il bullismo
Transcript
il bullismo
COSTUME LUOGHI A RISCHIO: SCUOLA E AMBITI GIOVANILI IL WEB CASSA DI RISONANZA Seri episodi di forme di bullismo portano ancora una volta in primo piano problematiche legate al mondo della scuola e della adolescenza. Troppi i casi di vessazione da parte di adolescenti nei confronti di coetani inermi o contro chiunque sia più debole o timido che si ripetono con frequenza, in varie scuole italiane, al nord come al centro e al Sud, vedono quali protagonisti minori, autori o vittime di violenze e di umiliazioni nei confronti dei più deboli, censurabili su di un piano morale e spesso, anche rilevanti penalmente. 34 di Carmelo Calabrò IL BULLISMO UN FENOMENO PREOCCUPANTE DEL NOSTRO TEMPO COSTUME Il quadro è veramente sconcertante e non si tratta più soltanto di un campanello di allarme, ma della crisi di una società come testimoniano le notizie giornalistiche che, negli ultimi tempi, sono sempre più frequenti. Davvero pesante ripercorrere il repertorio, non certo edificante, degli episodi di bullismo verificatisi in alcune aule scolastich di ogni ordine, grado, ad ogni latitudine: “un ragazzo tormentato dai compagni di scuola che lo prendevano in giro dicendo che fosse gay, ha scelto tragicamente di togliersi la vita; una ragazza più sfrontata che timida, mostra il tanga ridottissimo sotto jeans a bassa vita dietro la lavagna e davanti ad una smarrita professossa, un'altra adolescente così lontana e così diversa, ripresa dai telefonini dai compagni si dedicava consenziente e così disinvolta ad atti erotici durante la lezione, ragazzi sguaiati, babybulli che affollano le aule e tirano una sedia contro la professoressa, insegnanti scherniti con bravate stupide, sconcertanti e trasformati in caricature senza rispetto, c'è chi aggredisce l'insegnante e lo minaccia perché vuole "fumare uno spinello, spogliarelli particolareggiati in classe durante l’attività didattica,, licei allagati per far sospendere le lezioni, c’è chi forte dell’appoggio materno picchia l’insegnante “colpevole di aver dato un brutto voto”.“un gruppo di studenti che prende in giro e picchia un compagno disabile il tutto regolarmente filmato con il telefonino e poi scaricato il video di questa “impresa” con agghiaccianti flussi di fotogrammi su internet scatenando solo allora un caso nazionale ; adolescenti (ragazzi da non rinunciare a farsi chiamare “fighetti”, scusate il termine, ma è proprio questo il volgare epiteto che si erano autoassegnati) che danno tranquillamente del tu a chi sta in cattedra che poi per noia e pesante indifferenza manomettono i computer sfondano le finestre e imbrattano i muri della scuola, altri ragazzi più sfrontati e per nulla preoccupati staccano dal muro dell’aula della scuola per fare a pezzi il Crocifisso; La lista potrebbe continuare a lungo, perché ogni giorno nasce qualcosa di nuovo. Gli episodi che i media hanno registrato, purtroppo, poco o niente hanno a che fare con la “semplice bravata”, più spesso si tratta di violenza vera e propria e dimostra un sempre precoce ingresso nell’aria della devianza penale. Il problema inquietante del bullismo tocca, non soltanto la scuola, come responsabile della formazione delle nuove generazioni ma riguarda tutti noi, e deve indurci a riflettere. Si tratta di ragazzi, dei nostri ragazzi, che stiamo perdendo per strada. A scanso di equivoci, prima di analizzare il fenomeno del bullismo vorrei precisare che il mio obiettivo non è quello di dimostrare che “ i ragazzi, studenti e adolescenti” nelle scuole sono violenti, esageratamente agressivi e privi di remore morali. Al contrario, mi interessa evidenziare come “solo alcuni ragazzi” siano spesso essi stessi vittime di meccanismi mentali distorti (quali: “per essere importante e farsi notare è necessario infrangere le regole, calpestare gli altri, superare ogni limite di comportamento per stupire e dominare ad ogni costo gli altri). Un bollettino di guerra che da sud al nord serpeggia e si insinua in tante città italiane e sta toccando punte elevate creando uno scenario veramente sconvolgente e triste che ci riempe di sgomento. E ancora una volta la scuola, alcune aule irrequiete finiscono sotto i riflettori della cronaca e nel polverone dei mass media. Tutti puntano il dito accusatore contro professori, la loro impotenza educativa crea deresponsabilizzazionee nei confronti dei minori loro affidati. E’ vero che la scuola italiana vive grandi turbolenze e soffre problemi e sente l’esigenza di notevoli cambiamenti. Non mancano anche casi in cui sono stati a volte alcuni docenti a compiere azioni condannabili o eccesso di correzioni. Faccio ormai fatica a sopportare i commenti ancora una volta gettati sulle spalle della scuola. L’Italia impara ad associare il termine 35 costume bullismo alla scuola, tuttavia questo fenomeno non deve assolutamente spingere a svalutare ingiustamente la qualità della scuola italiana, che è fatta soprattutto di realtà positive e che cerca ancora di contrapporsi, con tutte le forze a disposizione, a “quella modernità” costituita dal deragliamento di valori derivante da un mondo esterno che sta andando, ormai, da tutt’altra parte. Secondo statistiche attendibili il 50,2% degli studenti delle elementari ha subito prevaricazioni. Il bullo “maschio” che spunta nelle nostre scuole e nelle diverse compagnie giovanili si nutre della compiacenza silenziosa di chi guarda e per la stragrande maggioranza è coinvolto in fenomeni di bullismo di tipo fisico (calci, pugni), mentre le cosiddette “Bulle” tendono a prevaricare in maniera ripetuta le compagne isolandole e escludendole dal gruppo scolastico. Secondo il 6° rapporto Nazionale sulla Condizione dell'Infanzia e dell'adolelscenza il bullismo è molto diffuso: il 43,2% dei bambini tra i 7 e gli 11 anni dichiara di subire in modo continuativo dei brutti scherzi; il 39,6% afferma di ricevere provocazioni e prese in giro reiterate, mentre il 33,6% viene offeso; il 20,2% si dichiara minacciato e il 12,6% subisce furti di cibo o altri oggetti e il 12,1% sostiene di essere vittima di maltrattamenti ripetuti da parte di coetanei, spesso e compagni di scuola. Altre ricerche ci informano che in Italia sette scuole su dieci denunciano comportamenti violenti e di prepotenza tra gli studenti. I maschi sono coinvolti nel bullismo in misura nettamenmte maggiore, ma il fenomeno si fa strada anche tra le femmine. Molti alunni vittime di bullismo non ne parlano con nessuno (39%), chiudendosi nel proprio guscio mentre coloro che ne parlano ad un adulto scelgono un genitore o un amico pittosto che un insegnante . E’ pur vero che le statistiche vanno lette con le dovute cautele, ma non si possono chiudere gli occhi, perché il problema è molto profondo. Ma che cosè il bullismo? Il termine nasce dalla parola inglese Bullying, che è la descrizione del fenomeno i cui protagonisti sono il persecutore (Bullo) e il perseguitato (Vittima). Il termine è entrato nell’uso quotidiano per definire i vari comportamenti di sopraffazione e violenza in ambito scolastico.Dal punto di vista scientifico si può brevemente descrivere come: “..un’oppressione, psicologica o fisica ripetuta e continuata nel tempo, perpetuata da una persona o da un gruppo di persone più potente nei confronti di un’altra persona percepita come più debole…”. Non mi soffermerò sulle tipologie comportamentali di “devianza” del bullismo ad opera dei ragazzi e di ragazze nei confronti degli stessi compagni nonchè dei contesti adolescenziali in cui si manifesta, sui quali esiste, ormai, una ampia letteratura. Mi limiterò solo a ricordare che i risultati degli studi concordono sul fatto che in particolare nel mondo scolastico moderno italiano sembrerebbero manifestarsi due forme fondamentali di bullismo: forma di bullismo diretta e forma di bullismo indiretta. La prima si articola in prepotenze fisiche, pugni calci, percosse, insulti, derisione, minacce, danneggiamenti di oggetti e cose personali, commesse da parte del bullo o prevaricatore e rivolte direttamente nei confronti della vittima che subisce. Nella seconda, la vittima viene coinvolta in una serie di dicerie sul suo conto, di atteggiamenti di esclusione sociale, con uso di nomignoli, di maldicenze, di prese in giro anche pesanti, ed è condannata all'isolamento. Entrando nei dettagli quest'ultima forma, ancora più strisciante, più psicologica che fisica, viene di preferenza usata dalle ragazze nei confronti delle compagne, mentre i maschi si orientano decisamente sulla prima forma di bullismo, quella diretta. Il Bullismo maschile e quello femminile hanno comunque in comune la capacità di far del male e danneggiare le vittime. Per parlare di bullismo non è sufficiente quindi che si verifichi un singolo episodio di angheria tra studenti e adolescenti, ma deve instaurarsi una relazione che, cronicizzandosi, tende a cristallizzarsi nel tempo e che crei dei ruoli ben definiti: il ruolo di colui che perpetua le prepotenze (BULLO), prepotenze che persistenti, tavolta, durano settimane, mesi e persino anni e il ruolo di colui che subisce le prepotenze (VITTIMA). Questa specificità nel tempo può giungere a coinvolgere anche tutti gli allievi di una classe, seppure con ruoli differenti da quello del bullo, e cioè aiutante del bullo, amico sostenitore del bullo, 37 costume simpatizzante del bullo, difensore della vittima, amico della vittima, sostenitore e supporto della vittima ecc. Quanto ai luoghi prediletti dai persecutori (aree dove si manifesta il bullismo), secondo i pareri dgli psicologi e studiosi, i più frequenti sono all’interno della scuola e soprattutto le aule scolastiche (37%), e a seguire i corridoi (23,1% ), i cortili (22%), gli spogliatoi della palestra e, in genere tutti i luoghi aperti e poco controllati (13,3%), spesso anche il tragitto tra casa e scuola (10,5%). Una nuova moda o meglio una nuova forma di prevaricazione sta esplodendo. E’ il fenomeno denominato “cyber-bullyng”, cioè il mandare sms intimidatori (spesso in modo anonimo) attraverso celluare o ad esempio inviare e-mail offensive o creare delle pagine Web contro le proprie vittime per intimidirle o ricattarle. Oppure documentare le bravate e le imprese nefaste (atti di teppismo,violenze di gruppo, filmare spogliarelli o episodi di sesso tra adolescenti a scuola, o davanti agli amici) con video telefonini di ultima generazione per poi fare finire i filmati di queste imprese in rete su appositi siti, o in banche dati per poter essere così visionati da altri utenti. Questa forma di bullismo è ancora più dannosa per chi nè resta vittima, essa può causargli anche uno stress psicologico di notevole portata. Si precisa che lo stress viene causato non solo da ciò che accade, ma anche dalla paura di ciò che potrebbe accadere. Il “bullo” che spunta nelle nostre scuole o nelle compagnie di ragazzi con la sua mania di protagonismo, (cerca di affermarsi davanti agli amici, di essere un duro e di non aver paura di niente) si nutre spesso della compiacenza sconcertante e silenziosa di chi ( alunni o compagni di classe della vittima) rimane a guardare e non pronuncia una sola sillaba di disappunto o, peggio ancora, si volta dall’altra parte. E ovviamente 38 essere visti mentre ci si comporta da bulli sembra più interessante dell’esserlo mentre si ripete la lezione di latino, di geografia o di storia. Tuttavia la violenza del bullismo sia essa verbale, psicologica o fisica, ha quasi sempre effetti negativi e in diversi casi provoca danni difficilmente reversibili. Le indagini ed i dati da esse risultanti dimostrano che gli studenti che subiscono violenze hanno spesso difficoltà a concentrarsi (dunque influisce negativamente sul rendimento scolastico) per effetto dell’ansia e dei traumi provati; i sintomi immediati manifestati dalla vittima si concretizzano in uno stato di ansia, insicurezza; alcuni ragazzi hanno problemi di insonnia, altri mostrano sintomi legati allo stress; alcuni trovano scuse per non andare a scuola o desiderano essere accompagnati, sono sempre molto tesi, mostrano irritazione nei confronti dei coetani, si chiudono in se stessi in solitudine e hanno diffi- coltà a stringere amicizie. Il Bullismo ha conseguenze negative anche per il bullo poichè se “non smette in tempo”, molto probabilmente, secondo alcune statistiche, ha una buona probalità di incorrere in vicende penalmente rilevanti a causa dei gravi reati commessi. Allorchè sarà adulto e non avrà cambiato il suo atteggiamento prevaricatore continuando ad applicarlo sia in famiglia, sia sul posto di lavoro come con gli amici, finirà col diventare un criminale. Nella battaglia contro questo fenomeno, sostengono gli esperti, è necessaria ovviamente la massima collaborazione di tutte le componenti educative (insegnanti, famiglia educatori, psicologi). Attraverso interventi strutturati e corordinati, nonchè indicazioni chiare occorre arrivare a neutralizzare efficacemente il fenomeno, tenendo presente che nessuno ha la bacchetta magica. Occorre, io credo, però una spinta comune, uno sforzo maggiore da parte, anche delle Istituzioni interessate. E’ giunto il tempo, dei sogni e della speranza. Bibiliografia Ada FONZI "Il Bullismo in Italia" IL Fenomeno delle prepotenze a scuola dal Piemonte alla Sicilia".Giunti Gruoppo Editotriale Firenze ,1997. (Sharp S. e Smith P.K, 1994, School Bullying: Insights and perspectives,Routledge, London) Olweus D. (1993), Bullying at school. What we know and what we can do, Blackwell Publisher, Oxford. U.K (traduzione. it. "il bullismo a scuola. Ragazzi, oppressi, ragzzi che opprimono, Giunti, Firenze, 1996. “il Bullismo nella scuola – Autori Vari -”Consiglio per la Cooperazione Culturale-Sapere 2000 Ed. Multimediali srl Consiglio D’Europa. CENSIS “Rapporto sulla situazione sociale del Paese-2007. Con il patrocinio della CNEL Francoangeli Roma.