Lo spazio e il tempo

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Lo spazio e il tempo
Lo spazio e il tempo
Non è necessario aver viaggiato per descrivere lo spazio in cui si muovono i personaggi. Importanti
sono sicuramente le esperienze di viaggio, ma anche leggere libri ambientati in posti lontani è un
valido aiuto. Questa premessa deve servire per ricordarci che vivere in un posto influenza le
persone, e quindi anche i nostri personaggi che dobbiamo considerare più che umani. Non dovete
mai ignorare le ambientazioni, quindi non concentratevi solo sui personaggi. Sono due aspetti
legati. Si comprende l’importanza di un personaggio da come si muove, oltre che da quello che
dice. Agire, reagire, dare giudizi, cambiare insomma per non dare l’impressione che i personaggi si
muovano come tigri in gabbia.
Succede infatti, quando si dà troppa importanza alla descrizione dei personaggi che le storie si
fermino. Ad un certo punto i personaggi non vanno da nessuna parte e quindi la storia non va
avanti. Le persone, come i personaggi, sono quello che sono a causa di ciò che fanno.
Un lettore ha voglia di entrare nella vita di un personaggio, in casa sua, vuole andare in palestra
con lui, a scuola, a un concerto… vivere con lui. Viaggiare sia nel tempo che nello spazio è uno
degli aspetti più affascinanti della lettura. L’ambientazione è una questione complessa, perché fa
da sfondo a tutto ciò che fa parte della storia, ma non si vede. Questo perché lo spazio e il tempo
sono assolutamente indivisibili dai personaggi e hanno un enorme impatto sulla trama.
Quello che dovete fare per costruire uno spazio è studiare e apprendere quante più informazioni
sono necessarie a definire una città, una nazione, una strada, un quartiere, un palazzo. Sono tutti
luoghi che fanno da sfondo alle storie, ma se non vengono collocati il lettore si perde e perde
l’interesse per la lettura, semplicemente. Anche se egli sa benissimo che quella che sta leggendo è
solo una storia, cerca in ogni caso una verosimiglianza con la realtà.
Una sera me ne stavo a sedere sul letto della mia stanza d’albergo, a Bunker Hill, nel cuore di Los
Angeles. Era un momento importante della mia vita; dovevo prendere una decisione nei confronti
dell’albergo. O pagavo o me ne andavo: così diceva il biglietto che la padrona mi aveva infilato
sotto la porta. Era un bel problema, degno della massima attenzione. Lo risolsi spegnendo la luce e
andandomene a letto.
(tratto da Chiedi alla polvere di John Fante)
Possiamo immaginare che come per noi anche per i nostri personaggi il viaggio sia un’avventura,
possiamo quindi anche scegliere di e accompagnarli in questa coinvolgente scoperta.
Il mattino dopo, Giuliana scese con altri clienti dell’hotel in un ascensore grande, con le pareti a
specchio che moltiplicavano le persone. Chissà da quali Paesi venivano, che lingue ignote, ostiche,
parlavano. Per fortuna rimasero muti, così non le toccò far finta di capire, far finta di parlare.
Percorse la hall vellutata di moquette, fece colazione, s’incantò a guardare dalla vetrata i riflessi
verdargento della baia, mentre finiva la sua fetta di torta alle mele. Uscì, per respirare un po’ la
città, per vedere com’era di mattina. Poi affittò un’auto.
Tra tutte quelle che poteva scegliere prese una biposto decappottabile, bianca con i sedili rossi.
-
Ma signora, non è più stagione…
Per me lo è, non si preoccupi…
Aveva in mente di prelevare Fil e di portarlo un po’ a spasso per la baia. Cosa poteva esserci di
meglio che una decappottabile sportiva? E pazienza per la cervicale.
(tratto da Non so niente di te, Paola Mastrocola)
Quando si parla di ambientazione ricordate che è importante dare indicazioni al lettore su dove si
trovi il personaggio, ma è fondamentale anche il clima, che condiziona la nostra giornata e fa
mutare lo stato d’animo. Pensate all’inverno siberiano… o ai tropici, immaginate che tipo di
personaggi potrebbero viverci e come affronterebbero il caldo torrido o il gelo freddo e solitario
delle foreste del Nord.
L’ambiente può sottolineare la tensione e portarci a una drammaturgia esasperata. Un esempio è
sicuramente quello del grande Edgar Allan Poe, che analizza gli stati d’animo portandoli al
massimo della loro espressione, proprio con la complicità dell’ambiente e del clima.
Per tutta una fosca giornata, oscura e sorda, d’autunno, col cielo greve e basso di nuvole, avevo
cavalcato da solo attraverso una campagna singolarmente lugubre fino a che mi trovai, mentre già
cadeva l’ombra della sera, in vista della malinconica casa degli Usher
(tratto da La caduta di casa Usher di Edgar Allan Poe)
La desolazione di ciò che è attorno si confonde con lo stato d’animo del personaggio, le nubi
opprimenti appesantiscono la tensione, quasi è tangibile: tutto è comunicato in prima persona dal
personaggio.
I personaggi sono anche modellati dall’ambiente in cui vivono: pensate alla differenza tra
organizzare una festa in piscina e una festa in un circolo di sovversivi, rivoluzionari che sono decisi
a cambiare il mondo. Pensate anche a quando un personaggio che fa parte di un mondo che avete
ben descritto, si trova a dover affrontare una realtà che non conosce. Collocate mentalmente i
personaggi di un contesto (party in piscina) nell’altro (festa al circolo), e viceversa e provate a
immaginare le loro reazioni e quelle degli altri personaggi, se ci sono. Costringete i personaggi a
“vedere” le differenze: relazionarsi in un ambiente famigliare è una cosa, affrontare, magari senza
preavviso, il diverso è un’altra.
Anche il tempo è una componente che serve a definire quando si svolge l’azione, dandogli
collocazione. Il tempo serve però anche a dare movimento o a toglierlo.
Così quando arrivò il momento mia moglie andò alla stazione a prenderlo. Io che non avevo altro
da fare se non attendere – certo, di questo incolpavo lui – mi stavo bevendo qualcosa davanti alla
tv quando sentii l’automobile entrare nel vialetto. Mi alzai dal divano con il drink in mano e andai a
guardare la finestra.
(tratto da Cattedrale di Raymond Carver)
E’ così necessario scegliere un’ambientazione per la propria storia in fin dei conti? Non sempre. Se
leggete Cattedrale di Carver scoprirete che l’intera storia si svolge in una casa, ma senza un
dettaglio specifico. Ma in questo caso è strategico, perché se leggete il romanzo scoprirete anche
che l’effetto è voluto: il protagonista è uno che non sta attento ai dettagli. Ci devono essere
dunque delle buone ragioni per non parlare dei dettagli spazio-temporali.
Il trucco del flashback
Lo scrittore può portarsi avanti e indietro nel tempo, questo accade quando c’è bisogno di narrare
qualcosa che è avvenuto prima dell’inizio della storia. Invece di far raccontare tutto a un
personaggio, potete provare a tornare indietro nel tempo e mostrare gli eventi prima di ritornare
al tempo presente. Sono strumenti da usare con cura, perché mostrano quanto il personaggio si
porti dietro nella sua storia, nella sua vita, nel proprio ricordo e nel proprio passato.
Attenzione!!! I flashback non devono essere troppo lunghi, altrimenti significa che la storia è
iniziata nel punto sbagliato.