Il respiro
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Il respiro
7Piro03.qxd 7-03 92 16-07-2003 17:20 Pagina 92 Viaggio in Viaggio in Piroga In ogni epoca e in ogni latitudine della terra il labirinto rappresenta il lungo percorso dell’uomo verso se stesso. Dalle danze all’architettura, dai giochi alle preghiere, dai fiori alle vetrate, viaggio alla scoperta dei dedali nascosti. Marina de Robert* Il respiro della VITA C os’hanno in comune la rosa, il fiore di loto, il labirinto tracciato sul pavimento della cattedrale di Chartres, il rosone sulla facciata di una chiesa romanica e quei disegni tibetani fatti con sabbie colorate, detti mandala? Sono tutti dedali, ovvero percorsi più o meno complessi che conducono con un tracciato continuo da un punto periferico dello schema al suo centro. E quindi, in senso inverso, dal centro al punto di partenza. Tutti i dedali sono carat- * Marina de Robert, psicologa e psicoterapeuta abilitata, si occupa di psicologia di sostegno, di comunicazione applicata, di gestione dello stress e dell’ottimizzazione delle risorse personali per il raggiungimento delle prestazioni d’eccellenza sia nel campo del lavoro che in quello delle relazioni umane. È consulente di formazione e lavora sia in Italia che all’estero. 7Piro03.qxd 16-07-2003 17:20 Pagina 93 n Piroga terizzati da questo moto continuo, fuori-dentro-fuori-dentro; come un respiro. La rosa e il fiore di loto hanno i petali disposti in spire concentriche attorno a un “cuore”. La rosa, il fiore simbolo nell’occidente, e il fiore di loto, simbolo dell’oriente, rappresentano entrambi l’uomo nel suo sviluppo stratificato. Entrambi sbocciano e si aprono in tutto il loro splendore anche se la rosa affonda le radici in un terreno povero e il fiore di loto nella melma delle acque ferme. I rosoni sulle facciate delle cattedrali catturano la luce e questa attira lo sguardo che si ferma sulle trame scolpite per poi ritornare alla luce filtrata dalle trame stesse. Dentro e fuori, fuori e dentro, un ritmo alterno che porta alla concentrazione e da questa alla contemplazione meditativa. I complessi disegni a disco che i monaci tibetani tracciano su un piano con cura meticolosa, valendosi di sabbie fini di colori diversi, detti mandala, sono essi stessi dei percorsi di meditazione. Ma sono anche metafore del di-stacco; appena completati vengono infatti cancellati, annullati perché, come tutto ciò che è materiale, sono effimeri. Tutti i labirinti, tutti questi tracciati che conducono con La famosa vetrata della cattedrale di Chartres (nella foto sotto in una panoramica generale) pagina precedente: “Ritratto dell’uomo con il labirinto” di Bartolomeo Veneto (1510 c.a.) Cambridge, Fitzwilliam Museum Il labirinto circolare sul pavimento della cattedrale di Chartres in pietre azzurre e bianche un solo percorso al centro, possono essere più o meno complicati. Il labirinto più semplice è la spirale e dalla spirale derivano tutti gli altri, resi più ardui e complessi da false piste 7-03 93 che costringono a ripensamenti. Il tracciato di un labirinto deve essere percorso per intero prima di raggiungere la meta ed è da qui che si riparte per percorrere il cammino inverso. Ad esempio, seguendo il tracciato del labirinto disegnato sul pavimento della navata centrale della cattedrale di Chartres, più di una volta ci si avvicina al centro sino a lambirlo per poi ritrovarsi all’estrema periferia e di qui riprendere la strada verso la meta. E la meta poi in questo tracciato è rappresentata dalla rosa dei Templari (l’ordine religioso-militare medioevale). Ma la rosa è essa stessa un labirinto, per cui il centro del labirinto di Chartres è un altro labirinto. Se la spirale è il labirinto più semplice, ne consegue che 7Piro03.qxd 7-03 94 16-07-2003 17:20 Pagina 94 Viaggio in Viaggio in Piroga Il labirinto rappresenta anche il cammino di fede: seguendo un tortuoso percorso, si arriva al centro: in moltissime cattedrali del medioevo c’era, sul pavimento del presbiterio, un labirinto che i pellegrini percorrevano in ginocchio, che portava al centro, all’omphalos. Quello della cattedrale di Chartres (foto in alto) ha un diametro di dodici metri e il percorso si snoda per circa duecento metri raggiungerne la meta è cosa facile. Altrettanto facile è il cammino inverso, ma per poter percorrere questo secondo tratto occorre voltare le spalle al centro, lasciandosi dietro tutto ciò che si è appreso. In altre parole, anche per uscire dal labirinto più sei colmo delle tue opinioni semplice occorre liberarsi di e dei tuoi preconcetti. ciò che si crede di conoscere Come potrò mai spiegarti lo Zen se prima non per apprendere il vuoterai la tua nuovo. I rosoni Un apologo Zen illu- sulle facciate tazza?”. stra bene questa con- delle cattedrali È difficile per dizione. catturano ognuno di noi ri“Un giorno il maestro la luce. vivere o rievocare Nan-in ricevette la visita di un dotto che si era re- la propria esistenza senza abcato da lui per interrogarlo bellirla e colorirla. Ancor più difficile è lasciarsi dietro il sullo Zen. Nan-in servì il the che versò vecchio per far posto al nuonella tazza dell’ospite e con- vo: i mandala, bellissimi e coloratissimi, li cotinuò a versare annosciamo per averche dopo che la tazTutti i za fu colma. labirinti, tutti ne visto fotografie L’ospite guardò il questi tracciati scattate da persone estranee alla funthe che traboccava conducono zione mistica dei dalla tazza e non con un solo mandala. riuscì a contenersi: percorso al Queste fotografie ci “la tazza è colma, centro. rivelano solo l’adisse, non ce ne sta più di the!” “Come questa taz- spetto dei tracciati – peraltro za, replicò Nan-in, anche tu bellissimi – ma non possono certo rivelarne la funzione che sta nella loro cancellazione, nel loro annullamento non appena ultimati. Solo la forza interiore del creatore dei mandala può permettergli di andare oltre il valore estetico del suo paziente e lungo il lavoro che, per quanto pregevole, resta effimero. Molti dei giochi che si praticano ancora oggi sono nati come percorsi iniziatici, di concentrazione e di riflessione: il gioco della cordicella, Il labirinto della cattedrale di Poitiers 7Piro03.qxd 16-07-2003 17:20 Pagina 95 n Piroga che consiste nell’intrecciare in modo sempre più complesso una cordicella annodata a formare un cerchio, la dama, gli scacchi, oppure quel gioco legato all’infanzia che da noi si chiama “campana” è, nelle sue molte varianti, un percorso iniziatico. I piccoli giocatori debbono percorrere un tracciato a caselle, stando su un piede solo e saltando di casella in casella dopo aver indicato il passo successivo lanciando un sasso piatto nella casella da raggiungere. In questo modo si raggiunge l’ultima I labirinti di Thomas Hill casella, la più grande, quella a semicerchio che, non a ca- spirale cretesi. E tutte queste so, si chiama “cielo”. Qui si espressioni sacrali nascono dal girotondo. In mapuò sostare, pogniera analoga sono giando tutt’e due i piedi per terra, pri- Oltreché nelle labirintiche anche le ma di riprendere il architetture o danze figurate delle occasioni festose – nei giardini, cammino inverso il labirinto lo dalla controdanza alsino alla base di partenza. Il per- si ritrova anche la ciaccona, dal minuetto alla tarantella corso “netto” verrà nelle danze, e così via in un conripetuto una sein quelle tinuo perdersi e ritroconda volta e poi iniziatiche, varsi, lasciarsi per una terza e così così come in reincontrarsi. avanti con varianti quelle del via via più difficili. divertimento. Questo espandersi e contrarsi, aprirsi e riOltreché nelle architetture o nei giardini, il la- chiudersi, lo si riscontra in birinto lo si ritrova anche nel- natura e nelle cose, in tutte le le danze, in quelle iniziatiche, epoche e in tutte le latitudini. così come in quelle di diver- Sembra radicato nell’uomo e timento. Sono danze iniziati- nel pulsare stesso della vita. che il vorticoso roteare dei È presente nelle galassie e dervish danzanti e le danze a nelle spirali delle conchiglie, 7-03 95 nell’avvilupparsi di un rampicante, o in quello del DNA, nei vortici delle acque, nei turbini dei venti. Questo unico grande respiro percorre l’universo. Tutto sembra ruotare su se stesso e in un sistema di cerchi via via più complessi. Forse riprendere consapevolezza di questo “respiro” che accomuna tutto e tutti, potrebbe aiutarci a superare i nostri limiti e perché no, quella arroganza che ci porta a considerarci il centro dell’universo e addirittura migliori di altri nostri simili solo perché loro hanno scelto, danze, credi, ritmi, costumi diversi per compiere lo stesso viaggio ! nella vita. Il labirinto della cattedrale di Reims