Leo Ossian, "re" nel mistero della natura

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Leo Ossian, "re" nel mistero della natura
Leo Ossian, “re” nel mistero
della natura
MISANO ADRIATICO – Guerriero nello sport: quando con la canoa, per ben
25 anni ha vissuto la natura selvaggia dei fiumi; guerriero nella vita:
quando ha lottato per inseguire il suo sogno di libertà, poter vivere
senza schemi. La sua è una storia di regni scomparsi, di antichi cantori
che creavano leggende fantasiose, prima della battaglia, con lo scopo
di aumentare il coraggio e il furore dei soldati. Questa è la “vicenda”
di Leo Bonfanti, conosciuto con lo pseudonimo di Leo Ossian, la cui
umanità si intreccia a narrazioni di folletti, divinità e nani. La sua è
l’avventura dello spirito più completa, più entusiasmante e affascinante
che si possa vivere. La creazione del mondo, le battaglie, l’amore, le
morti degli Dei che incontrano Odino, Thor, Tyr, Loki, Freir, Freya,
Baldr, la cui dipartita permetteva di varcare, tra le braccia delle
Valchirie, la soglia del Valhalla, un paradiso di abbondanza e felicità.
Girare il mondo, cambiare ambienti, abitudini solo per intraprendere un
cammino dentro di sè, afferrando ciò che la vita offre in quel momento,
è stata la ”religione” di Leo Ossian, finché nella solitudine della
campagna marignanese ha trovato il luogo in cui poter intraprendere il
lungo viaggio sciamanico.
”E Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e
femmina li creò” (Genesi 1:27). E questa continua ricerca di Dio, intesa
come la discesa di Dio sotto forma visibile, come incarnazione divina,
diventa: Avatar, Odino, Cristo, Budda, Allah. Diventa la bellezza della
magia dell’amore, diventa un libro: ”La spada e il trifoglio”, Edizioni
il Ciliegio.
”Il libro è insieme un romanzo fantasy d’ispirazione celtica e una
storia d’amore, leggera e moderna ambientata nell’Irlanda, Paese da cui
sono profondamente attratto, del XXI secolo. Il libro è dedicato a mio
padre, grande maestro di vita e grande artista. Mio padre si è ammalato
mentre scrivevo il libro ed è stato il dolore più grande, dopo la
separazione da mia moglie e la lontananza dei miei figli, Liam il mio
sole e Sibilla la mia luna. Con la scrittura del romanzo ho realizzato
un sogno: quello di mettere su carta il mio spirito celtico, l’Irlanda,
la mia ricerca dell’amore universale che collega l’intera umanità. Cerco
l’uomo che è in me e che giorno per giorno mi permette di andare avanti.
Mi sento a volte un emarginato dalla società, per le scelte che ho
fatto; non è facile abbandonare la sicurezza di un lavoro, come la
Guardia Forestale, da cui sono stato riformato quest’anno a causa
dell’incidente di cui dirò dopo, per fare la propria rivoluzione umana.
Io sono uno sciamano della terra di mezzo, di quella terra dove viviamo,
cerco purezza e sacralità in tutto ciò che faccio”.
In realtà cosa lei è?
”Un ”rivoluzionario”. Del resto anche Gesù lo era. Non posso dire di
appartenere ad una religione in particolare, ognuna ha da insegnarci
qualcosa di straordinario e tutto si fonde in quel ”gioco” di passato,
presente e futuro che siamo noi uomini”.
La spiritualità, di cui lei parla spesso, incontra la materia ogni tanto
o è tutto luce e tutto astratto?
”Noi siamo abituati a vederci scissi, in realtà è un tutt’uno e questo
lo si può affermare dopo avere incontrato gli altri se stessi, quelli
che vengono dalle vite passate. Mi sono sottoposto ad alcune regressioni
ipnotiche e ho solcato molte epoche, ho viaggiato in varie dimensioni,
(non sono matto!), e sorride. Nelle altre vite ho vissuto con i nativi
americani; sono stato un guerriero celtico molto forte, il mio spirito
antico viene da lì; sono stato un re e ho scoperto di avere degli angeli
custodi accanto e di avere molti animali guida. E, mentre cerco la luce,
combatto continuamente con la mia oscurità, le mie ombre”. Leo Ossian
non è solo scrittore. Legge i tarocchi elfici, le rune e senza cadere
nel ridicolo, l’artista è inventore di un modo innovativo di fare
movimento e fitness: lo ”SPIRITUAL WARRIOR TRAINING”. Cioè l’allenamento
del guerriero spirituale è un mix di crescita interiore, legata alla
magia della cultura celtica e vichinga; spirito libero, degno di un
cavaliere errante medievale ed un’intensa attività fisica che si svolge
all’aperto in quattro ambienti naturali diversi. Il training si serve di
attrezzi antichi, coreografie con spade e musica celtica. La carica
degli elementi naturali quali terra, acqua, aria e fuoco, apriranno la
mente ed il fisico diverrà armonioso. Del resto, Ossian, come Odino,
padre di tutti gli Dei, per accedere alla conoscenza sacrificò un occhio
alla sorgente di Minir e, sarà un caso oppure no, ma il guerriero Leo
Bonfanti-Ossian, mentre stava ristrutturando casa è stato trafitto ad un
occhio, quello sinistro, quello che ”spegne” la razionalità, da un
chiodo e da allora a quell’occhio porta una benda nera. ”Lo vedo come un
dono, non ho mai sofferto per la mia cecità, perchè mi sono detto: bene
dall’altro occhio ci vedo.”
Cosa le ha insegnato la canoa, facendo un viaggio a ritroso nei ricordi?
”A non mollare mai! Nel 2005 ho vinto i Campionati Italiani Assoluti a
Merano; mentre in Valsesia – la competizione si svolse nel Parco
fluviale del Gesso – ai Campionati Mondiali sono arrivato decimo. Lì in
quegli anni ho capito che l’acqua è un cavallo selvaggio, una donna
volubile, avvolgente. Ha le sue regole. Il fiume è la vita che cambia
che va verso il mare e si scioglie in quell’intimo abbraccio con Dio. La
canoa mi ha insegnato: qui e ora; mi ha insegnato il sacrificio, il
sogno, la gioia”.