San Leo! Tra verità e leggenda.

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San Leo! Tra verità e leggenda.
San Leo! Tra verità e leggenda.
San Leo…sicuramente uno dei più belli ed affascinanti tra i borghi italiani, Gioiello d’Italia nel 2012 e detta da Umberto Eco la città più bella
d’Italia,“Una rocca e due chiese” come la descrisse lui.
https://www.youtube.com/watch?v=RM9TCCHZgTo
Piccolo e arroccato su un masso imponente di forma romboidale, si erge nella media Valle del Marecchia. Con le sue pareti a strapiombo, imponenti e
inaccessibili ha da sempre fatto parlare di se per gli illustri domini e per i personaggi importanti che di qui sono passati. Voliamo dunque in questo
luogo denso di posti da visitare che ci porterà ad ammirare pievi, ad assaporare i gusti di questa antica terra, a perderci in paesaggi incredibili e
nella storia e nel mistero del Conte di Cagliostro.
Io ho sempre amato San Leo, e sono varie le volte in cui ci sono andata anche solo per fare una passeggiata o per partecipare a qualche evento. Tra
questi vi segnalo quello che per me è il più bello. Alchimia Alchimie si tiene in estate, il 26 agosto, per celebrare la ricorrenza della scomparsa
dell’illustre Conte Cagliostro. In questo articolo non si parlerà di una visita ma della summa di tutte le volte che sono stata qui e dello spirito con cui
ritornerò ancora. Amata, amatissima San Leo. Continuate a leggere e a scoprire il perché…
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Innanzitutto dovete sapere che Il nome attuale è legato al suo primo vescovo, Leone, che arrivò qui dalla Dalmazia per evangelizzare il territorio e
che portò alla nascita della diocesi del Montefeltro; ma il suo primo nome era legato ad un tempio romano del III secolo che qui sorgeva e che era
dedicato a Giove Feretrio, Mons Feretriu appunto, di cui ancora oggi si conservano dei reperti e su cui sorge la Cattedrale.
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Da qualunque parte voi veniate quello che vi sorprenderà sarà la visione di questa rocca imponente alla quale si accede da una sola strada e da una
sola porta. Pensate a come doveva essere allora, quando non esistevano macchine e strade asfaltate; scrisse Dante: “Vassi in San Leo ….ma qui
convien ch’om voli” ossia “Vai a San Leo, ma ti conviene saper volare!”. La strada di accesso costeggia la parete di roccia e la Porta di Sopra vi darà il
benvenuto in questo piccolo mondo dove passarono Cesare Borgia, i Malatesta, i Montefeltro, i della Rovere e per finire nel 1631 nuovamente sotto il
dominio papale che portò la fortezza a divenire carcere di massima sicurezza. Queste famiglie lasciarono un loro contributo alla costruzione del paese
così come lo vediamo ora. Nella piazza potrete infatti vedere il Palazzo mediceo, Il palazzo della Rovere, oggi sede del municipio costruito da
Francesco Maria II della Rovere, il Palazzo Nardini, costruito dai conti Nardini che, con il suo maestoso aspetto, caratterizza la piazza e che subì
numerosi ampliamenti negli anni seguenti. All’interno di quest’ultimo palazzo troviamo anche l’oratorio di San Francesco e una piccola cappella nella
quale si tenne il famoso incontro tra Orlando Cattani da Chiusi e il santo, durante il quale gli fu donato il Monte della Verna posto in cui ricevette le
stigmate. Orlando era infatti rimasto impressionato da una predica del santo, che tenne nella piazza del paese, vicino ad un olmo antico in cui oggi
oltre all’albero troverete una targa in ottone che ricorda l’evento. Successivamente venne anche costruito il convento Francescano di Sant’Igne che vi
consiglio di visitare, a piedi o in macchina, perché vi consentirà di passare dietro San Leo e vedere l’antica frana che interessò il borgo. I massi sono
veramente impressionanti. Ma ancora più antiche e maestose sono la Pieve, o Chiesa votiva, della Madonna di Loreto e la Cattedrale che un tempo
erano unite e che sono entrambe caratterizzate dall’entrata laterale, unica nel suo genere e che colpisce soprattutto un visitatore attento ai dettagli.
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La chiesa votiva è stata realizzata nel 1640 come ringraziamento per lo scampato pericolo dopo la brutta frana che distrusse la seconda porta di
accesso che non fu più riabilitata. Tipico esempio di architettura del periodo feudale sorge sulle rovine di un antico tempio dedicato alla dea della
fertilità e su una primitiva chiesa bizantina. La Cattedrale è invece, uno degli esempi di architettura religiosa più importanti della zona del
Montefeltro. La prima sensazione entrando, che forse avrete anche voi, è stata di vero stupore. L’altare molto alto da una sensazione di sottomissione
e reverenza e la roccia che si vede sul pavimento e che sembra quasi essere viva e penetrare all’interno della costruzione, da l’idea di una fede forte,
ancorata alla roccia. Nella cripta vi colpirà il coperchio del sarcofago di San Leone ideato da lui stesso e nel quale è presente un’iscrizione invocante
l’amore per la preghiera.
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Altra costruzione spettacolare che caratterizza il volto di San Leo è la possente torre. Pensate che la struttura esterna, di epoca più recente e di forma
quadrata ne racchiude una più piccola e circolare di epoca bizantina; attorno a questa corre la scala a chiocciola che porta alla cima. Purtroppo non
ho mai trovato aperta questa torre ma non demorderò assolutamente
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Una pausa a pranzo o a cena è praticamente obbligatoria. Ogni ristorantino ha le sue delizie. Buonissimi sono i tortelloni di San Leo (che ho avuto
l’occasione di mangiare diverse volte, hanno un ripieno di verdure spettacolare), il galletto cotto nel forno a legna con le patate, il bustrengo, il miele,
il formaggio e i salumi del territorio. Ovviamente mi cimenterò con qualche ricetta tipica e la pubblicherò per voi. In più non dimenticate di dare uno
sguardo anche alle botteghe artigianali del paese, dove potrete ammirare le bellissime opere in ferro di Giorgio Moretti e le ceramiche dipinte a mano
di Michele Cioli. Un piccolo desiderio che credo realizzerò a breve e che vi consiglio, soprattutto se passate più giorni in zona, è di fare del trekking
ma soprattutto escursioni a cavallo per poter ammirare questi luoghi a pieno. E, se per caso volete anche voi scorgere la misteriosa ombra del
Cagliostro camminare sul terrazzo della rocca, vi consiglio di pernottare in uno degli alberghi del paese. Sapete, in molti dicono di averlo visto e alla
fine dell’articolo vi lascerò il link di una famosa trasmissione che ha affrontato l’argomento, con l’aiuto di un sensitivo molto famoso.
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I BALCONI DI PIERO DELLA FRANCESCA
Dittico Montefeltro
Ed eccoci alla parte storico artistica che più amo. Se infatti tutti conosciamo Piero della Francesca e i suoi famosi dipinti, che non possono sfuggire
anche volendo vista la loro presenza anche nei libri di storia, agli occhi di tanti passano in secondo piano gli sfondi dei suoi ritratti…ebbene gli storici
dell’arte hanno riconosciuto questi paesaggi come reali e molti di questi nella zona del Montefeltro, alcuni nelle vicinanze di San Leo. I così detti
Balconi di Piero della Francesca. Se siete interessati a questo argomento vi consiglio di visitare il sito
http://www.montefeltroveduterinascimentali.eu/ di questa interessante iniziativa e di visitare la mostra che si tiene a Forlì fino al 26 giugno
(http://www.mostrefondazioneforli.it/) . Non si finisce mai di imparare e scoprire.
LA ROCCA E LE SUE BELLEZZE
Ma eccoci dunque alla meraviglie delle meraviglie di san Leo…LA ROCCA!
Lasciando alle vostre spalle Piazza Dante e la sua bellissima fontana rinascimentale alziamo lo sguardo verso questa meraviglia architettonica. Nei
primi gradini che farete non dimenticate il pozzo…qui si dice fu deposto per qualche istante il corpo di Cagliostro e al ritorno dei portantini la testa era
stata portata via. Arrivati ai piedi delle mura possenti ne rimarrete indubbiamente colpiti e impressionati! Sembra, e lo era veramente inespugnabile.
Questa è una rocca di lunga storia, le cui origini risalgono alle guerre tra Goti e Bizantini nel VI secolo ma ideata nella sua forma attuale da Francesco
di Giorgio Martini.
E’incredibile, guardando la rocca dal basso, come risulti un tutt’uno con la roccia calcarea del monte. Sotto lo Stato Pontificio divenne un carcere di
massima sicurezza e continuò ad assolvere questa funzione fino al 1906 ospitando combattenti per la libertà ed altri illustri personaggi. Nelle sue
prigioni, anguste, fredde e inviolabili che ora sono vuote e che mantengono il ricordo di quei terribili anni. All’interno di altre stanze ci sono diverse
mostre. Tra queste quella delle armi e delle armature e quella degli strumenti di tortura della santa Inquisizione. Altra stanza affascinante è quella
che conserva una collezione di oggetti del periodo del Cagliostro, tra cui elementi di medicina e alchimia, simboli ed elementi massonici, foto e ritratti
di massoni illustri tra cui l’amato Antonio de Curtis in arte Totò e Giuseppe Garibaldi.
CAGLIOSTRO
Il conte Cagliostro, Giuseppe Balsamo. Una figura controversa. Per molti truffatore e millantatore, impostore e ladro…per altri maestro illuminato. Lo
troviamo in tutte le corti d’Europa, al fianco di nobili potenti, in logge famose, forse invischiato in complotti e intrighi. Dopo un processo farsa il 7
aprile 1790 il conte venne incriminato e condannato a morte e tutti i suoi oggetti e tutti i suoi scritti vennero bruciati nella pubblica piazza. Graziato
da papa Pio VI la pena venne commutata in carcere a vita da scontare a San Leo; prima. nella Cella del Tesoro, poi, per paura di una possibile
evasione, in quella del pozzetto. Quando arriverete qui vi si stringerà il cuore. La porta dalla quale si accede non esisteva ai suoi tempi ma fu calato
da una fessura nel soffitto e da lì usci morto, o almeno così dicono, 4 anni dopo. Si dice che impazzì e che un infarto stroncò la sua vita il 26 agosto
del 1795. In alto uno spioncino dava sull’unica finestra della cella, un buco nella parete dalla quale, ironia della sorte, si vedeva solo la chiesa del
paese. Una storia che dire tetra è poco. Gli fu interdetto l’uso della scrittura e le guardie non potevano parlare con lui. Alla sua morte il corpo fu
seppellito in terra sconsacrata.
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Eppure… c’è chi non crede a tutto questo ma ad un’altra versione. Ho letto tanto su questo personaggio e tutti i testi usano per ricostruire la sua vita
il libretto del processo scritto da Monsignor
Strumenti Medici e cure
La collana della regina Maria Antonietta. L’affare della collana
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Giovanni Barbieri, segretario dell’inquisizione. Eppure secondo altre fonti si ricostruirebbe un ritratto ben diverso! Un maestro illuminato che
oltrepassò questo mondo donando, portando luce e cercando la verità. Senza patria e re… libero. Ebbe fama e potere, un curatore che prestava il suo
aiuto a tutti e che fu anche consigliere di papa Clemente VIII. Secondo questa teoria Cagliostro non morì in quella cella ma svanì e divenendo”l’uomo
di tutte le epoche”, e fu vittima di un ben ordito complotto della chiesa che inviò un impostore, Giuseppe Balsamo, in giro per l’Europa al fine di
screditare la figura di un uomo che passava di corte in corte e che riscuoteva sempre enorme successo. Fondatore della massoneria di rito egizio a
Cagliostro è stato riconosciuto post mortem il 33 grado! L’ultimo e il più importante.
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Quale la verità? Un impostore? Un uomo dalla dubbia storia che in seguito ad una visione divenne un maestro, o un uomo che ha sempre esplorato
l’infinito potenziale del cuore umano, un cuore come il mio e come il tuo che stai leggendo? Che voleva forse spingerci a sondare il profondo
infinito che è dentro di noi? Chi era più temibile? Lui o la chiesa dell’epoca? Maestro o ciarlatano? Io mi sono fatta una mia idea… ma di sicuro tutti
noi avremmo voluto chiunque davanti tranne uno di quei tribunali inquisitori.
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Sigillo del Rito Egizio
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Tanti sono venuti a san Leo a rendere omaggio a Cagliostro… tanti i fiumi d’inchiostro su di lui e sui personaggi che incrociarono la sua strada. Tanto
il Bene e il male che la chiesa ha fatto nel lungo periodo della sua storia.
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A San Leo questa storia diventa riassunto nella pietra e ci spinge a pensare. Guardando la magnificenza dell’architettura religiosa il
pensiero vola alla vita del Santo che evangelizzò il Montefeltro, scappato dalle persecuzioni religiose in Dalmazia. Pensando ai
potenti, avidi di potere che combattevano per il dominio si arriva alla bontà di san Francesco che camminò su queste rocce. A
meditare nell’angusta cella del Pozzetto riecheggiano le parole che lasciò il Cagliostro…
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“Sono un cavalier errante. Non sono di alcuna epoca né di alcun luogo, al di fuori del tempo e dello spazio, il mio essere spirituale
vive la sua eterna esistenza e, se immergendomi nel mio pensiero risalgo il corso delle età, se distendo il mio spirito verso un modo
d’esistere lontano da quello che voi percepite, divengo colui che desidero”.Partecipando coscientemente all’Essere Assoluto, regolo
la mia azione secondo l’ambiente che mi circonda. Il mio nome è quello della mia funzione, perché sono libero; il mio paese è quello
in cui fisso momentaneamente i miei passi. Io sono colui che è”
CONCLUDENDO…
Per arrivare a San Leo non occorrono le ali come diceva Dante…le ali te le mette San Leo allo spirito…una voglia sempre più intensa di viaggiare,
scoprire ed emozionarsi in questo nostro straordinario paese.
Spero che questo articolo vi sia piaciuto, se è così lasciate un MI PIACE E CONDIVIDETE…
Sant’Igne
INFO IMPORTANTI
COMUNE DI SAN LEO http://www.comune.san-leo.rn.it/
B&B in zona http://www.lavalmarecchia.it/bed-and-breakfast/san-leo.html
https://www.youtube.com/watch?v=CfEBWWZKhnA
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www.sanobioglutenfree.it