“The precious time of your existence is now to come Don`t throw your

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“The precious time of your existence is now to come Don`t throw your
Epica
“The precious time of your existence is now to come
Don't throw your life away by cheating time” – Dance of Fate
La prima volta che ho sentito
questo gruppo è stata per caso.
Stavo vagando senza meta per
Bearshare, cercando senza prestare
troppa attenzione nuove canzoni,
selezionando quelle che mi
ispiravano di più per il titolo o per
i cantanti…
Ed è stato sempre per caso che ho
selezionato
questo
gruppo.
Caricate senza tanti complimenti nel mio scassatissimo
lettore mp3, ho ascoltato le loro canzoni solo dopo
qualche giorno. “Sì, niente male, buon sound, lei gran
bella voce, lui esagera un po’ con il growl…
Praticamente non si capisce un’acca. Ma dettagli…”: è
stato quello che ho pensato con la testa come sempre
altrove.
Dopo qualche tempo e ripetuti ascolti, scoprendo che
questo gruppo non era poi tanto sconosciuto quanto
ingenuamente credevo, mi sono informata un po’,
rimanendo abbastanza sorpresa dalla loro nazione
d’origine, i Paesi Bassi, diversamente dalla maggior
parte delle band symphonic metal più note, di origine
scandinava (Nightwish e Sonata Arctica, intendo).
Le loro canzoni sono un continuo alternarsi di cori
maestosi, orchestrazioni da colonna sonora, chitarre
potenti, melodie epiche ed un mix fra il growl di Mark
e la soave voce di Simone, con numerosi richiami a
melodie arabe e orientali e testi in latino (ebbene sì… il
latino vive ancora nella musica…). Per quanto riguarda
i temi, se cercate solo struggenti canzoni d’amore,
allora questo gruppo non fa per voi: vi sono testi a
proposito di filosofia, teologia, apocalissi (con
particolare attenzione all’ormai nota a tutti profezia dei
Maya sul 2012), psicologia, denuncia sociale. Ma
anche dolore, illusioni, sentimenti e sì, anche amore,
ma soprattutto emozioni.
La loro formazione è relativamente recente:
inizialmente con il nome di Sahara Dust, la band nasce
dall’incontro di Mark Jansen, chitarrista e vocalist
growl, e di Simone Simons, la sua ragazza nonché
vocalist. Nel giro di poco tempo, si
aggiungono Jeroen alla batteria, Coen
alle tastiere, Ad alla chitarra e Yves al
basso, quasi tutti provenienti da
precedenti esperienze di gruppo.
Nel novembre dello stesso anno viene
registrata la prima demo, con due
canzoni e dalla tiratura limitata, Cry
for the moon; il mese successivo i
ragazzi si esibiscono in Olanda come
supporter degli Anathema.
Pochi mesi dopo, il nome della band
passa da Sahara Dust all’evocativo
Epica, in onore dell’omonimo
album del 2003 dei Kamelot, e
viene inciso il primo album, The
Phantom Agony.
Due anni e un dvd dopo, la band
torna in studio, e nell’aprile del
2005 esce Consign to Oblivion, il
loro secondo disco, ispirato ai
Maya. Nel giro di soli cinque mesi,
i ragazzi sfornano un terzo disco in
tempo record, The Score – An Epic Journey.
Passano altri due anni, il successo cresce, i fan si
moltiplicano anche al di fuori della loro terra d’origine.
Nel 2007 esce il disco The Divine Conspiracy,
caratterizzato da un metal molto sinfonico con
numerosi passaggi orchestrali, acustici e con atmosfere
che tendono a creare passaggi adatti a colonne sonore
di film.
Nel frattempo lo stato di salute della cantante, malata
di MRSA (cioè da Stafilococco aureo meticillinaresistente, una forma di infezione da batterio resistente
all’antibiotico) ha provocato la cancellazione di alcune
date in Sudamerica e del successivo tour mondiale del
2008, ma lentamente si è ripresa: e quest’anno, dopo la
partecipazione al Gods of Metal (il più grande festival
heavy metal italiano, a cui quest’anno hanno
partecipato anche i Dream Theater e Tarja Turunen,
l’ex-cantante dei Nightwish), il concerto del 27 ottobre
è stato un successo.
Dalla prima nota, hanno catturato i fan. Presenza
scenica fantastica, sound perfetto, carica a mille, una
voce divina da far salire i brividi lungo la spina
dorsale… ( e pure nonostante un paio di tizi dietro che
cercavano di emulare il growl di Mark con l’unico
risultato di spaccare i timpani a chi come me aveva la
fortuna di trovarseli alle spalle). È stato proprio un
crescendo di emozioni. Da ascoltare in silenzio, senza
osare cantare, non solo per l’incapacità di raggiungere
note così alte, ma soprattutto per non spezzare quella
specie di bolla che avvolgeva l’intera platea
dell’Alcatraz e che non permetteva a nessuno di
sottrarsi a quella magia.
Nel parte europea del tour, gli Epica
sono supportati da due gruppi
symphonic metal/progressive metal, i
Sons of Season, tedeschi, e gli
Amberian Dawn, finlandesi, questi
ultimi caratterizzati da un stile che
unisce Epica, Sonata Arctica e
Nightwish, soprattutto grazie alla voce
dolce e allo stesso tempo forte della
vocalist.
Laura ^^