Verifica dei requisiti aziendali per la stesura di un piano di

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Verifica dei requisiti aziendali per la stesura di un piano di
11-05-2006
Contributi pratici
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Verifica dei requisiti aziendali
per la stesura di un piano di biosicurezza
negli allevamenti dei bovini da latte
Michela Conterbia
Franco Tinelli
A.S.L.13
Introduzione
La biosicurezza è l’insieme delle strategie
studiate al fine di prevenire l’introduzione e
la circolazione di agenti patogeni in allevamento, con lo scopo di mantenere o migliorare le condizioni sanitarie della mandria.
Le pratiche di biosicurezza si basano sulla
conoscenza dell’epidemiologia, dei meccanismi di prevenzione e di controllo della diffusione dei patogeni.
Definire un piano di biosicurezza significa
fissare una serie di procedure codificate di
gestione aziendale, di norme igieniche e di
controlli sugli animali e sull’ambiente peculiari e strettamente correlate alla tipologia,
alle caratteristiche logistiche ed ai criteri di
management aziendale.
La biosicurezza viene distinta in:
• Biosicurezza interna volta a limitare la diffusione degli agenti patogeni in allevamento,
• Biosicurezza esterna: insieme di misure
atte a limitare il rischio di introduzione di
nuove malattie.
Un piano di biosicurezza può avere come
scopo la definizione di un programma completo di gestione sanitaria dell’azienda o es-
sere di supporto ad un piano di prevenzione o di eradicazione di una singola malattia.
Metodo di lavoro
La stesura di un piano di biosicurezza prevede innanzitutto una serie di visite aziendali, la cui intensità e frequenza è a discrezione dell’operatore e dipende dalla situazione
specifica dell’azienda considerata. La fase
preliminare di raccolta delle informazioni
prevede la redazione di un inventario generale delle condizioni logistiche e strutturali,
della situazione sanitaria e di tutte le pratiche di management accertate mediante domande poste al proprietario o ai dipendenti. Durante queste operazioni deve essere
applicato un metodo pratico e standardizzato per la raccolta rapida ed ordinata di
tutte le informazioni necessarie.
La capacità organizzativa e l’utilizzo di strumenti adeguati è fondamentale.
Per una verifica uniforme ed oggettiva dei
requisiti aziendali è stato messo a punto un
apposito questionario, da compilare in
azienda con la collaborazione dell’allevatore. Dopo il raccolta dei dati, si procede alla
loro organizzazione ed elaborazione.
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Si formula poi una relazione scritta sulle condizioni dell’allevamento, elencando tutti i punti critici identificati durante i sopralluoghi che possono favorire l’ingresso o la circolazione di patogeni. È fondamentale stabilire contestualmente l’importanza dei
differenti punti considerati e attribuire loro dei criteri di priorità
determinanti ai fini del valutazione del rischio di infezione o d’insorgenza di una malattia nell’azienda considerata.
In questa fase si deve tener conto:
• dei requisiti sanitari che l’azienda vuole mantenere;
• del tipo di prodotto venduto. L’azienda vende latte, oppure
vende anche rimonta, o i maschi sono diretti verso centri
genetici, in tale caso ulteriori garanzie sanitarie possono essere richieste;
• del quadro epidemiologico che caratterizza il territorio circostante.
Si procede quindi alla gestione del rischio, mediante la definizione di misure di prevenzione attiva facenti parte del piano. Si
definiscono una serie di procedure che devono essere messe in
atto ed i relativi tempi di attuazione. Il passo successivo è la comunicazione del piano all’allevatore, che deve essere fatta in
modo chiaro e comprensibile. Gli obiettivi devono essere credibili e realizzabili, in quanto l’attenta e convinta partecipazione
dell’allevatore è basilare ai fini di una corretta traduzione del programma in pratica quotidiana e per la pronta segnalazione di
eventuali anomalie. È prevista una periodica verifica delle misure intraprese, dei risultati attesi, ed eventuali successivi aggiustamenti al piano. Ogni sopralluogo successivo effettuato in azienda, deve prevedere un rapporto scritto, che viene utilizzato
quale memoria storica dell’attività svolta.
Conclusioni
Il questionario, mirato in questo caso all’ottenimento d’informazioni strettamente inerenti la biosicurezza, potrebbe essere
ulteriormente esteso alla valutazione di dati inerenti il benessere animale, la produttività aziendale, la qualità del latte, la
gestione dell’alimentazione. La serie di domande studiate per
l’allevamento bovino da latte, sono in realtà facilmente adattabili anche ad allevamenti diversi. La registrazione e l’elaborazione
costante dei dati aziendali è fondamentale per una corretta
gestione aziendale, ed è consigliata indipendentemente dall’applicazione o meno di un piano di biosicurezza. L’analisi di
tutte queste informazioni garantisce un’immagine oggettiva di
ciò che accade in azienda, la possibilità d’individuare un problema con maggiore solerzia, la verifica dei risultati ottenuti, la
loro esatta quantificazione. I dettami di biosicurezza, che nelle
aziende di bovini da latte sono ancora scarsamente considerati, possono risultare utili non solo nell’ottica sicuramente importante della riduzione dei costi (mediante un controllo delle
malattie cliniche e subcliniche) e dell’aumento dei parametri di
produttività, ma anche con lo scopo di migliorare il benessere
animale e fornire un segnale forte al consumatore di ulteriori
garanzie della qualità del prodotto e sicurezza alimentare.
Bibliografia e questionario di valutazione dei requisiti di biosicurezza
applicati negli allevamenti bovini da latte sono consultabili sul sito
www.ilprogressoveterinario.it