“Web in cattedra” Lo scorso 6 Aprile è stato presentato il progetto

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“Web in cattedra” Lo scorso 6 Aprile è stato presentato il progetto
“Web in cattedra”
Lo scorso 6 Aprile è stato presentato il progetto, presso l’aula magna dell’Istituto “Cavalieri”di Milano,
“Web in cattedra” creato dall'Ufficio scolastico della Lombardia con la collaborazione della Polizia Postale,
Ufficio Minori, Microsoft e l'Osservatorio Nazionale Abusi Psicologici.
È un progetto che si ripete periodicamente per potere informare in maniera esaustiva i genitori interessati
per conoscere il mondo del web e i pericoli che questo comporta.
Tutta la documentazione dei vari corsi la trovate in questa pagina web,
http://www.istruzione.lombardia.gov.it/organigramma/uffici/ufficio-9/web-in-cattedra/, ma basta
mettere “Web in cattedra” nel proprio motore di ricerca e viene direttamente indirizzato al corso nella
pagina web del MIUR.
Sono state quattro ore di spiegazioni varie sia dal punto di vista della polizia postale, che si occupa del
monitoraggio e controllo del web, sia da quello dell'Ufficio Minori che si occupa del pronto soccorso famiglie
in difficoltà, monitoraggio del bullismo e cyber-bullismo con la collaborazione degli assistenti sociali.
Personalmente ho apprezzato molto l'intervento della criminologa della O.N.A.P (Osservatorio Nazionale
Abusi Psicologici) dove spiega come si arriva all'abuso, al reato, alla dipendenza del computer-telefonino e
quali sono i sintomi che dobbiamo osservare per capire se qualcosa ci sta sfuggendo di mano, poi un
dirigente Microsoft ha illustrato dei software che permettono di controllare la navigazione nel computer dei
nostri figli.
La Dott.ssa Treffiletti della Polizia Postale ci illustrava la proliferazione degli adescamenti di 12-13enni,
attraverso chat, Fb, Messenger. Come gli adulti si fanno passare per coetanei ed entrano in contatto con le
ragazze tramite chat, per poi chiedere qualche foto (per gioco) dalle foto passano ai filmati, che per evitare di
metterli in rete, chiedono sempre più cose, e cosi in un crescendo che a volte porta al controllo totale
dell'adolescente alla quale capita venga chiesto un incontro nel mondo reale.
Speso i genitori pensano che sia qualcosa che si legge nei giornali, ma loro lavorano con questi casi ogni
giorno in famiglie e ragazzi insospettati persino ragazze di 11 anni, che cominciano per gioco e quando
vogliono uscire non sono più in grado di dominare la situazione.
Soluzione, creare delle regole precise con il ragazzo-ragazza di 12 anni (il fatto che un bambino di meno di 12
anni abbia accesso libero al computer o un profilo su FB non è educativo), accettare l'amicizia solo di persone
che si conoscono, fare capire ai ragazzi che quello che si mette in rete non è più tuo, ti scappa delle mani,
avere rispetto per il prossimo, non postare foto, video, commenti senza il consenso di chi ci appare. Avere
SEMPRE un canale di comunicazione aperto con i genitori, in maniera che il bambino sia consapevole che
per grossa che la abbia combinata, sa che a casa troverà qualcuno che lo possa aiutare.
L'ufficiale dell'Ufficio Minori racconta come lui agisce al momento che il reato è stato commesso.
Divulgazione materiale pedo-pornografico, adescamento minori, questi sono reati che i ragazzi capiscono e
che non compiono, ma attraverso il cyber-bullismo, si può andare incontro a reati di diffamazione,
utilizzazione di un profilo rubato,razzismo...
Così come la Polizia Postale tratta di più con ragazze, nel bullismo le cose si uguagliano, le ragazze
utilizzano il bullismo in maniera più psicologica, agendo sulle altre ragazze per soggiogarle ed isolarle,
mentre i ragazzi sono più legati alla leadership, al controllo e alla violenza fisica.
È uno dei grandi problemi che dà il web, mentre nessuno si azzarderebbe a dipingere su un muro di un
palazzo o parlare male di un professore o compagno ad alta voce o per iscritto su qualche locandina, nel web
sì. Lo schermo li fa sentire protetti, se uno vuole non ha bisogno di mostrare la sua identità, quindi si
esprime senza remore e freni credendo che non ci saranno responsabilità visto che si agisce con uno
schermo, appunto, schermandoci della realtà.
Ma i segnali si possono osservare nei bambini bullizzati, ripetutamente presi in giro, oggetto di derisione, nei
litigi si ritirano piangendo incapaci di affrontare la situazione, gli spariscono degli oggetti o li danneggiano,
appaiono lividi inspiegabili.
I bambini non capiscono il limite che non devono passare, si fa per gioco e non si rendono conto che possono
incorrere in reati, minori, ma reati. In questi casi e una volta accertato il bullismo, la scuola deve fare la
denuncia.
Dopo di che si procede giuridicamente e pagherà le conseguenze penali o di risarcimento.
Indicatori secondari, il bersaglio è sempre fuori dal gruppo ed è sempre l'ultimo ad esser scelto, fa fatica a
fare parte delle attività di gruppo, il bullo ha il suo gruppo di supporto che lo aiuta a isolare lo “sfigato”.
Tende ad avvicinarsi agli adulti cercando protezione.
La vittima non vuole andare a scuola o vuole essere accompagnato, chiede spesso soldi ai genitori, dorme
male e occasionalmente con minzioni notturne incontrollate, è triste, piange, collassa quanto torna a casa
dopo la scuola, non ha amici e peggiora il rendimento scolastico. Di solito il bambino tende a chiedere aiuto
più all'insegnate che ai genitori per vergogna.
Al bullo bisogna insegnare a canalizzare la rabbia in maniera costruttiva e renderlo cosciente dell'effetto
della pressione che esercita sul gruppo verso la vittima e, in molti casi, rispondere in maniera penale dei suoi
atti e farlo cosciente che se si deve risarcire economicamente per diffamazione, è la famiglia che si deve
prendere l'onere per un loro “gioco di potere”.
Evitate di lasciare il computer nella camera dei bambini, dove si collegano senza sorveglianza e fare capire
che l'uso del web è un'attività di famiglia.
Claudio Simoni, consulente della Microsoft, ha indirizzato il suo intervento a la parte tecnica di limiti dei
dati in entrata nel computer, si possono bloccare dei siti con certe parole che il genitore sceglie, ma la parte
fondamentale è non lasciare un smartphone a un bambino minore di 12 anni senza controllo, è come dare le
chiavi di una Ferrari a un bambino dell'asilo, non ha le capacità di controllo. Ha raccontato come a suo figlio
di 12 anni lui e sua compagna hanno preso un Iphone, ma con il contratto senza traffico internet, solo
chiamate e sms.
La Presidente dell'O.N.A.P.,la Criminologa Patrizia Santovecchi, aproffondisce la “costruzione” del
bambino-adolescente, la formazione ricevuta come miglior forma di controllo genitoriale.
Anni prima l'adolescenza si manifestava attorno ai 16 anni fino ai 18, adesso alcuni ragazzi-e, cominciano ad
avere comportamenti inerenti a questa fase della crescita già ai 10 anni.
I bambini guardano sempre all'insù, cercando modelli, se non trova dei modelli di riferimento negli adulti di
casa, genitori specialmente, li cercherà fuori nel mondo che vede attraverso il computer, la televisione o la
pubblicità, quindi crescerà con il modello di pop-star , di manga o di altre persone “famose”.
Noi genitori dobbiamo essere il loro modello e riferimento, non i loro amici. Con gli amici si è pari quindi
tutto viene questionato o negoziato come con un pari.
Invece devono appoggiarsi a noi, sentirsi rassicurati.
Un fenomeno che ormai non sorprende è l'adultizzazione ed erotizzazione dei bambini, le bambine con
atteggiamenti, abiti, comportamenti di donne adulte. Ogni fase della vita va rispettata e vissuta nella sua
completezza. Nei maschi il fenomeno viene vissuto imitando gli sportivi famosi, parlano come se fossero
adulti di ingaggi, prime..ecc.
Ma i bambini rimangono nelle due o tre immagini che vedono di questi idoli, senza pensare che hanno una
vita, pagano le bollette, riposano con le loro famiglie, una vita normale. Rimangono solo nei quattro flash che
il giornale offre.
Il web porta molti vantaggi, insegnamenti preziosi se si sa discernere la parte utile da quella nociva. A noi
genitori sta decidere.
“Nel cammino di ogni giovane verso una scelta consapevole e libera il ruolo educativo della famiglia e della
scuola è di fondamentale e riconosciuta importanza. Il mondo degli adulti perciò deve svolgere appieno il
suo ruolo di “accompagnatore”, di punto di riferimento, di esempio. La famiglia, la scuola, la società devono
mettere un chiaro confine tra lecito e illecito, tra realtà e finzione. Devono fare da argine alle sollecitazioni
dettate dai modelli culturali aggressivi e trasgressivi. Devono fornire al ragazzo i giusti strumenti per evitare
situazioni o comportamenti che poi non saprebbe più riconoscere o controllare. Ogni volta cresce la
comunicazione attraverso tecnologia a scapito di quella personale. Adolescenti chiusi in casa sul computertelefonino, invece di parlare , giocare con i loro coetanei”.
Seguiamo i nostri figli, non ossessivamente, sempre dimostrando loro che abbiamo fiducia in loro ma che
sappiano che noi possiamo entrare nei loro profili, guardare, chiedere e interessarci, ma sempre con la porta
aperta alla conversazione e al confronto di idee e imparare il mezzo, conoscere Facebook, Messenger, il web
per potere capire e vedere le parti positive e quelle dove un bambino di 12-13 anni può non essere in grado
di relazionarsi.
È stato un incontro interessante in ogni sua parte, la parte più sconvolgente è stata quella della Polizia e
Ufficio minori, dove ti rendi conto che non sono solo cose che si leggono sul giornale con poca incidenza nel
nostro intorno. Niente di più sbagliato, le denunce, i profili rubati, il cyber-bullismo, il bullismo, le
denigrazioni...ecc sono all'ordine del giorno.
Interessanti i punti elencati in questo pdf sulla devianza dei ragazzi
http://www.istruzione.lombardia.gov.it/materiali/Giovani_devianza.pdf.
Personalmente la parte più risolutiva penso sia quella della Dott.ssa Santovecchi, Polizia postale, ufficio
minori, i software di controllo parentale... diventano superflui se si educa con i parametri giusti.
Evitando di passare le nostre frustrazioni ai nostri figli, tutte le cose che non abbiamo potuto fare o avremmo
voluto essere; devono vivere ogni fase della loro vita in maniera ordinata e spensierata, non anticipare
l'adolescenza. Se a una bambina di 8 o 9 anni le si permette di vestire come un'adolescente, dipingersi come
una donna adulta, darle dei riferimenti di ragazze già sviluppate sessualmente, le stiamo rubando una fase
essenziale della crescita.
Nella pagina web del MIUR ci sono tutti i contatti per avere ulteriori informazioni dei diversi interventi.
Alicia Campo Bauçà