Laura Biagiotti entra (silenziosamente) nel… Jet Set

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Laura Biagiotti entra (silenziosamente) nel… Jet Set
35mm x 24mm
35mm x 24mm
GIOVEDÌ 4 APRILE 2013 ANNO III N. 457
Laura Biagiotti entra (silenziosamente) nel… Jet Set
Dopo le ultime esperienze con Visibilia e Sover, conclusesi con la cessazione dell’attività di entrambe le aziende licenziatarie,
la griffe di abbigliamento e accessori donna ritorna nell’eyewear con un nuovo partner
«Biagiotti Group e Jet Set Group hanno siglato un accordo di licenza pluriennale per la produzione
e distribuzione mondiale di occhiali da donna e bambina firmata Laura Biagiotti - si legge in un
comunicato diffuso dall'ufficio stampa della griffe italiana - Laura Biagiotti è una delle prime stiliste ad
aver lanciato una collezione di occhiali, già nei primissimi anni '80, riscuotendo un successo
eccezionale in particolare con il modello "a mascherina", tuttora ricercato come pezzo vintage da
collezione».
La prima collezione verrà presentata a settembre e sarà ufficializzata anche alla clientela
internazionale in occasione del prossimo Silmo di Parigi. «Il sodalizio tra le due aziende ha come
primario obiettivo modelli da vista e da sole di grande impatto stilistico e punterà anche sull'utilizzo di
materiali innovativi, rivolgendosi alla donna Laura Biagiotti che ama uno stile femminile e
contemporaneo», prosegue la nota.
Abbiamo chiesto alla divisione licenze del gruppo Biagiotti un approfondimento circa obiettivi e
modalità della partnership con la Jet Set, società di Civitanova Marche, nata sulle ceneri della Eyevit e
che già vanta nel proprio portafoglio licenze marchi come Breil e Fiorucci: a oggi non è giunta alcuna
risposta, a eccezione della promessa di essere più loquaci a ridosso del Silmo (nella foto, un modello
Laura Biagiotti autunno inverno 13-14).
Google Glass: mai al volante!
La guida in sicurezza è da tempo una problematica urgente in moltissimi paesi e l’impiego dei moderni device quando
si è al volante influisce negativamente sul tasso di incidentalità. Così negli Usa un deputato repubblicano pensa a far proibire i dispositivi
ipertecnologici come quelli dell’azienda di Mountain View
Ancora non sono in commercio, infatti solo 8mila “fortunati” americani selezionati con un concorso potranno indossarli al modico prezzo
di 1.500 dollari prima che siano disponibili sul mercato tra fine anno e inizio 2014, e già sono nella bufera. I Google Glass potrebbero infatti
essere proibiti, insieme a qualsiasi altro Hmd (head mounted display), quando si è al volante. È quanto proposto da dieci legislatori dello stato
del West Virginia, che paragonano l’uso degli occhiali computer a quello degli smartphone per ricevere e inviare messaggi di testo quando si
guida.
«Se sono utilizzati con criterio non vedo perché proibirli – commenta Andrea Rattaro, presidente dell’Albo degli Ottici Optometristi che per
la fine di aprile ha organizzato il Congresso "Guidiamoci bene. Ruoli e prospettive al servizio della sicurezza del cittadino", dedicato proprio alla
visione alla guida – Molti altri elementi distraggono altrettanto, se non di più, quando si è al volante. Certo, l’uso di dispositivi come i Google
Glass può essere fonte di distrazione, perché avendoli frontalmente possono far diminuire l’attenzione rispetto a ciò che avviene in strada».
Nonostante permettano, infatti, di accedere alla maggior parte delle proprie funzioni tramite i comandi vocali e siano utili per ottenere
indicazioni stradali, sicuramente inducono il guidatore a concentrarsi sulla visualizzazione del display degli occhiali piuttosto che su ciò che lo
circonda. «Bisognerà però attendere studi scientifici per capire che influenza avranno sulla visione – conclude Rattaro - e quanto incidano, se
indossati per diverse ore, sulla concentrazione e sullo stress visivo, così come sarà necessario attendere per sapere come saranno sviluppati,
se integreranno lenti correttive, e così via».
Il team dell’azienda intanto ha annunciato di essere al lavoro per rendere Google Glass accessibile a chiunque porti occhiali da vista grazie
a un design modulare, in grado dunque di adattarsi a qualsiasi montatura.
202mm x 31mm
35mm x 24mm
35mm x 24mm
GIOVEDÌ 4 APRILE 2013 ANNO III N. 457
Sergio Cappa TODAY
L’Illuminazione di Köler: una geniale coniugazione tra diaframmi
La relazione di coniugazione è riconoscibile in qualunque dispositivo ottico, nell’oftalmoscopio e nella lampada a fessura, in un qualsiasi
diaproiettore o strumento d’illuminazione
Nel 1915 August Köler propose di superare la precedente relazione di coniugazione dei diaframmi, di
Johann Karl Friedrich Gauss, al fine di consentire un’illuminazione uniforme sul piano immagine, oggi adottata
da qualunque sistema di rifrazione: il filamento luminoso è coniugato dal condensatore O1 sul piano del
diaframma di apertura D.A. che coincide con l’obiettivo O2, mentre il diaframma di campo D.C. è coniugato
dall’obiettivo O2 sul piano immagine, schermo/occhio.
Questa relazione di coniugazione è riconoscibile nell’oftalmoscopio come nella lampada a fessura, ma
anche in un qualunque diaproiettore o strumento d’illuminazione. Con pochi tratti grafici di uno schema ottico
è facile dimostrare come, diaframmando il D.A. (il diaframma a iride in una macchina fotografica) si
diminuisca l’angolo che consente di misurare e controllare il livello d’illuminazione dello schermo, mentre la
dimensione del D.C. (la diapositiva o i filtri nell’oftalmoscopio) interviene sulla dimensione dell’immagine sullo
schermo.
Questa relazione di coniugazioni incrociate permette di avere sul piano dell’immagine un’illuminazione uniforme, con identici livelli di
luminanza in tutte le parti dello schermo, equilibrando contrasto e abbagliamento, qualunque sia l’energia luminosa richiesta; ma permette
anche di avere l’immagine coniugata a tutto schermo e non vignettata a quattro angoli. Se uno di questi due problemi dovesse manifestarsi,
sarà sufficiente intervenire sull’allineamento dei diaframmi (nella foto, la copertina del libro di Sergio Cappa da cui sono tratte le riflessioni
pubblicate in questa rubrica). [email protected]
Tenor: LineArt Charmant abbraccia anche gli uomini
Gli occhiali della nuova collezione, realizzati con una speciale lega in titanio, offrono leggerezza e la sensazione di “assenza di peso”
Charmant ha lanciato la linea maschile Tenor LineArt. «Il brand si caratterizza
per l’impiego di Excellence Titan, materiale flessibile che permette molteplici
soluzioni di design e un elevato comfort di calzata, privo di nickel e con funzioni
speciali di memoria che permettono il mantenimento della forma originale – si
legge in una nota - La collezione evoca l’impostazione “forte e serena” della voce
da tenore. Le montature (nella foto, uno dei modelli), rimless o con frontale in
nylor, sono leggere e morbide, arricchite dall’elegante linea affusolata delle aste
con accenti metallici leggermente inclinati».
Hai gli occhi azzurri? Non mi fido di te...
Le persone con le iridi celesti sono percepite come meno affidabili di chi le ha castane: è quanto emerge da una ricerca condotta dalla
Charles University nella Repubblica Ceca e pubblicata su PlosOne
Nell’ambito di uno studio volto a stabilire quali siano i tratti del viso che rendono una persona affidabile o non affidabile sin dal primo
incontro, i ricercatori hanno chiesto a un gruppo di volontari di classificare in ordine decrescente di affidabilità una serie di fotografie di volti
maschili e femminili, basandosi su due parametri: il colore degli occhi e la forma del viso.
La maggioranza dei volontari ha dichiarato che i volti con occhi castani, sia maschili sia femminili, ispiravano più fiducia di quelli con gli
occhi azzurri. Se, però, gli occhi chiari appartenevano a un uomo con un viso tondo, un mento largo e labbra pronunciate, la “diffidenza”,
soprattutto tra le donne, diminuiva, svelando come la caratteristica determinante sia la forma del volto.
38mm x 31mm
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Supplemento al 4 aprile 2013 di b2eyes.com
reg. presso Tribunale Milano, n. 292, 17-06-2009
38mm x 31mm