Klaus Dibiasi, il tuffo più bello è quello nella storia
Transcript
Klaus Dibiasi, il tuffo più bello è quello nella storia
L’INIZIATIVA LUNEDÌ Trentino - lunedi 17 DICEMBRE 200717 dicembre 2007 - p. 16 - Rassegna stampa del Comitato Fin Trentino TRENTINO 16 «Campioni», 80 anni di sport regionale attraverso i suoi eroi ZHTN Da domani in edicola con il giornale il primo dei due volumi sui nostri grandi atleti TRENTO/BOLZANO. Ci siamo. Domani infatti sarà in edicola con il nostro giornale il primo volume di «Campioni», ovvero 80 anni di sport regionale raccontato attraverso i ricordi, gli aneddoti, le emozioni, le vittorie e le sconfitte dei grandi atleti di casa nostra. Non è un almanacco e nemmeno un’enciclopedia ma la «fotografia» di momenti e storie che solo lo sport può rap- DA DOMANI IN EDICOLA CON IL presentare. Nei due volumi, curati da Valentino Beccari con la preziosa collaborazione di Alberto Frioli e Franco Sitton. i campioni raccontano le gesta, le sfide, i trionfi, ma anche le paure, le insicurezze e i momenti difficili della carriera. Nei suoi due volumi «Campioni» parla degli eroi sportivi svincolato dagli ordini d’arrivo e dalle coppe presenti nel salotto di casa. E allora ecco che accanto ai vari Francesco Moser, Klaus Dibiasi, Lorenzo Bernardi, Franco Nones, Gustav Thöni ci sono anche le storie incredibili della medaglia d’oro olimpica dimenticata del canottiere Albert Winkler o della nuova carriera sportiva di Norbert Oberburger. Campioni di ieri come la sciatrice Paula Wiesinger vincitrice dei mondiali nel lontano 1932 o Franco Nones, leggendario oro olimpico di Gre- noble nel 1968. Ma anche campioni di oggi coma la ventenne principessa del ghiaccio Carolina Kostner o Matteo Anesi ancora fresco di oro olimpico nel pattinaggio velocità. Ampio risalto viene dedicato all’aspetto fotografico e nei due volumi sarà possibile ammirare anche immagini inedite degli atleti. L’appuntamento è in edicola per martedì prossimo. degli italiani erano tutti per questo sorprendente ragazzo biondo. Che non ha deluso. Nella gara dalla piattaforma, si è arreso solo nel finale al campione olimpico in carica, l’americano Webster, ed è tornato a Bolzano con al collo una incredibile medaglia d’argento. Fu la prima medaglia olimpica, ma non l’unica. In Messico all’oro dalla piattaforma ha aggiunto anche l’argento nel trampolino 3 metri. Dalla piattaforma, la sua specialità, Dibiasi ha invece dominato la scena, distanziando di dieci punti il beniamino di casa Alvaro Gaxiola. Negli anni successivi l’Italia ha potuto scoprire un nuovo talento, Giorgio Cagnotto, grande amico del compagno Dibiasi, ma un forte avversario in più da battere in gara. Nel 1972, a Monaco, Dibiasi ha centrato il suo secondo oro, sempre nella “sua” specialità, la piattaforma. Sullo stesso podio è salito anche l’amico Cagnotto che, dopo l’argento dal trampolino, ha collezionato così anche un bronzo. E quattro anni più tardi Klaus si è congedato dopo aver regalato all’Italia l’enne- sima medaglia d’oro, a Montreal 1976. Con quest’ultimo successo, Dibiasi è diventato l’unico tuffatore al mondo ad aver vinto tre ori nella piattaforma in tre Olimpiadi consecutive. E in quella gara Dibiasi ha dovuto sconfiggere due avversari: una fastidiosa tendinite e l’astro nascente Greg Louganis, al quale l’altoatesino ha passato il testimone. Dopo l’ultimo prestigioso successo, si è ritirato nel novembre del 1976, ma è rimasto comunque dentro al movimento nei panni di allenatore (fino al 1990 è stato direttore tecnico delle squadre nazionali). L’altoatesino ha messo così a disposizione dei giovani tutto il suo bagaglio tecnico e l’enorme esperienza. Si è diplomato ISEF e nel 1990 ha fondato l’Associazione Sportiva Carlo Dibiasi, società di tuffi intitolata al padre, suo grande maestro di vita e di tuffi. Dal 2000 è consigliere federale della Federazione Italiana Nuoto. Gli anni in cui deliziava il mondo con i suoi tuffi sono lontani, ma l’Angelo Biondo, dunque, non ha abbandonato l’amore per il suo sport. IL CAMPIONE Klaus Dibiasi, il tuffo più bello è quello nella storia di Matteo Igini BOLZANO/TRENTO. Klaus Dibiasi, il volo dell’Angelo Biondo capace di tuffarsi nella leggenda del mondo dei tuffi. Una vita all’insegna del successo e per Klaus può parlare il suo curriculum. La prima medaUn predestinato, con il sangue del grande tuffatore che scorre nelle vene. Klaus è, infatti, un figlio d’arte: suo padre Karl aveva già dato spettacolo negli anni Trenta assieme a Otto Casteiner ed era stato per quattro volte consecutive campione italiano. Nell’Olimpo, Dibiasi è entrato vincendo l’oro dai 10 metri e l’argento dal trampolino alle Olimpiadi del ‘68 a Città del Messico. Quattro anni più tardi, a Monaco, nell’Olimpiade tristemente nota per il sanguinoso attentato terroristico subito dalla squadra israeliana, si è laureato ancora campione dalla piattaforma. Ma Dibiasi non si è fermato e ha chiuso la sua strepitosa carriera con l’oro di Montreal ‘76. Ma non vanno scordati anche i trionfi ai Mondiali, agli Europei, ai Giochi del Mediterraneo e nei meeting internazionali. Klaus è nato il 6 ottobre del 1947 a Hall, nei pressi di Innsbruck. La famiglia Dibiasi è tornata a Bolzano qualche anno e il giovane Klaus ha frequentato le elementari alle Cairoli. Ma la sua seconda casa era il Lido ed è proprio dall’impianto di viale Trieste che ha preso il largo la carriera dell’altoatesino. A 10 anni, seguito dal padre Karl - che ha svolto un ruolo fondamentale come allenatore - ha iniziato ad affinare la tecnica. Sei anni più tardi si è laureato campione italiano. L’anno successivo è arrivata la prima grande avventura a cinque cerchi. A Tokio gli occhi glia olimpica è arrivata nel 1964, alle Olimpiadi di Tokio, quando un 17enne Dibiasi conquistò dalla piattaforma uno splendido argento al debutto ai giochi olimpici. Fu il primo passo verso la consacrazione. L’Angelo Biondo ha iniziato a volare alto a soli 17 anni. Le sue gesta raccontate nei nostri libri Klaus Dibiasi in alcune immagini storiche. A destra in compagnia dell’amico rivale Cagnotto sotto a sinistra sul podio olimpico di Monaco 1972 e tedoforo per Torino 2006 PREMIATO CON GUSTAV THÖNI PAPÀ KARL DIBIASI