Eco, Umberto (1932 -) Il nome della Rosa, Bompiani, 1980 [Abstract

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Eco, Umberto (1932 -) Il nome della Rosa, Bompiani, 1980 [Abstract
Eco, Umberto (1932 -)
Il nome della Rosa, Bompiani, 1980
[Abstract: Sullo sfondo storico della prima metà del 1300, in cui i roghi purificatori degli animi eretici
illuminano gran parte della nostra penisola, si apre un avvincente romanzo ricco di misteri. Il novizio
benedettino Adso da Melk accompagna in un'abbazia del nord Italia il francescano Guglielmo da
Baskerville, incaricato di una delicata missione diplomatica. In sette giorni avvengono sette misteriosi delitti
e l'ex inquisitore francescano sarà incaricato di fare luce su questa oscura vicenda che rischia di infangare
il buon nome della secolare abbazia.]
[211] [...]
“ Allora? Si trattava del segreto del finis Africae?”
“ Sì, e la chiave era abbastanza facile. Venanzio disponeva dei dodici segni zodiacali e di otto segni per i
cinque pianeti, i due luminari e la terra. Venti segni in tutto. Abbastanza per associarvi le lettere dell'alfabeto
latino, dato che puoi usare la stessa lettera per esprimere il suono delle due iniziali di unum e di velut.
L'ordine delle lettere, lo sappiamo. Quale poteva essere l'ordine dei segni? Ho pensato all'ordine dei cieli,
ponendo il quadrante zodiacale all'estrema periferia. Quindi Terra, Luna, Mercurio, Venere, Sole, eccetera, e
poi di seguito i segni zodiacali nella loro sequenza tradizionale, così come li classifica anche Isidoro di
Siviglia, a cominciare dall'Ariete e dal solstizio di primavera, finendo coi Pesci. Ora, se provi ad applicare
questa chiave, ecco che il messaggio di Venanzio acquista un senso.”
[216] […]
“Pensavo a un modo di orientarci nel labirinto. Non è semplice da realizzare, ma sarebbe efficace... In fondo
l'uscita è nel torrione orientale, e questo lo sappiamo. Ora supponi che noi avessimo una macchina che ci
dice da che parte sta settentrione. Cosa accadrebbe?”
“ Che naturalmente basterebbe girare alla nostra destra e ci si rivolgerebbe verso oriente. Oppure basterebbe
andare in senso contrario, e sapremmo di andare verso il torrione meridionale. Ma anche ammesso che
esistesse una simile magia, il labirinto è appunto un labirinto, e appena ci dirigessimo a oriente
incontreremmo una parete che ci impedirebbe di andare dritto, e perderemmo di nuovo la strada...” osservai.
“ Sì, ma la macchina di cui parlo segnerebbe sempre la direzione di settentrione, anche se noi avessimo
mutato il cammino, e a ogni punto ci direbbe da quale parte voltare.”
“ Sarebbe meraviglioso ma bisognerebbe avere questa macchina, ed essa dovrebbe essere capace di
riconoscere settentrione di notte e in un luogo chiuso, senza poter vedere né il sole né le stelle... E non credo
che neppure il vostro Bacone possedesse una macchina simile!” risi.
“ E invece ti sbagli,” disse Guglielmo, “ perché una macchina del genere è stata costruita e alcuni navigatori
l'hanno usata. Essa non ha bisogno delle stelle o del sole, perché sfrutta la forza di una pietra meravigliosa,
uguale a quella che abbiamo visto nell'ospedale di Severino, quella che attira il ferro. Ed è stata studiata da
Bacone e da un mago piccardo, Pietro da Maricourt, che ne ha descritto i molteplici usi.”
[316] […]
“ E dunque vedi, la parola di Dio in corrispondenza al paradiso terrestre, che come tutti dicono è lontano
verso oriente. E qui a occidente l'Hibernia.”
“ Dunque il tracciato della biblioteca riproduce la mappa dell'universo mondo?”
“ E' probabile. E i libri vi sono collocati secondo i paesi di provenienza, o il luogo dove nacquero i loro
autori o, come in questo caso, il luogo dove avrebbero dovuto nascere. […]
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