tl profeta della tecnica
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UNITA 2 LA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA, GALILEI E BACONE *E . tl profeta della tecnica Galilei ha chianto il metodo della ricerca scientifica, Bacone ha intravisto per primo il potere che la scienza offre all'uomo sul mondo. Bacone ha concepito la scienza essenzialmente come diretta a realtzzare il dominio dell'uomo sulla natura , 1l regnum hominis: ha visto la fecondità delle sue applicazioni pratiche, sicche può dirsi il filosofo e il profeta Se La vita della tecnica. Francesco Bacone nacque a Londra il 22 gennaio 1561 da Sir Nicola Bacone, Lord guardasigilli della regina Elisahetta. Studiò a Cambridge e poi trascorse alcuni anni a Parigi, al seguito dell'ambasciatore d'Inghilterra, dove ebbe modo di completare e arricchire la Di ritorno in patria, volle intraprendere la carriera politica. Finché visse ]a regina Elisabetta, non poté ottenere nessuna carjca importante, nonostante l'appoggio del conte di Essex. Ma salito al trono Giacomo I Stuart (1603), seppe sfruttare l'appoggio del favorito del re, Lord Buckingham, per ottenere cariche e onori. Fu nominato a\r/ocato generale (1607), poi procuratore generale (1613), infine Lord guardasigilli (1617) e Lord cancelliere (1618). Come tale presiedeva le principali corti di giustizia e rendeya esecutivi i decreti del re. Fu inoltre nominato barone di Verularnio e visconte di S. Albano. Ma quando Giacomo I dovette nel 1621 convocare il parlamento per chiedere f imposizione di nuove tasse, il parlamento incolpò Bacone di corruzione accusandolo di aver ricevuto doni in denaro nell'esercizio delle sue funzioni. Bacone si riconobbe colpevole. Fu condannato allora a pagare quarantamila steriine di ammenda, a rimanere prigioniero nella Torre di Londra fintanto che il re lo avesse voluto, e fu escluso da tutte le cariche dello Stato (3 maggio 162l).Il re condonò a Bacone l'ammenda e Ia prigionia: ma Ia vita politica del filosofo era finita. Bacone si ritirò a Gorhambury e lì trascorse negli studi gli ultimi anni della sua vita. Morì il 9 aprile 1626. sua cultura. Y CAPITOLO La carriera politica di Bacone fu quella di un cortigiano abile e senza scrupoli. Ma quest'uomo ambizioso e amante del denaro e del fasto ebbe un'idea altissima del valore e dell'utilità della scienza al servizio dell'uomo. Tutte le sue opere tendono a illustrare il progetto di una ricerca scientifica che, portanclo il metodo sperimentale in tutti i campi della realtà, tàccia della realtà stessa il dominio de11'uomo. Egli voleva rendere la scienza attiva e operante al servizio dell'uomo e la concepì diretta alla costituzione di una tecnica che doveva dare all'uomo il dominio di ogni parte del mondo naturale. Quando nellaNuovaAtlantidevolle dare i'immagine di una città ideale, ricor:rendo al pretesto, già adoperato da Tommaso N{oro nell'Uropia, della descrizione di un'isola sconosciuta, Bacone immagrnò un paradiso della tecnica, in cui fossero portati a compimento le invenzioni e i ritrovati di tutto il mondo. Lisola è descritta come Lln enorme laboratorio sperimentale, nel quale gli abitanti cercano di conoscere le forze nascoste della natura «per estendere i confini delf impero umano ad ogni cosa possibile». I numi tutelari sono i grandi inventori di tutti i paesi;le sacre reliquie sono gli esemplari di tutte le più rare e grandi invenzioni. Bacone, tuttavia, non rir,.olse Ia propria attenzione soltanto al mondo della natura. I Saggl, la sua prima opera, pubblicati per la prima volta nel 1597, sono sottili ed erudite analisi di vita morale e politica, nelle quali la sapienza degli antichi è ampiamente uttiizzata. lvla la sua maggiore attività fu dedicata al progetto di un'enciclopedia delle scienze che cloveva rinnovare completamente la ricerca scientifica ponendola sulla base sperimentale. Il piano grandioso di questa enciclopedia ci è dato nello scritto Sulla dignita e sull'accrescimento delle scienze, pubblicato nei 1623, e comprende: le scienze che si fondano sulla memoria; quelle che si fondano sulla fantasia; e quelle che si fondano sulla ragione. Di tutte queste scienze egli avrebbe domto dare Ie direttive neila sua [nstauratio magna. Bacone chiama «mancanti» le scienze che, finora, risultano insufficientemente o inadeguatamente trattate. 3 Bacone fidea di una scienza at servizio dell'uomo La Nuova Atlantide come "paradiso" della tecnica I sagg, ll pro8etto di un'enciclopedia de!!e sciemze Ecco uno schema articolato in proposito; 1 1t 1i 1 , ,t ,^- > delle creature -\' r^ *.>> naturale (mi prodiSi (mancante) naturale *i?" clei prodigi $* >" dei > detle arti (mancante) i n civile Memoria -- --- È storia ---j "\ ecclesiastrca t--.,l'- t 1 '1-.. r'. lv 7* >"'narrativa poesia lmmaginazione -.» [3 :'. > *."P dràmmatrca i ,* > parabollqa (illustra le verità) ''" prima (mancantÒ;. studia i principi o git,assiomì comuni alle varie scienze a. Ragione **.F fi,osofia j, ;!sPeculativa **,"* ; > fisica » metafisica (mancante) J matematica > magra naturale (mancante) |1.---, umana -^-}:*- » del corpo a - > dell'anima UNITA 2 LA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA, GALILEI E BACONE Di questo vasto plogetto Bacone ha reaiizzato adeguatamente soltanto rl Not'rlltt Orgarutm (Nuovo C)rganoJ, p.,lrbli.uto nel 1620. Si possono considerare come schizzi o abbozzi delle Sulla dignialrre parti: La sapienza degli antichi ( 1609 ) , la Storia naturale (1622) , e il già cttato tà e sull'qccrescimento delle scienze (1623), che rappresenta la prima parte dell'lrzstauratio magna.Scritti minori, incompiutielo abbozzati, furono pubblicati dopo Ia morte del filoso- fo, .h" negli ultimi anni deila sua vita compose e pubblicò anche una Storia di Enrico WI ' È. f esige nzadi interpretare la natura per clominarla La i0 rÈfiuto della \reachia !ogica <(Sapere è potere» fantitesi tra anticiPazione e intemretatzione della natura s?u@wa EogEca deEEa §e Ecsìza logica del procedimento tecnico-scientifico che viene polemicamente contrapposta aiia Ìogica aristotelica, r:itenuta adatta soltanto a riportare vittoria lelle dispute verbali. Con la r.ecchia logica si espugna I'ar''r'ersario, con la nuova si espugna la natura. Questa espugnazione della natura è il compito fondamentale della scienza. «Il fine di questa nostra scienza», dice Bacone (Noi-um Organwn,"Distribuzione dell'opera"), «è di trovare non argomenti ma arti, non principi approssimativi ma principi veri, non ragioni probabili ma progetti e indicazioni di opere,,. La scienza è posta così interamente al servizio dell'uomo; e l'uomo, ministro e interprete della natu- Il Mroyo Orgarto è una ra, tanto opera e intende, quanto dell'ordine della natura ha osservato, o con I'esperienza, o con la riflessione: al di 1à di questo non sa né può nulla' *T4 La scienza e la potenza ulnana coincidono: I'ignoranza della causa rende impossibile conseguire I'effetto. Non si vince la natura se non obbedendole; e ciò che nell'osservadi zione sta come causa, nell'operare vale come regola. L intelligenza umana ha bisogno strumenti efficaci per penetrare nella natura e dominarla: come la mano, essa non può compiere alcun lavoro senza uno strumento adeguato. Gli strumenti della mente sono gli eiperimenti: esperimenti escogitati e adattati tecnicamente allo scopo che si vuol realirrni".I sensi soltanto non bastano a fornire una guida sicura: solo gli esperimenti sono i custodi e gli interpreti dei loro responsi. IJesperimento rappresenta, secondo f immagiattenne di Bacone, uil connubio della mente e dell'universor, connubio dal quale egli si de «una prole numerosa cli invenzioni e gli strumenti atti a domare e a mitigare almeno in parte la necessità e le miserie degli uomini» (Novum organum,I,3). Ma il corlnubio tra la mente e l'universo non si può celebrare finché la mente rimane ii."iitu in errori e pregiudizi che le impediscano di interpretare la natura. Bacone opponè f interpretazione della natura all'anticipazione della natura' > I;anticipazione della natura prescinde dall'esperimento e Passa immediatamente dalle la logica cose particolari sensibili ad assiomi generalissimi. Questa è la via di cui si serve tradizionale, che si limita a sfiorare l'esperienza, per approdare a verità generalissime' > IJinterpretazione della natura, invece, si addentra con metodo e con ordine nell,esperienza e ascende senza salti e per gradi dal senso e dalle cose particolari agli assiomi, giungendo solo da ultimo a quelli piìr generali' CAPIToLO 3 Bacone La via dell'anticipazione è sterile, giacché gli assiomi da essa stabiliti non servono a inventare nulla. La via dell'interpretazione è feconda, perché dagli assiomi {esunti con metodo e ordine dalle cose particolari facilmente scaturiscono nuove cognizioni particolari, che rendono attiva e produttiva la scienza. E pregiudEzE de§la ames?te Il compito preliminare di Bacone nel suo tentativo di stabilire il nuovo organo dela scienza è l'eliminazione delle anticipazioni, alla quale è dedicato sostanziaimente il primo libro del l{ovum Organum. Questo libro mira a purificare f intelletto da quelli clre Bacone chiama idòla e stabilisce una triplice critica: critica delle filosofie, cr:itica delle dimostrazioni e critica della ragione umana naturale. l,e tre critiche sono dirette, rispettivamente, a eliminare i pregiudizi che si sono radicati nella mente umana attraversc) dottrine filosofiche, o attraverso dimostrazioni desunte da principi errati, o per la natura stessa delf intelletto umano. Le anticipazioni che si radicano nella stessa natura umana sono quelle che Bacone chiama idòla tribus e idòla specus: gli idòLa tribus sono comuni a rutti gli uomini, gli idòla specus sono propri di ciascun individuo. Lintelletto umano è portato a supporre nella natura un'armonia di molto maggiore Gtiidòta rispetto a qrrella reaimente esistente, a dare importanza più a certi colcetti che ad altri, trib|"r§ t. piùr a ciò che colpisce la fantasia che a cio che è nascosto e lontano. Inoltre è impaziente, Yuol procedere senìpre al cli 1à dì ciò che gìi è dato, e pretende che ìa natura si adatti alle sue esigenze, respingendo cosi di essa cio che non gli conviene. f'utte queste disposizio- ni naturali dell'intelletto urnano determinan o gli idòta tribus,la cui fonte principale è f insufficien za dei sensi, ai quali sfuggorìo tutte le forze nascoste deila natura. Gli idòlq specus invece dipendono dall'educazione, dalle abitudini e dai casi fortuiti in Gri,ddra cui ciascuno viene a trovarsi. ,{ristotele dopo aver inr.entato Ia logica asservì a essa com- §pec&rs pletamente la sua fisica, rendendola sterile: ciò fu dovuto senza dubbio a una partìcolare disposizione clel suo intelletto. GiÌbert, lo scopritore del magnetismo, fabbrico sulla sua scoperta un'intera fiiosofia. E così in generale ogni uomo ha le sue propensioni per gli antichi o per i moclerni, per il i,ecchio o per il nuovo, per ciò che è semplice o per .iO .ir. è complesso, per le somiglianze o per le ditlerenze; c tutte queste propensioni sono fonti di idòla speL'us, quasi che ogni uomo avesse nel suo interno una spelonca o ca\€rna (spet:us) che rifrange e clistorce iÌ lume della natura. Oltre queste due specie naturali di idoli, ci sono quelli avventizi o provenienti clal cli fuori: idòla fori e idòla theatri. Gli idoli della piazza derivano dal linguaggio. Gli uom-ini credono d'imporre la loro ragio- Gti idòta ne alle parole: ma accade anche che le parole ritorcano e riflettano la loro forza sull'intel- fari Ietto. Nascono così le dispute verbaÌi, le piu lunghe e insolubili, che si possono troncare soltanto con un ricorso alla realtà. Gli idoli che derivano daile paroie sono di clue specie: o sono nomi di cose che non esistono o sono nomi di cose che esistono ma confusi e male cleterminati. Della prima specie sono i nomi c1i "fortuna'l "primo nrobile'ì "orbitc clei praneti'l "elemento del frroco'] e simili, che hanno origine da false teorie. Alla seconda specie appartengono, acl esempio, la parola "r-rmiclo", che indica cose diversissime, le parole che