LA CUCINA GRECA INTRODUZIONE ALLA CUCINA GRECA Opa
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LA CUCINA GRECA INTRODUZIONE ALLA CUCINA GRECA Opa
LA CUCINA GRECA INTRODUZIONE ALLA CUCINA GRECA Opa! Chi ha visto uno dei film più divertenti degli ultimi anni, “Il mio grosso grasso matrimonio greco” (2002) ricorderà certamente il brindisi gioioso con cui veniva accompagnato ogni bicchierino di ouzo. Così come avrà ben presente la rumorosa, cordiale ospitalità della famiglia Portokalos, il fondamentale rapporto col cibo, soprattutto con la carne (uno dei peccati imperdonabili del fidanzato della protagonista, agli occhi del padre, vecchio patriarca greco, era che fosse vegetariano), e le cene pantagrueliche. Ebbene, se qualcuno ha pensato che si trattasse di esagerazioni e luoghi comuni, sbaglia; il film, sceneggiato da Nia Vardalos, anche attrice nel ruolo di Toula, si ispira alla sua storia: è tutto vero, dalle tradizioni della sua famiglia, di origine greca, al fidanzamento con un americano, alle abitudini alimentari. E all’ouzo, naturalmente. L’ospitalità greca a tavola è leggendaria, così come l’importanza che viene data ai pasti, alle portate tradizionali, agli alimenti che caratterizzano questa gastronomia, dalla carne ovina all’olio, dalla feta alle olive. Quello che non tutti sanno è che come la cultura greca è stata alla base del pensiero filosofico, religioso e artistico dell’Europa, analogo ruolo ha svolto la cucina. Quando i Romani sono entrati in contatto con i Greci, ne hanno assorbito usi e tradizioni; ben nota è la locuzione Graecia capta ferum victorem cepit, di Orazio: la Grecia, conquistata dai Romani, ha conquistato i vincitori, anche in cucina. I cuochi greci erano ambitissimi nelle ricche famiglie romane; e la cucina greca, assimilata in quella dell’Impero, si è poi trasmessa sia ad Occidente sia ad Oriente. E non è tutto: ai gourmet ellenici non dobbiamo solo gran parte della tradizione culinaria mediterranea, ma anche il simbolo per eccellenza degli chef, il cappello bianco. Nel medioevo infatti era ciò che distingueva i cuochi nei monasteri greci dai monaci, che portavano un copricapo simile, ma di colore nero. Abbandonando l’antichità e il Medioevo, e spostandoci nel presente, la cucina greca presenta sostanzialmente gli stessi ingredienti base, dall’olio d’oliva alla carne. In Grecia non si usano primi piatti a base di pasta: il pranzo e la cena vengono introdotti da antipasti, detti mezedes; segue una portata a base di carne o pesce, insalata, formaggi, dolci. Tra gli antipasti, accompagnati dall’ouzo, liquore a base di anice, i più noti sono forse i Dolmades, involtini di carne e riso, avvolti in foglie di vite. Ma la tavola greca offre una straordinaria varietà di proposte per iniziare i pasti, dai piatti più semplici, come olive o pesce (tra cui le ottime gavros marinatos, alici marinate), a portate molto più elaborate, che meriterebbero di essere considerati veri secondi, come le composizioni a base di pasta sfoglia o verdure, dai peperoni ai pomodori. Tra le carni, particolarmente amato è l’agnello, ma vengono consumati anche piatti a base di carne bovina e suina. Celebri sono i Souvlakia, spiedini di carne, ilGyros, carne avvolta in una specie di focaccia e condita con pomodoro e cipolla, e le polpette dette Keftedes. Una salsa celebre e molto diffusa è lo Tzatziki, a base di yogurt (lo yogurt non manca mai sulla tavola greca), aglio, olio e cetriolo. Il pesce è diffusissimo soprattutto nelle zone 1 costiere, così come i crostacei e i frutti di mare, ma non manca nemmeno sulle tavole dell’entroterra. Fritto o alla griglia, il pesce è presente in una varietà davvero sorprendente, dai bianchetti agli sgombri, dai calamari al pescespada. Tra le insalate, impossibile non citare l’insalata greca, horiatiki, onnipresente ormai anche in Italia, che tra cetriolo, olive, pomodoro e cipolle propone anche il formaggio nazionale, la feta, ottenuto con latte di pecora e di capra. Il formaggio è alla base di una delle torte salate (pita) più diffuse, la tyropita. Non è un dato molto conosciuto, ma i Greci sono tra i maggiori consumatori di formaggio al mondo, e reggono il confronto con i francesi e gli italiani; oltre alla notissima feta, una menzione speciale va a un tipico formaggio cretese, il graviera. Il tutto accompagnato dal pane, che i greci consumano in quantità, e il cui tipo più diffuso è l’horiatiko. Come in ogni cucina mediterranea che si rispetti, la verdura ha un’importanza fondamentale, anche preparata al forno (il mousakas o moussakà, uno sformato di melanzane, può ricordare la parmigiana italiana), così come la frutta. I dolci, al cucchiaio o no, sono spesso a base di pasta sfoglia, mandorle e miele. Tra i vini, il più celebre è la Retsina, un bianco trattato con la resina dei pini, appunto; per chi preferisce un vino non resinato, ci sono ottime alternative: tra bianchi e rossi la Grecia offre moltissime bottiglie di ottima qualità. L’ouzo, liquore come detto a base di anice, accompagna gli antipasti; a fine pasto si può sorseggiare il Metaxa, la versione nazionale del brandy. Il caffè greco, molto amato, viene bevuto lungo il corso della giornata, più che a fine pasto. Molto usate sono le spezie e le erbe aromatiche, dalla cannella all’origano, dal pepe al rosmarino. E quando si parla di cucina greca non si può ignorare il ruolo fondamentale dell’olio di oliva, sia che serva per preparare gli ottimi fritti, soprattutto di pesce, sia che venga usato a crudo. ANTIPASTI E RISO Chiamarli solo antipasti è riduttivo. I mezedes oorektika, nella cucina greca, hanno un ruolo fondamentale; non servono soltanto a stuzzicare l’appetito prima delle portate principali, o ad accompagnare l’ouzo, ma sono dei veri capolavori di arte culinaria, che potrebbero benissimo sostituire l’intero pasto e che si differenziano tra loro, spaziando dalle semplici olive nere a ricette di – meritata – fama internazionale, come i dolmades o lataramosalata. Occorre tenere presente oltretutto che sulle tavole greche non c’è praticamente spazio per la pasta, che è uno straordinario riempitivo. E soprattutto, ci vuole qualcosa di forte per reggere il confronto col sapore e il potenziale alcoolico dell’ouzo, il liquore greco più famoso, che buttato giù di bicchierino in bicchierino può dare alla testa, e va contrastato con qualcosa di più che sostanzioso nello stomaco. Come una fetta di pane tipico, cosparsa di tzatziki. In Grecia il pane è molto amato, e ne esistono diverse varietà, come si vedrà più avanti; caldo di forno e condito con olio è pronto ad accogliere questa salsa a base di yogurt, cetriolo e aglio. L’aglio è un ingrediente essenziale nella cucina greca, e compare in molte ricette, così come l’olio d’oliva. La salsa tzatziki, per quanto abbia la consistenza che le dona lo yogurt greco, 2 particolarmente denso e cremoso, e i sapori dei cetrioli, dell’aneto, dell’olio, ha un deciso gusto d’aglio. La taramosalata prende il nome dalle uova di pesce (taramo), in genere di merluzzo, che sono gli ingredienti principali insieme alle patate, all’olio, al succo di limone e al prezzemolo. Le patate vanno bollite e schiacciate come per preparare un purè, e quindi vanno aggiunti gli altri ingredienti; volendo possono essere sostituite da pane bianco duro, ammorbidito in acqua. Anche questa crema può essere servita col pane, così come la melitzanosalata, a base di melanzane. Oltre a creme da spalmare, i mezedesspaziano tra tantissime altre varietà di piatti, dai singoli alimenti come le ottime olive greche, i formaggi, le alici, a preparazioni più complesse, a base di carne, pesce, verdure. Le frittelle di cipolle, o di cipolle e patate, sono degli “stuzzichini” che potrebbero da sole costituire un ottimo secondo. Invece vengono servite a centrotavola, come da tradizione, insieme agli altri antipasti; anche i sarikopitakia, rustici salati coperti di miele, sono squisiti ma non certo leggerissimi. Sono realizzati con la pasta filo o fillo, un ingrediente che torna in tutte le torte rustiche e le preparazioni a base di pasta della gastronomia greca; la pasta viene avvolta quasi a forma di turbante intorno al formaggio, in genere il Mizithra, quindi il tutto viene cotto al forno e spalmato, ancora caldissimo, col miele. La pasta filo viene usata anche per i triangoli di feta, altro ottimo e conosciutissimo formaggio locale. Sempre a base di formaggi, tra gli antipasti si possono assaporare le Tyropitakia, piccole torte, o le crocchette, tyrokroketes. Per gli amanti del pesce, i mezedes offrono polpo, sottaceto o alla griglia, il pesce sotto sale dettolakerda, molluschi e crostacei. E anche i vegetariani vanno sul sicuro, tra melanzane, zucchine, pomodori, fagioli e ceci, fritti, ripieni, in crocchette. E naturalmente i Dolmades, uno dei piatti più conosciuti in tutto il mondo. Si tratta di foglie di vite (o di cavolo) ripiene di riso, preparate con olio, cipolle, aneto, menta e limone. Per quanto la pasta praticamente non compaia mai sulle tavole greche, il riso invece è conosciuto e apprezzato. Non è uno degli alimenti base della dieta locale, ma si trova sia tra gli antipasti, come visto, sia in portate in cui è il protagonista principale. Non dovrebbe stupire più di tanto, dopo aver visto come gli ingredienti della cucina greca siano quelli tipici dell’area mediterranea e come questa cucina abbia influenzato quelle di tutta l’area, scoprire che anche in Grecia sono conosciuti, e molto apprezzati, i pomodori di riso. Che sono sostanzialmente identici a quelli che allietano le tavole italiane: si tratta di farcire grossi pomodori con un composto di riso, sugo di pomodoro, cipolle, olio d’oliva, prezzemolo, e infornare. E il riso può essere usato come ripieno anche per altre verdure, insieme alla carne, come le zucchine o le melanzane; i peperoni ripieni al riso col pomodoro si chiamano Piperies yemistes. Ma il riso compare anche in ricette come riso e spinaci, semplici e gustose. Altro piatto tipico è il Giouvarlakia: sono polpette di riso, trattate essenzialmente con albumi e succo di limone. Il riso alla greca può essere condito con pomodori, olive e peperoni; e questo cereale compare anche come contorno, ad esempio dei piatti di carne di agnello, o come ingrediente delle zuppe, come la Maghiritsa, a base di frattaglie d’agnello. E per finire, esistono anche i dessert. Il dolce di riso è a base di riso, yogurt greco, frutta secca, frutta candita, mandorle e miele. Il risogalo, una specie di budino di riso, si prepara facendo cuocere il riso nel latte e aggiungendo zucchero e, per chi vuole, anche cannella. 3 ZUPPE E VERDURE Il pesce, sì, soprattutto lungo la costa; la carne, certo, prevalentemente ovina, fondamentale nell’entroterra; ma lo straordinario mix di colori e sapori che domina sulle tavole greche si deve in larga parte alle verdure. Sarà banale, per un paese che si protende nel Mediterraneo, sottolineare che l’alimentazione si basa proprio sull’omonima, e tanto decantata dai nutrizionisti, dieta. Banale, ma esatto: se si parla di Grecia si parla di olio d’oliva e trionfo di verdure tutto l’anno. Servite in ogni forma, con ogni metodo di cottura, in ogni momento del pasto e in ogni stagione; che si tratti di aprire lo stomaco, magari accompagnandosi con l’ouzo, di riscaldarsi con una zuppa che difende dall’inverno, di affrontare l’estate con più leggerezza con gli ortaggi crudi. Alla griglia, bollite, fritte, in tortini, in insalata, le verdure, di tutti i tipi, spadroneggiano nella gastronomia greca; anche nei piatti fondi, perché in Grecia la pasta è ben poco diffusa, e il classico primo è proprio una zuppa, magari accompagnata da carne o pesce, o semplicemente affidata al gusto degli ortaggi. Della magnificenza degli antipasti greci si è già parlato: ogni tavola ellenica che si rispetti non rinuncia a presentare i suoi mezedes, dai più semplici, come le ottime olive, ai più complessi, e qui si spazia dalle frittelle di cipolle e patate, alla crema di melanzane, lamelitzanosalata, da spalmare sul pane. Non mancano naturalmente i pomodori, le zucchine, i legumi. Senza contare che una variante dei celebri dolmades, gli involtini di riso, prevede che siano realizzati non con foglie di vite, ma con cavoli. E se parliamo di primi, dovendo escludere la pasta e quindi considerando solo il riso, le verdure lo accompagnano spesso e volentieri, come ad esempio nella ricetta tipica del riso con gli spinaci. Ma, finito di degustare l’ouzo, assaggiata l’ultima oliva, assaporate le crocchette, è tempo di iniziare davvero il pasto, e di farlo con la prima portata tipica della cucina greca, le zuppe. La più nota e amata, a ragione, tra le zuppe greche, è quella di pesce. Si chiama Psarosoupa e propone pesci freschissimi, in genere dentici o pagri, con verdure come cipolle, carote, patate, sedano, volendo il riso, e come condimento l’immancabile olio di oliva e il succo di limone. In madrepatria è un piatto molto richiesto e viene cucinato con particolare dedizione, tanto che spesso è utile ordinarlo in anticipo nei ristoranti; ma per chi si vuole cimentare ai fornelli e ha familiarità con la cucina di pesce, è sufficiente cuocere prima le verdure in acqua abbondante aromatizzata con foglie d’alloro, per circa un’ora; quindi passare il tutto e aggiungere il pesce già pulito; se si desidera provare la variante col riso è necessario togliere il pesce appena pronto, cuocere il riso nello stesso brodo, e a fine cottura aggiungere di nuovo il pesce. La ricetta col riso prevede anche l’aggiunta di una salsa realizzata con due uova, limone e brodo (in questo caso si parla di Psarosoupa Avgolemo). Una delle zuppe più famose a base di carne invece è la Maghiritsa, che la tradizione vuole venga preparata, con spalla e frattaglie d’agnello, il sabato santo, per essere gustata nella notte che porta alla Pasqua, dopo i giorni di magro della quaresima. Le frattaglie vanno lavate molto bene e devono essere soffritte prima di aggiungere l’acqua per farle bollire. Anche questa ricetta prevede l’avgolemo, il brodo di uova e limone. Se invece si vuole puntare su una ricetta 4 totalmente vegetariana, un piatto da provare è la zuppa di lenticchie e pomodoro, insaporita con cipolla, aglio, olio, peperoncino e alloro; ma si va sul sicuro anche con la Fasolia soupa (di fagioli), la Revithia soupa (con i ceci) e la Chortosoupa, una generica zuppa di verdure in cui si possono sfruttare gli ortaggi di stagione, tra patate, carote, cipolle, pomodori, sedano e zucchine. Le verdure però sono presenti sulle tavole greche in molte altre forme, dalle amatissime torte rustiche alle preparazioni ripiene con la carne o col riso, come i pomodori, così simili alla ricetta italiana, ma anche le melanzane, le zucchine, i peperoni; dagli sformati e i pasticci come la celebre moussaka, a base di melanzane, alle crocchette. E, naturalmente, non mancano le insalate, a cominciare da quella greca per eccellenza. Piatto tipicamente estivo, l’insalata greca è un mix dei migliori prodotti della terra ellenica, dalle celebri olive alla feta, dai gustosi pomodori ai cetrioli, la lattuga, le cipolle, i ravanelli, il tutto condito, naturalmente, con olio d’oliva. Meno leggera, ma altrettanto buona, è l’insalata di fagioli; come abbiamo già avuto modo di vedere, i legumi fanno parte delle tradizioni culinarie greche, e in questa proposta il loro sapore si sposa a quello di pomodori, cipolle, peperoni rossi e acciughe. Ma oltre ai fagioli e ai ceci in Grecia si consumano anche le fave, che si esaltano in composizioni totalmente vegetariane con aggiunta di carciofi e piselli. Per quanto riguarda gli sformati e i pasticci, come già detto il più amato, e conosciuto in tutto il mondo, è la moussaka o mousakas, che può ricordare l’italica parmigiana di melanzane ma che se ne differenzia per un ingrediente fondamentale, vale a dire il macinato di manzo. Il piatto, cotto nel forno, viene preparato alternando a uno strato di melanzane fritte uno di macinato cotto nel soffritto, con pomodoro e vino; il tutto viene poi ricoperto di formaggio. Tra le torte salate, da provare è la Spanakopita: spinaci, feta, e l’ingrediente immancabile delle torte rustiche greche, lapasta phillo. Le fritture vengono spesso servite come antipasti, ma possono anche accompagnare le portate principali; oltre alle già citate crocchette di patate e cipolle, sono ottime le frittelle di zucchine, che vengono grattugiate e mischiate in un impasto con uova, formaggio e farina. Per finire, un altro piatto conosciuto in tutto il mondo, di cui le verdure costituiscono una gustosa variante: i souvlaki, vale a dire gli spiedini. Non esiste una ricetta precisa poiché variano i tipi di carne, gli ingredienti, a seconda dei gusti personali; ma che si decida di usare il maiale, l’agnello o addirittura il pesce, l’aggiunta di verdure tra un pezzo e l’altro non potrà che migliorarne il gusto. CARNE E PESCE Una regione montagnosa, che si affaccia sul mare. Dove i pastori e le loro greggi di pecore e capre sono figure fondamentali sin dai tempi della mitologia ellenica (basti pensare a Pan, divinità di forma per metà caprina), esattamente come i pescatori e il rapporto col mare e i suoi abitanti. Per questo non stupisce che, sulle tavole greche, il derby tra carne e pesce finisca sostanzialmente in parità: se un vero greco non potrebbe mai rinunciare alla carne di pecora arrostita, è anche vero che non si farebbe nemmeno mai mancare tutti i frutti delle pescose coste 5 elleniche, dai pesci ai molluschi ai crostacei. Delle splendide zuppe a base di pesce (la Psarosoupa, o anche la Kakavia) e carne (Maghiritsa) abbiamo già parlato, così come degli antipasti che spaziano dalle gavros marinatos, le alici marinate, allepolpette; ma le preparazioni a base di carne e pesce rappresentano i piatti principali, e la gastronomia greca offre una miriade di ricette che nascono dall’abbondanza di pesci e dall’amore per la carne, non solo ovina, ma anche bovina e suina. Come detto, in Grecia è molto diffusa la carne degli ovini, soprattutto quella di agnello; ma questo non bandisce dalle tavole nazionali manzo e vitello, né tantomeno la carne suina, che vede anzi nel maialino da latte uno dei piatti più amati e caratteristici. Iniziando proprio dai piatti tipici, tra i più noti ci sono forse i Souvlakia, degli spiedini di carne, e il Pita Gyros: la Pita è una specie di focaccia piatta, simile nella forma a una piadina; i Gyros sono bocconcini di vitello serviti con salsa Tzatziki, pomodoro e cipolla; come suggerisce il nome, il tutto viene servito insieme, con la focaccia che raccoglie carne e condimento, ed è un alimento che è facile trovare in ogni città greca, al pari della italiana pizza a taglio. Altrettanto note sono le polpette, che siano fritte, come le Keftedes, o al sugo, come le Soutzoukákia, che hanno una storia particolare. Sono polpette a base di carne bovina, ma questo piatto presenta una variante, che ricorda le italiche salsicce; la ricetta è originaria di Smirne, città che attualmente si trova in Turchia, ma che nell’antichità ha fatto parte del mondo ellenico, tanto che è uno dei centri che si contendono l’onore di aver dato i natali ad Omero; tuttora questo piatto è diffusissimo in Grecia, col nome di Soutzoukakia Smyrneika. Tra i piatti in cui la carne è fondamentale va citata anche la moussaka: una preparazione estremamente gustosa, a base di sugo e melanzane, che differisce dalla “parmigiana” proprio per la presenza di carne. Tornando alla carne ovina, l’agnello allo spiedo, alla brace, arrosto è un piatto nazionale amatissimo; lo spiedo soprattutto è un metodo di cottura molto usato, a cui vengono affidate sia preparazioni a base di agnello, sia di porchetta da latte. L’agnello arrosto prende il nome di ghiouvetsi, mentre le interiora d’agnello alla brace si chiamano kokoretsi. L’agnello inoltre viene usato per preparare gustosi fagottini realizzati con pasta filo e ripieni, oltre che di carne, anche di sugo al pomodoro, melanzane, feta. Per quanto meno diffuso, poiché i greci sono sostanzialmente amanti della carne rossa, sulle tavole elleniche è presente anche il pollame. Una ricetta tipica lo vede abbinato agli okra, ortaggi verdi, di forma conica, che ricordano le zucchine; un’altra preparazione di indubbio interesse gastronomico è il pollo al limone e miele: limone e miele si utilizzano, insieme a olio, aglio e spezie, per la marinata; il pollo viene successivamente arrostito. Carne e pesce vengono dunque consumati su tutto il territorio nazionale, che si tratti di zone costiere o entroterra, soprattutto oggi che trasportare la merce facilmente deperibile è estremamente semplice e veloce; ma come è naturale, le zone dell’entroterra, soprattutto quelle montagnose, presentano, e hanno presentato per secoli, una dieta prevalentemente a base di carne; così come tutte le zone costiere, e soprattutto le isole, hanno sviluppato una straordinaria cucina a base di pesce. Per quanto riguarda la quantità e la qualità del pescato, e la fantasia ai fornelli, la Grecia non ha nulla da invidiare all’Italia; la varietà di pesci è ricchissima, così come quella di crostacei e frutti di mare, e i greci, per quanto amanti della cottura arrosto, si sono sbizzarriti anche con zuppe e fritture. Moscardini, sgombri, gamberi, pescespada, 6 calamari: un ricettario di un’isola greca o il menu di un ristorante siciliano non divergono poi molto, e questo non dovrebbe stupire, visto che il mare, il Mediterraneo, è lo stesso, le temperature anche, e la pesca per secoli è stata la principale fonte di sostentamento degli abitanti dell’una e dell’altra parte. Naturalmente cambiano i nomi: il pesce spada arrostito si chiama Xifias, una Sinagrida non è altro che un dentice, i Garide sono gamberetti, mentre è piuttosto intuitivo che i Kalamarakia siano calamari. La ricetta di pesciolini conditi con olio e limone e servita con vino resinato si chiama Marida oMarides, e l’insalata a base di uova di pesce è la Taramosalata. I crostacei vengono spesso serviti in insalata, ad esempio con feta e olive e pomodori, come i gamberi; i calamari ripieni sono un piatto tipico veramente ottimo, che ricorda moltissimo l’equivalente siciliano. Da provare anche le seppie (Krasata) cotte con vino e pomodoro, il baccalà fritto in pastella (Bakaliaros Me Skordhalia) e l’aragosta bollita. PANE, DOLCI E BEVANDE Oltre sessanta diversi tipi di pane, di frumento o d’orzo, con semi di sesamo o di cumino, a forma di fiore o di sfilatino, profumati di olio, miele o erbe, dedicati agli dei o pensati per essere assaporati con un vino dolce: nell’antichità, in Grecia, il pane non mancava di certo. Ogni città aveva le sue varietà, le specialità, le tradizioni a cui si legava la produzione e il consumo di pane, e su ogni tavola trionfava quello che era a tutti gli effetti un alimento irrinunciabile. Migliaia di anni dopo non si venera più Demetra, la dea delle messi, ma i pasti greci continuano ad essere impreziositi dai pani locali. Il più noto è certamente la Pita, anche perché, essendo una focaccia di facile preparazione e ottima per essere farcita, accompagna tante specialità: si è già parlato del Pita Gyros, piatto tipico di bocconcini di vitello serviti con salsa Tzatziki, pomodori e cipolle, e contenuti appunto in una Pita. La focaccia può anche contenere il Souvlaki, ed è di facilissima realizzazione: gli ingredienti contemplano semplicemente acqua, farina, lievito, olio d’oliva, zucchero e sale. L’impasto va lasciato riposare e successivamente se ne ricavano delle palline da schiacciare e infornare, per ottenere la tipica focaccia tonda greca. Altrettanto comune è lo Psomi horiatiko, con erbe e semi di sesamo, che veniva spesso realizzato in casa; caratteristico e molto antico è il pane biscottato a forma di pagnotta, ilPaks imadya, che può essere conservato per lungo tempo. Una preparazione particolare è il “Christopsomo”, il pane di Cristo, che viene impastato e infornato la vigilia di Natale e presenta una croce incisa sulla superficie. Il pane viene inoltre utilizzato in tantissime ricette, tra cui quella delle caratteristiche polpette di pane. Per quanto riguarda i dolci, sono letteralmente “dolcissimi”: anche quando (molto raramente) tra gli ingredienti manca il miele, il sapore è comunque estremamente zuccheroso; questi prodotti sono molto influenzati dalle usanze della regione più orientale del Mediterraneo, e abbondano in ingredienti tipici come miele, frutta secca o mandorle, mentre la base più amata è la pasta fillo (o sfoglia). Sono di sfoglia ilGalaktomboúreko, con la crema; il Kataífi, con mandorle e sciroppo; il Baklavás, con mandorle e miele, mentre frutta secca, cannella, pistacchi e miele sono alla base deiMelomakárona. Esistono poi marmellate, crostate, biscotti, e i dolci tipici di 7 determinati periodi dell’anno. I Kourabiédes sono i caratteristici biscotti natalizi, a base di mandorle; a fine anno si prepara il Vassilopitta, in cui viene inserita una moneta che porterà fortuna a colui al quale toccherà la fetta giusta; a Pasqua, il dolce tipico è loTsoureki, una ciambella con un uovo dipinto di rosso. Con il riso, il latte e la cannella viene preparato il Rizogalo. Il Baklavàs è forse il più conosciuto tra i dolci greci, e non è di difficilissima realizzazione; per chi vuole provare a cimentarsi, gli ingredienti contemplano pasta fillo (tirata sottilissima), mandorle, noci e pistacchi tritati, cannella in polvere, chiodi di garofano, burro e inoltre uno sciroppo da realizzare con miele, zucchero, acqua e limone. Su ogni strato di sfoglia (almeno dieci, se non dodici) va spennellato del burro fuso; a metà del dolce va inserito l’impasto tritato, e poi vanno adagiati i restanti strati di pasta, sempre divisi dal burro fuso. La particolarità di questo dolce è la tipica forma a rombo, che si ottiene con un coltello affilato bagnato in acqua caldissima; successivamente il composto va infornato, e servito con lo sciroppo di miele realizzato a parte. Per quanto riguarda gli alcoolici, dell’Ouzo si è già parlato; lo Tsipouro assomiglia un po’ all’Ouzo, anche se ha un sapore d’anice più marcato. Il vino più amato è probabilmente la Retzina, un bianco secco resinato; per chi preferisce sapori meno resinati, il Kokkineli è un altro vino molto diffuso, rosato. I vini in bottiglia si presentano in diverse varietà, adatti ad accompagnare carne, pesce, formaggi e dolci; alcuni provengono da luoghi caratteristici, come l’Olimpo o il Monte Athos, o l’isola Santorini, che produce un vino omonimo; tra i vini dolci, caratteristico il Samos; il Mavrodafni, un rosso scurissimo usato a fine pasto, può richiamare il Porto. La birra, soprattutto alla spina, non è molto diffusa; tra i superalcoolici gode di una certa fama il brandy, soprattutto il Metaxa. Per finire, la bevanda più nota della Grecia è il caffè; attenzione, perché il caffè greco differisce in modo sostanziale dal classico espresso italiano. Si prepara in un bricco con acqua e zucchero, componente fondamentale è la schiuma, e si degusta lungo l’arco dell’intera giornata. A seconda della quantità di zucchero aggiunto può essere particolarmente dolce (glikos), “medio” (metrios) o amaro (sketos). 8