La Casa di Bastian

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La Casa di Bastian
COMUNITÀ SOCIO EDUCATIVA RESIDENZIALE
La Casa
di Bastian
Via Chiusura, 88 • Villafranca in Lunigiana (MS)
Tel. 0187494308
mail: [email protected]
Rev. del 25 febbraio 2016
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INDICE
1. Premessa
1.1 La scelta del nome
1.2 Il territorio il contesto, come raggiungerci
1.3 Visita guidata alla struttura
1.4 Coopselios: chi siamo
2. Natura e mission della comunità
2.1 Autorizzazione al funzionamento
2.2 Documentazione interna
2.3 I valori di riferimento e Approccio educativo
2.4 Servizi offerti
3. Organizzazione
3.1 L’Accesso al servizio: Ingressi, Dimissioni, Pronta Accoglienza
3.2 Il personale e turn over
3.3 Organizzazione Gestionale
3.4 Privacy e Rispetto delle pratiche religiose
3.5 Reclami
3.6 Rapporti con il territorio
3.7 Controllo della qualità del servizio ed indicatori
4. Aggiornamento della Carta
4.1 Diffusione della carta dei servizi e altre informazioni
5. Contatti
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1. Premessa
La Casa di Bastian è una Comunità Socio Educativa Residenziale per
minori, dai 6 ai 18 anni, a dimensione famigliare, con disponibilità
massima di 12 ingressi di cui due di pronta accoglienza. Le attività,
l’organizzazione e le professionalità degli operatori presenti nella
Comunità Socio Educativa “La Casa di Bastian” hanno come
strutturazione di base quanto indicato dalla legge 2/95 del Ministero
della Sanità e quanto previsto dalle normative e dai requisiti di
accreditamento della Regione Toscana (Legge regionale 41/05 e
relativo Regolamento attuativo) ove la Comunità è ubicata.
Le attività e soprattutto le modalità con cui le stesse sono svolte e
proposte ai minori sono la ricaduta pratica di un modello teorico
sistemico relazionale da cui trae indirizzo il Settore Minori della
cooperativa e dalla Carta dei Valori del settore stesso ai cui principi è
ispirata ogni azione educativa.
La presente Carta dei Servizi è parte integrante del contratto che
Coopselios sottoscrive con il cliente.
1.1 La scelta del nome: storia e significato
Il nome è stato scelto attraverso un pensiero condiviso di gruppo,
durante un incontro di formazione con gli operatori svoltasi prima
dell’apertura della Comunità.
Bastian, dal film “La storia infinita” è il bambino che legge il libro e
che finirà con il diventare parte della storia narrata, nel contempo nel
dialetto locale “il bastian contrario” è colui che si oppone a
prescindere, difficile da gestire, diverso dagli altri, imprevedibile e
noioso al contempo.
Così sono i nostri utenti, distratti e attirati da due poli: dal sogno di
riscattarsi dalle peripezie a loro accadute, e dal polo opposto attirati e
distratti dall’essersi vissuti e conosciuti come “dei bastian contrari”.
A volte è per sopravvivenza che si diventa tali, a volte sono le
situazioni che prescindono dalla volontà del minore che lo portano per
mano dentro al disagio, a volte è “semplicemente” una forza attrattiva
verso la trasgressione. Il nostro sforzo e augurio è che ciascuno possa
utilizzare la propria potenzialità di rileggere la sua storia e come
Bastian del film diventare protagonisti del proprio mondo interiore.
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1.2 Il territorio il contesto, come raggiungerci
La struttura é situata nel Comune di Villafranca Lunigiana in via
Chiusura 88, facilmente raggiungibile dalla stazione ferroviaria e dal
percorso delle autolinee pubbliche a poca distanza da Aulla, e
facilmente raggiungibile da La Spezia, Sarzana, Massa Carrara, Parma.
Facilmente raggiungibili sono le scuole elementari e medie e gli Istituti
superiori locali. Villafranca è una piccola cittadina, ospitale e ricca di
iniziative ed attività ricreative soprattutto nel periodo estivo.
1.3 Visita guidata alla struttura
La Casa di Bastian è una villetta su due piani, più un seminterrato
riservato ai servizi, con ampio giardino, molto elegante sia all’esterno
che all’interno in cui abbiamo cercato di recuperare l’originale
pavimentazione, un bellissimo camino in marmo, che attualmente
decora una camera, ha un arredamento molto famigliare, scelto nel
rispetto delle normative di sicurezza e igiene, ma con una attenzione a
creare una forma e un aspetto di famigliarità e di “casa”.
Al primo piano si accede con una rampa di scale attrezzabile con montascale. Al primo piano: un ingresso soggiorno, cucina abitabile due
camere a due posti letto, arredate in modo da avere un angolo studio,
un bagno a norma per disabili, l’ufficio del personale con bagno.
Al secondo piano: ingresso soggiorno, quattro camere a due posti letto
e i relativi servizi igienici.
Nei locali seminterrati vi sono: la lavanderia, una stanza dedicata al
cambio armadi, il magazzino, gli spogliatoi del personale, e una sala
ricreativa per lavori manuali, postazione internet, video proiezione per
le attività dei ragazzi, e spazio dedicato alle riunioni di èquipe con gli
enti o agli incontri con i genitori.
Il giardino, è un ampio spazio verde che circonda la casa è dotato di
gazebo, forno a legna per esterno, impiantistica per l’irrigazione,
illuminazione. Una parte dello spazio esterno è dedicato alla
coltivazione di un piccolo orto e delle piante aromatiche.
La Comunità è dotata di pulmino a nove posti per agevolare gli
spostamenti.
1.4 Coopselios: chi siamo
La “Casa di Bastian” è gestita dalla Cooperativa Sociale Coopselios, di
tipo A no-profit con sede legale a Reggio Emilia, iscritta nel Registro
Regionale delle Cooperative sociali.
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È presente in 7 Regioni con oltre 170 gestioni nei settori dell’Infanzia,
dei Minori, degli Anziani e dei Disabili. Eroga ogni anno servizi a oltre
7.000 persone.
Nel sito dedicato www.coopselios.com sono descritti tutti i nostri
servizi, è possibile visionare il bilancio sociale, partecipare ai blog di
settore, e consultare le iniziative commerciali e sociali.
Un breve cenno alla storia
Coopselios nasce nel 1984, con il nome di Elios. Gestisce il primo nido
cooperativo a Reggio Emilia e servizi per anziani nel paesi
dell’Appennino reggiano.
In decenni di crescita umana e professionale Coopselios ha ampliato e
consolidato la propria esperienza nei servizi alla persona,
incrementando costantemente il fatturato, il numero dei soci e
sviluppando la propria presenza in diversi territori.
I valori e gli strumenti
Competenza, qualità, affidabilità, impegno sociale sono i valori che
guidano il nostro operato.
Ciascun settore di Coopselios ha elaborato una Carta dei Valori
specifica e un Codice Comportamentale ed Etico quale strumento di
indirizzo lavorativo a garanzia della trasparenza, della affidabilità e
della costante promozione della qualità del servizio, della
professionalità degli operatori e della ricerca al miglioramento rispetto
l’area del sapere, del saper essere e del saper fare.
La mission
La persona è al centro della filosofia di Coopselios sia nel ruolo di
lavoratore sia di cliente/utente. Nello specifico, Coopselios si impegna:
 nella progettazione di soluzioni innovative che sappiano ipotizzare
risposte ai nuovi bisogni delle famiglie e alle possibili emergenze
economiche;
 nella promozione di politiche per le pari opportunità e per la pari
dignità delle persone e in azioni di sensibilizzazione e promozione di
una cultura della persona e dei servizi;
 nella promozione, anche attraverso partnership efficaci, di un
modello di welfare innovativo, fondato sui principi di sussidiarietà,
prevenzione, mutuo-aiuto e integrazione con il pubblico, sostenibilità
economica;
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 nell’erogazione di servizi in grado di soddisfare la vasta gamma di
nuovi bisogni e le sempre più impellenti necessità di conciliazione.
Coopselios si impegna in percorsi di crescita volti a produrre e
promuovere il lavoro dei soci, garantendo continuità occupazionale e le
migliori condizioni economiche, sociali, professionali.
In tal senso, gli obiettivi della cooperativa sono:
 valorizzare le potenzialità di ciascuno, tenendo conto dei bisogni,
delle attitudini, delle specificità anche di genere e operare in un ottica
di conciliazione;
 creare nuova occupazione;
 favorire l’assunzione di responsabilità da parte dei soci, la loro
partecipazione al governo dell’impresa, i principi della mutualità;
 valorizzare l’impresa sociale attraverso la sua capacità di investire e
innovare.
L’organizzazione
Coopselios articola la gestione dei servizi su due principali logiche
organizzative che sono per aree geografiche e per settori tematici di
intervento:
 5 aree geografiche quali: Lombardia, Veneto-Trentino Alto Adige,
Piacenza e Parma, Reggio Emilia e Romagna, Liguria-Toscana-Lazio.
 A ciascun area fa capo un Direttore d’Area (D.A.).
 5 settori, trasversali a tutte le aree geografiche, quali: Anziani,
Infanzia, Minori, Disabili e Sanitario. Suddivisi in Area Educativa
(Infanzia e Minori), Area Assistenziale (Anziani e Disabili) e Area
Sanitaria. Ciascuna Area fa capo ad un Direttore Tecnico.
La Casa di Bastian è inserita nell’Area Liguria-Toscana-Lazio, e
nel Settore Minori dell’Area Educativa.
I coordinatori di ciascuna struttura o servizio territoriale sono
supportati per gli aspetti relativi all’organizzazione e al rapporto con
gli enti locali e gestionali da uffici competenti presenti presso le sedi di
Reggio Emilia o nelle sedi locali.
In particolare, il coordinatore fa riferimento alla sede per: Gestione
del personale e paghe, Formazione, Fatturazione, Acquisti, Comunicazione, Sicurezza, Sistema informativo, Privacy, Gestione contratti e
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fatturazione, Gestione del patrimonio, Sistema qualità, Ufficio legale.
Ciascuna di tali attività ha un Responsabile e un adeguato staff
operativo e il cliente, per qualsiasi informazione e controversia può
fare riferimento, oltre che al Coordinatore a tali uffici.
2. Natura e mission della Comunità
La Casa di Bastian accoglie minori di età compresa tra i 6 e 18 anni,
per i quali la permanenza nella famiglia di origine sia
temporaneamente impossibile, o minori stranieri non accompagnati. La
comunità è aperta 24h su 24h, 365 giorni all’anno. I minori sono
accolti sulla base di provvedimento/intervento disposto dall’autorità
giudiziaria o dai servizi sociali. La suddivisione della struttura su due
piani ci permette di ospitare minori di entrambi i sessi. Come dimostrato negli ultimi studi sociologici sulle dinamiche di gruppo, la presenza
di un gruppo misto rende il clima interno meno conflittuale, la
presenza femminile inoltre agevola una maggiore tenuta del
mantenimento dell’ordine e dell’igiene della persona e degli ambienti.
La presenza di età differenti e quindi di bambini di età compresa tra i 6
e i 12 anni e di adolescenti sviluppa nel gruppo dei più grandi un senso
di protezione e tolleranza delle differenze sia di genere che di
competenze.
Possono essere inseriti minori che presentano una o più difficoltà nelle
seguenti aree:
 problemi familiari di natura organizzativa;
 disfunzioni relazionali e comportamentali della funzione genitoriale;
 problemi individuali di natura psicologica, relazionale;
 difficoltà di apprendimento, abbandono scolastico e problemi di
varia natura in ambito scolastico;
 disturbi dell’attenzione e comportamentali;
 difficoltà nell’area affettiva, cognitiva e relazionale;
 minori stranieri non accompagnati;
 minori a rischio di devianza;
 minori in messa alla prova (MAP);
 minori a regime di pena cautelare/detentiva alternativa al carcere
minorile.
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Il servizio di ospitalità residenziale ha per scopo:
 accogliere i minori per il tempo necessario che permetta al contesto
familiare;
 di riorganizzare il proprio assetto affettivo emotivo e /o spazi di
gestione quotidiana per il rientro nel nucleo di origine;
 rispettare e valorizzare le differenze di genere, culturali religiose;
 fornire un adeguato supporto educativo ai minori in situazioni di
disagio evolutivo;
 fornire ai minori un contesto organizzativo, affettivo e relazionale
che possa aiutarli a recuperare una adeguata routine quotidiana, e
partecipazione ai bisogni formativi e/o lavorativi dello stesso;
 acquisire strumenti e capacità sufficienti e necessari a un progetto
futuro o prossimo di autonomia sociale ed economica;
 offrire un ambiente e prestazioni idonee per un sano sviluppo psicofisico, e per il miglioramento delle competenze relazionali;
 supportare i minori momentaneamente privi di figure genitoriali, e
sostenerli nella programmazione di una progettualità futura di
inserimento ed integrazione sul territorio;
 supportare i minori a rischio di devianza o in situazione di devianza
a recuperare un comportamento idoneo a un corretto reingresso sociale;
 tutela e accompagnamento: la comunità svolge una azione pratica di
accompagnamento del minore alle attività scolastiche ed
extrascolastiche previste dal progetto educativo o accordate su
indirizzo della MAP;
 collaborare con gli enti competenti alla progettazione degli obiettivi
e degli strumenti necessari, per il raggiungimento delle finalità
educative individuali di ciascun minore.
La comunità si impegna a promuovere il benessere psico-fisico e
sociale attraverso la cura degli ambienti, l’attuazione dei Progetti
Educativi Individuali nonché ricorrendo alla collaborazione dei partner
che aderiscono formalmente alla rete.
Contestualmente la comunità si propone di conservare un rapporto di
integrazione e collaborazione con il territorio circostante e di
partecipare e/o promuovere iniziative, per favorire il graduale
rafforzamento delle competenze cognitive, affettive e di adeguata
socializzazione e rispetto delle regole e dei tempi della vita sociale.
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2.1 Autorizzazione al funzionamento
La Casa di Bastian è autorizzata al funzionamento, con atto del
Comune di Villafranca in Lunigiana n. 1/2012 come Comunità a
dimensione familiare, con funzione socio-educativa (Legge Regionale
toscana 41/2005 e relativo regolamento attuativo).
2.2 Documentazione interna
La documentazione è fatta conoscere e presentata a tutto il personale
interno come requisito di conoscenza teorica di base al momento
dell’assunzione e sono previsti a frequenza costante momenti formativi
e di aggiornamento della documentazione presente in struttura.
La stessa documentazione è presentata agli Enti all’inizio della
collaborazione o su richiesta di convenzione.
Prevede oltre alla presente Carta dei servizi:
 la Carta dei Valori del Settore Minori;
 il Codice Comportamentale e Deontologico;
 il Regolamento Interno della comunità;
 le Linee guida per la stesura dei Progetti educativi individualizzati
all’interno della comunità.
I valori di riferimento e l’pproccio educativo
L’approccio educativo della comunità si basa sul modello sistemico
relazionale, con particolare attenzione alla lettura della complessità dei
legami affettivi e delle realtà socio-ambientali e culturali.
Pertanto ciascun minore viene accompagnato al rispetto delle regole
comunitarie di base (rispetto degli ambienti, rispetto degli orari,
partecipazione alle attività programmate, adeguato rapporto con il
personale) con strategie educative e modalità individualizzate.
Fa parte dell’approccio educativo, oltre all’elaborazione degli obiettivi
individuali, l’osservazione diretta delle modalità relazionali del minore
con il gruppo di pari e con gli operatori, e la raccolta delle
informazioni sulle modalità relazionali adottate dal minore nei vari
contesti di vita. Nell’ambito più prettamente scolastico è previsto il
sostegno allo studio.
Abbiamo scelto alcune delle frasi significative della Carta dei Valori
del Settore Minori per spiegar il progetto e l’approccio teorico della
Comunità.
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Tali frasi descrivono i principali punti di riferimento teorico a cui le
azioni quotidiane, la progettazione e la programmazione delle stesse
devono far riferimento: l’importanza della relazione, l’ascolto del
minore, l’ottica di inclusione sociale, l’apertura al territorio, la
promozione al cambiamento, l’“estetica” degli ambienti come
promozione di benessere e riabilitazione della dignità della persona.
“La conoscenza del minore non è data una sola volta”. In questo
modo è evidente l’impegno di un approccio che permetta il
cambiamento del minore, senza incasellarlo in criteri diagnostici e
soprattutto prognostici rigidi e definitivi, ed anche l’importanza di un
tempo di osservazione iniziale e continuo, in modo da costruire sui
reali bisogni e comportamenti evolutivi un approccio educativo
flessibile e personalizzato. La personalizzazione degli interventi
educativi, passa attraverso la capacità di osservare e rilevare i bisogni
espressi e inespressi del minore, e quindi necessita di competenze da
parte di tutta l’èquipe di lavoro di “Costruire legami”
sufficientemente sani con i minori e di saper leggere e agire all’interno
di un approccio di “complessità educativa” che tenga di conto del
percorso del ragazzo, della sua storia famigliare, del contesto socioculturale in cui è vissuto, delle potenzialità cognitive e strumentali
reali del minore e delle sue aspettative o desideri.
Altro tassello fondamentale del nostro approccio teorico è rivestito dal
tema della fiducia e della responsabilità educativa degli operatori che
lavorano in comunità in quanto adulti.
Ciascun operatore che opera all’interno della struttura a prescindere
dall’inquadramento professionale, ha nella “ quotidianità di cura” un
ruolo educativo nel momento in cui entra in relazione con il minore, le
modalità relazionali di tutto il personale sono pertanto monitorate
costantemente ad opera del coordinatore e se necessario del
responsabile tecnico di settore, a garanzia di una coerenza educativa
interna adeguata nei modi e nei contenuti.
“Non può esserci relazione d’aiuto senza il veicolarsi
dell’affettività”, in tal modo cerchiamo di perseguire e monitorare costantemente la capacità di gestire mondo professionale e personale,
buona affettività ed eccesso di coinvolgimento emotivo, senso
d’impotenza ed onnipotenza nella relazione con i minori, rispetto delle
figure genitoriali e non sostituzione delle stesse.Ogni attività progettata
e programmata in comunità è pensata in un’ottica di sistema educativo,
che prevede il divertimento, la cura dell’estetica e l’inclusione, ma
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soprattutto fa capo ad una logica di continuità educativa che evita il più
possibile l’estemporaneità delle azioni, in modo da aiutare i minori a
non comportarsi per “agito”. Ogni nostra attività li allena a pensare,
programmare, a guadagnarsi obiettivi e gratificazioni, ad affrontare la
fatica dell’ideazione prima della pratica, fatica che loro definiscono
noia, ma che da un punto di vista educativo ed evolutivo è
progettazione e programmazione del proprio futuro “Progetti
Futuribili”.
Ogni attività della comunità tende il più possibile a mettersi in rete con
il territorio, a dar vita a processi innovativi per un continuo e costante
miglioramento dei percorsi educativi, ad adattarsi ai cambiamenti
socio-culturali sia nei linguaggi che negli strumenti comunicativi.
“Professionalità ed impegno sociale” Coopselios promuove un
articolato “sistema formativo”, studiato e pensato sull’esigenze di
miglioramento della qualità del clima di lavoro e della gestione degli
aspetti emotivi del personale, e adeguato costantemente alle esigenze
formative e di supervisione, che possono essere rilevate dalle difficoltà
operative, strategiche e affettive maggiormente incontrate dagli
operatori in relazione alla tipologia di utenza presente in struttura e alle
dinamiche del gruppo di lavoro.
Fondamentalmente il “sistema formativo” mette in connessione i
contenuti ed i tempi dei tre processi formativi principali: la
formazione teorica, l’“autoformazione in gruppo”, la supervisione,
per lavorare in modo costante e sistematico sulle capacità
dell’operatore del sapere, saper fare e saper essere.
2.3.1 Operatore di riferimento
La Comunità intende attuare una responsabilità educativa condivisa tra
tutti gli operatori, indipendentemente anche dalla qualifica
professionale. Gli atteggiamenti, le modalità relazionali, le modalità di
risoluzione dei problemi vanno discussi e concordati in èquipe, condotta
con la direzione del coordinatore. Ciascun operatore interpreterà queste
decisioni condivise secondo quanto spetta alla propria figura
professionale, ma entro un quadro omogeneo.
Si vuole ridurre in questo modo il venirsi a verificare di particolari
relazioni operatore utente che, caricandosi anche di valenze affettive,
possano portare a distorsioni del rapporto educativo, evitando inoltre
che il minore crei un rapporto esclusivo con un determinato operatore,
per una corretta gestione dell’affettività.
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Ciò premesso i minori vengono assegnati sotto la responsabilità
educativa di un educatore di riferimento in accordo con il coordinatore
ed il responsabile di progetto. L’educatore di riferimento ha il compito
specifico di verificare il raggiungimento degli obiettivi del PEI , il
rispetto delle indicazioni della Map, segnalare al coordinatore e al
responsabile del progetto eventuali difficoltà comportamentali ed
affettive del minore, monitorare l’adeguatezza relazionale ed integrare
osservazioni sul minore svolte dall’èquipe, è il punto di riferimento con
i servizi competenti.
2.4 Servizi offerti
Attività socio educativa e di accudimento
I progetti educativi individualizzati prevedono la presa in carico dei
bisogni di accudimento ed evolutivi del minore, lavorando
sull’autonomia, l’integrazione, il reinserimento sociale, il supporto
scolastico, il supporto emotivo, lo sviluppo dell’autostima e del senso di
autoefficacia, la relazione affettiva, la cura e l’igiene dei propri spazi di
vita e di quelli comunitari ed in un’ottica di sostegno alla genitorialità e
non di sostituzione.
Attività di mediazione linguistico culturale
Il servizio di mediazione linguistico culturale è attivato su richiesta del
coordinatore in base alle necessità del minore e si può declinare come
servizio di interpretariato e/o come mediazione culturale per il supporto
all’inserimento del minore in comunità.
Attività di animazione ricreativa
Programmazione ed esecuzione di attività ludiche, sportive e culturali,
sul territorio.
Laboratori tematici interni alla comunità
Programmazione di laboratori tematici a) in connessione alle esperienze
di animazione svolte, al fine di creare un pensiero di continuità e di
rielaborazione delle esperienze fatte b) a supporto e potenziamento dei
progetti educativi individualizzati
Attività di accompagnamento
Il minore è accompagnato presso i servizi socio sanitari,scolastici,
attività pomeridiane previste dal progetto educativo individualizzato o
dalla MAP.
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Servizi alberghieri
Ristorazione, rispetto dell’osservanza dei bisogni alimentari
personalizzati dovuti a patologie o osservanze religiose e di una
condotta alimentare sana.
Lavanderia, la struttura è dotata di una lavanderia interna.
2.5 Gestione comfort dell’ambiente di vita
Accessibilità degli spazi
Il personale ed il coordinatore verificano costantemente il livello di
igiene e di comfort dei locali, attivando tempestivamente le procedure
necessarie in caso di guasto. E’ assicurata l’accessibilità dell’utenza e
l’individuazione dei percorsi interni ed esterni, anche tramite l’adozione
di idonea segnaletica. La segnaletica è leggibile anche a distanza di
facile comprensione e protetta da manomissioni.
Personalizzazione degli spazi
È favorita la personalizzazione del proprio spazio camera, mediante
fotografie, poster ed il posizionamento di piccoli oggetti e arredi, dopo
condivisione con la direzione della struttura, nel rispetto delle normative
sulla sicurezza.
Spazi dedicati alle riunioni
Sono stati individuati, anche all’interno dei locali comuni, spazi da
dedicare ad incontri e colloqui con i famigliari, rappresentati legali e
operatori dei servizi. A seconda della delle modalità richieste
dall’incontro tali spazi sono individuati nell’ufficio degli operatori, nel
seminterrato nella zona dedicata.
3. Organizzazione
3.1 L’Accesso al servizio: ingressi, dimissioni, pronta accoglienza
a) INGRESSO IN COMUNITÀ
Documentazione richiesta e requisiti
Saranno richiesti all’Ente Committente i dati e le informazioni
necessarie alla giusta conoscenza del minore per la compilazione dei
dati storico-anamnestici e sanitari.
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Inoltre si richiede:
 decreto del tribunale e/o altro atto formale che ha deciso
l’allontanamento del minore ed il suo collocamento;
 impegno di spesa da parte del Comune di residenza o presso cui il
minore stato ritrovato;
 documenti personali e sanitari, tra cui certificazione dell’assenza o di
malattie che pregiudichino la vita comune (pediculosi, scabbia, epatite,
hiv, ecc.);
 schede di raccolta anamnestica del minore ed eventuale
regolamentazione del rapporto con i famigliari, eventuale autorizzazione
alle uscite sul territorio, e limitazioni specifiche;
 relazione di dimissione dalla comunità, qualora il minore provenga da
altra comunità socio educativa, ministeriale o sanitaria, con dettagliate
le motivazione di dimissioni del minore.
Concordata la data dell’ingresso viene applicata la procedura di richiesta
d’ingresso Modulo PG CdB 4.1 e il Coordinatore della Comunità
predispone le azioni e i tempi di accoglienza con l’equipe della
struttura(PG CdB4.1).
L’inserimento in Comunità avviene su invio del Servizio Pubblico
Territoriale con disposizione del Tribunale dei Minori o Ordinario.
L’incontro di presentazione del minore e valutazione dell’ingresso
avviene tra l’assistente sociale di riferimento ed il coordinatore della
Comunità o un referente. La Comunità non può accogliere in alcun
modo ospiti che non abbiamo un protocollo di invio e la relativa
delibera di inserimento. L’ingresso è un momento ricco di significati
specifici e spesso di emozioni ambivalenti fra loro.
Ogni nuovo inserimento è un momento importante anche per i minori
che abitano già in comunità. Pertanto la nostra attenzione è focalizzata
su due poli: l’uno è l’ascolto e la conoscenza del minore in ingresso,
l’altro è la presentazione dello stesso al gruppo. Per quanto riguarda la
dimissione poniamo la stessa attenzione nell’ottica di evitare il più
possibile strappi affettivi. L’osservazione del minore nella fase di
inserimento e delle modalità di entrare in relazione con il gruppo di pari
e con gli adulti, fa parte delle linee guida di stesura dei PEI di cui si
rimanda al relativo documento.
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b) DIMISSIONI
La dimissione dalla Comunità di norma avviene:
 al compimento del 18° anno di età.
 per nuove disposizioni da parte dell’Autorità Giudiziaria o del
Servizio Sociale.
 su decisione del Gruppo di Lavoro in caso di incompatibilità o di
ripetute fughe
 nel caso in cui il minore viene dimesso per rientrare in famiglia o per
affidamento familiare o etero familiare consensuale;
 nel caso in cui il minore viene dimesso per conclusione del progetto e
raggiungimento dell’autonomia;
 nel caso in cui il minore viene dimesso per essere trasferito in altra
struttura;
 nel caso in cui il minore viene dimesso per affidamento familiare o
eterofamiliare consensuale ovvero giudiziario.
 La procedura delle dimissioni è disciplinata nel Mod. CdB 2.7.
Il Coordinatore della Comunità:
 concorderà adeguatezza, tempi e modalità delle dimissioni con tutti i
soggetti istituzionali interessati;
 predisporrà il passaggio di tutte le informazioni necessarie alle
persone o alle strutture di nuova accoglienza, rimanendo a disposizione
per ulteriore collaborazione al riguardo;
 l’educatore di riferimento prepara e supporta il minore alla
dimissione, accogliendo eventuali dubbi e paure. Aiuta inoltre il minore
a “progettarsi” fuori dalla comunità.
c) PRONTO INTERVENTO
I minori sono accolti con la modalità del pronto intervento e su diretto
invio dei Servizi sociali dell’ente locale (Servizi tutela e/o servizi di
pronto intervento) e/o delle FF.OO. a seguito di conclamata e urgente
necessità di assicurare al minore accoglienza e tutela immediata, con la
funzione di sopperire tempestivamente a situazioni di emergenza che si
caratterizzano per un bisogno immediato e temporaneo di ospitalità,
mantenimento e protezione dei minori, in applicazione all’art. 403 c.c.
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L’accoglienza in pronto intervento è immediata e fino all’esaurimento
dei posti disponibili.
Il minore viene accompagnato dai Servizi Sociali, e l’Assistente Sociale
che accompagna il minore rilascia alla Comunità un verbale di consegna
che attesta l’avvenuto inserimento in struttura; ovvero il minore viene
accompagnato dalle forze dell’ordine che rilasciano un verbale di
consegna.
L’operatore presente in Comunità fa entrare il minore espletando la
funzione di prima accoglienza e contemporaneamente contatta il
Coordinatore della Comunità e i servizi sociali territoriali.
Il minore potrà usufruire della pronta accoglienza per un massimo di 15
giorni. Al termine, potrà essere valutata, assieme agli organi competenti
ed in presenza di una disponibilità di posti, l’inserimento in un progetto
educativo residenziale di più lungo periodo.
d) FUGA
In caso di fuga del minore si attiva la procedura prevista Modulo CdB
1.8.
3.2 Personale
Il personale prevede le seguenti figure professionali:
 Coordinatore di struttura
 Educatore professionale
 Animatore
 Operatore Socio-sanitario.
Queste figure sono presenti nel rispetto delle citate normative regionali.
A questi si aggiungerà, in caso di presenza di minori di nazionalità non
italiana, la figura del mediatore culturale e/o interprete attivato dal
coordinatore.
La figura professionale dello psichiatra è attivato su richiesta del
coordinatore in accordo con il responsabile di progetto per la
valutazione in ingresso di alcune tipologie di utenti o per consulenza
psichiatrica se necessaria.
Il Responsabile di Produzione d’Area della Cooperativa verifica per
l’aspetto organizzativo il funzionamento della Comunità.
Il Responsabile Tecnico del Settore in qualità di responsabile del
progetto svolge incontri con l’èquipe (educatori, osa/oss, animatori,
coordinatore) per la risoluzione o la gestione di eventuali impasse
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emotive o la riformulazione di strategie di intervento dirette al minore o
al gruppo, in particolare per situazioni che presentano peculiari
difficoltà di gestione, coadiuva il coordinatore nella gestione delle
dinamiche di gruppo degli ospiti minori, e svolge colloqui di
valutazione e sostegno con i minori su particolari problematiche
segnalate dagli educatori e/o dal coordinatore.
Il coordinatore, il responsabile di produzione e il responsabile tecnico si
confrontano rispetto alla attivazione del sistema formativo nei vari
percorsi in base all’analisi dei bisogni formativi ed emotivi emersi e
all’analisi del clima di lavoro. Vengono quindi attivati il percorso
formativo, di supervisione o auto formativo.
Per quanto riguarda il funzionamento si fa riferimento al Doc. A 1.2
“Organigramma e responsabile delle unità operative”.
Viene assicurata la presenza minima, qualunque sia il numero di minori
accolti, il personale è distribuito sulle 24 ore. Nei periodi particolari
(vacanze natalizie) in cui tutti i minori non sono presenti in comunità il
coordinatore (o un operatore) è sempre reperibile per ogni necessità, ad
un numero di cellulare aziendale in modo da organizzare la risposta alle
diverse esigenze sopravvenute.
Il personale in compresenza è adeguato in base al numero di minori
presenti e alle specifiche problematiche.
Limitazione del turnover
La stabilità dell’èquipe educativa viene assicurata grazie ad un utilizzo
molto limitato delle assunzioni a tempo determinato, e di personale
dedicato esclusivamente alla Comunità. Eccezioni a questa regola
vengono riservate esclusivamente alle sostituzioni per ferie o malattie
lunghe ed anche in questo caso si privilegiano operatori che già abbiano
in precedenza avuto conoscenza del servizio.
3.3 Organizzazione gestionale
GIORNATA TIPO E ORGANIZZAZIONE ATTIVITÀ
E’ prevista l’organizzazione della giornata tipo che varia in relazione al
periodo estivo e scolastico. Informazione sullo svolgimento della
giornata tipo e sulle attività sono recuperabili nel modulo DOC CdB 4.8
Esiste una programmazione mensile delle attività di animazione (Doc.
CdB 4), delle uscite ricreative e dei laboratori attivati all’interno della
struttura. Tali attività sono affisse in bacheca in struttura in modo
visibile a tutti i minori residenti.
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Variazioni saranno programmate settimanalmente nel corso della
riunione settimanale di èquipe degli operatori, in conformità con i PEI e
con le iniziative in calendario. Di tali variazioni viene data puntuale
informazione ai minori mediante comunicazione verbale e analoga
affissione in bacheca.
È definita una giornata tipo delle attività assistenziali e delle attività
svolte dalle diverse figure professionali che consenta di valutare i
carichi di lavoro con le relative verifiche periodiche (Doc. CdB 4.4
Piano di Lavoro e Mod. CdB 4.1 Piano Turni).
3.4 Privacy e rispetto delle pratiche religiose
Presso la Comunità ogni minore ha una propria cartella nella quale sono
registrati gli interventi e definiti il percorso e gli obiettivi concordati.
Nella raccolta, nella conservazione e nell’impegno dei dati contenuti
nella cartella gli operatori della Comunità si attengono alle disposizioni
di legge in materia di riservatezza, nonché a quanto prescritto dalla
Legge 675 del 31 dicembre 1996, “Tutela delle persone e di altri
soggetti rispetto al trattamento dei dati personali”, e successive
modifiche e integrazioni. Viene in particolare rispettato il diritto
all’immagine del minore. È favorita la partecipazione dell’utente alle
sue consuete pratiche religiose.
3.5 Reclami
Degli utenti o dei loro famigliari
La natura dei reclami accoglibili e la forma della loro raccolta e gestione
avranno modalità specifiche in base alla tipologia di utenza della
struttura.
Ogni reclamo va confrontato con le disposizioni contrattuali, dai PEI e
dalla MAP definiti in collaborazione con le istituzioni invianti.
I rilievi mossi vanno in ogni caso registrati dall’operatore cui vengono
presentati e registrati sul libro consegne e/o sulla scheda personale del
ragazzo.
Vanno poi presi in considerazione e discussi in sede di riunione di
èquipe degli operatori per valutarne le possibilità e le modalità di
risoluzione del reclamo.
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Della committenza
I reclami e i rilievi avanzati dagli Enti invianti, relativi al mancato
rispetto delle condizioni contrattuali (incluso quanto previsto dalla
presente Carta) od anomalie/insufficienze nella esecuzione dei PEI
congiuntamente definiti devono:
 essere inviati in forma scritta libera al Coordinatore del servizio;
 essere inseriti all’ordine del giorno della prima riunione di èquipe
utile, e comunque non oltre quindici giorni dalla ricezione da
parte del coordinatore.
Sono presentate al referente dell’Ente le controdeduzioni e le azioni
correttive proposte entro i successivi quindici giorni, in forma scritta o
in sede di riunione congiunta.
3.6 Rapporti con il territorio
La struttura facilita l’inserimento del minore nell’ambiente sociale ed
educativo del territorio attraverso l’uso di infrastrutture,servizi,risorse
ed opportunità esistenti. La struttura ha previsto una rete di supporto e
di collaborazione con la realtà territoriale, dal contatto con le scuole di
diversi gradi e specificità al contatto con l’Ufficio per l’Impiego
territoriale. Per eventuali attività pomeridiane fuori dalla struttura è
prevista la frequentazione dei minori di Centri Aggregativi territoriali e
dei Laboratori da loro periodicamente attivati.
Sono inoltre previste attività di volontariato e sportive in collaborazione
con Associazioni del territorio (ad esempio Pubblica Assistenza,
Palestra, Piscina, Allevamento di cavalli) resesi disponibili ad entrare in
rete con la struttura. Come sopra esplicitato (2.3) la struttura prevede e
garantisce per ogni minore una figura di riferimento all’interno
dell’équipe educativa.
3.7 Controllo della qualità del servizio e indicatori
Due tipi di qualità intendiamo perseguire:
 la qualità scaturita dalla percezione dell’utente/cliente in senso ampio
(minore, Servizi sociali);
 la qualità così come prodotta in rapporto ai servizi erogati e relativi
obiettivi raggiunti.
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Viene utilizzato come strumento a livello aziendale il “Questionario di
soddisfazione della committenza”. Gli indicatori utilizzati per
misurare la qualità prodotta sono:
 Percentuale dei predisposti PEI entro 60 giorni dall’arrivo del minore
e percentuale di PEI verificati nei tempi programmati.
 Percentuale di progetti educativi individualizzati con obiettivi
raggiunti.
 Numero di reclami l’anno da parte dell’Ente affidatario.
 Numero di corsi di formazione attivati rispetto a quelli programmati.
 Numero di operatori che hanno partecipato ai corsi rispetto al numero
di operatori.
 Numero di incontri annuali di supervisione degli operatori.
 Numero di incontri effettuati annualmente con gli operatori.
 Numero di soggetti esterni formalmente coinvolti nel progetto
educativo.
La Carta prevede il coinvolgimento periodico dei soggetti pubblici e
privati che concorrono alla gestione della struttura, nella definizione
degli standard di qualità, nella misurazione della soddisfazione e nella
presentazione dei risultati annuali.
4. Aggiornamento della carta
La carta dei servizi sarà annualmente aggiornata per ciò che riguarda gli
obiettivi di miglioramento che la Comunità si propone e gli indicatori di
qualità e per adeguarla ad eventuali richieste delle normative nazionali o
regionali.
Delle variazioni saranno puntualmente informate committenza e utenza.
Qualora le variazioni comportino diversità nelle condizioni contrattuali, le
precedenti saranno mantenute in essere per i minori già inseriti.
La carta dei servizi aggiornata e il regolamento interno vengono
consegnati ad ogni utente e a chiunque ne faccia richiesta.
Si evidenzia l’avvenuta consegna della carta dei servizi aggiornata e del
regolamento interno ad ogni utente e a chiunque ne faccia richiesta.
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4.1 Diffusione della carta e altre informazioni sulla struttura e sul
servizio
Oltre alla presente Carta, che viene distribuita a tutti gli Enti di riferimento
della struttura o potenzialmente interessati al servizio, così come a tutori,
rappresentanti legali, famigliari dei residenti, informazioni sulla struttura
ed aggiornamento delle stesse possono essere reperiti sul sito web di
Coopselios, all’indirizzo web http://www.coopselios.com.
La coordinatrice della struttura incontra, su appuntamento concordato,
Referenti degli Enti, tutori, famigliari, rappresentanti legali o chiunque
altro sia interessato ad avere informazioni sul servizio. La carta dei servizi
aggiornata e il regolamento interno sono esposti in bacheca.
5. Contatti
Struttura: 0187.494308
[email protected]
Coordinatore: 329.8605452
[email protected]
Responsabile di progetto: 334.6506790
Responsabile di produzione: 333.6736594
Coopselios
Sede Legale – Reggio Emilia: 0522.378610
[email protected]
Sede Territoriale – La Spezia: 0187.715615
[email protected]
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