“Rise Of The Warlords”tentano

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“Rise Of The Warlords”tentano
Assedium
Mercoledì 04 Marzo 2009 20:44 - Ultimo aggiornamento Domenica 07 Aprile 2013 17:35
Epici e bellicosi, ma anche molto simpatici e scanzonati, gli Assedium con il loro nuovissimo
“Rise Of The Warlords”tentano di portare avanti con onore e coraggio il vessillo dell’epic metal
italiano, dopo che tante /troppe band della penisola si sono perse per strada o hanno “tradito” la
purezza del sound epico originario. In alto i calici, gli scudi, le spade, le selle di drago, e tutto
quello che avete! Che l’intervista a Drake (basso) e Guido (chitarra) abbia inizio ....
- Ciao ragazzi, innanzitutto grazie di aver accettato l’intervista per la webzine. E’ un
piacere ospitarvi sulla nostra astronave spaziale aliena :-)
- Drake: Grazie a voi per l’opportunità e lo spazio che dedicate al nostro gruppo! È sempre un
piacere per noi. Guido: Grazie mille per il benvenuto, fratelli dello spazio! Tanto che ci siete
potreste darmi un passaggio per il primo buco nero? Voglio vedere se riesco a tornare indietro
nel tempo fino all’era hyboriana!
- Faremo del nostro meglio, eh eh! Intanto parliamo del vostro nuovo album, “Rise Of
The Warlords”, fuori da una manciata di giorni; benché sia piuttosto presto per formulare
giudizi e trarre bilanci, come stanno andando per ora le cose, sia con il pubblico che con
i media?
- D.: Nel suo ambito ritengo che “Rise Of The Warlords” abbia riscosso un discreto successo sia
dal pubblico che dalla critica, quindi siamo pienamente soddisfatti sotto questo punto di vista,
anche se stiamo parlando di un ambito prettamente “underground”, quindi non saprei proprio
dirti come è stato accolto il disco in un contesto più ampio, aspettiamo fiduciosi i primi risultati
ufficiali!
- Come sono avvenuti i vostri contatti con la My Graveyard Producions e come vi state
trovando con la label bresciana?
- D.: Il titolare della My Graveyard Productions ha acquistato il nostro demo come se fosse un
fan, senza neanche dirci che gestiva una casa discografica, quindi non immaginavamo neanche
che ci capitasse questa grande occasione! Ovviamente abbiamo subito accettato di lavorare
con loro e tuttora ci troviamo benissimo, anche perché si tratta di un’etichetta mossa dallo
stesso spirito underground che ha sempre caratterizzato il nostro gruppo.
- Personalmente vi ho conosciuto attraverso il demo “Far From Light”; molte delle
canzoni contenute in quel demo sono per altro confluite sul nuovo album. Come e
quanto ritenete di essere progrediti da allora?
- D.: Abbastanza, infatti non è un caso se abbiamo ripreso quasi tutti i pezzi del demo,
volevamo conferirgli un aspetto più “professionale”. Le nuove composizioni sono forse più
complesse e mature e anche l’esecuzione è migliorata. D’altra parte noi stessi ammettiamo che
a giudicare dai pezzi presenti sul demo si intravedeva un buon margine di miglioramento…
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Assedium
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ahahah!
- Oltre all’Italia, vi state guadagnando un buon seguito anche a livello internazionale, ad
esempio in quelle zone dove il cosiddetto epic metal è molto sentito, vedi la Grecia?
- D.: Pare di si, anche in Germania sembra che ci sia un discreto interesse… La Grecia la
consideriamo parte di un’unica scena “mediterranea” insieme all’Italia, viste le affinità di gusti,
attitudini e passione. In ogni caso questo non può che riempirci di orgoglio!
- Il pubblico dell’epic metal ama spesso riferirsi a concetti quali tradizione, purezza, et
similia. Voi come vi ponete di fronte alla annosa questione della “truezza”, ovvero delle
polemiche su quale gruppo sia veramente “true” e quale no, su chi possa fregiarsi del
titolo di “defender” e chi no, se il metal degli anni ’80 sia “moralmente” superiore a
quanto prodotto successivamente, fino ad arrivare alla disamina del look più “giusto” e
adeguato di una band rispetto ad un’altra, o addirittura delle copertine dei dischi,
eccetera .... Ritenete che tutto questo abbia veramente un senso, o molto
semplicemente: ascolto un disco - mi piace /ascolto un disco - non mi piace?
- D.: Le due cose coincidono in modo naturale, senza che sia necessario porsi troppi problemi.
- G.: Vedi, ricamarci troppo intorno non ha poi tanto senso secondo me, sai? In fin dei conti, chi
ha acciaio fuso a posto del sangue certi concetti li comprende con naturalezza, e si rende conto
in maniera istintiva della loro essenza. Per me è immediato capire che gente coi capelli rasta, i
pantaloni bracaloni, il trucco sugli occhi, le facce da depressi derelitti, non ha nulla a che fare
con l’heavy metal… è un riflesso condizionato e sub-cosciente che ogni buon metallaro ha nel
proprio DNA. Vogliamo energia, vogliamo potenza, vogliamo sincerità, vogliamo cuore: del look
in fin dei conti non ce ne frega poi tanto, basta che non ci fate vedere vestiti trendy e alla moda
o roba commerciale del genere… I lettori che la pensano come me sanno quello che dico! Il
bello è che tutto questo corrisponde praticamente in ogni caso al semplice, meraviglioso
meccanismo del “mi piace/non mi piace”. Tanta gente potrà dire che sono prevenuto… io dico
invece che ho le idee ben chiare nella testa, e i dischi giusti nello stereo!
- Nei prossimi mesi avete date live in programma anche nel centro e nel sud Italia, a
supporto dell’album?
- D.: Purtroppo no… la prossima data sarà il 7 Ottobre a Brescia, a fianco di Dark Quarterer e
Twilight Zone. E un'altra con i Sacred Steel, Rain e Battle Ram.
- G.: A me piacerebbe molto organizzare una data dalle mie parti (le Marche)… vedo quello che
posso fare perché ci terrei tanto a suonare in patria! Fra l’altro, non è che qualcuno ci organizza
una data ad Agrigento, nella Valle dei Templi? Pago io tutto quanto purché ci sia da bere.
- Una band che ha contribuito a riportare in auge l’epic metal in Italia è stata sicuramente
quella dei Domine, che a partire dal loro terzo album, “Stormbringer Ruler” hanno però
contaminato l’epic metal ottantiano alla Manilla Road /Omen /Cirith Ungol con ritornelli di
stampo più tedesco e mainstream, fino alle più recenti derive settantiane e sinfoniche.
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Assedium
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Cosa pensate di un simile percorso? Potrebbe capitare anche agli Assedium?
- G.: Sarò sincero: non ne ho idea! Non penso molto quando scrivo un brano, e anche dietro a
“Rise Of The Warlords” non c’è stato un progetto particolare: ogni brano è nato in un’occasione
diversa, secondo esigenze compositive diverse, per rappresentare qualcosa di diverso. Un
vecchio proverbio dice che “dalle querce non spuntano melarance” quindi tutto quello che esce
dalle nostre mani fa parte degli Assedium… perché gli Assedium siamo noi! Mi sono accorto
che stiamo tendendo a realizzare brani più d’impatto a livello melodico… ma anche più
complessi nella struttura. Forse stiamo un po’ perdendo quella patina particolarmente oscura
che ci contraddistingueva all’inizio della carriera, ma qualche brano quasi doom in cantiere
provvederà a correggere il tiro! Ah, a proposito: “Champion Eternal” dovrebbe essere citato a
fianco della pizza, del caffé, di Michelangelo, di Leonardo, della Ferrari e di Dante Alighieri
come uno dei più raffinati prodotti che l’ingegno italico abbia donato al mondo… oltre,
naturalmente, a “The Etruscan Prophecy” dei Dark Quarterer , e soprattutto “Fede Potere
Vendetta” dei Rosae Crucis!
- Quali gruppi state ascoltando al momento e, più in generale, quali ritenete essere le
principali influenze degli Assedium a livello di songwriting?
- G.: Chiedere a me quali gruppi sto ascoltando è una lotteria: ogni settimana “ruoto” i miei
ascolti sulla base delle necessità del momento. Diciamo che oltre all’ovvia base costituita da
Iron Maiden, Judas Priest, Black Sabbath, Manowar e Virgin Steele c’è una miriade di band che
adoro, soprattutto nell’underground contemporaneo e degli eighties… attualmente nel mio
stereo gira spessissimo il primo dei Dark Quarterer, “Pile Of Skulls” dei Running Wild, “Frost
And Fire” dei Cirith Ungol, “Corazon de Metal” dei Muro e l’ultimo disco degli Iron Maiden
(incredibilmente sopra ogni aspettativa, tra l’altro). A livello di songwriting il discorso è un po’
complesso: riassumiamo la questione dicendo che l’heavy metal americano d’intenzione epica
ci influenza in ogni modo possibile, oltre ovviamente alle band imprescindibili già citate. Manilla
Road, Omen e Cirith Ungol sono sicuramente le pietre di paragone primarie, ma non
dimenticherei il sound più USA di band come Metal Church, Jag Panzer e Vicious Rumors, da
anni e anni tra i miei preferiti.
- Per quanto riguarda i testi, in ambito strettamente fantasy vi sentite più affini alla
letteratura di stampo tolkeniano oppure a quella heroic fantasy alla Howard e Moorcock?
- G.: Per quanto mi riguarda, ad ogni scrittore contemporaneo preferisco i classici del passato
(Omero, Dante, Eschilo, Virgilio, Lucrezio, Tacito, eccetera), ma parlando di uomini del nostro
tempo beh, il mio preferito resta H. P. Lovecraft. Oggi in pochi si ricordano dell’impatto che
questo autore ha avuto sull’immaginario heavy metal, e limitano il discorso alla sola fantasy
vera e propria (dimenticando, tra l’altro, che il genio di Providence si è cimentato anche con
questo genere, sfornando vere e proprie perle).Parlando di Howard e Moorcock, beh, sono i
miei due autori preferiti in ambito fantasy propriamente detto, anche se non ho letto tutto di loro.
Di Howard adoro la saga di Conan, tra le cose più energiche, vitali ed esplosive mai uscite da
una penna, mentre di Moorcock ho letto con passione quasi feroce l’intera storia di Elric di
Melniboné (da cui è nata “Messenger Of Chaos”). Che dire, fantasy è una definizione riduttiva
per un libro del genere… le atmosfere folli, il personaggio incomprensibile ma terribilmente
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Assedium
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affascinante del principe albino, le avventure in universi paralleli al limite dell’incoerenza
totale… è un viaggio nella mente!
- Cosa manca secondo voi alla scena italiana rispetto a quelle estere, se ritenete che sia
deficitaria di qualcosa?
- G.: Cosa ci manca? Ci mancano Brian Slagel e Bill Metoyer, ah ah ah! Se in un ambiente
dispersivo e gigantesco come il nord America questi due eroi sono riusciti a scovare e
valorizzare band come Cirith Ungol, Omen e Witchkiller, pensa nella piccola Italia cosa
avrebbero potuto fare… alla festa della birra sottocasa avrebbero suonato i nuovi Sword,
altrochè! Dai, scherzi a parte penso che, allo stato attuale delle cose, con l’heavy metal ridotto a
un culto per pochi e inossidabili fan, non credo ci si possa lamentare.
- Cosa potete raccontarci dell’avvicendamento in formazione che ha riguardato la voce
della band?
- G.: “Luca, come saprai siamo senza cantante… tu sei la persona migliore che conosciamo, sei
un amico, un cantante della Madonna e un epic metal specialist: vuoi salire a bordo”?
- “Allora lo sai!”. Più o meno è avvenuto tutto così: con Luca “Fils” Cicero ci conoscevamo già
da un pezzo, e quando Marco ha deciso di mollare è stato il primo a cui abbiamo pensato (dopo
qualche tentennamento dovuto alla distanza… il quartier generale è a Milano e lui è a
Viareggio!). La fiducia riposta nei suoi confronti è stata ripagata da un entusiasmo senza
precedenti, dalle migliori esibizioni live mai avute dalla band e da un affiatamento ancora
maggiore a livello umano… potevamo chiedere di più? Proprio no. E ora basta sennò lo viziamo
e ci si adagia sugli allori!
- Angolo dell’umiltà: il principale pregio e il peggior difetto degli Assedium?
- G.: Il principale pregio: siamo una cricca di simpaticoni, ragazzi freschi e spigliati, senza peli
sulla lingua, ognuno con i suoi interessi e le sue passioni, imbevuti di eroismo cinematografico e
letterario e penso, sinceramente, che in nostra compagnia ci si diverte. Il peggior difetto: uhm, a
volte direi che difettiamo d’impegno e serietà… e io dal vivo faccio sempre qualche casino tipo
staccare cavi, buttare giù aste del microfono e via dicendo.
- Un messaggio per i nostri lettori...
- G.: Ragazzi, l’ora della vendetta sta pian piano arrivando: verrà il giorno che questo mondo di
bastardi, traditori e lingue di serpe si renderà conto che c’è ancora chi ha il cuore puro, e che
non siamo disposti a farci mettere i piedi in testa in nessun modo possibile. The guitar is our
sword, we fight till we die… Rock’n’roll is our lord ‘till the very last sigh!
- Ok, grazie del vostro tempo e della vostra disponibilità. A presto ed in bocca al lupo per
il futuro!! Ciao!
- G.: Ave a tutti… ci vediamo sotto il palco!
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