JOSEFHOF Nel maso era rimasto solo: Josef era vecchio, i figli

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JOSEFHOF Nel maso era rimasto solo: Josef era vecchio, i figli
JOSEFHOF
Nel maso era rimasto solo: Josef era vecchio, i figli erano andati via tanto tempo
prima e mai più tornati. Ma lui si ostinava a coltivare la vigna inerpicata sulla
ripida pendice, a governare le due mucche superstiti nella stalla e tirava avanti
vendicchiando i suoi prodotti al mercato dei contadini nel vicino villaggio.
Un giorno, mentre stava seduto sull’aia, si vide arrivare un ragazzo, zaino in
spalla, capelli lunghi e biondi legati in una coda. Aveva l’aria di venire da
lontano. Si lasciò andare sulla panca accanto al vecchio, sorrise amichevolmente e
chiese da bere.
Josef lo guardò severamente, ma l’ospitalità è sacra, così si alzò e tornò con una
brocca d’acqua, un bicchiere di vino bianco e un tagliere con pane di segale e
speck.
Il ragazzo ringraziò, si servì con gusto, lodò il cibo e il vino. Restarono in
silenzio, poi il giovane ritirò su lo zaino come per accomiatarsi. Indugiò ancora,
guardandosi attorno, valutando le viti, la stalla, il piccolo orto recintato, poi si
voltò e chiese:
“Non vi serve un aiuto per la stagione?”
Josef lo squadrò: era giovane e forte.
“Aiuto sì, ma non posso pagare”.
“Mi contento di vitto e alloggio”, fu la calma risposta del ragazzo. “ Mi chiamo
Klaus”, aggiunse, “dove posso sistemarmi?”.
Fu così che iniziarono a lavorare insieme. Klaus era bravo, di poche parole e
inaspettatamente competente nelle mansioni affidategli.
Josef non sapeva niente di lui, ma non gli fece domande.
Cominciò l’estate. I turisti vagavano per le valli e Klaus appese un cartello ai
piedi della salita che portava al maso:
PUNTO DI RISTORO - PRODOTTI NATURALI
Gruppetti di gitanti cominciarono ad affacciarsi. Klaus serviva una caraffa di S.
Maddalena, il vitigno del maso, burro fatto in casa, speck e pane nero.
In seguito aggiunse piatti di polenta e finferli. Che mettevano voglia di bere anche
agli astemi.
E per finire ciotole di mirtilli e di lamponi con panna fresca.
Josef guardava e imparava: i ruoli si erano invertiti.
Gli offrì di dividere i guadagni della nuova attività, ma il ragazzo si contentò di un
modesto compenso settimanale.
Il fieno fu falciato e stipato nella stalla. A Ottobre vendemmiarono e raccolsero le
castagne dei due maestosi alberi sull’aia. Il maso fu la meta degli appassionati del
törggelen. Si era sparsa la voce, il vino nuovo scorreva a fiumi, accompagnato dal
maiale affumicato, i formaggi e le castagne.
E venne l’inverno. Klaus rifece lo zaino. Josef lo guardò senza dir nulla.
“Mi mancherai”, ammise infine.
“Anche tu”, rispose Klaus. E partì.
Trovarono Josef alla fine di gennaio. Morto.
In una calligrafia incerta dichiarava di lasciare tutto a Klaus Maier che lo aveva
aiutato come un figlio. Dei suoi, dall’Australia, non aveva notizie da anni e
riteneva di non dover loro più nulla.
In primavera Klaus tornò. Lo accompagnava una ragazza, il corpo rotondo pronto
a dare i suoi frutti.
Il cartello ai piedi della salita venne rifatto:
JOSEFHOF
AGRITURISMO
PRODOTTI DEL MASO