Shock settico, quali strategie nel DEA
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Shock settico, quali strategie nel DEA
Dipartimento di Emergenza Azienda Sanitaria Salerno P.O. “S. Luca” - VALLO DELLA LUCANIA IMPARARE ……. DALL’EVIDENZA ………. DALL’ERRORE VENERDI’ 10 DICEMBRE 2010 SHOCK SETTICO: QUALI STRATEGIE NEL DEA Dal punto di vista infermieristico Antonio Tomei – CPS Coordinatore Dipartimento di Emergenza exASL SA/3 - 1 Quale ruolo riveste? Cosa fa? Assistenza o osservazione 2 SHOCK SETTICO 3 Sepsis-related Organ Failure Assessment (SOFA) score (Vincent J-L, Int Care Med 1996) 4 E’ NECESSARIO UN INFERMIERE CON COMPETENZE AVANZATE L’infermiere svolge un ruolo fondamentale nella pratica assistenziale quotidiana, in particolar modo nel tempestivo riconoscimento dei segni e sintomi di sepsi e sindromi correlate, attraverso un attento e continuo monitoraggio delle funzioni vitali della persona assistita.. 5 VALUTAZIONE E MONITORAGGIO DELLE FUNZIONI VITALI: COINVOLGIMENTO DELL’INFERMIERE Gli organi e principalmente nella sepsi apparati interessati e sindromi correlate sono: sistema nervoso centrale, rene, sistema polmone, cardio-circolatorio, apparato digerente, aspetto emo- coagulativo. 6 SISTEMA NERVOSO CENTRALE (SNC) Nella sepsi il livello di coscienza è spesso alterato. La confusione acuta è frequente nel paziente anziano con sepsi da Gram-negativi o nel paziente con danno neurologico preesistente. I criteri diagnostici e le cause di confusione acuta (presente da meno di sette giorni) da considerare nella diagnosi differenziale sono: 1. variazione acuta del livello di coscienza e sue successive fluttuazioni 2. difficoltà a focalizzare l’attenzione 3. ideazione disorganizzata e incoerente 4. alterato livello di coscienza: Vigilante, Letargico, Stuporoso, Comatoso 7 L’infermiere è dunque coinvolto in una attenta valutazione neurologica (coscienza, riflessi e risposta motoria) ed il suo monitoraggio attraverso l’utilizzo di scale come la GCS (Glasgow Coma Scale) Il monitoraggio neurologico prevede, inoltre, la esecuzione sistematica di “finestre” di valutazione in corso di sedazione continua e la sorveglianza durante la somministrazione di farmaci anestetici endovenosi, analgesici e curari. Per quanto riguarda la valutazione soggettiva della sedazione/agitazione del paziente critico, è indubbiamente utile usufruire di scale come la SAS (Riker Sedation- Agitation Scale), la MASS (Motor Activity Assesment Scale), la Ramsey Scale, 8 GCS (Glasgow Coma Scale) 9 SAS (Riker SedationAgitation Scale) 10 APPARATO RESPIRATORIO 11 L’infermiere : • • • svolge un ruolo fondamentale nel tempestivo riconoscimento dei segni e sintomi di compromissione respiratoria : tachipnea, ipossia, sub-cianosi, cianosi, sudorazione, agitazione, confusione e aritmie cardiache; mette in atto sistemi di monitoraggio specifici: SpO2, EGA seriati, frequenza respiratoria , parametri ventilatori forniti dalla ventilazione meccanica (volume corrente, volume minuto, pressioni di picco delle vie aeree, compliance), EtCO2; gestisce le protesi ed i supporti ventilatori invasivi e non invasivi atti ad ottenere una ventilazione ottimale e sceglie i sistemi di umidificazione riscaldata delle vie aeree più idonei ; 12 • è attento ai rischi di ipercapnia , desaturazione improvvisa e verifica regolarmente il rapporto PaO2/FiO2; • provvede alle manovre di broncoaspirazione e alla precoce raccolta delle secrezioni bronchiali a scopo microbiologico (SONDINO PER BRONCOASPIRAZIONE A CIRCUITO CHIUSO) colturale; • si occupa di drenaggio posturale e ginnastica respiratoria (valvola PEEP e triflo) e, se necessario, richiede l’intervento e/o consulenza del fisioterapista. • Previene e tratta le lesioni da pressione. 13 SISTEMA CARDIO-CIRCOLATORIO La compromissione cardiovascolare è un fenomeno precoce. L’ipotensione è sempre presente, ma solo parzialmente dipendente da una disfunzione isotropa cardiaca. Essa è piuttosto, determinata dalla diffusa vasodilatazione e dalla ipovolemia secondarie al danno capillare generalizzato, alla eccessiva pespiratio insensibilis, al vomito e alla diarrea,che possono coesistere. 14 Accessi vascolari per il monitoraggio invasivo della pressione arteriosa 15 Sistema di monitoraggio invasivo della pressione arteriosa 16 L’infermiere è in terapia intensiva il principale gestore dei sistemi di monitoraggio : • Monitorizza ECG, PA(non invasiva e cruenta), PVC e riconosce le principali alterazioni del ritmo, variazioni di pressione arteriosa e pressione venosa centrale; • Assiste il medico durante le manovre di inserimento e rimozione dei cateteri di Swan Ganz e PiCCO; rileva i parametri da essi ottenuti attraverso manovre di termodiluizione, conosce il significato clinico dei parametri rilevati/derivati e avvisa il medico quando non nella norma; • Conosce ed utilizza le apparecchiature necessarie alla determinazione dei calcoli cardiaci (monitor Marquette, monitor Vigilance, monitor PiCCO); 17 • Gestisce in asepsi gli accessi venosi e arteriosi; • Esegue EGA (emo-gas-arteriosia) ed EGV (emo-gas-venosa) seriati; • Sorveglia la somministrazione di amine in relazione alle SVRI rilevate • Sorveglia la somministrazione di Xigris (proteina C attivata); • Controlla lo stato acidosico e alcalotico verificando che il Ph si mantenga 7,35-7,45; • Sorveglia durante la alcalinizzazione farmacologia e la correzione elettrolitica; • Calcola il bilancio idro-elettrolitico e sorveglia le manovre di riempimento vascolare; 18 APPARATO DIGERENTE Le complicazioni gastrointestinali sono da mettere in relazione alle alterazioni della motilità dovute al danno fisiologico e ipossico. Un intestino ipossico ed ipoperfuso va in contro ad atrofia, causa di fenomeni di traslocazione batterica dall’intestino al circolo sistemico. Tali alterazioni possono manifestarsi con nausea, vomito, diarrea e, in alternativa, ileo paralitico (generalmente reversibile). Una necrosi intestinale ischemica può complicare lo shock prolungandolo. L’emorragia digestiva a livello del tratto gastrointestinale superiore può essere la manifestazione di ulcera da stress. 19 L’infermiere: Riconosce tempestivamente le manifestazioni cliniche di: sanguinamento acuto, ittero, edema e anasarca, occlusione intestinale, diarrea profusa, gastroplegia con abbondante ristagno gastrico, acidosi metabolica e turbe glicemiche; Monitorizza l’eventuale sanguinamento in atto e ricerca la presenza di sangue occulto; Controlla frequentemente il bilancio idro-eletrolitico; Esegue seriati controlli ematici di funzionalità epatica; Gestisce la somministrazione di terapia enterale ; Sorveglia le caratteristiche dell’alvo e gestisce la stipsi adottando protocolli condivisi dal team intensivo; Provvede alla raccolta di campioni fecali per eventuale coprocoltura; Monitorizza e gestisce l’andamento glicemico adottando un protocollo intensivo condiviso dal team 20 Pubblicato l’8 Novembre 2001 sul “The new england journal of medicine” intitolato “Intensive insulin therapy in critically ill patients” 21 COINVOLGIMENTO RENALE L’oliguria è frequente in corso di sepsi. Un’insufficienza renale acuta (IRA) si osserva nel 50% dei casi di sepsi grave e di shock settico. L’IRA può essere sia pre renale che intrinseca. L’IRA pre renale è determinata dall’ipovolemia e dall’ipotensione; l’IRA intrinseca può essere secondaria all’ischemia renale esito dell’iperazotemia pre-renale. 22 L’infermiere • È attento ai segni di oliguria ed anuria; • Monitorizza la diuresi oraria : target 0,5 ml/kg/ora e PVC; • Controlla frequentemente il bilancio idro-elettrolitico; • Controlla eventuali episodi di nausea e vomito come possibili effetti dell’uremia; • Verifica la diuresi in relazione alla risposta di riempimento vascolare; • Esegue la raccolta di campioni di urina a scopo microbiologico colturale e per analisi chimico-fisiche; • • Gestisce in asepsi il posizionamento e mantenimento del catetere vescicale; Conosce e gestisce i presidi atti alla depurazione extra-renale. 23 ASPETTO EMO-COAGULATIVO L’attivazione della risposta infiammatoria sistemica della sepsi attiva di pari passo una risposta del sistema coagulativo e fibrinolitico. L’infermiere: Esegue prelievi seriati per controllo emo-coagulativo: PT, PTT, fibrinogeno, conta piastrinica, D-Dimero; Gestisce eventuali sanguinamenti in atto; Esegue le manovre assistenziali con estrema delicatezza per cercare di mantenere l’integrità della cute ed evitare traumatismi, potenziali fonti di sanguinamento; Previene e tratta le lesioni da pressione; 24 L’assistenza nello shock settico non basta, è necessario anche Assistenza Osservazione 25 Ecco l’ICI (infermiere per il controllo delle infezioni) Alla luce del riconoscimento della professione infermieristica, tra le professioni intellettuali, gli infermieri si vedono assegnate nuove responsabilità e nuovi spazi operativi. Questo cambiamento ha inevitabilmente coinvolto gli infermieri nel controllo delle infezioni ospedaliere. 26 Competenze Gli infermieri addetti al controllo delle infezioni ospedaliere necessitano di competenze avanzate. Il Master in Infermieristica che forma il personale è quello in “Sanità Pubblica” ed in “Risk Management” entrambi prevedono uno specifico modulo definito "Infermieristica nella sorveglianza del rischio infettivo“, in assenza di personale con qualifica le Direzioni Sanitari possono avvalersi di infermieri esperti e comunque che non siano direttamente implicati nell’assistenza. 27 Nei paesi anglosassoni, fin dagli anni ’60 sono stati avviati corsi di specializzazione per le Infection Control Nurse (Icn) ed in Gran Bretagna nel 1981 la formazione di Icn è stata ratificata da parte del National Executive Committee. Inoltre,nel 1983 il Consiglio d’Europa ha emanato,per tutti gli Stati membri raccomandazioni specifiche relative alla formazione di una figura definita “Infermiera Igienista”. L’Italia inizia ad uniformarsi solo 11 anni dopo ((DM 739/94), ma ancora insufficiente e lontano dagli altri paesi membri dell’UE. 28 • La capacità di influenzare le cure prestate all’utente, favorendo a livello degli operatori l’interiorizzazione dei principi del controllo delle I.O., il cambiamento di modalità operative inadeguate, lo sviluppo di comportamenti finalizzati alla prevenzione delle I.O.; • La capacità di influenzare, a livello di organizzazione, l’assunzione di decisioni finalizzate al reperimento e all’allocazione delle risorse (materiali ed organizzative) necessarie per la realizzazione del programma di controllo delle I.O. 29 1. 2. 3. 4. Funzione di prevenzione e controllo; Funzione di sorveglianza; Funzione di informazione/formazione; Funzione di ricerca. 30 Funzione di prevenzione e controllo: Comprende tutti gli interventi preventivi a vari livelli mirati all'individuazione dei fattori di rischio, alla definizione delle misure di controllo nei confronti dell'utente, degli operatori e dell'ambiente, all'individuazione delle fonti e alla definizione della misure di controllo atte a contenere la diffusione delle I.O.; ESEMPIO: Corrette politiche di disinfezione e sterilizzazione (superfici, tute e camici dell’equipe, teli). Verifica: del lavaggio accurato e metodico delle mani della doccia o bagno preoperatorio (es. con clorexidine). Misure di igiene personale del paziente e del personale 31 Funzione di sorveglianza comprende tutti i programmi di monitoraggio sulla frequenza, sulle caratteristiche delle I.O. e sulle procedure e aree a rischio al fine di attivare una strategia diretta al controllo della infezioni; Che può essere: ATTIVA PASSIVA ma pur si sà 32 Funzione di formazione/informazione Comprende tutti gli interventi informativi/ educativi e di formazione rivolti agli operatori sanitari e agli utenti atti ad indurre un cambiamento dei comportamenti; 33 Funzione di ricerca comprende gli interventi di sviluppo di una pratica infermieristica basata su metodologie innovate, evidenza scientifica attraverso l'attivazione di progetti o con l’utilizzo di risultati già a disposizione. 34 CONCLUSIONI Il paziente con sepsi severa o shock settico è un paziente estremamente critico, che necessita elevata complessità assistenziale. La competenza infermieristica posta in essere riguarda prevalentemente: la gestione dei processi diagnostici: dal monitoraggio complesso alla raccolta dei campioni microbiologici, dall’assistenza alle procedure diagnostiche invasive (broncoscopia) alla gestione del paziente in coro di esami complessi (TAC..) la gestione delle prescrizioni terapeutiche, dalla somministrazione di farmaci vasoattivi (noradrenalina..) all’attivazione di trattamenti di emofiltrazione. la decodifica dei bisogni di assistenza considerata l’impossibilità della persona ad interagire la pianificazione e la compensazione dei bisogni effettuata direttamente o attraverso il demando agli operatori di supporto 35 CONCLUSIONI La figura dell’infermiere epidemiologo e/o ICI, è un professionista clinico con esperienza consolidata nel lavoro dell’U.O., coinvolto nel programma di sorveglianza delle IO, che ha frequentato un corso formativo specifico. L’ICI non deve essere coinvolto nella cura dei pazienti, in modo da escludere ogni flusso soggettivo sull’analisi. Esso si pone, nel vertici apicale della figura infermieristica, al di sopra dei coordinatori di UU.OO. e collabora direttamente con la Direzione Sanitaria, dipende funzionalmente dal CIO e collabora con i coordinatori infermieristici di Dipartimento. 36 SHOCK SETTICO: QUALI STRATEGIE NEL DEA Dal punto di vista infermieristico Infermiere (assistenza e osservazione) Creazione del “SEPSI TEAM” MEDICO 37 Sperando di non avervi ridotto così!! 38 39