Montefeltro Storia e Turismo - Sistemi Informativi
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Montefeltro Storia e Turismo - Sistemi Informativi
Conferenza interregionale Studi ed esperienze sull’uso sostenibile delle risorse idriche dell’Appennino Città di Pennabilli - Montefeltro, 26-27 Giugno 2009 La valle del Marecchia, cuore del Montefeltro La valle del Marecchia è a cavallo di tre Regioni. La parte alta è terra di Toscana, la media, eredità storica dell'antico ducato di Urbino, è terra marchigiana, la bassa è terra di Romagna in Provincia di Rimini. Fra l’area marchigiana e romagnola la valle occupa anche una lingua di territorio della Repubblica di San Marino. La media Valmarecchia esprime un paesaggio semplicemente spettacolare mostrando tutto un impennarsi di rupi calcaree ed arenacee su morbidi declivi argillosi. Nel medioevo questo fu un terreno ideale per l'insediamento di rocche e castelli. Proprio in mezzo alla valle si staglia la rupe di San Leo che regge la splendida, inaccessibile fortezza opera di Francesco di Giorgio Martini. Ai suoi piedi si raccoglie il piccolo abitato, di origini antichissime, dotato di una sola porta d'ingresso. San Leo, l'antica Mons Feretrius romana, da il nome alla provincia del Montefeltro. Fu capitale d'Italia con Berengario II dal 962 al 964. San Leone, oggi patrono della città, ne fu l'evangelizzatore. Il suo centro storico ospita due meravigliose chiese, la Pieve e il Duomo, rispettivamente dell'XI e XII secolo. La moderna capitale della Valmarecchia è la città di Novafeltria, già Mercatino Marecchia, che ha ereditato le funzioni dell'antico mercato che si svolgeva attorno alla millenaria pieve di S. Pietro in Culto e davanti alla romanica chiesa di Santa Marina. Su di essa incombe l’antico insediamento di Talamello che nella chiesa di San Lorenzo conserva un prezioso crocifisso trecentesco in tavola che per molto tempo fu creduto opera autentica di Giotto, ma con ogni probabilità è di mano del suo migliore allievo: Giovanni da Rimini. Salendo oltre Talamello si raggiunge il paese di Perticara posto a 650 metri slm. Alle falde del massiccio del Monte della Perticara si trova la famosa miniera dalla quale, fin dalla antichità, sono stati estratti zolfo e salnitro. Il museo storico-minerario Sulphur documenta la fatica dei minatori ed espone una pregevole collezione di minerali. Sui versanti a sud ovest sorge Sant'Agata Feltria che, dal 1000 al 1800, pur nel cambiare delle Signorie, ebbe sempre un proprio governo, chiamato rettorato: prima sotto il potere della Chiesa, poi sotto i Malatesta, signori di Rimini, in seguito sotto i duchi di Urbino e i signori Fregoso, fino al ritorno allo Stato Pontificio. Simbolo di questa nobile storia è la fiabesca Rocca sospesa a strapiombo su un ciclopico masso roccioso. Fu ristrutturata dal famoso architetto senese Francesco di Giorgio Martini, quale imprendibile caposaldo, il più settentrionale baluardo del sistema difensivo di Federico di Montefeltro. Nella parte più alta della media Valmarecchia si fronteggiano due abitati storici splendidamente conservati. In sinistra orografica una piccola rupe calcarea ospita Petrella Guidi con case a schiera che salgono a cerchio verso la parte più alta ove si ergono le muraglie della vecchia rocca, affiancata da una potente e massiccia torre. Feudo dei conti Oliva di Piagnano, dei Malatesta e della Santa Sede i loro stemmi campeggiano ancora sopra la porta del castello. Di fronte a Petrella Guidi, in destra orografica si erge Pennabilli il cui centro urbano collega i castelli contrapposti di Penna e Billi appartenuti ai Malatesta che qui trassero le loro origini. Nel centro storico sono visibili i resti di un bastione poligonale, i ruderi della cinta muraria e due porte con stemmi malatestiani e feltreschi, angoli suggestivi come la loggetta del convento agostiniano. Nella chiesa della Madonna delle Grazie vi è un affresco miracoloso della scuola di Antonio Alberti da Ferrara dei primi decenni del '400. Il museo diocesano costituisce un'eccezionale raccolta delle testimonianze e dei simboli della pietà cristiana dall'alto medioevo ad oggi, salvati dalla dispersione, dai furti e dalla distruzione di molte chiese dell’intera diocesi del Montefeltro. Oltre ai reperti d'epoca romana e alla collezione di antiche monete, sono conservate una preziosa cappella reliquiaria dell'VIII secolo dopo Cristo, antiche campane del Trecento, tavole dipinte d'epoca medievale, affreschi staccati del Quattrocento, arredi liturgici, stoffe pregiate e lavori di alta oreficeria. Sono pure conservati moltissimi quadri di soggetto sacro realizzati fra il 1500 e il 1800. A Ponte Messa, vicino alle rive del fiume, da otto secoli si erge quasi intatta la romanica pieve di S. Pietro in Messa. Negli ultimi decenni a Pennabilli si sono avverati molti “sogni” del poeta Tonino Guerra, come l'orto dei frutti dimenticati, il rifugio delle madonne abbandonate, la strada delle meridiane, il giardino pietrificato, il santuario dei pensieri. A luglio Pennabilli ospita la rinomata mostra mercato nazionale di Antiquariato. Risalendo il fiume si entra nella parte alta della valle in cui campeggiano le torri di vedetta fra cui quelle di Cicognaia, del castello di Bascio, del castello di Gattara, da dove si guatava, cioè si controllava a vista la strada della vallata. Imboccando la valle del torrente Senatello, affluente di sinistra che scende dal massiccio del Monte Fumaiolo, si entra nel territorio di Casteldelci, una terra nobilitata dalle antiche case fatte di pietra viva, con i tetti di lastre brunite dal tempo. Qui ebbe un vasto possedimento terriero, fra pascoli e boschi, uno dei più grandi architetti del rinascimento italiano, l'urbinate Girolamo Genga, caposcuola di tutta una schiera di ingegneri militari del Cinquecento. Ma ancor prima Casteldelci fu la patria del mitico Uguccione della Faggiola, fiero capo dei Ghibellini e signore di Pisa e di Lucca, astuto praticante dei maneggi politici fra Papa e Imperatore, amico e parente di Dante Alighieri che forse in lui vide il "veltro liberatore d'ltalia”. Informazioni: Pro Loco Pennabilli, ore 9.30-12.00 e 15.00-17.00, Tel e Fax: 0541.928659 Nei giorni post-conferenza: celebrazioni storiche del 27 e 28 Giugno San Leo incontra Francesco: animazione medioevale. Grandi emozioni da vivere nell'affascinante festa dedicata alla storica venuta di San Francesco e al suo incontro con San Leo. Due giornate ricche di appuntamenti con la storia, l'arte, gli spettacoli, le giullarate, le musiche, l'artigianato e i mestieri d'epoca con centinaia di figuranti. L'intero centro storico di San Leo si trasforma in un grande palcoscenico con animazioni, suoni, colori e sapori antichi. Il 27 e il 28 giugno 2009, San Leo ospita l’evento “San Leo incontra Francesco - Giullari del Mondo" con mercatino, accampamento militare medievale attivo fin dal primo pomeriggio di Sabato 27. Dalle ore 17 ci sarà un biglietto d'ingresso alla festa, di € 4,00 a persona, comprensivo anche dell'entrata alla Fortezza e spettacoli di giullari, sia itineranti sia su palco, fino a mezzanotte circa. All'interno del Palazzo Mediceo si potranno acquistare prodotti naturali creati dalle abili mani dei monaci delle abbazie d'Italia. La Fortezza di San Leo è sempre visitabile dalle ore 9 fino a sera con orario continuato al costo di € 8,00 a persona; per i gruppi di almeno 15 persone di potrà richiedere la visita guidata all'interno della Fortezza senza costi aggiuntivi ma con una prenotazione fatta in anticipo. Le chiese sono ad ingresso gratuito e visitabili singolarmente dalle ore 10 alle 18. Se si arriva a San Leo con auto propria prima delle ore 17 è possibile entrare in paese e utilizzare il parcheggio del centro storico. Informazioni Ufficio Turistico di San Leo Numero verde 800.553800 Tel 0541.926967 [email protected] www.san-leo.it