chi è chi primaria_torneo 2009

Transcript

chi è chi primaria_torneo 2009
 Libri in gioco 2009 • prima tappa • gioco 4 CHI È CHI?
Diciotto personaggi in cerca di nome.
(scuola primaria)
Diciotto libri, diciotto personaggi: da leggere e riconoscere. Perché possiate farlo, abbiamo scelto diciotto ritratti, composti per voi – con le parole invece che con matite e pennelli – dagli autori di questi libri. Il risultato sembra un identikit poliziesco: baffi, statura, segni particolari… ma anche i loro gesti, le abitudini, tutto ciò che può servire al lettore per riconoscere i personaggi delle storie che ha letto o sta per leggere. A volte sono i protagonisti principali del racconto, altre sono personaggi secondari, in ogni caso sono affascinanti; a volte divertenti e simpatici, altre inquietanti, qualcuno decisamente poco raccomandabile o perfino odioso. Così vanno le storie: ogni personaggio ha la sua parte, che ci piaccia o no. Diciotto personaggi (o coppie di personaggi), dunque, da riconoscere attraverso la lettura di altrettanti brani, che abbiamo scelto per voi da altrettanti libri del gioco. Il nome che dovete individuare è quello del personaggio descritto o di cui si parla nel brano . Nella maggior parte dei casi questo nome compare nel brano ed è stato sostituito con (…). Abbiamo invece indicato con […] i tagli che a volte abbiamo operato all’interno di un brano, per renderlo più breve e scorrevole, o per eliminare qualche indizio che avrebbe reso troppo semplice la soluzione (ad esempio, i nomi di protagonisti troppo facilmente riconoscibili, o che compaiono nel titolo del libro). Leggete con molta attenzione: non mancano gli indizi necessari a riconoscere personaggi e libri del Chi è Chi?. Certo, la caccia è faticosa, ma… i personaggi che scoprirete valgono questa fatica. 1 • Dopo un poco, con grande sorpresa di tutti, rientrò in classe insieme a un uomo piuttosto avanti con l’età, che aveva del gran bianco nei capelli ricci e un buffo pancione da donna incinta. Con cortese insistenza, la professoressa pregò che si accomodasse in cattedra, «per stare più comodo», ma l’uomo rifiutò energicamente. – Sono troppo asino per stare seduto lì – disse. I ragazzi risero. Lui invece, in piedi davanti a tutti, si rigirava il cappello tra le mani e guardava la porta, come per assicurarsi che fosse ancora al suo posto. Evidentemente non vedeva l’ora di andarsene. Ma per che cosa era venuto, allora? – Signor (…), per favore… – l’incoraggiò la prof […] con una voce così dolce da far strabiliare la classe – racconti anche ai miei ragazzi quello che mi ha appena detto. – Non può dirlo lei? – Oh, no. Mi creda, è molto importante – fece l’insegnante. E con un cenno del capo gli dette la spinta per partire. il personaggio:
il libro:
2 • I baffi, che di solito erano un mucchio di pelo arruffato simile al posteriore di un cane puzzolente, erano puliti e ordinati; la sua carnagione perennemente grigiastra per lo sporco era stata sbiancata con la farina fino a sembrare di gesso e poi aveva assunto un colorito più sano grazie al belletto; gli incolti capelli grigi erano stati lisciati sul capo col grasso. […] Una volta finito, lo fecero alzare e gli infilarono il vestito senza incontrare nessuna resistenza da parte sua; poi gli fecero calzare gli stivali del signor […]. Alla fine […] gli sistemò il colletto rigido e […] gli annodò la raffinata cravatta verde acido e viola. Tutti lo guardarono ammirati. Un luccichio di porcellana brillava sul volto di (…), nascondendone i tratti, mentre il lucido da scarpe e il grasso combinati avevano formato uno strato nero come la pece e sfavillante sulla sua testa. «Stupefacente» commentò […]. «(…), sei un figurino». il personaggio:
il libro:
3 • (…) è il fratello maggiore di mio padre, ma sembra quasi incredibile. Quando si va a passeggio con lui, tutti si voltano a guardarlo: è alto due metri e spaventosamente magro. Nel camminare flette e raddrizza le gambe, ballonzolando come un uccello. Anche le sue braccia sono troppo magre e troppo lunghe. E la sua testa è un po’ troppo piccola. Ha i capelli grigi, che porta sempre tagliati corti a spazzola. Indossa spesso dei jeans e delle giacche multicolori che agli occhi di mia madre sono una follia. La cosa più originale è la sua voce. Non è né sottile né alta, ma molto profonda e fortissima. (…) è un chimico, ma sarebbe più esatto definirlo un inventore. Come dice lui stesso, inventa cose di cui nessuno ha bisogno. E questo è il bello. il personaggio:
il libro:
4 • (…) entrò in cucina. Indossava un paio di scarponi e occhiali da neve. Aveva una lunga corda legata in vita, portava […] sulla schiena ed era tutta sudata. (…) faceva la scalatrice. Si allenava tutti i giorni correndo su per le scale con […] sulla schiena. Si allenava per tre ore tutte le mattine e si riposava soltanto una volta, per cinque minuti, in una tenda che aveva piantato nell’ingresso. (…) voleva scalare la montagna più alta del mondo. Ne aveva già scalate tante in Argentina, in Kenya, in Australia e in tanti altri paesi. La prima montagna che avesse mai scalato era in Olanda. L’Olanda era un paese molto piatto e la sua montagna più alta è alta poco più di tre metri. È talmente piccola che nessuno le aveva mai dato un nome. Ma quando (…) arrivò in cima decise di chiamarla […], in onore del suo marito preferito in assoluto. il personaggio:
il libro:
5 • A dire il vero noi, quel giorno, non sapevamo che il tizio si chiamava in un modo tanto ridicolo. Un nome appropriato al personaggio. Avanzava nel cortile con aria tronfia. Imponente, grasso, con i bottoni della camicia e della giacca scura che tiravano sulla pancia. I capelli grigi e ricci tirati tutti da un lato sulla testa lucida. Un bastone per appoggiarsi, le scarpe nere lucide come la valigetta che teneva stretta nella mano sinistra. Notammo subito che dai pantaloni leggermente corti spuntavano strani calzini che sembravano fatti di serpente, anzi di pelle di pitone. (…) avanzava con aria marziale, col mento proteso, dietro a […] il portinaio, un vecchietto magrolino e tendente al gobbo, il quale come al solito camminava strascicando i piedi, con quella sua aria imbesuita, come se non si fosse ancora ben svegliato dalla mattina. il personaggio:
il libro:
6 • (…) è la ragazza dei miei sogni. No: non è una visione, una proiezione della mia immaginazione. (…) è una ragazza in carne e ossa. Una ragazza di quindici anni che frequenta il liceo classico Marcantonio Flaminio e che abita nel mio stesso quartiere, a circa duecento metri da casa mia. È una ragazza come tante, se non fosse per un segno particolare: è bellissima. Una creatura divina, perfetta. Con gli occhi marroni, un sorriso così dolce da far sciogliere il Monte Bianco, le gambe chilometriche e un sedere, ehm, volevo dire, un viso rotondo da fare incantare il cuore. Già! Allora… dov’ero rimasto? Ah, sì! Ad (…), cioè no: alle crocchette. Mentre mi stavo fiondando sulle crocchette, ho visto (…) che sollevava un litro di acqua leggermente frizzante e ho pensato: “NO! Non mangerò più crocchette finché non sarò dimagrito di dieci chili”. il personaggio:
il libro:
7 • Quando arrivò davanti all’ultima esclamò: «Puah!» e fece una smorfia. Era la settima. Si chiamava (…) ed era davvero bruttissima. Aveva il naso a becco e la bocca grande. Gli occhi erano piccoli e verdi e i capelli biondo pallido. Ma il vestito era il più bello di tutti. Era verde chiaro, tutto sbuffi, con ricami argentei del colore delle nuvole. Una mano guantata di verde sollevava l’orlo della gonna. Anche lei teneva l’altro braccio dietro la schiena, o quasi. Sembrava che il pittore l’avesse ritratta proprio nell’atto di nasconderlo. Che strano braccialetto! Dal polso di (…) pendevano piume di piccioni legate da una sottile catenina d’oro! […] la guardò più a lungo delle altre. Non sapeva il perché. Si voltò per scendere le scale ma si fermò sconcertata. I quadri! […] Quadri animati! il personaggio:
il libro:
8 • «Non puoi farti un’idea di quante idiozie abbiamo già dovuto ascoltare!» sospirò […]. «Una cosa insopportabile. Come al solito hanno risparmiato solo (…)». «Ma certo!» ringhiò […]. Tutti i ragazzi andavano in estasi per (…). La bella (…). La meravigliosa (…). Stava seduta insieme a […] sul davanzale della finestra, con delle chiazze rosse in viso. Le venivano sempre quando si arrabbiava. «Una cosa come quella successa ieri non la dovremo più permettere!» sibilò (…) e fulminò con uno sguardo velenoso i ragazzi che sghignazzavano. […] le lanciava baci. Paonazza dalla rabbia, (…) rispose tirandogli in testa la gomma di […]. il personaggio:
il libro:
9 • «Prego?» La voce di (…), sgusciato inosservato in cucina, le fece trasalire. […] si voltò per fulminarlo con gli occhi, ma quello che vide le fece sfuggire la forchetta di mano. (…) era pulito, tirato a lucido… e biondo! Era lustro da capo a piedi, i capelli arruffati erano puliti e pettinati, i denti scintillavano come diamanti. E i soliti jeans‐
laceri‐più‐felpa‐con‐cappuccio, sostituiti da pantaloni neri, polo a righe bianche e blu e scarpe da ginnastica nuove di zecca. «(…)! Sei… sei…» balbettò […] sbalordita. «Sei uno schianto!» strillò […]. Per quanto detestasse doverlo ammettere, a […] non restò che essere d’accordo. (…) il trasformista, il regale porcello, si era trasformato in un ragazzo stupendo. «È vero, lo ammetto» disse (…) sentendosi tronfio. «Vi prego, non odiatemi perché sono bello». il personaggio:
il libro:
10 • L’hostess […] si chiamava (…) ed era tonda e piccolina: se non fosse stata fasciata da un lungo sari azzurro di seta sarebbe sembrata una ragazzina di dodici anni che amava troppo i dolci. Salutò l’ispettore con un inchino a mani giunte accompagnato da parole gentili: – Saluto la scintilla divina che è in te! L’hostess indiana si inchinò di nuovo come per ringraziare, e l’ispettore, per non essere maleducato, si inchinò una seconda volta anche lui. Il balletto si prolungò per una decina di secondi, finché la ragazza, per uscire dall’imbarazzante circolo vizioso degli inchini, indicò all’ispettore una poltrona e lo invitò a sedersi. Poi, riacquistando un tono professionale, chiese: – Vuole che le porti un bicchiere d’acqua? È comodo? Gradisce una tazza di tè? il personaggio:
il libro:
11 • (…) era nell’orto, china su una fila di ortaggi: indossava un grembiule logoro e un vecchio cappello, e stava lentamente raccogliendo delle carote che metteva con cura in un cestino ai suoi piedi. Sembrava che facesse un immenso sforzo per tirare su dal terreno ogni singola carota, ma cantava una canzone con voce ferma e squillante. Lì vicino c’era il suo piccolo pony Shetland, che a differenza di lei sembrava in ottima forma, con il lucente mantello sauro, la coda e la criniera bionde ben pettinate, e un paio di occhietti scuri che brillavano da sotto il ciuffo della frangia. – Buongiorno, (…)!– gridò […], ma l’anziana signora non la sentì e continuò a cantare a sradicare carote, mentre […] l’ascoltava felice, con le orecchie ritte, seguendola a mano a mano che si spostava lungo la fila di ortaggi. il personaggio:
il libro:
12 • A un certo punto si avvicinò un vecchio marinaio abbronzatissimo, con la barba bianca, e il gabbiano stranamente gli volò sulla spalla. […] spalancò gli occhi stupita, perché […] non l’aveva mai fatto con nessuno. […] Nel dare il biglietto al vecchio si accorse che lui aveva al collo una conchiglia a forma di mezzaluna. […] «Ti piace la conchiglia? L’ho trovata sull’isola più bella del mondo[…]». […] Un giorno, uscendo da scuola, trovò […] che strillava come un matto. Lo seguì fino a una vecchia barca dove, su una sedia a dondolo, sonnecchiava un signore anziano con la barba bianca. Era lui! Il marinaio del molo, quella barca era la sua casa. […] l’aveva scoperta. Il vecchio, che si chiamava (…), la fece entrare e […] gli scrisse su un foglio: Voglio che mi racconti tutto sull’[…]. «È un’isola incantevole ma è maledetta» rispose il marinaio facendola sedere, «lì ho visto cose terribili che non si raccontano a una bambina». il personaggio:
il libro:
13 • Il signor (…) è un insegnante non comune, una specie di dinosauro. Forse ce ne sarebbero tanti come lui, ma non gli è permesso mostrare la loro vera natura. Devono disegnare faccini sorridenti sulla lavagna e mandarti gli auguri di Natale invece di strillarti addosso, come fa il signor (…). Lui pesta i piedi, si sbraccia, diventa rosso in faccia e rauco a forza di gridare. Ci dice di essere competitivi e aggressivi. Ci corrompe e ci ricatta. È orribile. Non perché non ci piaccia, ma perché funziona. All’inizio del corso di nuoto riuscivo a fare metà vasca spingendomi con i piedi sul fondo. Una vasca in tre rimbalzi. Più che nuoto, si trattava di salto in lungo subacqueo. Dopo tre settimane, nuotavo sott’acqua per quasi tutta la lunghezza della piscina. Letteralmente. Non l’avevo mai raccontato alla mamma. Certo, avrei potuto dirle il risultato, ma non come l’avevo ottenuto. Mi avrebbe tolto dal corso. il personaggio:
il libro:
14 • Quando ci siamo appena sedute, arriva zoppicando un omino con un grande paio di baffi da circo. Ha la gamba destra ingessata dal ginocchio in giù. Appena vede […] le fa un grande sorriso. Credo che sia appena un po’ più alto di me e si capisce che è adulto solo dalla testa pelata e da quei grossi baffi. […] «Ciao (…)», dice […] e si alza ad abbracciarlo. Sembra un po’ scomodo, perché lui è così in basso e […] deve chinarsi. […] La luce nel locale viene abbassata leggermente. Si accende uno spot. (…) si arrampica sul palco. Si mette al centro della luce, dietro a un microfono e poi aspetta che cali il silenzio. Strizza l’occhio a […] e a me […] «Musica!» esclama (…) e tira fuori dalla tasca della giacca una trombetta di metallo. La banda comincia a suonare. Io guardo […]. Non vorrà suonare con quello strumento, (…)? il personaggio:
il libro:
15 • Iniziai a rimettere insieme (…) e, mentre cercavo di capire quale braccio andasse dove, elaborai le mie strategie per il pomeriggio. […] Rimettere insieme (…) era un’impresa veramente ardua. Ora aveva ancora più ammaccature, e molti pezzi, indipendentemente da quanto li battessi con violenza, non andavano proprio dove avrebbero dovuto. Ero molto irritata. Era quasi l’ora di pranzo quando riuscii a finire di rimontare (…), fatta eccezione per il suo piede sinistro. Aveva il più stupido piede sinistro che avessi mai visto. il personaggio:
il libro:
16 • La porta dell’ufficio si aprì di scatto e apparve un giovane alto, biondo, dal fisico atletico, morbidamente avvolto in un’elegantissima giacca di cashmere color cammello. Era (…), rampollo della famiglia che dirigeva la più lussuosa […] di tutto il Nord America. Vedendo entrare il capo, […], il suo segretario personale, si alzò dalla sedia e si affrettò a salutarlo. – Buongiorno, signor (…)! […] L’elegante giovanotto si sistemò il nodo della cravatta e gli lanciò un’occhiata distratta. – Oh, buongiorno caro […]. Come mi trovi stamattina? – domandò, rimirandosi negli specchi splendenti che ornavano la stanza. […] Dopo aver dato un’ultima aggiustata alla cravatta, il giovane si mise a sedere al tavolo riccamente allestito per la colazione. Con un coltello d’argento picchiettò più volte sulla zuccheriera, a mo’ di campanello, e dopo una manciata di secondi dal fondo della stanza comparve un maggiordomo in livrea che portava un vassoio con una tazza di tè fumante. Una volta che gli fu servita, (…) la guardò come se fosse stata piena di escrementi di piccione. il personaggio:
il libro:
17 • Il famoso (…) l’ho visto per un attimo il terzo giorno di lavori forzati. Ci hanno ordinato di fermarci per cedergli il passo. Era a cavalcioni di uno dei suoi […] servitori. A poca distanza lo seguiva la regina, in groppa a un altro […]. Un numeroso seguito, ciascuno in sella alla sua cavalcatura, li accompagnava nell’ispezione del cantiere. Il (…) era un […] di circa tre settimane d’età, basso, paffuto e rossastro. Aveva un caratteraccio indiavolato. Prima ancora di vederlo l’ho sentito strillare, mi è passato accanto strillando e l’ho perso di vista che ancora strillava a destra e a manca. il personaggio:
il libro:
18 • Il problemino si chiamava (…). Ora da uno che si porta appresso un simile appellativo non ci si può aspettare molta comprensione e simpatia. Inoltre (…) era brutto come la notte ma poiché ciò non vuol dire niente e non rende abbastanza l’idea, saremo costretti ad aggiungere che la sua faccia somigliava a un rospo scorticato, aveva un occhio fesso ed era il gobbo più alto che si fosse mai visto. E per non tacere nulla, puzzava di vomito da far vomitare. Insomma, l’avrete capito, era una schifezza d’uomo, specie se a tutto ciò ci aggiungete che era pure cattivo, ma così cattivo che lui stesso, di notte, aveva paura a volte ad uscire da solo con sé stesso. Ma a parte tutto ciò, (…) era anche un abile spadaccino. il personaggio:
il libro: