startup rnord, prima pagina 5 febbraio 2016
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ECONOMIA Vicina. Oltre le attese. Vicina. Oltre le attese. VENERDÌ 5 FEBBRAIO 2016 E-mail [email protected] L’INTERVENTO La presidente di Cgai Modena sui contrasti nelle nuove norme comunitarie «Agricoltura in ginocchio con la burocrazia europea» MODENA «D a un lato l’aumento degli adempimenti imposti alle aziende agricole e zootecniche in nome della salvaguardia dell’ambiente e dell’aria che respiriamo, dall’altro l’approvazione di una modifica al regolamento sugli ossidi di azoto, che permetterà alle automobili di inquinare il doppio». Il via libera di Bruxelles all’innalzamento del tetto delle emissioni di ossidi di azoto, precursori delle polveri sottili, da 80 milligrammi a chilometro a 168 milligrammi a chilometro per ogni veicolo in circolazione, è un provvedimento di difficile comprensione secondo Eugenia Bergamaschi, presidente di Confagricoltura Modena, che spiega: «In un contesto di cambiamenti climatici, in cui le polveri sottili sono in un aumento e sale il rischio per la salute dei cittadini, questa decisione dell’Unione Europea mi sembra del tutto ingiustificata. Gli agricoltori passano per inquinatori, le aziende agricole e zootecniche devono rispettare un numero sempre maggiore di norme e sono oppresse da una burocrazia sempre più pesante in nome della tutela ambientale, mentre l’i n q u i n am e n t o causato dalle auto viene favorito dall’inn al zam en to del tetto delle emissioni: a me sembra una contraddizione e mi chiedo quale sia la linea scelta dall’Unione Europea». Sui balzelli burocratici a cui gli agricoltori e gli allevatori devono attenersi, la presidente aggiunge: «L’aver tolto i dazi dogana- Bergamaschi: «Mentre le automobili potranno inquinare il doppio...» IL PUNTO Distretto, Bruxelles e dazi antidumping «NON SI TUTELANO I CONSUMATORI» Eugenia Bergamaschi, presidente di Confagricoltura Modena Ceramiche, se la Cina rischia di essere (troppo) vicina «Togliere i dazi sull’olio ha avuto un doppio effetto negativo» SEGUE DALLA PRIMA I li sull’olio e sugli agrumi ha avuto un doppio effetto negativo, a danno sia dei produttori che dei consumatori. I prodotti che arrivano dagli altri paesi del Mediterraneo non sono sottoposti agli stessi controlli di salubrità dei nostri, questo crea una concorrenza spietata e mette in ginocchio i produttori italiani, e allo stesso tempo non tutela i consumatori. La salute delle persone viene messa in secondo piano rispetto agli interessi economici e così facendo – conclude Bergamaschi – si rischia di uccidere l’ag ricoltura di eccellenza italiana». IMPRESE E GIOVANI Con Unicredit e Democenter Startuppers e nuove idee all’Hub R-Nord MODENA G iovani imprese in primo piano all’Hub R-Nord Fab Lab Makers Modena, dove ieri si è svolto l’appuntamento organizzato da UniCredit e Democen- ter. Un’iniziativa per mettere in luce «le nuove idee ad alto potenziale e a fornire gli strumenti più utili per facilitare il processo che può trasformare un’idea in un’impresa di successo, passando per lo svi- luppo delle start up», si legge in una nota. Così, nel corso dell’incontro al quale hanno preso parte Enzo Madrigali, direttore Democenter; Giuseppe Zanardi, direttore area commerciale Modena UniCredit; e Giusy Stanziola, Territorial & sectorial development plans UniCredit, sono stati illustrati ad una platea composta da giovani imprenditori dell’area modenese i dettagli di una specifica piattaforma ideata per accompagnare lo sviluppo delle start up locali. dazi difficilmente sarebbero rinnovati se la Cina fosse riconosciuta «economia di mercato» dall’Unione Europea. Un apparente paradosso, per un Paese che si chiama Repubblica Popolare ed è formalmente socialista, ma che di fatto, nel lontano 2001, venne accolto nella Wto (l’organizzazione mondiale del commercio) nel nome di un’irresistibile ascesa produttiva. Ora più lenta (anche se comunque poderosa rispetto ai numeri europei), ma talmente epocale da trasformare anche la nostra quotidianità, si tratti di export di oggetti o imprenditoria. Una crescita che ha condizionato la storia recente di svariati settori industriali, tra cui quello ceramico. «Il grande dazio antidumping è la qualità». Parole di Romano Prodi, intervistato recentemente a “Ceramicanda”, dove il prof ha anche invitato a guardare più che altro la concorrenza turca e indiana, oltre che sottolineato la bontà della strategia che privilegia lusso e nicchie di mercato, con cui il distretto sassolese ha reagito alla crisi mondiale. Ma a livello commerciale, il Dragone resta inevitabilmente una “m in accia” e la questione dazi centrale. Non manca molto per capire se l’inte grazione partita nel secolo scorso si chiuderà con una Cina “ufficialmente” di mercato o se Bruxelles opterà, auspicabilmente, per una misura protezionistica. Nel primo caso ci sono numeri inquietanti, snocciolati da un rapporto dell’Economic Policy Institute (americano), secondo cui con Pechino col nuovo status, in Europa sarebbero a rischio dai 1,7 ai 3,5 milioni di posti di lavoro, per la difficoltà a frenare le importazioni di prodotti low cost tramite i dazi. Nel secondo caso, resta comunque l’interrogativo su quanto possano durare determinate politiche, in uno scenario globale che non solo vede la Cina a sua volta come un enorme mercato di consumatori (e dunque di export per tanti altri settori) ma che procede spedito v erso un’inte g razione sempre più ampia. Se in Europa ci sono forti timori per il trattato transatlantico con gli Stati Uniti, è notizia fresca che gli stessi Usa hanno firmato il Tpp, che sta per trattato transpacifico. Se ratificato negli undici Paesi interessati, creerà un’unica area di libero scambio da Washington alla Nuova Zelanda. Ma senza la Cina, almeno per ora. (Francesco Tomei)