Chrysler, così la soluzione Fiat
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Chrysler, così la soluzione Fiat
VENERDÌ 17 APRILE 2009 ANNO 134 - N. 91 In Italia Milano, Via Solferino 28 Tel. 02 6339 Fondato nel 1876 Roma, Piazza Venezia 5 Tel. 06 688281 www.corriere.it Focus Cresce il mercato dei prodotti riciclati Cultura Astrofisica e filosofia indagatrici dell’universo Spettacoli Mehta: Firenze avrà il Parco della Musica di Mariolina Iossa e Giulia Ziino pag. 12 e 13 di Giulio Giorello a pagina 41 di Valerio Cappelli a pagina 47 Domani in edicola Guide Weekend Ravenna Terzo volume 5,99 euro più il prezzo del quotidiano Il piano dell’ingresso del Lingotto nel gruppo Usa. Pressing della Casa Bianca sulle banche Il Pdl: referendum, rinvio possibile Chrysler, così la soluzione Fiat Il premier: la Lega sull’election day ci avrebbe fatto cadere Più vicino l’accordo. I sindacati americani soci con il 20% AZIONISTI IN TUTA di MASSIMO GAGGI Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano I 9 771120 498008 90 4 1 7> EURO 1,00 sindacati dell’auto e la «task force» del Tesoro nuovi azionisti, insieme alla Fiat, della Chrysler. L’ultima ipotesi per il salvataggio del gruppo automobilistico di Detroit dà l’idea di quanto l’operazione Fiat-Chrysler stia diventando, per la Casa Bianca, una sorta di laboratorio della riforma del capitalismo made in Usa. La prima impressione è quella di un pezzo di «capitalismo renano» trapiantato oltre Atlantico. Sindacalisti consiglieri d’amministrazione come nell’esperienza tedesca. Un trust controllato dal governo che diventa azionista: una soluzione che ricorda l’Iri, la logica originaria delle Partecipazioni statali. Con la Fiat che diventa non solo partner tecnologico, ma anche unico vero garante della capacità della nuova azienda di operare in una logica di mercato. Fino al punto di indurre il senatore repubblicano del Tennessee Bob Corker, fino a ieri nemico giurato di Detroit, a dichiararsi favorevole all’intervento della Fiat e, addirittura, ad affidare il salvataggio a manager europei. Scenari che un anno fa sarebbero stati considerati pura fantascienza, si stanno trasformando nei progetti operativi che Rattner e Bloom (gli esperti incaricati da Obama di trovare una soluzione) stanno proponendo alle banche creditrici e ai sindacalisti della Uaw. Se l’operazione funzionerà, negli Usa il modello Fiat-Chrysler potrebbe essere usato anche in altre situazioni di crisi affrontate con imponenti iniezioni di denaro pubblico. Non è detto che sia la soluzione giusta: il capitalismo renano ha garantito per decenni una notevole stabilità del sistema produttivo dell’Europa continentale, ma non certo i livelli di redditività ai quali il mondo anglosassone è abituato. Rendimenti elevati che, in America, non vanno solo a «ingrassare» i grandi capitalisti, ma sono carburante indispensabile per i fondi pensione e altri tipi di risparmio familiare come i fondi per gli studi universitari dei figli. Attenti, però, a considerare l’operazione che sta prendendo forma lungo il triangolo Washington-Detroit-Torino come un ritorno al passato: anche in tempi di forti interventi pubblici antirecessione, negli Usa vige un rispetto del denaro del taxpayer che è un sicuro antidoto all’assistenzialismo. Ai lavoratori, poi, vengono chiesti sacrifici enormi: tagli a pensioni, sanità e stipendi (in cambio di quote della nuova società) fino ad avere costi di produzione pari a quelli degli stabilimenti più competitivi costruiti dai giapponesi negli «States». È qui che gli uomini della Casa Bianca fissano il loro ancoraggio all’economia di mercato. Diventa, così, essenziale anche il negoziato con le union canadesi che riprenderà lunedì. Con l’italo-canadese Sergio Marchionne chiamato a svolgere il ruolo di regista (più o meno) occulto di una vera reinterpretazione dei meccanismi della globalizzazione: l’incognita canadese su un’impresa italo-americana che potrebbe estendersi fino a comprendere la tedesca Opel. Con Obama che non solo non fa il protezionista, ma benedice. Fiat: svolta americana nelle trattative con Chrysler. Giannelli Sfida in tv Usa. Accordo più vicino con il possibile ingresso del sindacato Usa nell’azionariato Chrysler. Verso il «sì» a Marchionne anche sul punto più delicato: il taglio del costo del lavoro La finta riparazione di Santoro Quota. Il potente sindacato Uaw sarebbe pronto a convertire in azioni la metà dei 10,6 miliardi vantati come «obblighi sanitari» verso Chrysler. Significherebbe entrare nel capitale con una quota di poco superiore al 20% che, all’inizio, avrà Fiat. di ALDO GRASSO Europa. Mercato dell’auto in ripresa in Europa grazie agli incentivi: balzo del 14,7% per le immatricolazioni del gruppo Fiat a marzo rispetto allo scorso anno. Con addirittura il 213% in più in Germania. ALLE PAGINE 2 E 3 Caretto, Ferrari, Polato, Taino Il capo era l’ex giardiniere I ntroduzione secca, polemica, ironica, da consumato tribuno del popolo. La puntata di riparazione di «Annozero» si è subito trasformata in una puntata di rivendicazione: «Come dice Emilio Fede — ha sentenziato Michele Santoro — noi facciamo vincere Berlusconi. Siamo come un Tg4 fatto bene». ROMA — «La Lega Nord avrebbe fatto cadere il governo se fosse passato l’accorpamento referendum-elezioni europee». Silvio Berlusconi (nella foto ieri in Abruzzo) rivela di avere scelto pensando al «bene del Paese». Il referendum «si terrà assieme ai ballottaggi», il 21 giugno. La decisione ufficiale, però, verrà presa il prossimo Consiglio dei ministri. Ma ieri durante il comitato di presidenza del Pdl si è parlato anche di un rinvio dei referendum, una tesi rilanciata da Massimo D’Alema. Il Cavaliere ora vuol sondare la Lega Nord e i gruppi delle opposizioni. CONTINUA A PAGINA 11 ALLE PAGINE 5 E 6 M.Franco, Fuccaro, Muschella, Trocino, Verderami In provincia di Milano Caucaso Ue da rifondare MOSCA L’EUROPA E LA NORMALE HA BISOGNO DI UN NUOVO DITTATURA CECENA CHURCHILL Delitto Ambrosio: arrestati tre romeni Gioielliere picchiato spara al rapinatore NAPOLI — Presi tre romeni per l’omicidio di Franco Ambrosio e di sua moglie. Tra loro l’ex giardiniere, Marius Vasile Acsiniei, 22 anni (sopra nell’immagine ALLE PAGINE 20 E 21 Bianconi, Bufi agnfoto). MILANO — Un gioielliere, Remigio Radolli, 59 anni (nell’immagine Photomasi), ha sparato al rapinatore che lo aveva aggredito nel suo negozio A PAGINA 23 Baron, Santucci di Cinisello Balsamo. Il caso Condannata per un delitto commesso a 17 anni, ora ne ha 23 La ragazza-pittrice al patibolo in Iran di VIVIANA MAZZA Delara Darabi (qui accanto) è una iraniana di 23 anni con la passione per la pittura. Fra tre giorni sarà impiccata: nel 2003 aiutò il fidanzato in una rapina, Delara si dichiarò poi colpevole per difenderlo. Anche Roxana Saberi (foto a destra) è in carcere: giornalista americana-iraniana, è accusata di spionaggio. A PAGINA 15 con un commento di Isabella Bossi Fedrigotti Eliminati i killer Scoperto complotto per uccidere Morales di GUIDO OLIMPIO A PAGINA 19 di ANDRÉ GLUCKSMANN di ULRICH BECK L’ N annuncio della fine della «lotta antiterrorismo» in Cecenia significa due cose insieme: 1. Una banale constatazione dei fatti, cioè la fine delle attività militari. 2. Un cambio dei piani del Cremlino, che può ora dedicarsi alla Georgia. È però surreale che la Russia usi l’espressione «lotta antiterrorismo». Se l’Inghilterra si ritirasse dall’Ulster lasciando un dittatore al posto dell’esercito, l’Europa accetterebbe la definizione «operazione antiterroristica»? Quello in Cecenia è stato uno spaventoso macello. el 1946, tra le macerie di un’Europa devastata sotto tutti i punti di vista, morale, politico e materiale, Winston Churchill dichiarava entusiasta: «Se l’Europa fosse unita i suoi 400 milioni di abitanti conoscerebbero felicità, prosperità e successo illimitati». Oggi la minaccia è l’opposto: se l’Europa si sgretolasse sotto la crisi economica globale, i suoi leader politici e i suoi 500 milioni di abitanti sarebbero schiacciati da infelicità, povertà e vergogna senza fine. CONTINUA A PAGINA 38 CONTINUA A PAGINA 38