Promuovere UniSalento a Pechino e Shanghai
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Promuovere UniSalento a Pechino e Shanghai
n. 10/11, novembre-dicembre 2012 China Education Expo 2012 Promuovere UniSalento a Pechino e Shanghai Anche per quest’anno nel mese di ottobre l’Università del Salento ha partecipato, nell’ambito delle attività di promozione dell’offerta accademica, al salone dell’istruzione d “China Education Expo 2012”, nelle sue due tappe di Pechino (20 e 21 ottobre) e Shanghai (27 e 28 ottobre), un evento che rappresenta la più importante manifestazione nel settore della promozione universitaria in Cina, il mercato per il reclutamento studenti attualmente più grande del mondo. La fiera ha rappresentato un’ottima occasione per confrontarsi con Università di altri Paesi come gli USA, la Spagna, l’Inghilterra la Germania e la Francia, per citarne solo alcuni, sui temi quali il marketing dell’educazione o lo student recruitment. Il colpo d’occhio della Fiera è stato oltremodo imponente e ha dato l’immediata idea del grande risalto e della massiccia partecipazione delle Università di tutti i continenti. Le Università USA avevano, come era facilmente prevedibile, una grande copertura di spazi. I loro stand erano tra i più luminosi e curati. A latere dei messaggi direttamente collegati all’offerta formativa, in ciascuno di loro vi erano poster che facevano dei riferimenti visivi con il territorio, con accostamenti a squadre sportive, monumenti famosi, paesaggi e personaggi famosi. Lo stand dell’American Association of State Colleges è stato il più visitato in assoluto, con presenze massicce e senza soluzione di continuità. Gli Atenei spagnoli hanno scelto la strada dei colori nazionali. Tale identificazione, visivamente forte, ha attratto non poco l’attenzione dei visitatori tra i vari corridoi. A questo si aggiunga anche che, dal punto di vista comunicativo, gli iberici hanno puntato forte sui legami con la propria terra e alle proprie eccellenze (squadre di calcio-monumentipaesaggi marini). I totem illuminati, gli schermi che hanno riprodotto in continuazione dei video di presentazione dei vari Atenei, i porta dépliant realizzati con stile, hanno fatto il resto. Anche qui è stato sorprendente verificare come, almeno limitatamente a questa esperienza cinese, la Spagna abbia dimostrato di voler investire maggiormente e di avere più appeal di altri Paesi più noti, nonostante le note difficoltà economiche e politiche attuali domestiche. Una curiosità Una modalità operativa quantomeno particolare alla quale si è assistito, certamente di grande impatto relazionale, adottata dall’Università di Montreal, prevedeva la registrazione di un video del colloquio intrattenuto tra lo studente cinese interessato e la responsabile della comunicazione. Tale supporto realizzato veniva consegnato allo studente in copia, generando un primo punto di contatto “forte” tra i due attori protagonisti, ma soprattutto con l’Università di riferimento. Al di là del giudizio di merito che se ne può dare, quest’episodio ci ha fatto riflettere sul valore strategico che viene dato dalle Università di tutto il mondo all’Internazionalizzazione e della conseguente 22 n. 10/11, novembre-dicembre 2012 ricerca di sistemi di comunicazione sempre più efficaci, finalizzati al reclutamento. Gli stand di UNI-ITALIA, invece, hanno puntato sulla sobrietà e sull’autogestione degli spazi e degli strumenti comunicativi, lasciando pertanto a ciascuna Università la possibilità di organizzarsi con proprie tecniche di marketing. Si è notato chiaramente che tale strategia comunicativa e d’immagine è andata in controtendenza con la scelta delle Associazioni delle Università dei principali Paesi partecipanti, che hanno scelto la strada di uno stile comune utilizzato nell’allestimento dei vari stand. UniSalento, con il materiale pensato ed utilizzato, ha ottenuto un buon impatto, facendo registrare un elevato interesse tra i partecipanti e mettendosi in buona evidenza all’interno di un settore italiano che ha visto meno di 15 Atenei impegnati nella promozione dei propri corsi di studio. Utile è stata l’idea di far compilare un modulo con i propri dati, e-mail e soprattutto contatto QQ (l’equivalente di Facebook in Cina) agli studenti cinesi interessati ai corsi erogati da UniSalento, con la conseguente creazione di una banca dati di potentialstudent da contattare oltre i giorni della fiera. In particolare l’uso di QQ, e di tutte le sue potenzialità tipiche di uno strumento social come mezzo di comunicazione con gli studenti, è risultato molto innovativo ed apprezzato dai ragazzi, che proprio in questi giorni, in cui sono alle prese con le pre-iscrizioni al Programma Marco Polo e Turandot, ci contattano di continuo per chiedere informazioni e chiarimenti sulle modalità di iscrizione ad i nostri corsi. Grande rilevanza è stata data anche alla Scuola di Italiano per Studenti stranieri che, nell’ambito dei summenzionati programmi, provvede ad offrire un servizio non solo all’Università del Salento, ma anche all’Accademia di Belle Arti ed al Conservatorio di Lecce. Uno sguardo alle altre Università italiane Tra gli Atenei presenti, emblematico è il caso dell’Università di Modena e Reggio Emilia - Unimore. Presente alla Fiera con 5 unità, ciascuna con ruoli e mansioni differenti, ha costruito nel tempo dei risultati importanti. Nel 2011 ha avuto ben 170 iscrizioni di studenti cinesi. Un dato che si commenta da solo, soprattutto se si considera che si tratta di un Ateneo con numeri simili a quelli di UniSalento. Ma ciò che meraviglia ancor di più sta nella constatazione che, a livello di offerta formativa, non è sui livelli di UniSalento. Infatti non erogano alcun corso in lingua inglese. Vero è però che partecipano alle fiere in Cina da ben 5 anni e, di conseguenza, beneficiano del fatto di essere stati tra i precursori in questo interessante “mercato”. Oltre a questo fattore, credo che premiante sia il pacchetto di servizi offerto agli studenti stranieri tra cui vi è la disponibilità (in esclusiva) di un alto numero di alloggi dedicati. Inoltre, sono riusciti a rendere operativi delle collaborazioni con alcuni Istituti cinesi che si occupano dell’insegnamento della lingua italiana e che, in caso d’interesse manifesto dei loro studenti, sponsorizzano Unimore, tra le possibili soluzioni per proseguire i loro studi in Italia. Corsi in lingua inglese UniSalento è certamente all’avanguardia nell’offerta formativa. Nell’ultimo rapporto IPSOS dell’ottobre 2012, gli 800 studenti intervistati hanno indicato al primo posto tra le cause dell’insuccesso della politica di Internazionalizzazione nella mancanza della conoscenza della lingua inglese dei docenti italiani, che di fatto 23 n. 10/11, novembre-dicembre 2012 inibisce i tentativi di globalizzare l’offerta formativa nelle scuole italiane, rendendolo, con qualche rara eccezione, un sistema autarchico. Gli operatori delle altre Università italiane con cui si è interagito, complimentandosi per tale obiettivo raggiunto, hanno sottolineato questo importante aspetto già avviato a Lecce con i 6 corsi di studio erogati in lingua inglese già attivati, progetto ancora lontano per le rispettive realtà. Incontro all’Università di Tongji Nell’ambito del processo di internazionalizzazione che l’Università ha avviato negli ultimi anni la Cina rappresenta uno dei principali Paesi target non solo nel campo dello reclutamento studenti, ma anche in quello della stipula di accordi di cooperazione internazionale con altre Università nei campi della ricerca e della didattica. Ed è al tal fine che, alla vigilia della Fiera di Shanghai, si è tenuto un incontro preliminare presso l’Universita Tongji di Shanghai, notoriamente una delle migliori Università in Cina, che speriamo possa dare a breve i suoi frutti. Oltre all’incontro in sé, può essere interessante la testimonianza di aver verificato quanto le università tedesche (in testa tra quelle europee) investano in questo tipo di collaborazioni. All’interno del campus della Tongji University, ben 10 piani di un imponente palazzo dedicato interamente all’internazionalizzazione, sono occupati da Uffici tedeschi, a riprova di quanto sia avanti nell’interazione didattica tra questi due paesi. Le potenzialità di sviluppo per le Università italiane con gli atenei cinesi, con conseguenti ritorni a tutti i livelli, sono ancora enormi. Nello specifico, la Tongji ha delle collaborazioni in essere solo con università italiane del centro-nord. Da Roma in giù (La Sapienza-Tor VergataTre), non vi è alcun rapporto attivo. riguarda l’Italia rappresentano ancora una parte modestissima. Troppe quote di mercato sono state “regalate” alla Francia, che ha quasi l’esclusiva nel commercio dei vini e nei prodotti dolciari, con prodotti in termini di qualità certamente non migliori di quelli italiani, senza tralasciare gli articoli di lusso, o alla Germania che ha grandi opportunità nella realizzazione delle grandi opere cinesi ingegneristiche con particolare riferimento alle infrastrutture eccetera. Si ritiene che si possa e si debba intervenire come “Sistema Italia”, al fine di costruire dei pacchetti di offerte e di servizi dedicati al Mercato cinese ed orientale più in generale, che prevedano dei piani di interventi ben definiti e strutturati. Una marcia di avvicinamento che preveda come primo passo imprescindibile il sostegno delle Università Italiane nel processo di internazionalizzazione. L’impressione è che altri Stati abbiano già lavorato molto bene in questo senso, che si sia in colpevole ritardo e che non si possa avere più alcuna titubanza. Emerge con forza che l’idea che il processo di internazionalizzazione sia partito e che abbia un trend in ascesa ed irreversibile. L’interesse dimostrato dai ragazzi cinesi e dalle loro famiglie dimostra quanto il loro sguardo attento, le loro aspettative, i loro sogni, molto spesso si focalizzano sull’occidente. È un’impressione condivisa e forte che, oltre ad una grande opportunità per gli Atenei italiani, la Cina e l’internazionalizzazione rappresenti una necessità improcrastinabile non più in prospettiva futura, ma nel durante. Le possibili conseguenze positive di tali accordi accademici e l’interscambio culturale favorirebbero anche dei processi di investimento che per quanto Simona D’Amato 24