Comunicato unitario Fim, Uilm, Fismic, Acqf e Ugl su Mirafiori
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Comunicato unitario Fim, Uilm, Fismic, Acqf e Ugl su Mirafiori
Documento delle Organizzazioni Sindacali firmatarie dell’accordo del 23 dicembre 2010 su Mirafiori e del relativo Piano Industriale Le voci che a Mirafiori la Fiat sta decidendo o ha già deciso di non produrre più i SUV Jeep e Alfa Romeo hanno suscitato in noi una veloce ma approfondita riflessione e una pronta reazione sul piano sindacale che riassumiamo in questo documento. Tale scelta si baserebbe su alcune motivazioni, la principale il cambio euro/dollaro sfavorevole rispetto a quando la scelta fu fatta Ora vediamo i dati: oggi il cambio euro/dollaro è:1,45 il 23 dicembre 2010, giorno dell’accordo per Mirafiori, valeva: 1,30 Le previsioni dicono che il cambio nel corso del 2011-12 ridiventerà favorevole al dollaro. Allora questa motivazione tendenzialmente non regge Una seconda motivazione è il non essere conveniente far viaggiare parte dei componenti tra gli USA e Mirafiori. Può essere ma non lo avevano messo in conto quando hanno firmato l’accordo? Se poi parliamo di motori, nel 2010 la Fiat ha acquisito al 100% la VM Motori di Cento (Ferrara) che storicamente produce motori per Chrysler e non solo. Quindi anche i motori potrebbero essere prodotti in Italia. la vera motivazione che Fiat non dice ma è più presumibile e valida potrebbe derivare dal fatto che il mercato USA è in forte ripresa, la Chrysler vende e Jeep (marchio storico e forte del Gruppo ha forti potenzialità di mercato). E’ più probabile che il secondo azionista abbia posto il problema di dove produrre i modelli destinati al mercato del Nord-America. Se fosse così dovremmo contrastare fortemente questa scelta per i motivi che qui elenchiamo: 1. abbiamo firmato, con una scelta giusta e forte ma che è costata molto sul piano dell’immagine e della durezza dello scontro sindacale dentro e fuori la fabbrica ma eravamo e siamo, oggi più che mai, convinti della scelta fatta. 2. l’accordo del 23/12/10 prevede un Piano Industriale che abbiamo condiviso e firmato insieme a Fiat in cui ci sono le caratteristiche industriali per fare sopravvivere Mirafiori proviamo ad elencarle: □ modelli di alta gamma con forte contenuto tecnologico e che richiedono un maggior numero di addetti per produrla rispetto a segmenti inferiori □ una dimensione di volumi produttivi, 280mila a regime del Piano che satura anche i volumi occupazionali attuali, garantendo l’occupazione ai 5500 addetti della Carrozzeria, la ricaduta sugli altri settori di Fiat e un rilancio in termini tecnologici, di investimenti e occupazionali dell’indotto torinese. □ Garantire l’investimento finanziario su Mirafiori Il mercato dei SUV è in costante crescita, in Italia dove nei primi 6 mesi del 2011le immatricolazioni sono scese del 12,7%la quota SUV è passata da oltre 41mila a 64mila, l’11.8% del mercato globale italiano. E il brand Alfa Romeo è cresciuto del 28,8% nei primi sette mesi 2011 Considerando che il mercato italiano è quello più stagnante a livello europeo. Nell’Europa a 27: nei primi 6 mesi lieve rallentamento su (2010) -1,8% ma sempre il brand Alfa Romeo segna +47,8%. Quindi il marchio Alfa Romeo è appetibile, il mercato dei SUV vede la Germania in testa come vendite, l’intenzione di Fiat era di vendere il SUV Alfa Romeo soprattutto sui mercati del Nord Europa. Ci sono tutte le condizioni per cui il modello abbia successo come vendite perché potenzialmente il mercato c’è. In USA, la produzione Chrysler cresce del 29% nei primi sette mesi Così come cresce la vendita di auto in Brasile (23,5% quota Fiat) e Argentina +27%’ Quindi anche il mercato USA (allegato 2) è pronto per ricevere i SUV Jeep soprattutto e Alfa Romeo. Perché dobbiamo rinunciare al Piano Industriale firmato e cambiare idea? Non ci sono motivi industriali e sindacali sufficienti In ultima analisi è necessario difendere ciò che abbiamo firmato non solo pensando al modello, siamo interessati ai volumi occupazionali, produttivi e alla tecnologia ma soprattutto dobbiamo difendere la mission assegnata a Mirafiori dal Piano Fabbrica Italia che prevede più piattaforme, quindi uno stabilimento versatile e flessibile e non dobbiamo nemmeno dimenticare che i modelli attualmente assegnati fanno riferimento ad una “piattaforma universale, comune a Fiat e Chrysler, da cui nasceranno tutte le future vetture dei segmenti C e D.” come da testo accordo Mirafiori E’ questo che noi dobbiamo difendere, la nostra capacità di fare automobili per architetture diverse che deve però consentire la piena occupazione. C. Chiarle M. Peverati FIM-CISL UILM-UIL Torino, 8 settembre 2011 V. Aragona FISMIC L. Borgogni ACQF R. Marino UGL