di: Amaya Valcárcel/JRS (p. 2 in alto); Lolín Menéndez RSCJ/JRS (p. 3); Alberto Saccavini/JRS (pp. 4 e 5); Stefano Maero/JRS (pp. 6 e 7); JRS Indonesia (p. 8); JRS Asia del Pacifico (p. 9); JRS Italia (p. 10); Mark Raper SJ/JRS (p. 12). Fax: Email: Per trasferimenti bancari al JRS 12 Banca: Banca Popolare di Sondrio, Roma (Italia), Ag. 12 ABI: 05696 CAB: 03212 SWIFT: POSOIT22 IBAN: IT86 Y056 9603 2120 0000 3410 X05 Nome del conto: JRS Numeri del conto: per euro: 3410/05 per dollari USA: VAR 3410/05 www.jrs.net